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Questione di tempo, o di volontà?

Spesso la gente mi chiede da quanto tempo mi alleni. Il miraggio dell'obiettivo risulta essere tanto tangibile sui fisici altrui, quanto idilliaco sul nostro. In realtà non è una questione di anni di palestra, ma di cambiamento di stile di vita. Tant'è che...

La prima iscrizione in palestra risale al 2004. Prima di allora i miei allenamenti consistevano in un paio di corsi settimanali, in una palestra scolastica, e di qualche sessione cardio nel centro fitness in cui, per un periodo, ho lavorato. Come receptionist!

Quella che, per me, è stata la vera rivelazione è l'approccio, insieme alla consapevolezza acquisita nel tempo. Consapevolezza portata dalla conoscenza, dall'ascolto di me stessa e dalla risposta alle mie esigenze. Ho iniziato seguendo corsi di gruppo. Inizio scontato, e poco adatto ai i miei problemi di schiena. Sono passata, allora, ad un programma di allenamento strutturato su 3 work out settimanali e seguito, mensilmente, da un personal trainer. Ho iniziato ad integrare, approcciandomi al running. Per necessità più mentali, che fisiche. Poco alla volta ho iniziato ad abbandonare le insane abitudini alimentari. Mi basta guardare piatti condivisi fino a 5 o 6 anni fa, per capire quanto sia stata importante la mia trasformazione. Ma graduale. Sono passata da 3 workout settimanali a 6. Colazione proteica, carboidrati una volta la settimana (per me rappresentati da una pizza, generalmente il giovedì sera) e il dolce, l'unico appuntamento concesso, (più precisamente cappuccino e brioche) il sabato mattina. Un giorno di riposo settimanale, sia dallo sport che dalla dieta. Fino a quando la dieta è diventato un regime alimentare quotidiano, e da allora anche la domenica ha perso questo ruolo. Il lavoro mi permetteva di concentrare gli allenamenti in una pausa pranzo decisamente lunga. Durante la stagione estiva, però, per evitare la canicola delle ore centrali, era mia abitudine puntare la sveglia alle 6.00 del mattino per falcare i 10 km di strada. Quindi il via alla giornata e dritta in ufficio. Poi il periodo più difficile della mia vita. Il cambiamento. L'assenza di certezze. La corsa è diventata ossessione, l'alimentazione un modo per punirmi. Da cosa mi era chiaro all'epoca, ma più preciso adesso: da una distorsione di visuale. Sono caduta e mi sono rialzata. Ho ricominciato camminando per ore tra i boschi di un parco che, da lì in poi, ha fatto da contesto alla mia nuova vita. Ho ripreso ad andare in palestra. In orari nuovi, forte di un lavoro che mi dava la possibilità di gestire la giornata con flessibilità. In palestra dalle 3 alle 4 volte la settimana: non più corsi, ma pesi. Ho scoperto di apprezzare particolarmente i miei dialoghi infiniti con bilanceri, dischi, manubri e panche!! Mie care donne sì, fatevene una ragione: fare pesi non fa diventare uomini e non fa ingrossare. A meno che non vi sfondiate di proteine, non seguiate un'alimentazione volta a creare massa e poi un programma attento di definizione. Fare pesi aiuta semplicemente a sviluppare la tonicità muscolare!! Ho iniziato nuovamente ad integrare con la corsa. Poco alla volta, mai più come prima, ma sempre benefica. Forte di un trasloco che ha nascosto, non so ancora esattamente dove, il mio cardiofrequenzimetro, ho iniziato ad uscire con la sola musica nelle orecchie: niente più tempi, se non minuti letti su un orologio analogico appeso su una parete di casa. Approssimativi. Oggi non mi alleno più in palestra. I tempi non me lo permettono. Mi sono attrezzata in casa: un trx, una corda digitale e qualche sedia che va benissimo come panca per step, affondi ed esercizi di vario genere. Quando riusciamo a far coincidere gli impegni, il coach si prende cura di me in studio, portandomi a migliorare stile, intensità ed esecusione dei miei workout. Alla fine tutto diventa normalità e si trasforma in stile di vita. Non servono ore e ore per "perdere la voglia" di fare sport. Basta costanza. In questo modo i 45 minuti quotidiani diventano un'esigenza e un modo per coccolare il nostro corpo e, di conseguenza, la nostra mente. A proposito..... ho un allentamento che mi attende ^_^abc

Bignè di cavolini con chutney di mango

Tante idee. Poco tempo per tutte. E nel tempo a disposizione, le sinapsi si manifestano compulsivamente, vanificando quella tecnica che, negli anni, hai avuto modo di affinare: l'ottimizzazione del tempo e delle risorse. Che sarebbe perfetto si incastrasse tutto in modo ottimale, ma, in fondo, il bello è proprio qui: nell'imprevedibilità di una vita da svolgere e stravolgere. Allora quell'idea prende forma, si accomoda nella sala d'attesa dell'istinto creativo e sedimenta. Sedimenta. Sedimenta. Con grande, gandissima pazienza. Ogni tanto lancia un amo, a mo' di sfida, come a ricordare che è ancora lì, ad attendere il suo momento: che forma mi darai?, mi chiede. Quali sapori mi accosterai? Insiste. Sicura non manchi qualcosa? Mi sfida. E quel lato del mio pensiero lavora per lei, quell'idea, in un sottofondo implacabile. Ancora non protagonista, ma sempre presente. Stai buona lì, che ci siamo quasi. E pensi alla soluzione perfetta. Cerchi di dare chiarezza alle perplessità. Perché nel tuo immaginario quel piatto l'hai già visualizzato e preparato più e più volte. Fino a quando: E' ORA!!!!!! E non è che sia sempre come te l'eri aspettato, ma a volte è ancora meglio!! Riempite i vostri vassoi, imbandite le vostre tavole, deliziate i vostri ospiti, accompagnate con un buon vino e cedete all'audacia di sapori che mai avreste immaginato potessero sposarsi. Perché se c'è un tempo per pazientare, c'è anche un tempo per realizzare. E assaporare ^_^ Ingredienti Per il chutney 1 mango 50 g di zucchero di canna grezzo 20 g di scalogno 10 g di radice di zenzero 1 spicchio d'aglio 1/3 di cucchiaino di sale integrale 1/4 di cucchiaino di cumino carvi in polvere 1/4 di cucchiaino di cannella in polvere 1/4 di cucchiaino di peperoncino secco tritato 1/4 di cucchiaino di curcuma in polvere 2 bacche di cardamomo 70 ml di aceto di vino bianco 1 cucchiaio di olio evo Per la pasta choux 100 g di farina di tipo 1 80 g di acqua 30 g di olio di cocco 3 uova 2 g di sale integrale 15 cavoletti di bruxelles Mondate i cavoletti di Bruxelles e cuoceteli a vapore per qualche minuto: dovranno essere appena morbidi, non cotti. Tagliate lo scalogno a fettine sottili e fatelo imbiondire in padella, con l'olio evo. Tagliate il mango a dadini e aggiungetelo allo scalogno.Grattugiatevi sopra lo zenzero e lo spicchio d'aglio e amalgamate bene. Fate ammorbidire tutto, a fiamma moderata, mescolando frequentemente.   Aggiungete lo zucchero di canna, le spezie e i semi di cardamomo pestati nel mortaio, insieme al sale. Versate l'aceto di vino bianco, mescolate bene, coprite e fate cuocere a fiamma bassa fino a quando il composto avrà raggiunto la consistenza di una marmellata. A questo punto spegnete e tenete da parte. Versate in un pentolino l'acqua con l'olio di cocco e il sale. Mettete sul fuoco e portate a bollore. Versate la farina, in una sola volta, e mescolate con un cucchiaio di legno, fino ad ottenere una palla di impasto compatto. Lavorate fino a quando la pasta lascerà una patina sul fondo del pentolino. Togliete dal fuoco e aggiungete un uovo alla volta, facendolo assorbire completamente prima di aggiungere il successivo. Trasferite l'impasto in una tasca per dolci e create dei piccoli dischi su una placca da forno. Su ciascuna base posate un cavoletto. Coprite i cavolini con altro impasto e infornate, a 190°. Cuocete per 20 minuti: l'impasto dovrà essere ben dorato. Sfornate e lasciate intiepidire i bignè. Separate la calotta con il broccoletto e farcite la base con il chutney. Riempite i vassoi e..... servite!! ^_^ Sapori contrastanti: agrodolce, dolce, salato. Le spezie riempiono il palato, gli accostamenti insoliti incuriosiscono e incantano. Un modo originale di presentare un finger diverso e.... di carattere.

 

abc

Carrots cupcakes di orzo con creamcheese al cioccolato bianco

Mai fatto un cupcake. Mai neanche letto come si faccia un cupcake vero. Insomma, io non sono una da "ricette classiche". Neanche una da "ricette da seguire alla lettera". Amo l'improvvisazione. Mi abbandono alla dispensa. Seguo l'ispirazione. I desideri. La curiosità. Soddisfo le volontà della mia gola. Coccolo il mio palato. Trasformo tutto in salutare. Così mi capita di prendere delle carote, poi delle mandorle, di pensare che, beh, parto da un classico, e metto insieme uova, farine integrali, ingredienti insoliti. Come fossi una vignetta, a metà strada tra un chimico e una pasticc-iona :D Estraggo, sbatto, monto, mescolo, verso, inforno, emulsiono, guarnisco. Ah, importante: ASSAGGIO. Che la cucina è una rovina per persone golose come me :D E alla fine eccoli: li chiamo così, li chiamo cupcakes. Che magari non lo sono davvero, ma lo sono a modo mio. E sono buoni da morire. Leggeri, ricchi, golosi, freschi, morbidi, pieni, delicati, perfetti. Missione riuscita: anche questa volta la colazione è garantita e... speciale!! Ingredienti Per i cupcakes 320 g di carote pulite 100 g di mandorle pelate 3 uova 40 ml di olio evo delicato 140 g di farina d'orzo 35 g di fecola di patate 35 g di zucchero di canna integrale Demerara 50 ml di latte (per me vegetale) 15 g di polline in grani 6 g di cremor tartaro 1 pizzico di bicarbonato Per la creancheese 100 g di cioccolato bianco 50 g di yogurt greco 35 g di formaggio cremoso di capra scorza di 1/2 limone zenzero in polvere cannella in polvere Tagliate le carote e passatele nell'estrattore. Se aveste il fltro apposta, fate lo stesso con te mandorle. Diversamente tritate tutto, ma fate attenzione che in questo modo l'impasto rimarrà più umido e potrebbe essere richiesta più farina. Sbattete le uova con lo zucchero e l'olio, versato a filo. Una volta che saranno spumose aggiungete la farina, setacciata e mescolata alla fecola di patate e al cremor tartaro. Terminate con un pizzico di bicarbonato e con il latte. La quantità di latte potrebbe variare in base alla tipologia di farina. Dovrete ottenere un impasto denso, ma sempre morbido. Unite mandorle, polline e carote e mescolate fino ad ottenere un impasto omogeneo. Versate l'impasto in 12 pirottini di carta e infornate, a 180°, per 25 minuti. Quando saranno ben dorati in superficie e la prova coltello sarà stata superata (la lama dovrà uscire perfettamente pulita dall'interno del cupcakes), sfornate e lasciate raffreddare. Versate in una ciotola lo yogurt e il formaggio di capra. Unitevi il cioccolato bianco fuso (a bagno maria o nel microonde), la scorza grattugiata del limone e lo zenzero in polvere. Sbattete con una frusta fino ad ottenere una crema soffice, quindi trasferite tutto in una tasca da pasticcere e decorate i cupcakes. Spolverizzate con della cannella e gustate. Se doveste programmare l'assaggio per i giorni a venire, aspettate a decorarli tutti: ogni giorno prenderete quelli necessari, li riscalderete leggermente e poi via di crema!! Che la colazione sia un must, per me, non è un segreto. Che io sia golosa, neanche. Che le cose possano andare d'accordo è davvero sorprendente :D Quindi: riempite la dispensa di ingredienti sani e divertitevi. Non c'è limite al benessere ^_^

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Panini al farro con burger di lupini e crema allo yogurt greco

Detti anche il parto delle ore notturne. E' un percorso, fatto di eventi che si susseguono, di coincidenze (o destino?) che si incastrano, di scelte che portano conseguenze, di nebbie che si dissolvono: ad un tratto ti guardi indietro e pensi che, quel giorno, quando hai deciso di compiere quella particolare azione, hai disegnato una curva sulla tua strada. Per questo la vita è cambiamento. Per questo amo rivoluzionare la routine. Per questo non credo nelle certezze. In questo ferve il mio bisogno di stimoli. Decisi, contro tutti i ragionamenti logici, di partire per Porto Santo. Una settimana, il bisogno di estraniarmi dal mio mondo, un mare da respirare, sabbia da sentire sotto i piedi. Conobbi lei e fu subito affinità di pensieri. Scoprimmo di avere principi simili, simile stile di vita, improntato sul benessere, su un approccio salutista al cibo e sull'energia dello sport. Chi sono, cosa faccio ed è stato un attimo: Lucia, life coach, diet coach e fertility coach, è stata la mia scintilla. E ha creduto in me, dandomi la possibilità di rendere tangibile uno dei miei sogni. L'11 marzo scorso si è tenuto uno dei suoi splendidi corsi, a Milano, sulla gestione della fame emozionale. Giusto peso per sempre. Toccando l'argomento alimentazione mi sono sentita solleticare le piante dei piedi: avrei potuto perdere l'occasione? A volte è necessario dimostrare a noi stessi di esserne all'altezza. Così ho accettato il suo invito a curare il buffet del coffee break, ovviamente con la mia impronta salutista. Ho avuto modo, non solo di seguire un corso meravigliosamente ricco e stimolante, non solo di conosere persone fantastiche, ma anche di introdurre i miei principi alimentari, quelli incastonati in uno stile di vita che non è fatto di privazioni, ma di continui atti d'amore e rispetto verso noi, il nostro corpo e la nostra mente. Tra le tante proposte del buffet c'erano anche loro, i miei sofficissimi panini al farro. Certo per sfuggire alla banalità non mi ferma il tempo, e allora poco importa se, per riuscire a fare tutto, ho dovuto gestire tempi e lavori come fosse l'ultimo livello di un implacabile tetris. Poco importa se, dopo 24 ore continue di lavoro, mi sono trovata all'1 di notte a cuocere queste nuvolette. Quando ho tagliato il primo bocconcino e ho visto le mille bolle perfette, come fossero diamanti incastonati su un anello, tutto il resto è scivolato via. La soddisfazione è stata tanta, i corsisti hanno apprezzato (e portato a casa, come piace a me ^_^) e io ho avuto modo di introdurre un nuovo progetto: Lucia ed io, insieme, in una nuova missione. Tenetevi pronti, perché arriveremo con nuovi argomenti e la data sarà svelata presto!!!! Ingredienti Per i panini Poolish 100 g di farina di Tipo 1 110 g di farina di farro integrale 10 g di lievito madre secco 210 g di acqua Impasto poolish 120 g di farina di Tipo 1 250 g di farina di farro integrale 15 g di lievito madre secco 210 g + 40 g di acqua 20 g di malto d'orzo 10 g di sale integrale 50 ml di olio evo Burger 300 g di lupini puliti 50 g di parmigiano 1 cucchiaio di lievito alimentare aneto paprika affumicata Per la crema 100 g di yogurt greco 50 g di pecorino stagionato 20 g di olive taggiasche pepe Iniziate a preparare il poolish: setacciate le farine con il lievito in una ciotola capiente, unite l'acqua e mescolate per il tempo necessario a far assorbire il liquido. Basteranno pochi secondi. Coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate in un luogo buio e riparato. Sarà pronto quando sulla superficie vedrete comparire delle bollicine. Io l'ho lasciato 12 ore. Trasferite il poolish nell'impastatrice e unitevi il restante delle farine, sempre setacciate insieme al lievito, il malto e l'acqua. Iniziate ad impastare. Nel frattempo sciogliete il sale in 40 g di acqua e versatelo nella ciotola. Per ultimo versate l'olio, a filo, lasciando che venga assorbito perfettamente e che l'impasto si incorsi bene. Trasferite l'impasto in una boule, copritelo con un foglio di pellicola e lasciatelo lievitare fino al raddoppio. A me ci sono volute circa 4 ore. A questo punto infarinate il piano di lavoro, trasferiteci l'impasto e lavoratelo effettuando delle pieghe come mostrato in questo video. Dopo aver effettuato la prima piega, fate riposare l'impasto per un paio d'ore, quindi riprendetelo e prelevatene piccoli bocconcini della grandezza di un pugno. Effettuate la piega che nel video è mostrata come "formatura pagnotta", per ogni bocconcino, e sistematelo su una placca da forno, a buona distanza l'uno dall'altro. Coprite le pagnottine con un foglio di pellicola in modo che non prendano aria e lasciateli lievitare per altre 6 ore. Portate il forno a 190° e cuocete per circa 25/30 minuti. Quando saranno dorati in superficie sfornateli e lasciateli raffreddare. Preparate i burger: inserite in un boccale i lupini puliti, il parmigiano, il lievito alimentare, l'aneto e la paprika. Frullate a lungo e a più riprese, fino a quando il composto sarà uniforme e compatto. Trasferitelo sul ripiano di lavoro e stendetelo in una base spess circa un paio di centimetri. Tagliate con un coppapasta tondo dei cerchi di circa 10 cm di diametro e cuoceteli in forno, irrorati con poco olio evo, per 10 minuti per lato, a 190°. Nel frattempo occupatevi della salsa. Inserite in un bocale lo yogurt, il pecorino, le olive taggiasche e i pepe. Non servirà aggiungere sale, mi raccomando!!!! Frullate fino ad ottenere una crema dalla consistenza simile alla maionese. Lasciate riposare in frigorifero per circa mezz'ora. Passate alla composizione dei burger. Tagliate a metà ciascun panino, spalmate le due parti con la crema di yogurt, inserite un burger di lupino e richiudete. Infilzate con uno stecchino e servite ^_^ Vi sembrerà magico anche passare un'ora, all'una di notte, a guardare compiersi questa meraviglia ^_^ Il buffet? Eccolo. Sano, gustoso, misurato e bilanciato. Come piace a me!! E, a quanto pare, non solo.....

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Tortino di riso alle tre essenze di carota

Se da una parte i mesi sembrano scivolare via senza controllo, dall'altra l'inverno sembra non abbandonarmi mai. Lo sento nelle ossa, nella luce fioca e grigiastra che cerca di dirmi che non è ancora il momento di abbandonare il letargo. Ma la voglia di colori non mi abbandona mai. E se una giornata buia compromette la riuscita di uno scatto e appiattisce gli animi, perché lasciarsi prendere dallo sconforto? Io ci metto betacarotene!! ^_^ Caote, ancora carote. Estrattore di succo, sempre e ancora lui. Cosa posso farci? Dalle buone abitudini non so prescindere. Questa volta mi affaccio al salato. La ricerca continua di un modo sfizioso per soddisfare le mie esigenze alimentari mi porta ad approcciarmi a pensieri sempre nuovi. Non chiedetemi quale sia il mio piatto preferito, perché non ne ho uno. E non chiedetemi neanche quale sia il mio cavallo di battaglia, perché è raro che cucini per più di due volte uno stesso piatto. E' istinto: se la vita mi dà l'occasione di apprendere cose nuove, la sfrutto fino in fondo. Se l'arcobaleno di sapori mi invita a sperimentare accostamenti nuovi, mi sfido. Se posso prendere un ingrediente, scomporlo, ricomporlo e interpretarlo, mi trovate in prima linea!! Così eccovi la mia carota: foglia, estratto e polpa. Una banalissima carota, in un piatto semplice, ma allo stesso tempo intenso, e pieno, seppur delicato. Il mio sole. Assaggiamo? Ingredienti 3 carote biologiche con il ciuffo 55 g di riso a grana lunga (per me Zaccaria) 250 g di acqua 10 g di olio evo 10 g di capperi sotto sale 5 g di pistacchi di Bronte tostati 8 g di nocciole 1/2 limone 2 foglie di alloro 1 fettina di formaggio veg (o altro formaggio a piacere) paprika affumicata 1/2 cucchiaino di spirulina (facoltativa, ma consigliata) sale rosa Mettete i capperi in ammollo e lasciateli dissalare per almeno mezz'ora. Separate i ciuffi dalle carote, lavateli bene e asciugateli accuratamente. Prelevate le foglie e inseritene 30 g in un boccale. Aggiungete i capperi, sciacquati e strizzati, i pistacchi, la scorzetta di 1/4 di limone, un cucchiaino di succo di limone e 10 g di olio evo (io ne ho messo un po' meno, circa 8 g). Frullate tutto fino ad avere una crema liscia ed omogenea. Tenete da parte. Pelate le carote e inseritele nell'estrattore. Prelevate il succo, allungatelo con 250 g di acqua e versatelo in un pentolino capiente. Aggiungete il riso, sue foglie di alloro e poco sale rosa. Portate a bollore e lasciate cuocere fino al cquasi completo assorbimento del liquido, e comunque fino alla cottura. Mescolate la polpa delle carote, ricavata dall'estrazione del succo, con un pizzico di sale e paprika affumicata. Mescolate bene, quindi aggiungete le nocciole pestate grossolanamente in un mortaio. Iniziate a comporre il piatto: create una base con la crema di foglie, adagiatevi sopra la fettina di formaggio, quindi create uno strato con il riso ed ultimate con la polpa di carota e nocciole.Passate sotto il grill del forno per circa 5 minuti, irrorate con un filo di olio evo e servite. Consistenze diverse, sapori antagonisti, delicatezza, ricchezza. Tutto in una sola forchettata.
L'avreste mai detto? Con una semplice carota....
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Una fit-alLINEanza che ha tanto da svelare

Dicono che il carnevale sia finito, e allora......cosa sta succedendo? 😲

Inseguo come una forsennata l'obiettivo di benessere attingendo dagli alimenti tutto ciò che il nostro corpo richiede, paladina della "cucina che cura". Mi faccio portavoce di una corretta alimentazione. Do esempio di quotidianità condividendo giornalmente i miei pasti healthy. Ho boicottato le cattive abitudini alleandomi con un estrattore di succo, un essiccatore, una friggitrice ad aria calda, una vaporiera. Prediligo pochi ingredienti, ma buoni.
 
Nessun sacrificio, perché è uno stile di vita. Una scelta consapevole, che faccio ogni giorno.
Nessuna scusa: non è il tempo a mancare, sono le priorità a cambiare!
 
Ma c'è di più. C'è curiosità, c'è ricerca, c'è studio. E allora mi sono chiesta: può, questo, essere tutto? È sufficiente? Si tratta di ottime basi, è ineccepibile, ma c'è dell'altro. Credo fortemente nel supporto dell'integrazione alimentare [ad un tenore di vita salutare]. Un mondo che si apre su un labirinto infinito di formule, magheggi, strategie. Fino a trovare lei: la soluzione che stavo cercando, senza compromessi. Naturale al 100%. Bilanciata nelle dosi. Come piace a me.
E se questo è un perfetto traguardo, vale la pena metterci la faccia.
 
IO CI METTO LA FACCIA
 
Ecco cosa sta succedendo: ho stretto una nuova amicizia.
Ve ne parlerò.
Documenterò.
Offrirò suggerimenti.
 
 
abc

La colazione che fa bene al corpo e alla mente

Per me è stata, ed è tutt'oggi, una scelta di vita, quella che mi permette di godere di una colazione da regina tutti i giorni. Per molti, però, i ritmi frenetici della settimana, l'orario dell'ufficio, spesso aggravato dalla campanella della scuola dei figli, le incombenze, il mood multitasking preda delle migliaia di cose da fare in un tempo sempre troppo risicato, rendono la colazione un fugace giro intorno al tavolo. Per fortuna arriva la domenica! Lo stress si dissolve, i tempi si amplificano, la sveglia regala qualche ora in più di sonno e ci si dispone meglio a qualche piacevole coccola. Anche a tavola :) Io, la colazione, la faccio così. E vi spiego perché. Dopo le ore di digiuno notturno, il nostro corpo si mostra particolarmente ricettivo a quanto introduciamo. Iniziare con un caffè o con un bombolone alla crema o al cioccolato vorrebbe dire regalare una carica acida, direi, inutilmente nociva. Nel perpetuo oscillare tra basico e acido, il nostro organismo avrebbe bisogno di rimanere sulla soglia di un Ph neutro, che su una scala da 1 a 10 dovrebbe essere idealmente di 7. La normale tendenza, però, è quella di propendere all'acidità. Se pensate che solo le emozioni negative come paura, collera, rabbia, stress.... solo per citarne alcune determinano questa propensione, se aggiungiamo l'abitudine a consumare alimenti e bevande come caffè, zucchero, proteine animali, alcol, se consideriamo l'inevitabile esposizione all'inquinamento, qualche ricorso ai farmaci, beh..... il gioco è fatto. Il nostro Ph va a picco! Occorre correre ai rimedi. O, in una prospettiva diversa e più completa, ascoltare e coccolare il nostro corpo. Il momento migliore per alcalinizzare è proprio il mattino. Non erano forse le nostre nonne a dire che il mattino ha l'oro in bocca? Ebbene sì, dopo una lunga notte di "astinenza da cibo", il momento migliore per farlo è proprio al risveglio.

Appena vi alzate preparatevi un bel bicchiere da 300 ml di acqua e scioglietevi una bustina di Basics e uno spoon di Activize. Bevete a piccoli sorsi e date al vostro organismo il tempo di assimilarlo e di iniziare a capire che gli state dimostrando affetto.

Nell'attesa, che dovrà essere di almeno 20 minuti, meglio se di mezz'ora, potrete concedervi una sana meditazione, o dei semplici esercizi di risveglio muscolare o di streetching. Ma potreste anche dedicarvi alle faccende domestiche, o, semplicemente, iniziare a preparare la colazione: magari dei pancakes, o uno smoothie, o un pudding. Richiedono tempo? Quale migliore occasione! Nel momento in cui il complesso di vitamine e probiotici saranno enrati in circolo nel vostro sangue, accomodatevi a tavola. Un frutto è sempre gradito, meglio evitare le macedonie* e meglio iniziare dal frutto: inizierete ad avvertire un senso di sazietà, evitando di abbuffarvi di alimenti inutili e lasciando spazio solo a quanto il nostro corpo ci chiede.   *Le combinazioni di frutta di diverso genere, o di frutta con particolati tipi di alimento, possono avere controindicazioni per il modo in cui interagisco e si inibiscono tra loro. Ad esempio la frutta secca e la frutta dolce mangiate in uno stesso pranzo, non sono digerite bene, perché mescolando l’olio di una con gli zuccheri dell’altra si producono fermentazioni alcoliche che caricano il sangue di sostanze nocive. Lo stesso vale con frutta acida con i cibi a base d’amido. Come faceva il nonno, arance e pane: in questa combinazione gli acidi, impedendo lo sdoppiamento normale dell’amido in maltosio e glucosio, originano una fermentazione acida che favorisce l’acidificazione del sangue. Dunque bisogna evitare di mangiare nello stesso pasto frutta acida e dolce, perché si originano inconvenienti fermentazioni. La frutta acida, invece, si combina bene con quella oleosa, mangiando per prima la acida, ad esempio arance con noci. La frutta dolce si combina benissimo con gli amidi contenuti nelle castagne, le banane, i pinoli. Combinazioni ottimali di frutta: -frutta dolce + frutta semiacida -frutta semiacida + frutta acida -la frutta neutra va consumata da soli Quando si passa da una combinazione di frutta ad un'altra, nella stessa giornata, è opportuno far trascorrere almeno un ora e mezza di tempo. Frutta acida: (ananas, arancia, clementino, limone, mandarino, melograna, pompelmo); Frutta semi-acida: (albicocca, ciliegia, fragola, mela, uva, pera, pesca, prugna); Frutta neutra: (melone, cocomero); Frutta dolce: (dattero, banana, fico, mela dolce, uva) Tutta la frutta essiccata e la mandorla. https://www.dionidream.com/segreti-ph-corpo-sano-energia/abc

Energia vitale per corpo e mente reattivi

Ho appena terminato il mio allenamento: oggi running! Le mie scarpette magiche rappresentano spesso la salvezza. Una via di fuga dai cattivi pensieri, un'ancora per un corpo che vuole uscire dal torpore invernale, un'occasione per scaricare le tensioni, un ottimo metodo per sentire riattivarsi il flusso sanguigno e per ossigenarsi. E poi diciamolo, correre fa bene anche alla linea! :) Una delle cose che ho imparato nel tempo, dopo essermi approcciata allo sport con un accanimento ai limiti del patologico, è quella di sapersi ascoltare. Spesso le nostre azioni sono il riflesso di stati d'animo, molte volte avversi. E anche un gesto naturalmente sano può trasformarsi in un attimo in eccesso. E' ormai da molto tempo che, quando corro, non utilizzo più il cardio frequenzimetro. Impensabile, fino a qualche anno fa, quando addirittura annotavo su una tabella tempi, distanze, tipo di allenamento, frequenza cardiaca media, minima e massima. Lo sport, oltre a fare bene al corpo, deve fare bene alla mente. Trasformarlo in qualcosa di maniacale è controproducente. Stamattina è andata così: dopo essermi svegliata e aver bevuto il consueto bicchiere di Basics, ho gustato la mia colazione da campioni (e voi, date sufficiente importanza alla colazione?). Il sole scalda, il cielo è limpido, la primavera sembra prendersi il suo spazio. Organizzo un paio di impegni di lavoro e, quando ormai manca poco allo scoccare del mezzodì, mi assaporo un carnosissimo dattero Medjoul, calzo le scarpette magiche ed esco. La musica è nelle orecchie, la strada scivola sotto i miei piedi, i pensieri si alleggeriscono, il respiro si armonizza con il ritmo del passo e le gambe diventano energia pura. Mi godo ogni minuto del mio allenamento. E credo di dare davvero il meglio. Al rientro, oltre alla grande soddisfazione, ho avvertito l'esigenza di regalare al mio corpo la giusta ricompensa. E, semplice, veloce, immediato, arriva lui, il mio alleato energizzante: vitamine a gogò!! Basta un cucchiaino di Activize Oxyplus, mezzo bicchiere di acqua, e il corpo riceve tutte quelle sostanze che lo aiutano ad ossigenarsi, a energizzarsi e a rigenerare il metabolismo. In che modo? Ve lo spiego. Activize Oxyplus offre:
  • complesso vitaminico B brucia i carboidrati ingeriti evitandone l'accumulo e trasformandoli in energia immediata
  • vitamine B6 e C contribuiscono alla stimolazione nervosa e favoriscono la concentrazione, oltre a controllare la formazione dei radicali liberi
  • guaranà naturale stimola il metabolismo favorendo l'eliminazione dei grassi
Se consideriamo anche l'efficacia che queste vitamine hanno sull'ossigenazione del sangue, è scontato dirvi che l'energia è immediata, mi sento carica, ho voglia di tornare a sviluppare i miei nuovi progetti e non cado nella trappola della fame nervosa. E poi sentirmi leggera mi rende serena!! Perché non sfruttare questa opportunità?abc

Pasticcini di carote, arancia e mandorle alla cannella e cioccolato bianco

Forte del mio nuovo, mega, estrattore di succo, quello in cui, finalmente, posso inserire anche la frutta secca, rassegnata alla mia incessabile voglia di dolce, mi sono voluta approcciare ad una nuova sfida: creare un pètit dessert, perfetto per qualsiasi momento della giornata, che limitasse la quantità di zuccheri raffinati (che qui sono presenti SOLO nella goccia di cioccolato bianco versato in superficie) e decisamente in stile healthy. Così prendo una carota, un'arancia e una mandorla, le guardo, le scompongo e le ricompongo. Arrotondo il sapore con un tocco di cannella, creo un equilibrio tra i sapori con una moderata dose di inulina*, e chiudo un cerchio perfetto con un "colpo di gola". Che, dosato in queste quantità, ci sta senza pesare, né sul metabolismo, né sulla coscienza ^_^ Metto in frigo, lascio riposare, assaggio. Una favola!!!!! Leggero, fresco, gustoso, goloso, appagante. Tutto quello che cerco in un dolce. Lontana anni luce dalle forme burrose e pastose che hanno sempre rappresentato la mia massima espressione di pasticceria, oggi affermo di aver trovato una dimensione perfetta. Perché al dolce non so resistere. Tanto vale cedervi con convinzione ^_^ Ingredienti 300 g di carote (pulite) 60 g di mandorle pelate 40 g di olio di cocco 1 arancia bio 25 g di inulina (io ne ho utilizzati 20 g) 50 g di cioccolato bianco 2,5 g di agaranta 1 cucchiaino di miele d'arancio cannella a piacere acqua q.b. 10 mandorle con la pelle Sbucciate le carote ed inseritele nell'estrattore. Procedete, quindi, con le mandorle pelate. Prendete la polpa ottenuta dall'estrazione e mettetela in una ciotola. Unite la scorza dell'arancio grattugiata, l'inulina, cannella a piacere e l'olio di cocco. Mescolate bene, quindi trasferite tutto in uno stampo da plumcake in silicone. Fate riposare nel freezer per circa mezz'ora. Tagliate l'arancio a pezzi, eliminate le estremità e passate anche questo nell'estrattore. Prendete il succo (di arancia, carota e mandorle insieme) e aggiungete acqua fino ad arrivare ad un peso di 300 g. Stemperate l'agaranta, poi mettete sul fuoco, aggiungete il miei e portate ad ebollizione. Abbassate la fiamma e cuocete, girando con un cucchiaino, per 1 minuto. Spegnete la fiamma e lasciate intiepidire.   Quando inizierà ad addensarsi, versatelo sullo strato di polpa di carota e riponete lo stampo in frigorifero. Lasciatelo riposare per circa 3 ore. A questo punto estraetelo dallo stampo e tagliatelo in piccoli lingotti. Sciogliete il cioccolato bianco a bagno maria, quindi versatene una piccola quantità su ciascun pasticcino. Tagliate le mandorle a metà e inseritene una arte sopra ciascun lingotto. Fate riposare in frigorifero fino al totale raffreddamento del cioccolato. Spolverizzate con cannella e gustate. Poi gustate. Poi gusate. Poi gustate. Già finiti? .....ops..... ^_^ *L’inulina è un oligosaccaride dalle caratteristiche uniche che permette di risolvere tantissimi problemi di salute dato che agisce sul secondo cervello, ovvero l’intestino, apportando dei profondi cambiamenti in breve tempo potenziando moltissimo la nostra capacità digestiva, di assimilazione e di difesa dai virus, batteri e funghi.abc

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