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Talvolta, per quanto sia stretto e forte il piacere che mi lega ai cookies, confortevole il barattolo sempre pieno, stimolante sporcarmi le mani per impastarne sempre e di nuovi, l'esigenza del mio corpo mi porta a spostare l'attenzione su altre forme di dolcezza. Il forno assaggia preparazioni alternative e le consistenze che coccolano il palato cambiano. Ma, alla fine, si torna sempre qui. Così un gelato chiede un biscotto, una cheesecake una base home baked e...... la mente torna a focalizzarsi sulla serialità di produzione :) Che è davvero un attimo riprendere le abitudini consolidate. Così eccomi approdare su questi pètit coconut beurre. Avena a tuttotondo, in farina e il fiocchi. Burro che non è burro. Assenza di uova e di latticini. Pochissimo zucchero (e si sente). Fragranza, compattezza, friabilità. Li impasti, li integli, li cuoci, li sforni, attendi che raffreddino resistendo al profumo, li assaggi e..... sorridi. Questo vizio di ignorare i prodotti industriali a favore di quelli autoprodotti mi conquista sempre più. Gli ingredienti sono selezionati, limitati allo stretto necessario e sani. E il valore aggiunto dell'esperienza tattile e olfattiva rende tutto meravigliosamente impagabile e insuperabile. L'assaggio si trasforma in esperienza e il piacere tocca i sensi senza lasciare scampo!
Ingredienti
185 g di farina di khorasan
185 g di farina d'avena
40 g di fiocchi d'avena
100 g di olio di cocco
100 g di burro di arachidi
50 g di zucchero di canna integrale Demerara
50 ml di bevanda d'avena
4 g di cremor tartaro
sale rosa
cannella
1 pizzico di bicarbonato
Inserite in un boccale i fiocchi d'avena e tritateli non troppo finemente. Aggiungete le farine, lo zucchero, il sale, la cannella, il cremor tartaro e il bicarbonato e amalgamate tutto. Aggiungete il burro di arachidi e l'olio di cocco, quindi impastate. Aggiungete poco latte d'avena alla volta, fino ad ottenere un impasto compatto, ma piuttosto asciutto.
Coprite l'impasto e lasciatelo riposare un'ora in frigorifero.
Tenete il panetto a temperatura ambiente per circa mezz'ora, poi stendete l'impasto e tagliate i biscotti. Sistemateli su una teglia e cuoceteli, a 170°, per circa 30 minuti. Regolatevi secondo il vostro forno: dovranno essere dorati. Sfornateli e trasferiteli su una gratella fino al completo raffreddamento.
A questo punto dateci dentro :) Da soli, con della confettura, con farcitura di gelato, come base per torte fredde..... non avrete che l'imbarazzo della scelta.
abc
Direi fuori tempo limite, ma la stagione potrebbe ancora regalarci qualche gradevole assaggio. Sarebbe stato impossibile tenere in archivio questa ricetta per così tanti mesi, ancora. Gli agretti sono una scoperta recente, per me. Non sono mai stati parte della mia alimentazione e, con la consapevolezza di gusto acquisita nel tempo, posso affermare che è un bene che sia così: un palato più giovane e immaturo, probabilmente, non avrebbe potuto apprezzarne il sapore. Ho avuto chiaro in mente questo piatto da subito: un regalo gradito (le uova di quaglia dell'amico torinese Ezio), la ricchezza dei funghi shiitake e l'intensità di quei fili di barba che avrebbero unito e raccolto tutti i sapori e tutte le consistenze. Ed è nato, questo insieme di piccoli nidi che cattura lo sguardo e conquista il palato. Intenso, vario, armonioso, sfizioso, appagante. Sapori semplici e diretti. Nitidi. E il piacere di accostarsi, sempre, ad esperienze nuove e a nuove scoperte.
Ingredienti
5 funghi shiitake
70 g di agretti freschi
250 ml di passata di pomodori bio
1 carota bio con il ciuffo
10 g di senape
5 g di olio evo
5 uova di quaglia
1/2 spicchio d'aglio
paprika affumicata q.b.
aneto
sale rosa q.b.
Mettete i funghi in ammollo, in acqua, per almeno un paio d'ore.
Separate la carota dal ciuffo, pulitela, tagliatela e inseritela in un boccale. Unite la senape, l'aglio, qualche foglia di carota, il sale e le spezie. Frullate, fino ad ottenere una crema omogenea. Aggiungete la passata di pomdoro e amalgamate il tutto.
Pulite gi agretti e lavateli. Sbollentate gli agretti per un minuto, quindi raffreddateli sotto un getto di acqua ghiacciata e teneteli da parte.
Scolate i funghi e strizzateli delicatamente, in modo da rimuovere l'acqua in eccesso. Sistemateli su un ripiano, a testa in giù. Sistemateci sopra gli agretti a mo' di nido, lasciando spazio all'interno e riempite questo spazio con un uovo di quaglia. Versate la salsa di pomodoro in una pirofila, sistemate sopra i funghi e infornate.
Cuocete a 180° per 10 minuti circa, fino a quando vedrete il bianco dell'uovo rapprendersi leggermente.
A questo punto sfornateli e impiattateli, su una base di pesto di foglie di carota, che nel frattempo avrete potuto preparare.
Decorate con la salsa di pomodoro e servite.abc
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Gelato di avocado e Slim Choco
Il fatto è che sono incurabile. Ho le mie missioni. Le mie paturnie. I miei mulini a vento. Che, talvolta, trasformo anche in conquiste. Eccone una. Amo follemente il gelato. Al cioccolato non resisto neanche in piena notte. Le due cose potrebbero sfuggirmi di mano prima ancora che il mio celeberrimo autocontrollo abbia la meglio. E allora cerco una soluzione. E la trovo.
Avete mai sentito parlare di glucomannano? Si tratta di un polisaccaride, formato da glucosio e mannosio estratto dal tubero di Konjiac. Konjiac. Vi dice qualcosa? Vi riporta alla mente, forse, shirataki? Quella pasta che spesso documento come concessione al mio palato goloso ed esigente? Eccolo, sotto un'altra forma. Polvere di cioccolato. Diluito (perché essendo ricco di fibre ed essendo in grado di assorbire almeno 60 volte il suo peso di acqua, è fondamentale che venga assunto correttamente per evitare il rischio di effetti indesiderati come stipsi), può essere assunto come bevanda. Io ne ho fatto un gelato. Ovviamente calibrato negli ingredienti e ovviamente senza gelatiera (*che poi mi tocca uscire di casa). Perfettamente raw, deliziosamente veg, sorprendentemente gustoso e favolosamente leggero, si è conquistato all'istante il suo posto nella lista dei miei must. Se foste a regime, ma anche in cerca di qualcosa di sano e alternativo, vi consiglierei di non perdervi l'occasione. Che ne ho già una bella da proporvi :)
Ingredienti
270 g di polpa di avocado
100 g di Slim Choco Clean Food
80 g di datteri Medjoul
60 g di bevanda vegetale
5 g di maca in polvere
Sbucciate l'avocado, tagliatelo in piccoli pezzi e inseritelo in un boccale, insieme allo Slim Choco, alla maca e ai datteri privati del nocciolo. Frullate tutto, a più riprese per non surriscaldare il prodotto, fino ad ottenere una crema liscia ed omogenea. Allungate con il latte che siete soliti utilizzare (io uso una bevanda a base di avena) e rendete tutto ben amalgamato.
Trasferite il composto in uno stampo in acciaio e trasferite in freezer.
Dopo mezz'ora estraete il recipiente e mescolate, con una spatola, per ricompattare e amalgamare il composto. Ripetete l'operazione, sempre a distanza di 30 minuti, per almeno 5 volte.
Lasciate in congelatore. Estraetelo 15 minuti prima di utilizzarlo e.... divertitevi.
Ve lo propongo, oggi, nella pienezza della sua semplicità, ma ho all'attivo un assaggio che vi farà toccare le stelle con un dito :Dabc
Di natura golosa. Per evoluzione ingolosita. Dal buono che fa bene. Ho imparato che se qualcosa lo ignori, non vuol dire che non farà mai parte della tua vita. E che l'eccezionale può diventare ordinario. Stupirti ogni volta, e regalare quello stato di felicità, e soddisfazione, e appagamento tipici di una vita serena e salutare. Leggera. Che non vuol dire superficiale. Perché nella ricerca di alleati nuovi, nella ricerca di nuove conoscenze, nell'applicazione dei nuovi insegnamenti, tutto si concentra, fuorché la superficialità. Neanche il cucchiaino, che si approccia timidamente a questo vasetto, si accontenta di qualcosa che non sia.... profondità!!
Così arriva nella mia dispensa anche questo concentrato di benessere. Perché concentrato? Perché dentro c'è il buono: dolcissime mandorle, ricche di vitamine (tra cui la vitamina E che contrasta i radicali liberi), di grassi polinsaturi che favoriscono l'abbassamento del colesterolo cattivo, di sali minerali (soprattutto magnesio, importante per la produzione di energia e alleato per un mantenimento del ph equilibrato nel sangue); semi di cardamomo, dalle proprietà digestive, antinfiammatorie delle vie aeree, di controllo della pressione arteriosa; e maca, questa parola sconosciuta, detta anche Ginseng peruviano, dalle importantissime proprietà ricostituenti, energizzanti e..... afrodisiache. Vi serve altro per convincervi che un cucchiaino di questa crema è un perfetto, corroborante e generoso toccasana per il nostro corpo?
Fossi in voi non perderei tempo :)
Ingredienti
200 g di mandorle pelate
1/2 cucchiaino di maca in polvere
1/2 cucchiaino di vaniglia in polvere
5 bacche di cardamomo
1/2 cucchiaino di farina di limoni (o scorza di limone)
1/2 cucchiaino di cannella in polvere
10 g di sciroppo di agave
Tostate le mandorle, a fuoco dolce, su una padella, oppure in forno. Lasciatele raffreddare completamente.
Inseritele in un boccale insieme a tutti gli altri ingredienti. Per meglio amalgamarlo al composto, pestate, prima, i semi delle bacche di cardamomo in un mortaio. Frullate tutto, a più riprese, fino ad ottenere una crema morbida e omogenea.
Trasferite tutto in un vasetto e conservate in frigorifero.
Può durare, senza perdere sapore e proprietà, per settimane.
Divertitevi a contestualizzarla: nella preparazione di dolci, su una fetta biscottata o su una fetta di pane, come farcitura di un waffle, o di un dattero (prima di un'attività sportiva una vera fonte di energia). Insomma.... ce n'è per tutti i gusti!!
In poche parole, non risparmiatevi :)
abc
Vi avevo avvisato: lo zafferano avrebbe ancora dipinto i miei piatti. Mi è sempre piaciuto, dai tempi in cui ero una bambina che apprezzava la cucina casalinga di famiglia. E mamma lo usava. Non spesso, ma nella misura perfetta per farmelo desiderare, e apprezzare. Provate, quindi, ad immaginare come mi sia sentita coinvolta, quando Zaffy e Fuudly hanno proposto il contest Cucina con Zaffy. Zafferano e fantasia, quale miglior richiamo?
Se mi sia divertita? Da morire!! Questo piatto mette insieme sapori tanto diversi, ma allo stesso tempo tanto affini e complementari. E mi ha proiettato nuovamente su uno strumento tanto semplice, quanto intriso di tradizione, che è la chitarra. Ricordo di famiglia, una parte di famiglia che non posso più abbracciare, ma che fa parte di me. La chitarra è quel tocco in più. E' dare un sapore intenso alla pasta. E' fascino. E' semplicità. Gioia. Semplice e profonda gioia nel portare in tavola solo il buono. Attorno a questo nasce il piatto: colorato, delicato, eclettico, pieno, ricco e appagante. Meravigliosamente appagante. Condividerlo è solo un piacere. E l'assaggio? Toh, è toccato proprio a me :D
Ingredienti
Per la pasta
100 g di farina di grano tenero tipo Maiorca
45 g di acqua
5 g di olio evo
1/3 di pistilli di zafferano (della confezione Bio di Zaffy)
Per la crema di zafferano
70 g di filetto di nasello
30 g di latte vegetale (per me di avena)
20 g di acqua
1/3 di pistilli di zafferano bio
1 cucchiaino di olio evo
sale rosa
Per le pere
1 pera William
1 cucchiaino di sciroppo d'agave
1/3 di pistilli di zafferano bio
Per la tartare
80 g di filetto di nasello
1/2 limone (succo e scorza)
sale rosa
pepe q.b.
Per il pesto
10 g di pistacchi tostati
5 figlie di basilico fresco
1 pizzico di sale rosa
Emulsionate 5 g di olio con un po' dell'acqua che utilizzerete per la preparazione della pasta e mettete in ammollo 1/3 di pistilli di zafferano. A parte mettete in ammollo lo restante zafferano in 20 g di acqua.
Mettete la farina Maiorca a fontana su una spianatoia e versate nel centro l'emulsione di olio e zafferano. Aggiungete la restante acqua e impastate fino ad ottenere un panetto compatto. Avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno mezz'ora.
Scaldate una padella. Tagliate la pera a piccole fettine e fatele cuocere con metà dei pistilli lasciati ancora in ammollo. Aggiungete lo sciroppo di agave e un po' di sale. Fate ammorbidire, a fuoco moderato, fino ad ottenere una confettura leggermente caramellata.
A parte cuocete il nasello con i restanti pistilli di zafferano e tutta l'acqua di ammollo. Salate a piacere e tenete sul fuoco per circa 20 minuti. Trasferite tutto in un boccale, aggiungete il latte e un cucchiaino di olio evo. Frullate, fino ad ottenere una crema vellutata.
Tagliate il filetto di nasello destinato alla tartare in piccoli dadini. Conditelo con la scorza grattugliata di 1/4 di limone, un cucchiaino di succo di limone e una spolverata di sale rosa. Lasciatelo marinare.
In un mortaio pestate le foglie di basilico con i pistacchi e il sale, fino ad ottenere un pesto non troppo fine.
Riprendete l'impasto e stendetelo con il mattarello in una sfoglia non troppo sottile. Tagliate i tagliolini alla chitarra e cuoceteli, in abbondante acqua salata, per pochi minuti.
Scolate i tagliolini, ancora al dente, e fateli saltare con la crema di nasello.
Procedete all'impiattamento creando una base di pesto. Unite i tagliolini e adagiatevi sopra una quenelle di tartare di nasello. A parte adagiate la confettura di pere allo zafferano.
Non vi rimane che gustare!!abc
Io, quella del novantesimo minuto, quella del finché c'è tempo c'è speranza, quella delle idee bizzarre, quella dei sapori che devono incastrarsi in un meccanismo di emozioni perfetto, quella dei nuovi esperimenti, ma della semplicità. Allo scadere del tempo, arrivo anche io.
Quando Fuudly promosse il contest Cucina con Zaffy non ci pensai un attimo: innamorata di questa grande famiglia e affascinata, da sempre, dalla delicata intensità di questi pistilli, decisi che ne avrei preso parte. Iniziò, così, una ricerca di sapori, tutti immaginati e racchiusi in una testolina presa da tanti progetti stimolanti, ma difficile da far scendere a compromessi. Anche se, questa volta, un piccolo compromesso c'è stato. Nonostante abbia tinto di giallo molteplici piatti, grazie al cofanetto con cui Zaffy ci ha premiato, due, in particolare, hanno diviso il podio: uno è quello di cui vi sto parlando. L'altro, magari, arriverà domani!! Perché decretare un vincente è un po' difficile. Ma, soprattutto, perché tutte e due le idee meritano il loro show. Parto da qui, da una seppia cotta a bassa temperatura.
Quando focalizzai questa fantasia, mi chiesi in che modo avrei potuto procedere. Nonostante un roner sia uno dei più ricorrenti pensieri, nella lista dei desideri (e affiancherà presto la mia fedelissima friggitrice ad aria calda), ad oggi non vanto di alcun sistema di cottura a bassa temperatura. E quindi? Rinuncio ancora prima di iniziare? Io??? No, dico, IO?????? M A I. Piuttosto approfitto dell'occasione e mi butto: un sacchetto, il sottovuoto e la lavastoviglie. Follia? Provateci e mi direte. Io, che della lavastoviglie ho fatto a meno per anni e anni e anni e che alla lavastoviglie, oggi, mi affido con la consapevolezza che accentui il senso di pigrizia nell'utilizzare un oggetto tanto vintage come una spugna insaponata, adesso posso dire che..... mai più senza!! Ottimizziamo le risorse e portiamo in tavola pietanze sane e genuine. Insomma, un passo in più verso la totale padronanza di uno stile di vita healthy e consapevole. 65°, 1 ora e 40 minuti. Come poter resistere ad un invito così accattivante? :)
Ingredienti
Per il burro di cottura
10 g di olio evo
10 g di nocciole
1/2 bustina di zafferano biologico Zaffy
scorza di 1/4 di limone biologico
sale rosa q.b.
Per la crema di yogurt greco
12 g di nocciole
15 g di scorza di limone biologico
8 g di miele d'arancio
1/2 bustina di zafferano biologico Zaffy
2 cucchiaini di succo di limone
15 g di yogurt greco
10 g di olio evo
sale rosa q.b.
170 g di seppie
2 foglie di alloro
1/2 spicchio d'aglio
1 pera williams
5 foglie di basilico
olio evo
Pestate le nocciole in un mortaio, quindi trasferitele in un pentolino con 10 g di olio evo e scaldate, senza portare ad ebollizione. Spegnete e lasciate insaporire bene, fino a totale raffreddamento.
Aggiungete il sale rosa, la scorza di limone e lo zafferano, quindi pestate bene con il pestello, fino ad ottenere un burro omogeneo.
Tagliate la seppia ad anelli e dividete il ciuffo in piccole parti, quindi inserite tutto in un sacchetto per il sottovuoto. Aggiungete le foglie di alloro, lo spicchio d'aglio pulito e il burro di nocciole. Sigillate bene, quindi inserite il sacchetto nella lavastoviglie. Avviate il programma di lavaggio a 65° e attendete il tempo necessario (il mio programma dura 1 ora e 40 minuti). Nel frattempo passate alla crema.
Frullate le nocciole, la scorza di limone (inserite anche la parte bianca, perché non verrà cotta e non acquisirà le note amarognole, ma, anzi, accentuerà la dolcezza), il miele, il sale rosa e l'olio. Unite lo yogurt e la restante metà della bustina di zafferano, quindi frullate nuovamente, in modo da ottenere un composto omogeneo. Non dovrà essere liquindo, ma piuttosto denso. A parte tritate le foglie di basilico e unitele ad un buon cucchiaio di olio evo e ad un pizzico di sale rosa. Lasciate insaporire. Tagliate la pera Williams a dadini e conditela con l'olio aromatizzato al basilico.
Quando il ciclo di lavaggio sarà terminato, estraete il sacchetto con le seppie ed apritelo. Impiattate tutti gli elementi: la crema allo yogurt nel centro, con gli anelli e i ciuffi di seppia intorno e l'insalata di pere al basilico a fare da cornice. Terminate con qualche nocciola e preparatevi all'assaggio.
Quindi, dicevamo.....a quando il prossimo lavaggio? :D
Con questa ricetta, effettuata con zafferano biologico, partecipo al contest Cucina con Zaffy.abc
Avere un'idea in testa e provare a metterla in pratica.
Nell'ottica di sfruttare le ultime foglie di cavolo nero e di fare delle chips in una versione simile alla classica con crema di anacardi, mi sono trovata ad impastare questi tre ingredienti magici e, prima ancora di affondare le mani nella ciotola per il massaggio terapeutico (ma ci avete mai provato? Sporcarvi le mani di benessere.....che fantastica terapia!!), ero già rapita dal sapore, dall'avvolgenza e dall'intensità dell'impasto. Tanto da volerlo. All'istante. E da mettermi immediatamente all'opera per creare questo, chiamiamolo, formaggio. Ovvio che non lo sia, dal momento che non c'è l'ombra di latte, di cagliatura e quant'altro. Ma alla fine una piccola toma lo diventa, e anche irresistibile. Quindi.... perché no? Grassi buoni, proteine vegetali e tanti preziosi nutrienti, regalo dei miei amatissimi superfood. Una nota di affumicatura, una consistenza perfetta e un sapore che rapisce. In altre parole, mai più senza :D
In fondo i lupini nella mia dispensa non mancano mai. Lavorarli e trasformarli in avvincenti stuzzicherie mi diverte molto. Il loro gusto si presta per essere contestualizzato in millemila modi, quasi da non crederci. E allora via alla fantasia. Che, in realtà, basta davvero poco....
Ingredienti
200 g di lupini (per me sottovuoto)
25 g di gherigli di noci
5 g di lievito alimentare
1 cucchiaino di fieno greco
1 cucchiaino di paprika affumicata + q.b.
2 cucchiaini di succo di limone
scorza di mezzo limone
1/2 striscia di alga kombu
spirulina q.b.
pepe q.b.
olio evo q.b.
Mettete in ammollo l'alga combu in abbondante acqua.
Una volta puliti i lupini (il peso dovrà essere al netto degli scarti), inseriteli in un boccale, insieme alle noci, al lievito alimentare, al fieno greco, alla spirulina e alla paprika affumicata. Frullate tutto, a più riprese, fino a creare una crema omogenea.
Aggiungete il succo e la scorza grattugiata del limone, l'alga e il pepe. Frullate ancora ripetutamente. Una volta che avrete ottenuto un composto compatto e ben amalgamato trasferitelo nello stampo per formaggi. Compattatelo bene e lasciatelo riposare in frigorifero, coperto, per 24 ore.
Riprendete lo stampo, estraete il formaggio e aspennellatelo con un'emulsione di olio e paprika affumicata.
Portate il forno a 170°. Inserite la forma e spegnete. Lasciatelo fino a totale raffreddamento. A questo punto estraetelo, tagliatelo e gustatelo.
Può essere conservato, in frigorifero, per 3 giorni.
Io sono pronta a dare il via alla produzione ripetitiva :D
Qualcuno, peraltro, me ne ha già ordinate delle quantità!! Non lasciatevi scappare l'occasione per deliziarvi di salute e benEssere.
abc
Quanto è importante stabilire un corretto equilibrio per permettere al nostro corpo di funzionare in maniera ottimale?
Se pensiamo a quanto una semplice arrabbiatura sul lavoro possa influire negativamente su questa armonia, immaginiamo tutti i sentimenti di rabbia, rancore, e più genericamente di approccio negativo alle situazioni: un veleno per il nostro corpo. Ed è solo un inizio! Sì, perché una grande influenza ce l'hanno anche gli alimenti che scegliamo per la nostra dieta quotidiana. Dietro un "ma sì, dai..... sarà mica questo a farmi male?" si nasconde un discorso molto più articolato. Ma anche semplice da affrontare, se trasformato in consapevolezza. Partiamo dall'inizio, da una grande certezza: per funzionare in modo ottimale e mantenersi in salute, il nostro corpo ha bisogno di stabilirsi su un valore di ph neutro, che corrisponde a 7. Se l'approccio alle situazioni di vita quotidiana può dipendere unicamente da un percorso di consapevolezza, autocontrollo e gestione delle emozioni personale, impariamo a gestire meglio l'approccio al cibo. Impariamo a conoscerlo. Sull'argomento esistono molteplici scuole di pensiero, che imputano differenti livelli di valore alcalino o acido ai cibi. La tabella che riporto qui si basa su uno studio legato alla Letteratura Scientifica condotto dalla SISDOH. Partiamo dal presupposto che cibi salutari come cereali integrali, legumi o pesce non vanno evitati per la loro natura acidificante, ma che, piuttosto, vanno bilanciati con alimenti alcalinizzanti. E precisiamo che il termine "alcalinizzante" non significa "alcalino di natura". Un esempio? Il limone, il cui ph è 2.4 quindi decisamente acido, è altamente alcalinizzante. Per questo si consiglia al mattino, al risveglio, come prima coccola per il nostro corpo. Memorizziamo allora questa piccola regola: il rapporto tra cibi alcalinizzanti e acidificanti, in un pasto, dovrebbe essere 60% (alcalinizzanti) e 40% (acidificanti). Fate una veloce valutazione, pensando al pasto che avete appena consumato. Vi amate a sufficienza? :) Esistono, comunque, momenti della giornata in cui è fisiologico per l'organismo subire fasi di acidosi. Esistono anche situazioni che inducono l'organismo stesso all'acidosi. Un'intensa attività fisica, uno sforzo prolungato, un affaticamento straordinario e il valore del ph crolla. L'acidificazione dei tessuti può portare, a lungo andare, all'insorgenza di malattie. Ecco cosa si intende quando si dice che certi alimenti, e uno stile di vita non equilibrato fanno male. Sta tutto qui, nel mantenimento di un corretto e regolare PH.Come aiutare, quindi, il nostro corpo a tornare in linea con i valori?
Divertitevi, intanto, a combinare gli ingredienti del vostro prossimo pasto (in merito pubblicherò un approfondimento circa gli abbinamenti giusti e sbagliati degli alimenti). E poi affidatevi alla giusta integrazione. INTEGRAZIONE ad un corretto stile di vita.
Quando tornate da una corsa, dopo aver affrontato una pesante giornata di lavoro, dopo aver fatto il cambio di stagione nell'armadio, o aver fatto giocare i vostri instancabili bambini, sciogliete un misurino di Restorate, insieme all'Activize, in 100 ml di acqua, mescolate con un bel cucchiaino di plastica e...... gustatevi una bevanda dissetante e piacevole.
Perché? Ve lo spiego. Restorate, di fitLine:
- ha un'azione alcalina che bilancia il livello del ph del sangue
- favorisce l'equilibrio di minerali nell'organismo, tra cui rame e zinco, per capelli più forti, pelle più bella e unghie più resistenti. Ma anche calcio, magnesio e vitamina D per denti e ossa sane
- rinforza il sistema immunitario
- ha una biodisponibilità maggiore e immediata, grazie all'NTC (concetto trasporto sostanze nutritive)
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Crema fondente ai datteri e rhum con note di sale rosa
Ci sono cose che, nel corso del tempo, cambiano, si trasformano, migliorano, a volte peggiorano, si strutturano, vengono approfondite, evolvono. Poi ci sono cose che rimangono nella nostra vita come una trave portante. Ma esiste una terza categoria, che, ho scoperto nell'ascoltare questo costante progresso che è la vita, è qualcosa di irrimediabilmente sorprendente: le travi portanti che evolvono, migliorano, si sfaccettano di bellezze e bontà sempre nuove e sempre stupefacenti. Prendi una tavoletta di cioccolato fondente, detta trave portante, e trasformala in crema, detta evoluzione. Adesso adattala alle esigenze, ai gusti, alle finezze del palato. Ecco, eccovi pronta la sorpresa stupefacente!!!!
Nel tempo ho scoperto che cioccolato e rhum si sposano alla perfezione. E che il cioccolato salato è un'emozione difficilmente pareggiabile. L'ho definito, e lo definisco tutt'ora, senza riserve, orgasmo culinario. Ho anche scoperto che i datteri, quelli naturali, carnosi, pieni, sono un'esperienza sensoriale che vale la pena di essere vissuta. E che permettono, insieme a tante alte soluzioni, di eliminare zuccheri raffinati, nemici del nostro corpo. Non ho fatto altro che mettere insieme questi miei, personali, assiomi. E quello che ne è venuto fuori è....... il paradiso!! Il paradiso in un vasetto. Da aprire quando vorrete. Da regalare a chi merita il meglio. Da tenere sempre a portata di cucchiaino, nei momenti di bisogno, quando servirà un piccolo aiuto, quando ci si vorrà dedicare una coccola. Da condividere seduti su un tappeto. Da spalmare. Il paradiso ve l'ho messo sotto vetro. GODETENE!!
Ingredienti
250 g di cioccolato fondente
90 g di datteri Medjoul
60 g di latte vegetale (per me di avena)
20 g di rhum (per me Zacapa 23 anni)
2 g sale rosa
Spezzettate il cioccolato e frullatelo.
Unite i datteri, il rhum, il sale e frullate nuovamente, creando un impasto omogeneo. Sciogliete tutto, a bagno maria o nel Bimby (questa volta ho fatto tutto nel Bimby), fino a quando otterrete una crema liscia.
Versate il composto bollente in un barattolo di vetro, ben sterilizzato in precedenza. Chiudete il barattolo e avvolgetelo in un canovaccio. Lasciatelo raffreddare fino a quando si creerà il sottovuoto.
In questo modo potrete conservarlo per settimane, chiuso.
Una volta aperto, invece, finirà prima di quanto possa durare..... :)
L'assenza di grassi la rende piuttosto compatta e per me è un valore aggiunto. Il rhum, comunque, permetterà di mantenerla morbida e piacevole. E perfetta per farciture, se proprio riuscirete a resistere al cucchiaino ;)
abc
Accompagnati da Desidrée Dell'Amore,
esercizi di consapevolezza corporea e suoni dei chakra
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DOMENICA 28 MAGGIO dalle 15.00 alle 18.30
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massimocerbara@aliceposta. it
Tel. 349 1495979abc