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Primi piatti

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Sorgo allo zafferano con sgombro marinato alla liquirizia

Che abbia per la testa idee inconsuete, è ormai un concetto chiaro. E chiave, della mia cucina. La cottura in lavastoviglie mi ha conquistato e continua a darmi soddisfazioni. A dirla tutta continuerà a darmene fino a quando riuscirò ad accogliere in casa un nuovo amico, che di nome fa Roner, che mi farà cuocere a bassa temperatura anche i biscotti senza studiare cicli di lavaggio ad hoc :D Ma esiste un pensiero, in questa testolina, che mi perseguita da altrettanto tempo. Prevede sempre il sottovuoto, ma salta il passaggio di lavaggio!! E visto che, presto o tardi, all'obiettivo ci arrivo sempre, eccomi qui a presentarvi il risultato, o per meglio dire il primo risultato. Che margini di miglioramento ce ne sono sempre e possibilità di evolvere idee e metodologie ne piovono senza colpo ferire. Così, mentre lascio che i sapori di questo piatto si sviluppino sui vostri palati, io passo oltre, studio, applico, elaboro, evolvo. Quale bellezza, in fondo, potrebbe essere più stimolante? Ingredienti 60 g di sorgo 100 g di filetto di sgombro 20 g di polpa di avocado 1/2 limone bio 15 g di olio extravergine di oliva 1 cucchiaino di senape 1/2 cucchiaino di liquirizia in polvere 1 bustina di zafferano 40 ml di vino bianco sale pepe Sciacquate i filetti di sgombro e asciugateli tamponandoli con un foglio di carta assorbente. Preparate la marinatura miscelando la senape, l'lio extravergine di oliva, la polvere di liquirizia e il sale. Spennellate i filetti e sigillateli, in un sacchetto, sottovuoto. Lasciateli marinare almeno 2 ore. Lasciateli anche tutto il giorno o tutta la notte, se ne aveste necessità. Scaldate un wok, fare saltare la polpa di avocado tagliata a dadini, la scorza grattuguata di mezzo limone, quindi il sorgo. Dopo averlo tostato per un minuto, bagnate con il vino e fate sfumare. Aggiungete 120 g circa di acqua bollente leggermente salata, fino a coprire il sorgo. Unite lo zafferano e coprite. Fate cuocere a fiamma bassa fino a completo assorbimento del liquido. Se fosse necessario aggiungete altra acqua e mantenete il sorgo sul fuoco fino a completa cottura. Spegnete la fiamma, date un giro di olio, mescolate e lasciate riposare un paio di minuti. Prelevate il sorgo dal sottovuoto e tagliatelo a dadini. Impiattate il sorgo, quindi adagiatevi sopra i pesce. Decorate con polvere di liquirizia e scorzette li limone, quindi servite. abc

Spaghetti alle volgole con crema di avocado

E' più forte di me: un piatto di spaghetti alle vongole, come tradizione comanda, non mi riesce. E' il mio primo piatto preferito per eccellenza, non lo baratterei con niente al mondo, ma se voglio mangiarlo secondo tradizione, mi cerco un ristorante, o mi affido alle mani esperte di amici cuochi. Nella mia cucina, se non elaboro, non sono contenta :D Ho, quindi, elaborato. Ho anche rischiato di non fare arrivare l'elaborazione nel piatto. Perché, come spesso accade, le elaborazioni mi conquistano al punto da creare dipendenza e attivare un movimento meccanico braccio - mano - bocca che non lascia scampo. "Amour ti faccio assaggiare una delle cose più goduriose che tu abbia mai assaggiato". Ho rischiato doppiamente, nel proporre il divin boccone, ma il cucchiaio dalla parte del manico l'ho tenuto io :D Ben saldo!! E quando il piatto è stato composto, e l'insieme si è palesato sul palato, sono partite le danze!! Il bello delle tradizioni è che rimangono lì, ti aspettano, ti confortano, ti sanno sempre soddisfare. Ma davanti ad una rivisitazione di questa entità, alzo le mani  e, all'innovazione, m'inchino. Madre natura ci offre il meglio, sta a noi saperlo esaltare. Ingredienti 180 g di spaghettoni (per me Rummo n. 220) 500 g di vongole veraci 1/2 avocado 1 cucchiaino di pesto di foglie di carote scorza di 1/2 limone biologico 10 g di olio extravergine di oliva sale pepe Sbucciate l'avocado e tagliatelo a dadini. Scaldate una padella e fatelo saltare, a fiamma dolce, con un po' di acqua, pepe e scorza di limone, fino a quando sarà morbido. Toglietelo dal fuoco e tenetelo da parte. Sciacquate le vongole e mettetele in un wok, sul fuoco. Copritele e fatele aprire, quindi spegnete la fiamma. Filtrate il liquido ottenuto e raccoglietelo in un bicchierone. Aggiungete l'avocado, olio extravergine di oliva e frullate, fino a creare una crema vellutata. Aggiungete un cucchiaino di pesto di carote alle vongole e fate insaporire, a fiamma dolce, per pochi minuti. Versate, quindi, la crema di avocado e mantenete al caldo. Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, quindi scolate e trasferite tutto nel wok. Saltate a fiamma viva per un paio di minuti e servite, con un filo di olio extravergine di oliva e, a piacere, una grattugiata di scorza di limone. abc

Tagliatelle alla spirulina con spada marinato al whiskey su crema di topinambur

Ci sono abitudini che un po' si perdono, che cambiano lentamente. Trasformazioni che ci affacciano su panorami nuovi, da scoprire e da fare nostri. Io li chiamo percorsi. Tempi. E, inevitabilmente, diventiamo la proiezione dei nostri cambiamenti. Ma poi succede qualcosa, comunque e sempre traccia del destino, frutto di un desiderio, ma anche incontro di energie, e torni ad affacciarti a tradizioni, a sapori accantonati. Per dirla in termini più pragmatici: non sono una mangiatrice di pasta, ma sono tornata a questa tipologia di pietanza sfruttando un palato ben contento di farlo. E, giusto perché certe abitudini non si perdono mai, quando decido che sia pasta, lo è a modo mio: farine selezionate, mani sporche e il valore aggiunto del benessere. Nasce così l'idea di questa tagliatella. Semplicissima pasta all'uovo, come la faceva papà ogni domenica, come ci ha insegnato lui settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno, in un'incessante sfida del "ma senti che buona!! Sono stato veramente bravo", in cui lui, col sorriso compiaciuto, risultava (e sarebbe sempre risultato, noi poveri illusi :) ) invincibile. Ho preso l'asse di legno, ho versato la farina come faceva lui, ho creato una fontana, ci ho rotto un uovo dentro e ho iniziato a sbatterlo con la forchetta, a incorporare farina, a sporcarmi le mani e a lavorare l'impasto fino a quando tutte le briciole si sono unite in un unico panetto. Certo è che, ai tempi, mai ci saremmo sognati di parlare di spirulina, ma.... che spunto migliore potrebbe esserci nel tornare alla tradizione, se non l'evoluzione? [embed]https://youtu.be/XAvuEAUej-8[/embed] Ingredienti Per la pasta 100 g di farina di grano duro Senatore Cappelli 1 uovo 3 g di spirulina in polvere sale q.b. Per il condimento 80 g di pesce spada 75 g di topinambur (pulito) 150 g di latte (per me di avena) 1 cucchiaino di olio extravergine di oliva 1 cucchiaio di whiskey Laphroaig 1/2 limone biologico liquirizia in polvere q.b. pepe q.b. sale q.b. Tagliate il pesce spada a cubetti e conditelo con l'olio, il sale, il pepe e la punta di un cucchiaino di polvere di liquirizia. Aggiungete qualche goccia di succo di limone e mescolate. Scaldate il whiskey in un pentolino e sfiammatelo, in modo da bruciare l'alcool. Fatelo raffreddare e versatelo sul pesce. Mescolate nuovamente, coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate marinare tutto per almeno un paio di ore. Mescolate la farina con la spirulina. Formate una fontana sulla spianatoia, rompeteci l'uovo all'interno, salate q.b. e iniziate ad impastare. Formate un panetto, avvolgetelo in un panno umido e lasciatelo riposare per mezz'ora circa. Tagliate il topinambur e inseritelo in un pentolino, insieme al latte e alla scorza del mezzo limone. Portate a ebollizione, quindi abbassate la fiamma e lasciate sobbollire fino al quasi completo assorbimento del liquido. Comunque fino a quando il topinambur risulterà morbido. Spegnete e lasciate intiepidire. Frullate tutto, aggiungendo poco sale, fino ad ottenere una crema vellutata. Stendete la pasta in una sfoglia sottile e tagliatela creando delle tagliatelle. Fatele cuocere in acqua salata per 4 minuti circa (il tempo dipenderà dallo spessore della pasta), quindi scolatela, conditela con un filo di olio a crudo e servitela sulla vellutata di topinambur. Adagiatevi sopra il pesce spada marinato e servite, con una spolverata di pepe e un filo di ottimo olio extravergine di oliva.abc

Gnocchi di zucca ai pistacchi

E' del tutto vero: non mangio pasta e, quando ne ho desiderio o, ben più probabile, ho in programma di viziare qualche ospite, la preparo in casa. E' davvero molto, ma molto, ma molto raro che apra un pacco di fusilli, o penne, o conchiglie, o tortiglioni, o eliche o qualsivoglia formato. La rarità ricade sempre sullo spaghetto, o linguina, o comunque pasta lunga. Per il resto.... ci sono le mani, gli ingredienti prescelti, un po' di creatività e di sano lavoro. Ma soprattutto, direi, tanto piacere. Così ecco che l'esperimento di un folle giorno d'autunno, periodo in cui la zucca staziona costantemente nella mia cucina, vede nascere uno gnocco concettualmente difficile, ma dal risultato decisamente convincente. Tanto che al primo assaggio è seguita una produzione più consistente, da condividere con amici e da offrire anche a voi. Beh, un giorno si potrà assaggiare anche attraverso un monitor: inizio a portarmi avanti. E non me ne vogliate se fino a quel giorno non potrete allungare una forchetta per servirvi, io le occasioni le metto sempre a disposizione. I vicini saranno i più fortunati, ma per gli altri rimane il piacere di sporcarsi le mani e sfidarsi :) Ingredienti Per gli gnocchi 600 g di zucca Delica cruda pulita 200 g di farina di ceci 70 g di fecola di patate 5 g di lievito alimentare in scaglie 3 g di sale rosa curry q.b. paprika q.b. Per il condimento 150 g di zucca Delica pulita 150 ml di bevanda vegetale all'avena 25 g di pistacchi sgusciati 10 g di olio extravergine di oliva sale rosa q.b. Tagliate a tocchetti la zucca che utilizzerete per la preparazione degli gnocchi e cuocetela al vapore, fino a quando sarà perfettamente morbida. Frullatela insieme al sale, al curry e alla parika, quindi aggiungete la farina, la fecola e il lievito alimentare. Impastate fino ad ottenere un composto omogeneo e piuttosto appiccicoso. Trasferite tutto su una spianatoia e lavorate, aggiungendo ulteriore farina per facilitarvi, creando un panetto. Prelevate un po' di impasto alla volta e lavoratelo con le mani, creando dei salsicciotti. Tagliate gli gnocchi e lasciateli sulla spianatoia, ben infarinati. Fate saltare in un wok la restante zucca, aggiungendo sale e bevanda di avena. Fate cuocere a fuoco basso, con un coperchio, fino a rendere la zucca morbida. Spegnete il fuoco e lasciate intiepidire. Trasferite tutto in un boccale, aggiungete l'olio extravergine di oliva e frullate tutto con un minipimer.  Trasferite nuovamente tutto nel wok e aggiungete i pistacchi, che nel frattempo avrete tritato o pestato, finemente, in un mortaio. portate a bollore abbondante acqua salata e cuocete gli gnocchi. Basteranno pochi minuti. Quando inizieranno a venire a galla scolateli e trasferiteli nel wok insieme al condimento. Saltate tutto a fiamma vivace per qualche istante, quindi impiattate. Spolverizzate con qualche briciola di pistacchio, concludete con un giro di olio e servite.abc

Chitarrina di grani antichi allo zafferano con tartare di nasello e pere caramellate

Vi avevo avvisato: lo zafferano avrebbe ancora dipinto i miei piatti. Mi è sempre piaciuto, dai tempi in cui ero una bambina che apprezzava la cucina casalinga di famiglia. E mamma lo usava. Non spesso, ma nella misura perfetta per farmelo desiderare, e apprezzare. Provate, quindi, ad immaginare come mi sia sentita coinvolta, quando Zaffy e Fuudly hanno proposto il contest Cucina con Zaffy. Zafferano e fantasia, quale miglior richiamo? Se mi sia divertita? Da morire!! Questo piatto mette insieme sapori tanto diversi, ma allo stesso tempo tanto affini e complementari. E mi ha proiettato nuovamente su uno strumento tanto semplice, quanto intriso di tradizione, che è la chitarra. Ricordo di famiglia, una parte di famiglia che non posso più abbracciare, ma che fa parte di me. La chitarra è quel tocco in più. E' dare un sapore intenso alla pasta. E' fascino. E' semplicità. Gioia. Semplice e profonda gioia nel portare in tavola solo il buono. Attorno a questo nasce il piatto: colorato, delicato, eclettico, pieno, ricco e appagante. Meravigliosamente appagante. Condividerlo è solo un piacere. E l'assaggio? Toh, è toccato proprio a me :D Ingredienti Per la pasta 100 g di farina di grano tenero tipo Maiorca 45 g di acqua 5 g di olio evo 1/3 di pistilli di zafferano (della confezione Bio di Zaffy) Per la crema di zafferano 70 g di filetto di nasello 30 g di latte vegetale (per me di avena) 20 g di acqua 1/3 di pistilli di zafferano bio 1 cucchiaino di olio evo sale rosa Per le pere 1 pera William 1 cucchiaino di sciroppo d'agave 1/3 di pistilli di zafferano bio Per la tartare 80 g di filetto di nasello 1/2 limone (succo e scorza) sale rosa pepe q.b. Per il pesto 10 g di pistacchi tostati 5 figlie di basilico fresco 1 pizzico di sale rosa Emulsionate 5 g di olio con un po' dell'acqua che utilizzerete per la preparazione della pasta e mettete in ammollo 1/3 di pistilli di zafferano. A parte mettete in ammollo lo restante zafferano in 20 g di acqua. Mettete la farina Maiorca a fontana su una spianatoia e versate nel centro l'emulsione di olio e zafferano. Aggiungete la restante acqua e impastate fino ad ottenere un panetto compatto. Avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno mezz'ora. Scaldate una padella. Tagliate la pera a piccole fettine e fatele cuocere con metà dei pistilli lasciati ancora in ammollo. Aggiungete lo sciroppo di agave e un po' di sale. Fate ammorbidire, a fuoco moderato, fino ad ottenere una confettura leggermente caramellata. A parte cuocete il nasello con i restanti pistilli di zafferano e tutta l'acqua di ammollo. Salate a piacere e tenete sul fuoco per circa 20 minuti. Trasferite tutto in un boccale, aggiungete il latte e un cucchiaino di olio evo. Frullate, fino ad ottenere una crema vellutata. Tagliate il filetto di nasello destinato alla tartare in piccoli dadini. Conditelo con la scorza grattugliata di 1/4 di limone, un cucchiaino di succo di limone e una spolverata di sale rosa. Lasciatelo marinare. In un mortaio pestate le foglie di basilico con i pistacchi e il sale, fino ad ottenere un pesto non troppo fine. Riprendete l'impasto e stendetelo con il mattarello in una sfoglia non troppo sottile. Tagliate i tagliolini alla chitarra e cuoceteli, in abbondante acqua salata, per pochi minuti. Scolate i tagliolini, ancora al dente, e fateli saltare con la crema di nasello. Procedete all'impiattamento creando una base di pesto. Unite i tagliolini e adagiatevi sopra una quenelle di tartare di nasello. A parte adagiate la confettura di pere allo zafferano. Non vi rimane che gustare!!abc

Ravioli di magro con sfoglia di ceci aromatizzata, funghi shiitake e mela renetta

Ho trattenuto per lungo tempo il desiderio di condividere questo piatto. In teoria avrei voluto pubblicare la ricetta quando ancora questa pagina attraversava la sua ultima fase embrionale, ma i problemi nel caricare le immagini sul vecchio blog mi hanno impedito di mantenere fede ai miei obiettivi. Ma, allo stesso tempo, mi hanno permesso di dedicare maggiori energie su quella che, ad oggi, è una pagina che rispecchia decisamente chi sono e quella che è stata la mia evoluzione. Così eccomi, lo urlo a gran voce: TUTTA PER VOI LA PRIMA PROPOSTA, come ripresa delle vecchie e sane abitudini e come inizio di un nuovo e ricco percorso. Un'occasione speciale, che celebro con un piatto speciale. Chi mi segue da un po' sa bene che io e la pasta non siamo fedeli compagne. Sono passati i tempi in cui il piatto di pastasciutta (suona come "amarcord" anche solo la pronuncia) era presenza fissa e costante delle mie giornate. Oggi me la concedo una tantum, e sempre, comunque, ben studiata e bilanciata. Così ho optato per una farina integrale, impreziosita dalla mia amata farina di ceci. E l'ho aromatizzata per renderla unica nella sfoglia. Riempita di semplicità e leggerezza, condita con genuinità e contrasti. L'assaggio ha confermato il successo immaginato e io mi sono goduta lo strappo alla regola, come fosse un giorno di festa. Ingredienti Per la sfoglia 30 g di farina di ceci 15 g di farina di khorasan 20 g di acqua noce moscata aneto Per il ripieno 70 g di spinaci freschi 30 g di caprino spalmabile 10 g di olio evo pepe noce moscata Per il condimento 5 funghi shiitake 1 mela renetta 1 cucchiaino di sciroppo di agave 10 g di nocciole sale olio evo Iniziate mettendo a bagno i funghi shiitake in acqua. Richiederanno un'oretta per ammorbidirsi. Setacciate le farine e mescolatele, insieme alle foglioline di aneto e alla noce moscata grattugiata. Versate poca acqua alla volta e iniziate ad impastare. Aggiungetene fino ad ottenere un impasto morbido e compatto. Lavorate bene fino ad ottenere un panetto liscio, quindi avvolgetelo in un canovaccio umido e lasciatelo riposare per un'oretta. Nel frattempo lavate gli spinaci e cuoceteli al vapore per qualche minuto. Trasferiteli in un bicchierone e frullateli insieme al caprino, alle spezie e all'olio. Dovrete ottenere una crema liscia e piuttosto densa. Riprendete l'impasto e stendetelo in una sfoglia piuttosto sottile. Io l'ho stesa con il mattarello, ma potrete utilizzare la macchina della pasta, scegliendo il penultimo livello di spessore, o il più sottile, se preferiste. Tagliate la sfoglia con un coppapasta rotondo del diametro di circa 10 centimetri. Adagiate nel centro di ciascun disco un cucchiaino di farcitura agli spinaci. Piegate a metà il disco, formando una mezzaluna, quindi unite le due estremità dando la forma del raviolo. Scaldate l'olio in una padella, quindi fate saltare i funghi shiitake, precedentemente sgocciolati, strizzati e tagliati a fettine. Tagliate la mela renetta a dadini e aggiungetela ai funghi. Unite lo scirotto di agave, il sale e procedete con la cottura per qualche minuto. Portate ad ebollizione l'acqua con il sale e cuocete i ravioli per 2 o 3 minuti, in base allo spessore della sfoglia. Scolateli e sistemateli sul piatto, su cui avrete sistemato il condimento. Un filo di olio a crudo, l'aggiunta delle nocciole pestate al mortaio e tutto sarà pronto per l'assaggio. Sapori contrastanti che si esaltano tra loro, consistenze diverse, armoniosità. Tutto quello che cerco in un piatto e che mi fa dire "obiettivo raggiunto!!". abc

Tortino di riso alle tre essenze di carota

Se da una parte i mesi sembrano scivolare via senza controllo, dall'altra l'inverno sembra non abbandonarmi mai. Lo sento nelle ossa, nella luce fioca e grigiastra che cerca di dirmi che non è ancora il momento di abbandonare il letargo. Ma la voglia di colori non mi abbandona mai. E se una giornata buia compromette la riuscita di uno scatto e appiattisce gli animi, perché lasciarsi prendere dallo sconforto? Io ci metto betacarotene!! ^_^ Caote, ancora carote. Estrattore di succo, sempre e ancora lui. Cosa posso farci? Dalle buone abitudini non so prescindere. Questa volta mi affaccio al salato. La ricerca continua di un modo sfizioso per soddisfare le mie esigenze alimentari mi porta ad approcciarmi a pensieri sempre nuovi. Non chiedetemi quale sia il mio piatto preferito, perché non ne ho uno. E non chiedetemi neanche quale sia il mio cavallo di battaglia, perché è raro che cucini per più di due volte uno stesso piatto. E' istinto: se la vita mi dà l'occasione di apprendere cose nuove, la sfrutto fino in fondo. Se l'arcobaleno di sapori mi invita a sperimentare accostamenti nuovi, mi sfido. Se posso prendere un ingrediente, scomporlo, ricomporlo e interpretarlo, mi trovate in prima linea!! Così eccovi la mia carota: foglia, estratto e polpa. Una banalissima carota, in un piatto semplice, ma allo stesso tempo intenso, e pieno, seppur delicato. Il mio sole. Assaggiamo? Ingredienti 3 carote biologiche con il ciuffo 55 g di riso a grana lunga (per me Zaccaria) 250 g di acqua 10 g di olio evo 10 g di capperi sotto sale 5 g di pistacchi di Bronte tostati 8 g di nocciole 1/2 limone 2 foglie di alloro 1 fettina di formaggio veg (o altro formaggio a piacere) paprika affumicata 1/2 cucchiaino di spirulina (facoltativa, ma consigliata) sale rosa Mettete i capperi in ammollo e lasciateli dissalare per almeno mezz'ora. Separate i ciuffi dalle carote, lavateli bene e asciugateli accuratamente. Prelevate le foglie e inseritene 30 g in un boccale. Aggiungete i capperi, sciacquati e strizzati, i pistacchi, la scorzetta di 1/4 di limone, un cucchiaino di succo di limone e 10 g di olio evo (io ne ho messo un po' meno, circa 8 g). Frullate tutto fino ad avere una crema liscia ed omogenea. Tenete da parte. Pelate le carote e inseritele nell'estrattore. Prelevate il succo, allungatelo con 250 g di acqua e versatelo in un pentolino capiente. Aggiungete il riso, sue foglie di alloro e poco sale rosa. Portate a bollore e lasciate cuocere fino al cquasi completo assorbimento del liquido, e comunque fino alla cottura. Mescolate la polpa delle carote, ricavata dall'estrazione del succo, con un pizzico di sale e paprika affumicata. Mescolate bene, quindi aggiungete le nocciole pestate grossolanamente in un mortaio. Iniziate a comporre il piatto: create una base con la crema di foglie, adagiatevi sopra la fettina di formaggio, quindi create uno strato con il riso ed ultimate con la polpa di carota e nocciole.Passate sotto il grill del forno per circa 5 minuti, irrorate con un filo di olio evo e servite. Consistenze diverse, sapori antagonisti, delicatezza, ricchezza. Tutto in una sola forchettata.
L'avreste mai detto? Con una semplice carota....
abc

Linguine di riso nero alle vongole: quel piacere di fare incontrare desideri e certezze

img_5282Esistono modi semplicissimi per farmi felice, o, se preferite valutarla sotto una prospettiva differente, per far perdere le tracce di me: portatemi in una bottega dai sapori antichi, in un negozio biologico o in una libreria. E poi..... dimenticatevi di me. E state certi che, fosse anche dopo ore, giorni, settimane, mi ritroverete con il sorriso stampato in viso. Abitudinaria sì, ma sempre pronta a nuove avventure, ho scoperto un nuovo negozio biologico, un po' fuori dagli archetipi che fanno figo e alla moda. E quindi, già in partenza, affine al mio modo di essere. Inutile dire che il tempo, tra quegli espositori, è scivolato via veloce: a prodotti non solo conosciuti, ma anche resi una presenza stabile e rassicurante nella mia dispensa, si sono aggiunti nuovi incontri. Sapori da testare, idee da sviluppare, dettagli da studiare e poi.... nuove collaborazioni, idee, spunti. Perché io ci credo: credo in tutto quello che sono, nella mia idea di cucina, nel mio modo di viverla, nel modo di diffonderla. E perché ogni spunto può essere stimolo, crescita e apprendimento. La immaginate la mia espressione, di fronte ad un pacco di spaghetti di riso nero? Partiamo dalle basi: amo il riso nero, amo il profumo che emana in cottura, amo la sua fragranza, amo le sue proprietà. Immaginate poter pensare ad una pasta, che è sempre meno presente nella mia cucina, che soddisfi in pieno le mie aspettative e che assecondi i miei capricci. Come avrei potuto resisterle? E ci ho provato, dandole l'occasione di soddisfarmi nel primo piatto che più amo al mondo: spaghetti alle vongole. E ci sono riuscita. Questo piatto mi ha letteralmente conquistato. Per questo, oggi, ho deciso di raccontarvelo.... Ingredienti 50 g di black rice noodles 250 g di vongole 1/2 arancia biologica 1 cucchiaino di peperoncino sott'olio (per me fatto in casa) paprika dolce sale rosa olio evo Lavate bene l'arancia, quindi prelevatene la scorza della metà e tagliatela a striscioline. Scaldate un po' di olio evo e il peperoncino in padella, quindi unite le scorzette e fate insaporire. Sciacquate le vongole e versatele nella padella. Coprite e lasciatele schiudere a fiamma media. Spremete il succo di mezza arancia e unitelo alle vongole, insieme alla paprika, lasciando che rapprenda, a fiamma lenta. Cuocete le linguine di riso nero in acqua salata, scolandole un paio di minuti prima della cottura. Trasferitele nella padella e fatele saltare insieme alle vongole. Se fosse necessario unite un po' di acqua di cottura. Non vi resta che impiattare, irrorare con un po' di olio crudo e servire. Una raccomandazione importante: questa pasta cuoce in tempi brevissimi e non tiene la cottura come una pasta di grano duro. Abbiate curadi non eccedere nei tempi di cottura e di buttarla in acqua poco prima di servirla. Considerate inoltre che buona parte della cottura sarà in padella, per cui scolatela ancora al dente. Il risultato vi conquisterà sicuramente!!

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Zuppa di lenticchie rosse e castagne con aroma di clementina: una scoperta, che è conferma, che è curiosità

img_5253Ben consapevole del fatto che possa diventare poco credibile, nel continuare a confessare la mia adorazione per quell'alimento, e per quell'altro e per quell'altro ancora, non posso evitare di parlare di castagne senza che il mio cuore abbia un sussulto. Fino a pochi anni fa, legata fortemente alle tradizioni di famiglia in un periodo in cui la spinta verso le differenti prospettive si muoveva con una certa latenza, alla parola castagna seguiva un'associazione olfattiva e uditiva tipica delle caldarroste. Che dipingevano ai miei occhi le forme dell'autunno in un rito conviviale di divertente condivisione. Poi tutto ha iniziato a muoversi in modo differente: la mia curiosità ha cominciato a scalciare, la mia propensione agli accostamenti insoliti ha via via preso piede e mi sono trovata, in uno schiocco di dita, a tuffarmi in piatti dai aspori audaci, inconsueti, talvolta sovversivi. E a delineare, in questo modo, la mia idea di cucina. La prima volta in cui ho accostato il sapore dolce delle castagne ad una pietanza salata è stata qui, in una vellutata di zucca davvero travolgente, seppur sfacciatamente delicata. Ma poco dopo è seguita una zuppa che, seppur ancora non lo sapessi, avrebbe anticipato quella che condivido con voi oggi. Eppure quando ho desiderato questo piatto, non ho pensato al passato, non ho cercato di rievocare sapori. Ho solo dato ascolto al mio desiderio di avvolgenza, calore, pienezza. E in questa scodellina c'è tutto questo. Confermato, scoperto, ritrovato. Ingredienti 100 g di lenticchie rosse decorticate 20 castagne 100 ml di latte vegetale 1 clementina 1 cucchiaio di olio evo sale peperoncino in polvere pepe curcuma Mettete le castagne in un pentolino, copritele con acqua e portate a bollore. Cuocete per circa 20 minuti, quindi sbucciatele e tenetele da parte. Prelevate la buccia della clementina, cercando di escludere la parte bianca. Fatela bollire per una decina di minuti scarsa in acqua e una punta di bicarbonato, quindi trasferitela in una ciotolina, schiacciatela con una forchetta, unitevi l'olio, il sale e il peperoncino. Lasciate insaporire l'olio per una mezz'ora circa. Sciacquate le lenticchie sotto un getto di acqua corrente. Fatele bollire in acqua leggermente salata per una decina di minuti. Nel frattempotagliate le castagne (tutte tranne 4, che vi serviranno per la guarnizione) in piccoli dadini. Versate l'olio aromatizzato in un pentolino e scaldatelo. Versate le castagne tagliate e fate insaporire per qualche istante. Scolate le lenticchie e aggiungetene 2/3 nel pentolino con le castagne. La parte restante di lenticchie frullatela, insieme al latte, alla curcuma e al pepe. Correggete di sale secondo il vostro gusto, quindi versate tutto sul mix di lenticchie e castagne. Lasciate cuocere a fuoco lento per una decina di minuti ancora. Nel frattempo tagliate le 4 castagne tenute da parte in dadini e fatele saltare in padella con un filo di olio e sale, fino a renderle croccanti. Trasferite la zuppa nelle ciotoline, copritela con le castagne tostate e servite. Gustatene la pienezza di sapori, la delicatezza e apprezzate la perfetta genuinità. Non esistono limiti per la rappresentazione del piacere, anche a tavola. Sapori, colori, consistenze: il gioco è infinito e sorprendente. Provare per credere!!abc

Chicchi di shirataki al curry con crema di avocado e foglie di carota: le follie e le certezze del quotidiano

Shirtaki mania. Ormai lo è diventata. Come tutte quelle cose per cui si storce il naso e si ascolta la solita tiritera del non sa di niente, tutto si trasforma in missione, e quindi in principio. Non aprite un pacco di shirataki con l'intenzione di assaggiarli al naturale, sia pure dopo il lavaggio consigliato. Rimarreste profondamente delusi. Ma giocate d'astuzia, con pochi e semplici accorgimenti e vi sentirete confortati nell'averne la dispensa piena :D Io lascio a se stessi, sempre, i consigli di cottura. Faccio sempre di testa mia. A volte inciampo, altre volte ne esco vincente. Questa volta mi sento vincente. Il segreto per i miei shirataki, che siano in grani, in spaghetti o in noodles, è farli saltare a fiamma viva fino a renderli croccanti. Arricchiti di sapori che ogni volta invento e modifico, diventano un piatto sfizioso e magicamente low calories. Sentitevi, così, autorizzati ad aggiungere una buona salsa all'avocado. Che salutare lo è, sì, ma anche un tantino ricca ^_^ Quel ricco buono, però, che regala al piatto preziose declinazioni di nutrienti utili al nostro corpo. Un piatto innovativo. Sano. Buono. Per me il traguardo dei miei principi ^_^ Ingredienti 1 confezione di shirataki in grani 1 ciuffo di foglie di carote (da 1 kg di carote) 75 g di avocado 20 g di gherigli di noci 250 g di latte di cocco 20 ml di olio evo 2 cucchiaini di olio di sesamo 1 cucchiaino di fieno greco 1 spicchio d'aglio 1/2 cucchiaino di spirulina curry a piacere sale integrale    Inserite in un boccale le noci, il fieno greco, la spirulina, il sale e il curry. Tritate tutto, quindi inserite le foglie prelevate dai ciuffi di carote, precedentemente lavate e asciugate, unite l'olio evo, quello di sesamo e frullate tutto fino ad ottenere una crema più o meno uniforme. Pulite l'avocado e tagliatelo a pezzetti. Aggiungetelo alla crema appena preparata e frullate nuovamente. Assaggiate sapore e sapidità ed eventualmente correggete con spezie o sale. Per ultimo versate il latte di cocco e mescolate tutto in modo che l'insieme risulti ben amalgamato.
Scaldate in un wok un filo di olio evo. Schiacciate uno spicchio d'aglio e fate insaporire sul fuoco. Sciacquate gli shirataki sotto un getto di acqua corrente per un minuto circa. Scolate bene, quindi versateli nel wok. Aggiungete curry e sale a piacere e fate saltare tutto, a fiamma viva, per qualche minuto. Fino a quando risulteranno ben dorati. A questo punto unite la salsa preparata in precedenza (quanto basta, secondo i vostri gusti). Fate saltare ancora per un paio di minuti in modo che i sapori si armonizzino, quindi servite. Spolverizzate con del pepe e, se gradiste, irrorate con un filo di olio crudo. I sapori esploderanno sul vostro palato, regalandovi un'esperienza difficile da dimenticare!! E tutta la cremina, preziosissima, conservatela in un vasetto a chiusura ermetica. In frigorifero si manterrà per qualche giorno e per tutti i vostri sani capricci. abc

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