close

LATEST POSTS from Erica Di Paolo

Cucchiaini speziati alla frutta: il concentrato di energia in uno sfizioso e pratico snack

Quando è entrato in casa, la prima volta, sentivo che avrei dovuto trovargli un posto di facile accesso, perché avrebbe vissuto più tempo in attività, piuttosto che a riposo. Effettivamente l'essiccatore è stato rivoluzionario, nella mia cucina. Al di là della possibilità di accostarmi a preparazioni crudiste, mi permette di dare ossigeno alla mia fantasia e farla volare verso orizzonti nuovi. L'idea di una barretta energizzante mi aveva solleticato da tempo, ma non mi sentivo ancora così ispirata. Fu allora che, per un preciso disegno del destino, mi imbattei sulla meravigliosa pagina di Alice e, più nel dettaglio, in queste splendide barrette di frutta speziate. Alice è grande, è una donna meravigliosa. Dolce, delicata, magica. E bravissima. Insomma, quale miglior invito per cedere e provarci?
Proprio in quel periodo, però, il mio essiccatore era in fermento per un piccolo esperimento. Tutto partì dal pensiero di quanta materia buttassi nella raccolta di umido, nel mangiare un semplice frutto. Perché tutto quello spreco? Ecco la risposta: io provo ad essiccare e a fare una farina. Parte la strategia. Il giorno in cui mangio uno o due mandarini, ne sbuccio sei. Due li mangio e quattro li metto in un contenitore, in modo da poterli conservare in frigo. Buccia lavata, che finisce nell'essiccatore per circa 8 ore. Poi le lame fanno il resto e.... ragazzi che meraviglia: questa farina è inebriante, travolgente e magica. Ne vedrete davvero delle belle, perché la fantasia, qui, è solo all'inizio di un lunghissimo percorso. Ad oggi l'ho provata in tre ricette, di cui due dolci e una salata, ma so che ne farò meraviglie. Preparatevi, mi implorerete pietà ^_^
Inizio da qui, dall'unione di una grande ispirazione e una magia. E dal mio grazie speciale per quella splendida creatura che è Alice!

Ingredienti

100 g di prugne secche
40 g di datteri al naturale
25 g di farina di mandarini
40 g di mandorle pelate
25 g di frutti rossi
20 g di pistacchi di Bronte
15 g di semi di sesamo
3 bacche di cardamomo
zenzero in polvere

La farina, eccola, in un'immagine prima e dopo la trasformazione.


Inserite in un boccale le prugne, i datterile mandorle, i semi del cardamomo, i pistacchi, lo zenzero e la farina di mandarini. 
Frullate tutto, fino ad ottenere un impasto appiccicoso, ma compatto.
A questo punto unite i semi di sesamo e i frutti rossi e mescolate fino a incorporarli perfettamente.
Aiutandovi con le mani umide, prelevate poco impasto alla volta e stendetelo dandogli la forma preferita. Potrete fare delle semplici gallette, io ho utilizzato lo stampo in silicone a forma di cucchiaini.
Una volta che avrete dato forma all'impasto, trasferite tutto sui ripiani dell'essiccatore. Se non lo aveste potrete passare tutto in forno alla temperatura minima e lasciare per circa 8 ore.
Impostate la temperatura a 45° e lasciate essiccare per 8 ore.
Quando saranno pronte raccoglietele e conservatele in un barattolo di vetro o in una scatola di latta.

Tenetele a portata di mano per snack spezzafame o per darvi carica prima di un allenamento. Si conservano per molti giorni e non temodo cali di sapore o alterazioni di alcun genere.
Sono dolci, avvolgenti e tremendamente golosi!!!!!

Un'occasione da non lasciarsi sfuggire per coccolarsi con coscienza..... e sfizio! ^_^


abc

Ciambelline alla zucca con frutti rossi e liquirizia: dolci strategie per il superamento degli ostacoli… di stagione

I cambi di stagione, per me, sono piuttosto destabilizzanti. Lo sono soprattutto quelli che lasciano  il piacere del tepore e l'idea di spensieratezza e che portano gelo, buio e voglia di letargo (non so perché, ma primavera e estate mi danno quella sensazione, forse perché mi permettono di liberarmi dai multistrati di vestiti che mi rivestono in inverno). Con il tempo, però, ho cercato di affrontare questi cambiamenti con spirito propositivo e la cucina mi è stata di grande aiuto. Dal momento che amo il rispetto delle stagioni nell'alternarsi di frutti e di ortaggi, accolgo con piacere l'arrivo di una nuova stagione per tutto quello che, in natura, questa offre. L'autunno non è più così drammatico e, sempre con propensioni differenti, mi lascio avvolgere dai sapori avvolgenti tipici. Quest'anno mi sono fatta ben coccolare da zucche e castagne. E ogni volta in cui mi faccio conquistare da un sapore, beh, cerco di non cadere nel già fatto, ma mi diverto a creare proposte nuove. Zucca in versione dolce non è una grande novità, lo ammetto. Ma quando, pensando alla zucca, ho immaginato la compagnia di una buonissima polvere di liquirizia, beh..... vi confesso di essere stata travolta da un sorriso incontenibile. E' stato un attimo: presto tutto si è trasformato in impasto e l'impasto in ciambelline. E le ciambelline..... volatilizzate ^_^

Ingredienti

200 g di zucca pulita
40 g di zucchero di canna Dulcita
125 g di farina di segale
35 g di mandorle pelate
25 g di frutti rossi
5 g di polvere di liquirizia
10 g di olio evo
1/2 bustina di lievito naturale a base di cremor tartaro

Tagliate la zucca a dadini e inseritela in un boccale.
Unite lo zucchero di canna e tritate fino ad ottenere una purea compatta. Aggiungete le mandorle e continuate a frullare, in modo da frantumarle e impastarle bene al composto.
A questo punto mescolate la farina alla polvere di liquirizia e alla polvere lievitante. Unitela poco alla volta all'impasto, facendola incorporare bene.
Per ultimo versate l'olio, a fino. Lasciate che venga assolbito bene, prima di procedere. Quindi aggiungete i frutti rossi e mescolate fino ad ottenere un impasto omogeneo.
   Versate il quantitativo necessario nello stampo desiderato. Io ho utilizzato dei piccoli stampi a ciambella: mi aiutano a non eccedere con le porzioni, nell'assaggio ^_^ e a limitare il desiderio della gola!
Portate il forno alla temperatura di 190° e infornate.
Cuocete le ciambelline per circa 40 minuti, quindi sfornatele. Prima di sformarle, lasciatele raffreddare completamente.

A questo punto potrete cedere all'assaggio. Vi stupirete di quanto zucca e liquirizia siano superbi, insieme. E i frutti rossi creano una crepa nel sapore, armonizzandosi comunque alla perfezione.

L'interno rimane soffice, e per molto tempo.
Potrete conservare queste ciambelline in un barattolo di vetro o in una scatola di latta e deliziare le vostre colazioni per molti, molti giorni ^_^

Un po' meno se vi farete tentare anche per qualche spuntino pomeridiano ^_^


abc

Cestini di fillo con cuore filante di spinaci: ogni cosa a suo tempo, ma…. ora siete avvisati

Non era quella rassegnazione che scoraggia, tanto che la pasta fillo ho imparato a farmela in casa. Non c'era verso che riuscissi a trovare quei sottilissimi fogli pronti all'uso. Poco male, certo, la soddisfazione, nonostante l'impegno richiesto per la stesura della sfoglia, è sempre stata importante. Nonostante questo, però, ogni volta che bazzicavo nel reparto freschi di qualsiasi supermercato, l'occhio analizzava con meticolosità ogni prodotto, senza che il passo accennasse ad altro se non ad un impercettibile rallentamento. Per non destare sospetti, e per non dimostrare quella non rassegnazione che caratterizza il mio essere testardo e caparbio, l'espressione è sempre stata contenuta, come chi si muove per la necessità di spostarsi da un luogo all'altro, non come chi cerca l'oro. Questa scena si ripete da anni. Immaginate, talvolta mi soffermavo anche a chiedere lumi agli addetti di reparto. Niente, ogni volta la stessa risposta. NON L'ABBIAMO. A volte qualcuno mi rispondeva "sfoglia, vorrà dire?". Delusa, ma non ho mai mollato. Anni, vi rendete conto? Anni di lotte tra orgoglio e rifiuto di una situazione che confermava l'inutile persistenza. Ah, queste disperazioni da casalinga frustrata :D Ma nulla accade per caso, la ruota gira sempre, non esistono più le mezze stagioni e una rodine non fa primavera. L'HO TROVATA!!!!!!!!!!!!!!! Solo lo sfinimento per la fatica impiegata, mi ha fatto desistere dal saltellare per i bancali allungare una mano e afferrare quel pacchetto, nonostante la soddisfazione per la resa del mio personale impasto. Voglio dire, è costato chilometri e chilometri tra banchi frigo, attese infinite del giorno giusto per coronare un sogno..... fosse solo per principio, ora la compro!!!! Ovviamente prima ho letto bene tutti gli ingredienti. Sia mai che ci siano robette ostiche ^_^
Presa, portata a casa. E ora? 11 fogli della dimensione di circa 50 cm x 50 cm. Ecco, ma in quanti mesi potrò mai mangiare tutto 'sto popò di pasta? Ci siete già arrivati, vero? Beh, sì, lo confesso.... vi proporrò fillo a non finire.

Ingredienti

2 fogli di pasta fillo
500 g di salsa di pomodoro (io fatta in casa)
100 g di spinaci cotti al vapore
10 g di semi di zucca
20 g di Fontal nazionale o altro formaggio filante
peperoncino
noce moscata
sale
olio evo

Versate la salsa di pomodoro in un tegame e unite il peperoncino e i semi di zucca tritati. Lasciatela consumare, fino ad ottenere un concentrato. Assaggiatela e salatela a piacere.
Tritate gli spinaci e insaporiteli con la noce moscata. Quando il pomodoro sarà pronto, unitelo agli spinaci e mescolate bene tutto. Lasciateli insaporire per almeno una decina di minuti. Il tempo di preparare le sfoglie.
Prendete due fogli di pasta fillo e tagliateli a metà, ottenendo 4 sfoglie. Ungete gli strati con l'olio evo e sovrapponeteli.
   Tagliate dei quadrati di circa 15 cm di lato.
Sistemate su ciascun quadrato un cucchiaino di spinaci. Affondate nel centro un cubetto di Fontal. Chiudete il fagottino partendo dagli angoli e sistemateli su una placca, coperta da carta forno.
Portate il forno a 190° e infornateli. Cuocete per circa 15 minuti, controllando che la sfoglia non scurisca troppo. Potrebbero bastare anche 10 minuti. Ricordate che la pasta fillo è molto delicata, anche in cottura, per cui prestate attenzione.
Quando saranno pronti sfornateli. Lasciateli intiepidire: in questo modo eviterete di ustionarvi e il ripieno si compatterà perfettamente, arminizzandosi nei sapori.
Serviteli e divertitevi a gustarli.

Che siano proposti come antipasto, come accompagnamento ad un aperitivo, come portata principale, questi cestini vi conquisteranno senza rimedio!!

E questa pasta fillo è una vera delizia. Almeno per questo tipo di preparazione.

[to be continued...]
abc

Arrosto di sedano rapa al forno: la casualità che apre un mondo e che accende l’immaginazione

Il mio lavoro mi ha spesso portato, e mi porta ancora, in giro per il mondo, alla scoperta di luoghi meravigliosi, nel vivere in prima persona quelle che sono le realtà delle differenti strutture ricettive e le tradizioni di una location. Dai tropici, alla montagna, senza colpo ferire. Sono esperienze che aiutano a toccare con mano e ad offrire un servizio sempre più ad hoc, in risposta alle richieste di voi viaggiatori (a proposito!! Preparatevi ad una piccola grande novità che coinvolgerà la Mai Soli nel Mondo. Il tutto, ovviamente, verrà condiviso anche sulla pagina di Facebook). Queste esperienze generalmente sono molto intense e permettono di arricchire le conoscenze sotto ogni profilo. Talvolta anche quello culinario ^_^ Fu proprio in uno di questi eventi, un educational organizzato dalla TH Resorts a Pontresina (visitate il sito perché ne vale la pena e non esitate a chiedermi chiarimenti e informazioni per organizzare un soggiorno sulla neve da ricordare!!!), che mi imbattei in una portata, nel ricco buffet, che attirò la mia attenzione. Forse sentii parlare di sedano rapa un paio di volte, prima di allora, ma non avevo mai stretto alcun tipo di rapporto con quella radice deforme, dall'aspetto decisamente bruttarello. Ma come ogni amante del cibo che si rispetti, non esitai ad assaggiare quelle fettine biancastre, presentate sotto una leggera gratinatura filante. Fu amore. Tanto che, alla visione del sedano rapa sui banchi ortofrutticoli, il sorriso radioso che istantaneo si appropriò dei miei occhi e giù, fino alla punta dei piedi, divertì (e insospettì) i malcapitati compagni di spesa. Lo adoro in qualsiasi modo: in crema, gratinato, saltato in padella, anche crudo. Poi un giorno, risucchiata dal fascino della cucina di Jamie Oliver, di cui condivido parecchie idee ma non tutte, mi imbattei in questo arrosto. Ovviamente ne presi l'idea e preparai la mia versione. Bene, credo che questo possa essere uno spunto pazzesco. Le aromatizzazioni possono essere infinite. Il risultato è sempre lo stesso: una favola!!!! Peraltro immaginate me, da sola, con lo stomachino da colibrì, davanti ad un arrosto di cotanta dimensione? Non spaventatevi, non ho finito questo popò di arrosto in una volta sola e non mi sono messa a spacciare fettine ai condomini. Vi dico solo che, il giorno dopo, e quello dopo ancora, questo arrosto è ancora più buono!!!! Si arricchisce degli aromi di cottura e, anche freddo, colpisce in pieno petto.
Queste sono grandi soddisfazioni ^_^


Ingredienti

1 sedano rapa
20 g di olio evo
1/2 limone biologico (succo e scorza)
1 spicchio d'aglio
3 bacche di cardamomo
qualche foglia di basilico, rosmarino e menta
peperoncino
sale

Iniziate dalla parte più ostica: pulite il sedano rapa. Lavatelo bene ed eliminate le radici più sporgenti. Preparate la marinata versando in una boule l'olio, il succo e la scorza del limone, il cardamomo, le foglie di aromi l'aglio, il sale e il peperoncino.
Tagliate due fogli di carta forno e sistemateli a croce. Sistemate nel mezzo il sedano rapa e versatevi il condimento. Strofinate bene, con le mani, tutta la superficie, in modo che gli aromi prendano bene contatto con la radice. Richiudete l'involucro e lasciatelo insaporire, al fresco del frigorifero, per almeno 6 ore.
Trascorso il tempo della marinatura (potrete lasciarlo anche tutta la notte, o prepararlo il mattino, prima di andare al lavoro, per averlo pronto a cena) non dovrete fare altro che cuocerlo.
Portate il forno a 175° e cuocetelo per 1 ora. A questo punto aprite il cartoccio, alzate la temperatura a 190° e proseguite la cottura per un'altra ora e mezzo.
Ci vorrà tempo affinché cuocia perfettamente e diventi morbido, ma la pazienza verrà sicuramente ripagata.
Quando sarà ben rosolato, sfornatelo, lasciatelo intiepidire un po' e tagliatelo a fettine, proprio come un arrosto.
Sistematelo in una pirofila o su un piatto da portata, versateci sopra il fondo di cottura e servitelo. Potrete anche conservarlo al caldo del forno spento, fino al momento di servirlo. Questo potrebbe permettervi di prepararlo con anticipo, nel caso in cui abbiate la necessità di gestire altre portate.
Poche e semplici mosse per un piatto che non vi deluderà.
Il taglio è tenero ^_^ e il sapore inebriante.
Ovviamente rimane una tela bianca da dipingere con aromi e spezie a voi più gradite.

Non vi resta che servirlo e..... gustarne la delicata pienezza di sapore.


abc

Ferratelle veg: non una variante alla tradizione, ma una scelta ben mirata che offre un dolce irripetibile

Gli amici che mi seguono anche sulla pagina di Facebook avevano avuto un'anticipazione. La visita in terra abruzzese dello scorso agosto mi aveva arricchito di un attrezzo tipico della zona e averlo per me mi ha fortemente arricchito. Forse è proprio il legame con quelle tradizioni ad avermi tenuto sempre lontano da piastre elettriche per la preparazione di waffle. Perché le ferratelle..... sono le ferratelle. E le ferratelle vanno preparate con il ferro apposta. Vi confesso che questa meraviglia, che mi dà notevoli soddisfazioni, trova spesso spazio nella mia cucina, dando un tocco di magia alle mie colazioni domenicali. Insieme al ferro ho portato a casa anche un paio di ricette tradizionali. Ovviamente ognuno ha la propria ricetta, ogni famiglia la sua tradizione e ogni donna i suoi segreti. Ma io, che amo sperimentare, ho cercato (e sto cercando) di trovare la mia, la preferita. E come non avrei potuto dare un seguito a questa ricerca, se non approdando anche nell'universo veg? Tutto nacque da una battuta di mio fratello, vegano. Mi disse "chissà come poterle veganizzare". Eh, bella roba riuscire a trovare una soluzione mantenendo il sapore tipico di un preparato a base di uova e latte ^_^ Ci ho provato e ne sono rimasta soddisfatta. MA, e dico MA, non ritengo che queste siano la versione classica, in veste vegana. Queste sono a sé, con sapori loro, consistenze loro, profumi loro. Le vere ferratelle.... rimangono cosa differente.
Ma sono buone da non poterne più fare a meno ^_^

Ingedienti

60 g di yogurt di soia al limone
30 g di farina Petra 5
1 busrina di zafferano
1 cucchiaino di zucchero di canna Dulcita
1 pizzico di bicarbonato

Versate lo yogurt in una ciotola e unite lo zafferano. Mescolate bene, fino a scioglierlo completamente.
Unite lo zucchero e lavorate il composto con una frusta elettrica, fino a quando diventerà spumoso. Aggiungete poca farina alla volta e il pizzico di bicarbonato. Lavorate continuamente, in modo da ottenere un composto liscio e vellutato. Coprite la pastella con un foglio di pellicola trasparente e lasciatela riposare in frigo per circa mezz'ora.

Una volta trascorso il tempo mettete a scaldare il ferro sul fuoco. Se non aveste il ferro utilizzate la piastra elettrica, quindi accendetela e portatela a temperatura.
Quando sarà molto calda prendete un piccolo mestolino di pastella e versatelo sopra.
Chiudete subito il ferro e lasciatelo sul fuoco per circa un minuto, a fiamma media. Girate quindi il ferro e procedete per un minuto scarso la cottura.
Aprite e prelevate la ferratella. Procedete con la cottura fino a terminare la pastella.

A questo punto accompagnate le cialde come meglio desiderate. Io ho utilizzato la crema dolce di zucca e castagne, la ricordate???

Confesso che sono ghiotta di queste cialde anche senza condimento. Sono un modo veloce e sano di appagare il desiderio di una dolce e coccolosa colazione. Un momento che dovrebbe essere tra i più importanti della giornata. La pastella potrete prepararla anche la sera prima, in modo da averla pronta per quando approderete dal tepore del piumone alla cucina ^_^


abc

Chicche di tofu e rucola alle nocciole: strategia d’approccio alle buffe espressioni della diffidenza

Negli anni in cui l'approccio ad ingredienti nuovi ha iniziato a decretare il mio reale cambiamento nell'alimentazione, facendomi scoprire alimenti visti con diffidenza dalle tradizioni mediterranee, ho collezionato così tante dichiarazioni di 'disprezzo' da poter scrivere un libro ^_^ Il primato, come peggior sostituto proteico, lo detiene il tofu.
Non sa di niente, è l'asserzione più comune. E il naso arricciato, la bocca serrata e lo sguardo torvo, è la più comune espressione. Ma il ricordo più affettuoso appartiene alla reazione di un carissimo amico che, ipotizzando una cena con la sua famiglia in cui avrei potuto cucinare io, mi disse: "Basta che non prepari nulla con il polistirolo". Beh, quella cena, per problemi logistici, non si è mai tenuta, ma sono certa che, se assaggiasse qualcosa con il polistirolo interpretato dai miei due neuroni e preparato dalle mie umili manine, non ne rimarrebbe affatto schifato. La prova, l'ennesima, sono questi sfiziosissimi bocconcini croccanti. Io ho ottimizzato gli ingredienti ottenuti dalla preparazione del latte di nocciole proposto qualche tempo fa, utilizzando l'okara, cioè quello che rimane dalla spremitura delle nocciole tritate, ma si possono usare direttamente le nocciole tritate (peraltro il sapore sarà più pieno!!). Nessuna scusa, quindi: la fantasia e un po' di furbizia non vi faranno pentire della scelta intrapresa!! Sono pronta a sperimentare!!

Ingredienti

90 g di tofu
50 g di okara di nocciole (o nocciole tritate)
1 mazzetto di rucola
sale
noce moscata
pangrattato di riso
olio evo
salsa rubra (la mia è fatta in casa)

Lavate la rucola e asciugatela accuratamente. Tritatela insieme al tofu in una ciotola e unitevi l'okara di nocciole.
Mescolate tutto, quindi aggiungete il sale, la noce moscata ed eventualmente altre spezie a vostro piacere (o del peperoncino ^_^).
Lasciate riposare l'impasto per una decina di minuti, quindi formate delle polpette grandi come noci.
Su un foglio di carta assorbente versate il pangrattato. Rotolateci le polpette, impanandole completamente.
Lasciate riposare le polpette panate in frigorifero per circa mezz'ora, oppure passatele in congelatore per una decina di minuti. Quindi mettete a scaldare poco olio evo in una padella antiaderente.
Quando sarà bel caldo, posatevi le polpette e fatele rotolare in modo che vengano completamente irrorate dall'olio. Fatele cuocere a fiamma viva per una decina di minuti, in modo che si formi una bella crosticina croccante e dorata.
Quando saranno pronte trasferitele su un piatto da portata. Accompagnatele con della verdura fresca tagliata a julienne, o con un'insalata e lasciate al centro del piatto della salsa. Io ho scelto una rubra dolcissima fatta da mia mamma (non vi so descrivere l'intensità del sapore).
Il mix perfetto di sapori rende il piatto completo e sfizioso, nutriente e leggero, ricco e saporito.

Il polistirolo si veste a festa!!!! E si tinge di colori intensi ^_^

Che qualcuno possa mangiare tofu senza saperlo e, soprattutto, senza disprezarlo? Credo che non verrò chiamata per l'organizzazione di una cena per molto, molto, molto tempo ^_^

abc

Vellutata di zucca e fagioli con croccante di mandorle e uvetta al cardamomo: una danza armoniosa di dettagli

Vellutata è sinonimo di autunno. Concetto scontato? Provate a dirlo quando la vellutata diventa sfida, e si trasforma in palcoscenico in cui i sapori si incontrano, danzano insieme e si intrecciano in coreografie armoniose e sorprendenti. Così come uno spettacolo non è solo quello che i nostri occhi vedono, ma è l'energia che si sprigiona nell'esternazione, fatta di infiniti momenti di studio, di dettagli, di legami, un piatto non è solo quello che il palato accoglie, ma è l'esperienza di incontro e di piacere tra piccole parti che si sommano, si completano, si esaltano l'un l'altra. Questa non è una semplice vellutata. Questa è sostanza, è la giusta consistenza, è l'armonia perfetta tra sapori che si completano, tra intensità differenti, dettagli insoliti che incuriosiscono, sorprendono e divertono. Non un insieme casuale, ma una scelta precisa. Qui l'autunno non è solo nei colori. D'autunno si tingono anche i sapori: intensi, avvolgenti, pungenti e corposi. Che scaldano, confortano, raccontano favole affascinanti.

Ingredienti

250 g di zucca pulita
50 g di fagioli (io dell'orto di casa)
400 ml di acqua
sale grosso
1 rametto di rosmarino fresco
noce moscata
peperoncino
10 g di mandorle pelate
10 g di uvetta sultanina
3 bacche di cardamomo
sale

Lavate la zucca e tagliatela a dadini. Inseritela in una pentola capiente, unitevi i fagioli e coprite tutto con l'acqua. Lavate il rametto di rosmarino, sfogliatelo e unite gli aghetti in pentola.
Mettete sul fuoco e portate a bollore. Aggiungete un pizzico di sale grosso. Utilizzatelo con parsimonia: l'acqua in cottura si consumerà e la sapidità tenderà a concentrarsi. Aggiungete il peperoncino e la noce moscata a piacere, coprite con un coperchio, e lasciate cuocere fino a quando la zucca sarà completamente morbida. Ci vorrà almeno mezz'ora.
   Aprite le bacche di cardamomo e prelevate i semini. Pestateli in un mortaio, in modo da frantumarli. Tritate con una mezzaluna le mandorle e l'uvetta, con i semi di cardamomo pestati. In questo modo i sapori inizieranno ad amalgamarsi bene.
Scaldate una padella antiaderente, senza aggiungere grassi. Quando sarà calda versatevi il trito e fatelo saltare. Salatelo a piacere e continuate a tostarlo, fino a quando sarà dorato e croccante.
Spegnete, quindi, la fiamma e tenete da parte.
Quando la zucca sarà pronta, spegnete la fiamma e lasciate intiepidire leggermente. Con un frullatore ad immersione passate le verdure a lungo, fino ad ottenere una crema perfettamente liscia e corposa.
A questo punto servite la vellutata in coppette e coprite la superficie con abbondante croccante di mandorle e uvetta.
Assaporate l'unione di sapori e il perfetto bilanciamento di consistenze. Io mi sono fatta coccolare dal calore di questo piatto, dal suo profumo inebriante e dalla sua particolare delicatezza.

Vellutata sì, ma mai che sia scontata!
Ve ne lascio un assaggio ^_^

abc

Crackers ai quattro semi: pochi ingredienti, un grande legame di sapori e l’inconfutabile certezza di genuinità

E' difficile che una ricetta, vista su un blog amico, in rete, su una rivista o su qualsiasi altro canale di condivisione, si materializzi sotto le mie mani senza che questa testolina calda ne apporti delle modifiche. Non è capriccio, non è senso di ribellione. E' che in genere mi colpisce l'idea, che poi viene adattata alle mie esigenze e ai miei principi di alimentazione. Questa volta no, questa volta sono capitata davanti ad una ricetta che ha pienamente fatto breccia nel mio cuore così, nella sua versione originale. E mi ha colpito così tanto che non si è accodata alla lunga lista d'attesa dei must do. Nel giro di due ore (due d'orologio!!) sfornavo queste cialde, croccanti e avvincenti. Fedeli alle originali, tanto che ancora oggi, nel vedere le foto del blog materno ^_^ riconosco la forma esatta dei crackers che ho manipolato personalmente.
Mi piace che, in ogni parte del mondo, ci sia qualcuno che segua i miei stessi principi. Ve lo confesso, Jessika, nonostante il nome del suo blog, con i suoi superfood crackers ha illuminato il mio orizzonte. Io che non mangio pane.... beh, accompagno sempre volentieri un pasto con queste gallette salutari.
Ma approfitto di questa occasione per ringraziare anche Francesca e Barbara che, con la loro iniziativa, hanno messo in risalto un valore fondamentale, nella cucina come nella vita: l'onestà.
http://thekitchennook.blogspot.it/2014/10/honest-blog-una-iniziativa-per-voi.html
Nei miei post è sempre stata menzionata la fonte, laddove il piatto fosse il frutto di un'ispirazione. Mi ha un po' rattristata che dovesse essere proposta un'iniziativa pr promuovere l'onestà. Forse appartengo ad una categoria di persone che non emergerà mai, ma se emergere vuol dire fare le scarpe a qualcuno e a tinteggiare d'inganno i propri atteggiamenti, beh, il mio piccolo mondo lo difendo a viso aperto.

Ingredienti

40 g di semi di sesamo
50 g di semi di chia
40 g di semi di zucca
40 g di semi di girasole
130 g di acqua
1 g di sale fino
sale nero di Cipro

Pesate i semi e miscelateli in una boule capiente.
Sciogliete il sale nell'acqua, quindi versatela sui semi. Mescolate tutto e lasciate riposare in modo che tutti i semi siano coperti dal liquido. Lasciate riposare tutto per 15 minuti.
Nel frattempo rivestite una teglia con un foglio di carta forno.
Trascorso il tempo di riposo, rovesciate i semi nella teglia e livellate molto bene. Dovrete ottenere una sfoglia molto sottile. Aiutatevi con un biggliere, ungendo il fondo. Ci vorrà un lavoro attento  paziente, ma sarà fondamentale non lasciare buchi tra i semi. Questo comprometterenne la cottura uniforme della sfoglia. Cospargete la superficie con del sale nero a piacere.
Accendete il forno e, una volta raggiunti i 170°,infornate e fate cuocere i semi per mezz'ora.
Sforate la teglia e trasferite immediatamente il contenuto su un tagliere. Tagliate i crackers nella forma a voi gradita, quindi rionete le piccole cialde, capovolte, nuovamente sulla teglia.
Passate nuovamente in forno, questa volta a 150°, per circa 20 minuti. Questo passaggio servirà a rendere croccanti i crackers e li renderà delle sfoglie perfettamente compatte.
Mi raccomando a non farvi tentare subito dall'assaggio: i semi appena sfornati sono roventi, tanto da sentirli scoppiettare. Sul vostro palato farebbero danni notevoli ^_^
Un avolta raffreddati potrete conservarli in un barattolo di vetro, o in una scatola di latta. Si manterranno croccanti e fragranti per una settimana buona. Credo anche per più tempo, ma.... non ho potuto testare oltre i sette giorni ^_^ Mi sembra un bel traguardo, raggiunto solo per aver trovato un ottimo nascondiglio che mi tenesse lontana dalla tentazione di allungare una manina!!
A voi i vostri èscamotages!!abc

Millefoglie di lenticchie con crema ai lupini: il fascino della rossa che accende l’immaginazione

Dire che ho un debole per le lenticchie non è propriamente esatto. Mangio senza problemi qualsiasi tipo dei lenticchia, qualcuna più volentieri, quanlcun'altra con maggiore indifferenza. Volentieri, certo, le trovo preziose da un punto di vista nutrizionale, ma ritengo non siano niente che mi sconquinferi le papille gustative! Però c'è un ma. Nella mia continua ricerca di sapori nuovi, nell'affinare le tipologie di prodotti presenti in dispensa, ho conosciuto, ormai molto tempo fa, la lenticchia rossa. Ecco, è proprio davanti a lei che non riesco a fermare l'immaginazione. Delicata, sia come consistenza che come sapore. Divertente, con le sue note di colore brillanti. Versatile, per la sua struttura che la può rendere ora croccante, ora morbida, ora vellutata. Ormai per me, dopo le diverse preparazioni in cui l'ho utilizzata (un esempio qui, qui e qui), la lenticchia accende un'immagine arancio acceso nel mio immaginario. Per me esiste quasi esclusivamente lei, la rossa. Ma mai, e dico MAI, finisce nel piatto senza essere stravolta, accostata ad altri sapori, aromatizzata. Questa millefoglie ne è la prova. Insolita, come fosse un'impronta digitale identificativa. Curiosa, nella sua alternanza di consistenze. Armoniosa, in una calda avvolgenza tipicamente autunnale. Irresistibile.

Con questa ricetta partecipo al contest di Kiara
http://kucinadikiara.blogspot.it/2014/10/4-contest-kucina-di-kiara-una.html

Ingredienti

Per la sfoglia
50 g di lenticchie rosse
20 g di farina di ceci
45 g di brodo di cottura delle lenticchie
sale
peperoncino
noce moscata

Per la crema
2 patate medie (80 g pulite)
80 g di lupini
10 g di burro di arachidi salato
1 rametto di mentuccia
sale

Per la composizione
parmigiano
noce moscata

Versate le lenticchie in un colino e sciacquatele sotto l'acqua corrente per un buon minuto. Versatele, quindi, in un pentolino e portate a bollore, aggiungendo poco sale e sapori a piacere. Fatele cuocere fino a quando saranno ben morbide, quindi scolatele e lasciatele intiepidire.
Versate la farina di ceci in una ciotola capiente. Aggiungete poca acqua di cottura delle lenticchie alla volta, mescolando energicamente in modo da non far formare grumi. Salate e unite noce moscata e peperoncino a piacere, quindi versate le lenticchie, mescolate e lasciate riposare la pastella per almeno un'ora. Rivestite una teglia con carta forno e, dopo il tempo di riposo, versateci sopra l'impasto. Livellatelo in modo da ottenere uno strato uniforme, spesso non più di 3 o 4 millimetri. Infornate e cuocete a 200° per 30 minuti.
Pelate e tagliate le patate a dadini. Fatele bollire in acqua leggermente salata fino a renderle morbide. Nel frattempo pulite i lupini e metteteli in un bicchierone. Unitevi le patate, il burro di arachidi e le foglioline di menta.
Frullate tutto per diversi minuti, in modo da ottenere una crema corposa e liscia. L'amido delle patate (io ho usato le mitiche patate rosse dell'orto di famiglia) legherà tutto perfettamente.
Assaggiate e correggete, eventualmente, con un pizzico si sale.
A questo punto la sfoglia sarà pronta. Dovrà essere molto croccante in superficie, ma morbida all'interno. Sfornatela e tagliatela secondo la forma a voi più gradita.
Iniziate a comporre la millefoglie versando su un primo triangolo di sfoglia un cucchiaio di crema.
Grattugiatevi un po' di parmigiano e della noce moscata (io ne sono una folle amante, per cui non mi sono risparmiata). Posizionate sopra un'altra sfoglia e continuate con la crema, il parmigiano e la noce moscata, fino a terminare gli ingredienti.
Ultimate la composizione con una generosa grattugiata di parmigiano.
Passate il piatto in forno e fatelo gratinare per pochi minuti, fino a quando il formaggio si sarà fuso e avrà conferito un colore ambrato.
A questo punto non vi resta che servire la vostra millefoglie e assaporarla in tutta la sua pienezza. Che sia al taglio o sfogliata, la presenza di una consistenza sfiziosamente croccante accanto alla pienezza di una crema delicata, renderanno unico questo piatto dai toni insoliti.
Una nuova magia, ricca di proteine e ben bilanciata in grassi e carboidrati.
Ovviamente senza sacrificare il sapore!!!! Siete convinti? ^_^


abc

Crema dolce di zucca e castagne: ispirazioni, trasformazioni e contestualizzazioni in sapore autunnale

Mi è bastato leggere il titolo: crema spalmabile alla zucca. Non avevo ancora idea cosa, la zietta, aveva in serbo per noi, ma la scintilla è scattata proprio nell'istante in cui il mio sguardo si è posato su quelle parole. A dirla tutta Consuelo aveva in serbo tutt'altro. La sua era una preparazione salata e non era nulla di paragonabile a questa crema, ma.... ha dato il via a un insieme aggrovigliato di pensieri che ha presto trovato forma e consistenza in questo deliziosissimo vasetto. Se utilizziamo creme al cioccolato da spalmare su fette biscottate, pane, o direttamente al cucchiaio ^_^ perché non creare una crema che possa avere le stesse contestualizzazioni, ma sapori tipicamente autunnali e del tutto insoliti? In fondo si sa che azzardo e diversità sono ingredienti fondamentali nelle mie ricette ^_^ E allora eccomi alle prese con una nuova sfida. La castagna mi piace perché, sia nelle preparazioni dolci che salate, diventa un perfetto addensante, che conferisce sapore e consistenza unici. E la zucca, con la sua naturale dolcezza, non ha bisogno di ulteriori presentazioni. E se, a tutto questo, aggiungiamo l'ottimizzazione di risorse? Già, perché, mentre la crema prendeva forma, i deliziosissimi semi di zucca ricavati dal frutto mi hanno deliziato e rallegrato. Ma quante ricchezze ci offre la natura?

Ingredienti

550 g di zucca pulita
200 g di castagne
45 g di farina di castagne
5 g di farina di semi di carrube
110 g di zucchero di canna Dulcita
1/2 cucchiaino di cannella in polvere

Fate bollire le castagne in acqua leggermente salata, per circa 30 minuti. Spegnete il fuoco, lasciatele intiepidire e sbucciatele. Il peso al netto delle bucce dovrà essere di circa 140 g.
A questo punto pulite la zucca, liberandola anche da tutti i semi, che potrete far seccare e sgranocchiare ^_^
Tagliate la zucca a dadini e inseritela in un boccale, insieme allo zucchero. Frullate fino ad ottenere una polpa piuttosto omogenea.
Unite le castagne bollite e frullate nuovamente, trasformando tutto in purea.
Setacciate la farina di castagne e unitevi la farina di semi di carrube e la cannella. Unitela alla purea, poco alla volta. Quindi portate a bollore, sempre mescolando, e fate cuocere la crema per circa 3 minuti a fiamma bassa. A questo punto versatela velocemente in piccoli vasetti di vetro, che avrete precedentemente sterilizzato.
Chiudeteli e avvolgeteli in un panno. Lasciateli raffreddare completamente, fino a quando si formerà il sottovuoto.
A questo punto si possono conservare per molti giorni. Un volta aperto il barattolino, conservatelo in frigorifero e consumatelo nel giro di 3 o 4 giorni.

E' un'ottima base per crostate di frutta (o frutta secca), ma anche una deliziosa farcitura per torte. Immaginatela come ripieno di biscotti, o semplicemente spalmata su una bella e fragrante fetta biscottata (ovviamente meglio se fatta in casa).

Non c'è limite alla gioia di sapersi deliziare con genuinità e nel rispetto delle stagioni.

Ah, e guai a chi butta i semi!!! Sono così sfiziosi.... ^_^abc

INSTAGRAM FEED

Follow on Instagram