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Spaghetti di riso integrale in salsa di pomodori secchi e mandorle: il qui ed ora che rende tutto perfetto

Benchè ultimamente il mio desiderio di pasta sia confinato alla sola ipotesi di shirataki, benedetta o maledetta smania di controllare sempre tutto, portavo dentro un curioso pizzicorio per uno spaghetto di riso basmati integrale mai assaggiato, nonostante un bizzarro gioco del destino me li abbia fatti vedere, cadere nella borsa della spesa e.... sfumare, tra le tante cose che, in questo periodo, incontrano la mia strada e poi cambiano rotta. O semplicemente seguono una rotta che non è la mia. Così, specializzata nell'applicazione di semplici meccansmi di difesa per gestire i vuoti della tavola (e dell'esistenza) ho convissuto pacificamente con questa mancanza. "Sono buonissimi", mi è stato detto. Ho sorriso, di quei sorrisi che parlano, ma è meglio che lo facciano in silenzio. "Sono buonissimi", vi dico. Sorridete, sarebbe un perfetto gioco di ruoli e un degno finale di storia. Che poi l'idea illuminante non è stato lo spaghetto. No, quello è solo una meditazione sul mio oggi, è la volontà del destino che OGGI li porta sulla mia tavola. L'idea attorno a cui si è strutturato il piatto è la crema. I pomodori secchi sono arrivati dalla Sicilia, quest'anno. Ricordate? Sono arrivati insieme a tanti altri splendidi prodotti (pistacchi, mandorle, capperi, olio....). Era da un po' che immaginavo di renderli crema. E nella mia laboriosa testolina ho provato ad accostarli a sapori diversi, fino ad arrivare a questa soluzione. Mi vanto di avere una dispensa piena di ingredienti sani e salutari, il più delle volte fatti in casa, provenienti dal lavoro delle mani di una madre amorevole, o nel rispetto di una territorialità e di una stagionalità. Una scelta che oggi mi ripaga, perché qualsiasi siano gli intrecci che destino loro, il risultato è sempre sorprendente e appagante.
E allora ecco cosa penso. Penso che forse era destino che io non assaggiassi, prima di ora, quegli spaghetti. Perché oggi non solo li assaggio, non solo me ne beo, ma li sento scivolare sul palato come se fossero frutto del mio volere e del mio saper aspettare. E li sento riempirmi di una ricchezza che parla di terra, di sapore mediterraneo, di semplicità e di intensità. Come SOLO OGGI sarebbe potuto essere.

Ingredienti

60 g di spaghetti di riso basmati integrali
35 g di pomodori secchi
10 g di mandorle pelate + q.b.
10 foglie di salvia fresca
100 g di latte vegetale
2 cucchiai di passata di pomodoro (per me fatta in casa)
1 cucchiaino di farina di limoni (o zeste)
qualche goccia di tabasco
sale integrale di Cervia

Mettete in ammollo i pomodori secchi e le mandorle, in due ciotoline differenti, e lasciatele per almeno un'ora.
Fate intiepidire il latte, quindi unitevi i pomodori strizzati e le mandorle scolate, le figlie di salvia precedentemente lavate e la farina di limoni. Passate tutto con un frullatore ad immersione, fino a creare una crema omogenea. Unite la passata di pomodoro fino a renderla sufficientemente liquida e il tabasco a vostro piacere. Trasferite tutto in un wok e fate cuocere a fuoco basso.
Nel frattempo fate cuocere gli spaghetti di riso in abbontante acqua leggermente salata. Quando mancheranno un paio di minuti alla cottura scolateli e trasferiteli nel wok insieme al sugo. Tenete l'acqua da parte.
Fate saltare a fiamma viva per qualche istante, in modo che la pasta assorba il condimento. Allungate, se dovesse risultare necessario, con qualche cucchiaio di liquido di cottura.

Passate all'impiattamento.
Create una base di sugo, sistemate la pasta e decorate con foglioline di salvia e mandorle leggermente pestate nel mortaio.

Servite calda e assaporatela.
Travolgente e delicata. Intensa e magica.
Sapori che non lasciano spazio alle parole.

abc

Budini di riso alla cannella con fonduta di caprino e spinaci: sapori classici in un’unione insolita

Il mio amore per QUESTO riso lo avevo già palesato, esattamente in questa occasione. Torno a presentarvelo, in una versione insolita, come insolito è il mio modo di concepire la cucina. Una sfida continua, un richiamo a cedere alla perfezione dell'Acquerello. E di accostargli sapori e consistenze differenti, antagoniste, ma legate in un'armoniosa perfezione. Era da un po' che cercavo la giusta ispirazione e che aspettavo che, la stessa, arrivasse per qualcosa che non fosse dolce ^_^ Il tempo che corre sempre troppo velocemente non è stato un grande complice, ma alla fine ho vinto io. La monoporzione preparata è stata quasi un affronto al mio desiderio di replica, seppur sia stata una scelta oculata per evitare di strafogarmi di tanta delizia. Sui sapori, però, non ho lemosinato. E poi io amo i contrasti: qui ce ne sono innumerevoli e tutti, a mio avviso, protagonisti perfetti di una grande sinfonia.

Ingredienti

Per un budino
35 g di riso Acquerello
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaino di peperoncino sott'olio
1/2 cucchiaino raso di agar agar
1 cucchiaino di miele di tiglio + q.b.
sale rosa dell'Himalaya

Per la fonduta
100 g di spinaci freschi
110 g di latte
25 g di caprino stagionato
1/2 cucchiaio di olio evo
1 cucchiaino raso di farina di limoni
sale integrale

Fate cuocere il riso in acqua leggermente salata. Non salatela troppo, perché il liquido dovrà essere quasi interamente assorbito e il riso rischierebbe di diventare troppo salato.
Quando sarà morbidissimo e molto cremoso, aggiungete l'agar agar, la cannella, il peperoncino e mescolate, facendo cuocere tutto ancora per un paio di minuti. Aggiungete un cucchiaino di miele e passate il riso con un frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema liscia.
Versatela in uno stampo da budino e lasciatelo raffreddare. Quando sarà a temperatura ambiente spostatelo nel frigorifero e lasciatelo rassodare per almeno un'ora.
   Nel frattempo occupatevi della fonduta. Lavate gli spinaci e fateli appassire in padella con un filo di olio. Salate e aggiungete latte e farina di limoni, quindi fate cuocere a fiamma bassa per qualche minuto.
Grattugiate, con una microplane, il caprino e, quando gli spinaci saranno pronti, unitelo agli stessi e frullate tutto. Il risultato dovrà essere una crema liscia e densa (e deliziosa).
A questo punto non vi resta che comporre il piatto. Una base di fonduta, il budino e il resto della fonduta in colata libera. Grattugiate ancora un po' di caprino, versate un filo di miele in superficie e passate tutto in forno, sotto il grill, per qualche minuto.
Non vi rimane, adesso, che l'assaggio.
Lasciatevi trasportare dalla cremosità avvolgente del budino, alleggerita dalla delicatezza della salsa. E assaporate come il carattere del caprino lega con la dolcezza degli spinaci. E come questo tutto incontra perfettamente il dolce piccante del riso. E poi chiedetevi "quando si replica?".

La mia scelta rimarrà quella di dosare bene le quantità: sarebbe davvero difficile resistere al bis, tris e..... ^_^

Proponibile come antipasto (magari in una porzione smezzata), può anche essere gustato come originale primo piatto. Per me è stato piatto unico ^_^ Insomma, a voi la scelta!

Con questa ricetta partecipo al Gluten Free (Fry)day


abc

Crema di pistacchi al cioccolato bianco e fagioli: buone abitudini che incontrano nuove idee

Lo so, sto sfornando dolci a tutto spiano. Lo so, sono tutti a base di pistacchi. Lo so, tutto ha un significato, ma non posso trattenere l'entusiasmo. I prodotti buoni, quelli della nostra terra, vanno valorizzati. E le idee vanno trasformate in tentativi. E, magari, i tentativi in successi. Era da un po' che pensavo di creare una crema al cioccolato a base di fagioli. L'idea era quella di creare una variante alla mia cioccocrema, che tanto delizia e che è una tra le mie creazioni più richieste ed apprezzate. Adoro il cioccolato fondente, è vero, ed è anche vero che la ricetta pubblicata e condivisa è stata stravolta e perfezionata, ogni volta con l'aggiunta di un dettaglio, con un bilanciamento di ingredienti differente. Ma comunque, sempre, con successo. Allora ho spostato l'attenzione sulla sua antagonista, che amo non di meno. Cioccolato bianco e pistacchi. Proposi, tempo fa, una crema leggera e delicata, senza la presenza del cioccolato. Favolosa, ma non peccaminosa. La riproposi fondente bianca. Un'esplosione di meraviglia, ma davvero troppo per una scelta quotidiana. L'ho proposta, poi, in una rivisitazione a metà strada tra le due varianti, per un semplice assaggio fuori dal blog, per qualcuno che non ama la dolcezza del cioccolato bianco. Audace, visto che il cioccolato bianco c'era eccome. E sapete? E' stato amore puro. Il vasetto credo non sia arrivato alla seconda apertura ^_^ Allora, forte del fatto che questa crema mi regala grandi stimoli e radicate soddisfazioni, ho pensato: fagioli bianchi, cioccolato bianco e pistacchi. Sarà un successo!!!!
Se lo è stato? Lascio a voi il verdetto ^_^

Ingredienti

100 g di fagioli con l'occhio secchi (250 g bolliti)
70 g di cioccolato bianco
80 g di pistacchi di Bronte
150 g di latte (per me di avena)
65 g di datteri naturali
1/2 cucchiaino di polvere di vaniglia
1 cucchiaino di farina di limoni
1 cucchiano raso di farina di semi di carrube

Mettete in ammollo i fagioli per una notte intera (o comunque almeno 6 ore), quindi sciacquateli e fateli bollire in acqua NON salata per un paio d'ore, fino a quando saranno morbidissimi. Scolateli e teneteli da parte.
Spezzettate il cioccolato bianco e tritatelo finemente con i pistacchi, in modo da ottenere una pasta fine e uniforme.
Unite al composto i fagioli, i datteri snocciolati, la polvere di vaniglia, la farina di limoni e la farina di semi di carrube. Frullate fino a rendere tutto omogeneo.
Versate il latte tiepido, poco alla volta, amalgamandolo bene alla crema, quindi portate alla temperatura di 100° e fate cuocere per cinque minuti, sempre mescolando.
Sterilizzate un vasetto da 500 ml e asciugatelo perfettamente. Versateci dentro la crema ottenuta, pulite il bordo, chiudete bene e avvolgete il barattolo in un canovaccio, poi in una coperta, fino al raffreddamentototale. Ci vorranno almeno 24 ore e alla fine otterrete la vostra scorta sottovuoto!
Se non necessitaste di conservare questa meraviglia, conservate la crema in un semplice barattolino, in frigorifero.
  
La consistenza ottenuta sarà piuttosto compatta. Se vi piacesse più morbida, aumentate la quantità di latte.

Una volta aperto il barattolo, si conserva per un tempo sicuramente maggiore rispetto alla durata effettiva, e sfido chiunque a resistere inermi di fronte al vasetto sottovuoto. Ma se voleste condividere questa preparazione con parenti e amici, magari in un'idea regalo, siate tranquilli: sotto l'albero, ben mimetizzata, arriva senza problemi a Natale ^_^

Ma vi avviso: una volta aperto il barattolo.... non si chiude più!!abc

Trecce integrali con crema di mais e pistacchi: di scelte, sentenze e occasioni di condivisione

Esattamente una settimana prima che mi arrivasse il verdetto, ho dato vita a queste trecce. Voglia di dedicarmi ad un lievitato, desiderio di arricchire le mie colazioni domenicali, ispirazione su come utilizzare la crema di mais di cui vi ho parlato qualche giorno fa ed eccomi a sfornare queste meraviglie. Adesso so che, seppur non per problemi di celiachia, mi è stato vietato il frumento. Ohibò, ho solo trecce di farina integrale per i prossimi tre mesi :D Mia madre, all'ufficializzarsi della notizia, si è subito proposta per occuparsi delle scorte, ma io, mentre aspetto che le distanze si accorcino e mentre decido se valga la pena organizzare un brunch tra amici e vicini di casa, continuo a coccolarmi con queste soffici, delicate, fragranti brioche. Per una volta alla settimana, quei pochi grammi di farina di frumento non comprometterà mica il mio metabolismo? ^_^ Qui c'è tutta l'essenza di quello che sono: farine speciali, assolutamente senza raffinazione e di mulini che scelgono ancora la macinatura a pietra, burro di arachidi che ormai mi faccio in casa come se non esistesse un domani, crema di mais che avvolge di dolcezza garantendo un risultato leggero, la totale assenza di uova, burro e latticini e la croccantezza dei miei amati pistacchi e di pepite dolci e sane come meravigliosi frutti rossi. Insomma, capite quanto sia difficile privarmi di tutto questo? ^_^

Ingredienti

200 g di farina integrale Frumenta
100 g di grano duro tumminia di Castelvetrano
100 g di farina di segale Jurmano
32 g di lievito madre in polvere (100% naturale)
35 g di semi di lino
300 g di latte di avena
60 g di zucchero di canna integrale
35 g di olio di riso
100 g di crema di mais dolce
1 cucchiaio di burro di arachidi
35 g di pistacchi di Bronte
35 g di frutti rossi essiccati

Mescolate tra loro le farine e i semi di lino macinati. Unite il lievito madre, lo zucchero di canna e il latte d'avena appena tiepido (mai sopra i 28/30°). Iniziate ad impastare, quindi versate l'olio di riso a filo. Dovrete ottenere un impasto compatto e piuttosto morbido.
Mettetelo a riposare in una terrina leggermente unta, coperto da un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo lievitare fino al raddoppio.
Nel frattempo prendete i pistacchi e i frutti tossi e tagliateli a coltello, grossolanamente. Teneteli da parte.
Trascorso il tempo della lievitazione riprendete l'impasto, stendetelo su un piano infarinato in un rettangolo spesso circa mezzo centimetro. Copritelo con un sottile strato di burro di arachidi, quindi con la crema di mais dolce e ultimate con il mix di pistacchi e frutti rossi.
Tagliate, con una rotella, in quattro parti il rettangolo (con un taglio a croce) e arrotolate ciascun rettangolo dal lato più lungo.
Schiacciate leggermente ciascun rotolo in modo da appiattirlo, quindi dividetelo in più parti, ricavando dei piccoli rotoli di circa 10 centimetri. Sempre con la rotella tagliate a metà, nel verso della lunghezza, fino ad un paio di centimetri dall'estremità. Arrotolate ciascuna estremità su se stessa, quindi intrecciatele tra loro.
Sistemate le treccine ottenute su una teglia rivestita da carta forno, quindi copritele con un foglio di pellicola trasparente e lasciatele riposare per tutta la notte (o comunque almeno 6 ore).
Eliminate la pellicola, spennellate con un mix di burro di arachidi e latte e infornate, a 190°, per 30 minuti.
Una volta cotte, sfornatele e fatele raffreddare. E poi deliziatevene, in piena leggerezza.

E ricredetevi, nel caso in cui ancora ce ne fosse bisogno, sulla forza di ingredienti salutari e genuini. Il "fatto in casa" diventa sempre più buono e sempre più sfizioso.


E' da un po' di tempo che leggete nelle mie preparazioni ingredienti come pistacchi di Bronte, mandorle, e per le preparazioni salate pomodori secchi, capperi sotto sale e ancora il mio immancabile olio evo. Ci tengo a sottolineare quanto la scelta di queste materie prime, come per le farine, sia curata e precisa. E' ormai consolidata la fiducia con il mio fornitore siciliano (se voleste questa è la sua pagina). Nel caso in cui voleste provare anche voi qualche sua meraviglia, non esitate a chiedere, non ne rimarreste delusi!!abc

Frollini salati di fagioli e mandorle alla paprika affumicata: quell’insieme di momenti chiamati occasioni

Le occasioni, si sa, vanno colte al volo. E così, se un'amica brama un assaggio per ogni scatto condiviso sui canali social, io mi diverto a stuzzicare le aspettative nell'organizzazione di una cena, quella cena, finalmente giunta a realizzazione.
Il modus operandi è sempre lo stesso: tavolino basso, tappeto, pietanze a buffet, un buon calice di vino e tante, tante chiacchiere. Tante, tante risate. E, ovviamente, l'immancabile vaschetta che attende di essere riempita con ogni eventualità di rimanenza ^_^ Per me è una gioia, ogni volta, vedere la soddisfazione sui visi dei miei ospiti. Lo è per la felicità degli ospiti stessi, ma lo è anche come conferma che i principi salutisti, che tanto diffondo, non tolgono davvero niente al piacere del palato. Questi biscotti ne sono la dimostrazione. Se non avessi svelato, in corso d'opera, che l'ingrediente base fosse un semplicissimo fagiolo, mai si sarebbe potuto scoprire tanta stranezza.
E allora come non approfittare di questa occasione per provarci, anche voi? Potrò mica sfornare biscotti per tutti? ^_^

Ingredienti

100 g di fagioli con l'occhio secchi (250 g bolliti)
65 g di mandorle pelate
100 g di parmigiano
3 g di pepe di Sichuan
3 g di paprika affumicata + q.b.
15 g di semi di lino
15 g di semi di sesamo

Mettete in ammollo i fagioli per una notte intera, quindi sciacquateli e bolliteli per un paio di ore, fino a quando saranno morbidi. Mettete in ammollo anche le mangorle, per almeno un paio di ore.
In un bicchierone versate i fagioli bolliti, le mandorle, il parmigiano spezzettato, pepe, paprika e i semi di lino. Frullate tutto, fino ad ottenere una purea omogenea.
Unite i semi di sesamo e assaggiate. Nel caso in cui il parmigiano non dovesse essere sufficiente a rendere sapido il sapore, aggiungete del sale.
Versate il composto su un piano e compattatelo bene. Formate un cilindro di circa 7 centimetri di diametro, avvolgetelo in un foglio di carta forno e lasciatelo riposare in frigorifero per almno un'ora.
A questo punto estraete l'impasto, eliminate la carta e tagliate delle fettine spesse poco meno di un centimetro. Sistemate i biscotti su una teglia coperta da carta forno e, con un batticarne di legno, pressate in superficie ricavando delle incisioni.
Spolverizzate con della paprika affumicata e infornate, a 190°, per circa 30 minuti. Dovranno dorare bene in superficie. Una volta sfornati sistemateli su una grata e lasciateli raffreddare: in questo modo acquisiranno croccantezza.
A questo punto assaporateli, da soli, accompagnati da un formaggio, da una salsa, con una pietanza o..... del golosissimo cioccolato. Sì, i contrasti sanno regalare sempre emozioni magiche.

Ma, soprattutto, preparatene in abbondanza, perché si inizia e non si sa quando si finisce ^_^

Servirà dire che si possono conservare, ben chiusi in una scatola di latta o in un barattolo di vetro, per una buona settimana?


abc

Muffin alla zucca con farina di mandorle e pistacchi: la dolcezza che racchiude grandi novità

Sforno dolci a tutto andare! Date tutte le interpretazioni che volete, il concetto non cambia ^_^ Quello che cambia, e che deve cambiare per necessità, è il modo di affrontare questa rincorsa al piacere del palato. Difficile non è, non per una salutista incallita come me. Scelgo prodotti di stagione, arricchisco con preziosissima frutta secca, riduco i grassi nocivi, cerco di evitare gli ingredienti di origine animale. E mi sorprendo sempre di quanta bontà possa esserci in tutti i senza. Il mio è stato un percorso graduale verso la consapevolezza. Un modo di dimostrare rispetto per il mio corpo, e quindi per il mio benessere. Spesso mi viene detto "ma tu usi ingredienti strani", oppure "quante cose conosci!". Beh, vi svelo il mio segreto: sono partita da un foglio bianco, anche io. E' stata la curiosità a spingermi alla conoscenza, ad approfondire concetti, a scoprire alimenti nuovi, a provarli. Così ho pensato che sarebbe stato perfetto cogliere la proposta di Francesca, una grintosa ed euforica dietista che, incuriosita dalla mia cucina, mi chiese di unire le nostre forze in un progetto ambizioso e importante: portare consapevolezza. Ed è proprio oggi, con la condivisione di questi deliziosissimi muffin alla zucca, che vi annuncio la nascita della rubrica
Conoscere per scegliere: l'importanza di una sana alimentazione
che approfondirà aspetti teorici fondamentali, e che, volta per volta, vi aiuterà a metterli in pratica nel quotidiano. Insomma, condividere qualcosa in cui si crede, facilitare scelte corrette, sarà per noi come offrirvi l'occasione per creare delle fondamenta robuste su cui costruire il vostro nuovo stile di vita.
Non perdeteci di vista, perché presto si partirà per la nuova avventura.

Prima di passare alla dolcezza dei muffin vi annuncio che, udite udite, 
a partire da oggi TROVERETE IN EDICOLA IL SECONDO NUMERO DI JULIENNE
e su questo, esattamente a pagina 41 ^_^, il consiglio de La Cuocherellona

Ingredienti

800 g di zucca pulita
140 g di mandorle pelate
100 g di pistacchi di Bronte
140 g di farina di Khorasan (la mia non è Kamut, ma se voi foste abituati al Kamut....)
40 g di burro di arachidi
50 g di zucchero di canna integrale
1 bustina di cremor tartaro
100 g di aquafaba (liquido di cottura dei ceci. In alternativa un albume)
10 g di farina di limoni bio
1 pizzico di bicarbonato di sodio

Tagliate a dadini la zucca, precedentemente pulita dalla buccia e dai semi (che potrete far seccare e poi gustare come snack o in deliziose insalate). Frullatela fino a creare una purea e tenetela da parte.
Riducete in farina i pistacchi e le mandorle, frullando a più riprese per non surriscaldare la frutta e trasformarla in crema.
   Unite la purea di zucca alla farine di frutta secca e iniziate ad impastare, quindi procedete unendo anche la farina di Khorasan (Saragolla) nella quale avrete mischiato il cremor tartaro (meno la punta di un cucchiaino che terrete da parte), il burro di arachidi, lo zucchero, la farina di limoni e il bicarbonato. Impastate fino ad ottenere un composto omogeneo.
Versate in una ciotola l'aquafa*, unitevi il cremor tartaro tenuto da parte e montate a neve, con una buona frusta, per diversi minuti. Una volta che sarà soffice e compatta, unitela al composto di zucca e mescolate, con molta delicatezza, dal basso verso l'alto. Si tratta di una "neve" molto più delicata di quella ottenuta dagli albumi!!
Versate l'impasto Nei pirottini da muffin, iutilizzando lo stampo apposta. Infornate a 190° e cuocete per 30 minuti almeno. Quando saranno gonfiati bene e dorati in superficie, spegnete il forno ed estraete la teglia. Lasciate raffreddare e.... gustate!!!!!!
Leggerezza, sapore, delizia in ogni soffice morso. Accompagnati con un buon cucchiaio di confettura o crema di cioccolato saranno perfetti per iniziare la giornata con la giusta carica, ma anche per qualsivoglia pausa durante il procedere della giornata stessa ^_^

*Per ottenere un risultato migliore, utilizzando l'acqua di cottura dei ceci secchi, è necessario far riposare il liquido almeno 24 ore, in frigorifero. Questo passaggio potrà avvenire sia con i ceci in ammollo, sia con il solo liquido. In questo modo acquisirà vischiosità e monterà perfettamente a neve. Ma ricordate che dovrete avere tempo e pazienza nel lavorare con la frusta!!


abc

Vellutata di porri e finocchi con crostini di lupini alla salvia: timidi, ma necessari passi verso l’inverno

Seppur la mia cucina sia ancora molto varia, a metà strada tra il mood invernale e qualche slancio anticonformista, la vellutata entra di diritto tra le scelte più gradite. Ciò che mi piace al punto da darle uno slancio in più è quanto possa permettere l'utilizzo di quegli scarti che, diversamente, finirebbero nella raccolta differenziata. Spreco a cui sono sempre meno solita. Tra tutto, le foglie esterne dei finocchi sono un esempio eclatante. Mi diverto a mischiare sapori, ad aggiungere dettagli, ma quello che amo maggiormente è creare quel valore aggiunto insolito, mai provato, da sperimentare. Questa volta ho voluto provare con i lupini, i miei amati lupini. Ho dato loro una forma nuova e devo dirvi che il risultato mi ha stupito davvero. Ormai forte del lavoro della mia friggitrice ad aria calda (tranquilli, potrete utilizzare anche il forno!!), la mia testolina non si ferma mai: elabora, elabora, elabora ed elabora ancora. Il crunch è favoloso e non nasconde un sapore delicato e piacevole. Accostato al morbido abbraccio della vellutata è assolutamente sorprendente. Ecco il tepore giusto per questo inizio di inverno ^_^

Ingredienti

Per la vellutata
250 g di foglie di finocchio
50 g di porro
50 g di patate rosse
750 h di acqua
dado vegetale granulare (per me home made)

Per i crostini
75 g di lupini
25 g di patate rosse
80 g di latte di avena (o altro latte vegetale)
1/2 cucchiaino di agar agar
1 cucchiaino di dado vegetale granulare
1 manciata di foglie di salvia
noce moscata
olio evo

Iniziate a preparare i crostini. Mettete in un pentolino i lupini privati dalla pellicina, la patata tagliata a dadini e coprite tutto con il latte d'avena. Mettete sul fuoco e portate ad ebollizione. Aggiungete il dado granulare e la noce moscata quindi, raggiunto il bollore, stemperate l'agar agar con parte del liquido di cottura. Unitelo al resto del liquido e fate bollire per un paio di minuti.
Passate tutto con un mixer ad immersione, quindi unite le foglie di salvia lavate, asciugate e spezzettate finemente. Mescolate bene per amalgamare tutto perfettamente, quindi stendee in un piccolo stampo, in modo da creare una base spessa circa 1 centimetro. Lasciate raffreddare in frigorifero per un'ora almeno.
Nel frattempo lavate le verdure, foglie di finocchio, porro e patate tagliate a pezzi. Mettete tutto in una pentola con l'acqua e il dado vegetale e fate cuocere a fiamma media, fino a quando le verdure saranno morbidissime. A piacere potrete aggiungere altre spezie, o dosare in modo differente le quantità di verdure.
Riprendete la base di lupini, estraetela dallo stampo e tagliatela a dadini di circa 1 centimetro di lato. Vaporizzatele con dell'olio evo, quindi cuocete in forno o nella friggitrice ad aria calda, per 20 minuti a 200°.
Quando le verdure saranno morbide, passate tutto con un frullatore ad immersione fino a creare una vellutata liscia.
A questo punto non vi rimane che servire, in una bella findina, accompagnando tutto con i crostini di lupini ben dorati.

Assaporate la delicatezza degli ingredienti, avvolta dal profumo di salvia e fatevi coccolare come la stagione richiede e come voi meritate ^_^
E meravigliatevi, ancora una volta, di quanto delle scelte salutari siano sinonimo di piacere e successo.

abc

Crema pasticcera di mais dolce alla vaniglia: per tutte quelle volte in cui un’idea diventa soluzione e opportunità

Mi balenava per la testa da un po' di tempo l'idea di preparare questa crema. Esattamente da quando ho iniziato ad acquistare con maggiore frequenza delle pannocchie di mais dolce da far bollire e da gustare, ora saltate in padella, ora in vellutata, ora negli impasti. Quell'amore dei ricordi d'infanzia ^_^ Fu nell'ultima rivisitazione che ci pensai: se spesso propongo una cucina vegana e se di frequente le mie proposte sono dolci, perché non valutare la rivisitazione di una crema pasticcera, da tempo archiviata per scelte salutiste? Non c'è ombra di uovo, non c'è traccia di latte vaccino, solo mais, vaniglia e pochi semplici passaggi. Con il passare del tempo mi accorgo sempre più di quanto il benessere abbia radici proprio nell'alimentazione. Diventa importante, per me, scegliere di escludere alcuni ingredienti e di valorizzarne altri. Così mi informo, imparo, cerco, sperimento, scopro che questa scelta non sacrifica affatto il piacere di cibarsi. Questa crema ne è la conferma: sapore delicato e pieno, perfetto per..... vedrete, quando sarà il momento ^_^

Ingredienti

230 g di mais dolce bollito (ricavato da 2 pannocchie)
1/2 cucchiaino raso di polvere di vaniglia
230 g di latte di avena (o altro latte vegetale - di riso per la versione gluten free)
1/2 cucchiaino di agar agar
30 g di malto di riso

Pulite le pannocchie dalle foglie e dai filamenti, quindi fatele bollire in acqua per circa 40 minuti. Fatele intiepidire, quindi separate i chicchi aiutandovi con un coltello.
   Inserite i chicchi in un pentolino, versate il latte, l'agar agar (stemperato con parte del latte che utilizzarete), il malto di riso, nella quantità che desiderate poiché io non amo il dolce troppo dolce, e la polvere di vaniglia. Mescolate bene e mettete sul fuoco. Portate ad ebollizione, quindi abbassate la fiamma e procedete con altri due minuti di cottura. Mescolate in continuazione, poi spegnete la fiamma.
Passate tutto con il frullatore ad immersione, in modo da ottenere una crema il più possibile vellutata. A questo punto occorrerà eliminare le bucce dei chicchi. Setacciate tutto aiutandovi con un colino e lasciate raffreddare completamente la crema ottenuta.
A questo punto è pronta per essere utilizzata.
Farcitevi le voste torte, i vostri bignè, utilizzatela con i pancakes o riempiteci delle crespelle dolci.
Io un suggerimento ce l'ho già pronto da mostrarvi ^_^ Ma dovrete pazientare ancora un pochino!!

Il sapore del mais si avverte in maniera ben distinta, per cui valutate bene la contestualizzazione. Personalmente l'ho trovato tutt'altro che fastidioso, ma io amo particolarmente questi chicchi gialli e ricchi.


abc

Shirataki con asparagi e crema di lenticchie al curry: perché è questione di destino, se è destino… arriva

Quando lessi la prima volta di questa "pasta miracolosa" distorsi un po' il naso, scettica per natura. Confesso che pensai che mai avrei ceduto all'acquisto di questo genere alimentare. Ma poi si sa, sono anche curiosa, per quella stessa natura, e quando mi trovai davanti agli occhi, nella corsia degli alimenti dietetici, questo pacchetto diverso dai formati soliti, non ci pensai un attimo (uno sì, perché non è che sia un prodotto propriamente economico). Così entrò in casa questa vaschetta di Shirataki di konjac, esattamente una pasta senza glutine e con pochissime calorie. Beh, due aspetti decisamente interessanti per il mio regime alimentare. Ma approfondendo un po' l'argomento, si viene a scoprire che il konjac è una pianta, dalla cui radice si ricava una farina, utilizzata molto nella cucina orientale. E questa farina è ricca di aminoacidi, fibre e sali minerali. Finalmente una pasta che possa appagare i miei desideri senza alimentare i sensi di colpa? Yessss, l'ho trovata, è mia. E mi divertirò da morire a stravolgerla e colorarla!!

Ingredienti

150 g di Shirataki sgocciolati
60 g di lenticchie verdi lessate
1 cucchiaino di curry
50 ml di latte di avena
50 ml di acqua
10 asparagi (per me dell'orto di famiglia, poi congelati)
olio evo
sale rosa dell'Himalaya
cannella in polvere

Cuocete a vapore gli asparagi fino a renderli morbidi, quindi tagliateli a metà (o in 4, se fossero spessi), nel senso della lunghezza. Fateli saltare in un wok con un filo di olio evo, cannella a piacere e sale rosa.
Inserite in un boccale le lenticchie lessate, il curry, il latte di avena e l'acqua. Salate a piacere, quindi frullate tutto, fino ad ottenere una crema vellutata. Aggiungetela agli asparagi e fare insaporire bene tutto, a fiamma moderata, per qualche minuto.
Nel frattempo portate a bollore l'acqua per cuocere la pasta, salata a piacere. Sciacquate gli Shirataki sotto un getto di acqua corrente per un paio di minuti, dopo averli sgocciolati, quindi buttateli nell'acqua bollente, per un paio di minuti. Questo sarà il tempo richiesto per la cottura.
A questo punto scolate i noodles e versateli nel wok. Fate saltare tutto a fiamma viva per qualche istante, quindi servite e gustate.

Se conserverete delle lenticchie già lessate in un contenitore ermetico, in frigorifero, o lessate e congelate, la preparazione di questo piatto vi richiederà davvero pochissimo tempo. E vi regalerà piacevolissime sorprese.

Ricordate che una dispensa ben fornita è garanzia di di gustoso benEssere ;)

abc

Crostata di pere e cioccolato bianco: quel che fa di un’idea la scelta vincente e perpetuabile

Ammetto di avervi preso per la gola per un po', con le immagini condivise su Instagram, e di aver temporeggiato oltremodo, prima di condividere con voi questa prelibatezza, ma il mio vivere di sensazioni e di emozioni si riflette anche in questo e se il momento è più indicato per altro..... il dolce aspetta!
Quando arriva l'attimo giusto, però, occorre onorarlo a dovere. Perché il dolce di cui vi sto parlando è qualcosa di inimmaginabile.
Avevo proposto questa crostata in occasione di un incontro di lavoro capitato nel periodo del mio compleanno. Come da tradizione, non mi sono presentata a mani vuote. Non documentai, in quell'occasione, i passaggi della preparazione. Scrissi solo gli ingredienti, perché ormai lo sapete, la mia è sempre improvvisazione. E mi promisi di dedicarci nuovamente del tempo, un'attenzione maggiore, qualche scatto e la condivisione. Per cui eccomi qui, a portare sotto i vostri nasi i profumi inebrianti e dolciastri di cioccolato bianco e pere e per proiettare sui vostri palati l'armonia di ingredienti speciali. Seguitemi...

Ingredienti

Per la frolla
110 g di burro di arachidi (per me fatto in casa)
80 g di farina di segale Jurmano
30 g di farina di grano duro Senatore Cappelli
45 g di miele di tiglio
30 g di latte vegetale
cannella a piacere
1 cucchiaino di farina di mandarino (o scorza grattugiata)

Per la copertura
100 g di cioccolato bianco
2 pere Williams
20 g di latte vegetale
1/2 cucchiaino di agar agar

Partite dall'impasto. Mescolate le farine, quindi unite il burro di arachidi, il miele e gli aromi e cominciate ad impastare. Aggiungete il latte, poco alla volta, e continuate a lavorare fino ad ottenere un panetto compatto. Avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare per almeno un'ora in frigorifero.
   Passate, quindi, alla crema. Tritate il cioccolato bianco, fino a renderlo polvere. Aggiungete il latte, con il quale avrete stemperato l'agar agar e una pera tagliata a pezzi. Frullate tutto e portate alla temperatura di 100°. Lasciate cuocere per un paio di minuti, quindi mettete la crema da parte.
Trascorso il tempo di riposo della pasta, stendetela su una spianatoia infarinata, in una sfoglia spessa circa un centimetro. Rivestite la teglia con carta forno (io ne ho usata una quadrata di circa 28 cm di lato) e adagiatevi la pasta.
Cospargete la base con la crema appena ottenuta, quindi tagliate la pera in spicchi sottili. Io sono solita utilizzarla con la buccia. In questo caso ricordate di lavarla bene.
Accendete il forno e portatelo a 190°. Una volta raggiunta la temperatura infornate e cuocete per 30 minuti circa.
Abbiate l'accortezza di controllare che cuocia uniformemente. Una volta pronta, sfornatela e lasciatela raffreddare in teglia. Una volta fredda, procedete al taglio.

Rassegnatevi all'idea di vederla finire troppo in fretta, soprattutto se avrete la necessità di condividerla: una sola fetta non basta.
Crea dipendenza e non lascia scampo. E anche chi non ama il sapore troppo dolce del cioccolato bianco ha assolutamente apprezzato e, prima ancora di sapere che ci fosse del cioccolato bianco, ha replicato l'assaggio (per poi strabuzzare gli occhi e dire "ma davvero?").

Insomma, io vi ho avvisato, ora spetta a voi la gestione ^_^


abc

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