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Fagottini di melanzana con crema di feta e germogli croccanti: l’esigenza che dà spazio alla fantasia

A volte penso 'ma quante interpretazioni potrò mai dare ad una melanzana?', e dico 'melanzana' intendendo gli ortaggi in generale. Perché, fondamentalemente,il sapore è quello e la tipologia di cottura.... beh, non può variare così tanto. La frulli, la grigli, la friggi, la cuoci al vapore, la tagli a dadini, a fettine, a bastoncini, ma.... più di questo, cosa si potrebbe???? Poi, però, mi misuro sempre con idee nuove e.... non c'è mai fine alle sorprese!
Questa volta tutto è partito dall'idea di fare un panzerotto, utilizzando delle lunghe fette di melanzana come involucro. Mi piace molto accostare consistenze diverse dello stesso ingrediente nella medesima pietanza, per cui ho ottimizzato al meglio la materia prima. Il personale tocco croccante, nota sfiziosa che non può mai mancare, è nascosta nel cuore e, proprio al cuore, arriva diretto il sapore travolgente.
Curiosa di scoprire a quale risultato sarebbe potuta arrivare questa nuova bizzarra esperienza, ho sorriso, soddisfatta, fin dal primo boccone.
Questo è un periodo in cui la verdura predomina la scena, nella mia alimentazione. Non mi manca un piatto di pasta, o una fettina di carne. Sento un richiamo forte verso ortaggi di ogni genere e spesso mi lascio conquistare da sapori nuovi. E l'assaggio non mi delude mai!!!

Ingredienti

1 melanzana striata
100 g di germogli di soia
50 g di feta light
10 g di semi di sesamo
15 foglioline di menta fresca
1 cucchiaio di farina di riso
sale
olio evo
noce moscata
1 albume d'uovo
pangrattato di riso

Lavate la melanzana e asciugatela. Tagliatela per il lungo e cuocetene una metà a vapore, fino a quando sarà morbida. Volendo potrete cuocerla al forno, ma per ottimizzare le risorse a vapore andrà benissino!!
Tagliate la seconda metà a fettine, nel senso della lunghezza, e mettetele sotto sale, schiacciate, in modo da far perdere il liquido di vegetazione che le rende amarognole. Lasciatele per almeno un'oretta (sarebbe meglio lasciarle molto di più, ma questo tempo sarà sufficiente).

In una ciotola sbriciolate la feta e unitevi i semi di sesamo. Tritate la polpa della melanzana cotta al vapore con le foglioline di menta, precedentemente lavate e asciugate. Aggiungete tutto alla feta, insieme alla noce moscata e mescolate tutto, schiacciando bene con una forchetta. Quando avrete ottenuto una crema omogenea, lasciatela riposare, in modo che i sapori si armonizzino alla perfezione. Occupatevi, a questo punto, dei germogli.
Portate ad ebollizione abbondante acqua salata e immergetevi, quindi, i germogli sciacquati. Lasciateli ammorbidire per un paio di minuti, quindi scolateli e lasciateli asciugare su un canovaccio pulito.
Scaldate un paio di cucchiai di olio evo in una padella.
Infainate velocemente i germogli di soia nella farina di riso e sistemateli in padella. Fateli saltare subito, in modo che vengano intrisi uniformemente di olio. Questo vi permetterà di ottenere un risultato croccante, senza ricorrere ad una vera frittura.
Salateli a piacere e fateli cuocere a fiamma piuttosto viva, smuovendoli spesso, fino a quando saranno belli croccanti.
   Nel frattempo sciacquate le fettine di melanzana e tamponatele in modo da asciugarle al meglio. Grigliatele in modo da renderle ben colorite e sistematele su un ripiano.
Adagiate su ciascuna fettina un cucchiaino di crema di feta alla menta, poi una forchettata di germogli si soia. A questo punto chiudete i fagottini, ripiegando prima i lati nl senso della lunghezza.
Immergete velocemente i fagottini nell'albume appena sbattuto, poi impanateli nel pangrattato di riso.
Lasciateli riposare per una decina di minuti, quindi cuoceteli in una padella, con un cucchiaio di olio evo.
Lasciateli cuocere per qualche minuto per lato, a fiamma viva.
Girateli delicatamente e, quando saranno ben dorati, toglieteli dal fuoco e impiattateli.

Se voleste renderli più sfiziosi spolverizzateli con dei semi di sesamo. Assaporateli quando saranno caldi: in questo modo manterranno fragranza e avvolgenza e vi sapranno conquistare in un incontro insolito di sapori e di consistenze.

Io non rimpiango la tradizione ^_^
L'innovazione di sapori mi conquista, ogni assaggio sempre di più!!!


abc

Crocchette di patate al pistacchio e rosmarino: la scelta che conquista fino all’ultima briciola

Me ne rendo conto continuamente, ad ogni scelta di "piatto": le patate rosse di papà stanno dominando sempre più la scena culinaria di casa mia. Studio, immagino, pianifico, organizzo..... ma davanti ad una proposta di questo tipo non ci sono compromessi: si fa, si mangia e se ne gode alla grande.
Superata la fase 'però tutto questo amido....' le crocchette di patate sono la scelta vincente di quelle volte in cui ho voglia di mangiare sporcandomi le mani. Allora questa polpa morbida è un invito ad utilizzare colori e sapori sempre nuovi, come fosse la mia tela bianca, come solleticasse la mia fantasia. Confesso che, fra le tante, questa è la versione che preferisco. Il rosmarino fresco dà un aroma delicato, ma deciso, e il pistacchio..... cos'altro aggiungere ancora in merito a questo deliziosissima pepita d'oro? Il pangrattato di riso è sempre l'unica scelta della mia dispensa e rende questa sfiziosità ideale anche per chi non tollera il glutine e l'assenza dell'uovo trasforma la crocchetta in un piatto irrinunciabile anche per chi vive veg. Ovviamente, per una salutista come me, la scelta della cottura è la ciliegina sulla torta. Con il tempo sto affinando la pratica, con risultati sempre migliori ^_^

Ingredienti

125 g di patate (peso da patate bollite)
10 g pistacchi
2 rametti di rosmarino
10 g burro salato di arachidi
pangrattato di riso
sale
olio evo

Sbucciate le patate e tagliatele a tocchetti. Fatele bollire in acqua salata, fino a quando saranno morbide. A questo punto scolatele e trasferitele in una ciotola capiente.
Tagliuzzate le foglioline del rosmarino e pestate i pistacchi in un mortaio, in modo da lasciarli piuttosto spessi. Versate tutto nella ciotola, insieme alle patate, e unitevi anche il burro di arachidi salato.
Con una forchetta impastate tutto, schiacciando le patate. Quando sarà tutto ben amalgamato, lasciate riposare per circa mezz'ora.
A questo punto riprendete l'impasto e formate delle piccole polpettine, con le mani.
Versate su un foglio di carta assorbente il pangrattato di riso e rotolateci sopra le polpettine, dando loro la forma della crocchetta. Lasciatele riposare ancora una decina di minuti: in questo modo la panatura acquisirà compattezza e faciliterà la cottura.
Scaldate un cucchiaio di olio evo e, quando sarà molto caldo, trasferite le crocchette in modo che tutta la superficie venga intrisa di olio.
Procedete con la cottura a fiamma viva, smuovendo spesso la padella, fino a quando saranno belle dorate e croccanti. Quindi trasferitele in un piatto e servitele.
Io le ho presentate con delle sfoglie di zucchina essiccata, condite con una crema di rucola. Un contorno avvolgente e perfettamente legato ai sapori della crocchetta.

Un piatto che non richiede altri commenti: un invito ad assaporarlo fino all'ultima briciola!!

abc

Torta nocciolata al cioccolato con pere e pistacchi: la ricchezza che risiede nei piccoli dettagli

Parliamo di evento? Di grande evento? Di occasione? Di occasione speciale? Beh, se mi ha portato a creare una torta, come generalmente NON faccio, a prescindere da cosa sia.... è importante.
Qualche giorno fa avevo lanciato, a mo' di scherzo che qualcuno ha colto e assecondato, una sfida. Un contest non contest, in cui chiedevo, per il mio compleanno, di propormi la vostra torta. Di portarla, di spedirla, insomma.... di dedicarmela. Beh, confesso che l'affetto che ho ricevuto, in questa occasione, e che sto ricevendo è indescrivibile. Ho conosciuto, con voi, persone tanto meravigliose da non poter spiegare. Persone, voi, che ringrazio con tutto l'affetto possibile. Che sento scaldarmi dentro. Per ogni parola, per ogni gesto, per una torta, per un pensiero, per quel video registrato per me, per.... una presenza importante.
Ma come avrei potuto chiedervi tanto senza cogliere, io stessa, l'occasione di preparare la mia versione, quella che potesse rappresentarmi e conquistarmi? In occasione dell'incontro con la dolcissima Marzia, il giorno in cui lei mi portò la sua torta specialissima, con il suo "tanti auguri Erica", mi lasciai affascinare dal contesto: il Cake Design Festival che si è tenuo allo Sheraton di Malpensa. Tornai a casa con un paio di immancabili nuovi acquisti. Ne ho utilizzato una parte per creare questa tortina. Piccola, solo per me, ma davvero speciale. Ci sono i miei ingredienti preferiti, c'è la mia consapevolezza, c'è un percorso di conoscenza e di vita, c'è la voglia di volermi bene. E di condividerla con voi.

Ingredienti

Per la base di cioccolato
100 g di Okara di nocciole
100 g di malto di riso bio
150 g di cioccolato fondente al 72%
150 g di latte di nocciola
125 g di farina Petra 5
8 g di cremor tartaro
1/2 cucchiaino di aceto di mele
35 g di olio di semi di soia
1 pizzico di sale

Per la farcitura
100 ml di crema al pistacchio
pera essiccata in fettine
10 g di pistacchi

Mettete l'Okara di nocciole in un boccale (l'Okara è ciò che rimane della nocciola, nella preparazione del latte. In assenza di questo, tritate finemente 200 g di nocciole, ma diminuite l'olio a 20 g).
Unite il malto di riso e lavorate, fino ad ottener euna crema densa e morbida. Aggiungete 100 g di cioccolato fondente e tritate tutto. A parte, fate sciogliere i rimanenti 50 g di cioccolato e lasciate raffreddare.
Mischiate il cremor tartaro alla farina e tenete da parte. Accendete il forno a 180° e rivestite una teglia con carta forno. Io ho utilizzato una teglia rettangolare da 30 cm x 20 cm.
Versate, poco alla volta, il latte di nocciola tiepido nel composto di nocciole e cioccolato. Unitevi, quindi, la farina, un cucchiaio dopo l'altro, l'aceto di mele e il sale. Per ultimo versate il cioccolato fuso e mescolate fino ad ottenere un impasto uniforme.
Versatelo nella teglia e livellatelo con un tarocco. Non avrete una crema sufficientemente liquida che possa distribuirsi da sola, per cui abbiate pazienza e curate questo passaggio.
Infornate, lasciando sul fondo una ciotola con dell'acqua. Fate cuocere per 30 minuti. Controllate con la punta di un coltello che sia pronta, quindi sfornate. Trasferite la torta su una gratella e lasciatela raffreddare.
Una volta fredda, tagliatela secondo lo stampo scelto, 2 pezzi per ciascuna dimensione di strato.
Procedete ora alla composizione. Unite i due strati della stessa dimensione con la crema di pistacchio. Sovrapponeteli tra loro, insieme alle altre, utilizzando sempre la crema di pistacchio.
Tagliate, ora, le fette di pera a metà. Sistemate ogni parte su un lato di ciascun livello di torta, poi una parte come base, sul fondo.
Terminate spolverando con la granella di pistacchi, ottenuta pestandoli in un mortaio, grossolanamente.
Riponetela in frigorifero e lasciate che riposi per almeno un paio di ore.

Nel frattempo deliziatevi con i ritagli della base: vi garantisco che sarà difficile fermarsi!!!! Non vi sembrerà di assaporare una torta "senza". Senza, uova, senza latte vaccino, senza burro, senza zucchero. Gli scettici si ricrederanno e i convinti..... sorrideranno!




Perché, di fronte a tanta sana e consapevole bontà, non si può che compiacersi!!












Un ringraziamento particolare va a Marzia per la sua torta crudista e a mio fratello, per la sua mitica Sacher vegana. Siete unici!!!!

abc

Latte di nocciola: la scelta vincente nel panorama del ‘fatto in casa è più buono’

Seppure qualche formaggio fresco e leggero faccia ancora capolino nel mio frigorifero, la presenza di latticini nella mia alimentazione sta, poco alla volta, scomparendo. Il latte vaccino, primo fra tutti, non occupa alcun posticino. Nel tempo ho imparato a conoscere le svariate alternative e a capire quali potessero appagarmi maggiormente. Confesso che, al di là di un goloso (e piuttosto calorico) latte di mandorla, e sorvolando su un latte di soia che davvero non mi conquista, ho trovato nel latte di avena il sostituto perfetto. Come, però, sapete, io amo produrmi in casa il maggior numero di materie prime possibili. Così, quando mio fratello mi ha parlato del latte di nocciola, davvero non ho potuto resistere. Gli ho chiesto consigli, lui che del fai da te in cucina è un paladino, e lui mi ha dato due dritte su come generalmente procede. Intreccio il suo sapere con qualche suggerimento in rete e cosa scopro? Che la sua infallibile ricetta è tratta da un post della mitica Costanza, che propone un latte di nocciola davvero alla portata di qualsiasi cucina!! Nella mia versione non ho aggiunto l'uvetta, consigliata (e che consiglio per dare un tocco di dolcezza al risultato finale), ma vi posso garantire che, oltre alla scoperta meravigliosa, ho incrementato la mia personale soddisfazione per aver introdotto nella mia dispensa un prodotto sano, tracciabile, di facile preparazione e..... eccezionale!!
Ve ne parlo in vista di una preparazione speciale, proprio come l'occasione per cui è stata creata, in cui questo latte (e non solo) è stato utilizzato. Ma, vogliate capire, questa è ancora una storia lontana ^_^

Ingredienti
 
200 g di nocciole sgusciate
1 l di acqua

Io ho utilizzato le nocciole dell'orto di casa, per cui le ho sgusciate e pesate al netto del guscio.
Tostatele in una padella, a fuoco basso, fino a quando la pellicina si creperà. Quindi pulitele completamente. In questo modo verrà a meno l'aroma amaro che questa parte conferisce alla nocciola.
Mettete l'acqua in una pentola capiente e portatela alla temperatura di 40°. A questo punto immergete le nocciole e lasciatele una decina di minuti in ammollo. Passate tutto con un frullatore ad immersione. Otterrete un composto omogeneo dopo pochi minuti.
Lasciate riposare ancora una decina di minuti, quindi rivestite un colino con un canovaccio (possibilmente non tinto). Filtrate tutto. Personalmente ho passato una prima volta direttamente tra le maglie del colino, in modo che il passaggio successivo, nel canovaccio, fosse più facile e veloce. Strizzate bene il composto nel canovaccio, in modo che le nocciole che vi rimarranno siano belle asciutte.
Mi raccomando di conservare l'okara ottenuto (il composto strizzato di nocciole), perché ne potrete fare grandi cose. Ma anche di questo ne parlerò in seguito ^_^
Una volta filtrato il latte, travasatelo in una bottiglia di vetro e conservatelo in frigorifero.
Durerà 3 o 4 giorni, come un qualsiasi latte fresco.
Il sapore neutro vi permetterà di utilizzarlo sia per preparazioni dolci, che per preparazioni salate. La consistenza data dal grasso della nocciola vi permetterà di avere un liquido nutriente che possa sostituire il latte vaccino anche come semplice bevanda.

Se lo voleste più o meno corposo (lasciandolo in frigorifero vedrete la panna affiorare in superficie) aumentate o diminuite la quantità dell'acqua utilizzata.
Non è sensazionale?

abc

Gallette di germogli Alfalfa ai ceci: la scoperta che dà vigore alla missione ‘salute e gusto’

Ne ho sempre ignorato l'esistenza, fino al giorno in cui me li sono trovati davanti agli occhi. Una distesa di germogli, tutti diversi gli uni dagli altri. Così tanti che quelli di soia, ormai una costante nella mia alimentazione, risultavano perfino banali. Avrei potuto prenderli tutti, ma il cuore mi ha dato la possibilità di sceglierne uno, oltre ai classici. Piccoli, delicati, frizzanti, pieni di vita..... ho scelto loro. Alfalfa. Bene, ora imparo qualcosa di nuovo. Nella mia documentazione ho scoperto che si tratta di un'erba medicinale e che è anche preziosissima. Sulla pagina di Germogliamo.it ho scoperto tutta questa ricchezza:
"L'erba medica o alfalfa é la "regina" dei germogli, e tra i più ricchi di contenuti nutritivi: è un'ottima fonte di vitamina C, vitamina K, vitamine del gruppo B, acido folico e sali minerali (ferro, magnesio, fosforo, zinco e altri); è inoltre una buona fonte di proteine (con numerosi aminoacidi essenziali), vitamina A, vitamina PP e calcio. Contiene poi numerosi enzimi essenziali per il processo digestivo, che permettono una facile assimilazione degli alimenti, senza affaticare l'organismo e prevenendo i processi di invecchiamento.
In virtù di queste eccezionali proprietà nutritive, dell'assenza di colesterolo e del bassissimo contenuto di grassi, i germogli di erba medica costituiscono un alimento veramente sano e completo, con un apporto di calorie molto limitato; inoltre, l'elevato contenuto di fibre favorisce una sensazione di sazietà
". 
Cheddire.... valeva la pena di provarci, no? Non so perché, ma ci ho visto subito delle frittatine. Particolari, perché al posto delle uova è entrata in gioco la mia amata farina di ceci. Sono versatili, oltre che sfiziose. Da farcire, arrotolare, accompagnare ad una qualsiasi portata o in purezza, sapranno sicuramente appagare il palato, nutrendo e arricchendo con sapienza il nostro amato organismo. La mia missione cucina sana e gustosa continua!! ^_^

Ingredienti

10 g di farina di ceci
1/2 cucchiaino di semi di cumino
40 g di acqua
100 g di germogli di Alfalfa
10 g di olio evo
sale

Mettete in un recipiente la farina di ceci e unite i semi di cumino.
Aggiungete l'acqua, poca per volta, mescolando con una frusta in modo da non creare grumi. Quando sarà diventata una pastella omogenea, mettetela a riposare in frigo, per almeno un'ora.
Nel frattempo portate a bollore dell'acqua salata. Prendete i germogli, sciacquateli e fateli sbollentare per circa 1 minuto. Scolateli e trasferiteli su un panno pulito. Allargateli e lasciateli asciugare.
Riprendete la pastella, unitevi sufficiente sale (dipende dai gusti, io non eccedo mai e ne aggiungo un pizzico abbondante) e versate l'olio. Mescolate bene, quindi immergetevi i germogli.
Mescolate fino a rendere tutti i germogli avvolti dalla pastella.
Coprite una teglia da carta forno e ungete leggermente la superficie con un pennellino. Portate il forno in temperatura, a 210°.
Prelevate una forchettata di germogli e sistematela sulla teglia, dandole una forma arrotondata e piatta. Procedete fino alla fine e versate su ciascuna galletta un po' della pastella rimanente.
   Infornate su un ripiano piuttosto alto e cuocete per circa 20 minuti. Il tempo di cottura dipenderà dal vostro forno. Controllate che si dorino, ma che non arrivino a colorarsi troppo.
Quando saranno pronte sfornatele e trasferitele su carta assorbente.
A voi il piacere di gustarle e contestualizzarle secondo i vostri gusti. Sono perfette da preparare in aticipo: mantenendole al caldo e facendole gratinare prima di servirle, riacquisiranno la croccantezza che le rende speciali!!

Siete pronti ad una nuona esperienza sensoriale? ^_^
Sono certa che non ne potrete più fare a meno!!

abc

Focaccine d’orzo allo yogurt con zucchine e pistacchi: la cromaticità che racchiude dimenticanze e occasioni

Le vidi pubblicate dalla mia grandissima ispiratrice Claudia, nella sua intensa versione che mi ha conquistato all'istante. Ne salvai la ricetta. Ma, come spesso accade, prima che le provassi sarebbe passato molto tempo. E' davvero difficile che abbia nel frigo dello yogurt. Generalmente lo compro in vista di un'idea precisa di ricetta e, benedetta demenza senile precoce, tutte le volte che vado a fare spesa passo davanti al banco frigo dicendomi che quello yogurt mi servirebbe per fare...... e sistematicamente non ricordo cosa. Non lo compro e torno nel circolo vizioso della mancanza dell'ingediente fondamentale. Ogni volta la solita scena. Caso irrecuperabile. Per fortuna in aiuto è arrivata la mitica Fr@, con la sua personalissima versione. Lo vogliamo chiamare segno del destino? Beh, non ho fatto passare un solo giorno: sono andata a fare spesa e HO PRESO all'istante lo yogurt. Pizzette pizzette pizzette. Avrei voluto scriverlo su una lista della spesa. Pizzette pizzette pizzette. Ma la lista della spesa non ho avuto tempo di farla. Pizzette pizzette pizzette. Va bene, ho dimenticato migliai di altre cose, ma questa volta lo yogurt in casa, almeno, ci è entrato. E l'ho utilizzato nelle pizzette, in una mia personalissima versione. Avrei voluto fare un impasto con gli spinaci, ma avrei mai potuto ricordarmi di prendere anche quelli? Certo che no, e ovviamente nelle mie scorte di porzioni congelate..... neanche l'ombra. Allora mi sono ingegnata. E mi è sembrata una bella idea provarci così ^_^

Ingredienti

100 g di yogurt greco (io 0% di grassi)
50 g di farina di orzo integrale
25 g di farina d'orzo
60 g di piselli
1 zucchina
10 g di parmigiano
10 g di pistacchi
10 foglie di menta fresca
olio
sale
pepe

Utilizzando i piselli dell'orto dei miei genitori, li ho sbollentati e lasciati raffreddare. Il peso indicato è da scongelato. Preparate i piselli in modo da averli cotti e a temperatura ambiente.
Versateli in un recipiente, insieme allo yogurt. Aggiungete il sale e frullate fino a creare una crema omogenea. Lavate le foglioline di menta, asciugatele e aggiungetele alla crema. Frullatele insieme allo yogurt. Amalgamato bene tutto, iniziate a versare le farine, precedentemente miscelate tra loro. Aggiungetene poca alla volta, in modo da valutare la quantità esatta da utilizzare. La tipologia di farina utilizzata varierà la quantità necessaria. L'impasto dovrà essere compatto, ma piuttosto appiccicoso.
Lasciate riposare l'impasto in un recipiente, coperto, per circa un'ora. In questo modo i sapori si armonizzeranno e la pasta acquisirà consistenza.
Nel frattempo dedicatevi alla farcitura.
Sgusciate i pistacchi e puliteli dalle loro pellicine. Pestateli grossolanamente in un mortaio. A me piace che la granella sia piuttosto spessa, perché mi piace la consistenza che conferiscono al morso ^_^
Tagliate, poi, la zucchina in una julienne piuttosto lunga.
Raccoglietela in un recipiente e conditela con olio, sale e pepe.
Lasciatela insaporire.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 200°.
   Riprendete l'impasto. Stendetelo, su un piano infarinato, in una sfoglia spessa circa 1 centimetro. Con un coppapasta tagliate le pizzette. Trasferitele su una teglia coperta da carta forno.
Adagiatevi sopra una forchettata di zucchine, quindi cospargete un po' di pistacchi e una grattugiata di parmigiano.
Infornate la teglia e cuocete per circa 20 minuti, girando la teglia a metà cottura affinché la doratura sia uniforme. Conoscere il proprio forno è essenziale!!!!! Non mi stancherò mai di ripeterlo.
Quando avranno acquisito la giusta doratura, sfornate.
Lasciate appena intiepidire e poi assaporate.
La cottura avrà sciolto il parmigiano, lasciando la leggerezza di un condimento importante, ma non invasivo. E la doratura della pasta renderà croccante e fragrante ogni morso.
Il gusto acidulo dello yogurt, seppur al primo morso possa creare un piccolo shock, conferisce, assaggio dopo assaggio, un piacevole sapore che arriverà a rapire.
E' un insieme di ingredienti simili per cromaticità, ma differenti per sapori. L'insieme è decisamente un'esperienza da provare!
Sicuramente la scelta di farine particolari come quella di orzo, nelle due varianti bianca e integrale, ha dato un aspetto rustico al risultato. Ma la velocità di esecuzione, la totale assenza di lievito e la facilità di cottura, rendono questo piatto una gradevolissima scelta per una cena improvvisata, o per uno sfiziosissimo antipasto.

Ne gradite un assaggio??
abc

Biscotti di riso Venere al cocco: dall’idea all’assaggio per mezzo di un’irresistibile visione audace

Parto dal semplice. Semplice inteso come "scontato". A cosa mai avrei potuto pensare per il mio amato burro salato di arachidi? Inevitabile, un biscotto. Certo, ma vorreste mai che potessi mettere sul piatto della bilancia solo la sfida con questo nuovo ingrediente? Ovviamente no. Ovviamente sono arrivata a questo biscotto andando incontro ad un'esigenza. Sì, ho aperto la mia dispensa e..... di fronte ai "non mangio più lievitati", "non mangio più riso", "non mangio più cereali", (quanto amo i capricci del mio stomaco ^_^) mi sono trovata questo pacco di preziosissimo riso Venere che implorava attenzione. Biscotti!!!!! Biscotti Venere, ma li immaginate? Avrei potuto trasformare questo riso in farina, ed utilizzarla come parte integrante (e non come copertura come in queste indimeticabili crocchette). Ma la luce mi si è accesa su un altro dettaglio: non uso uova, lo so, e allora come posso creare un composto che dia consistenza e compattezza senza richiedere "farina e liquidi"? Ma facciamolo cuocere, prima, questo riso!!!! Così sono nati, passo dopo passo, idea dopo idea, forma dopo forma, questi folli biscotti.
Che hanno girato un po' di palati, lo ammetto, lasciando sempre stupore e incredulità. Dolci, ma non troppo, fragranti, e anche tanto, sfiziosi, ma non grassi. Insomma.... il biscotto perfetto! E tutta la scorta di riso è...... finita qui, nelle centinaia di biscotti che, a più riprese, ho deliberatamente sfornato.

Ingredienti

70 g di riso Venere bollito
35 g di malto di riso
45 g di burro salato di arachidi
60 g di semolino di riso
20 g di cocco in scaglie
zucchero di canna grezzo per la rifinitura

Fate bollire il riso Venere in abbondante acqua salata (ma non troppo!). Quando sarà ben morbido, dopo i 40 minuti di cottura, scolatelo e fatelo raffreddare.
   Versatelo in un boccale e unitevi il malto di riso e il burro di arachidi. Azionate le lame e frullate tutto fino a creare un composto alquanto omogeneo.
Unite, a questo punto, il semolino di riso e il cocco. Impastate bene tutto, fino a quando gli ingredienti saranno ben amalgamati.
Formate un panetto, con l'impasto, e avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente. Lasciate riposare in frigorifero per almeno un'ora.
Trascorso il tempo, prelevate poco impasto alla volta, formate una pallina lavorandolo tra le due mani e schiacciateli delicatamente con un dito, in modo da formare un incavo nel centro.
Sistemate i biscotti, così formati, su una placca coperta da carta forno.
Portate il forno in temperatura, quindi inserite la teglia e procedete la cottura a 180°, per circa 30/40 minuti.
I biscotti dovranno asciugarsi e diventare croccanti, ma non dovranno bruciare.... e il passo è davvero breve ^_^ Controllate la cottura in base al vostro forno.
Quando saranno pronti sfornateli e sistemateli su una gratella, per farli raffreddare.

Raffreddando acquisiranno consistenza e manterranno la loro perfetta fragranza.
Potrete conservarli per molti giorni in un barattolo di vetro, oppure in una scatola di latta.

Il sapore del riso Venere conferisce un aroma unico, che emerge morso dopo morso e inebria il palato. Il profumo..... indescrivibile!!

Se vorrete potrete spolverare dello zucchero di canna sui biscotti appena sfornati: la nota dolce completerà il panorama di sapori.


abc

Burro salato di arachidi: il ‘mai più senza’ che merita uno spazio tutto suo

Sono stata combattuta per lungo tempo sull'idea di dedicare uno spazio tutto suo a questo burro. "Scontato!!", continuavo a dirmi. Ma, per ogni "scontato!!!!", mi dicevo "però lo hai usato qui, e anche qui, e nel giro di una settimana l'hai fatto 3 volte!!!". Alla fine mi sono convinta, e l'ho fatto per un semplicissimo motivo. Sono una irriducibile salutista, sempre in cerca di soluzioni che possano convincere a spodestare alimenti poco amici del nostro organismo (e per certi aspetti anche poco affini ad approcci etici in stile vegano). E se nel mio piccolo voglio dimostrare che "questo sia possibile", devo abbattere ogni barriera del lo do per scontato. Vorrei che per ciascuno voglia approcciarsi a questo modo di vivere la cucina e l'alimentazione, il pensiero possa esserre "è assolutamente alla portata!!". Questo burro è decisamente calorico, per cui un dolce a base di burro di arachidi non sarà di certo dietetico. Ma è anche ricco di grassi sani che, con le dovute cautele sulle dosi, può fornire preziosi nutrienti al nostro corpo. Ed è un burro che, per consistenza, può sostituire il burro classico e, per tipicità, può insaporire pietanze in piena semplicità. Allora ecco uno spazio tutto suo. Perché lo merita e perché qui può manifestarsi in tutta la sua magnificenza. Fatene buon uso!! ^_^

Ingredienti
 
120 g di arachidi tostate non salate
1 cucchiaio di olio evo
1 g di sale fino

Pulite le arachidi, liberandole dalle loro pellicine. Inseritele in un boccale e unitevi il sale.
Azionate le lame, facendole lavorare per 10 secondi alla volta. Ad ogni pausa riportate le bricioline depositate sulle pareti del boccale sul fondo, e procedete con una nuova fase.
Procedete in questo modo fino a quando si creerà una crema. Quindi aggiungete, a lame in funzione, l'olio evo. Lavorate ancora tutto fino a quando la crema sarà omogenea.
Travasate tutto in un contenitore e ponetelo in frigorifero. Con il raffreddamento acquisirà compattezza e diventerà consistente come il burro e cremoso, come una crema mou ^_^
Durerà diversi giorni, ma tutto sta a voi.... potrebbe finire molto prima!!!

Utilizzatelo nella preparazione di dolci, oppure negli impasti salati, ma anche.... No, non vi anticipo ancora nulla!!!! Per me è una vera rivelazione.

Ma..... a piccole dosi ^_^

abc

Crema di ricotta alla rucola e nocciole: l’eleganza accessoria che arricchisce e dà carattere

Quando preparai questi favolosi sesamini, la mia testolina elucubrava già su una salsa deliziosa e sfiziosa con cui presentarli e assaporarli, in un piacevole aperitivo. Seppur abbia AMPIAMENTE apprezzato l'accostamento con il cioccolato fondente (che con il dolce/salato dei biscottini ci sta davvero d'incanto), devo ammettere che questa nuvola avvolgente e delicata non ha fatto altro che dare vigore e completezza a questi stuzzichini.
E' una ricetta non ricetta, una semplice suggestione di sapori. La ricotta rappresenta una base delicata a cui si possono unire gusti e consistenze diverse e adattabili ai piaceri personali. Però per me, e per l'accostamento a questi biscottini, sono risultati la scelta vincente. Lo confesso, il ditino sul fondo della coppetta ci è scivolato beatamente ^_^
Proposta semplice, di facile e veloce esecuzione, che vi farà fare bella figura anche in caso di una visita improvvisa!! Provare per credere.

Ingredienti

100 g di ricotta vaccina
20 g di rucola
15 g di nocciole
10 g di semi di sesamo
5 g di olio evo
sale rosa dell'Himalaya

Lavate la rucola e asciugatela delicatamente. Inseritela in un boccale, unendo l'olio, le nocciole e i semi di sesamo. Tritate tutto fino a creare una salsa piuttosto fine, ma non troppo omogenea.
Unite, quindi, la ricotta e un pizzico di sale rosa. Mescolate tutto, fino a rendere la salsa bella cremosa e ben amalgamata.
Assaggiatela e correggetela, eventualmente, con ulteriore sale.
Volendo potrete aromatizzarla a piacimento. A me è piaciuta così, leggera e delicata.
Lasciatela riposare in frigorifero per circa mezz'ora. In questo modo i sapori si armonizzeranno perfettamente e la salsa diventerà irresistibile.
Servitela in piccole cocottine monoporzione, oppure in una ciotola centro tavola e gustatela, con verdure, grissini, salatini, oppure..... sesamini ^_^

In fondo questa salsa è nata proporio per loro!!

Veloce, no? ^_^


abc

Caciotta alla piastra con pesche al basilico e pompelmo: una vita, un giorno, il per sempre

Ad un mese esatto da quel giorno importante, vi parlo delle emozioni che sono nate e che custodisco dentro di me, e le racchiudo tutte in questo piatto.
Per lunghi anni le vacanze di famiglia ci vedevano, mamma papà mio fratello ed io, condividere le tradizioni e la vita del paese natale di mio padre: Barrea, parco Nazionale d'Abruzzo. I profumi che sentivo lì erano unici e le usanze di quel paesino sul lago, arrampicato su interminabili scalini, rendevano gioiosi i giorni trascorsi insieme.
Ormai era da molto tempo che questo non succedeva: tutti e quattro, in quella terra, non ci eravamo più tornati. Non prima di un mese fa. Papà aveva un desiderio, il suo ultimo desiderio. Voleva ricongiursi alla sua terra, diventarne parte, guardare e nutrire i suoi amati faggi. E per noi questa è diventata una necessità. Ma anche una grande sfida. Rirovare quei profumi, rivivere quelle stradine, il sorriso degli amici di sempre, l'accoglienza di un paese generoso.... è stato così intenso e così forte che..... mai avremmo immaginato quanto questo ci avrebbe segnato.
In una delle cene di quei pochi giorni di permanenza, l'amico d'infanzia di papà ci ha fatto assaggiare, nel ristorante del figlio Danilo, un piatto pazzesco. Una semplicissima fetta di caciotta, scottata su una piastra rovente e coperta da caramello e noci. E' stato un attimo: mamma ed io ci siamo guardate, ci siamo scambiate un complice gesto di assenso e ho capito che, presto, avrei replicato quel piatto. Ma con l'interpretazione in chiave cuocherellona.
Siamo ripartiti pieni di tanti pensieri, tanti omaggi e quella caciotta. Ed è stato inevitabile proporla. Inevitabile parlarvene. Inevitabile farvene assaggiare la semplicità e la meraviglia. Inevitabile portare sulla vostra tavola una manciata di vere emozioni.
Nella vita, ho imparato, che sono le difficoltà a regalarci le migliori occasioni per imparare, per crescere e confrontarci con noi stessi. Ed è nelle difficoltà che capisci realmente chi è amico e chi solo comparsa. Papà, laggiù, ne aveva davvero tati di amici. Amici che ora non risparmiano di dimostrare a noi il loro affetto. Grazie di cuore a tutti. So che qualcuno di voi mi legge in queste pagine. Arrivi forte e sentito il mio, il nostro grande abbraccio ^_^

Ingredienti

1 fettina di caciotta di vacca
1 pesca
10 foglioline di basilico fresco

1 pompelmo rosa
10 g di nocciole
sale
olio evo

Lavate la pesca, asciugatela e tagliatela a dadini, tenendo da parte 3 fettine.
Fate scaldare un filo di olio evo in una padella. Lavate le foglioline di basilico, asciugatele delicatamente e spezzettatele finemente.
Lavate il pompelmo e grattugiatene metà della scorza, facendo attenzione di non utilizzare la parte bianca.
Unite scorza e basilico in padella e fate soffriggere leggermente.
Versate, quindi, la pescha tagliate a dadini e lasciate cuocere, e insaporire, fino a quando sarà morbida. Spremete il pompelmo e, quando si sarà asciugata, bagnate la pesca, in modo che rimanga sempre cremosa.

Nel frattempo scaldate una piastra (o una padella antiaderente). Non aggiungete grassi. Quando sarà molto calda, adagiatevi la fettina di caciotta.

Fatela rosolare a fiamma viva fino a quando si sarà formata una crosticina. Dovrà rosolarsi, ma non sciogliersi. A questo punto girate la caciottina e fatela rosolare anche dall'altra parte.
Quando sarà pronta, trasferitela in un piatto.
Copritela con la dadolata di pesche al basilico e unitevi, a mo' di decoto, le fettine di pesca tenute da parte, che avrete fatto rosolare sulla piastra.
Pestate in un mortaio le nocciole, in modo che rimangano piuttosto grossolane.
Spargetele sulla superficie e servite.
E' bene che il piatto sia caldo, in modo che il formaggio non raffreddi e che mantenga, in questo modo, la morbidezza e la sua totale avvolgenza, tra la pasta filante della caciotta e la dolcezza delle pesche.

La provenienza del formaggio è sicuramente garanzia di riuscita. L'amore che vi lega ad un piatto, garanzia di apprezzamento.


abc

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