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Bocconcini di pane alla segale: il piacere di concedersi uno sgarro e di condividere amore

Seppur faccia soggettiva difficoltà a resistere di fronte ad una qualsiasi forma di pane, soprattutto se scrocchiosa, ho imparato a tenermi lontana dalla tentazione di addentarne morsi, cambiando un po' le abitudini di alimentazione. L'unica occasione per cui il pane non manca dalla mia tavola è quando ho ospiti. Non posso certo obbligare dei cari amici a privarsi di un piacere simile ^_^ E mai possa accadere che sulla tavola compaia un pane acquistato. Perché, voglio dire, dal momento che debba essere pane, che almeno sia impastato con le mie manine ^_^ Così diventa un'occasione per sperimentare forme nuove (ma non ditelo ai miei ospiti) e per cedere al piacere della rarità, con qualcosa di genuino. Poi volete mettere la gioia del mettere le mani in pasta e di sporcarsi di farina, paciugarsi fino al gomito e ridurre la cucina ad una polveraia che non teme inquisizioni? Questo pane, anche lui, nasce così. Non un'idea precisa. Solo farine selezionate (e buonissime) e tanto amore da far defluire. Sono venuti speciali: fragranti, scrocchiosi, soffici nel cuore e avvolgenti. Sia in un contesto salato..... sia con un bel quadrotto di cioccolato, sanno farsi apprezzare al meglio!!

Ingredienti

225 g di farina Petra 1
75 g di farina di segale Jurmano
mescolae e così suddivise:

Per il poolish
150 g di farina (75% di Petra 1 e 15% di segale Jurmano)
18 g di lievito madre essiccato (naturale)
150 g di acqua

Per l'impasto
Poolish
150 g di farina (75% Petra 1 e 15% di segale Jurmano)
10 g di lievito madre essiccato
60 g di acqua
8 g di sale
22 g di malto di riso

Setacciate e mescolate le farine. Prelevatene 150 g e metteteli in una terrina, insieme allo lievito madre secco. Aggiungete 150 g di acqua e mescolate velocemente fino a quando tutta la farina sia bagnata. Coprite con la pellicola trasparente e lasciate riposare circa 3 ore.
Trascorso il tempo pesate e preparate tutti gli ingredienti che vi serviranno per l'impasto. Io ho eseguito tutto a mano, senza ausilio del Bimby o di qualsivoglia impastatrice.
Unite alla restante farina il lievito e mescolate. Poi unite il poolish. Aggiungete l'acqua e il malto di riso e impastate fino ad ottenere un composto omogeneo. Per ultimo unite il sale. Impastate ancora cercando di dare una consistenza uniforme alla pasta. Risulterà piuttosto appiccicosa, ma evitate di unire altra farina.
Ponetelo in una terrina, copritelo con la pellicola trasparente e lasciatelo lievitare fino al raddoppio. A me ci sono volute circa 4 ore. Quando sarà pronto scoprite l'impasto, trasferitelo su una spianatoia infarinata ed eseguite le pieghe come dimostrato nel video. Lasciatelo riposare ancora una decina di minuti, poi tagliatelo in pezzature a vostro piacere. Io ho ottenuto tanti bocconcini, ma potreste creare anche dei filoncini.



Disponeteli su una teglia coperta da carta forso leggermente infarinata e lasciateli riposare per circa un'ora.
Accendete, quindi, il forno e quando avrà raggiunto la temperatura di 190° infornate e lasciate cuocere per 30 minuti circa.
Controllate che la doratura sia uniforme. Il tempo di cottura potrà variare in base alla dimensione delle vostre forme e in base alle caratteristiche del forno. Regolatevi di conseguenza. Quando sarà pronto, sfornate il vostro pane e lasciatelo raffreddare.
Ecco pronti i vostri bocconcini fragranti, da gustare da soli, oppure da farcire come meglio crediate.

Di certo c'è che la scelta di farine speciali e assolutamente di qualità vi regalerà una indimenticabile esperienza di assaggio ^_^


abc

Zucchine marinate alla liquirizia: l’imprevendibilità degli eventi in una corsa contro il tempo

"Tu li mangi gli sgombri?". Le mie trasferte torinesi, nella terra di origine, sono sempre caratterizzate dal rito dell'approvigionamento che mi vede carica, quando più e quando meno, di generi diversi di alimenti. Tutti autoprodotti, che siano conserve o prodotti freschi dell'orto dei miei genitori. Al massimo qualche pacco di caffè. Ma lo sgombro, questo davvero mi ha spiazzato. Guardo confusa mia mamma in attesa che la sua domanda abbia un seguito, che possa fare chiarezza. E, lei non mi delude mai, eccola giungere. "Avevamo appena preso due vasetti di filetti di sgombro sott'olio. Mangi anche le alici? Perché le mangiava solo papà.... e non so cosa farmene". Beh, inutile dire che quel poco che ancora riusciva a mangiare mio padre era scelto e di qualità. Quei filetti di sgombro sono signori filetti e sì, cara mamma, li mangio davvero voletieri ^_^ Anche le alici, eh!!?? E tu, caro papocchio, non te la ridere troppo: in fondo c'è da spartire l'eredità che ci hai lasciato in dispensa, ahahahahahah. Chissà perché, però, quei biscottini che hai voluto a tutti i costi e che non sei riuscito ad assaggiare sono rimasti a casa ^_^ Mamma golosa?
In ogni caso eccomi tornata, con il mio bottino, a riprendere la normale quotidianità. La trasferta, che da tre giorni pianificati si è protratta a dieci, ha messo in subbuglio le mie rimanenze di verdura. Urgente la necessità di far fuori il salvabile e..... non sono forse perfette delle meravigliose zucchine "simil carpione" con quegli sgombri? Lo so, sono ancora ben lontana dall'idea di vera cucina, ma la verdura in questa stagione (e in questo periodo) è l'unica cosa che scende volentieri ^_^
Se poi la vivacizziamo con il tocco insolito, beh, qualcosa di Cuocherelloso non può che rassicurare.

Ingredienti

4 zucchine
1 scalogno
2 cucchiaini di farina di riso impalpabile
2 cucchiaini di salsa di soia
1 cucchiaino di olio evo + q.b.
6 cucchiaini di aceto di vino bianco
6 cucchiaini di acqua
1/2 cucchiaino di liquirizia in polvere
sale
pepe
noce moscata

Lavate, mondate e asciugate le zucchine. Tagliatele a bastoncini linghi circa 5 centimetri. Fate scaldate un po' di olio evo in una padella e fate imbiondire lo scalogno affettato sottilmente.
Unite le zucchine. Salate e aggiungete pepe e noce moscata a piacere. Fatele saltare a fiamma viva per qualche minuto, poi abbassate leggermente il fuoco e procedee la cottura per una decina di minuti circa. Dovranno cuocere, ma non ammorbidire troppo.
Nel frattempo mescolate in un piccolo recipiente la farina di riso con la liquirizia, cercando di sciogliere tutti i grumi.
   Unite l'olio, l'acqua, la salsa di soia e l'aceto bianco. Mescolate fino ad ottenere una crema omogenea, non troppo densa.
Versatela sulle zucchine, mescolate bene e coprite la pentola. Abbassate la fiamma e lasciatele insaporire per cinque minuti. Se dovesse rapprendersi troppo, unite un po' di emulsione di acqua e olio. Spegnete il fuoco e lasciatele riposare fino al completo raffreddamento. In questo modo la marinatura impregnerà bene la verdura.
Potrete preparare il piatto la sera prima e servirle il giorno seguente. Conservatele in frigorifero: fresche e saporite sapranno deliziarvi.
Accompagnatele a qualsiasi cosa desideriate. Inutile dire che lo sgombro di papà si è sposato alla perfezione a questi sapori.
Ironia della sorte papà, dai tempi in cui l'orto ne regalava in quantità industriali, non nutriva più questa grande simpatia per le zucchine ^_^ Ma sono certa che ora le apprezzerà anche lui, anche in queste versioni particolari e aromatizzate, cui lui solitamente era poco propenso ^_^
Una figlia davvero troppo particolare per lui, così tradizionalista!! Ma l'assaggio, ora, lo desterà ; ))abc

Crostatine alle fragole con crema di pistacchi al cioccolato bianco: la quotidianità a piccoli passi

Ricomincio. Torno a viaggiare sul mio binario, dopo una fermata importante. Dura. Improvvisa. Difficile. Che mi ha tolto tanto, ma che tanto mi ha dato. Ricomincio. A piccoli passi, come ho sempre affrontato la vita. Due occhi in meno da poter guardare e un vuoto infinito da colmare. Ma anche una presenza costante con cui affrontare i nuovi giorni. Ricomincio dal passato, da una ricetta dolce, preparata (e gustata) parecchi giorni fa. Direi una vita ^_^ Non è facile parlare di qualcosa che, in un certo senso, sento distante. Eppure se penso che in queste crostatine ci sono i sapori che amo, un po' di ghiaccio si scioglie. Fragole, pistacchi e una frolla che non è la solita frolla. Come sono io, sempre quel passo fuori dal consueto. Contrasti di sapori, dolcezza avvolgente, ma non nauseante, freschezza. Hanno accompagnato le mie colazioni e.... lo ammetto, qualche piccolo peccatuccio di gola extra ^_^ Ma in fondo quando la genuinità accompagna il piacere, perché doversi tirare indietro? Così busso alle vostre porte, offrendovi un sorriso, colori vivaci e una dolcezza insolita. Pronta a riprendere possesso della mia dispensa e a lasciare che le mie elucubrazioni trovino nuovamente vita.

Ingredienti

100 g di margarina
35 g di zucchero di canna mascobado
65 g di farina di mais fioretto
65 g di farina di riso
40 g di farina di soia tostata
60 g di farina integrale
20 g di latte di soia
1 pizzico di bicarbonato di sodio
250 g di fragole
1 cucchiaio di malto di riso
200 g di crema di pistacchi

Versate in una ciotola lo zucchero e la margarina (se utilizzaste burro o margarina acquistata, fateli prima ammorbidire). Mescolateli e sbatteteli con una frusta elettrica, fino a renderli morbidi. Aggiungete, poco alla volta, le farine setacciate e mescolate insieme al bicarbonato di sodio. Unite il latte di soia e impastate velocemente.
Formate un panetto, avvolgetelo nella pellicola trasparente e fatelo riposare in frigorifero per almeno 30 minuti.
Nel frattempo lavate le fragole, eliminate il picciolo e tagliatele a spicchi, non troppo sottili.
Fatele saltare in una padella calda con il cucchiaio di malto di riso, per circa 5 minuti. Quindi spegnete la fiamma e lasciate raffreddare.
   Riprendete l'impasto. Stendetelo su una spianatoia infarinata, in una sfoglia di circa mezzo mentimetro di spessore. Ritagliate, con una formina da crostatina, quanti più dischi vi vengano (con queste dosi mi sono venute 8 crostatine da 10 cm di diametro).
Rivestite ciascuno stampo, facendo aderire bene la pasta ai bordi. Riempitele con la crema di pistacchi e cioccolato bianco, quindi sistemate circa 6 spicchi di fragola per ogni crostatina.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 175°. Informate le crostatine e lasciatele cuocere per circa 30 minuti.
   Quando saranno ben dorate sfornatele e lasciatele raffreddare negli stampi. In questo modo non si sbricioleranno. Appena saranno fredde estraetele e assaporatele.

Fresche e leggere, sfiziose e appaganti. Si conservano in frigo, ben chiuse in un contenitore di vetro, per 5 o 6 giorni senza che il sapore venga alterato. Una colazione o una merenda genuina, gustatele in qualsiasi occasione.
Sono sfiziose senza sensi di colpa. Ma creano forte dipendenza ^_^



abc

Insalata di spinaci con ananas e fragole: esserci con i colori, con la vivacità e con la consueta consapevolezza

Come spesso accade, era da molto tempo che avvertivo in testa un ronzio continuo e insistente. Credo che la mia cocciutaggine arrivi proprio da questo: non lascio mai passare stimoli e curiosità senza avere assorbito quanto di nuovo possano darmi. Per me è di vitale importanza confrontarmi con situazioni nuove e, soprattutto, uscirne arricchita.
Spinaci e fragole. Ecco, loro. Non so perché, ma il mio palato suggeriva questo accostamento. L'ananas è seguita a ruota. Ananas e spinaci. Ma immaginate? Contrasti di sapori come questi potrebbero rendere sfizioso anche un piatto estivo veloce!! Mettere tutto insieme è stato davvero irresistibile. L'aggiunta delle noci è stata una scelta di sostanza, oltre che di sapore. Preziosi i suoi elementi, mantengono la leggerezza del piatto e lo completano. In semplicità. Ho leggermente scottato gli spinaci solo perché non erano sufficientemente teneri da utilizzare freschi, ma credo proprio che la bella foglia cruda possa amplificare il piacere di questa insalata.
Vi lascio questi colori, vivi, accesi, pieni di allegria. Vi lascio la mia immancabile impronta salutista. Vi lascio assaporare con estrema tranquillità questo piatto. Vi lascio assaggiarlo, valutarlo, farlo vostro. Vi lascio con la certezza che per qualche giorno non riuscirò a tempestarvi con le mie stranezze cuocherellose ^_^ Ma mi prendo tutti i vostri abbracci, certa che mi daranno la forza necessaria per affrontare questa nuova settimana.

Ingredienti

2 cespi di spinaci
40 g di fragole
4 fettine di ananas fresco
10 g di gherigli di noci
succo di 1/2 limone
olio evo
sale

Pulite gli spinaci e lavateli accuratamente. Metteteli in una padella e fateli cuocere a fiamma bassa, coperti, per 5 minuti. Spegnete il fuoco e lasciate raffreddare.
Nel frattempo pulite le fettine di ananas e tagliatele in tanti piccoli spicchietti. Mettete tutto da parte.
Pulite, quindi, le fragole, lavatele e tagliatele a spicchi.
Adagiate una parte delle foglie di spinaci su un piatto, ben distese.
Copritele con una parte di ananas e con un po' di fragole. Procedete nuovamente con un nuovo strato. Spezzaettate i gherigli di noci sopra, in ultimo.
   Preparate ora un'emulsione con il succo di limone, l'olio e il sale.
Versatelo sull'insalata e servite.
Nulla di più semplice e veloce.
Arricchite l'insalata con del pepe o con spezie a piacere. Ci vedrei bene un po' di zenzero, ma, perché no, anche della cannella.

Arricchite occhi e palato, il piacere di alimentarsi in modo sano non è mai stato tanto semplice e gustoso!! Tanto da non avere bisogno di altro ^_^


abc

Cartoccio di cozze croccanti: la variante “street” come sfumatura dell’interpretazione del cibo

Forse è il silenzio di questa casa, di rientro da due giorni in cui forza e coraggio sono stati richiesti e indossati come fossero la cosa più naturale del mondo. Forse è il desiderio di rientrare nei miei soliti ritmi, nelle mie abitudini, nei miei pensieri, di scaricare le tensioni. Forse è che tutto questo mi manca e sento il bisogno di sentirmi quella di sempre, o di tornare quella di sempre. Come potesse cancellare tutto il resto. Allora scrivo. E un po' lotto con la parte di me che vorrebbe farlo con il solito sorriso, ma che sa di non riuscirci. Vi parlo di questi sapori cercando di riportarli vivi in un presente in cui avere tempo per mangiare e dedicarsi a qualche sfiziosa preparazione non è certo una priorità. Ma ve ne parlo chiudendo gli occhi e immaginando il piacere che ho provato quando, pulendo guscio per guscio, ho nuovamente assecondato la capriola del mio neurone che mi ha dipinto a murales davanti agli occhi: rendi street food queste cozze. Beh, l'ho fatto. Non ci si ferma mai, se non alla fine. Non si riesce a smettere. Croccanti, intense, saporite, ma anche leggere e inebrianti. Le ho presentate in un cartoccio, così, proprio per ricordare quei cibi da strada, come le caldarroste in autunno. E vi garantisco che la buona parte della riuscita di questo semplice piato sta proprio qui. Lavatevi le mani e favorite.

Ingredienti

1 kg di cozze
olio evo
pangrattato di riso

Lavate sotto l'acqua corrente le cozze, pulendole bene e grattandole per togliere tutte le incrostazioni. Mettetele in una padella, copritele e accendete il fuoco. Fatele cuocere fino a quando si saranno aperte.
Spegnete il fuoco e lasciatele intiepidire.
A questo punto sgusciatele una ad una e raccoglietele in una ciotola. Versatevi sopra del pangrattato di riso e mescolate bene, in modo che tutte si impanino uniformemente. Non servirà salarle, poiché saranno decisamente gustose al naturale.
Coprite una teglia con carta forno, ungetene la superficie e sistemate le cozze distribuendole distanziate le une dalle altre.
   Accendete il forno a 200° e, quando sarà in temperatura, infornatele. Fatele cuocere per circa 15 minuti, poi giratele velocemente e fatele dorare uniformemente.
Quando saranno pronte sfornatele. Preparate un cartoccio con della carta per fritti e riempitelo con le cozze stesse. Servitelo molto caldo (potrete tenerlo anche in forno per mantenerlo in temperatura) e sporcatevi le dita.
Cibo da strada, o snack da divano (mi raccomando alle quantità, perché in determinate situazioni il cervello non controlla l'istinto della mano che porta il cibo alla bocca - tanto che mangiare davanti alla televisione è vivamente sconsigliato!! Ma io vi sconsiglio anche di guardare la televisione ^_^) rimarrete in ogni caso soddisfatti.

Potrete proporle anche come appetizer in un buffet, o come gradevole antipastino, magari con una salsa al prezzemolo, o al basilico. O che assecondi il vostro gusto.


   E prima di rientrare in contatto con il mondo.... ricordate di pulirvi le mani ^_^

abc

Fiori di zucca ripieni di feta e olive taggiasche: l’inizio ufficiale delle sfilate di colori estivi

Eccoli, nel loro pieno splendore. Portano con sé tinte calde e intese e la delicatezza di un petalo.  Ed è proprio questo intreccio di contrasti che mi piace. Individuo macchie arancioni negli orti a distanza e poterne cogliere qualche modesta rappresentanza mi rende felice come una bambina.
Nonostante li abbia già proposti in versione cialda, in accompagnamento all'insalata di moscardini e ananas, questo ritengo sia la primo vero piatto a base di fiori di zucca. Confesso che mi mancano molto in pastella, con quel bastoncino di fontina all'interno. Caldi e filanti, come mamma non si risparmiava mai di prepararci. Ma non ce la farei: la dissociazione desiderio e realtà mi fa desistere, anche in quella che potrebbe essere solo una piccola digressione alla consapevolezza. Però mi diverto a interpretarli in base alle mie esigenze e vi garantisco che il risultato è altrettanto sfizioso. La feta, lo sapete, mi ha conquistato, soprattutto quando ho scoperto la versione light. Le olive taggiasche sono quelle doc, omaggio della dolcissima fanciulla bionda che sostiene ogni mio passo di Cuocherellona e di agente di viaggi e, immancabile, è la mia frutta secca. Questa volta sotto forma di anacardi.

Ingredienti

4 fiori di zucca
50 g di feta light
10 g di anacardi
15 g olive taggiasche
6 foglioline di basilico
olio evo
pangrattato di riso

Lavate e asciugate le foglioline di basilico. Mettetele insieme alle olive, agli anacardi e alla feta e tritatele grossolanamente.
Mettete da parte la farcia appena ottenuta e lasciate che insaporisca per un po'.
Nel frattempo prendete i fiori di zucca, privateli del pistillo tagliandoli alla base, facendo attenzione a non aprirli lateralmente.
Sciacquateli e asciugateli con molta delicatezza. Coprite una teglia con carta forno e ungetela leggermente in superficie. Sistemate del pangratato su un piatto.
Prendete un fiore alla volta e riempitelo, delicatamente, con una parte di farcia. Passate velocemente i fiori nel pangrattato in modo da impanarli e poneteli sulla teglia. Irrorateli con pochissimo olio e cuocete in forno a 200° (ma se avete un forno potente basteranno 180°) per circa 20 minuti, fino a quando saranno ben dorati.
Fate attenzione che tenderanno a scurire facimente. Sfornateli un momento prima.

Serviteli caldi e assaporatene la fragranza.
Io li ho accompagnati con una versione particolare di cozza gratinata, di cui presto vi parlerò, ma potrete sbizzarrirvi secondo i vosti gusti e le vostre esigenze.

Saporiti e allo stesso tempo delicati, dall'effetto cromatico garantito, sono un piacevole modo di assaporare l'estate.



abc

Chiocciole di peperone al forno con acciughe e bacche di Goji: la sfida che va presa di petto

Esistono varietà di verdure che danno libero sfogo alla mia fantasia, e varietà che mi creano una sorta di blocco. Considerata la mia natura per niente arrendevole e la mia tendenza ad intraprendere sempre il sentiero più tortuoso (che gusto ci sarebbe, se no?), ho deciso di concentrarmi su quanto mi mette in difficoltà. I peperoni. Tipico ortaggio della stagione calda, il peperone mi ha sempre attratto per i suoi colori intensi e per il loro sapore deciso e avvolgente. In tempi non sospetti, quando il mio stomaco macinava anche le pietre, mangiavo peperonate su peperonate e poi ancora, perché non ne avevo mai a sufficienza. Ecco, oggi non è più così ^_^ Solo il pensiero di un peperone da mangiare con la buccia mi fa drizzare l'epitelio. E vi garantisco che non è simpatico. La soluzione esiste, certo, arrostendo questi bei fagotti e privandoli della pellaccia ostica. Ma, una volta arrostiti, in quanti modi si possono trasformare e interpretare le sue falde? Buio. Buio pesto. E' qui che entra in gioco il mio spirito guerriero. Fermarsi davanti ad un punto di domanda non è da me. Rosicchia di qua, rosicchia di là, la strada la devo trovare. Questa volta ci ho provato così.

Ingredienti

1 falda di peperone rosso arrostito
1 falda di peperone giallo arrostito
1 falda di peperone verde arrostito
5 g di bacche di Goji
10 g di olive taggiasche
3 filetti di acciuga sott'olio
10 g di parmigiano
pangrattato (io di farina di riso)
olio evo
sale

Sistemate su un tagliere le bacche di Goji, i filetti di acciuga ben sgocciolati, le olive e il parmigiano. Con l'aiuto di una mezzaluna riduceteli in briciole non troppo fini.
Non ho messo in ammollo le bacche perché avrebbero reso troppo morbido l'impasto. In questo modo mantengono la farcitura compatta e danno un sapore deciso.
Spargete su un piatto il pangrattato e adagiatevi sopra una falda di peperone.
   Coprite la superficie con una parte di farcia e arrotolate su se stesso il peperone. Passatelo bene nel pangrattato e tenetelo da parte. Ripetete l'operazione con le altre due falde.
Tagliate ciascun rotolino ottenuto in quattro. Infilzate su uno spiedo una chiocciolina per colore e ponete tutto su una teglia leggermente unta.
Accendete il forno a 200°. Quando sarà in temperatura versate un filo d'olio sugli spiedini e infornate.
Cuocete per 20 minuti, girando un paio di volte le chioccioline, in modo che cuociano uniformemente.
Quando saranno ben dorate sfornatele e lasciatele intiepidire leggermente.

Servitele su seplicissime foglie di insalata. Assaporatele in semplicità, oppure accompagnatele a qualche salsina delicata. Sono un ottimo appetizer, ma possono anche essere un gustosissimo accompagna,ento ad un piatto di riso basmati, condito solamente con un filo di olio.
A voi la fantasia di presentazione. In ogni caso, racchiuso in queste chiocciole, c'è un concentrato di sapore e di piacere.
Le papille gustative sorrideranno e l'epitelio si addolcirà.


Sfida superata e palato appagato. Cosa chiedere di più?


abc

Crostata chiusa con pere e cioccolato bianco: prospettive che cambiano, risultati che si affermano

A voler guardare la realtà da una certa prospettiva potrei raccontarvi che, per poter addentare questa crostata, sono passata davanti al piatto della frutta, leggermente scostato dal centro del tavolino, per giorni e giorni, aspettando la maturazione giusta del frutto, in modo da poterne estrapolare tutta la dolcezza e la pienezza. Giorni a dire no, è ancora presto e a resistere alla tentazione di affettare quelle delizie per farcire questa frolla. Ma la prospettiva realistica della faccenda è tutt'altra. I giorni sono passati, certo, e neanche pochi. E ogni giorno passavo, certo, davanti al piatto della frutta leggermente scostato dal centro del tavolino. E tutte le volte guardavo quegli splendidi frutti, sì. Ma la verità è che, con lo sguardo di supplica, imploravo che non maturassero troppo velocemente. Che mi lasciassero arrivare al momento in cui avrei potuto impastare la frolla che le avrebbe ospitate, senza deperire prima. Implorando di avere rispetto e pietà per le mie giornate folli, strattonate tra impegni, lavori, imprevisti, varie ed eventuali. Ma alla fine cosa fa una prospettiva, quando il risultato è questo? Perché per ora, voi, non potete ancora assaggiare, lo so. Dovreste avere almeno il tempo di reperire gli ingredienti, guardare quelle pere maturare fino al punto giusto nel piatto leggermente scostato dal centro del tavolino, sporcarvi le mani e attendere la cottura.... ma, questa crostata sale sul primo gradino del podio di tutti i dolci mai fatti. E se qualcuno (non faccio nomi, dolce fanciulla bionda dagli occhioni azzurri e dal viso di Eva Kant, che leggi quotidianamente, che sbavi sul video e che consigli La Cuocherellona a chef professionisti) osasse difendere il primato riesumado la crostata con farina di castagna alla crema di mele e bacche di Goji, risponderei no, mia cara.... questa la batte inesorabilmente!!

Ingredienti

3 pere williams
150 g di farina integrale
50 g di farina di segale Jurmano
70 g di margarina
30 g di zucchero di canna mascobado
1 cucchiaio di zucchero di canna 
25 g di latte di soia
50 g di cioccolato bianco
scorza di 1 limone bio non trattato
1 pizzico di bicarbonato di sodio

Prendete le pere e sbucciatele. Liberatele dal torsolo e tagliatele a spicchi non troppo sottili.
Scaldate una padella e adagiatevi gli spicchi. Cospargeteli con lo zucchero di canna e fateli rosolare a fiamma viva per qualche minuto. Non dovranno ammorbidirsi oltremodo, ma solo insaporirsi. Spegnete il fuoco e lasciate raffreddare. Nel frattempo preparate la pasta frolla.
Setacciate le farine e mettetele in una ciotola capiente. Grattugiate la scorza del limone, precedentemente lavato e asciugato e unitela alle farine. Aggiungete lo zucchero di canna, il pizzico di bicarbonato e mescolate tutto. Aggiungete la margarina e impastate velocemente, cercando di amalgamare tutto. Unite il latte di soia (o quello che desiderate) e continuate a lavorare la pasta, compattandola bene.
   Formate un panetto e mettetelo a riposare in frigorifero, coperto, per almeno mezz'ora.
Trascorso il tempo riprendete l'impato e dividetelo in due.
Iniziate a stendere la prima parte in una sfoglia rotonda che arrivi a foderare uno stampo dal diametro di 28 centimentri. Lavorate con delicatezza l'impasto, poiché tenderà a rompersi facilmente. Distribuite sulla superficie gli spicchi di pera e spezzettateci sopra il cioccolato bianco. Non ho voluto aggiungere croccantezza, ma qualche gheriglio di noce o un po' di nocciole spezzettate ci starebbero d'incanto.
Stendete, ora, la seconda parte di impasto in una sfoglia uguale alla prima e coprite la base farcita. Sigillate bene i bordi. Se si romperà non crucciatevi, il risultato in cottura sarà superbo ugualmente ^_^
Cuocetela a 180° per 50 minuti (abbiate cura di valutare le caratteristiche del vostro forno, poiché è chiaro che il mio tenda ad essere clemente e dolce, e ad adeguare il tempo di cottura). Quando sarà cotta sfornatela e lasciatela raffreddare completamente.
E' importante che, al taglio, sia fredda, diversamente si sbriciolerebbe irrimediabilmente.

Non sto qui a spiegarvi la bontà, certa che non ci sarebbero parole che possano rendere giustizia.
Vi dico solo che, gustata a spicchi ha il suo perché, ma tagliata a quadrotti e servita a mo' di biscotto farcito saprà deliziare ogni dopo pasto, ogni colazione ed ogni piccolo spuntino che ci si voglia concedere, a qualsiasi ora del giorno e.... occhio alla notte!
In fondo ci sono farine preziose, i grassi sono ridotti, gli zuccheri anche e quel peccatuccio di gola che è il cioccolato fa da grande cornice a tanta succosissima frutta.

Più genuino e goloso di così!!!!!! ^_^


abc

Cheesecake salata al basilico con fiori di zucca croccanti: la genetica del gusto nella migrazione di pensieri

Alla fine devo cedere. Ci penso, rimando, valuto l'importanza nutrizionale, ci ripenso, aspetto, pianifico, mi concentro su altro. Ma alla fine lei torna. La cheesecake è una torta che fa parte del mio DNA. Non ci posso fare niente. E' l'unica preparazione che non riesco a stravolgere più di tanto. Perché mi piace così: naturale, nella sua semplicità. Una base biscottata e una crema intensa. Cotta o no. Salata o dolce. Ma di base è lei.
Questa volta ho voluto provarla in una cottura senza uova. Sapete che sono un'irrecuperabile maniaca delle regole e quell'uovo, in mezzo ad una così importante quantità di formaggi e quindi proteine (e grassi!!!!), davvero sarebbe stato eccessivo. Ho sperimentato (così, perché alla fine, seppur non mi senta di stravolgere questa preparazione, non riesco ad esimermi dallo sperimentare) l'utilizzo della lecitina di soia come addensante e vi garantisco che il risultato è stato notevole. Ho scelto formaggi magri, seppur di formaggi si parli e ho optato per una certosa cremosa per ovviare alla mancanza di panna. L'aromatizzazione del basilico ve la lascio solo immaginare. Mi sono leggata i baffi e anche le bricioline rimaste solitarie....

Ingredienti

Per la base
55 g di gallette di amaranto e semi di sesamo
45 g di anacardi tostati non salati
15 g di semi di lino
30 g di margarina

Per la crema di formaggio
200 g di ricotta vaccina
100 g di formaggio spalmabile light
100 g di certosa light
65 g di latte (io vegetale)
10 foglie di basilico fresco
2 g di agar agar
sale

Per le sfoglie di fiori
4 fiori di zucchina
1 cucchiaio di parmigiano
1 cucchiaio di pangrattato di farina di riso
olio evo

Versate in un boccale i semi di lino. Tritateli, in modo da spezzarli.
Unite le gallette e gli anacardi e tritate nuovamente, fino a creare un insieme di briciole piuttosto fini. Unite la margarina e impastate bene.
Versate le briciole in una teglia foderata di carta forno (io ho usato uno stampo da 22 cm di diametro). Compattatela bene sul fondo, creando uno strato uniforme. Mettete la teglia in frigorifero a raffreddare bene.
   Lavate le foglie di basilico e asciugatele bene. Mischiate i differenti formaggi e frillate tutto, insieme alle foglie, aggiungendo sale a piacere. Stemperate l'agar agar nel latte e portatelo a bollore, mescolando in continuazione. Fatelo bollire per un paio di minuti, dopodiché versatelo nella crema di formaggi e miscelate bene il tutto.
Versate la crema sulla base biscottata e livellatela bene. Cuocetela in forno a 200° per circa 30/40 minuti. Controllate che la superficie si colori uniformemente.
Nel frattempo pulite i fiori di zucca. Lavateli delicatamente e asciugateli. Tagliateli a strisce e versatevi sopra un filo di olio. Girateli, in modo da condirli tutti uniformemente.
Miscelate tra loro il parmigiano e il pangrattato. Impanate i fiori, poi sistemateli su una placca da forno.
Quando la cheesecake sarà cotta sfornatela e infornate i fiori, irrorati con un filo di olio evo.
Cuoceteli fino a quando satanno dorati e croccanti. Nel frattempo fate intiepidire la torta.
Quando la vedrete ben compattata estraetela dalla teglia, tagliatela a fette e servitela, accompagnata dalle cialde di fiori di zucca.

Intensa e avvolgente, da tiepida vi regalerà fragranze e aromi indimenticabili. Ma fredda, anche il giorno successivo (vi pare che mi sia potuta mangiare in una sola volta tutto questo popò di torta!!! Ma neanche in due volte e neanche in tre ^_^) vi lascerà senza parole. Se ne è convinto anche il mio vecchio (alias papà).

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Insalata di moscardini con ananas e pomodorini caramellati: il lato artistico di un frigorifero vuoto

Davanti ad un frigorifero vuoto, in cui quella particella di sodio solitaria potrebbe davvero sentirsi disorientata, le sensazioni possono essere due: mi prende lo sconforto e mi sale la depressione da casalinga frustrata, oppure si scatenano le fantasie più bizzarre su come tingere nuovamente i ripiani della cella bianca. Il momento di sconforto c'è, di questi tempi, quando dico una carota c'è ancora, vado domani a fare spesa. Ma è un istante, terminata la carota e messa davvero alle strette, la fantasia più sfrenata si scatena all'impazzata. Sogno colori esotici, tonalità intense, calde, dolci. Insolite. Prendo questo, poi magari faccio scorta di quest'altro. E perché no, con questo ci sta bene quello. Faccio una lista? Generalmente quando ho il frigo libero (in altre parole carta bianca) posso davvero fare disastri con un carrello tra le mani. Ma materialmente il tempo per fare una lista della spesa, è assurdo, non c'è. Ripeto meccanicamente ciò che mi occorre, traccio rotte in casa per toccare tutti i punti in cui potrebbe mancare qualcosa, in modo che, ripercorrendoli mentalmente nel momento della spesa, passo dopo passo, tappa dopo tappa, possa ricordare tutto. Immancabilmente manca qualcosa. Ma gli ingredienti di questo piatto, questa volta, ci sono TUTTI. Così l'ho immaginato, senza un perché. Ho pensato che l'ananas con il pesce stesse bene. E ho pensato che un rinforzo potesse essere prezioso. Ho caramellato i pomodorino. Pachino, i miei preferiti. E ho colorato tutto con i miei amati pistacchi. Ora il frigo è ricco e vivo e la fantasia viaggia sempre ad ali spiegate.

Ingredienti

1 moscardino (170 g circa)
6 pomodorini Pachino
1 fetta spessa di ananas
10 g di olive taggiassche
10 g di pistacchi tostati non salati
1 cucchiaino raso di zucchero (io avevo del fruttosio da smaltire)
1 spicchio d'aglio
olio evo
1 cucchiaino di aceto balsamico
sale
pepe
noce moscata
zenzero in polvere

Pulite bene il moscardino, sciacquatelo e fatelo cuocere in una pentola, in cui avrete fatto insaporire uno spicchio d'aglio in un filo di olio caldo. Coprite e lasciate che cuocia, a fiamma media, per mezz'ora circa. Giratelo un paio di volte. Non salatelo, poichè lascerà già un liquido sapido. Aggiungete zenzero e noce moscata a piacere e fate proseguire la cottura fino al termine.
Lavate e tagliate a metà i pomodorini. Metteteli in una terrina e conditeli con sale, olio, zucchero e aceto balsamico. Scaldate una padella e adagiateveli dalla parte della polpa. Coprite e fate cuocere a fiamma bassa, fino a quando saranno caramellati. Girateli dalla parte opposta e procedete per altri 5 minuti. Spegnete il fuoco e lasciate che raffreddino.
Passate all'ananas. Pulite la fettina dalla buccia e ricavate tanti cubetti, non troppo grossi. Scaldate una padella con un po' di olio e, quando sarà molto calda, buttatevi la dadolata. Salate e pepate a piacere. Fate cuocere a fiamma viva facendo rosolare uniformemente l'ananas. Quando sarà pronta spegnete il fuoco e fatela raffreddare. Nel frattempo anche il moscardino sarà cotto. Scolatelo dal liqiodo di cottura e lasciatelo intiepidire.
Pulite i pistacchi, sgusciandoli e liberandoli dalle pellicine. Pestateli con un mortaietto e metteteli in una terrina. Aggiungete le olive taggiasche.
Tagliate il moscardino a tocchetti e unitelo agli altri ingredienti. Terminate con i pomodorino e l'ananas, condite con un po' di olio a crudo e lasciate raffreddare completamente, in modo che insaporisca bene. Una volta che avrà riposato, servitela, spolverizzandola con dei pistacchi sbriciolati.
Volendo potrete anche gustarla tiepida. Il dolciastro dell'ananas e dei pomodorini legheranno benissimo con il sapore deciso del pesce e le olive, insieme ai pistacchi, sapranno dare un tocco di sapore differente, che renderà il piatto assolutamente invitante.
La tavola si dipinge d'estate, i sapori travolgono e la freschezza di un piatto leggero e gustoso vi accompagnerà, boccone dopo boccone. Servito come portata principale o come antipasto, secondo il vostro gradimento.abc

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