Si cerchino una momentanea distrazione da questa pagina gli amici vegani e vegetariani per questa mia parentesi carnivora. Rara, ma comunque presente, a cadenza regolare, nel mio quadro alimentare.
"Lo farai felice, Massimo. Perché non gli lasci rimasugli". Già, il mio macellaio di fiducia, che mi vede solo quando finisco le scorte di pollo, è felice che io gli dica "separami tutto, petto, ali, cosce, sovraccosce. E..... dammi anche il collo, che ho voglia di un buon brodo". Le zampe se le tiene strette, ma la prossima volta non la scampa. Non è forse della gallina che non si butta via niente? Ahahahahahah. I suoi polli sono buoni, non c'è dubbio e io mi diverto ad arricchire la loro semplicità con sapori sempre nuovi, talvolta bizzarri, sempre appaganti. Questa volta è nata la sfida di una farcitura audace. La dolcezza della frutta, la nota pungente del cavolo verza, la croccantezza delle nocciole e una crosticina sfiziosa a mo' di panatura all'esterno. Beh, io mi avvalgo della preziosa alleanza con una friggitrice ad aria calda che rende tutto più leggero e lascia, così, che i sapori delle materie rimangano liberi di esprimersi naturalmente. Per chi ancora non avesse ceduto ^_^ il forno può sempre rappresentare una valida alternativa. Insomma, trovate il vostro escamotage, ma provate questo piatto: rimarrete meravigliati!
Ingredienti
170 g di petto di pollo intero
50 g di nocciole sgusciate
30 g di frutti rossi essiccati
1 spicchio d'aglio
2 foglie di alloro
40 g di foglie di cavolo verza
20 g di miele d'arancia
1/2 cucchiaino di foglie di aneto essiccato
albume d'uovo
sale rosa
pepe
1 cucchiaio di fiocchi d'avena
1 cucchiaio di pangrattato (io di riso)
olio evo
4 foglie di cavolo verza
1/2 pera Williams
Fate ammorbidire in acqua i frutti rossi, per almeno un paio d'ore. Strizzateli e insetiteli in un boccale. Aggiungete le nocciole, l'aglio, le foglie di alloro, l'aneto, il sale, il pepe e tritate tutto.
Lavate le foglie di cavolo verza, asciugatele bene e tagliatele a striscioline. Unitele al trito di frutti rossi e frullate nuovamente, aggiungendo anche il miele.
Incidete il petto di pollo in modo da ricavare una tasca. Farcitelo con il trito appena preparato e chiudetelo sigillandolo bene con un filo o con degli stuzzicadenti.
Sistemate su un piatto il pangrattato e i fiocchi d'avena e mescolateli tra loro. A parte versate del tuorlo d'uovo (io uso quello pastorizzato, ma in alternativa potreste usare un uovo o una parte di questo), passateci il petto di pollo farcito. Rotolatelo nel pangrattato e lasciatelo riposare per una decina di minuti. In questo modo la panatura aderirà bene alla carne.
Irrorate leggermente la superficie con dell'olio evo, quindi cuocete per 30 minuti nel cestello della friggitrice ad aria calda, oppure in forno, a 200°.
Nel frattempo lavate le restanti foglie di cavolo verza, asciugatele e tagliatele a julienne. Tagliate a bastoncini anche la pera e unitela al cavolo. Condite con olio, sale e pepe a piacere.
Quando avrete ottenuto una bella crosticina dorata, estraete il pollo farcito e lasciatelo riposare qualche minuto.
Tagliate la vostra tasca a fettine non troppo sottili e servite accompagnandolo con l'insalata.
Dolcezza, pienezza, freschezza, per un piatto che vi sorprenderà.abc
Di pesce - Gluten free - Pesce - Secondi - Secondi
Ricci di seppia e broccoli all’arancia con mandorle e olive taggiasche
Idee, come frammenti. Si insinuano tra un lavoro e l'altro, tra un impegno, un'incombenza, un ticchettio di lancetta. Si fissano tra i pensieri, talvolta frastornanti, talvolta silenti. Spesso annebbiate dalla stanchezza, qualche volta allontanate dalla necessità. Si prendono i loro piccoli spazi, tentano, ispirano, stimolano i sensi, attendono pazienti. Stuzziacanti spunti, rassicuranti certezze. Equilibri arditi che sorprendono, colpiscono, confortano, incidono.
Momenti che arrivano, passano, rimangono, tornano. Si imprimono nella memoria, si trasformano in immagini, si articolano in parole. Arrivano ai vostri occhi, solleticano i palati, stimolano i sensi, accendono desideri. Riscaldano, colorano, saziano, deliziano.
Non importa quanto tempo sia trascoso da quando, per la prima volta, i sapori di questo piatto hanno ispirato il mio palato. Conta che siano rimasti incastonati nei miei pensieri, confermando di essere perfetti, giusti, equilibrati. E conta che oggi siano anche vostri. Assaggiatene a volontà ^_^
Ingredienti
250 g di tentacoli di seppia
1 arancio bio
100 g di cime di broccolo
10 g di olive taggiasche
5 mandorle
1 spicchio d'aglio
olio evo
sale rosa
pepe
Separate i tentacoli di seppia, sciacquateli e metteteli in una ciotola capiente.
Lavate bene l'arancio, prelevate la scorza e tagliatela a striscioline. Preparate un'emulsione con un cucchiaio di olio evo, uno spicchio d'aglio schiacciato, sale rosa, pepe e le scorzette. Versatela sui tentacoli e mescolate bene. Coprite con un foglio di pellicola e lasciate marinare per un paio d'ore.
Nel frattempo sistemate le olive taggiasche ben sgocciolate su un piattino e fatele "asciugare" in forno. Quando saranno ben tostate sminuzzatele con una mezzaluna e tenetele da parte.
Scaldate bene una padella, quindi versate la seppia, insieme a tutta la marinatura. Fate rosolare a fiamma viva per un paio di minuti, quindi abbassate il fuoco e unite il succo dell'arancia. Lasciate cuocere fino a quando il fondo di cottura si rapprenderà.
Nel frattempo cuocete a vapore, per pochi minuti, le cime dei broccoli. Fatele saltare in padella insieme alla seppia, a fiamma viva. Fate insaporire tutto per qualche minuto, quindi impiattate.
Condite tutto con le olive tenute da parte, le mandorle tagliate a coltello e una grattugiata di scora d'arancia. Un filo di olio a crudo e tutto sarà perfetto.
Io ho unito anche qualche fettina di arancio tagliato a vivo: dona freschezza al piatto e vivacizza i colori.
Perfetta da gustare tiepida, piena nei sapori, ricca nelle consistenze, generosa nelle emozioni ^_^
abc
Lo so, due proposte a base di carne, una di fila all'altra, potrebbero perplimere chi è entrato nel mood "low meat diet" che è parte di me. Ma spesso quello che vi propongo è stato messo a punto nel tempo, oppure fa fronte ad esigenze particolari. In questo caso, beh.... è il risultato di un periodo piuttosto polveroso. Diversi sono i cantieri aperti. Di alcuni vi parlerò presto, altri richiederanno ancora molto tempo. Ma anche le esigenze sono importanti. E' vero che non mangio molta carne, e quella che mi concedo difficilmente è rossa, ma avevo ancora da parte un filetto di manzo utilizzato per una bourguignon tra amici e, paladina del non si butta niente e inguaribile sognatrice, mai avrei scottato semplicemente in padella qualcosa che avrebbe potuto solleticare la fantasia. Così nascono queste meraviglie. Sane, perché forti della mia fedele amica, lei, la friggitrice ad aria calda. Gustose, perché ricche di sapori, seppur semplici e casalinghe. Confortevoli, con la loro salsina che le abbraccia calorosamente. E sfiziose, grazie a tutti quei semini che creano una crosticina irresistibile. Insomma, sopportate questa insistenza carnivora e concedetevi qualcosa di sorprendente!!
Ingredienti
Per le polpette
200 g di filetto di manzo
150 g di cavolini di Bruxlles
15 g di parmigiano
3 g di olio di semi di sesamo
paprika dolce
noce moscata
sale rosa
pangrattato di riso
semi di sesamo
olio evo
Per la salsa
40 di polpa di avocado
15 g di senape delicata
10 g di olive taggiasche
10 g di capperi sotto sale
origano
acqua q.b.
Mondate i cavolini di Bruxelles e cuoceteli al vapore per pochi istanti. Non dovranno risultare troppo morbidi: finiranno di cuocere con la cottura delle polpette.
Tagliate a tocchetti il manzo e inseritelo in un boccale. Aggiungete gli aromi e il sale a piacere, l'olio di semi di sesamo e tritate. Unite il parmigliano e continuate a tritare, ottenendo una polpa omogenea.
Prendete un po' di impasto di carne, fatene una pallina, scavatela al centro e inseritevi un cavoletto. Abbiate cura di asciugare bene i cavolini di Bruxelles, onde evitare che la carne si stacchi e si rompa durante la cottura. Procedete fino a temrinare gli ingredienti.
Mescolate il pangrattato di riso con i semi di sesamo e impanate le polpette. Lasciatele riposare per una decina di minuti in frigorifero, in modo che la panatura si compatti bene.
Irrorate le polpette con un po' di olio evo, sistematele nel cestello della friggitrice ad aria e cuocetele, a 200°, per 20 minuti. In alternativa cuocetele in forno.
Nel frattempo preparate la salsa di accompagnamento frullando la polpa dell'avocado insieme ai capperi, lasciati in ammollo per eliminar il sale in eccesso, la senape, le olive sgocciolate e l'origano. Aggiungete un goccio d'acqua fino ad ottenere una crema morbida e omogenea.
Quando le polpette saranno ben dorate, estraetele e servitele.
L'imperativo è sporcarsi le mani, per cui mettetevi comodi e..... enjoy!!
abc
Seppur nel tempo abbia imparato ad assaporare gli alimenti senza sottoporli a grandi trasformazioni, quella per i nuggets di pollo rimane una vera passione. A cui non cedo spesso, direi quasi mai, ma che mi stuzzica sempre appetito e curiosità. Ormai in simbiosi con la mia friggitrice ad aria calda, che rappresenta uno degli elettrodomestici più utili e utilizzati nella mia cucina, avrei potuto non rendere onore a queste polpettine meravigliose, alleggerendone la sostanza senza privarle del loro gusto caratteristico? Pochi ingredienti, passaggi veloci e la magia di una cottura salutare: il pasto è pratico, completo e appagante. Se poi tutto può essere assaporato sporcandosi le dita, in totale relax, o stuzzicando la curiosità dei più piccoli, magari ostili a certi tipi di alimenti, cosa poter chiedere di più? Non serve mangiare tanta carne, se la dieta quotidiana sa essere bilanciata e sa apportare i giusti nutrienti, ma per quella volta in cui si cede, scegliete bene: un pollo di cortile lo riconoscerete dal colore intenso e dal sapore pieno. E, soprattutto, una volta provato non lo barattere più con nient'altro!!
Ingredienti
230 g di petto di pollo
10 g di maizena
1/2 limone biologico (con la scorza edibile)
sale rosa q.b.
paprika dolce q.b.
noce moscata q.b.
rosmarino
1 cucchiaino di farina di riso impalpabile
latte vegetale
pangrattato di riso
olio evo
Tagliate a tocchetti il petto di pollo e inseritelo in un boccale insieme al succo di mezzo limone, alla sua scorza grattugiata, alla maizena, al sale, alla paprika, alla noce moscata e al rosmarino.
Frullate tutto, fino ad ottenere un composto omogeneo.
Formate delle pallottoline e sistematele su un piatto.
Miscelate la farina di riso con la paprika e un pizzico di sale. Aggiungete latte vegetale a sufficienza per ottenere una pastella piuttosto densa. Passateci dentro le polpette appena formate, quindi impanatele con il pangrattato di riso.
Lasciate riposare i nuggets per circa mezz'ora, in modo che la panatura si consolidi.
Irrorate le polpettine con un filo di olio evo e trasferitele nel cestello della friggitrice ad aria calda (in alternativa su una placca da forno). Cuocetele a 180° per circa 30 minuti.
Quando saranno ben dorate trasferitele in un piatto e servitele, accompagnandole con verdura a piacere e, magari, una bella salsina. Io ho optato per una maionese di avocado e senape, una delle mie preferite ^_^
La croccantezza della crosticina sarà sfiziosa e lascerà il giusto spazio al cuore morbibo e pieno del cuore. Delicate, ma intense. Si mangeranno, una dietro l'altra, senza riuscire a fermarsi!!
Se servisse, ma iniziate ad educare il vostro palato a sapori meno sapidi, aggiungete un po' di sale a fine cottura.
Tuffare i vostri nuggets nella salsina preferita, sarà un divertente passatempo :D
abc
Quando una sana abitudine diventa quotidianità, quella che agli occhi di tutti parrebbe un'eccezione, una straordinarietà, ai tuoi occhi si trasforma, magicamente, in felicità. Quel tipo di felicità che ti fa stare bene, che ti fa pensare "allora è davvero possibile", "anche oggi me ne sono data dimostrazione". E continuo, non in una ricerca accanita del folle, dell'insolito, del bizzarro, ma nel quotidiano incastro di modi di essere e di volermi bene che emergono sempre più naturali. Scoprendo sapori nuovi, provando nuovi ingredienti, mettendo insieme gusti e tipologie di cottura diverse, dando fiducia a quegli amici di cucina da cui non potrei più prescindere. E creando qualcosa che sappia sempre stuzzicare l'appetito e che non risulti mai banale, o triste, o senza identità. Ecco cos'è oggi per me la cucina. Ecco cos'è per me l'alimentazione. Ed ecco cosa provo ogni volta che nomino lei, friggitrice ad aria calda, che mi concede il piacere di un pasto sfizioso senza appesantire il mio stomaco e il mio senso di colpa. Che poi uno voglia fare o meno una scelta più complessa, o meglio dire radicata, e approcciarsi ad un'etica vegana, questo è un di più. Oggi mi racconto, con i miei involtini in sfoglia di riso, in questa veste, lasciando piena libetà di provare i medesimi sapori in una versione decisamente più onnivora ^_^
Ingredienti
Per gli involtini
4 wrap di riso
200 g di spinacini freschi
40 g di formaggio vegano affumicato (ioVEG)
10 g di semi di zucca
1 cucchiaino di olio evo + q.b. per la cottura
paprika dolce
rosmarino in polvere (per me essiccato e tritato)
sale integrale
pepe
Per la salsa
45 g di avocado maturo
15 g di anacardi (ammollati per almeno 10 ore)
sale
paprika dolce
1/2 cucchiaino di spirulina
2 cucchiai di latte vegetale (per me di avena)
Bagnate un canovaccio e strizzatelo bene. Piegatelo su se stesso e inserite le i fogli di riso, in modo che si ammorbidiscano. Lasciateli riposare per circa mezz'ora.
Nel frattempo lavate gli spinati e cuoceteli al vapore. Non troppo. Strizzateli bene e conditeli, con olio, sale e pepe. Teneteli da parte.
Tritate le fettine di formaggio veg con i semi di zucca e la paprika, non troppo finemente.
Prendete un foglio di riso alla volta e posatelo su un ripiano in legno. Posizionate ad un'estremità un cucchiaio di spinaci, ponete sopra un cucchiaino abbondante di farcia vegana alla paprika, quindi procedete alla chiusura, piegando prima un'estremità, poi i due lati, quindi arrotolando tutto l'involtino fino al fondo del foglio di riso. Spennellateli con un po' di olio, se voleste potrete aromatizzarlo a piacere, e cuocete nella friggitrice ad aria calda (o in forno) per circa 20 minuti a 190° e per 10 minuti a 200°.
Nel frattempo occupatevi della crema.
Inserite in un boccale l'avocado a pezzi, gli anacardi, il sale, la paprika e la spirulina (prendete la sana abitudine di tenerne un vasetto in dispensa). Iniziate a frullare, aggiungendo poco latte alla volta, fino a quando la crema sarà liscia e morbida. Assaggiate ed eventualmente correggete con i sapori. Lasciatela riposare per qualche istante.
Quando gli involtini saranno pronti estraeteli dal cestello di cottura e impiattate.
Accompagnateli con la salsa, cospargete tutto con briciole di semi di zucca e godetene la meravigliosa travolgenza.
Croccanti all'esterno, fondenti e morbidi all'interno, delicati nei sapori, ma dal carattere forte. Leggeri, completi. Esattamente quello che mi aspetto da un pasto. Esattamente quello che serve al mio corpo per avere energia e forza. E poi..... vorreste dirmi come poter resistere?
abc
Con il passare del tempo e l'evoluzione delle situazioni, con un continuo adattamento di approccio agli stimoli quotidiani e le strategie per affrontare la stanchezza, capita sempre più spesso che un'idea di "accostamenti di sapori" venga trasposta in piatto senza quell'àncora di salvezza del io documento con fotografie, perché non si sa mai! Successe così che, trovandomi di fronte ad una bella porzione di cozze, improvvisata secondo la folgorazione del momento, un occhio si chiuse per l'esplosione di sapori generata sul palato, l'altro per il dispiacere di non aver prodotto il materiale necessario alla condivisione. Ma quale migliore occasione per replicare e concedersi nuovamente tanta meraviglia? Ovviamente (perché non capita mai, mi viene davvero difficile, riprodurre un piatto senza cedere a inevitabili modifiche) non è stata proprio la stessa esperienza: un paio di sapori in più, una percentuale sulla quantità di ingredienti rivisitata, consistenze diverse, ma quel sapore bizzarro che rimane invariato. Quando l'idea dei frutti rossi accanto alla sapidità delle cozze mi solleticò la fantasia, non fui frenata da alcuno scetticismo. Arrivai dritta al punto e l'assaggio mi fu complice. Questo piatto ha dell'incredibile. E lo farò, lo rifarò e lo riassaggerò ancora.
Ingredienti
1 kg di cozze
1 cuore di sedano
50 g di avocado
30 g + 1 cucchiaio di mirtilli rossi
1 cucchiaio di anacardi non salati
noce moscata
zenzero in polvere
peperoncino
Lavate le coste del sedano e tagliatele in bastoncini piuttosto sottili.
Pulite le cozze sotto l'acqua corrente, quindi mettetele in un wok ed unite il sedano, lo zenzero, il peperoncino, i 30 g di mirtilli, l'avocado tagliato a dadini e la noce moscata. Accendete il fuoco, coprite con un coperchio e lasciate che le cozze si aprano. Spegnete la fiamma e lasciate intiepidire.
Inserite in un bicchiere gli anacardi e il cucchiaio di mirtilli tenuto da parte e tritate tutto, non troppo finemente.
Dividete le cozze, eliminando la parte di guscio vuoto. Disponete su una teglia le parti con il frutto.
Prelevate dal liquido di cottura il sedano, i mirtilli e l'avocado e trasferiteli in un boccale. Unite qualche cucchiaio di liquido, quindi passate tutto con un frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema il più possibile liscia.
Non dovrà essere troppo liquida, regolatevi con poco liquido alla volta.
Coprite le cozze, riempiendo ciascun guscio con la crema ottenuta. A questo punto coprite tutto con il trito di anacardi e frutti rossi.
Infornate a 200° e cuocete per circa 20 minuti, fino a quando saranno ben dorate in superficie.
A questo punto sfornate e servite ^_^
Gustate il vostro mix di sapori, il dolce che contrasta con il sapido, il morbido che si nasconte sotto le briciole croccanti. Insomma, lasciatevi conquistare....
abc
Ingredienti
1 kg di cozze
1 cuore di sedano
50 g di avocado
30 g + 1 cucchiaio di mirtilli rossi
1 cucchiaio di anacardi non salati
noce moscata
zenzero in polvere
peperoncino
Lavate le coste del sedano e tagliatele in bastoncini piuttosto sottili.
Pulite le cozze sotto l'acqua corrente, quindi mettetele in un wok ed unite il sedano, lo zenzero, il peperoncino, i 30 g di mirtilli, l'avocado tagliato a dadini e la noce moscata. Accendete il fuoco, coprite con un coperchio e lasciate che le cozze si aprano. Spegnete la fiamma e lasciate intiepidire.
Inserite in un bicchiere gli anacardi e il cucchiaio di mirtilli tenuto da parte e tritate tutto, non troppo finemente.
Dividete le cozze, eliminando la parte di guscio vuoto. Disponete su una teglia le parti con il frutto.
Prelevate dal liquido di cottura il sedano, i mirtilli e l'avocado e trasferiteli in un boccale. Unite qualche cucchiaio di liquido, quindi passate tutto con un frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema il più possibile liscia.
Non dovrà essere troppo liquida, regolatevi con poco liquido alla volta.
Infornate a 200° e cuocete per circa 20 minuti, fino a quando saranno ben dorate in superficie.
A questo punto sfornate e servite ^_^
Gustate il vostro mix di sapori, il dolce che contrasta con il sapido, il morbido che si nasconte sotto le briciole croccanti. Insomma, lasciatevi conquistare....
abc
Le proteine sono il principale materiale plastico che serve per la costruzione sia dei tessuti sia degli organi. L'assunzione di proteine è quindi molto importante soprattutto nei bambini in fase di crescita, poiché devono "costruire" il proprio corpo, ma sono indispensabili anche in età adulta. Infatti durante tutto il corso della vita i nostri tessuti si rinnovano continuamente e l’organismo deve lavorare per rimpiazzare le cellule che sono state distrutte.
Le proteine inoltre hanno una funzione importante per il sistema immunitario e ormonale e, all’occorrenza, possono essere utilizzate per produrre energia quando l’organismo è in carenza di glucidi. Il nostro efficiente organismo non necessita di grandissime quantità di proteine per mantenere integro il suo patrimonio cellulare.
In un’alimentazione bilanciata è sufficiente che il 12-15% delle calorie totali provenga da proteine, quindi devono essere presenti ogni giorno sulla nostra tavola, ma con discrezione.
Dal punto di vista strutturale le proteine sono costituite da amminoacidi: piccoli “mattoncini” che, messi uno accanto all’altro, permettono di costruire le proteine. Esistono 20 amminoacidi diversi e le loro diverse sequenze permettono di costruire proteine con strutture e funzioni completamente differenti e specifiche. Tra questi 20 amminoacidi ben 9 sono essenziali e ciò significa che devono essere necessariamente introdotti con la dieta.
Dire che le proteine devono coprire il 12-15% del nostro fabbisogno energetico significa che, in condizioni di normopeso e salute, dobbiamo introdurre una quota di questo nutriente pari a 0,9-1 grammi per ogni chilo di peso corporeo. Ad esempio, se un uomo adulto pesa 70 kg il suo fabbisogno di proteine è di circa 70 grammi. Pensando che in una porzione di carne o di pesce ci sono dai 20 ai 30 grammi di proteine, potete ben capire che non è così difficile soddisfare il fabbisogno, ma è ben più facile superarlo. Ben diverse però sono le situazioni in cui la dieta è finalizzata al dimagrimento, all’accrescimento della massa muscolare o alla regolazione ormonale: in questi casi il fabbisogno proteico può risultare lievemente o moderatamente aumentato. Diete di questo tipo devono però essere seguite sotto la guida e i consigli di un esperto.
Animali e Vegetali
Le proteine si trovano sia in alimenti di origine vegetale (legumi, frutta secca, cereali integrali) che animale (carne, pesce, latte e derivati, uova).
Le proteine di origine animale hanno il vantaggio di contenere tutti i 20 amminoacidi necessari all’organismo e per questa ragione sono definite proteine “nobili” o ad “alto valore biologico”. Inoltre le fonti di origine animale contengono la vitamina B12, totalmente assente negli alimenti di origine vegetale. Detto questo però bisogna aggiungere che le proteine animali si trovano in alimenti che contengono anche grassi saturi e colesterolo, il cui eccesso è dannoso per la salute. L’eccezione può essere rappresentata dal pesce. I prodotti ittici infatti contengono proteine nobili e grassi prevalentemente polinsaturi (i famosissimi omega 3) e livelli limitati di colesterolo. Quindi il pesce non è assolutamente da limitare nella propria alimentazione!!
Le proteine vegetali invece sono carenti di qualche amminoacido, ma a tutto c’è una soluzione e questa volta ha il nome di mutua complementarietà. Questo significa abbinare i cereali integrali ai legumi, perché gli amminoacidi che non ci sono nei cereali li troviamo nei legumi e viceversa…solo così possiamo creare un piatto unico e completo dal punto di vista nutrizionale. Via libera quindi a piatti legati alla nostra tradizione, magari rivisitati in ottica più salutistica: pasta e fagioli, riso e piselli, zuppa di lenticchie con crostini al rosmarino…
Errato è pensare che, siccome sono proteine a media qualità biologica, i legumi non debbano essere consumati con frequenza: tutt’altro invece! Inseriamoli nella nostra alimentazione più spesso, perché sono privi di grassi saturi e colesterolo e in più contengono un’ottima quota di fibra alimentare.
Abbiamo quindi appurato che le proteine si trovano sia nel regno vegetale che animale e che entrambe le categorie hanno pregi e difetti. La prima regola da seguire è quella di variare il più possibile, cioè cambiare spesso le fonti proteiche che portiamo a tavola, variando e alternando anche gli alimenti stessi. Ad esempio: mangiamo spesso il pesce? Perfetto, ma che non sia sempre e solo salmone, ma inserire anche del pesce azzurro come sgombro e sardine oppure l’economica ma pur sempre valida palamita!
Arriviamo quindi a parlare di frequenze: quante volte a settimana andrebbe mangiata la carne? E quante volte il pesce? proviamo a seguire lo schema seguente:
* Pesce: 3-4 volte a settimana
scegliamo solo pesce pescato, non allevato ed evitiamo il pesce di grossa taglia come tonno o salmone perché hanno livelli di mercurio eccessivamente alti. Via libera invece al pesce di piccola taglia e al pesce azzurro: mai provate le sarde, lo sgombro, le alici? Inseriamo anche i crostacei e i molluschi di tanto in tanto e non solo quando andiamo al mare. Variare e sperimentare!
* Carne: 1-3 volte a settimana
meglio la carne bianca (pollo, tacchino, coniglio) da cuocere alla griglia o in padella antiaderente con tante spezie e aromi, senza l’uso eccessivo di grassi da condimento. Anche qui giochiamo con i gusti: una volta mariniamo il petto di pollo con succo d’arancia e timo, la volta dopo insaporiamo la fesa di tacchino con la
curcuma e il pepe e poi ci facciamo degli straccetti di pollo al curry. La carne rossa, invece, andrebbe consumata con molta più moderazione.
* Uova: 3-4 alla settimana
meglio uova bio, o direttamente dal contadino. Ottime per preparare frittate al forno o con verdure in padella antiaderente oppure alla coque con un pizzico di sale o sode in una bella insalata di cicorino. O perché no, volete sfidare le vostre abilità in cucina? Provatele in camicia, con una spolverata di pepe. La paura delle uova è che il tuorlo contiene troppo colesterolo, ma un’assunzione di 3-4 uova alla settimana (anche tutti i giorni a dir la verità…) non è affatto compromettente e non è legata all’innalzamento del colesterolo ematico. Le uova sono fonti essenziali anche di vitamine come la biotina e di ferro.
* Legumi: almeno 2 volte a settimana
i legumi secchi sono lunghi da preparare, si sa: hanno bisogno dalle 12 alle 24 ore di ammollo e una cottura di 1-2 ore. Ma è possibile ridurre drasticamente i tempi di cottura usando la pentola a pressione. Il mio consiglio è quello di prepararne grandi quantità e, una volta cotti, fateli quindi raffreddare, metteteli in un sacchetto di plastica e riponeteli nel congelatore: saranno così pronti all’uso per più e più pasti. Ottimi anche quelli surgelati, meno quelli in scatola.
* Formaggi: 1-2 volte a settimana
il formaggio è uno di quegli alimenti di troppo facile consumo: è comodo, sempre pronto per un assaggio, che sia quando si torna a casa dal lavoro affamati oppure a fine pasto. Bisogna dare al formaggio la stessa dignità di carne, pesce e uova: evitare di aggiungerlo ai pasti che già comprendono quegli alimenti, ma quando si decide di mangiarlo tenerlo come unica fonte proteica, usandolo anche, per esempio, per condire un piatto di pasta o mantecare il risotto.
* Salumi e affettati: 1 volta a settimana
anche loro sono sempre pronti all’uso, ma facciamo chiarezza. Quando consumiamo i salumi assicuriamoci che non contengano conservanti, in particolare nitriti e nitrati, molto dannosi per la salute. Scegliamo quindi di acquistare gli affettati al banco e non quelli in busta: possiamo anche chiedere al salumiere di consigliarci quelli di maggior qualità per non sbagliare. Altra pecca di questi alimenti, oltre all’elevato contenuto di grassi, è il contenuto di sale: per questo motivo devono essere inseriti con parsimonia nella propria alimentazione. Tra quelli da preferire c’è la bresaola della Valtellina, il prosciutto crudo di Parma, il prosciutto cotto di alta qualità.
Abbiamo così tanti alimenti con cui variare la nostra dieta…perché focalizzarci sempre e solo sulle stesse!?
BURGER DI FAGIOLI NERI CON PANE DI FARRO ALLA PIASTRA
Confesso che, per quanto si attenta alla selezione degli ingredienti nella mia alimentazione, ci sono momenti in cui mi prende un irrefrenabile desiderio di qualcosa che non mi concedo da molto tempo. Il vantaggio che ho tratto dalla mia piccola grande rivoluzione nel periodo della trasformazione, però, è quello di riuscire a veicolare i capricci su qualcosa che possa appagare il desiderio, ma rimanendo in linea con i miei principi. Non portatemi più a mangiare un hamburger, perché potrei star male, nel tentativo di digerirlo, per una settimana intera ^_^ [E quando me lo concedo, quella volta all'anno, è un signor hamburger preparato con signori prodotti]. Così, di fronte al capriccio di un pasto alquanto impegnativo, ho elucubrato bene su come potessi renderlo affine alle mie esigenze. Ormai il frumento è un lontano ricordo e affido al farro, tra i cereali, le parentesi-carboidrati. Ma la vera sorpresa, qui, è stata quella del burger. Fagioli. Legumi. Un amore incontenibile. Così tutto prende forma: il pane si sfoglia e si cuoce in padella e la farcitura si tinge di colori, sapori, benessere. Il risultato? Ineccepibile.
Ingredienti
Per il pane
500 g di farina di farro
350 g di acqua di cottura dei fagioli
olio evo
Per il burger
700 g di fagioli neri bolliti
1 cucchiaino di paprika affumicata
1 cucchiaino di lievito alimentare
1/2 cucchiaino di farina di semi di carrube
1 cucchiaino di semi di chia
1 cucchiaino di dado vegetale granulare (per me home made)
Per la salsa di avocado
80 g di polpa di avocado
10 g di senape delicata
farina di limoni (o scorza)
succo di 1/2 limone
sale
1 rametto di rosmarino
3 fettine di zucca iron cotte al vapore
3 foglie di spinacino fresco
Preparate i fagioli facendoli cuocere, dopo l'ammollo di circa 12 ore, in acqua leggermente salata fino a quando saranno morbidi. Scolateli e trasferiteli in un boccale. Aggiungete la paprika, il lievito alimentare, la farina di semi di carrube, il dado vegetale, i semi di chia e frullate tutto, fino a ottenere un composto perfettamente liscio.
Avvolgete l'impasto in un foglio di pellicola trasparente e lasciate riposare in frigorifero per almeno un'ora. Occupatevi del pane.
Versate l'acqua di cottura dei fagioli sulla farina e impastate. Dosatela poco alla volta, poiché la qualità della farina utilizzata potrebbe richiederne di più, o di meno. Dovrete ottenere un impasto morbido, ma non appiccicoso. La sapidità dell'acqua di cottura dovrebbe essere sufficiente, ma prima di utilizzare il liquido assaggiatene il sapore e correggete, eventualmente, con ulteriore sale. Fate risposare l'impasto, avvolto nella pellicola trasparente, per mezz'ora almeno.
Riprendete l'impasto, dividetelo in 3 parti e stendetene ciascuna in una sfoglia tonda e sottile. Cospargete la superficie con dell'ottimo olio extravergine di oliva, quindi arrotolate la pasta a formare un cilindro. Attorcigliatela a formare una chiocciola, quindi avvolgetela nella pellicola e lasciatela riposare nuovamente.
Inserite in un boccale l'avocado tagliato a pezzi. Unitevi rosmarino, farina (o scorza) di limone, senape, sale e succo di limone. Frullate fino ad ottenere una crema liscia e tenetela da parte.
Con l'impasto di fagioli formate 3 burger e fateli cuocere in padella, con un filo di olio evo, girandoli ogni 4 minuti circa, fino a quando avranno formato una sfiziosa crosticina.
Schiacciate le chiocciole formate con il palmo delle mani, senza appiattirle troppo. Passatele in padella, senza grassi aggiunti, e cuocetele per circa 10/15 minuti. Trascorso il tempo prelevatele, lasciatele intiepidire e tagliatele a metà, per farcirle.
Se fosse necessario passatele in padella sul lato interno, poi procedete alla creazione del vostro sandwich.
Adagiate le foglie di spinacino, la zucca, la crema di avocado e il burger su una parte di pane. Finite nuovamente con salsa, zucca e spinacino, quindi chiudete con l'altra metà. A piacere passate ancora sulla piastra per scaldare bene il sandwich e..... bon apétit!! ^_^
Fragrante, sfizioso, pieno, leggero e gustoso. Cosa chiedere di più ad un finger lunch?
E la proteina è garantita, sana e buona.
GLOSSARIO
- amminoacidi: (o amminoacidi) sono l'unità strutturale primaria delle proteine. Possiamo quindi immaginare gli aminoacidi come mattoncini che, uniti da un collante chiamato legame peptidico, formano una lunga sequenza che dà origine ad una proteina.
- mutua complementarietà o complementarietà proteica: si ottiene quando si combinano due alimenti diversi e gli amminoacidi delle proteine dell’uno compensano le carenze dell’altro
- colesterolo: è un composto organico appartenente alla famiglia dei lipidi steroidei. Nel nostro organismo svolge diverse funzioni biologiche: è infatti un componente delle membrane cellulari, di cui regola fluidità e permeabilità ed è il precursore della vitamina D, dei sali biliari e degli ormoni steroidei, sia maschili che femminili
- omega 3: sono una categoria di acidi grassi essenziali caratterizzati dalla presenza di tre doppi legami nella struttura chimica. Il precursore è l’acido alfa-linolenico, da cui si originano poi EPA e DHA, fondamentali per le funzioni cerebrali e visive. Fonti principali sono il pesce, molluschi e crostacei.
Lo confesso: ogni tanto che io mangio carne. Poca. Sempre meno. E quasi esclusivamente, se non esclusivamente, di pollo. Ho la mia ricetta pratica e veloce, per le volte in cui la coscetta salta in padella, ma talvolta sento la necessità di trasformare il piatto in qualcosa di diverso.
Amo il tè. Nero, e anche verde. Intenso. Profumato. Inizio a gustarlo dal profumo che sprigiona. L'idea di utilizzarlo in cucina mi ha intrigato da subito, esattamente dallo stesso istante in cui ho pensato di accostarlo al pollo. Così ecco che parte la sfida: ad infuso tiepido immergo la mia sovraccoscia e aspetto, aspetto, aspetto. La carne si intenerisce, prende un colore bruno. A questo punto la condisco a puntino e la inforno. E aspetto, aspetto, aspetto. L'assaggio è sempre il momento che preferisco: la fatidica prova del nove che mi mette a confronto con le mie aspettative. Aggiudicato, l'idea può prendersi il suo spazio e quindi..... parte la replica, documentata, di cui vi lascio i dettagli ^_^
Che l'assaggio 'ri'abbia inizio.
Ingredienti
1 sovraccoscia di pollo
10 cavolini di Bruxelles
1 bustina di tè nero
10 g di mandorle pelate
5 g di fiocchi d'avena
1 cucchiaino di amido di mais
paprika dolce
sale
pepe
olio extravergine di oliva
Portate ad ebollizione 200 ml di acqua e immergeteci la bustina di tè. Dopo tre minuti di infusione toglietela e lasciate raffreddare il liquido. Quando sarà poco meno che tiepido, immergeteci la sovraccoscia di pollo e lasciatela a riposo per almeno 6 ore. Volendo potrete sfruttare la notte ^_^
Mondate i cavolini di Bruxelles e sbollentateli per qualche minuto in acqua salata. Gettateli immediatamente nell'acqua ghiacciata, per fermare la cottura, e teneteli da parte.
Tritate grossolanamente le mandorle con i fiocchi d'avena e sistemate tutto su un foglio di carta assorbente.
Prelevate il pollo, sgocciolatelo e insaporitelo con la paprika dolce, il sale e il pepe. A questo punto massaggiatelo con l'amido di mais, quindi passatelo nella panatura di mandorle e avena.
Coprite una teglia con della carta da forno. Ungetela leggermente, quindi adagiatevi il pollo.
Irrorate leggermente di olio i cavolini e poneteli accanto al pollo. Cospargeteli con la panatura rimasta e salate a piacere. Versate un filo di olio sulla sovraccoscia, quindi infornate a 200° e lasciate cuocere per 40 minuti, girando il pollo dopo mezz'ora circa, in modo da farlo dorare bene da entrambe le parti. Una volta che sarà croccante in superficie, sfornate e servite.
Tenero, morbido e umido, ma sfizioso nella sua crosticina di mandorle, con un contorno perfetto, seppur semplice e naturale. Insomma, come trasformare un semplice pollo in qualcosa che non sia banale.
Non vi rimane che assaporare, boccone per boccone, questa delicata meraviglia. Ricca e preziosa.
abc
Amo il tè. Nero, e anche verde. Intenso. Profumato. Inizio a gustarlo dal profumo che sprigiona. L'idea di utilizzarlo in cucina mi ha intrigato da subito, esattamente dallo stesso istante in cui ho pensato di accostarlo al pollo. Così ecco che parte la sfida: ad infuso tiepido immergo la mia sovraccoscia e aspetto, aspetto, aspetto. La carne si intenerisce, prende un colore bruno. A questo punto la condisco a puntino e la inforno. E aspetto, aspetto, aspetto. L'assaggio è sempre il momento che preferisco: la fatidica prova del nove che mi mette a confronto con le mie aspettative. Aggiudicato, l'idea può prendersi il suo spazio e quindi..... parte la replica, documentata, di cui vi lascio i dettagli ^_^
Che l'assaggio 'ri'abbia inizio.
Ingredienti
1 sovraccoscia di pollo
10 cavolini di Bruxelles
1 bustina di tè nero
10 g di mandorle pelate
5 g di fiocchi d'avena
1 cucchiaino di amido di mais
paprika dolce
sale
pepe
olio extravergine di oliva
Portate ad ebollizione 200 ml di acqua e immergeteci la bustina di tè. Dopo tre minuti di infusione toglietela e lasciate raffreddare il liquido. Quando sarà poco meno che tiepido, immergeteci la sovraccoscia di pollo e lasciatela a riposo per almeno 6 ore. Volendo potrete sfruttare la notte ^_^
Mondate i cavolini di Bruxelles e sbollentateli per qualche minuto in acqua salata. Gettateli immediatamente nell'acqua ghiacciata, per fermare la cottura, e teneteli da parte.
Tritate grossolanamente le mandorle con i fiocchi d'avena e sistemate tutto su un foglio di carta assorbente.
Prelevate il pollo, sgocciolatelo e insaporitelo con la paprika dolce, il sale e il pepe. A questo punto massaggiatelo con l'amido di mais, quindi passatelo nella panatura di mandorle e avena.
Coprite una teglia con della carta da forno. Ungetela leggermente, quindi adagiatevi il pollo.
Irrorate leggermente di olio i cavolini e poneteli accanto al pollo. Cospargeteli con la panatura rimasta e salate a piacere. Versate un filo di olio sulla sovraccoscia, quindi infornate a 200° e lasciate cuocere per 40 minuti, girando il pollo dopo mezz'ora circa, in modo da farlo dorare bene da entrambe le parti. Una volta che sarà croccante in superficie, sfornate e servite.
Tenero, morbido e umido, ma sfizioso nella sua crosticina di mandorle, con un contorno perfetto, seppur semplice e naturale. Insomma, come trasformare un semplice pollo in qualcosa che non sia banale.
Non vi rimane che assaporare, boccone per boccone, questa delicata meraviglia. Ricca e preziosa.
abc
Consapevolezza. Presa di coscienza. Accettazione. E, soprattutto, determinazione. Perché, se non si arriva all'obiettivo per la strada prevista, non è certo un piano B a scoraggiare. Questo piatto, preciso, questo meraviglioso e sorprendente piatto, sarebbe dovuto potuto finire su carta. Quella carta [non farò nomi perché mi sembra di avere già fatto generosa pubblicità gratuita]. E non farò neanche polemica. Prendo atto di non essere all'altezza e volto pagina. In fondo a me interessa altro: mi interessa arrivare a voi, che venite qui a leggere, mi interessa persuadere circa l'importanza di un'alimentazione salutare, mi interessa raccontare il mio piacere nello sperimentare sapori nuovi e mi interessa condividerli. Comunque condividerli. Morivo dal desiderio di parlarvi dell'incontro di questi sapori e di quanto rappresentino una portata completa ed equilibrata. Di quanto, ancora una volta, la sfilza di senza non influenzi il piacere dell'assaggio.
Vidi questo polpettone qualche mese fa. La mitica mamma veg Michela mi sorprende sempre. Le dissi che mi sarebbe piaciuto provarlo, che gli spinaci dell'orto di mammà stavano giusto tentandomi ^_^ E allora ho iniziato ad elucubrare, intorno a quella meraviglia, fino ad arrivare a questa soluzione: una rolata. E la prova assaggio..... come faccio a spiegarla? Va sperimentata. Allora iniziate a mettere i ceci a mollo e passate a sbirciare i segreti ^_^
Ingredienti
Per la rolata
150 g di ceci secchi
350 g di zucca cruda pulita
50 g di fiocchi d'avena
15 g di pomodori secchi
15 g di capperi sotto sale
5 g di lievito alimentare in scaglie
1 cucchiaio raso di dado granulare di verdure (per me home made)
Per il pesto
30 g di pomodori secchi
50 g di mandorle pelate
1 rametto di rosmarino
10 foglie di salvia
un goccio di acqua calda
Per la farcitura
10 foglie di spinaci
dado vegetale granulare
pepe
1 cucchiaio di olio piccante
Per il contorno
3 mele renette
1 foglio di alga kombu
olio extravergine di oliva
sale rosa dell'Himalaya
zenzero in polvere
pepe
Mettete i ceci in ammollo per 12 ore, quindi fateli bollire per circa 2 ore, fino a quando saranno morbidi. Spegnete la fiamma e fate intiepidire. Se aveste voglia e tempo potrete eliminare la pellicina da ciascun cecio ^_^ Nel frattempo mettete in ammollo pomodori secchi e capperi, per almeno un'oretta.
Tagliate la zucca in fette sottili, salatela e fatela cuocere in forno a 200° per circa 40 minuti. Inseritela, quindi, in un boccale insieme ai ceci, a metà dei pomodori secchi scolati e strizzati, agli aghetti di rosmarino, al lievito alimentare, ai capperi sciacquati e al dado vegetale. Frullate tutto, fino ad ottenere un composto omogeneo e liscio. Unite i fiocchi d'avena e frullate ancora. Assaggiate la sapidità ed eventualmente correggete con del sale. Fate riposare l'impasto per almeno un'ora.
Lavate le foglie degli spinaci e farele cuocere a vapore per pochi minuti, in modo da ammorbidirle appena.
Inserite in un boccale i restanti pomodori secchi ben strizzati, le mandorle, il rosmarino e la salvia. Frullate bene. Aggiungete un po' di acqua calda e lavorate fino ad ottenere una crema vellutata. Lasciate in frigorifero per il tempo della preparazione.
Stendete l'impasto di ceci e zucca su un foglio di carta forno, formando un rettangolo di circa 40x30 cm, spesso circa 1 centimetro. Livellatelo bene. Ricoprite la superficie con il pesto di pomodori secchi, quindi adagiate le foglie degli spinaci. Spolverizzate con il dado vegetale, il pepe e un filo di olio piccante. Aiutandovi con la carta forno, arrotolate il lato più lungo della sfoglia. Avvolgete bene la rolata ottenuta con la carta forno, quindi lasciatela riposare in frigorifero per almeno un'ora, prima di cuocerla in forno, a 200°, per 30 minuti.
Nel frattempo sbucciate le mele renette e tagliatele a spicchi. Conditele con olio, sale, pepe e zenzero in polvere. Unite anche l'alga kombu tagliata a striscioline, mescolate bene e lasciate insaporire.
Sfornate la rolata e lasciatela intiepidire. Tagliatela, quindi, in fettine spesse un paio di centimetri. Sistemate, su una teglia, le mele e, nel mezzo, le fettine di rolata. Versate un filo d'olio evo e infornate, a 200°, per altri 20 minuti.
A questo punto sfornate e servite. Gustate la vostra vegrolata calda e inebriante ^_^
E preparatevi, perché finisce troppo in fretta!abc
Vidi questo polpettone qualche mese fa. La mitica mamma veg Michela mi sorprende sempre. Le dissi che mi sarebbe piaciuto provarlo, che gli spinaci dell'orto di mammà stavano giusto tentandomi ^_^ E allora ho iniziato ad elucubrare, intorno a quella meraviglia, fino ad arrivare a questa soluzione: una rolata. E la prova assaggio..... come faccio a spiegarla? Va sperimentata. Allora iniziate a mettere i ceci a mollo e passate a sbirciare i segreti ^_^
Ingredienti
Per la rolata
150 g di ceci secchi
350 g di zucca cruda pulita
50 g di fiocchi d'avena
15 g di pomodori secchi
15 g di capperi sotto sale
5 g di lievito alimentare in scaglie
1 cucchiaio raso di dado granulare di verdure (per me home made)
Per il pesto
30 g di pomodori secchi
50 g di mandorle pelate
1 rametto di rosmarino
10 foglie di salvia
un goccio di acqua calda
Per la farcitura
10 foglie di spinaci
dado vegetale granulare
pepe
1 cucchiaio di olio piccante
Per il contorno
3 mele renette
1 foglio di alga kombu
olio extravergine di oliva
sale rosa dell'Himalaya
zenzero in polvere
pepe
Mettete i ceci in ammollo per 12 ore, quindi fateli bollire per circa 2 ore, fino a quando saranno morbidi. Spegnete la fiamma e fate intiepidire. Se aveste voglia e tempo potrete eliminare la pellicina da ciascun cecio ^_^ Nel frattempo mettete in ammollo pomodori secchi e capperi, per almeno un'oretta.
Tagliate la zucca in fette sottili, salatela e fatela cuocere in forno a 200° per circa 40 minuti. Inseritela, quindi, in un boccale insieme ai ceci, a metà dei pomodori secchi scolati e strizzati, agli aghetti di rosmarino, al lievito alimentare, ai capperi sciacquati e al dado vegetale. Frullate tutto, fino ad ottenere un composto omogeneo e liscio. Unite i fiocchi d'avena e frullate ancora. Assaggiate la sapidità ed eventualmente correggete con del sale. Fate riposare l'impasto per almeno un'ora.
Lavate le foglie degli spinaci e farele cuocere a vapore per pochi minuti, in modo da ammorbidirle appena.
Inserite in un boccale i restanti pomodori secchi ben strizzati, le mandorle, il rosmarino e la salvia. Frullate bene. Aggiungete un po' di acqua calda e lavorate fino ad ottenere una crema vellutata. Lasciate in frigorifero per il tempo della preparazione.
Stendete l'impasto di ceci e zucca su un foglio di carta forno, formando un rettangolo di circa 40x30 cm, spesso circa 1 centimetro. Livellatelo bene. Ricoprite la superficie con il pesto di pomodori secchi, quindi adagiate le foglie degli spinaci. Spolverizzate con il dado vegetale, il pepe e un filo di olio piccante. Aiutandovi con la carta forno, arrotolate il lato più lungo della sfoglia. Avvolgete bene la rolata ottenuta con la carta forno, quindi lasciatela riposare in frigorifero per almeno un'ora, prima di cuocerla in forno, a 200°, per 30 minuti.
Nel frattempo sbucciate le mele renette e tagliatele a spicchi. Conditele con olio, sale, pepe e zenzero in polvere. Unite anche l'alga kombu tagliata a striscioline, mescolate bene e lasciate insaporire.
Sfornate la rolata e lasciatela intiepidire. Tagliatela, quindi, in fettine spesse un paio di centimetri. Sistemate, su una teglia, le mele e, nel mezzo, le fettine di rolata. Versate un filo d'olio evo e infornate, a 200°, per altri 20 minuti.
A questo punto sfornate e servite. Gustate la vostra vegrolata calda e inebriante ^_^
E preparatevi, perché finisce troppo in fretta!abc
Ho un debole per i lupini. Questo credo non sia più un mistero. Li trasformo in ogni pietanza e puntualmente, nel percorso di filiera, qualcuno finisce dritto sotto le affamate fauci. Creme, crocchette, burger e insalate. Ma chi mai avrebbe pensato ad una ricotta? Quando lessi il post di Ravanellocurioso rimasi estasiata e mi dissi che avrei replicato. Lei si ispirò ad una ricetta di Cristina, La zucca capricciosa, che a sua volta si ispirò a a Mimì, Una V nel piatto. DOVE "V" STA PER VEGAN. La sorpresa è stata scoprire che io ero sempre stata ad un passo da questo piatto. Il passaggio in forno rende sfiziosa questa crema che incanta, per delicatezza e avvolgenza. Ho apportato un paio di piccole modifiche, secondo il mio gusto, ma ve ne parlo con la fierezza di chi sa dare valore al cibo e alle sue proprietà. In questo piatto c'è piena genuinità: proteine pure che, supportate da vitamina A, ferro, calcio e potassio, a fronte della completa assenza di colesterolo, fanno di questo piatto una vera fonte di salute.
Ingredienti
500 g di lupini (da sbucciare)
8 g di gomasio
1 rametto di rosmarino
80 g di acqua
2 cucchiaini di olio evo + q.b.
noce moscata
paprika dolce
semi di sesamo per guarnire
sale
pepe
Pulite i lupini e lasciateli a mollo, anche una notte, in modo che perdano parte della soro sapidità.
Sciacquateli e metteteli in un biccherone di plastica. Unitevi paprika e noce moscata a piacere, il rosmarino lavato e asciugato e una parte dell'acqua. Iniziate a lavorare tutto con un frullatore ad immersione, aggiungendo l'acqua rimasta e i due cucchiaini di olio evo. Frullate bene fino ad ottenere una crema omogenea e liscia, senza rimasugli di lupini.
Unite il gomasio e lavorate bene, fino ad amalgamarlo completamente.
Riempite, con la crema ottenuto, uno stampino, o una fuscella, se vi piacesse l'aspetto estetico che lascia al composto. Compattatelo bene senza lasciare vuoti, copritelo con un foglio di pellicola trasparente e mettetelo a riposare in frigo per almeno un paio d'ore.
Preparate un'emulsione con olio evo, sale e pepe. Rovesciate la ricotta dallo stampo, su una teglia coperta di carta forno e copritela, spennellando, con l'emulsione.
Cospargete la superficie con i semi di sesamo e infornate, a 180° per 30 minuti. Alzate quindi la temperatura a 200° e proseguite per altri 10 minuti. Non ha bisogno di cuocere, come piatto, per cui non dovrete arrivare ad un punto di cottura ottimale. Guardate solo che dori bene in superficie. Sarà pronta quando raggiungerà il grado preferito di doratura.
Sfornate la vostra ricotta e impiattatela.
Con queste dosi mi sono venute due porzioni abbondanti: una che ho cotto al forno e l'altra che..... attende ^_^
Ho accompagnato questa pietanza con un buon piatto di carote, fagiolini e asparagi saltati in padella con un po' di semi di sesamo. Il piatto appaga i sensi e si fa mangiare con grande gusto!
Non vi ricorda qualcosa questa immagine presa dall'alto?abc