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Carotini dal cuore di mandorla: la virtù dell’ottimizzazione che incontra ed esaudisce un desiderio

Era davvero da tanto tempo che sentivo il desiderio di farmi dei dolcetti alla carota. Poi, sempre poco convinta dalla banalità della preparazione, ho continuato ad accantonare l'idea. Fino a quando mi sono trovata il frigo invaso da carote, cene sempre meno frequenti e la necessità di impiegare un consistente quantitativo di ortaggio in qualche preparazione. Così ritorna quel desiderio e cerco di dargli forma. Pensa e ripensa, ho trovato potesse essere un buon matrimonio quello con il semolino. Ecco!!!! Semolino dolce e carote. Mi piace! Ma come lo personalizzo oltremodo? Gli creo un cuore? Un cuore come? Ovvio, con me carote cosa sta meglio delle mandorle? Nella mia dispensa la frutta secca non manca mai: mandorle, noci, nocciole, pistacchi, anacardi, pinoli.... ho solo l'imbarazzo della scelta! Ci ho, così, provato e..... eccomi a parlarvene. Colazione genuina per un po' di mattine ^_^

Ingredienti

Per l'impasto al semolino
100 g di semolino
300 ml di latte di riso alla vaniglia
2 cucchiai di olio di semi di soia
25 g di zucchero grezzo di canna (raddoppiate tranquillamente, golosastri!)
250 g di carote (pulite)
2 uova

Per il cuore di mandorla
90 g di mandorle pelate
20 g di pasta di mandorle
100 g di carote (pulite)
100 ml di latte di riso alla vaniglia
2 g di farina di semi di carrube
10 g di zucchero grezzo di canna (io l'ho omesso, ma ve lo consiglio)

Versate in un pentolino 300 ml di latte, lo zucchero di canna e l'olio e mettetelo sul fuoco. Portate a bollore e, raggiunto, versate a pioggia il semolino. Mescolate energicamente e spegnete il fuoco. Fate raffreddare, mescolando di tanto in tanto.
Tritate finemente 250 g di carote e unitele al composto, mescolando bene in modo da amalgamare tutto in modo omogeneo.
Ora dedicatevi al cuore: tritate le restanti carote insieme alle mandorle, alla pasta di mandorle e allo zucchero. Stemperate la farina di semi di carrube con il latte. Unite tutto al trito di mandorle e carote e trasferite sul fuoco. Portate quasi a bollore (è un composto molto denso, per cui dovrete fare in modo che scaldi bene: ci vorranno almeno  minuti), mescolando continuamente affinché non attacchi sul fondo.
Stendete il composto ottenuto su un foglio di carta forno, o su una superficie piana. Stendete fino a creare uno strato liscio, dello spessore di un centimetro circa. Lasciate raffreddare (operazione che solidificherà  il preparato) e poi tagliate dei cerchi della grandezza leggermente inferiore alla base degli stampi da muffin che utilizzerete.
Riprendete l'impasto di semolino. Aggiungete due tuorli e incorporateli bene. Montate a neve fermissima gli albumi, uniteli al semolino e mescolate tutto con cura, dal basso verso l'alto, fino a rendere perfettamente omogeneo l'impasto.
Sistemate i pirottini nello stampo dei muffin. Versate in ciascuno un cucchiaio generoso di preparato. Adagiate, quindi, un disco di impasto alla mandorla e coprite con un ulteriore cucchiaio abbondante di impasto. Con queste dosi a me sono venuti 12 carotini.
Fate cuocere in forno, a 190°, per 50/55 minuti.


Sfornate, lasciate raffreddare e..... tuffatevici sopra: meritano sicuramente questo trattamento!! ^_^


Soffice dolce dal cuore fragrante. Colazione superba, ma anche merenda, capriccio, spuntino, dopo pasto, .....

abc

Burro di anacardi: le basi di nuove e avvincenti sfide e una conquista dal sapore genuino

Difficile parlarvi di questa scoperta senza dirvi cosa ne ha mosso la ricerca. Ma dal momento che non voglio ancora svelare niente, cercherò di mantenere il riserbo assoluto. Chi mi conosce e segue le mie esperienze culinarie sa bene che non utilizzo grassi animali, nello specifico il burro, e che tutto ciò che posso lo produco in casa, nello specifico la margarina. Ma dovrebbe anche sapere che difficilmente mi accontento di un traguardo e che, anzi, guardo al successivo mentre sono ancora in corsa. E' la mia esistenza. Sono io. Ma questo modo di vivere mi ha sempre permesso, anche nel piccolo, di crescere e di imparare. Così è stato per questo burro. Sia chiaro: non parliamo di un burro dalle caratteristiche paragonabili a quello animale, ma di un burro che sfrutta i grassi vegetali di un frutto, l'anacardo (o anacardio), ricco di proprietà preziose. E allora perché non imparare a sfruttarne i benefici?

Ingredienti

150 g di anacardi non salati
150 g + 150 g di acqua
15 g di olio di semi di soia

Mettete a mollo gli anacardi in una terrina, con 150 ml di acqua. Lasciateli ammorbidire per almeno 6 ore. In questo modo sarà più semplice lavorarli e perderanno l'acido fitico, sostanza che non permette al nostro organismo di assorbire i minerali e di cui la frutta secca è ricco.
Vedrete che si formeranno delle bollicine nell'acqua. Passato il tempo di ammollo scolate gli anacardi. Trasferiteli in un bicchierone e frullateli azionando le lame ad intervalli, in modo da non surriscaldare il composto. Versate 150 ml di acqua a filo (non quella dell'ammollo) e, a fine lavorazione, unite l'olio. Volendo potrete aggiungere il sale, per preparazioni salate, o ancora aromatizzarlo con quanto possiate desiderare. Io l'ho lasciato naturale.
Otterrete una crema omogenea e vellutata. Trasferitela in un barattolo di vetro, chiudete e ponetela in frigo. Dura almeno una settimana, se ben conservata al fresco.


Preparazione veloce. Basta solo ricordarsi di mettere a mollo gli anacardi, magari la sera, prima di andare a dormire!


E tutta questa bontà rimane a portata di mano!
Con queste dosi vi verrà un vasetto da 33 cl..... colmo!! ^_^
abc

Involtini di sogliola dal cuore “fico” con granella di nocciole: un gioco vincente di sapori e consistenze

Quando penso a come utilizzare un particolare ingrediente, può succedere che mi vengano in mente più soluzioni. E allora cerco di affinare l'idea, di ricavare il meglio da ciascun utilizzo. Protagonista di oggi è il fico. Ho pensato che la sua dolcezza avrebbe potuto essere ben accolta in un involucro delicato. Ho pensato a dare carattere al piatto creando un contrasto, e ci ho inserito le nocciole. Il resto è stato un gioco, l'ennesima sfida. Spesso parto con l'idea di un pranzetto veloce, ma poi mi conosco: facciamo due foto, non si sa mai cosa ne esca. E così divento macchina fotografica dipendente, tanto che anche per una semplice insalata, tiro fuori armature da pranzo di nozze. La bilancia per pesare ogni grammo di aria che coinvolgo nella preparazione e luci su luci accese, per le migliori inquadrature. Insomma, cerco di prevenire la riuscita di un piatto creando il materiale necessario per proporvelo. Ovviamente è stato così anche questa volta. Ovviamente ve lo sto proponendo ^_^

Ingredienti

4 filetti di sogliola
2 fichi
10 g di nocciole
1 cucchiaio di farina di riso
20 ml di vino bianco
sale
olio evo

Pulite i fichi, eliminando la buccia. Tagliateli a metà e teneteli da parte.
Sciacquate i filetti di sogliola e asciugateli accuratamente su un foglio di carta assorbente. Passateli nella farina di riso, che avrete versato su un piano, dalla parte della pelle e sistemateli su un piatto, con la parte carnosa rivolta verso l'alto.
Salate ciascun filetto, e cospargeteli con le nocciole tritate grossolanamente.
Sistemate all'estremità di ogni filetto metà fico. Avvolgete la sogliola piuttosto stretta e chiudetela infilzandola con uno stuzzicadenti. In questo modo non si apriranno in cottura.
Scaldate una padella con un filo di olio evo e quando sarà ben calda sistemate gli involtini. Fateli rosolare a fiamma piuttosto alta fino a quando saranno ben dorati. Versate, quindi, il vino, abbassate leggermente la fiamma, salate e procedete la cottura con un coperchio.
Quando il liquido di cottura di sarà rappreso, dopo circa 10 minuti, spegnete il fuoco e servite.


Cospargete con la granella di nocciole restante e gustate!!



abc

Fingers di riso venere e mazzancolle in guscio di zucchina: colori e sapori in un solo boccone

Catturata dalla bellezza di queste mazzancolle non ho resistito. Certo sarebbe stato scontato, per una pasticcione d'idee come me, proporre un risotto, o una fettuccina o un semplice spiedino. Allora ho elucubrato. E' un periodo, questo, in cui concentro nelle pochissime ore disponibili, lavoro, impegni, casa e cucina. Non vi dico in che modo ho eseguito questo piatto: un lobo pensava agli abbinamenti giusti, l'altro scandiva e pianificava il tempo nell'organizzazione di tutti gli appuntamenti, una mano cucinava, l'altra preparava il necessario per la giornata, nei tempi morti scriveva anche appunti sul quadernetto segreto delle ricette e scattava qualche foto alle fasi peculiari della preparazione e, mentre tutto questo accadeva, i piedi erano già in bagno davanti allo spazzolino da denti, con una gamba infilata nel pantalone e l'altra in equilibrio precario. Ma, come sempre, sono riuscita a fare tutto e con grande soddisfazione.

Ingredienti

40 g di riso Venere
12 mazzancolle
qualche rametto di timo fresco
1 cucchiaino di panna di riso
1 cucchiaino di semi di sesamo
1 zucchina
sale
10 ml di vino vianco

Pulite e tagliate la zucchina a fettine lunghe e sottili, aiutandovi con una mandolina, e mettetele a mollo in acqua e sale per circa un'ora. In questo modo diventeranno morbide e non si romperanno. Fate cuocere il riso Venere per il tempo necessario (circa 40 minuti) in acqua salata.
Pulite le mazzancolle. Prelevatene sette e mettetele in un bicchiere da mixer insieme alla panna di riso e a un pizzico di sale. Frullatele fino ad ottenere una crema denza, aggiungendo dell'acqua se necessario.
Grigliate le zucchine velocemente, senza farle cuocere troppo. Sistematele su un piatto, salatele e fatele raffreddare.
Lavate il timo, asciugatelo accuratamente e sfogliatelo. Tenetelo da parte. Scolate quindi il riso e versatelo in un recipiente. Unitevi un cucchiaio di crema di mazzancolle, il timo e amalgamate bene il tutto. Fate raffreddare e insaporire per una decina di minuti.
Cospargete cinque fettine di zucchina con la rimanente crema di mazzancolle. Arrotolatele e tenetele da parte.
Sistemate un cucchiaino di riso mantecato su altrettanti 5 fettine di zucchina. Arrotolate strette le fettine formando dei cilindretti.
Fate saltare velocemente in padella, con un filo d'olio e del vino bianco, le mazzancolle tenute da parte.
Procedete ora all'assemblaggio: infilzate una mazzancolla, poi un rotolino di zucchina farcito con la crema e per finire un cilindro con il riso Venere. Eseguite l'operazione con tutti gli ingredienti preparati e sistemate gli stuzzichini su un piattino.
Ora non vi rimane che servire e gustare!!

Colorato, gustoso, delicato, appaga il palato e la vista!!



abc

Gelato al basilico e anacardi: l’aspettativa del dolce dal sapore un po’ salato

Guardando quei vasi di basilico mettere piccole foglioline sulla cima dei rametti, complice il caldo ancora generoso, e, allo stesso tempo, ingiallire nelle foglie più basse, complice un passaggio di stagione inevitabile, penso che non andrebbero davvero sprecati. E' una corsa contro il tempo, in un periodo in cui di tempo davvero non ne ho, per dare forma alla mia fervida immaginazione e trasformare questo sapore estivo in qualcosa di creativo.
Gelato. Sì!!!! Non mi sono dedicata alla preparazione di gelati per tutta l'estate, salvo questa piccola meraviglia al pistacchio, perché non pensarci adesso, a stagione terminata? E perché non farlo in un modo stravagante? In fondo un semplice gusto al cioccolato, per quanto sia tra i miei preferiti, sarebbe troppo banale per le mie meningi. E allora largo alla dispensa, ho bisogno di ispirazione!!

Ingredienti

1/2 litro di latte di avena
160 g di panna di avena
5 g di farina di semi di carrube
5 rametti di basilico + 10 g per il pesto
3 g di anacardi non salati
5 g di sale

Stemperate la farina di semi di carrube in poco latte. Aggiungete il restante, poco alla volta e versate tutto in un pentolino. Incorporate la panna di avena e mescolate bene. Lavate i 5 rametti di basilico, asciugateli accuratamente e inseriteli nel liquido.
Scaldate il composto, mescolando continuamente, fino quasi ad ebollizione (ma attenzione a non farlo bollire). Quando arriverà al punto indicato, spegnete il fuoco, togliete i rametti di basilico e lasciatelo intiepidire, mescolando di tanto in tanto per evitare che si formi la crosticina in superficie.
Occupatevi, ora, del pesto. Lavate bene e asciugate perfettamente le foglie di basilico (i 10 g). Spezzettatele e inseritele in un mortaio. Aggiungete gli anacardi e battete con il pestello, fino a creare una crema piuttosto fine ed omogenea.
Unite il pesto ottenuto al latte, ormai intiepidito, e passate tutto con un frullatore ad immersione. E' un passaggio importante, questo. La lavorazione dovrà essere piuttosto lunga, in quanto è necessario incorporare aria nel composto. Io ho lasciato le lame in azione per qualche minuto. Trasferite il composto in un contenitore di alluminio e mettetelo in freezer. Dopo mezz'ora lavorate nuovamente il composto con il frullatore e riponete ancora in freezer. Ripetete l'operazione, ogni mezz'ora, per circa 5 o 6 volte.
Al termine di questi passaggi potrete lasciare la vaschetta, coperta, nel congelatore ed estrarla, per l'utilizzo, circa mezz'ora prima.

Io ho proposto questo gelato in pinzimonio, accompagnandolo con carote e finocchi crudi, spolverizzati con del pepe nero e qualche seme di zucca. Il sapore saltato, l'aroma del basilico e la cremosità del gelato accompagnano bene la croccantezza delle verdure.
E', in ogni caso, una preparazione versatile, ma non vi anticipo ancora niente sulle idee cuocherellose ^_^

Iniziate ad assaporarlo così, in semplicità!abc

Schiacciate rustiche all’uva fragola e la fragranza della genuinità ad ogni boccone

Continua la ricerca di quel qualcosa di dolce che, al mattino, completi la perfetta armonia della colazione e dia un tocco di sfizio all'inizio della giornata. Sul web, ultimamente, pullulano ricette di focacce con l'uva di tutti i tipi. Vi garantisco che, ad ogni immagine comparsa sul mio monitor, lo stomaco reclama una coccola mirata. Quella coccola. Un morso su quel soffice cuscino profumato. E allora ho ceduto. Ho voluto mettere insieme due ingredienti che, ultimamente, ho scoperto e apprezzato. Ovviamente le farine sono le mie, quelle rustiche, quelle che profumano, quelle che non subiscono raffinazioni nocive. Ovviamente l'interpretazione è la mia, le dosi le mie, come sempre, regolate in corso di esecuzione in base agli ingredienti usati. E, ovviamente, il mio palato è in festa. Ogni mattina, quando tiro fuori la mia razione, le papille mi sorridono ^_^

Ingredienti

Per l'impasto
15 g di semi di lino
15 g di semi di girasole
20 g di nocciole
25 g di zucchero di canna
200 g di farina integrale
4 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
3 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
1 pizzico di sale
150 g di acqua
40 ml di olio di semi di soia

Per il ripieno
100 g di uva fragola
20 g di zucchero di canna grezzo
5 g di farina di cocco
20 g di burro di cocco (ammorbidito)

Tritate i semi di lino, i semi di girasole e le nocciole, piuttosto finemente. Aggiungete la farina, lo zucchero di canna, il lievito e il malto d'orzo. Mescolate in modo da rendere tutto ben amalgamato. Aggiungete, poco alla volta, l'acqua, il sale e, in ultimo, l'olio a filo. Impastate fino ad ottenere un panetto consistente. Posizionatelo in una terrina di vetro (anche se ho imparato essere meglio di plastica, perché trattiene il calore e non lo disperde, come invece il vetro), copritelo con un foglio di pellicola trasparente e fatelo lievitare in un luogo tiepido fino al raddoppio. Io l'ho lasciato 4 ore.
Preparate la farina di cocco e lasciate ammorbidire il burro di cocco. Stendete la pasta su una spianatoia infarinata con un mattarello, formando un rettangolo spesso circa 1 centimetro.

Cospargete 2/3 della superficie con il burro di cocco e poi con una spolverata di farina di cocco. Piegate il terzo non unto verso il centro e poi ripiegate la parte singola sopra (insomma, va piegato in tre). Stendete nuovamente la pasta con il mattarello, ungete tutta la superficie con il burro di cocco e ancora con la farina di cocco e piegatelo a metà, prima in un verso e poi nell'altro (quindi, piegato in quattro). Stendetelo ancora una volta cercando di allungarlo senza allargarlo troppo e arrotolatelo su se stesso. Date la forma di un panetto e ponetelo nuovamente nella terrina lasciando l'apertura sul fondo.
Lasciatelo lievitare, sempre coperto dalla pellicola, per un'altra ora.
Nel frattempo lavate gli acini dell'uva, asciugateli, tagliateli a metà e liberateli dei loro semini. Lavoro certosino, ma verrete ripagati!!
Stendete la pasta lievitata in una sfoglia di 1 centimetro circa. Tagliatela in 4 parti. Sovrapponete 2 parti e stendetela, schiacciandola con le dita. Dovrete formare una sfoglia di circa 1 centimetro di spessore. Con l'aiuto di un coppapasta tagliate dei cerchi (di numero pari, mi raccomando).
Sistemate su metà dei dischi ottenuti circa 6 o 7 mezzi acini di uva fragola. Coprite ciascun disco con un altro (senza condimento) e ponete sopra il fagottino ottenuto altri 6 o 7 mezzi acini.
Spolverizzate tutto con lo zucchero di canna e trasferite le pizzette su una placca coperta da carta forno. Fate in modo che siano piuttosto distanziate tra loro.
Lasciate lievitare ancora per mezz'ora circa e portate a temperatura il forno. Cuocete a 190° per circa 25/30 minuti, ma abbiate l'accortezza di verificare il grado di doratura delle vostre schiacciate in cottura.
Sfornate quando saranno dorate, ma non troppo. Lasciate intiepidire e gustatene la fragranza.

Irresistibili.....
Io le ho congelate, una volta fredde, e assaporate calde ogni mattina ^_^abc

Gnocchi di zucca e farro: colori e sapori di un autunno che avvolge e conforta

Ebbene sì, l'autunno inizia a dipingere i piatti e a cambiare le tonalità in tavola, seppur qualche raggio di sole riesca ancora a tener viva l'illusione che questa bizzarra estate non ci voglia abbandonare. E' bellissimo soffermarsi ad ammirare come la natura cambi, come varino i prodotti che la terra ci offre. Ed è particolare percepire anche come cambi lo stimolo della cucina: non più pietanze che ci rinfreschino e ci solletichino, ma piatti sempre più importanti, che ci avvolgano e ci riscaldino. Gusti via via più decisi, consistenze che vanno a diventare importanti, carichi calorici che crescono per permettere al nostro corpo di adattarci alla stagione che sta entrando in scena. Ecco cosa amo dell'autunno: la delicatezza con cui ci dice "ora tocca a me". Amo i suoi sapori, i suoi colori intensi, i profumi intensi. E allora mi soffermo su tutto questo, lasciando da parte quanto l'arrivo della stagione fredda fa stridere, dentro di me. E lo faccio proponendovi la mia prima zucca. Una preparazione, questa, che ho in mente da molto tempo e a cui ora, finalmente, sono riuscita a dare l'identità che sento possa meritare.

Ingredienti

50 g di ricotta
50 g di zucca cotta al forno
1 g di sale
43 g di farina di farro integrale
10 g di farina di farro
15 g di pistacchi tostati non salati
20 g di Camembert
olio evo

Lavate e asciugate accuratamente il rosmarino. Prelevate gli aghi e tritateli finemente, con l'aiuto di una mezzaluna. Il peso del rosmarino tritato dovrà essere di circa 2 grammi.
Strizzate molto bene la zucca (il peso indicato si riferisce alla polpa ben strizzata) e frullatela. Unitevi la ricotta, il sale e il rosmarino sminuzzato e mescolate fino a creare un composto omogeneo.
Setacciate e mescolate le due farine. Unitele, poco alla volta, alla crema di zucca ottenuta, mescolando con una spatola di silicone (io ho impastato nel Bimby a velocità spiga per un minuto). Dovrete ottenere un impasto morbido, ma non troppo appiccicoso.
Spolverizzate di farina una spianatoia e versateci la pasta. Lavoratela velocemente dandole la forma di un panetto e tagliatela in quattro pezzi.
Fate scivolare sotto le mani ciascun pezzo, formando dei filoncini lunghi, di diametro di circa un centimetro.
Tagliate ciascun cordoncino di pasta a tocchetti, formando gnocchi lunghi un paio di centimetri (o comunque della misura che gradirete maggiormente).
Portate l'acqua a bollore e, nel frattempo, tritate i pistacchi e tagliate a fettine il Camembert. Personalmente non amo la crosticina e provvedo sempre ad eliminarla. Mi piace la cremosità del formaggio e pecco, lo ammetto, nel mantenere unicamente la parte morbida togliendo la vera peculiarità di questo formaggio.
Salate l'acqua in ebollizione e buttate gli gnocchi. Mettete a scaldare un cucchiaio di olio evo in una padella e fatelo insaporire con un rametto di rosmarino. Non appena gli gnocchi affioreranno in superficie, scolateli e trasferiteli in padella. Unitevi metà dei pistacchi e saltateli a fiamma viva per un minuto, aggiungendo un po' di acqua di cottura se necessario.
Trasferitene una parte in una pirofila, copritela con qualche fettina di formaggio, una spolverata di pistacchi e procedete così fino a terminare gli ingredienti. Fate gratinare in forno per 5 minuti e servite.




Piatto decisamente consistente, ma dai sapori delicati, vi saprà conquistare forchettata dopo forchettata.

abc

Panzerotti fragranti al salmone e pesto di pistacchi: cena salvata in corso di preparazione

Via via, con lo scorrere dei mesi, la cena della domenica è arrivata a rappresentare sempre più lo strappo alla regola. Come se volessi aggiungere un punto colorato e sfizioso alla lunga (mica sempre!!) settimana trascorsa. E, con amabile e benaccetta prepotenza, si impone la forma del lievitato. Che sia una piadina, una focaccia, una chiocciola salata, un babà di pizza o un muffin, l'importante è che abbia una buona dose di selezionata farina e una importante componente di farcitura. Generalmente vedo l'arrivo di questo appuntamento come fosse un mordente desiderio che si aggrappa alle mie emozioni solleticandole sempre più. E solitamente mi basta chiudere gli occhi per individuare la forma che maggiormente appaga questo desiderio. Ma una delle ultime domeniche invece...... buio totale. Non amo mai ripetere le preparazioni, a meno che non le voglia proporre ad altre persone, eppure non riuscivo a focalizzare cosa avrebbe soddisfatto perfettamente la mia timida voglia di mangiare qualcosa di sfizioso. Avevo solo voglia di utilizzare farine speciali (e queste, credetemi, lo sono veramente), ma in che forma? Questi panzerotti sono nati strada facendo: impastiamo!, mi sono detta.... qualcosa uscirà. Qualcosa, appunto: dei saporitissimi scrigni di pasta morbida con un ripieno davvero ghiotto. Amo i pistacchi, e lo sapete, e questa volta li ho trasformati a suon di pestello nel mio piccolo e preziosissimo mortaietto!

Ingredienti

Per l'impasto
30 g di di farina di segale Jurmano
50 g di semola di grano duro Senatore Cappelli
50 ml di acqua
10 ml di olio evo
3 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
2 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
1 pizzico di sale

Per la farcitura
10 g di foglie fresche di basilico
15 g di pistacchi tostati non salati
10 g di parmigiano
5 ml di olio evo
sale
2 fettine di salmone affumicato

Setacciate e mescolate le farine, con il lievito e il malto. Aggiungete l'olio, l'acqua, il sale e lavorate fino ad ottenere un impasto compatto. Date la forma di una pallina, ponetela in una terrina, copritela con un foglio di pellicola trasparente e lasciate lievitare in un luogo tiepido per almeno un paio di ore.
Pulite i pistacchi e trasferiteli nel mortaio. Lavate le foglie di basilico, asciogatele delicatamente, spezzettatele con le mani e aggiungetele ai pistacchi. Iniziate a lavorare con il pestello, aggiungendo l'olio e il sale, fino ad ottenere un composto piuttosto omogeneo. Io non ho voluto che fosse troppo fine, perché ne avrei gustato meglio la consistenza nel ripieno.
Riprendete la pasta quando avrà raggiunto il doppio del suo volume e stendetela su una spianatoia infarinata, in una sfoglia di circa un paio di millimetri di spessore. Con un coppa pasta tagliate un numero pari di cerchi.
Sistemate, su metà dei cerchi ottenuti, un po' di salmone affumicato e, sopra, sistemate un cucchiaino circa di pesto di pistacchio. Chiudete i cerchi farciti con i restati, cercando di fare aderire bene i bordi (se necessario inumiditeli con dell'acqua) e sistemate i fagottini ottenuti su una placca rivestita da carta forno.
Cuocete a 190° per circa 15/20 minuti, fino a quando risulteranno piuttosto dorati in superficie. Volendo potrete spennellarli, prima della cottura, con olio, latte oppure uovo. Io ho preferito lasciarli al naturale.

Sfornateli e serviteli. Attenzione ad addentarli perché sono piuttosto roventi ^_^ Personalmente li trovo buoni anche tiepidi.



Il risultato è stato un decisivo appagamento, a fronte di quell'incertezza di partenza che non sapeva bene dove portarmi.
Io li ho accompagnati con delle sfoglie croccanti di zucca, semplicemente passate nella farina di riso e cotte in forno con un filo di olio evo e un po' di sale, per 30 minuti circa.




abc

Filetto di platessa al dolce sapore d’autunno: il classico che incontra l’audacia

Non sono una grande mangiatrice di uva. La apprezzo, un acino ogni tanto, ma questo non giustifica mai l'acquisto di qualche, seppur esigua, rappresentanza. Davanti a questo bel grappolo di uva fragola, però, resistere è stato difficile. Il profumo che emanava mi ha letteralmente rapito. Ho chiuso gli occhi ed ho iniziato ad immaginare in quanti modi avrei potuto trasformarlo, utilizzarlo, interpretarlo. Ricordate la richiesta ricevuta dalla mia amica Laura, di cui vi ho parlato presentandovi il risotto ai fichi con liquirizia e brie? Ecco: ricette con frutta di stagione. Ho, così, ceduto e, vi garantisco, ne sono rimasta stregata. Questa è solo una delle preparazioni in cui è diventata protagonista, ma avrete modo di testarne la versatilità. Alla mia attitudine ad accostare sapori dolci ad altri salati, ormai credo siate abituati. Molti saranno scettici, molti altri temerari. Chiunque vi cederà, come me, credo non possa che rimanerne affascinato.

Ingredienti

60 g di uva fragola
1/2 melanzana viola
5 rametti di timo
sale
50 ml di vino bianco secco
1 filetto di platessa
farina di riso
olio evo
noce moscata

Tagliate la melanzana a dadini e trasferitela in un colapasta con del sale grosso. Lasciate che perda il suo liquido di vegetazione per almeno un'ora. Dopodiché sciacquate i dadini e asciugateli bene.
Nel frattempo lavate gli acini di uva fragola e puliteli dai semini interni.
Fateli appassire in padella con un filo d'olio, i rametti di timo precedentemente lavati e il vino bianco, a fiamma bassa, coperti, per circa 20 minuti, aggiungendo acqua per non farli asciugare troppo. Salate a piacere.
Scaldate in una padella un filo di olio evo e cuocete le melanzane. Poche alla volta, in modo che tutte poggino sulla base della padella. Cuocete a fiamma piuttosto vivace, affinché acquisiscano una doratura piuttosto croccante e non si disfino. Salatele.
Trasferite le melanzane su carta assorbente e lasciate che si liberino dell'olio in eccesso. Continuate la cottura fino ad ultimare i cubetti.
Infarinate, nella farina di riso, il filetto di platessa. Fatelo rosolare in una padella calda con un po' di olio, prima dal lato senza pelle, poi dall'altro. Salate secondo il vostro gusto.
A cottura ultimata sistemate il filetto su un piatto, copritelo con la salsa di uva fragola e sistemate accanto le melanzane, guarnite con qualche rametto di timo.

Contrasto di sapori che conquista. La delicatezza di un filetto tenero, con la profumata asprezza dell'uva e la dolcezza delle melanzane. Il tocco del timo è quel puntino sulla I che completa l'opera.abc

Muffin con fichi, noci e quell’ingrediente segreto che… stupisce: un nuovo esperimento, di dolce vestito

Colpita da un raptus di tofuite acuta, mi trovo a elucubrare su un ingrediente generalmente ostico, che fa storcere spesso il naso. E' vero, il tofu al naturale non ha un grandissimo sapore. Anzi, diciamola tutta: di sapore proprio non ne ha. Ricordate quando ve ne parlai in occasione della presentazione del peperone ripieno al pesto di basilico e tofu? Ebbene, tanto era stato il successo di quel ripieno, che mi sono fatta conquistare da questo panetto biancastro e ho voluto testarne la versatilità in una preparazione dolce. In fondo ve l'avevo anticipato. Ed ora eccomi qui a parlarvene. Cerco sempre di utilizzare ingredienti tipici della stagione, rispettando il naturale ciclo di vita. Allora ho pensato: perché non creare qualcosa unendo al tofu dei dolcissimi fichi? E come rendere tutto ancora più gustoso? Dovete sapere, e scusate se torno sempre là, che quando preparai il risotto ai fichi alla mia plurimenzionata amica Laura, si aprì una sorta di sfida con una carissima amica, Gianna, chef e proprietaria di un favoloso ristorante di Sanremo, il G&G da Gianni e Gianna. Laura le inviava le foto della preparazione e Gianna cercava di indovinare gli ingredienti. Bene, in quell'occasione lei disse che in quel risotto sarebbero state bene delle noci. In realtà non ho previsto l'utilizzo di frutta secca, ma ho tenuto prezioso quel suggerimento e l'ho concretizzato in questa preparazione. Devo dire che il gioco di consistenze è stato decisamente azzeccato e, provare per credere, questi muffin, seppur molto morbidi all'interno, sono una vera ghiottoneria.

Ingredienti

180 g di tofu al naturale
60 g di gherigli di noci
40 g di zucchero grezzo di canna
150 ml di latte di avena
160 g di farina integrale
50 ml di olio di semi di soia
1/2 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di sale
3 fichi

Tritate il tofu insieme a 40 g di gherigli di noci, fino ad ottenere un composto piuttosto omogeneo. Aggiungete lo zucchero e il sale e amalgamate tutto.
Pulite i fichi (o lavateli se voleste utilizzarli con la buccia) e tagliateli a pezzi. Setacciate la farina insieme al lievito e uniteli al tofu, insieme al latte e all'olio. Iniziate ad impastare in modo da far legare tutti gli ingredienti.
Aggiungete, a questo punto, i rimanenti 20 g di gherigli di noci spezzettati, i fichi e mescolate bene il tutto. Dovrete ottenere un impasto decisamente morbido, ma comunque consistente.
Sistemate i pirottini nella teglia da muffin e versate un cucchiaio abbondante di impasto in ciascuno di questi. Con queste dovi dovreste riuscire a ricavarne 12.
Accendete il forno a 200° e fate cuocere per 45 minuti. All'interno rimarranno molto morbidi, poiché il fico inumidisce parecchio l'impasto, ma all'assaggio scoprirete il piacevole contrasto tra morbidezza e la croccantezza delle noci.
Sfornate quando vedrete la superficie dorata. Sistemate i muffin su una griglia e fateli raffreddare.

Morbidi, avvolgenti e fragranti, vi sapranno conquistare fin dal primo morso.


abc

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