Detti anche il parto delle ore notturne.
E' un percorso, fatto di eventi che si susseguono, di coincidenze (o destino?) che si incastrano, di scelte che portano conseguenze, di nebbie che si dissolvono: ad un tratto ti guardi indietro e pensi che, quel giorno, quando hai deciso di compiere quella particolare azione, hai disegnato una curva sulla tua strada. Per questo la vita è cambiamento. Per questo amo rivoluzionare la routine. Per questo non credo nelle certezze. In questo ferve il mio bisogno di stimoli.
Decisi, contro tutti i ragionamenti logici, di partire per Porto Santo. Una settimana, il bisogno di estraniarmi dal mio mondo, un mare da respirare, sabbia da sentire sotto i piedi. Conobbi lei e fu subito affinità di pensieri. Scoprimmo di avere principi simili, simile stile di vita, improntato sul benessere, su un approccio salutista al cibo e sull'energia dello sport. Chi sono, cosa faccio ed è stato un attimo: Lucia, life coach, diet coach e fertility coach, è stata la mia scintilla. E ha creduto in me, dandomi la possibilità di rendere tangibile uno dei miei sogni. L'11 marzo scorso si è tenuto uno dei suoi splendidi corsi, a Milano, sulla gestione della fame emozionale. Giusto peso per sempre. Toccando l'argomento alimentazione mi sono sentita solleticare le piante dei piedi: avrei potuto perdere l'occasione? A volte è necessario dimostrare a noi stessi di esserne all'altezza. Così ho accettato il suo invito a curare il buffet del coffee break, ovviamente con la mia impronta salutista. Ho avuto modo, non solo di seguire un corso meravigliosamente ricco e stimolante, non solo di conosere persone fantastiche, ma anche di introdurre i miei principi alimentari, quelli incastonati in uno stile di vita che non è fatto di privazioni, ma di continui atti d'amore e rispetto verso noi, il nostro corpo e la nostra mente.
Tra le tante proposte del buffet c'erano anche loro, i miei sofficissimi panini al farro. Certo per sfuggire alla banalità non mi ferma il tempo, e allora poco importa se, per riuscire a fare tutto, ho dovuto gestire tempi e lavori come fosse l'ultimo livello di un implacabile tetris. Poco importa se, dopo 24 ore continue di lavoro, mi sono trovata all'1 di notte a cuocere queste nuvolette. Quando ho tagliato il primo bocconcino e ho visto le mille bolle perfette, come fossero diamanti incastonati su un anello, tutto il resto è scivolato via.
La soddisfazione è stata tanta, i corsisti hanno apprezzato (e portato a casa, come piace a me ^_^) e io ho avuto modo di introdurre un nuovo progetto: Lucia ed io, insieme, in una nuova missione. Tenetevi pronti, perché arriveremo con nuovi argomenti e la data sarà svelata presto!!!!
Ingredienti
Per i panini
Poolish
100 g di farina di Tipo 1
110 g di farina di farro integrale
10 g di lievito madre secco
210 g di acqua
Impasto
poolish
120 g di farina di Tipo 1
250 g di farina di farro integrale
15 g di lievito madre secco
210 g + 40 g di acqua
20 g di malto d'orzo
10 g di sale integrale
50 ml di olio evo
Burger
300 g di lupini puliti
50 g di parmigiano
1 cucchiaio di lievito alimentare
aneto
paprika affumicata
Per la crema
100 g di yogurt greco
50 g di pecorino stagionato
20 g di olive taggiasche
pepe
Iniziate a preparare il poolish: setacciate le farine con il lievito in una ciotola capiente, unite l'acqua e mescolate per il tempo necessario a far assorbire il liquido. Basteranno pochi secondi. Coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate in un luogo buio e riparato. Sarà pronto quando sulla superficie vedrete comparire delle bollicine. Io l'ho lasciato 12 ore.
Trasferite il poolish nell'impastatrice e unitevi il restante delle farine, sempre setacciate insieme al lievito, il malto e l'acqua. Iniziate ad impastare. Nel frattempo sciogliete il sale in 40 g di acqua e versatelo nella ciotola. Per ultimo versate l'olio, a filo, lasciando che venga assorbito perfettamente e che l'impasto si incorsi bene.
Trasferite l'impasto in una boule, copritelo con un foglio di pellicola e lasciatelo lievitare fino al raddoppio. A me ci sono volute circa 4 ore.
A questo punto infarinate il piano di lavoro, trasferiteci l'impasto e lavoratelo effettuando delle pieghe come mostrato in questo video.
Dopo aver effettuato la prima piega, fate riposare l'impasto per un paio d'ore, quindi riprendetelo e prelevatene piccoli bocconcini della grandezza di un pugno. Effettuate la piega che nel video è mostrata come "formatura pagnotta", per ogni bocconcino, e sistematelo su una placca da forno, a buona distanza l'uno dall'altro.
Coprite le pagnottine con un foglio di pellicola in modo che non prendano aria e lasciateli lievitare per altre 6 ore.
Portate il forno a 190° e cuocete per circa 25/30 minuti. Quando saranno dorati in superficie sfornateli e lasciateli raffreddare.
Preparate i burger: inserite in un boccale i lupini puliti, il parmigiano, il lievito alimentare, l'aneto e la paprika. Frullate a lungo e a più riprese, fino a quando il composto sarà uniforme e compatto. Trasferitelo sul ripiano di lavoro e stendetelo in una base spess circa un paio di centimetri. Tagliate con un coppapasta tondo dei cerchi di circa 10 cm di diametro e cuoceteli in forno, irrorati con poco olio evo, per 10 minuti per lato, a 190°. Nel frattempo occupatevi della salsa. Inserite in un bocale lo yogurt, il pecorino, le olive taggiasche e i pepe. Non servirà aggiungere sale, mi raccomando!!!! Frullate fino ad ottenere una crema dalla consistenza simile alla maionese. Lasciate riposare in frigorifero per circa mezz'ora.
Passate alla composizione dei burger. Tagliate a metà ciascun panino, spalmate le due parti con la crema di yogurt, inserite un burger di lupino e richiudete. Infilzate con uno stecchino e servite ^_^
Vi sembrerà magico anche passare un'ora, all'una di notte, a guardare compiersi questa meraviglia ^_^
Il buffet? Eccolo. Sano, gustoso, misurato e bilanciato.
Come piace a me!! E, a quanto pare, non solo.....
abc
Ormai da tempo, da molto tempo, avevo messo da parte lievito e farina. Troppe salite frapposte tra il desiderio di un buon croissant e....un buon croissant ^_^ Così, rassegnata al battere del tempo, ho atteso che le energie trasmesse agli impasti tornassero ad essere nuovamente quelle positive. Quelle che sono già un passo verso il successo. Alla fine anche la cucina, nella sua concezione più ampia, insegna. Insegna che spesso chiediamo troppo a noi stessi, insegna che per un successo servono decine di fallimenti, insegna l'arte della pazienza, e della costanza, insegna che talvolta è necessario fare un passo indietro, che tutto è vita e va ascoltato e rispettato: tempi, sapori, esigenze. E insegna che poi, non importa dopo quanta attesa, le soddisfazioni arrivano.
In un incontro tra sogno e realtà ho sfornato i miei cornetti speciali. Non perfetti, ma sani e appetibili anche per una salutista incallita come me. Che adora la sfogliatura ricca e sconvolgente, ma che non ne sopporta più neanche l'odore. Ho voluto, ho cercato ed ho trovato il mio burro. E la prossima volta ne aumenterò la dose per ottenere un risultato più stratificato. Vegetale. Sano. Di certo calorico, ma con l'attenuante.
Questi croissant hanno il peso di una nuvola e la consistenza dello zucchero filato. E un cuore......un cuore.....un cuore intenso e fondente che strega!!
Ingredienti
Per l'impasto
300 g di farina di farro integrale
100 g di farina di Tipo 1
5 g di farina di grano arso
30 g di lievito madre secco
75 g di zucchero di canna Demerara
20 g di malto d'orzo
50 ml di olio evo delicato
1 uovo
Per il burro vegetale
35 g di burro di arachidi*
75 g di olio di cocco
Per il ripieno
100 g di cioccolato fondente
50 g di datteri
25 g di latte vegetale
1 cucchiaino di miele
1 cucchiaio di albume
*Preparato con 65% di arachidi, 15% di olio evo e 20% di sciroppo di malto, o miele (più, a piacere, un pizzico di sale)
Setacciate le farine insieme al lievito madre e inseritene metà nella ciotola dell'impastatrice. Aggiungete il latte vegetale tiepido, il malto d'orzo, lo zucchero di canna e l'uovo. Iniziate ad impastare, unendo la restante farine, un cucchiaio alla volta. Per ultimo versate l'olio a filo. Lavorate la pasta fino a quando otterrete un impasto incordato.
Trasferite tutto in una terrina infarinata, coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo lievitare fino al raddoppio. A me ci sono volute 6 ore.
Preparate il ripieno fondendo il cioccolato vegetale insieme al latte. Unite i datteri privati del nocciolo e frullate tutto fino ad ottenere una crema omogenea. Tenete da parte. Raffreddando diventerà una pasta morbida.
Sciogliete l'olio di cocco e versatelo sul burro di arachidi. Mescolate energicamente con una frusta fino ad ottenere un liquido omogeneo. Mettete in frigorifero e, ogni 10 minuti, girate, per amalgamare bene le parti che, poco alla volta, si rapprenderanno.
Quando il vostro impasto satà lievitato, trasferitelo su un piano infarinato e stendetelo in un rettangolo 2:1.
Coprite 2/3 della superficie con il burro, formando uno strato uniforme, quindi piegate il lembo di impasto rimasto pulito verso il centro, e chiudete con l'ultima piega anche la parte imburrata. Effettuate nuovamente la piega a tre nel verso opposto, avvolgete in un foglio di pellicola trasparente il panetto ottenuto e lasciate riposare in frigorifero per 1 ora.
Riprendete l'impasto, stendetelo con un mattarello su una superficie infarinata ed effettuate una piega a tre. Impacchettate nuovamente e lasciatelo un'altra ora in frigorifero. Effettuate l'ultimo passaggio con una piega a quattro (prima in due in un verso. poi in due nell'altro) e lasciatelo ancora un'ora a riposo nel frigorifero.
Stendete, a questo punto, il vostro impasto in una sfoglia lunga e rettangolare alta circa 20 centimetri.
Tagliate i votri triangoli, a mano o con il mattarello sagomato) e sistemate alla base di ciascun triangolo un cucchiaino di farcitura al cioccolato. Arrotolate i triangoli e adagiateli, ben distanziati tra loro, su una placca rivestita da carta forno. Copriteli con un foglio di pellicola trasparente e lasciateli lievitare per 12 ore. Io li ho lasciati per l'intera notte.
Accendete il forno e portatelo ad una temperatura di 180°. Nel frattempo mescolate l'albume con il miele e spennellate la miscelasu ciascun croissant.
Infornate e cuocete per circa 30 minuti, controllando la doratura della superficie.
Quando saranno pronti sfornateli e lasciateli raffreddare su una gratella. Resistere a questo passaggio è cosa assai difficile ^_^ ma è consigliato.
Gustatevi i vostri soffici cornetti e, solo quando saranno perfettamente raffreddati, conservate quelli rimasti in un sacchetto ben chiuso, nel congelatore.
Volendo potreste congelarli a crudo, prima della lievitazione delle 12 ore. All'occorrenza vi basterà estrarli, lasciarli una notte intera sulla placca e cuocerli al momento.
Non serve aggiungere altro. Sapete cosa c'è dentro e non sono conservanti ^_^ Solo bontà, genuinità e taaaaaaaaaaanto sapore!
abc
Indovinate? Papà in visita! Certo, perché mai dovrei fare il pane, se non per lui? Mi arrischio, lo so, vedete un colore sospetto e penserete e la tradizione? Dove sta il bel pane tipo toscano che brama lui? Insieme al ragù, alle tagliatelle all'uovo e all'arrosto? Mi perdoneranno le sue papille gustative, che dovranno riformattarsi post pastum, ma non sono incline a ripetere meccanicamente impasti e preparazioni già sperimentate e messe a punto. I miei neuroni, in conflitto con l'implacabile desiderio di godere dei classici sapori, sfrecciano all'impazzata in cerca di di nuovi intrecci. E l'occasione mi permette di dare sfogo alle mie repressioni da panificatrice compulsiva. Questa volta ho chiamato in causa la farina di ceci. E perché non dare un tocco di stravaganza ad un'idea di suo bizzarra? Scende nuovamente in campo la canapa sative e, vi dirò, questa miscela di sapori è tanto particolare, quanto genuina. L'amarognolo percepito a fettina ignuda è decisamente assorbito da qualsivoglia salsa o condimento vogliate pensare e la consistenza è decisamente confortante. Papà non del tutto accontentato, ma la vittoria è in tasca!!
Ingredienti
170 g di farina di Manitoba
90 g di farina di ceci
90 g di farina integrale + q.b.
50 g di farina di canapa sativa
8 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
10 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
15 g di olio evo
280 g di latte di avena
7 g di sale
Setacciate e mescolate tra loro le farine. Unite il malto d'orzo e il lievito madre secco e mescolate per amalgamare bene il tutto.
Mescolate metà delle farine con il latte di vena appena intiepidito (non più di 27/28°). Aggiungete poca farina alla volta e continuate ad impastare. Unite, quindi, l'olio a filo e, per ultimo, il sale. Impastate fino a rendere tutto omogeneo.
Dovrete ottenere un impasto molto morbido e piuttosto appiccicoso. Trasferitelo in una terrina leggermente unta, copritelo con un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo lievitare nel forno spento fino al raddoppio di volume. Io ho lasciato che riposasse per 10 ore.
Quando sarà lievitato, scopritelo e rovesciatelo su una spianatoia infarinata. Lavoatelo con un po' di farina (io ho utilizzato quella integrale) fino a renderlo compatto e liscio. Dategli una forma allungata, aiutandovi con le mani, e tagliatelo a metà, nel senso della lunghezza, lasciando unita un'estremità. Attorcigliate tra loro i due filoni e chiudeteli bene in fondo. Trasferite la treccia ottenuta su una teglia coperta da carta forno, infarinate leggermente in superficie e lasciate lievitare, sempre nel forno spento, per un paio d'ore.
Portate il forno alla temperatura di 190°. Infornate e lasciate cuocerlo per 30 minuti. A questo punto abbassate la temperatura a 180° e cuocete per altri 10 minuti. Se dovesse essere necessario prolungate di 5 minuti la cottura alla temperatura inferiore. E' un impasto che tende a rimanere piuttosto umido. Regolatevi in base al vostro forno. Quando sarà bello scuro spegnete e sfornatelo. Trasferite il filone su una gratella e lasciatelo raffreddare.
Procedete, quindi, al taglio e all'assaggio.
Il suo interno rimarrà compatto come un pane di tipo toscano e molto soffice. Il sapore sarà intenso e leggermente amarognolo, complice la presenza della farina di ceci. Ma sarà molto digeribile e si manterrà a lungo.
Trovo sia ideale a fette, tostate, per crostini farciti o in brodo. A voi la fantasia!!
Personalmente l'ho apprezzato molto anche da solo.abc Ci ho pensato un po', prima di decidere di pubblicare questo pane. Non che non sia riuscito, anzi. E' che non è riuscito come avrei voluto. Ricordate il mio pane toscano, con cui avevo inaugurato il blog? Fu un tentativo decisamente riuscito, in occasione della visita dei miei genitori a casa. Bene, da quella volta i vecchi ritornano solo ora. Certo nel frattempo ci siamo visti, e non poche volte, ma in queste quattro mura li rivedo dopo tutti questi mesi! E avrei potuto non celebrare la loro visita? Allora mi metto in testa di preparare un altro tipo di pane. Mio padre è un tradizionalista incallito e so che sfiderò la sorte!! Ma giorni fa avevo preso al negozietto bio la farina di canapa sativa e avevo visto il mio grande maestro creare questi meravigliosi panini alla canapa. Mi sono detta che avrei potuto provarci anche io. In fondo non ho altre grandi occasioni per panificare a tutto spiano, visto che non sono solita cedere ai lievitati!! Chiedo lumi al maestro, seguo i suoi consigli, vedo l'impasto lievitare magnificamente, lo inforno e tutto sembra perfetto. Poi arriva il momento del taglio e quell'adrenalina che mi fa saltellare come una trottola impazzita. Affondo il coltello e...... morbido è morbido, profumato è profumato, buono è buono, alveolato è alveolato, ma...... avrebbe forse dovuto cuocere di più? Non lo so. Mio padre ne è rimasto soddisfatto (e vi garantisco che il suo assenso non è per pietà, ma è sincero), il maestro mi ha detto devi impegnarti di più. Ecco, devo impegnarmi di più. Se lo dice il maestro, ascolto e imparo. Ah, questo pane lo pubblico a 6 mesi dalla nascita del blog. Non è per festeggiare, ma è... casualità!
Ingredienti
400 g di semola di grano duro
65 g di farina di Manitoba
35 g di farina di canapa sativa
300 g di acqua
9 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
6 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
5 g di sale
Setacciate e mescolate le farine, insieme al lievito e al malto d'orzo.
Sciogliete il sale nell'acqua e unite metà delle farine e mescolate, creando una pastella. Unite poca farina alla volta e impastate energicamente.
Quando otterrete un panetto compatto, ma piuttosto appiccicoso, mettetelo in una terrina infarinata, copritelo con un foglio di pellicola trasparente e ponete l'impasto in un luogo tiepido. Lasciatelo lievitare per un paio d'ore. L'impasto dovrà raddoppiare di volume.
Trascorso questo tempo, riprendete l'impasto, toglietelo dalla terrina e rovesciatelo su una spianatoia infarinata. Lavoratelo velocemente con le mani e ponetelo nuovamente nella terrina infarinata. Coprite ancora con un foglio di pellicola trasparente e lasciate che lieviti per altre 11 ore. Io l'ho fatto lievitare per tutta la notte, in modo da averlo pronto per il mattino seguente. In questo caso è necessario che lieviti in frigorifero.
Al termine della seconda lievitazione togliete ancora una volta l'impasto dalla terrina e dategli la forma gradita. Lavoratelo su un piano infarinato. Ponetelo su una placca da forno (io l'ho fatto cuocere su una pietra, per cui l'ho posto direttamente lì sopra), praticate un taglio secondo il vostro gusto e lasciate lievitare ancora per un paio d'ore. Indico questo tempo perché è probabile che la sola ora che abbia dedicato a quest'ultima fase abbia compromesso la vera riuscita. Purtroppo non ho avuto le due ore a disposizione e si sa, i lievitati non perdonano: hanno bisogno di tempo e di pazienza!!
Accendete il forno a 200° e, quando sarà in temperatura, infornate. Cuocete per 30 minuti, poi abbassate la temperatura a 180° e procedete per altri 20 minuti. Il tempo di cottura è indicativo: dipenderà dalla grandezza e dalla forma del vostro pane, oltre che dal forno stesso!
Quando sarà trascorso il tempo, sfornate il pane e lasciatelo raffreddare. Una volta che sarà tiepido procedete al taglio.
Si tratta di uno dei momenti più delicati e pieni di suspance. E' il momento in cui ti accorgi se il lavoro è ben fatto oppure no. Io sono sempre severissima con me stessa e penso che possa sempre fare di meglio. Questa volta ne sono convinta, ma non posso dire di essere stata comunque soddisfatta. Ringrazio il maestro per il supporto tecnico e morale e vi offro un paio di fettine ^_^
abc