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Biscotti alla crusca con noci e nocciole: il “vidi, volli e interpretai” di un giorno come tanti

Li adoro dai tempi, i biscotti di questo tipo. Fragranti e pieni, croccanti e ruvidi, direi grezzi. Sono tra l'elenco di quelle cose per cui basta uno sguardo, e non resisto. Devono essere miei, perché l'occhio li ha immortalati e proiettati diretti sul palato. Ecco, questi biscotti per me sono così. E così lo sono stati, quando, in quella che sembrava una tranquillissima mattinata di primavera, la pazza, unica e meravigliosa Monique me li schiaffa sotto il naso. Il cuore si ferma, poi palpita a dismisura. La salivazione aumenta. Inizio a scorrere la lista degli ingredienti e a compiacermi per quanto la mia dispensa mi supporti sempre, in casi simili. C'è la parolina magica: avena. E c'è la mia grande alleata: la frutta secca. Non ci penso un solo istante. Prendo la lecitina, la metto in ammollo e inizio a prepararmi la dose necessaria di margarina per sfornare il maggior numero possibile di biscotti. I suoi biscotti. A mio modo, non me ne voglia Monique, con la mia solita reinterpretazione salutista, mi delizio di infinita bontà. Spiegarvene la pienezza è impossibile: aprite la dispensa e sporcatevi le mani. Non ve ne pentirete!!

Ingredienti

75 g di farina di tipo 1 Petra 5
20 g di farina di soia
40 g di crusca di avena
25 g di crusca di grano
65 g di margarina
40 g di zucchero di canna grezzo
40 g di nocciole
30 g di gherigli di noci
4 g di polvere liebitante bio a base di cremor tartaro
1 uovo
1 pizzico di sale

Sgusciate le nocciole (le mie arrivano direttamente dall'orto di famiglia) e le noci. Pestatele grossolanamente in un mortaio e tenetele da parte.
Versate in una ciotola lo zucchero, unitevi la margarina e sbattete con una frusta elettrica, fino ad ottenere una crema morbida. Unitevi l'uovo e continuate a lavorare con la frusta.
Unite la crusca di grano e la crusca di avena e mescolate fino a quando il composto risulterà omogeneo.
   Versate, quindi, le farine setacciate e la polvere lievitante, insieme al pizzico di sale. Impastate, prima con una spatola, poi a mano, fino a quando sarà completamente assorbita.
Aggiungete, a questo punto, la frutta secca e impastate fino ad incorporarla bene. Impastate velocemente, in modo che la pasta non si surriscaldi troppo a contatto con le mani. Quindi datele la forma di un panetto, avvolgetela in un foglio di pellicola trasparente e lasciatela riposare in frigorifero per almeno mezz'ora. Io l'ho lasciata circa un'ora. Trascorso il tempo accendete il forno a 170°.
Riprendete l'impasto e stendetelo, come se faceste gli gnocchi, facendolo scivolare sotto le mani, in un salsicciotto di circa 5 cm di diametro. Tagliatelo a tocchetti spessi un paio di centimetri e schiacciate ciascun pezzo formando una cialda, che adagerete su una teglia rivestita da carta forno. Fate risposare i biscotti appena formati per qualche minuti in frigorifero e, quando il forno sarà in temperatura, infornate.
Cuocete per circa 35 minuti (ma controllate la cottura, in base alle caratteristiche del vostro forno). Quando saranno ben dorati sfornateli e trasferiteli su una gratella, a far raffreddare.
Raffreddando acquisiranno croccantezza e friabilità. Pazientate ^_^

Assaporate i vostri biscotti insieme ad una buona tazza di tè o di latte, o accompagnati da un intenso caffè. Farciteli, accostateli a della buona frutta di stagione, gustateli come meglio crediate.
La loro fragranza vi convincerà che, anche da soli, sono pieni di sapore e di piacere.

Nel caso riescano ad avanzarvene, potrete conservarli in un barattolo di vetro, o di latta. Si conservano per oltre una settimana, ma.... dimenticatevene: dopo una settimana non avanzeranno neanche le briciole!!

abc

Millefoglie di tofu e asparagi in pasta fillo: il cruccio che trova la via d’espressione in una nuova conferma di gusto

Mi ronzava da un po' nella testa, l'idea di fare una millefoglie di pasta fillo. Ora che la pasta sfoglia, seppur abbia lasciato ricordi importanti nel mio trascorso, risulta essere una vecchia abitudine lontana, surclassata da queso impasto altrettanto sfizioso e decisamente più leggero, non mi risparmio sulle differenti forme di interpretazione.
Esclusa l'ipotesi della versione dolce (mamma mia quanti dolci in questo periodo!!), ho voluto immaginare un piatto gustoso e completo, ma allo stesso tempo leggero.
In settimana i miei vecchi verranno a farmi visita, portandomi quel che l'orto, ad oggi e nonostante le intemperie di una primavera folle, è riuscito a donare. Allora quale migliore occasione per ultimare la scorta di asparagi congelati (ma pur sempre di famiglia), prima di deliziarmi con quelli freschi? E perché non darvi ancora una volta l'esempio di quanto possa essere prezioso e gustoso un bel panetto di tofu, se aromatizzato a modo e con fantasia? Non crederete alle vostre papille....

Ingredienti

pasta fillo (questa dose)
80 g di tofu
1 mazzetto di asparagi cotti a vapore
10 g di mandorle
7 g di capperi sotto sale
30 g di latte di soia
5 g di farina di soia
2 rametti di rosmarino
4 foglie di salvia
sale
olio

Lavate e asciugate il rosmarino e la salvia. Inseriteli in un boccale insieme al tofu, alle mandorle e ai capperi sciacquati. Tritate tutto in modo da avere un composto omogeneo.
Stemperate la farina di soia nel latte e unitela al composto. Salate a piacere e impastate, rendendo cremoso l'insieme. Tagliate gli asparagi in modo da ottenere una lunghezza di circa 15 centimetri dalla punta. Eliminate, quindi, le code, che inserirete nella crema di tofu.
Tritate tutto insieme, fino a dare omogeneità al composto. Assaggiate la sapidità ed eventialmente correggete con del sale. Tenetela da parte, in modo che i sapori si armonizzino.
Nel frattempo fate saltare le punte degli asparagi in padella, con un po' di olio evo. Salateli e lasciate che rosolino bene.
Prendete la pasta fillo e stendetela in una sfoglia sottilissima, quasi trasparente. Ritagliatela in quadrati di circa 15 centimetri di lato.
   Ungeteli in superficie e sistemateli su una placca coperta da carta forno. Accendete il forno a 180° e, quando sarà in temperatura, infornate. Controllate il procedere della cottura, poiché ci vorrà davvero poco tempo affinché risultino cotti (e altrettanto affinché brucino ^_^). Controllate anche che la cottura sia uniforma (nel mio forno non accade, per cui devo sempre girare la teglia).
Quando saranno ben dorate, sfornate le sfoglie e lasciatele raffreddare su una gratella. Riprendete la crema e procedete alla composizione della millefoglie.
Spalmate su una prima sfoglia un cucchiaio di crema e adagiatevi quattro asparagi. Coprite con una nuova sfoglia e procedete, nuovamente, fino al termine degli ingredienti.

   Una volta terminata non vi rimarrà che servirla. Ricordate che non è un piatto da preparare con anticipo, a meno che non vogliate che si perda la friabilità della sfoglia: la crema tende ad ammorbidirla e un tempo di attesa eccessivo ne comprometterebbe la resa.

Divertitevi a sfogliarla e ad assaporarla cme maggiormente vi ispira: avventurandovi con forchetta e coltello, oppure, semplicemente, come il galateo non suggerisce.... con due dita ^_^

Il piacere è comunque garantito!!abc

Saccottini d’orzo al cioccolato: la strada dei sapori rustici che appaga cuore e palato

Mi piacciono le farine rustiche. Quelle integrali. I semi. Tutte quelle cose che non renderanno mai un impasto sfogliato. Ma non posso farne a meno. Credo che, nel momento stesso in cui ci si accosti alla fragranza di certi alimenti, sia difficile separarsene. Perché quando dico integrale, la componente integrale deve superare almeno il 60% del totale. Perché quando dico pochi grassi, la quantità non deve mai andare oltre la metà di quella proposta tradizionalmente. Perché quando dico salutare, devono esserci solo ingredienti che diano il loro apporto nutrizionale prezioso. Perché quando dico senza zucchero, sfrutto la dolcezza naturale di altri ingredienti. E tutto questo mi piace. Tutto questo va oltre una sfogliatura. Tutto questo mi riempie di entusiasmo e soddisfazione. Questi saccottini sono certo lontani da quei meravigliosissimi bocconcini francesi, lo so. Ma sono morbidi, sono fragranti, sono ruvidi da intrappolare senza scampo quel cioccolato fuso, sono rustici da togliere il fiato e riempiono naso, occhi e palato di puro piacere. E sono senza uovo ^_^

Ingredienti

130 g di farina di Manitoba biologica
55 g di farina d'orzo (io Baule Volante)
125 g di farina d'orzo integrale (io Bongiovanni)
25 g di semi di lino
12 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
220 g di latte di soia
85 g di malto di riso bio
40 g di olio di semi di soia
1 pizzico di sale
130 g di cioccolato fondente
15 g di margarina + 50 g per la sfogliatura

Tritate (o pestate in un mortaio) i semi di lino. Unite le farine e il lievito e mescolate rendendo tutto uniforme.
Unite il malto di riso e mescolate grossolanamente. Versate poco latte di soia alla volta e impastate. Aggiungete il sale e, a filo, l'olio di semi di soia. Lavorate a lungo l'impasto, in modo da favorire la formazione della maglia glutinica.
Quindi mettete l'impasto in una ciotola, copritelo con un foglio di pellicola trasparente e lasciate lievitare fino al raddoppio in un luogo tiepido. A me ci sono volute 5 ore.
A questo punto riprendete l'impasto e lavoratelo ancora, su una spianatoia infarinata, per qualche minuto. Mettetelo nuovamente nella ciotola, copritelo, e lasciatelo lievitare per un paio d'ore. Dovrà nuovamente gonfiare e diventare soffice.
Trascorso il tempo necessario, infarinate la spianatoia e stendete la pasta in un rettangolo. Copritene 2/3 con la margarina ed effettuate la prima piega a tre, iniziando dalla parte di impasto libera dalla margarina. Avvolgete l'impasto nella pellicola e lasciatelo riposare in frigo per circa 45 minuti. Riprendete l'impasto e stendetelo nuovamente. Praticate un'altra volta la piega a tre e fatelo riposare nuovamente in frigo. Trascorsi i 45 minuti ripetete l'operazione, questa volta con una piega a quattro (prima a metà in un verso, poi a metà nell'altro). Fate riposare l'impasto ancora per 45 minuti.
Nel frattempo prendete il cioccolato e tagliatelo, a coltello, in piccole scaglie. Tenetele da parte.
Quando la pasta sarà printa, stendetela in una sfoglia spessa non più di un centimetro. Tagliatela in rettangoli alti circa 10 centimetri e lunghi circa 20.
Sistemate alle estremità di ciascun rettangolo qualche scaglia di cioccolato, quindi arrotolate le due parti verso il centro.
Sistemate i saccottini su una teglia coperta da carta forno e fateli riposare per un paio d'ore. Se, come me, voleste lasciarli tutta la notte per averli pronti da infornare al mattino, metteteli in frigorifero.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 190°. Spennellate i saccottini con del latte di soia o con dell'albume. Infornateli e fateli cuocere per 30 minuti, controllando che non scuriscano troppo e che la cottura sia uniforme.
Sfornateli e lasciateli intiepidire. Quindi assaporatene tutta la deliziosa fragranza.

Quella gocciolina di cioccolato vi conquisterà e l'intenso sapore rustico non vi farà desiderare altro.


abc

Tris di riso ai tre aromi: l’insolita arte di sporcare per tre e mangiare per uno

Ci sono giorni in cui corro cercando di incastrare tutto alla perfezione. Niente che mi risulti "troppo" rispetto a quelle che sono state e che sono le mie scelte di vita e nulla che faccia con sforzo e sacrificio. Anzi, tutte situazioni che mi rendono fiera e orgogliosa di me. Che mi fanno guardare allo specchio e dire fai davvero tutto questo? In quei giorni avere il tempo per mettere letteralmente a soqquadro la cucina è impensabile, per cui diventa d'obbligo valutare alternative di piatti veloci, o che mi permettano di organizzare i tempi delle fasi di lavorazione secondo il piano di azione della giornata. Ci sono, però, giorni in cui tutto questo non accade. Rari, rarissimi. Me ne concedo uno alla settimana e se, per un qualsiasi motivo, quell'unico giorno dovesse saltare, il contdown ripartirebbe inesorabilmente da sette. Quei giorni non ho orari. Posso finire la colazione alle 10 e pranzare alle 15, posso sedermi davanti alla dispensa e meditare in rigoroso silenzio, posso usare, in ordine casuale, Bimby, minipimer, frullatore e sbattitore elettrico, posso accendere tutti i fuochi del piano cottura e posso tirare fuori servizi interi di padelle, pentole, pentolotti e pentolini. In altre parole: posso dare libero sfogo alle mie follie creative. Questo giorno è arrivato. Questa volta senza imprevisti. E l'ho onorato come meglio avrei potuto fare. Soddisfatta e appagata, ho guardato la mia cucina sorridendo: ho pensato e sporcato per tre e ho meravigliosamente mangiato per uno. Il valore del nostro piacere non ha limiti.

Ingredienti

Per il riso Venere
25 g di riso Venere
5 asparagi cotti al vapore
1/2 cucchiaino di liqirizia
scorza di mezzo limone
sale
olio evo

Per il riso basmati
25 g di riso basmati integrale
1/2 zucchina
10 g di mandorle
zenzero in polvere
sale
olio evo

Per il riso Jasmine
25 g di riso rosso Jasmine
1/2 peperone giallo arrostito (senza pelle)
1 cucchiaino di marmellata vanigliata di Cipolle di Tropea
cannella in polvere
sale
olio evo

   Pesate i tre differenti tipi di riso. Portate ad ebollizione tre pentolini di acqua salata e cuocete secondo i tempi richiesti. Mentre il riso basmati e il Jasmine cuociono in 20/25 minuti, il riso Venere richiede 40 minuti. Regolatevi con i tempi.
Iniziate a preparare il condimento per il riso basmati. Lavate la zucchina e tagliatela a cubetti non troppo grandi. Scaldate un filo di olio evo e fateli rosolare, salandoli a piacere. Pestate in un mortaio le mandorle, in modo da avere delle briciole piuttosto grosse. Unitele alle zucchine e insaporite con lo zenzero in polvere secondo il vostro gusto. Io ne ho aggiunto circa 1/3 di cucchiaino. Spegnete il fuoco e lasciate da parte.
Passate alla preparazione del condimento del riso Venere. Tagliate gli asparagi in piccoli tocchetti e fateli saltare in padella con un filo di olio. Salate a piacere. Grattugiatevi sopra la scorza del mezzo limone e, dopo qualche istante di cottura, unitevi la polvere di liquirizia (se non la aveste, sbriciolate finemente, magari con l'aiuto di un macina caffè, della liquirizia pura). Mescolate bene e lasciate sul fuoco ancora un paio di minuti, a fiamma dolce.
Occupatevi ora dell'ultimo condimento, quello del riso Jasmine. Tagliate a dadini piccoli le falde del peperone arrostito (io li avevo preparati il giorno prima). Fateli scaldare bene in padella, sempre con un po' di olio, e unitevi un cucchiaino generoso di marmellata di cipolle. Fate insaporire a fiamma bassa, salate secondo il vostro gusto e aggiungete la polvere di cannella. Mescolate bene, lasciate sul fuoco ancora un paio di minuti, quindi spegnete.
Nel frattempo il riso sarà cotto. Controllatelo durante la preparazione ed eventualmente scolatelo e conditelo con un po' di olio.
Prendete tre stampini differenti, o quelli che desiderate, e sistemateli sul piatto da portata. Riempitene ciascuno con una tipologia di riso, cercando di compattarlo bene. Lasciatelo riposare qualche istante e poi sfilate gli stampini.
Ponete sulla cima di ciascuno stampo il condimento abbinato.
Scaldate il piatto in forno (o passatelo velocemente nel microonde) e servitelo.

La presentazione del tris di colori e combinazioni sarà certamente intrigante per l'occhio. L'assaggio visivo prima di tutto.
Quando sarete sazi visivamente divertitevi ad assaggiarne le aromatizzazioni. Sono molto simpatici da proporre come piccole monoporzioni, su cucchiaini e da assaporarle in un solo boccone.

Ma sicuramente simpatici (e divertenti) saranno da scomporre.
Le tre tipologie di riso, con i loro differenti sapori, e i tre condimenti, aromatizzati secondo il richiamo del riso stesso, si fonderanno tra loro creando un piatto vario, travolgente e unico nel loro genere.

abc

Polpettine di miglio alla rucola su crema di crescenza e sfoglia di zucchina: una su tutte, insolita

Poi ci sono quelle cose che non sai come nascono. Arrivano per mezzo di metamorfosi. Un'idea che si plasma con lo scorrere del tempo, un'ispirazione che muta, sensazioni, idee. Mi sono abituata al cambiamento della vita, nel quotidiano. Una volta mi costava sacrificio vedere scorrere una situazione senza poterla fermare e trattenere. Mi ci intestardivo, senza risultato. Ora ho imparato che l'esistenza è cambiamento. La vita è dinamica. I momenti si vivono, o si perdono. E si godono solo se si vivono. Ci arricchiscono se li sappiamo prendere per quello che sono. Piccole opportunità di crescita, piccole sfide quotidiane. La cucina non è una banalizzazione dell'esistenza, ne è anzi una grande metafora. E in cucina non mi sottraggo al cambiamento. Così un piatto può manifestarsi per quello che non era nel pensiero. Può insegnare a spingerci oltre l'immaginario, a sfidare le nostre idee, i nostri concetti. Così nascono questi piccoli bocconcini e in questa pienezza mi soddisfano. E mi identificano. Lo stravolgimento, il diverso, l'inusuale. E' come se trasferissi qualcosa di mio in ogni pietanza. E in questa, più che mai, ritrovo me stessa. Una carateristica su tutte..... insolita.

Ingredienti

35 g di miglio
70 g di acqua
1 bustina di zafferano
15 g di parmigiano
10 g di gherigli di noci
15 g di rucola
85 g di certosa light
1 zucchina tonda
10 g di olive taggiasche
5 g di semi di zucca tostati
sale
olio evo

   Sciacquate il miglio sotto acqua corrente, in modo da pulirlo dalla saponina e da tutte le impurità. Mettetelo in un pentolino e copritelo con l'acqua (va sempre in quantità doppia rispetto al miglio). Accendete il fuoco e portate ad ebollizione. Salate leggermente, unite lo zafferano, coprite e abbassate la fiamma. Fate cuocere  fino al totale assorbimento dell'acqua.
Lavate e asciugate accuratamente la rucola. Tritatela insieme alle noci e al parmigiano, senza renderli troppo fini. Uniteli al miglio cotto, mescolate, coprite nuovamente e lasciate raffreddare. Nel frattempo preparate le sfiglie di zucchina. Lavate ed eliminate la cima e il fondo della zucchina tonda. Tagliatene 2/3 in fettine sottili, con l'aiuto di una mandolina.
Sistemate le fettine su una placca coperta da carta forno e cuocetele a 150°, con lo sportello del forno leggermente socchiuso, fino a farle sfogliare e dorare.
Giratele un paio di volte e, solo alla fine, salatele. In questo modo non si ammorbidiranno e acquisteranno comunque sapidità.
Una volta sfornate lasciatele raffreddare (cercate di resistere all'assaggio ^_^ Difficile, ma non impossibile).
Riprendete, ora, il miglio e formate delle piccole polpettine.
Compattatele bene e sistematele su una superficie piana. Fatele riposare in frigo per almeno mezz'ora, il tempo della preparazione della farcia: non avendo l'uovo che le lega è importante che si rassodino bene prima della cottura. Riprendete il terzo di zucchina lasciata da parte.
   Tagliatela in piccola julienne e fatela saltare in padella con un filo di olio evo ben caldo. Salatele a piacere. Quando saranno dorate spegnete il fuoco e lasciatele intiepidire. Versatele in un boccale insieme alle olive ben sgozziolate e ai semi di zucca. Unite la certosa e lavorate tutto con un frullatore ad immersione, creando una crema omogenea. Assaggiatene il sapore ed eventualmente correggete con del sale, a piacere. Volendo potrete aggiungere altre spezie. Io ho preferito che si sentisse il sapore delle olive, supportato dai semi di zucca.
Scaldate, in una padella, un cucchiaio di olio. Quando sarà caldo adagiate le polpettine di miglio. Fatele saltare a fiamma viva, cercando di cuocerle uniformemente. Quando saranno dorate, spegnete il fuoco e iniziae l'assemblaggio.
Spalmate su ciascuna sfoglia di zucchina un cucchiaino di crema di certosa e sistemate in cima una polpettina. Procedete fino ad ultimare gli ingredienti.
Ora potrete conservare il piatto in frigorifero e servire fresco, soluzione perfetta per un buffet o un aperitivo, oppure potrete scaldare velocemente tutto in forno e gustare nell'avvolgente cremosità che la certosa regala. In entrambi i casi il sapore verrà elevato dal contrasto di consistenze e fermarsi sarà un'impresa difficilissima ^_^
Lo sfizio di qualcosa di nuovo e particolare sulle vostre tavole vi conquisterà al primo assaggio!abc

Torta budinosa alle fragole con yogurt e limone: la mia concezione di traguardo nella corsa al miglioramento

Quando mi metto in testa qualcosa, non c'è verso. Posso anche ripetere, correggere, perfezionare, valutare, ma al traguardo ci devo arrivare. Non so dirvi se questa torta sia un traguardo. In fondo cercavo una consistenza decisamente diversa. Ma ragionando sugli ingredienti che ho voluto interpellare, beh, forse non è la torta attesa, ma un traguardo comunque l'ho raggiunto. Partiamo dal desiderio di preparare una buona torta di fragole per le mie colazioni. E le fragole ci sono, anche in quantità. Stabiliamo che debba essere yogurtosa e che debba avere il supporto di un aroma avvolgente come il limone. Mettiamoci anche che voglio farine speciali, le mie amate, le mie fedelissime amiche. Se non ci mettessi l'uovo? Ve lo dico, ci ho provato, ma il risultato non è stato decisamente all'altezza. I pastrocchi di fragole cotte non erano certamente degni di una condivisione (ma non per questo di una menzione). Allora vada per l'uovo. Farina.... quanta? Forse un po' di più, dai. Perché un po' di sostegno quei pastrocchi avrebbero dovuto averlo. Poco grasso e assolutamente niente burro, nessun lievito chimico, ma una buona polvere a base di cremor tartaro. Mah, io inforno e chiudo gli occhi. Santa Esperanza, protettrice della Cuocherellona, pensaci tu. Insomma, certo non si parla di una torta dalla consistenza di un pan di spagna, ma provate ad assaporare questa dolcezza fresca, con i suoi avvolgenti aromi e la sua morbidezza fragolosa. Non sarà certo il traguardo prefissato (e ci lavorerò ancora sopra), ma credo meriti davvero il suo posto in vetrina.

Ingredienti

250 g di fragole
170 g di yogurt greco al limone (0% di grassi)
250 g di farina 1 - Petra 5
75 g di latte vegetale
scorza grattugiata di mezzo limone
1 uovo
25 g di margarina
50 g di malto di riso
10 g di polvere lievitante naturale bio

Rompete l'uovo in una terrina e unitevi lo yogurt. Aggiungete il malto di riso e sbattete energicamente con una frusta.
Aggiungete il latte vegetale, la scorza del limone grattugiata e, poco alla volta, la farina e la polvere lievitante. Unite poco alla volta la margarina, facendola assorbire bene all'impasto.
Pulite e lavate le fragole e asciugatele delicatamente. Tagliatele a dadini non troppo grandi. Unitele all'impasto e mescolate fino a far diventare in composto ben amalgamato.
Rivestite una teglia (del diametro di 22 cm) con carta forno, quindi versateci all'interno l'impasto.
Accendete il forno a 180° e, una volta in temperatura, infornate la teglia. Cuocete per circa 1 ore e 50 minuti, pazientemente. L'interno rimarrà comunque molto umido, ma aspettate che si formi una bella crosticina scura in superficie.
   Quando sarà trascorso il tempo, spegnete il forno e sfornate. Lasciate raffreddare la tornta nello stampo, poi estraetela.

Tagliatela a fettine servitela. Se non aveste l'occasione per consumarla tutta, conservatela in frigorifero e gustatela a piacere. Si mantiene tranquillamente per una settimana. Assaporatela con una confettura di fragole (o quella che desiderate), con frutta fresca, con un bel quadrotto di cioccolato bianco o in purezza. In ogni caso la sua avvolgente consistenza saprà deliziarvi e stupirvi.

Io l'ho immaginata anche tagliata a cubotti, passata nelle scaglie di cocco e servita infilzata in piccoli spiedini.

Riusite ad immaginarla???
Deliziosa gente, davvero deliziosa ^_^


abc

Sformatini di ricotta e spinaci dal cuore fondente: l’affidabilità delle strategie nel quotidiano

Ormai credo l'abbiate capito: io e la mia alimentazione abbiamo un razionale rapporto di collaborazione. Tutto segue un semplicissimo principio di bilanciamento. Prediligo i carboidrati nella prima parte della giornata, non li replico mai a cena se li ho scelti per il pranzo, arricchisco tutto con molta verdura, scelgo le cotture sane, non mischio le proteine tra loro (nei limiti, ma con tranquille eccezioni), opto per ingredienti naturali e integrali, adotto l'utilizzo di preziosi semi e cereali, rispetto le stagionalità, limito il consumo di carne (la carne rossa ormai è un lontano ricordo) e favorisco i piccoli pasti frequenti alle grandi abbuffate. Così mi ritrovo a dover gestire un pranzo sapendo che l'imperativo assoluto sarebbe dovuto essere NO CARBOIDRATI. Un paio di ingredienti da dover consumare nel frigo, voglia di leggerezza e l'interrogativo: cosa preparo? Ho scomposto e ricomposto, mentalmente, pezzi di dispensa. Ho acceso e spento fornelli immaginari. Ho sbattuto uova e poi le ho rimesse nei loro gusci. Ho immaginato i risultati di cottura. Ho scelto i migliori accostamenti sentissi di desiderare. Mi è costato del tempo, ma il tempo per pensare ad un piatto scorre sopra ogni altro impegno. L'ispirazione può venire mentre corro, mentre leggo, mentre prenoto un viaggio, mentre riassetto la casa, mentre spillo una birra, mentre sollevo un bilancere. E così è arrivato il momento in cui ho sentito di aver trovato la soluzione che stavo cercando, come fosse il clak ultimo che fa aprire una cassaforte. E mi sono messa all'opera. Semplicemente. Nessun carboidrato, una sola tipologia di proteina, una cottura sana, sapori delicati e palato appagato. Soddisfatta? Ditemi voi....

Ingredienti

100 g di ricotta vaccina
5 cespi di spinaci freschi
1 mazzetto di rucola
50 g di latte vegetale
5 g di lecitina di soia granulare
10 g di olive di Riviera
2 cucchiaini di certosa light
10 g di nocciole
noce moscata
sale
olio evo

Mettete la lecitina in un pentolino e aggiungete il latte. Lasciatela ammorbidire per circa mezz'ora. Nel frattempo lavate gli spinaci.
Fateli soffocare in padella aggiungendo un pizzico di sale (io non ho utilizzato olio). Lavate la rucola e asciugatela bene.
   Prelevate 2/3 degli spinaci e frullateli insieme alle foglie di rucola, creando una salsina liscia. Assaggiate ed eventualmente correggete di sale. Ai restanti spinaci aggiungete le olive tagliate a metà. Unite alla crema di spinaci e rucola la ricotta e impastate bene fino ad ottenere una crema perfettamente omogenea. Ariomatizzatela con noce moscata a piacere e verificate che sia sufficientemente sapida. Eventualmente correggete.
Controllate il latte con la lecitina sul fuoco e, quando sarà caldo (non importa che sia bollente), salatelo e frullatelo in modo da sciogliere i granuli e formare una crema. Versatela nel composto di ricotta e spinaci e amalgamatela. Lasciatela intiepidire bene.
Unite, a questo punto, gli spinaci appassiti, on le olive. Mescolate e tenete da parte.
Ungete due cocottine in porcellana (o qualsiasi stampo vogliate utilizzare). Versate un cucchiaio abbondante di crema sulla base, adagiate un cucchiaino di certosa in ogni stampo e coprite con altra crema, fino ad ultimarla.
Coprite la superficie con le nocciole tritate (io ho utilizzato con fierezza le nocciole dell'orto dei miei vecchi ^_^).
Accendete il forno a 200° e, quando sarà in temperatura, infornate le vostre cocottine.
   Cuocete per circa 30/35 minuti, fino a quando la superficie sarà ben compatta e gratinata.
A questo punto sfornatele e lasciatele intiepidire.

Rimarranno comunque morbide, per l'assenza dell'uovo. Decidetese gustarle direttamente degli stampi oppure se trasferirle in un piattino. In questo caso sarà molto difficile mantenere la forma, ma il sapore saprà deliziarvi, grazie alla sua delicatezza e leggerezza, in ogni caso.
E il sapore di un buon piatto, ancora una volta, non chiede peccati!!

abc

Torta di farro al limone: il piacere di andare dritto al cuore delle cose

Non mi accontento. No, mai. Quasi mai. Se vedo una bella immagine di un pane, di un dolce o di un qualsiasi lievitato, ho bisogno di assaporarne, almeno visivamente, l'interno. Mi piace andare al cuore, mettiamola così. Così quando vidi la magnifica torta proposta da Valentina sulla sua splendida pagina Un giorno speciale non mi diedi pace. Assaporai con gli occhi quegli ingredienti che subito mi colpirono e fui davvero curiosa di assaggiare l'interno di quel dolce insolito. Allora pensai: provala e vedrai. E così feci. Le farine speciali difficilmente mancano dalla mia dispensa, per cui mi rimboccai le maniche e via, iniziai a mescolare, sbattere, impastare e dare forma. Il sapore rustico di questa torta è sfiziosissimo. Non stanca, incuriosisce e rapisce. E' una torta adatta all'inzuppo della colazione, o ancora un'ottima base da farcire. Intrigante nell'aroma e semplice al palato. Un dolce che riempie con il profumo della cottura, prima che con il sapore dell'assaggio. Una piccola modifica allo zucchero, che utilizzo esclusivamente grezzo ed ecco questa meravigliosa proposta di Valentina deliziare le mie colazioni.
Chi di voi, adesso, si fa portavoce di questa delizia?

Ingredienti

45 g di farina di farro integrale
155 g di farina di farro bianca
85 g di zucchero di canna Mascobado
2 uova
20 g di olio evo
50 g di succo di limone
scorza di 1 limone
1/2 bustina di lievito per dolci

Setacciate e mescolate le farine con il lievito. Tenete da parte.
Preparate gli ingredienti: grattate la scorza del limone, precedentemente lavato, spremetene il succo, separate i tuorli dagli albumi. Unite lo zucchero, il succo e la scorza grattugiata del limone ai tuorli.
Sbatteteli con una frusta elettrica fino a creare un composto morbido. Unite l'olio a filo, sempre con le fruste in movimento.
   A questo punto aggiungete poca farina alla volta, incorporandola perfettamente al composto. Quando l'avrete unita tutta, tenete l'impasto da parte.
Sbattete gli albumi montandoli a neve ferma. Versate, quindi, tutto nell'impasto e amalgamate con delicatezza, mescolando dal basso verso l'alto.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 175°.
Foderate una teglia (io ho usato uno stampo di 20 cm di diametro) con carta forno e versate dentro l'impasto. Livellatelo leggermente e infornate.
Cuocete la torta per circa 40/45 minuti (provate con la lama di un coltello a verificare che l'interno sia ben cotto)., quindi spegnete e sfornate la teglia.
Lasciatela raffreddare bene, quindi estraete la torta e tagliatela a fettine.


Gustatela come meglio preferite: nella sua soffice fragranza, con una farcitura o una dolce colata di cioccolato.
In ogni caso saprà regalarvi indimenticabili momenti di piacere.
Io l'ho accompagnata con la mia specialissima marmellata di pere agrumate allo zenzero. Una prelibatissima affinità!!abc

Lasagna di zucchine con feta e mandorle al basilico: sapori primaverili che ripagano la lunga attesa

Do ufficialmente il via alla stagione: le mie prime zucchine sono arrivate in cucina!!!! Qualcuno mi prenderà per pazza. Un caso clinico, diciamo. Lo so che ormai le zucchine si possono reperire tutto l'anno, ma mi coglie un leggero sconforto, a dicembre, vedere ortaggi tipicamente estivi sui bancali. L'immagine di un approccio, dietro una sciarpa, con stivali e guanti di lana, ad una finta zucchina, mi destabilizza alquanto. Scuoto la testa e attendo il trillo della primavera. Ora sì, ora farò incetta di zucchine, cucinate in ogni modo, fino a sentirmi fagocitata da queste dolci meraviglie. Per la mia prima zucchinata ho pensato ad una forma insolita, per le mie abitudini. Ho immaginato un insieme di sapori e consistenze che potessero soddisfare sia il mio desiderio di sapori nuovi, sia quello di fragranze stuzzicanti. Trovo che l'accoppiata zucchina - farina in una cottura di leggero soffritto sia una delle sfiziosità più fresche e avvincenti. Ho pensato, poi, di arricchire questo dettaglio insaporendone l'insieme. Ed eccomi al via, finalmente la mia primavera è arrivata e... inizia proprio da qui.


Ingredienti

2 zucchine (270 g circa)
90 g di feta light
20 g di mandorle pelate
15 foglioline di basilico
pangrattato di riso
olio evo
sale

Mondate e lavate le zucchine, quindi tagliatele a fettine sottili nel verso della lunghezza, aiutandovi con una mandolina. Sbollentatele per un minuto in acqua salata, poi immergetele in acqua ghiacciata per fermare la cottura. Quindi stendetele su un panno di stoffa pulito per farle asciugare.
Lavate e asciugate le foglioline di basilico. Tritatele insieme alle mandorle e tenetele da parte.
Sbriciolate la feta piuttosto grossolanamente e tenete anch'essa a portata.
Prendete una pirofila (io ne ho utilizzata una di 25 cm x 15 cm circa), ungete la base e adagiate il primo strato di zucchine. Cospargetele con un pizzico di sale (la feta darà sapidità di suo, per cui non eccedete) e copritele con una spolverata di pangrattato di riso.
Aggiungete un po' di briciole di feta e una piccola manciata di battuto di mandorle e basilico. Irrorate con un filo d'olio e procedete con un altro strato.
Ripetete l'operazione fino a terminare le fettine di zucchine e tutti gli ingredienti.
Accendete il forno a 200° e, quando sarà in temperatura, infornate la pirofila.
Cuocete le zucchine per circa 20 minuti, e comunque fino a quando la superficie sarà ben dorata. Spegnete il forno, estraete la pirofila e impiattate.
Non volendo tagliare lo sformato, potrete utilizzare degli stampi più piccoli e fare delle mono porzioni.

Assaporate la croccantezza di questa lasagna, l'intensità dei suoi sapori e la dolcezza delle zucchine, accompagnate dalla freschezza primaverile del basilico.
Non sarà difficile concedersi un bis e soprattutto accogliere con un radioso sorriso le nuove verdure di stagione ^_^

Vivido esempio di desiderio alimentato dall'attesa.

Pochi e semplici ingredienti che rendono questa una pietanza speciale!

  


abc

Sogliola alle fragole piccanti e pistacchi con crema di spinaci e rucola: poche cose sono ciò che sembrano

Guardavo quel cesto di fragole con sfida e titubanza. Non so perché, ma la fragola è un frutto che mi mette alquanto in difficoltà, e allo stesso tempo mi stimola a superareil limite che mi impone.
Accanto, frutto di un passaggio casuale davanti al banco del pesce, avevo momentaneamente adagiato quei tenerissimi filetti di sogliola. Li adoro. Insieme alla platessa rappresentano la soddisfazione del desiderio di semplicità. Saltati in padella, appena infarinati, da assaporare in una crosticina croccante e sfiziosa. Poco più a destra, sul ripiano inferiore, delle fresche e intense foglie di spinacio. Macchia verde su macchia verde, appena accanto alla rucola (che di questi tempi non manca mai nel mio frigo). E' stato un attimo: fragola, sogliola, spinaci, rucola e i miei immancabili pistacchi. Ci provo? Ci ho provato. La nota piccante ha dato il suo tocco prezioso e il piatto si è presto materializzato davanti ai miei occhi.
Spesa intelligente o neurone reattivo poco fa, il risultato ha assolutamente premiato l'impegno!

Ingredienti

100 g di filetti di sogliola
10 g di pistacchi tostati non salati
150 g di fragole
1/2 bicchiere di vino rosso
5 cespi di spinaci freschi
1 mazzetto di rucola
1 cucchiaio di farina di riso impalpabile
noce moscata
sale
olio evo
peperoncino a piacere

Mettete a bagno spinaci e rucola. Pulite bene i pistacchi e tritateli. Mescolateli alla farina di riso e stendete tutto su un fglio di carta assorbente. Sciacquate i filetti di sogliola, asciugateli e impanateli nel composto appena preparato.
Scaldate un cucchiaio di olio evo in una padella e fateli rosolare fino a quando saranno ben dorati. Salateli a piacere e girateli in modo che cuociano in modo uniforme.
Nel frattempo sciacquate bene gli spinaci e fateli appassire in padella, senza aggiungere grassi. Salateli a piacere e lasciateli sul fuoco fino a quando si saranno ammorbiditi. Dopodiché spegnete la fiamma e lasciateli intiepidire.
Lavate e asciugate le fragole. Tagliatele a tocchetti piuttosto piccoli e unitele ai filetti di sogliola. Versate il vino, unite il peperoncino e coprite con un coperchio, facendo cuocere il tutto, a fiamma moderata, per circa 10 minuti. Controllate che non asciughino troppo. Eventualmente aggiungete un po' di acqua.
Lavate e asciugate la rucola. Versatela in un bicchierone e unitevi gli spinaci ben sgocciolati. Passate tutto con un frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema liscia ed omogenea.
Grattate la noce moscata a piacere e unitela alla crema. Assaggiate ed eventualmente correggete di sale.
Spegnete il fuoco sotto le sogliole e impiattate.

Servite i filetti con la cremina di spinaci e godetene i contrasti.
Forse non avrò superato i timori che nascono davanti ad un cesto di fragole, ma questo piatto mi ha donato un grande sorriso.
abc

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