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Biscotti rustici con il cuore di frutta secca: ottenere il meglio da ingredienti semplici e speciali

Io vi avevo avvisato: qui si biscotta senza soluzione di continuità! Le mie colazioni non possono essere lasciate a se stesse e lo spunto è ideale per mettere in pratica le mie folli idee creative. Esiste un limite all'intreccio di ingredienti? Se non esiste un limite alla combinazione di note musicali, allora non esiste neanche in cucina!
L'idea è partita dal mio ultimo acquisto all'Emporio di farine. La farina di farro monococco, un grano antichissimo ricco di proteine e carotenoidi. Poco indicato per la lievitazione, ho ben pensato di utilizzarlo per un biscotto ^_^ Quando ho immaginato questo impasto non avrei mai creduto di ottenere qualcosa di simile. L'aggiunta di farina di segale e di fiocchi d'avena lo rende rustico e delicato al tempo stesso. Friabile ai limiti della compattezza, si sbriciola al morso e regala aromi irresistibili al palato. Per accompagnare tanta leggerezza, ho voluto creare un cuore intenso e ricco. La presenza di ingredienti come fichi, bacche di Goji, noci e mandorle, con i sapori di cannella e cardamomo, permettono di avere contrasti di gusti e di consistenza, donando dolcezza senza dover ricorrere a zuccheri diversi. Insomma, confesso che mi sto centellinando le scorte oltre quelle che furono le previsioni iniziali. Non posso pensare che finiscano.... Vorrei durassero per sempre ^_^
Al di là della forma finale, sono soddisfatta della consistenza della frolla, adatta per dolci e crostate differenti. Credo che la terrò bene a mente, come alternativa vegana alla classica frolla. E credo che ben presto tornerò a sporcarmi le mani con questi preziosi ingredienti.

Ingredienti

Per la frolla
90 g di margarina (autoprodotta)
85 g di farina di farro monococco
65 g di farina di segale Jurmano
75 g di fiocchi d'avena
50 g di zucchero Dulcita

Per il cuore
100 g di fichi secchi
30 g di gherigli di noci
20 g di mandorle pelate
1 cucchiaino di cannella
3 bacche di cardamomo

   Tritate grossolanamente i fiocchi d'avena. Unite la margarina e lo zucchero, quindi amalgamate tutto. Mescolate le farine e aggiungetele, poco alla volta, fino a creare un impasto compatto.
Formate un panetto, avvolgetelo nella pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno un'ora.
Preparate la farcia. Eliminate il picciolo dai fichi, quindi spezzettarli in un boccale.
Unite le noci, le mandorle e le bacche di Goji. Prelevate i semi di cardamomo dalle tre bacche e aggiungeteli agli altri ingredienti, insieme alla cannella. Tritate tutto a più riprese, fino ad ottenere una pasta omogenea e compatta.
   Fate riposare in frigorifero per una mezz'oretta, in modo che raffreddi e acquisisca consistenza.
Riprendete l'impasto della frolla e stendetelo, su un foglio di pellicola trasparente, formando un rettangolo di circa 20 centimentri per 35/40. Lo spessore dovrà essere di circa un centimetro.
Prendete l'impasto della farcia e iniziate a lavorarlo, su un piano, formando un salame lungo quanto il lato maggiore del rettangolo. Fate attenzione che timanga tutto compatto.
Posizionatelo sul bordo della sfoglia di pasta frolla, quindi, aiutandovi con la pellicola, arrotolate la frolla intorno alla farcia.
Avvolgete bene il rotolo appena ottenuto con la pellicola, quindi lasciatelo riposare in frigorifero per mezz'ora, oppure nel congelatore per 5 minuti. E' importante è che si compatti bene.
Ora eliminate la pellicola e, con un coltello molto affilato, tagliate delle fette spesse circa mezzo centimetro.
Sistemate i biscotti così ottenuti su una teglia, rivestita da carta forno. Portate il forno alla temperatura di 190° e infornate.
Cuocete per circa 20/25 minuti, controllando che dorino in maniera uniforme.
Quando saranno cotti sfornateli e lasciateli raffreddare.
A questo punto la frolla avrà acquisito friabilità e saranno pronti per essere assaporati.
  
Divertitevi a scoprire l'accostamento di consistenze e sapori antagonisti. Io amo particolarmente separare le due parti e gustarmi prima il cuore, poi la frolla, in modo che la dolcezza della farcia sia attenuata dalla leggerezza dell'impasto.

In ogni caso, comunque, il piacere è garantito!!abc

Spezzatino di tofu marinato con salsa di sedano e noci: per chi la chiama diffidenza, per chi si lascia conquistare

Palati diffidenti, siete pronti? Se siete riusciti ad abbattere la barriera della diffidenza da tofu e a cliccare sul titolo del post, allora sarete pronti a sfidare i vostri pregiudizi e a gustare un piatto saporito, sfizioso e delicato. Oltre che leggero ^_^ E se proprio il tofu non vi conquisterà..... preparatevi questo deliziosissimo piatto con i bocconcini di qualsiasi altra cosa desideriate.
Io continuo a divertirmi nell'interpretare questo panetto bianco e insapore e a dargli forma, colore, gusto e carattere. Questa volta non ci ho studiato sopra più di dieci minuti. Il tempo di capire che il piatto avrebbe appagato il mio desiderio e soddisfatto le mie aspettative e mi sono trovata a lavare, sminuzzare, tritare, tagliare, miscelare, saltare e insaporire. E poi, finalmente, a gustare. I sapori sono pazzeschi, in un'alternanza di dolce e salato, di pungente e avvolgente, di morbido e croccante. Questa salsina agrodolce accompagna superbamente il piatto e lo lega alla perfezione a qualsiasi contorno di verdure vogliate accostargli.
Non riesco a trovare un solo motivo per cui dare ragione a chi sostenga che il tofu sia un alimento immangiabile. Sfoderate gli attrezzi e lavorate i più semplici ingredienti: non potrete che rimanere soddisfatti.

Ingredienti

90 g di tofu al naturale
3 cucchiaini di salsa di soia
1 cucchiaino di mosto cotto
1/2 arancia (succo)
1/2 cucchiaino di farina di mandarino (sempre lei)
1 spicchio d'aglio
1 cucchiaio di olio evo + q.b.
1 costa di sedano
3 noci
1 cucchiaino di capperi sotto sale
2 cucchiaini di uvetta

Iniziate preparando la marinatura: mescolate la salsa di soia con il mosto cotto, il succo d'arancia, la farina di mandarino e lo spicchio d'aglio schiacciato (lasciandolo con la buccia il sapore rimarrà più delicato). Tagliate il tofu a dadini di circa 1 centimetro di lato e immergetelo nella marinatura. Mescolate delicatamente, in modo che tutto il tofu venga coperto, quindi coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate riposare, in frigorifero, per 5 ore.
   Pulite la costa del sedano, togliendo i filamenti. Quindi tagliatela a pezzi piccoli, che inserirete in un bicchierone da minipimer. Unite i gherigli di noce, i capperi sciacquati e l'uvetta.
Frullate tutto, unendo un cucchiaio di olio evo, fino ad ottenere una crema omogenea. Tenetela da parte. In questo modo i sapori legheranno tra loro.
Trascorso il tempo della marinatura fate scaldare una padella con un fil di olio. Quando sarà ben caldo trasferite il tofu, scolato dal liquido, e fatelo saltare a fiamma viva. Unite, poco alla volta, la marinatura, facendola sfumare.
Una volta che i dadini saranno rosolati su tutti i lati, unite la salsa al sedano e fate insaporire tutto per pochi attimi.

A questo punto trasferite tutto in un piatto, accompagnate il tofu con verdure a piacere e gustate in pienezza il vostro spezzatino.

Io ho creato un contorno con insalata scarola, piselli e porro, saltati in padella con un filo di olio e pochissimo sale. Semplice, perché l'aroma del piatto non richiede grandi strutture di sapori.


abc

Crackers ‘maltagliati’ di cous cous integrale: storie di comune dipendenza e di insolite strategie

Ricordate i crackers ai quattro semi (che poi, nel tempo, sono diventati cinque, grazie al contributo dei semi di lino) che pubblicai pochi mesi fa? DROGA. Per me sono droga e ne sono assolutamente dipendente. Li preparo con una costanza meticolosa, quasi patologica. E quando inizio a mangiarli è impossibile smettere, prima che abbia strisciato le punte dei piedi per almeno 15/20 minuti sull'asfalto nel tentativo di fermarmi!!!! Ovviamente mi fanno impazzire nel sapore e di certo sono sani e genuini da concedermi il bis, ma..... le calorie, dove le mettiamo? Seppur siano buoni, sempre di grassi si tratta!!! Ecco, così, che DEVE entrare in atto un piano d'emergenza. Se proporio voglio concedermi quella coccola extra e voglio godermela in un crunch, proviamo a renderla per un momento leggermente differente?
Apro la dispensa, certa che le scorte, in ogni caso, mi daranno sani spunti di riflessione. Quel pacchetto di cous cous integrale, troppo pieno per essere considerato attivo, mi guarda con aria provocatoria. Solito, banalissimo, piatto caldo, speziato, condito, visto e rivisto? Ecco perché non sono mai riuscita a portare il peso del sacchetto sotto la soglia della soddisfazione (che considero, generalmente, da 1/2 sacchetto in giù, dopo almeno 2 o 3 utilizzi ^_^): perché la vera ispirazione non mi era mai, realmente, arrivata. Fino ad ora. Bruttini da vedere, non lo nascondo, sono inversamente proporzionali nel sapore, nella consistenza, nella fragranza, nella gratificazione che lasciano sul palato. Inventerete qualsiasi scusa, pur di mangiarli. E non provate a nasconderli.... è una fatica inutile!! La strada per appagarvi la troveranno loro stessi!

Ingredienti

200 g di cous cous integrale
300 g di acqua
10 g di farina di mandarino
15 g di olio evo
100 g di burro di arachidi salato
sale rosa dell'Himalaya
noce moscata

Mescolate la farina di mandarino al cous cous. Versate l'olio e sgranate bene i chicchi, in modo che tutti ne vengano ricoperti.
Portate a bollore l'acqua, quindi versatela sul cous cous, in una padella. Fate cuocere a fiamma viva per un minuto, quindi spegnete e coprite la padella con un coperchio. Lasciate intiepidire. Il cous cous assorbirà tutto il liquido e gonfierà. Nel frattempo, sempre che non lo abbiate già pronto, preparate il burro di arachidi frullando a lungo 100 g di arachidi non salate, 2 g di sale grosso e un cucchiaio di olio evo.
   Quando avrete ottenuto una crema liscia e compatta unitelo al cous cous e frullate tutto, aggiungendo sale rosa e noce moscata a piacere.
Lavorate tutto fino ad ottenere un impasto piuttosto compatto.
Formate un panetto, avvolgetelo nella pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per un'oretta.
Iniziate a prepararvi il piano di lavoro, tagliando due fogli di carta forno grandi quanto la superficie della teglia che utilizzerete per la cottura. Per il prossimo passaggio munitevi di un po' di pazienza.
Per agevolare il lavoro potrete ungere leggermente i fogli, ma io ho optato per una maggior fatica, a favore dell'impiego della minor quantità possibile di grassi.
Prendete una parte del panetto (con queste quantità vi dovranno venire due teglie della grandezza di una leccarda) e iniziate ad appiattirlo su un foglio di carta forno. Posatevi l'altro sopra e stendetelo, con l'aiuto di un mattarello, in una sfoglia sottile. Noterete che si spezzerà facilmente. Cercate di compattarlo quanto più possibile, ma non vi preoccupate troppo del risultato.
Portate il forno alla temperatura di 200°, quindi infornate. Lasciate cuocere per circa 20 minuti, talvolta aprendo lo sportello del forno per fare uscire il vapore in eccesso.
Trascorso il tempo estraete la teglia e spezzettate la sfoglia in piccole cialde. Giratele tutte dal lato opposto e infornate ancora per 5/10 minuti, sino a quando saranno croccanti e dorate.
A questo punto sfornate e lasciate raffreddare i crackers .
Quindi.... assaggiate. L'aroma del mandarino vi conquisterà all'istante, tanto da non richiedere necessariamente l'aggiunta di un condimento, per apprezzarli al meglio. Ma la fantasia nel contestualizzarli secondo il vostro gusto, sarà piazecole e stuzzicante.

Che sia con una crema di ricotta, con un'insalatina leggera, con dell'affettato o con della verdura leggermente saltata, sono certa che sarà un successo.

abc

Croissant di segale sfogliati: la condivisione di un obiettivo e un nuovo punto di partenza

Nel mio piccolo laboratorio sperimentale, i croissant sono la preparazione che vanta la più alta percentuale di versioni per numero di repliche. Cerco sempre la sfogliatura perfetta, ma non cedo alla ricetta francese, carica di burro. L'occhio vuole la sua parte, ma alla genuinità non riesco proprio a venire a meno. E, valutata la sfogliatura, anche l'impasto richiede la sua attenzione. La scelta delle farine, la qualità dello zucchero, la selezione delle materie, la quantità di lievito, sono tutti aspetti che, ogni volta, pesano sulla bilancia insieme agli ingredienti stessi. E, ogni volta in cui mi si presenta l'occasione, ne approfitto per mettere a punto una nuova idea. Questa volta, grazie ad una giornata trascorsa in Franciacorta con i miei colleghi, ho avuto la folle idea di addolcire il loro inizio di giornata presentandomi con un sacchetto di croissant. Follia tale da farmi propendere ad una sperimentazione, piuttosto che ricorrere ad una ricetta collaudata. Ma in fondo, tornando al concetto espresso in apertura, replicare per certe cose mi viene davvero difficile. Così ci ho messo la faccia e.... ci ho provato! Questo è il risultato.
Utilizzando la mia margarina, decisamente cremosa e assolutamente differente dal classico burro, ho deciso di dare corposità unendo una parte di farina. Quello che ne è venuto fuori è un taglio compatto, sfogliato e più leggero di un classico croissant sfogliato. Questa, ve lo dico, è una ricetta che posso replicare senza ripensamenti!! E che vi consiglio di gran cuore.

Ingredienti

Per l'impasto
300 g di farina Petra 1
100 g di farina di segale Jurmano
20 g di farina di soia tostata
35 g di lievito madre in polvere naturale
55 g di zucchero di canna Dulcita
20 g di malto d'orzo
50 ml di olio di semi di soia
1 uovo
180 ml di latte di soia
1 pizzico di sale

Per la sfogliatura
125 g di margarina (autoprodotta)
25 g di farina di soia
20 g di farina Petra 1

Setacciate le farine e mescolatele tra loro. Unite il lievito in polvere, quindi versatene metà nel latte di soia tiepido (non più di 29°). Mescolate tutto e iniziate ad impastare unendo lo zucchero e il malto d'orzo. Unite, poco alla volta, la restante farina, quindi il sale, l'uovo e, per ultimo, l'olio, a filo. Impastate fino ad ottenere una massa compatta, liscia e incordata.
Sistemate l'impasto in una terrina, copritelo con un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo lievitare fino al raddoppio, in un luogo tiepido e al riparo dalla luce. A me ci sono volute 6 ore.
Mescolate la margarina con le due farine, aiutandovi con una frusta.
Dovrete ottenere una crema piuttosto densa e liscia. Lasciatela riposare in frigorifero per tutto il tempo di lievitazione dell'impasto.
   Una volta raddoppiato di volume, riprendete l'impasto e stendetelo su un piano infarinato, formando un rettangolo. Coprite 2/3 della superficie con la crema di margarina ed effettuale la prima piega a tre, iniziando con piegare il lembo senza copertura verso il centro.
Impacchettate il panetto nella pellicola e lasciate riposare in frigorifero per un'ora.
Riprendetelo e stendetelo, con il mattarello, su una superficie infarinata. Procedete con un'altra piega a tre. Lasciatelo riposare un'altra ora in frigorifero, quindi stendetelo nuovamente e piegatelo in quattro, prima a metà da una parte, poi dall'altra. Lasciatelo ancora riposare un'ora in frigorifero.
A questo punto stendete l'impasto in una sfoglia spessa circa mezzo centimetro. Tagliate, con una rotella, quanti più triangoli riusciate. Iniziate ad arrotolarli su loro stessi partendo dalla parte più larga e poneteli su una teglia coperta da carta forno, lasciandoli a distanza l'uno dall'altro.
Riponete la teglia in frigorifero e lasciate riposare i croissant tutta la notte (o comunque almeno 4 ore).
Accendete il forno e portatelo a 200°. Spennellate la superficie dei croissant con un po' di latte mescolato ad un cucchiaino di margarina. Una volta in temperatura, infornate la teglia e lasciate cuocere per circa 30 minuti.
Quando la superficie sarà ben dorata sfornate e lasciate intiepidire.
Il profumo vi conquisterà e, dopo il profumo, la fragranza vi travolgerà senza lasciarvi via di scampo. Non ci sarà modo più appagante per iniziare la vostra giornata.

Con queste dosi sono riuscita ad ottenere circa 18 croissant. Molto dipenderà dalla dimensione, ovviamente, ma avrete certo una buona scorta a disposizione!!

Il risultato mi ha soddisfatto e, a quanto pare, non solo me. Questo significa che il mio cammino verso nuove sperimentazioni può procedere e che, presto, vedrete altre meraviglie!!

Nel frattempo.... innamoratevi!









Con questa ricetta partecipo all raccolta di Panissimo, 
ospitata per questo mese da Terry e ideata dalle grandi Barbara e Sandra
http://www.ipasticciditerry.com/wp-content/uploads/2015/02/finale-di-stagione-.jpg
abc

Ciuffi di calamaro al latte in panatura leggera su medaglioni di porro: leggerezza e bontà express

Adoro i ciuffi di calamaro. Mi piacciono in qualsiasi modo, dalla più semplice grigliatura all'insalata. Ma vestiti da una croccante panatura li trovo assolutamente irresistibili. Mi piace come, sotto alla crosticina sfiziosa, ci sia una carne tenera e corposa. E mi è piaciuto ancor più riuscire a creare un piatto così senza ricorrere alla frittura. L'ammollo nel latte per ore e ore permette di ottenere una consistenza morbida e un sapore delicato.E' stata la folgorazione di un attimo. Quando più o quando meno, una volta alla settimana il pesce compare sulla mia tavola, ma ogni volta, come per ogni pietanza, il piatto realizzato deve nascere da uno stimolo e deve appagare le mie aspettative. E' un piccolo vizio: prima stuzzico e nutro la mia anima, poi il mio corpo. Allora preparo l'aromatizzazione del latte, pulisco bene i miei ciuffetti e ce li tuffo dentro. E aspetto. Aspetto. Aspetto. Quando impano, inforno, sforno e assaggio i miei occhi si illuminano e il mio palato fa festa. Accostati al porro, poi, hanno esternato tutta la loro magnificenza. Due sapori delicati che, uniti, fanno di questo un piatto indimenticabile!

Ingredienti

200 g di ciuffi di calamaro
200 ml di latte di soia (o altro latte vegetale)
noce moscata
sale rosa dell'Himalaya
paprika dolce
1 spicchio d'aglio
2 cucchiai di pangrattato di riso
1/2 porro
2 cucchiai di olio evo
pepe
farina di mandarino

Pulite i ciuffi di calamaro, eliminando tutte le parti non commestibili ^_^
Versate in un recipiente il latte di soia, quindi unite paprika, sale rosa, lo spicchio d'aglio schiacciato (non sbucciatelo. In questo modo l'aroma sarà più delicato) e noce moscata secondo il vostro gusto. Tuffateci dentro i ciuffi di calamaro, mescolate bene e lasciate riposare tutto per almeno 4 ore. Coprite e ponete in frigorifero.
   Preparate il porro, lavandolo bene. Tagliatelo a fette spesse circa mezzo centimentro. In una ciotolina versate l'olio e unitevi il pepe, la farina di mandarino e il sale. Emulsionate bene.
Sistemate le fettine di porro su una teglia rivestita da carta forno, quindi spennellateli con l'emulsione di olio, coprendoli bene. Accendete il forno e portatelo a 190°.
Una volta in temperatura, infornate su un ripiano alto e fate cuocere fino a quando saranno ben dorati in superficie.
Nel frattempo prelevate i ciuffi di calamaro dal latte e tamponateli velocemente, in modo da togliere il liquido in eccesso.
Passateli nel pangrattato, quindi sistemateli su una placca da forno leggermente unta. Irrorateli con altro olio (pochissimo!!!!!!) e sporverizzateli con un po' di sale rosa, quindi infornate, a 200°. Basteranno 30 minuti ed otterrete una sfiziosa e croccante panatura.
Servite i calamari su un piatto caldo, accanto ai porri e gustate la meravigliosa fragranza.

E' un piatto che richiede poco tempo di preparazione. La marinatura può durare tutta la notte o tutto il giorno, permettendovi di dare spazio alle vostre attività, per cui non ci sono scuse: il tempo di cottura e..... SI MANGIA!!!!!!!!!!!!!!


abc

Biscotti fondenti al mandarino con bacche e nocciole: piccoli dettagli di decisa, golosa e intensa quotidianità

Sono in piena fase biscotti. Sarà che ormai è un'abitudine, quella di concludere la mia ricca colazione con un dolcetto. Sarà che definire la dolcezza in una dimensione pari a quella di un boccone mi permette di controllare le mie tentazioni. Sarà che ho così tante idee per la testa che sforno a tutto andare. Non lo so, ma questi sono solo un esempio di quanto riservo al mio palato. E sono un esempio di quanta energia buona si possa donare al proprio corpo. Già, perché se, da una parte, ci sono fiumi di cioccolato fondente (che poi tanto male non fa....), dall'altra c'è la ricchezza delle bacche di Goji e delle nocciole, entrambi fonti preziosissime di principi nutrizionali essenziali al nostro benessere. E poi ci sono farine non raffinate, c'è una margarina prodotta in casa, c'è del malto al posto dello zucchero e c'è tanta di quella bontà da travolgere qualsiasi peccaminoso palato. Sono intensi: l'abbinamento del cioccolato fondente al sapore agrumato del mandarino conferisce una profondità di sapore da risultare forti. Sono perfetti per l'inzuppo, ma anche abbinati ad una delicata crema. Insomma, chiedo l'attenzione ai palati audaci e pronti ad un'esperienza che sicuramente lascerà il segno. Perché questi biscotti lasciano un segno indelebile.

Ingredienti
Per i biscotti
80 g di nocciole (per me dell'orto di casa)
20 g di bacche di Goji
200 g di cioccolato fondente (almeno al 72%)
50 g di margarina (per me autoprodotta)
15 g di farina di mandarino
100 g di latte di soia
40 g di farina d'orzo integrale
20 g di farina di soia tostata
4 g di cremor tartaro
12 g di malto di riso
1 pizzico di bicarbonato

Per la copertura
15 g di zucchero di canna Dulcita
5 g di farina di mandarino

Inserite in un boccale le bacche e le nocciole. Tritate tutto, fino ad ottenere una farina piuttsto grossolana. Mettete tutto da parte.
Spezzettate il cioccolato e tritatelo il più possibile finemente. Aggiungete il latte di soia, la margarina, la farina di mandarino e sciogliete tutto, a bagno maria (o, per chi, come me, utilizza il Bimby, all'interno del boccale stesso). Quando avrete ottenuto una crema liscia, unite il trito di nocciole e mescolate. Unite, poco alla volta, le farine setacciate e mescolate, insieme al cremor tartaro.
Per ultimo unite il bicarbonato e il malto di riso. Impastate tutto molto bene, fino ad ottenere un composto omogeneo e compatto.
Avvolgete tutto in un foglio di pellicola trasparente e lasciate riposare in frigorifero per almeno un'ora.
Nel frattempo tritate finemente lo zucchero per la copertura, insieme alla farina di mandarino.
Dovranno essere polvere finissima (se aveste un macina caffè sarebbe l'ideale).Trascorso il tempo, riprendete l'impasto. Coprite una teglia con un foglio di carta forno. Prelevate poco impasto alla volta e lavoratelo tra le mani, formando delle sfere.
Ponetele sulla polvere di zucchero e mandarino e schiacciatele, in modo da appiattirle in mezze sfere. Lasciate che la parte piatta rimanga libera dallo zucchero.
   Posate le mezze sfere sulla teglia e continuate, fino a terminare l'impasto. Se fosse necessario ad agevolare le operazioni, inumiditevi le mani.
Portate il forno alla temperatura di 180°. Quando sarà pronto, infornate i biscotti e cuoceteli per 30 minuti. A questo punto sfornateli e lasciateli raffreddare. In questo modo acquisiranno croccantezza.

Ed ora a voi il piacere dell'assaggio.

La travolgenza dell'intensità di sapori è unica. Cioccolato puro, con la nota pungente delle bacche e la flessione dolciastra del mandarino. Immaginate tutto insieme?
Non vi resta che cedere....

Potrete conservare queste piccole chicche in un barattolo di vetro o in una latta, ben chiusi. Si conserveranno er diversi giorni, regalandovi piacere ogni volta in cui lo vogliate.

abc

Filone di grano arso e saragolla: il piacere della conoscenza e la grandezza della condivisione

Quando ho parlato al telefono con il mio Emporio di farine per elencare la lista della spesa, ero certa che mi sarei affacciata su un crepaccio nel quale sarei potuta precipitare irrimediabilmente. Ho chiesto a Lia quali novità avesse, da farmi provare, certa che questa scelta sarebbe stata difficile da gestire: qualsiasi nome avesse pronunciato, avrebbe potuto generare in me un ardente desiderio di averlo!! E, in bilico su un precipizio, si finisce sempre per sbilanciarsi verso il vuoto!!
Quando ha pronunciato la parola "grano arso" mi sono sciolta. Non ho saputo resistere. LO PROVO!! E' il mio momento. Ci sono cose che ti passano davanti agli occhi decine di volte, prima di farti carpire che sono fatte per te. Questa è stata la mia occasione.
Due dritte sul suo utilizzo e via, il sacchetto passa nel carrello virtuale. Così, quando la mia amica Sara mi ha detto "ma se ti fermassi per cena e cucinassimo insieme?", non ho avuto dubbi: al pane avrei pensato io. Ho preparato con amore poolish e impasto, poi ho trasferito tutto da lei. Ho dato forma al pane e via, in forno. Il timore di fare brutta figura c'è sempre, e c'è stato anche questa volta. Ma il risultato..... ecco..... ve lo spiego con le parole di Sara? Magari un'altra volta ^_^ Non solo è rimasta soddisfatta del risultato, ma ha anche vissuto la mia soddisfazione ^_^

Ingredienti

Per il poolish
200 g di farina Petra 1
15 g di lievito madre secco naturale
200 g di acqua

Per l'impasto
il poolish
75 g di farina Petra 1
125 g di semola di Saragolla
100 g di farina di grano arso
20 g di lievito madre in polvere naturale
200 g di acqua
14 g di sale
25 g di malto d'orzo

Preparate il poolish mescolando la farina al lievito in polvere e versandoci l'acqua. Mescolate velocemente affinché tutta la farina venga bagnata, ma non lavorate eccessivamente: non dovrà risultare un impasto liscio. Coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate riposare in un luogo buio per 15 ore. Sarà pronto quando sulla superficie compariranno delle bollicine e quando il centro inizierà ad affondare.
Trascorso il tempo necessario, trasferite il poolish nell'impastatrice (io uso il Bimby) e unite l'acqua. Iniziate ad impastare, quindi versate le farine mescolate al lievito madre in polvere. Per ultimo aggiungete il malto e il sale. Impastate a lungo, fino a quando l'impasto sarà incordato ed elastico.
   Trasferitelo in una ciotola, coprite tutto con la pellicola e lasciatelo lievitare in un luogo buio e tiepido per 6 ore. A questo punto passate alle pieghe. Prendete una parte di impasto dal lato, allungatelo e portatelo verso il centro. Procedete con una nuova parte, in senso circolare, fino ad effettuare l'operazione su tutto l'impasto. Trasferite il tutto su una spianatoia infarinata ed arrotolate la pasta su se stessa, lasciando la parte delle pieghe all'interno, formando un filoncino.
Sistemate la forma su una placca coperta da carta forno, lasciando l'apertura verso il basso.
Copritelo con la pellicola e lasciatelo lievitare, al riparo da correnti d'aria, per altre 3 ore.
Trascorso il tempo eliminate la pellicola e praticate dei tagli obliqui. Portate il forno alla temperatura di 200° e, quando sarà pronto, infornate la teglia.
Cuocete per circa 30 minuti, ma abbiate occhio nel valutare se possa volerci un po' più di tempo. E' un impasto molto idratato e all'interno tende a rimanere molto umido.
Sfornatelo e lasciatelo raffreddare (va beh, per necessità io l'ho fatto solo intiepidire ^_^), quindi procedete al taglio.

Innamoratevi dei suoi buchetti e deliziatevi del suo meraviglioso sapore intenso. Il grano arso ha un profumo pazzesco che si sprigiona a tutto tondo, prima all'olfatto, poi sul palato.

La crosta croccante nasconde un cuore soffice e fragrante. Lo assaporerete in tutta la sua intensa freschezza, ma..... il giorno dopo, tostato con un po' di marmellata, è la fine del mondo (Sara docet).

Non vedo l'ora di riprovarci!! ^_^

Con questa ricetta partecipo alla raccolta del mese
di Febbraio di Panissimo
 
abc

Zuppa di ceci e broccoli: l’estemporaneità che centra il bersaglio e diventa successo

L'estemporaneità di questo piatto è assoluta. Generalmente i miei pranzi sono caratterizzati da insalate vivaci e colorate. Sono leggere e appagano il palato. Sono fresche, certo, in un periodo in cui un caldo abbraccio sarebbe più adatto, ma mi piacciono così tanto da rifugiarmici senza ripensamenti. Questa volta, però, le cose sono andate diversamente. Questa volta il pensiero di un'insalata non appagava la mia forte necessità di scaldarmi e coccolarmi. Questa volta un bel piatto di zuppa fumante mi si è parato davanti agli occhi, senza lasciare altro spazio al mio campo visivo. E' nata, così, l'idea di un piatto in cui i ceci fossero protagonisti, e che lo fossero in una doppia veste. Mi è piaciuta l'idea che non ci fosse altro da aggiungere per renderla perfetta. Vellutata e avvolgente, consistente, saporita. Il tocco del broccolo si è rivelato strategico già nel pensiero e l'assaggio ha confermato l'idea: alleggerisce l'insieme di consistenze e dona la giusta freschezza sul palato. Insomma, l'idea di un piatto veloce e improvvisato si è rivelata assolutamente vincente.

Ingredienti

100 g di ceci
1/2 broccolo (solo le cimette) cotto a vapore
1 cucchiaio di colatura di alici
olio piccante
sale

Se utilizzaste ceci secchi, fateli bollire in acqua salata, fino a renderli morbidi (previo ammollo di 12 ore circa). Tenetene da parte 30 g, mentre i restanti frullateli, con un parte di acqua di cottura e la colatura di alici, fino a rendere tutto una crema liscia e vellutata.
Fate scaldare in una padella un filo di olio piccante. Unitevi i ceci e le cimette del broccolo, tagliate in piccoli pezzi. Saltate tutto con un po' di sale (e insaporite a piacere con altre spezie, se voleste) a fiamma vivace.
Quando saranno croccanti e dorati, spegnete. Versate la vellutata in una scodellina. Non dovrà essere né troppo liquida, né troppo densa. Regolatevi, secondo il vostro gusto, aggiungendo più o meno acqua. Aggiungete il saltato di ceci e broccoli e..... assaporate ^_^

   La vellutata accarezzerà il palato, i ceci croccanti lo divertiranno e le cimette di broccolo renderanno tutto leggero e stimolante.


La conferma che le idee improvvise, talvolta, sanno centrare un bersaglio più di qualsiasi elaborata elucubrazione!


abc

Tortino di carciofi e sedano rapa in sfoglia croccante e dal cuore morbido: il fascino di un sapore nuovo

Torno alla mia fillo. Sospirate, ho terminato la confezione e credo che per un po' non me ne concederò altra ^_^
Ogni volta che cedo alla cremosità di una buona certosa, immagino contestualizzazioni differenti, ma il classico tortino salato torna sempre ad imporsi. Per cui, se una metà la concedo ad una nuova sperimentazione, l'altra parte finisce qui. Questa volta l'ho immaginata come una tela bianca, fissata in una cornice di pasta fillo, da colorare a piacimento e su cui incastonare insolite pepite di carciofo e sedano rapa. Già, perché se ai carciofi si trova sempre un posto più o meno dignitoso, davati a quella palla bitorzoluta che è il sedano rapa, in molti indietreggiano. Molti non sanno neanche come sia fatto un sedano rapa. E qualcuno ne ignora anche l'esistenza. Ma io, che lo amo per la sua dolcezza e consistenza che ben si prestano a innumerevoli preparazioni, vi do un nuovo suggerimento. La novità, per chi lo è, dev'essere stimolo. E come stimolo ve lo propongo. Immaginate un gratinato leggero e accostatelo ad una torta salata. Ecco come si presenta questo cestino croccante, dal cuore morbido. Pronti ad affilare i coltelli?

Ingredienti

2 fogli di pasta fillo
1 carciofo
4 fettine di sedano rapa
100 g di certosa light
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
paprika dolce
pepe
zenzero in polvere
sale
olio evo

Pulite i carciofi, eliminando le foglie esterne, le punte, le spine e le barbette interne. Tagliateli a fettine sottili e lasciateli in ammollo in acqua e limone, per evitare che anneriscano.
Aiutandovi con un coltello, eliminate la parte esterna del sedano rapa. Tagliate 4 fettine sottili (circa 1/2 centimetro) e quindi dividete ciascuna fetta in 4 spicchi. Fate sbollentare sedano rapa e carciofi in acqua salata, per un paio di minuti al massimo, quindi trasferite tutto su un piatto e lasciate intiepidere.
Stendete i due fogli di pasta fillo e tagliateli in quattro. Spennellate ciascun quadrato con un po' di olio evo, sovrapponeteli tra loro e, una volta teminato, trasferite tutto in uo stampo a piacere, facendo aderire bene la pasta alla superficie. Con queste dosi vi verranno tortini mono porzione (se considerato come piatto unico).
Impastate la certosa con paprika, zenzero e pepe a piacere. Io non ho aggiunto ulteriore sale, ma voi assaggiate ed eventualmente correggete. Schiacciate bene con una forchetta, in modo da creare un composto omogeneo.
Sistemate questa crema sulla base della pasta fillo e iniziate ad incastonare le fettine di carciofo e sedano rapa, alternati tra loro. Fate in modo che siano molto vicini.
Quando avrete terminato e avrete riempito tutto il tortino, coprite la superficie con il parmigiano grattugiato. Accendete il forno a 200°.
Una volta raggiunta la temperatura, infornate il vostro tortino e lasciatelo cuocere per circa 20 minuti. Lasciatelo gratinare, facendo però attenzione che la fillo non scurisca troppo.
Arrivato ad una doratura perfetta, sfornatelo e lasciatelo intiepidire. Quindi sformatelo e servitelo.

Fragrante, scrocchiarello, filante, avvolgente e meravigliosamente consistente. I sapori sono armoniosi, non pungenti, e questo dettaglio renderà particolarmente piacevole e confortante ogni boccone.

Tutti gli strati di fillo sono meravigliosamente affascinanti, da sfogliare e da gustare. Vi divertirete e ne godrete la bontà!


abc

Ventagli di Saragolla al mandarino: dal cuore all’anima in un viaggio di ricerca e cura del dettaglio

Osservo sempre le scorte dei miei lievitati diminuire, settimana dopo settimana, domenica dopo domenica. Lo faccio immaginando cosa mi inventerò la volta successiva. E' così, se tutta la settimana la mia colazione è proteica e controllata, la domenica mattina la brioche la fa da padrona!!! Ma fatta in casa, ovvio! Ogni preparazione è un esperimento e mai, dico MAI, replico una ricetta. Così questa volta mi sono detta che, oltre alle farine speciali che sono sempre più ricche e numerose nella mia dispensa, avrei provato un accostamento diverso. Una sorta di sfogliatura fatta con una crema a base di zucchero di canna e farina di mandarino, la mia meravigliosa farina di mandarino. Vi garantisco che il risultato non è nulla di stucchevole (lo zucchero l'ho quasi esclusivamente limitato della farcia) e, anche se l'impasto è risultato troppo idratato per questo tipo di preparazione (me lo ricorderò per il prossimo esperimento), questi ventagli hanno conquistato le mie papille e.... quelle della mamma, certo golosa, ma anche obiettiva ^_^

Ingredienti

Per l'impasto
210 g di farina Petra 1
35 g di farina di soia tostata
130 g di farina di Saragolla
40 g di lievito madre secco naturale
350 g di latte di soia
15 g di malto di orzo
20 g di margarina (per me autoprodotta) per le pieghe

Per la farcia
10 g di farina di mandarino
15 g di zucchero di canna Dulcita
1 bacca di cardamomo
cannella a piacere
2 cucchiai di malto di riso
3 cucchiai di margarina (per me autoprodotta)
2 cucchiaini di succo di limone

Iniziate preparando la farcia: più riposerà e più sarà buona. Potreste iniziare anche un paio di giorni prima!!
Unite zucchero e farina di mandarino, mescolate tutto, quindi unite i semi del cardamomo ridotti in polvere, la cannella, il malto di riso e il succo di limone. Mescolate tutto fino ad ottenere una pasta compatta ed omogenea. Mettete a riposare in frigorifero.
   Passate all'impasto. Mescolate le farine e il lievito in polvere. Sciogliete il malto d'orzo nel latte di soia tiepido, a non più di 30°. Unite la farina, poca alla volta, e iniziate ad impastare. Lavorate il tutto fino a quando l'impasto risulterà elastico ed incordato. Io ho utilizzato il Bimby, ma potrete affidarvi alla vostra impastatrice, o alle vostre preziosissime mani (e alla vostra pazienza ^_^).
Sistemate l'impasto in una terrina, copritela con un foglio di pellicola trasparente e lasciatela lievitare per almeno 6 ore, ovvero fino al raddoppio.
Trascorso il tempo di lievitazione rovesciate la pasta su un piano infarinato, stendetelo in un rettangolo e copritelo di margarina per i 2/3. Iniziate a praticare la prima piega a 3, alzando la parte dell'impasto scoperta. Coprite con la pellicola e lasciate riposare un'ora l'impasto.
Riprendetelo e stendetelo con un mattarello. Piegate in quattro, prima a metà da una parte poia a metà dall'altra, e avvolgetelo nuovamente nella pellicola. Dopo un'ora di riposo procedete nuovamente con una piega a 3 e fate ancora riposare per un'ora.
A questo punto riprendete la farcia preparata in precedenza e allungatela con 3 cucchiai di margarina. Stendete l'impasto in una sfoglia spessa circa un centimetro. Tagliatela in quattro e coprite tre parti con la farcia.
Sovrapponete le parti, mantenendo la farcia verso l'alto, avendo cura di lasciare la parte di pasta senza farcitura per ultima.
Con una rotella tagliate delle strisce larghe un paio di centimetri. Piegatele su loro stesse ad S, creando 3 pieghe, quindi attorcigliatele praticando mezzo giro e adagiatele su una placca coperta da carta forno. Spero le immagini possano semplificarvi il passaggio, ma vi garantisco che non è nulla di impossibile ^_^
Lasciate riposare i vostri ventagli sulla teglia per tutta la notte, in frigorifero.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 200°. Infornate e cuocete per 20 minuti circa.
Controllate che diventino ben dorate e quindi sfornatele.
Lasciatele intiepidire, meglio raffreddare, e gustatele. Se, come me, siete soliti preparare grandi scorte, una volta che saranno perfettamente fredde, potrete conservarle nel freezer e averle pronte al consumo per qualsiasi momento in cui vogliate concedervi una coccola.

I sapori agrumati e delicati si sposano alla perfezione con le farine rustiche e fragranti.

E quando sentite parlare di saragolla ricordate che si tratta di un prodotto italiano, che corrisponde al famoso Kamut commercializzato da una multinazionale, ma completamente nostrano!! La scelta degli ingredienti e la consapevolezza .... arrivano anche nella comprensione delle vere differenze. Una differenza c'è anche tra semola e farina: la saragolla è una semola, mentre la farina è denominata solina.

Il nostro Paese è ricco di prelibatezze: non fermiamoci alle apparenze!!abc

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