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Biscotti di noci e pistacchi alla pera: il viaggio infinito verso la scoperta, la conquista e la realizzazione

Biscotti, biscotti e ancora biscotti. Li scompongo, li studio nei dettagli, li assemblo in forme e sostanze differenti. Cerco di migliorarne il sapore, di perfezionare la consistenza. Amalgamo ingredienti, ne studio gli abbinamenti. Li assaggio, me ne innamoro e poi cerco qualcosa di diverso, di nuovo, di più intrigante. Sono insaziabile. Per me biscottare vuol dire non fermarsi mai. Qualche giorno fa, di fronte ad un modesto quantitativo di pere Williams belle morbide e succose (faccio notare che a me, la frutta consumata naturalmente, piace in quella fase che precede appena la piena maturazione. Basta un giorno e diventa superata), mi sono chiesta che cosa ne avrei potuto fare. Ho subito immaginato questo: un biscotto sano, leggero e corroborante. Così mi sono messa a pulire quei frutti succosi, a farli cuocere con della farina di limone e qualche fettina di radice di zenzero, ad arricchirli con un po' di agar agar e a frullarli, creando una purea liscia e vellutata.... da divorare con gli occhi (e con il naso, la bocca, perfino spalmata sulla pelle ^_^). E, seppur un certo quantitativo di cucchai sia finito direttamente nella voragine del mio stomaco, buona parte della purea è stata utilizzata per la realizzazione di questo insolito biscotto.
Il resto è storia.

Ingredienti

50 g di pistacchi di Bronte
40 g di gherigli di noci
50 g di fiocchi d'avena
100 g di purea di pera al limone e zenzero
135 g di farina di segale Jurmano
35 g di farina di saragolla (khorasan)
35 g di olio di riso
25 g di zucchero di canna Mascobado

Inserite in un boccale pistacchi, noci e fiocchi d'avena. Tritateli grossolanamente, quindi teneteli da parte.
Miscelate le farine, unite la purea di pera e iniziate ad impastare. Aggiungete lo zucchero e, poco alla volta, l'olio di riso. Continuate ad impastare, fino a quando otterrete un impasto omogeneo e compatto. A questo punto unitevi il trito di frutta secca e fiocchi d'avena. Lavorate l'impasto fino a quando sarà tutto ben amalgamato, quindi fate riposare l'impasto per circa mezz'ora.
Trascorso il tempo, riprendete l'impasto, rivestite una teglia con la carta forno e iniziate a formare dei biscotti, prelevando un po' di impasto alla volta e schiacciandolo con uno stampio a vostra scelta.
Procedete fino a terminare l'impasto, quindi accendete il forno e portatelo alla temperatura di 180°.
Infornate la teglia e cuocete per 15 minuti circa, facendo attenzione che cuociano in maniera uniforme.
Quando li sfornerete saranno ancora morbidi. Lasciateli raffreddare su una gratella e acquisiranno croccantezza e friabilità.

Una volta che saranno freddi assaporateli in tutta la loro pienezza.
Ricchi di soli grassi salutari, privi di eccessi, sanno soddisfare i palati rispettando i principi di genuinità.

A voi l'assaggio....
Ah, nel caso vi dovesse capitare, si conserveranno benissimo in una scatola di latta o in un barattolo di vetro. Potremi fare a gara a chi riesce a farli durare più tempo ^_^


Io li ho sornati più volte e, ogni volta, è una lotta resistere!


abc

Bocconcini di feta in crosta di mandorle: storie di amori, di interpretazioni e di grandi soddisfazioni

L'amore per la feta non è nuovo, ma già ampiamente esplicitato su queste pagine. Da quando l'ho scoperta in versione light, poi, spesso cade nel carrello della spesa, pronta a deliziarmi e a soddisfare improvvisi capricci. Prima di oggi, però, l'unico modo naturale di utilizzarla è stato nelle insalate: divina! Diversamente l'ho sempre mischiata ad altri ingredienti (qui, qui, qui sono solo degli esempi, e anche qui in versione dolce, ma se cercate feta nel blog vi si aprirà un mondo ^_^). Questa volta no. Questa volta l'ho visualizzata in un cubotto avvolto da una croccante panatura. E ci ho provato. Nessuna frittura (capitolo che approfondirò presto, quando vi parlerò del mio ultimo acquisto), ma una cottura al forno che nulla ha tolto alla resa del piatto. La feta è un formaggio che non fonde e questo ha fatto sì che si potesse raggiungere una buona croccantezza di panatura, senza far sformare il cubotto. Il risultato è sorprendente, proprio affine alla mia immagine idealizzata. Accompagnato con verdure sfiziose e una bella salsina sfiziosa, la soddisfazione è ai massimi e la semplicità di rigore. Non vedo l'ora di riprovarci ^_^ e voi, non morite dal desiderio di assaggiare?

Ingredienti

Per i bocconcini di feta
100 g di feta light
10 mandorle pelate
1 cucchiaino di pangrattato di riso
pepe
sale nero di Cipro
cannella
noce moscata

Per la salsa
2 cucchiaini di salsa rubra (per me fatta in casa)
1/2 cucchiaino di Umeboshi
1 cucchiaino di mosto d'uva

Per l'accompagnamento
1/2 melanzana
1 cucchiaio di farina di riso
sale rosso delle Hawaii
olio

Sistemate le mandorle su un tagliere e tritatele con una mezzaluna, fino ad ottenere un composto sufficientemente fine, ma non troppo. Unitevi pepe, sale nero, cannella. noce moscata e il pangrattato di riso, quindi mescolate bene.
Tagliate la feta a tocchetti e passatele nel mix di mandorle, impanandola bene e in modo compatto su tutti i lati. Posate su un piatto e lasciate riposare in frigorifero per almeno mezz'ora.
Tagliate la melanzana, lavata e asciugata, in dadini non troppo piccoli. Salatela e infarinatela, quindi fatela saltare in padella con un filo di olio caldo.
Nel frattempo sistemate la feta su una teglia, coperta da carta forno, e irroratela appena con dell'olio evo. Portate il forno alla temperatura di 200° e infornate. Cuocete per 30 minuti circa, girando di tanto in tanto i dadini, in modo da farli cuocere omogeneamente.
Passate alla preparazione della salsa, mescolando la rubra, l'Umeboshi e il mosto. Lasciatela riposare il tempo della cottura del formaggio.
Quando avrete ottenuto la doratura perfetta, sfornate la feta e sistematela in un piatto, insieme alle melanzane e alla salsina.
Ora godetevi i sapori, usate rigorosamente le mani e...... leccatevi le dita ^_^

Sapori decisi che ben si legano tra loro. Un crunch che non delude e un cuore morbido e travolgente.

Non si resiste e, soprattutto, non si vorrebbe finissero mai ^_^

   Pronti a lasciarvi andare a questa travolgenza?abc

Gnocchetti di grano arso con gamberetti e pomodorini “demi-confit”: i sapori che vanno oltre le apparenze

Che non sia una grande fotografa, non è una novità. Che questa volta la qualità sia sotto la media, è assolutamente tangibile. Vi faccio una confessione: diverse volte mi è capitato di cucinare piatti per il blog..... in trasferta. Non mi crea scompensi adattarmi a spazi diversi dai miei. Ma, dal momento che mi sento già sufficientemente paranoica nel portare la mia umile Canon compatta, insieme alle attrezzature indispensabili che non posso rischiare di non trovare tra le forniture messe a disposizione, non mi armo mai di piatti, accessori e caccavelle varie, utili ad immortalare in modo mediamente coinvolgente il piatto. E prego sempre che ci sia una buona luce ^_^ Quando, entrata in contatto con la cucina da cui questo piatto è uscito, spadellato, e da dove usciranno tanti altri piatti, ho avanzato la folle domanda "ma non hai la luce sulla cappa?" (io che vivo con la luce della cappa accesa!!!), e la risposta ha sentenziato un semplice e diretto "no!!!!", ho iniziato a tremare. NO???????? Abbiate l'accortezza di chiudere gli occhi e di immaginare i sapori. Senza guardare, vivete l'incanto nell'immagine proiettata sui vostri palati. Perché questo piatto merita più di quanto possa sembrare. La profondità del grano arso, accanto alla dolcezza dei pomodorini e alla delicatezza delle mazzancolle valgono più di una foto non riuscita. E meritano davvero!

Ingredienti

Per gli gnocchi
110 g di Senatore Cappelli
50 g di farina di grano arso
acqua calda q.b.
sale rosso delle Hawaii

Per il condimento
100 g di mazzancolle (pulite)
20 pomodorini
1 bicchiere di Pinot Nero Vivace
1 cucchiaio raso di zucchero di canna
sale rosso delle Hawaii
olio evo

Mescolate le farine, quindi versate poca acqua alla volta e il sale. Iniziate ad impastare. Aggiungete acua sufficiente a formare un impasto compatto, ma non troppo duro. Avvolgete il panetto in un canovaccio pulito e lasciatelo riposare per almeno un'ora.
Prendete poco impasto alla volta, stendetelo con le mani, formando un cilindro spesso circa mezzo centimetro. Tagliate tanti gnocchetti, quindi scavateli, uno ad uno, con due dita su un piano infarinato.
Lavate i pomodorini, asciugateli e tagliateli a metà.
Scaldate un filo d'olio in una padella, unitevi i pomodorini, salateli e spolverizzateli con lo zucchero di canna. Cuocete a fiamma viva per qualche minuto, quindi aggiungete il vino, fate sfumare e abbassate la fiamma. Procedete con la cottura fino a quando saranno rugosi e cremosi. A questo punto aggiungete le mazzancolle pulite e fate insaporire.
Portate a bollore abbondante acqua salata, quindi buttate i gnocchetti. Fateli cuocere fino a quando verranno a galla, quindi, con l'aiuto di una schiumarola, scolateli e versateli nella padella con il condimento.
Versate qualche cucchiaio di acqua di cottura, quindi alzate la fiamma e fate saltare tutto per un paio di minuti. Dovranno rimanere cremosi.
A questo punto non vi resta che servire e assaporare.
Il tocco affumicato che conferisce il grano arso, accostato all'agrodolce del pomodorino è un binomio perfetto, che vi farà leccare i baffi e godere di magia, fino all'ultima forchettata.

E il demi-confit del pomodorino è una soluzione veloce e, sicuramente, ad effetto, che potrà regalarvi un piatto speciale in un tempo contenuto. Non servono scuse per apprezzare certi sapori, ma posso garantirvi che nel tempo necessario a far bollire l'acqua e cuocere i gnocchetti, il condimento è pronto!!

Al lavoro ^_^abc

Sorgo alla cannella con melanzane, fichi e nocciole: per ogni nuovo incontro, nuove ispirazioni

La scusa era buona: cercare la farina di sorgo per la mia amica Laura, nell'Emporio di fiducia. E, come tutte le volte, il giro tra gli scaffali è d'obbligo. Bandite le farine, almeno fino a quando non terminerò le scorte, ho avvertito l'occhio cadere su un sacchetto. E' stato troppo breve il tempo che è trascorso dalla visione al possesso: il sacchetto era tra le mie mani senza che potessi più gestire quell'infatuazione. Sorgo, nel suo stato di cereale naturale.Un ingrediente nuovo, uno stimolo nuovo, una curiosità..... solita e collaudata ^_^ Il potere del sorgo sta nelle sue proprietà nutritive (è ricco di importanti sali minerali come ferro, calcio, potassio e vitamine come la niacina -Vitamina B3- e la vitamina E. Contiene inoltre antiossidanti naturali e fitocomposti quali acidi fenolici, fitosteroli e flavonoidi) che, accostate alla totale assenza di glutine, rendono questo alimento davvero prezioso.
"Non appena mi viene l'ispirazione lo provo", sono state le mie parole nel raccontare questo nuovo innamoramento. E l'ispirazione, senza troppo pensare, è arrivata in un giorno in cui il raccolto della mamma mi ha messo davanti quell'ultimo fico. Troppo tardi per utilizzarlo nella preparazione del piatto, ma ormai l'idea era partita e avrei dovuto trovare la soluzione. Immediata. Quel vasetto di marmellata, rigorosamente senza zucchero aggiunto perché io sono rognina al punto da condizionare l'operato di famiglia nella conservazione in vasetto, era pronto a soddisfare i miei capricci e a dare vita al mio pensiero.
Non si spiega. L'insieme di sapori ha conquistato non solo il mio palato: sono insolitamente accostati, ma creano un'armonia unica e mai sentita prima. Forse audace, per il palato di un bambino, ma io ci provo, e presento questo piatto per la raccolta di settembre de




che questo mese è ospitato da Letizia

Ingredienti

110 g di sorgo
15 g di nocciole (per me dell'orto di famiglia)
1 melanzana piccola (per me dell'orto di famiglia)
60 g + 20 g di marmellata di fichi senza zucchero (per me di produzione casalinga)
1 cucchiaino di senape delicata
5 g di aceto di mele
5 g di olio evo
pepe
cannella
1 rametto di rosmarino

Sciacquate il sorgo sotto un getto di acqua corrente, quindi cuocetelo in acqua leggermente salata per il tempo necessario (ci vorranno dai 20 ai 30 minuti circa). Nel frattempo sbucciate e tagliate la melanzana a cubetti. Miscelate la senape con l'aceto, l'olio e il pepe e versate tutto sulle melanzane. Mescolate bene e lasciate marinare per almeno 15 minuti.    Scaldate una padella e fate cuocere la stessa melanzana, in modo da ammorbidirla bene. Unitevi 60 g di marmellata di fichi (oppure 60 g di fichi freschi tagliati a cubetti) e lasciate insaporire.
Quando il sorgo sarà cotto, scolatelo e versatelo in padella.
Aggiungete i restanti 20 g di marmellata di fichi, il rosmarino tagliato sottilmente, cannella a piacere (ma vi suggerisco di non essere parsimoniosi) e, in ultimo, le nocciole tagliate a coltello. Fate cuocere a fuoco basso per circa un paio di minuti, in modo che i spori si armonizzino. Quindi spegnete la fiamma e servite.
   E' un piatto che esterna tutta la sua pienezza se assaporato caldo, ma saprà deliziarvi e incantarvi anche in una versione più tiepida.

Promuovo a pieni voti il sorgo, che, forte delle sue proprietà, potrà far comparire con maggiore frequenza i cereali sulla mia tavola. E lascio a Laura la libertà di sperimentare la sua farina, certa che quello che proporrà sarà, come sempre, incanto e magia.
Divertitevi a sperimentare sapori nuovi, non intimoritevi per accostamenti audaci. Provate ingredienti mai assaggiati. Scoprite, create, emozionatevi.

Sarà bellissimo.

abc

Biscotti al mais con semi misti e avena: il piacere di incontrare la magia nel gusto nell’insolito

C'è un sapore particolare che mi porta, con la testa, indietro di anni. E puntualmente, ogni anno, alla visione dei ricchi campi di granturco, si ripresenta. La semplicità del mais, sgranocchiato direttamente dalle pannocchie che papà portava a casa e che mamma faceva bollire per ore e ore, fino a renderle tenere, mi conquista ogni volta. Cibo povero, ma ricco di emozioni. Pieno, tanto che una volta gustato il mais alla fonte diretta, riuscire ad apprezzarlo conservato in scatoletta è davvero difficile. Per me, impossibile. Anche quest'anno ho ceduto al piacere dello "sgrana" e sgrano"cchiamento. Ma questa volta, per manenere fervido il mio piacere di sperimentare e cercare e scoprire e sorprendermi, sono andata oltre. Un biscotto. Ricco, tondo, sano, saporito, fragrante, appagante e indimenticabile. Sapori insoliti, che colpiscono e travolgono. Non posso definirlo un biscotto crudista, perché parte da un chicco bollito, ma il mio essiccatore non si risparmia mai e questa volta mi ha concesso magia vera. Non so se la mia idea di colazione mi stimoli nel creare sapori nuovi o se il desiderio di sapori nuovi stimoli la mia creatività, ma di certo posso dire che qui è racchiusa tutta la magia che ci si possa aspettare dalla semplicità.

Ingredienti

350 g di chicchi di mais bolliti
75 g di zucchero di canna grezzo Dulcita
50 g di fiocchi di avena
40 g di semi di chia
40 g di semi di girasole
30 g di semi di lino

Sgranate una pannocchia, dopo averla fatta bollire per un paio di ore e poi laciata raffreddare.
   Prelevate i chicci e metteteli in un boccale. Aggiungete lo zucchero di canna e frullate tutto fino ad ottenere un impasto omogeneo e non troppo fine.
A questo punto aggiungete i semi e frullate ancora brevemente. Impastate tutto fino ad ottenere un composto piuttosto compatto.
Lasciate riposare tutto per circa mezz'ora, quindi stendete l'impasto su un ripiano, in una sfoglia spessa mezzo centimetro circa. Tagliate i biscotti della forma desiderata, quindi sistemateli si ripiani dell'essiccatore (oppure su una teglia, che infornerete a 150° per circa un'ora).
Accendete l'essiccatore a 42° e fateli asciugare per tutta la notte, circa 9/10 ore.
Quando saranno ben asciutti, estraeteli e lasciateli riposare per una mezz'oretta. Ora sono pronti per essere consumati. Semplicemente.

Accompagnati da una buona marmellata, da una crema di cioccolato (la mia era homemade) o da semplice frutta, sono particolari nel sapore e assolutamente nuovi nella consistenza, almeno per me ^_^

Nel caso ne vogliate preparare in abbondanza, oppure non li consumiate tutti subito, conservateli in una scatola di latta o in un barattolo di vetro. Si manterranno saporiti e fragranti per diversi giorni.abc

Pomodori farciti di feta e noci con fiocchi d’avena: il silenzio della partenza e l’occasione per il ritorno

In silenzio ho chiuso i battenti, per qualche settimana. Non sapevo neanche io per quanto si sarebbe protratta l'attesa del ritorno e oggi sono nuovamente qui, forte dell'invito a cena ricevuto dalla dolcissima Erika. E' difficile, in questo periodo, trovare il tempo per programmare. Se da una parte il lavoro mi sta particolarmente provando (ferie??? E' un termine in cui credo solo perché è il fine ultimo del mio lavoro ^_^), dall'altra vivo di improvvisazioni. Vado dove mi dice il cuore, libera da vincoli, figlia dell'istinto. E mi arricchisco di tutte quelle emozioni inevitabili. Così anche questo piacevole appuntamento con un'amica scoperta sulle pagine di un blog diventa uno spunto e uno stimolo. Mi ha fatto davvero molto piacere essere la destinataria di questo invito. Non mi presento alla sua tavola con un dessert, come ci si potrebbe immaginare. Io rimango quella strana e a cena porto un pomodoro ripieno ^_^
Pomodoro dell'orto di mamma, di cui vado fierissima, arricchito con un concentrato di ingredienti che amo alla follia. Abbinato a sapori nettamente contrastanti e rispettoso dei miei soliti e sani principi di benessere. Insomma, i sapori di questa proposta sono così ricchi e insoliti da rimanere impressi sul palato e.... direttamente nel cuore.
Cosa poter scegliere, di meglio, da condividere in amicizia?

Con questa ricetta vado a cena da Giochi di Zucchero

Ingredienti

2 pomodori ramati
50 g di feta light
3 noci
1 rametto di rormarino
1 foglio di alga kombu
1 cucchiaio di fiocchi d'avena
pepe mix creolo

Lavate i pomodori, eliminate la calotta e svuotateli. Capovolgeteli e lasciateli sgocciolare bene.
Nel frattempo preparate il ripieno. Mettete in ammollo in poca acqua il foglio di alga kombu, in modo da farla ammorbidire e reidratare.
Tritate con una mezzaluna il rosmarino lavato e asciugato e le noci. Mischiateli alla feta, schiacciando tutto con una forchetta, quindi aggiungete i fiocchi di avena, l'alga kombu, che avrete sgocciolato e tamponato bene per togliere l'acqua in eccesso, tagliata a striscioline e aromatizzate tutto con il pepe, nella quantità che riterrete opportuna secondo i vostri gusti. Io non ho aggiunto sale per la sapidità della feta e dell'alga stessa, ma considerate che il pomodoro rimarrà piuttosto dolce. Non abbondare di sale è importante, per cui sfruttate i sapori degli ingredienti utilizzati, per imparare a diminuire il suo utilizzo ^_^
Riprendete i pomodori, ben asciutti, e riempiteli con la farcitura, compattando bene tutto all'interno. Chiudete tutto con la calotta e infornateli sotto il grill, a 180°, per circa una ventina di minuti.
Potrete, in caso di necessità, passarli anche in cottura nel microonde. Confesso che, questa volta, non ho acceso il forno solo per due pomodori. Il risultato è stato comunque eccellente.
Quando la pelle del pomodoro sarà raggrinzita, sfornateli e lasciateli intiepidire appena.
Serviteli accompagnandoli con composte, marmellate, miele o quanto di più contrastante, per sapori, vogliate. Io ho proposto un abbinamento con una confettura di cipolle di Tropea, noci, miele e Umeboshi.
Impossibile descriverne la pienezza. Leggeri, eclettici, saporiti, intensi. Ci si perde ad ogni assaggio, si rincorrono i bocconi, ci si perde nei contrasti.

I colori riempiono il piatto e diventano sapori.
I sapori dipingono il palato e regalano emozioni.
E di emozioni..... si vive.

Grazie Erika per il tuo invito a cena. Alla fine ce l'ho fatta e sono felice di aver condiviso con te questa splendida esperienza. Spero che questo insolito piatto sia stato gradito e gustato in pienezza.



abc

Baci di dama di coccocarota e noci con crema di pistacchio: insolite note di sapore nel benessere quotidiano

Ci sono concetti ricorrenti, nella mia cucina. Come il benEssere sia diventato un modo di dimostrare rispetto e amore nei confronti di noi stessi, con la scelta di uno stile di vita e di alimentazione salutare e controllato, così ha esteso la sua grandezza nella forma in cui si esprime. Il mio non si butta via niente, quel che resta da un estratto, la cucina degli scarti è proprio questo. Gli estratti di frutta e verdura rappresentano, ormai, quasi una scelta quotidiana. Ovviamente, se da una parte mi arricchisco del succo prezioso, dall'altra penso a come ottimizzare lo "scarto". Così un giorno, immaginando la mia bella carota, mi sono detta che avrei potuto sfruttarne la polpa. In un attimo ho immaginato i sapori che avrei accostato e, immediatamente, l'estratto si è arricchito di noci (che tocco di gusto!!!) e la polpa è stata mischiata alla dolcezza piena delle scaglie di cocco. E visto che di seriale non ho solo l'estrazione, l'essicazione ha permesso di creare dei dolcetti non solo in perfetto stile vegano, ma anche crudista. Il fatto che abbia poi deciso di presentarli con una leggerissima crema di pistacchio, avrà tolto la caratteristica raw, ma ha lasciato, al risultato, un tocco inconfondibile di originalità, novità e piacere agli occhi, sul palato e al nostro corpo riconoscente.

Ingredienti

Per i biscotti
150 g di polpa di noci e carote
40 g di malto di riso
20 g di cocco rapè

Per la crema di pistacchi
50 g di pistacchi di Bronte
35 g di cocco rapè
30 g di zucchero di canna grezzo
15 g di farro soffiato
20 ml di latte vegetale (per me di mandorla)
1/2 cucchiaino di agar agar

Versate in un contenitore la polpa delle carote e delle noci, unite il cocco rapè e il malto di riso, quindi mescolate fino ad amalgamare perfettamente tutto.
Riempite, con una parte di impasto, degli stampi in silicone per i baci di dama, pressando bene il composto e appiattendo bene la superficie. Lasciate riposare, in frigorifero, per almeno un'ora, in modo che si compattino.
Estraete i biscotti ottenuti e sistemateli sui ripiani dell'essiccatore. Lasciateli, alla temperatura di 45°, per tutta una notte.
Passate alla preparazione della crema di pistacchi. Fateli tostare in una padella, a fiamma bassa, fino a quando vedrete che inizierà a spaccarsi la pellicina. Cercate di pulirli al meglio, quindi lasciateli raffreddare. Versateli in un boccale, insieme allo zucchero di canna, e tritate fino a creare una pasta. Aggiungete il cocco e il farro soffiato, e tritate ancora tutto finemente.
Stemperate l'agar agar con poco latte alla volta, quindi mettete tutto il liquido sul fuoco, versateci la pasta di pistacchio, mescolate e portate tutto a bollore. Lasciate sobbollire, a fiamma bassa, per tre minuti circa, quindi spegnete la fiamma e lasciate raffreddare.
Quando i biscotti saranno pronti, farcitene metà con la crema di pistacchio e uniteli alla restante metà. Lasciate riposare in frigorifero per almeno un paio di ore, quindi procedete all'assaggio.

Accostamento inusuale di sapori, consistenze nuove, leggerezza indescrivibile e genuinità a tuttotondo. E' un dolce che non stanca, che stupisce e che appaga senza lasciare tracce di sensi di colpe ^_^

La cucina è anche questo: è ricerca, è divertimento, è scoperta, è stupore. E quando tutto questo è racchiuso in un dolce, fermarsi diventa impossibile!!

abc

Melanzana estiva ripiena con alga kombu e semi di girasole: l’amore di un cuore forte e due mani coraggiose

Quando mamma mi dice “ti porto un po’ di verdura?”, iniziando ad elencare i prodotti del suo orto che, per il primo anno, cura e nutre con le sue sole mani, beh, è molto bello. Quando mi chiese, qualche giorno fa, se volessi delle melanzane, mi illuminai. Confesso di essere stata fortunata per essere stata la bocca eletta ad assaggiare la prima melanzana della stagione. La sua dolcezza non ve la so spiegare. Zucchero. Polpa compatta, colore viola intenso. La natura in tutta la sua massima espressione di bellezza e bontà. Quando ho sentito pronunciare dalla sua voce la parola melanzana, il riflesso condizionato è partito e una luce mi ha letteralmente travolto. Tre, ne ho portate a casa esattamente tre. Così belle tonde, non mi hanno dato scampo. Seppur si vedano melanzane (e non solo) ripiene in tutte le forme e in tutte le salse, il richiamo è stato troppo forte, per potervi resistere. Ma, come spesso accade, avrei potuto farmi ispirare da qualcosa di diverso, se non dal mio istinto? Con un bottino ricco di così tanti frutti, mettere insieme i sapori è stato un gioco da ragazzi. Ve la propongo in due versioni, quella vegetariana e quella vegana. A voi la vostra scelta, in ogni caso il risultato è meritevole ^_^

Ingredienti

1 melanzana tonda viola
1/2 peperone giallo
1/2 peperone rosso
1/2 peperone viola
1 pomodoro ramato
1 zucchina chiara
1/2 cipolla
1 foglio di alga kombu
10 g di semi di girasole
10 g di olive taggiasche
1 cucchiaino di miele (malto o agave per la versione vegana)
1 cucchiaino di parmigiano (lievito alimentare –quello che ho utilizzato io- per la versione vegana)
sale rosso di Cipro
olio evo
pepe mix creolo

Lavate la melanzana. Asciugatela, eliminate la calotta e svuotatela, facendo attenzione a mantenere un bordo di circa un centimetro. Salate con del sale rosso l’interno della melanzana, capovolgetela e lasciate che perda il liquido di vegetazione (la mia melanzana era talmente dolce che non avrebbe necessitato di questo trattamento).
Lavate tutte le verdure, asciugatele e tagliatele a tocchetti. Tagliate anche la polpa della melanzana prelevata. Scaldate un filo di olio in una padella, quindi affettate sottilmente la cipolla e fatela imbiondire. Unite, in ordine, i peperoni, poi la zucchina, poi la polpa di melanzana e i pomodori.
   Salate e pepate a piacere. Quando le verdure si saranno ammorbidite, aggiungete il miele, le olive taggiasche tagliate a fettine, il lievito alimentare (o parmigiano grattugiato) e i semi di girasole. Mescolate e lasciate insaporire, quindi spegnete il fuoco.
Sciacquate la melanzana e tamponatela, in modo da asciugarla. Farcitela con il mix di verdure e infornatela, a 190°, per circa 15 minuti.
Una volta che sarà rugosa e dorata, sfornatela e servitela.
Accompagnatela con la parte di farcitura che non sarete riusciti a sistemare all’interno e gustatela in tutta la sua pienezza.
Morbida, sfiziosa, saporita e delicata. Il crunch dei semi sono la chicca che dà carattere alla rotondità della verdura. L’alga dà sapore e arricchisce il tutto con importanti nutrienti e il panorama di sapori esaltato dalle olive e sostenuto dal miele….. vi conquisterà.
 
Un assaggio che è un’esperienza.














Con questa ricetta partecipo al Gluten Free(Fri)day
http://www.glutenfreetravelandliving.it/100-gluten-free-friday/

abc

Sale di sedano: l’incessabile e sorprendente strada verso nuove scoperte e gradite conquiste

Lo sapete: amo sperimentare, sono affascinata dalle nuove scoperte e sono sempre propensa a portare in casa sane abitudini. Così, quando sono arrivata da lei, la meravigliosa Simona, ho capito che in quell'attimo sarebbe successo tutto questo. Leggo, semplicemente, sale di sedano.Mi piace all'istante. Poi scorro le sue parole. Scopro che il sedano ha una consistente quantità di sodio e, dal momento che il sale bianco, come tutti gli alimenti raffinati, l'ho eliminato dalla mia cucina a favore di qualità più naturali e genuine, vorreste credere che non abbia colto al volo l'occasione per prepararmi questa salutare alternativa? Non ho mai amato il sapore del sedano, da piccola. E questo status me lo sono portato avanti per anni, fino a quando ho iniziato ad amare sapori nuovi, rivalutando i gusti radicati. Adesso lo uso costantemente, perfino in aggiunta agli estratti di frutta. Nelle insalate rappresenta il tocco di classe e anche gratinato al forno ha il suo bel fascino. Le foglie le destino sempre in pesti o salse (preparatevi, che ne ho una nuova da raccontarvi!!). Ma un sale.... chi se ne libera più!!!!! L'essiccatore è uno dei migliori acquisti di sempre e lavora a pieni regimi. Non ho scuse: sedano caro, vieni a me!!
Definirlo sale è riduttivo, per due motivi. Primo, non è puramente un sale, in quanto non ha una così alta concentrazione di sodio da essere paragonato al sale vero e proprio. Secondo, non si limita solo a dare sapidità, ma insaporisce. Dà sapore, riempie, completa, veste. Insomma, amanti del benEssere non avete scuse: l'estate è calda e soleggiata e, anche se non aveste l'essiccatore, non avrete ostacoli. Provate e coccolatevi con consapevolezza e rispetto. Perché amarsi è una scelta quotidiana.

Ingredienti

1 sedano verde

Prelevate le coste del sedano, eliminate (e tenete da parte) le foglie. Lavatelo bene, asciugatelo e tagliatelo in sottilissime fettine.
Sistematelo sui ripiani dell'essiccatore (se fosse necessario rivestite i ripiani con carta forno, per me non è stato necessario). Fate essiccare a 45° fino a quando avrà completamente perso acqua. Non avendo utilizzato la carta forno, mi sono state sufficienti 10 ore circa. Se non aveste l'essiccatore, sistemate le fettine su un piano ed esponetelo al sole, riparato con una retina.
Quando sarà perfettamente secco, trasferite tutto in un macina caffè (è il modo migliore, a patto che non abbiate un Bimby o un ottimo tritatutto). Fate lavorare le lame a brevi riprese, in modo da non surriscaldare troppo il sedano. Continuate fino ad ottenere un granulato molto molto fine.
Fate raffreddare bene (comunque un po' si surriscalderà) e, solo in quel momento, trasferitelo in un barattolino di vetro. In questo modo potrete conservarlo a lungo, senza che venga perso l'aroma e sempre pronto all'uso.

Profumi e sapori a portata di mano e di..... benEssere ^_^
Non è sorprendente?

Sedano per tutti! Facciamo grandi scorte. Con un sedano di media grandezza ho ottenuto questo vasetto. Credo mi durerà per un buon numero di mesi, per cui alla genuinità, aggiungiamo anche l'economicità ^_^




abc

Polpette di cereali alla cannella e pistacchi con salsa di senape: le forme di una dispensa da riorganizzare

Per fare spazio a nuovi prodotti, che ho già adocchiato e segnato sul taccuino dei must have, occorre dare fondo a quelli già presenti, magari da un po', in dispensa. E, credetemi, la mia dispensa non ha bisogno di presentazioni. Della serie chiedete e vi sarà dato ^_^
Avena, orzo e riso integrale. Li prendi per mettere a punto un progetto e concretizzare un'idea. Poi rimangono lì, perché tre chili di prodotto, per le dosi e le frequenze a cui sono abituata, sono davvero un eccesso, per me. Arriva sempre, però, il momento in cui si corre ai ripari e lo si fa in un modo che non sia banale. Si aspetta il momento giusto, ma quando arriva, si afferra e si esalta. Un amuse bouche che arriva al centro del bersaglio. L'ecletticità dei sapori, che rimane racchiusa in una leggera panatura e che viene rinfrescata e solleticata dalla pungenza di una salsa dal carattere forte, mi fa sorridere di fronte al pensiero che, in fondo, non ci sia mai fine alle sinfonie di sapori che un piatto può donare. Continuo a immaginare, a mettere insieme, ad assaggiare e continuo a godere dell'interminabile sequenza di vibrazioni che un boccone può donare. Magia, poesia, senza che una sola parola venga espressa. Il potere emozionale della cucina è una forza contagiosa che porta oltre, sempre oltre.

Ingredienti

Per 15 polpettine
25 g di riso integrale
25 g di orzo
25 g di avena
25 g di feta light
10 g di pistacchi tostati
10 foglie di basilico
1 cucchiaino di olive di Riviera
1/2 cucchiaino di cannella in polvere
sale rosa dell'Himalaya
pangrattato di riso
olio evo

Per la salsa
1 cucchiaio di senape
10 foglie di basilico
10 g di semi di zucca
zenzero in polvere
pepe mix creolo

Fate bollire i cereali in acqua salata fino a quando saranno ben morbidi. Scolateli e lasciateli intiepidire.
Tritate grossolanamente i pistacchi tostati. Aggiungete il mix di cereali, la feta, le foglie di basilico lavate e asciugate accuratamente, cannella e olive. Frullate tutto il tempo necessario per creare un impasto non troppo liscio, ma ben omogeneo. La feta e le olive daranno sapidità sufficiente a non aggiungere ulteriore sale. Fate riposare l'impasto per una decina di minuti.
   A questo punto create delle polpettine non troppo grandi. Passatele nel pangrattato di riso e lasciatele a riposo, in frigorifero, per un'oretta (potrete anche prepararle il giorno prima, o la mattina per la sera). In questo modo la panatura si compatterà bene.
Preparate la salsa. Lavate e asciugate accuratamente le foglie di basilico. Tritatele, insieme ai semi di zucca, quindi mescolate tutto alla senape. Aggiungete pepe e zenzero a piacere e mescolate bene.
Lasciate riposare la salsa, in modo che i sapori si armonizzino bene.
Scaldate in una padella un cucchiaio di olio evo, oppure coprite una teglia con carta forno e un filo di olio. Sistemate le polpettine e fare in modo che vengano irrorate completamente.
Nel caso di cottura in padella, fatele girare continuamente, in modo che cuociano e dorino in modo omogeneo. Nel caso di cottura in forno, lasciatele circa 20 minuti a 200° (il mio forno non è fortissimo, per cui potrebbe essere sufficiente portare la temperatura a 190°), girandole un paio di volte.
Quando saranno croccanti e dorate, sistematele su un piatto da portata e servitele, insieme alla salsa alla senape.

Se da sole saranno piene, gravi e avvolgenti, la punta acidula e pungente della salsa saprà donare freschezza e carattere, trasformando ogni boccone in un assaggio di poesia. Tanto che..... vi verrà da chiudere gli occhi, ogni volta ^_^

Accompagnatele con verdura di stagione e saranno perfettamente bilanciate!!abc

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