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Sigari di germogli cremosi in pasta fillo: la conquista di nuovi orizzonti parte sempre da nuove domande

Sto diventando quasi monotematica, lo so. Il fatto è che, da quando ho scoperto dove trovare la pasta fillo, è facile che ceda alla tentazione. Sarebbe una comunissima una tantum, se non fosse che l'enorme quantità di fogli presenti nella confezione non consente di fermarmi ad una sola preparazione. Ma vorrete mai che questo mi scoraggi? Dal momento che non è mia consuetudine ripetere per due volte lo stesso piatto, l'occasione è sempre preziosa per mettere a punto nuove idee.
Questa volta ho unito ad uno dei miei ingredienti preferiti, un altro a cui non riesco a restare lontana per più di un paio di settimane: i germogli di soia. A dire il vero tutto è partito dalla curiosità di assaporare i germoglietti con una crema di parmigiano fuso. Essendo, io, quella che deve sempre bilanciare tutto, alla consistenza morbida di questa proiezione avrei dovuto accostare una consistenza, diciamo, scrocchiosa. Quale migliore occasione per impiegare qualche altro foglio di pasta fillo?
Presentati su un letto di fiammiferini di verdura cotti al forno, questi sigari rappresentano una portata completa, sana e leggera. E sfiziosissima!

Ingredienti

100 g di germogli di soia
10 g di semi di sesamo
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
noce moscata
4 fogli di pasta fillo
olio evo
sale

Sciacquate i germogli di soia. Sbollentateli in acqua salata per un minuti, quindi stendeteli su un canovaccio pulito, per farli raffreddare e asciugare.
Trasferiteli in un piatto, aggiungete i semi di sesamo, la noce moscata e il sale. Mescolate tutto, affinché gli aromi si distribuiscano uniformemente. Unite, poi, il parmigiano e mescolate ulteriormente, amalgamando bene tutto.
Prendete i fogli di pasta fillo e sovrapponeteli tra loro, spennellando ogni strato con un po' di olio evo.
   Tagliateli in quattro, ricavando dei quadrati, e sistemate su un lato di ciascun quadrato una bella cucchiaiata di germogli di soia.
Distribuiteli lungo tutto il lato, lasciando un paio di centimetri da entrambe le estremità.
Ripiegate i due lati di queste estremità su loro stesse, quindi arrotolate la fillo ingabbiando il ripieno di germogli e ricavando dei grossi sigari.
Sistemate gli involtini ottenuti in una teglia rivestita con carta da forno. Spennellateli con un filo di olio su tutta la superficie.
Quando sarà in temperatura, mettete i sigari a cuocere: 200°, per una ventina di minuti circa.
Controllate la cottura, in modo che non scuriscano troppo. La pasta fillo è sottilissima e tende a bruciacchiare facilmente. Ma, soprattutto, cuoce velocissimamente.
Terminata la cottura, sfornateli e lasciateli intiepidire. Quindi serviteli e lasciatevi conquistare dalla consistenza scrocchiarella e dal ripieno avvolgente e delicato.

Approfittate del forno per cuocere le vostre verdure. Tagliate a julienne rimarranno croccanti e sfiziose e accompagneranno perfettamente questi insoliti sigari.

Il cuore vi conquisterà grazie alla consistenza insolita e ad un insieme di sapori delicati e avvolgenti. Un modo diverso di assaporare dei preziosissimi germogli, quei vermicelli per cui molti di voi penseranno, ammettetelo, "e adesso come li cucino?" ^_^


Porsi delle domande è il primo modo di approcciarsi a nuove conquiste!!

abc

Biscotti piccanti di tofu alla pizzaiola: la strategia migliore inizia dall’approccio alla condivisione

Ci sono stati periodi in cui la paura di non soddisfare le aspettative altrui mi destabilizzava. Tanto da modificare il mio approccio, pur di assecondare i gusti terzi. Negli anni, però, ho affinato, con un meticoloso lavoro di intaglio, il mio tronco. Piuttosto che sentirmi una bandiera al vento, preferisco dimostrare che, talvolta, i pregiudizi sono il più grande scudo dietro cui ci nascondiamo. Lo faccio a costo di non incontrare l'accondiscendenza di coloro con cui mi confronto. Sapevo che, chi ha assaggiato questi biscotti, mostrava grandi riserve nei confronti del tofu. Onestamente la maggior parte di voi nutre questa diffidenza. Non ho accennato a nulla, nell'offrire queste gallette, certa che il colore acceso, il sapore deciso e la particolarità della consistenza avrebbero dato ragione al mio concetto: il tofu non è altro che un'importante base da modellare e insaporire a piacere. "C'è il peperoncino!!!", "...pomodoro?", "sento l'origano". Ma vi garantisco che non ho sentito nessuno dire "orrore, qui dentro c'è quel disgustosissimo tofu!!!!".
Siate diffidenti nei confronti delle cose che richiedono diffidenza, ma imparate che ogni dettaglio può assumere sfaccettature differenti..... se saprete imprimere il vostro segno.

Ingredienti

170 g di tofu naturale
140 g di burro di arachidi salato
25 g di pomodori secchi (per me essiccati in casa, senza sale e conservanti)
2 g di origano secco
30 g di farina di riso
1/2 cucchiaino di peperoncino (di produzione dell'orto di famiglia)
sale

Tagliate il tofu in pezzetti. Inseritelo in un boccale, insieme ai pomodori secchi, all'origano, al peperoncino e al burro di arachidi. Frullate tutto a più riprese, fino a creare una crema morbida e vellutata.
Aggiungete poca farina alla volta e continuate ad impastare, per incorporarla perfettamente. Aggiungete, eventualmente, del sale. Personalmente l'ho inserito perché i miei pomodorini, preparati nell'essiccatore con dolcissimi datterini della stagione estiva, sono dolcissimi. Nel caso in cui utilizzaste pomodori secchi che trovate in commercio, potrebbe essere sufficiente la loro sapidità. In ogni caso assaggiate per accertarvene. Compattate bene l'impasto, che dovrà rimanere comunque molto morbido, e avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente. Fate riposare in frigorifero per almeno un'ora.
Infarinate leggermente una spianatoia. Stendete l'impasto in una sfoglia spezza di circa mezzo centimetro. Tagliate i biscotti della forma desiderata e trasferiteli su una teglia, coperta da carta forno.
Portate il forno alla temperatura di 175° e infornate. Cuocete per circa 30 minuti, facendo attenzione che cuociano uniformemente.
Quando saranno dorati estraete la teglia e trasferite i biscotti su una gratella. Fateli raffreddare completamente, quindi serviteli.
Possono essere presentati come gallette, crackers o sostituto del pane. Ma possono anche essere farciti con una crema, a base di formaggio, di ceci, di tofu, di verdura o di qualsiasi cosa possa dare spazio alla vostra fantasia.
Certamente sono ricchi di sapore, intensi e audaci.
Il peperoncino si fa sentire, ma il sapore del pomodore, unito a quello dell'origano, rendono questi biscottini un vero tripudio di mediterraneità ^_^

Vi sfido a mettere alla prova i vostri palati e poi quelli dei vostri amici. La ricerca dell'ingrediente segreto sarà interminabile!!
E ne frattempo continuerete a favorire.abc

50 sfumature di… mela: cannoli di pasta fillo con crema soffice di cioccolato bianco e mela al sapore di mandarino

Vi capita mai di avere un'idea per la testa e di non trovare mai l'occasione giusta per donarle concretezza? A volte manca il dettaglio che la renderebbe speciale, altre manca l'ingrediente segreto dalla dispensa, talvolta è il tempo a rendersi tiranno, altre volte non ci sono sufficienti stimoli. Altre manca addirittura la voglia. Ma lei rimane lì. Si sedimenta, affonda le radici e riempie di profumo le stanze della mente. Non si dà per vinta e non si scoraggia. E, quando neanche voi ve lo aspettereste, illumina la strada.
Nasce così questo cannolo. Il primo pensiero è stato nella sfoglia. Una sfida, voler testare la fillo in un formato che potesse essere sufficientemente consistente, ma altrettanto delicato. Che sostenesse una crema (ancora imprecisata) e che le desse carattere. Attorno a questa sfoglia si sono succeduti i più svariati pensieri. Guardavo il cesto della frutta, passando da una Granny Smith ad un'Ambrosia, certa ormai che avrei contestualizzato una mela, per quel ripieno. La mia amata consistenza acidula o la dolcezza di un frutto tipico della mia terra d'origine? E come posso rendere tutto soffice, leggero e allo stesso tempo sfizioso? Come posso rendere questo cannolo un vero dolce, che sa regalare la soddisfazione perfetta?
E in un attimo focalizzo il dettaglio speciale e l'ingrediente segreto occupa il suo posto nella dispensa, lo stimolo torna a farsi strada e, udite udite, d'un tratto tempo e voglia acquisiscono concretezza.
L'assenza delle uova rende questa crema delicatissima e gli aromi si mescolano così bene che sembrano sorridersi tra loro. La croccantezza della fillo? Una cornice perfetta.

Ingredienti

110 g di cioccolato bianco
2 mele Ambrosia (300 g di polpa pulita)
10 g di farina di mandarino
4 g di farina di semi di carrube
100 ml di latte di avena
4 fogli di pasta fillo
olio

Spezzettate il cioccolato bianco e fatelo sciogliere, nel microonde oppure a bagno maria.
Sbucciate le due mele e prelevate il torsolo. Tagliatele a pezzi e inseritele in un boccale. Tritate tutto, creando una purea il più possibile omogenea. Unite la farina di mandarino (in assenza potrete utilizzare la buccia brattugiata) e mescolate fino a rendere tutto uniforme.
   Versate il cioccolato fuso e amalgamate tutto. Stemperate la farina di semi di carrube con poco latte alla volta. Versate, poi, tutto il liquido sulla polpa di mele e portate tutto ad ebollizione. Mescolate attentamente con un cucchiaio e fate sobbollire per circa 4 minuti. Spegnete, quindi, il fuoco e lasciate raffreddare la crema ottenuta.
Stendete i fogli di pasta fillo. Ungeteli e sovrapponeteli tra loro. Ritagliate 6 quadrati, quindi avvolgeteli intorno ad uno stampo per cannolo.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 200°. Cuocete i cannoli per 5 minuti, ma controllate che non scuriscano troppo. Ricordate che la pasta fillo brucia facilmente, vista la consistenza sottile!!
Una volta pronti estraeteli dal forno e lasciateli raffreddare. A questo punto sfilate lo stampo in acciaio e tenete i cannoli da parte.
Poco prima di servirli, riempiteli con la crema di mela, aiutandovi con un sac à poche. Io ho testato un riposo di circa 2 ore, prima di essere serviti e gustati, e la croccantezza della fillo non è stata compromessa.
Ma ho anche assaggiato ciò che è rimasto il giorno seguente. La consistenza ovviamente è molto diversa, più morbida, ma la meraviglia di questa crema non viene a meno. In fondo anche il cannolo tipico siciliano il giorno dopo è morbido (oddio ora quante me ne sentirò dire ^_^).

Ma quello che assolutamente non si può nascondere è l'inebriante avvolgenza, delicata e rispettosa, piena e vera.
Questa crema è una scelta vincente e il cannolo di fillo un abbraccio perfetto.


Con questa ricetta contribuisco alla raccolta di 
abc

Insalata di carciofi, pere e parmigiano al sale nero di Cipro: la bontà ‘espressa’ che non ha bisogno di fronzoli

Rincorro questi sapori da molto tempo. Mi chiamano. Una folgorazione, a partire dall'idea. Ma quando all'idea è seguito l'assaggio, le papille hanno iniziato a danzare, chiedendo una replica, poi un'altra e un'altra ancora. Carciofi freschi, teneri, croccanti, che incontrano la dolcezza della pera e che si lasciano stuzzicare dal sapore pungente del parmigiano. Come si fa a resistere? Ormai sapete quanto sia una mia costante abbinare la frutta a pietanze salate. Forse questo, come abbinamento, è fin troppo scontato. Ma sentire lo stupore crescere ad ogni assaggio, mi convince che si tratta di un incontro perfetto. Qualche goccia di limone, una spolverata di pepe e il gioco è fatto. Insalata semplice, che ha percorso e tinto di meraviglia diversi palati. Ha rimbalzato da una tavola all'altra cercando nuovi orizzonti. E ha SEMPRE incontrato successi. Presentata in una cialda di parmigiano acquisisce una marcia in più, ma il sapore vero è tutto nella sua semplicità. Favorite!!

Ingredienti

2 carciofi
1 pera Abate
30 g di parmigiano + q.b. per le cialde
1 limone biologico
olio evo
sale nero di Cipro

Pulite i carciofi, mettendo da parte il gambo ed eliminando le foglie esterne e più filamentose. Eliminate le cime e togliete le spine interne. Tagliateli a spicchi molto sottili, quindi metteteli in una ciotola, in ammollo in acqua e il succo di mezzo limone. Lasciateli riposare per una mezz'oretta almeno.
Lavate la pera e asciugatela. Tagliatela in quarti e, con l'aiuto di una mandolina, tagliatela a fettine sottili. Trasferite tutto in una terrina, aggiungete i carciofi e il parmigiano tagliato in scaglie (io uso sempre la mandolina).
Condite tutto con un buon cucchiaio di olio evo, il pepe e il succo di mezzo limone. Lasciate insaporire.
   Nel frattempo preparate le cialde di parmigiano. Scaldate un pentolino e, una volta pronto, coprite il fondo con una buona manciata di parmigiano grattugiato. Lasciate fondere tutto a fiamma media e, quando sarà compatto, girate delicatamente la cialda dall'altra parte. Dopo circa un minuto sarà pronta: prelevatela e sistematela su una ciotola ribaltata. Aiutandovi con le mani, fatela aderire alla superficie e lasciatela lì fino al completo raffreddamento. Nel frattempo passate alla preparazione della seconda cialda. Procedete fino a creare il numero di cialde necessarie. Quando saranno raffreddate ribaltate la ciotolina ed estraete la cialda.
Inserite l'insalata poco prima di servirla, dopo aver aggiunto una spolverata di sale nero di Cipro, cercando di non trasferire molto liquido di condimento. Il riposo previsto sarà sufficiente a dare sapore, senza dover abbondare nel piatto.
Date un'ultima spolverata di sale in superficie e servite. Semplicemente.

Niente di più veloce, niente di più inebriante.abc

Bon bon di riso al Nebbiolo con cuore filante al rosmarino: dettagli che rendono speciale l’assaggio

Una bottiglia di Nebbiolo aperta. Per me un calice è sufficiente, ma la quantità non mi dissuade, di tanto in tanto, dallo stappare una bottiglia. E, da buona piemontese, il Nebbiolo colpisce sempre nel segno.
Non c'è voluto molto per avvicinare il sapore intenso di questo meraviglioso vino ad una consistenza ruvida come un riso, sempre piemontese, integrale. Gioco in casa. I sapori sono della mia terra fino alla scelta delle nocciole e incontrano il piacere di condividere una strana follia. Chicche di riso, da assaporare assolutamente con le mani, seduti davanti ad un tavolino imbandito, con un tappeto e cuscinoni a fare da cornice. Quel "finalmente.... speravo mi invitassi" risuona ancora nelle mie orecchie, come fossero le parole più inattese e più sincere abbia mai sentito. E l'effetto sortito rimbomba ancora come una eco tra ricordi e piaceri. Studiare qualcosa di particolare per un palato predisposto alla novità è come partire avvantaggiati. Ma immaginare sapori tradizionali, uniti in un insieme travolgente di sensazioni, va oltre. Il riso è grezzo, e questo garantisce una ricchezza di gusto senza precedenti. Il vino sposa l'amarognolo del radicchio e la pienezza delle nocciole, ma viene spezzato e messo in risalto dalla delicatezza del rosmarino. Non c'è niente, in questo piatto, che ricordi un sapore già provato. Ma è un piatto che.... fa sorridere, rende felici e lascia piacevoli ricordi. Grazie a chi ha saputo apprezzare, ai sorrisi che hanno sorretto i miei e al piacere di una serata tra donne. Stupitevi e stupite.... il mondo vi sorprenderà!!

Ingredienti

250 g di riso carnaroli integrale vercellese (io Zaccaria)
500 ml di brodo (di carne o vegetale a piacere)
1 pezzo di porro
200 ml di Nebbiolo
1 cespo di radicchio
30 g di nocciole
80 g di scamorza bianca
3 rametti di rosmarino
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
sale rosso delle Hawaii
olio evo

Ho preparato le foglie di radicchio il giorno prima. Le ho lavate, ho privato la costa centrale e le ho fatte essiccare per tre ore.
Onestamente non so se l'utilizzo del forno, a bassissima temperatura, possa sostituire l'essiccatore.
Tritate le foglie di radicchio con le nocciole, in modo da ottenere una farina piuttosto fine. Tenete da parte e iniziate ad occuparvi del riso.
Fate imbiondire in una padella, con un cucchiaio di olio, il porro sminuzzato. Unite il riso integrale e fatelo tostare per un paio di minuti.
Versate il Nebbiolo e lasciate che venga assorbito, quindi procedete con la cottura versando poco brodo alla volta.
Nel frattempo preparate la farcitura. Lavate il rametto di rosmarino e asciugatelo. Prelevate le foglioline e tritatele finemente con la mezzaluna. Tagliate a pezzetti la scamorza e unitela al rosmarino. Continuate a tritare tutto, fino a quando avrete ottenuto tante bricioline fini.
Quando il riso sarà cotto, versate il parmigiano e mescolate. Lasciatelo intiepidire, coperto, per circa cinque minuti.
A questo punto prendete una tazzina, ungetela all'interno, e procedete a formare i bon bon.
Versate un cucchiaio di riso, compattatelo alle pareti della tazzina, creando un buco all'interno. Versate un cucchiaino di scamorza e rosmarino e chiudete con altro riso. Rovesciate il fagottino appena ottenuto su una placca coperta da carta forno.
Procedete con la preparazione, fino ad ultimare gli ingredienti.
Quando avrete terminato la preparazione, spolverizzate i bon bon con la farina di radicchio e nocciole.
Accendete il forno a 200° e, una volta in temperatura, infornate e gratinate per circa 20 minuti.

   Sfornateli quando li vedrete ben dorati. La superficie dovrà essere croccante. Sarà meraviglioso assaporarlo, in contrasto con il cuore morbido e saporito.

Sono perfetti per un buffet. Che sia un appetizer o un primo piatto, sapranno deliziare e stupire i palati interessati.

E ancheil giorno dopo, appena scaldati, sono una delizia da leccarsi le dita!!


abc

Tartufini fondenti di fichi e noci al cocco: un viaggio travolgente tra sapori che incantano il palato

Tutto nacque quando, davanti alla mia ricchissima dispensa, posai gli occhi su quel sacchetto di fichi secchi. Subito li immaginai arricchiti di gherigli di noci e tuffati nel cioccolato fondente. Pochi, semplici sapori. Diretti, intensi, perfetti. Assaggiai, senza poter frenare quel desiderio. Un morso di fico con mezzo gheriglio di noce, e poi un assaggio di scioglievole e confortante fondente extra. L'attenzione nell'assaporare senza masticare frettolosamente, lasciando che i sapori fondano tra loro, è il segreto per apprezzare l'unicità dell'unione. Ho pensato che questa perfezione avrei dovuto trasformarla in dessert. Ecco allora un tartufino di tutto rispetto. Il cocco rende tutto armonioso e resistere diventa una vera impresa.
Aromatizzate a piacere, le spezie in cucina sono il dettaglio che rende speciale ciascuna pietanza. Cannella, zenzero, perfino noce moscata e peperoncino, se voleste azzardare, sposano bene il cioccolato. Rifarei questi tartufini in migliaia di versioni differenti, provando ora un sapore, ora un altro. E' come intraprendere un percorso e meravigliarsi dei panorami che vi si possono scorgere. Ma sta a noi, che percorriamo, essere pronti a scorgerli ^_^

Ingredienti

90 g di fichi secchi
50 g di cioccolato fondente (almeno al 72%)
35 g di gherigli di noci
35 g di cocco fresco
1 cucchiaino di cannella
1 cucchiaino di Rhum
cocco rapè

Eliminate dai fichi il picciolo e divideteli in due. Inseriteli in un boccale, unendo anche il cioccolato e le noci. Tritate tutto fino a creare delle briciole fini. Unite il cocco a pezzi e continuate a frullare. Dovrete ottenere un impasto omogeneo e piuttosto fine.
Unite la cannella (e altre spezie a piacere) e versate il cucchiaino di Rhum.
Impastate bene tutto, finché i sapori si saranno amalgamati perfettamente. Lasciate riposare l'impasto per almeno un'ora. Volendo potrete prepararlo il giorno precedente, come ho fatto io: più tempo riposeranno, più i sapori saranno armonizzati.
   A questo punto riprendete l'impasto e procedete alla preparazione dei tartufini. Inumiditevi le mani, quindi prelevate poco impasto alla volta. Lavoratelo fino a formare una sfera compatta e mettete da parte. Procedete fino a terminare l'impasto.
Versate su un foglio di carta assorbente un paio di cucchiaiate di cocco in scaglie. Passateci sopra un tartufino alla volta e poi sistemateli su un piatto da portata. Mantenete al fresco i dolcetti, fino al momento di servirlo. Vi garantisco che il tempo non guasterà il risultato, per cui preparatelo tranquillamente con buon anticipo!!

Sarà impossibile resistere, uno tirerà l'altro..... irrimediabilmente ^_^



abc

Panzerotti di porro con speck e spinaci: un’àncora al ricordo e un piede nel futuro a imprimere nuovi sapori

Non so come mi vengano in mente certi sapori, ma finché il risultato è questo, continuerò a non pormi troppe domande: vado avanti per la mia strada. Mamma preparava (non troppo spesso, pora donna, era una faticaccia) i panzerotti alla piacentina. Non so dirvi se siano davvero una tradizione, ma per me sono sempre stati così e hanno sempe avuto un fascino particolare. Crespelle tagliate a striscioline, farcite con un ripieno di ricotta, mascarpone e spinaci e arrotolate, sistemate verticali in una teglia e coperte da una salsa semplicissima di pomodoro. Qualcosa di diverso, che ha sempre lasciato il segno. E ogni tanto quel segno ritorna e cerca di farsi strada. Così prendono forma questi panzerottini. Amo il porro, con il suo sapore dolce e pungente. E amo la sua delicatezza, che rispetta gli ingredienti a lui accostati. Davanti ad un buffet da studiare ed elaborare, allora, non ho avuto dubbi: ci avrei provato.
Per i miei ospiti cucino quasi sempre piatti nuovi. Per molti vorrebbe dire "mi fai fare da cavia", ma per me è avere l'occasione di esprimere il mio estro e dimostrare accoglienza. Questi panzerottini non solo sono andati a ruba, ma hanno pienamente conquistato i palati eletti ^_^

Ingredienti

7 foglie di porro
200 g di spinaci freschi
180 g di patate bollite
50 g di speck
20 g di pistacchi
sale
olio evo
noce moscata

Lavate accuratamente gli spinaci, quindi passateli in padella, a fuoco moderato, fino a quando appassiranno leggermente. Non servirà aggiungere olio e basteranno pochi minuti. Salateli.
Trasferiteli su un tagliere e unite lo speck e i pistacchi. Iniziate a tagliare con una mezzaluna. Ci vorrà un po' di tempo, ma il risultato sarà sicuramente migliore rispetto al lavoro di un robot. Nel frattempo, se non le aveste già preparate, fate bollire le patate.
Quando avrete ottenuto un trito omogeneo, unite le patate. Schiacciate tutto insieme con una forchetta. Anche in questo caso l'olio di gomito è da preferire, poichè le patate non dovranno diventare purea, ma rimanere granulose. L'aspetto rustico è una componente fondamentale ai fini del gusto. Lasciate riposare il composto ottenuto. Potrete prepararlo anche il giorno prima: in questo modo i sapori si armonizzeranno perfettamente.
Prelevate dal porro 7 foglie. Stendetele su un piano, sovrapposte. Tagliatele a metà nel verso della lunghezza, poi ancora a metà, sempre nel verso della lunghezza. A questo punto dividetele in due, dimezzando la lunghezza delle stisce ottenute.
Portate a bollore dell'acqua, in un penstolino, leggermente salata. Sbollentate per un minuto le foglie di porro, quindi stendetele su un canovaccio per farle asciugare. Iniziate a comporre i panzerottini: sistemate una parte di farcitura agli spinaci all'estremità di ciascuna foglia di porro.
Arrotolate ciascuna di queste, cercando di creare una fasciatura stretta. Sistemate i panzerottini ottenuti su ula placca coperta da carta forno. Lasciateli uno accanto all'altro, ma senza attaccarli.
   Portate il forno alla temperatura di 200° e, quando sarà pronto. infornate. Lasciate cuocere per circa 30 minuti, ma controllate che i bordi del porro non scuriscano troppo: dovranno dorare, ma non cuocere, per cui il tempo impiegato dovrà essere quello sufficiente a dar loro il colore desiderato.

Quando saranno pronti sfornateli e sistemateli in un piatto da portata.

Serviteli e assaporateli caldi: saranno inebrianti e intensi, avvolgenti e appaganti. Perfetti come finger, sono uno splendido modo di iniziare un pasto. E sono divertenti, insoliti e bizzarri ^_^


abc

Focaccia Senatore Cappelli con lievito madre naturale: ogni cosa a suo tempo, ma sempre con determinazione

Sono una di quelle che non cede alla pasta madre, perché la quantità di lievitati che sforna in un anno non è sufficiente neanche a sfruttare un centesimo degli esuberi da rinfresco (e non provate ancora a convincermi, sono testa dura e agisco per convinzione, non per persuasione ^_^), ma sono anche una di quelle che cerca sempre la soluzione migliore, seppur non sia la più semplice. Abbandonato ormai da anni il lievito chimico, ho iniziato ad accostarmi al lievito madre secco, di una nota marca che spesso avrete visto e vedrete nelle ricette proposte in passato. Fino al giorno in cui fui consapevole che, quello stesso lievito, era arricchito da una componente chimica, come innescatore di lievitazione. 'Mia cara Cuocherellona, urge una soluzione'. In una delle visite al mio emporio di fiducia, durante una delle tante e lunghe conversazioni con la dolcissima titolare, vengo a conoscenza di questa polverina magica. Un lievito madre in polvere completamente naturale. Ne prendo un sacchettino da 150 grammi. Il periodo un po' difficile mi porta lontano dalle lavorazioni complesse e necessitanti d'amore e attenzione come i lievitati, tanto che quella polverina rimane inutilizzata fin oltre il periodo di utilizzo consigliato. Triste e avvilita, provo a darle una forma. Inutile, morta, non reagisce. Ma non mi faccio sconfiggere dall'insuccesso. Questa volta parto determinata: acquisto un nuovo sacchettino (e anche mammà cede.... ve lo confesso!) e provo a metterlo al lavoro. Essendo un prodotto completamente naturale (è arricchito solo con del malto), occorrono quantità maggiorni rispetto al lievito madre secco tradizionale, ma le parole sono venute a meno, quando ho visto la meraviglia di questa focaccia!!!! Un'alveolatura del genere non l'avevo mai ottenut primaa. I buchi spingono verso l'alto, la morbidezza è indescrivibile, la leggerezza dell'impasto ineguagliabile e il sapore non è assolutamente disturbato dai retrogusti tipici del lievito.
Io ve lo dico.... questa è meraviglia pura!!!

Ingredienti

Per il poolish
150 g di farina Petra 1
25 g di lievito madre secco naturale
175 g di acqua tiepida (30°)

Per l'impasto
Poolish
150 g di farina Petra 1
200 g di farina Senatore Cappelli
20 g di lievito madre secco naturale
250 g di acqua
30 g di malto d'orzo
8 g di sale
40 ml di olio evo + q.b. per la superficie

Il poolish è un pre impasto che richiede molte ore di riposo, per cui iniziate il giorno prima ad impastare. Io ho iniziato alle 15, per infornare la focaccia la sera del giorno seguente.
Miscelate lievito madre e farina in una ciotola capiente. Aggiungete l'acqua e mescolate in modo sbrigativo. Otterrete una pastella piuttosto morbida e grumosa. Coprite la ciotola con un foglio di pellicola trasparente e lasciate riposare per 18 ore. Visto il periodo dell'anno, ho lasciato la ciotola fuori dal frigorifero per tutta la notte, al riparo dalla luce.
Il giorno successivo miscelate le farine insieme al lievito madre secco. Riprendete il poolish e inseritelo nell'impastatrice (io utilizzo il Bimby, in assenza di planetaria). Unite l'acqua e il malto d'orzo e iniziate ad impastare. Unite, poco alla volta, le farine e, in ultimo, il sale. Continuate ad impastare e, sempre con la funzione impasto in azione, unite l'olio a filo. Non abbiate fretta, versatelo pochissimo alla volta.
Quando avrete ottenuto un impasto liscio e incordato, trasferitelo in una ciotola unta all'interno. Coprite tutto con un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo lievitare in forno, con la lucina accesa, per 5 o 6 ore (fino al raddoppio del suo volume. Potrebbe volerci meno, o più tempo).
   Trascorso il tempo di lievitazione, preparate una teglia grande o due di media dimensione. Ungetele leggermente sul fondo. Stendete, quindi, l'impasto in ciascuna di queste. Sarà piuttosto difficile allargare l'impasto, poiché l'elasticità e l'incordatura creata tenderanno a far restringere l'impasto. Abbiate pazienza e continuate a lavorare con le mani. Cospargete la superficie con un filo di olio, quindi lasciate nuovamente riposare l'impasto nel forno, sempre con la lucina accesa.
Lasciate che lieviti per altre 4 ore. Vedrete che l'impasto sarà nuovamente gonfiato e sarà vivo ^_^
Estraete le teglie e portate il forno alla temperatura di 200°. Poco prima di infornare cospargete la superficie con del sale (io ho usato sale rosa dell'Himalaya).
Infornate e cuocete per circa 30 minuti. Se il forno non cuocesse in maniera uniforme (come capita a me), dopo circa 20 minuti girate la teglia. Sarà pronta quando vedrete una crosticina dorata e croccante in superficie. A quel punto sfornatela e lasciatela intiepidire.
Tagliatela nella forma a voi gradita. Io l'ho preparata per un apericena a buffet, per cui l'ho tagliata a strisce e l'ho servita su un tagliere.

Confesso che, seppur abbia sempre remore nel cedere a pizze e focacce, a pani e lievitati, è stato veramente difficile resistere. Ho mangiato a grandi bocconi quella che ritengo essere, ad oggi, il migliore lievitato mai sfornato!

E se mai vi dovesse avanzare qualche fettina.... dico, casomai.... presto vi proporrò un modo speciale, semplice e veloce per utilizzarla al meglio!! Per ora gustatevela in tutta la sua pienezza.


abc

Barrette essiccate con Goji, fichi e pistacchi: l’energia che si diffonde in una eco interminabile

Non che mi stanchi di iniziare la giornata con i miei amati frollini al mandarino (peralto una delle ricette maggiormente preparate, richieste, condivise e.... apprezzate) oppure i biscotti ai cereali, ma quando vengo stimolata e punzecchiata da idee e combinazioni sfiziose, non riesco davvero a tenermi alla larga da nuove sperimentazioni.
Vidi la giusta prospettiva in una pubblicazione della splendida Alice nel suo blog Ricette Vegolose. Le sue barrette avrebbero avuto ben poche speranze di finire nel girone delle ricette da provare e mai provate. E, infatti, il giorno dopo mettevo le mani in pasta. Fu colpo di fulmine, avvalorato dalla certezza che, ORA, non mi sarei più dovuta arrendere di fronte alla parola essiccatore. Alice aveva domande e risposte e io non mi sarei lasciata sfuggire l'occasione. Nel mio percorso di consapevolezza alimentare (e non solo), vanto piccoli traguardi, che mi rendono fiera e orgogliosa. L'essiccatore è uno di questi. Desiderato, voluto, cercato, atteso, è arrivato a darmi il suo preziosissimo supporto. Avrò un paio di jeans in meno nel guardaroba, ma posso dire che ho guadagnato un fedele alleato: stimola la fantasia e appaga palato e curiosità.
Queste barrette possono anche essere consumate crude, senza il passaggio di essicazione. Come indica Alice, dovrete solo accertarvi che vengano conservate in frigorifero.
Preziosissime per una bilanciata carica energetica, a inizio giornata o prima dell'attività sportiva, sono intense, ricche, gustose e appaganti. Insomma, non esistono scuse!!

Ingredienti

85 g di fichi secchi
40 g di fiocchi d'avena
succo di 1/2 pompelmo
2 bacche di cardamomo
40 g di mandorle
40 g di pistacchi di Bronte
40 g di cocco fresco
20 g di bacche di Goji
10 g di farina di mandarino
sale rosa dell'Himalaya
cannella in polvere

   Eliminate il picciolo dai fichi e tagliateli a dadini. Interiteli in una ciotolina, unitevi i fiocchi d'avena e irrorate tutto con il succo del pompelmo. Lasciate riposare e ammorbidire tutto per circa mezz'ora.
Inserite in un boccale le mandorle, i pistacchi, il cocco e le bacche di Goji. Tritate tutto finemente, quindi aggiungete la farina di mandarino e i semi delle bacche di cardamomo, precedentemente pestati con un mortaio e ridotti in polvere. Unite il un pizzico di sale rosa e cannella a piacere, quindi mescolate tutto, fino a formare un impasto omogeneo, che lascerete riposare per almeno un'oretta.
Riprendete l'impasto e stendetelo su un piano di lavoro, formando uno strato spesso non meno di mezzo centimetro.
Tagliate i biscotti della forma gradita, quindi sistemateli sui ripiani dell'essiccatore (in alternativa potreste passarli in forno a 50° con lo sportello socchiuso, o ancora lasciarli crudi e trasferirli direttamente in frigorifero). Impostate la temperatura a 45° e lasciateli tutta la notte.
Quando saranno ben asciutti, ma comunque morbidi e compatti, spegnete l'essiccatore e prelevate i biscotti.
Potrete conservarli in un barattolo di vetro o in una scatola di latta: dureranno due settimane senza colpo ferire ^_^

Fragranti e golose, riempiranno la cucina di profumi e il palato di sapori. Sono irresistibili, tanto da richiedere attenzione: per quanto salutari e ricche di preziosi nutrienti, sono assolutamente caloriche!

Ma sono buone da togliere il fiato!!
abc

Coni di fillo alle lenticchie rosse e broccoli: la slot machine delle idee in uno scenario rivoluzionario

Quando mi metto in testa che voglio fondere tradizione e innovazione, non c'è ostacolo che mi spaventi. La lenticchia ci sta sempre, come buon auspicio per il nuovo anno. Beh, per me la lenticchia ci sta sempre, non solo ad inizio anno. Ma vorreste mai che io mi faccia cuocere delle semplicissime lenticchie, da consumare a forchettate.... sole solette, perché io lo zampone, o il cotechino, proprio non lo tollero?? Come fossero i tre rulli delle slot machines, i miei circuiti cerebrali iniziano a girare, e girare, e girare. Poi si fermano, mostrando una combinazione. Mi soddisfa? No, ci riprovo. Girano, girano, e girano ancora. Altra combinazione. Beh, non sempre la seconda è quella buona: a volte ci vogliono ripetuti tentativi, ma a volte il miglior risultato esce al primo colpo. Questi coni sono il frutto di un paio di giocate, ma sapevo che il contrasto di consistenze e i sapori delicati avrebbero fortemente appagato il mio palato.
Serve ancora che vi dica quanto siano preziose le lenticchie? Di quanto lo siano i broccoli? E di quanto un foglio di fillo possa trasformare tutto in un capolavoro di sfiziosità?
Non attendete le occasioni per concedervi un capriccio. Seguite il cuore, e il palato, e andate a prendervi il bottino!!

Ingredienti

65 g di lenticchie rosse
90 g di cimette di broccolo
1 filetto di acciuga
2 fogli di pasta fillo
olio
sale
peperoncino

Prendete i fogli di fillo, spennellateli con un po' di olio evo e tagliateli a metà. Sovrapponete le due metà, quindi dividete in due nel senzo opposto. Ticavate da ciascun quadrato in 3 strisce. Foderate uno stampo da cono e cuocete in forno, a 180°, per circa 20 minuti, fino a quando saranno croccanti e dorati.
Nel frattempo sciacquate le lenticchie sotto acqua corrente e bollitele, in acqua salata, fino a quando saranno morbide. Dividetele cimette di broccolo in piccoli pezzi e cuocetele a vapore.
  Scolate le lenticchie e unitevi le basi delle cimette, a pezzi. Aggiungete il peperoncino (io ho usato un peperoncino fresco sott'olio preparato da mia madre) e il filetto di acciuga. Tritate tutto fino a creare una crema omogenea. Assaggiate e correggete, eventualmente, di sale.
Quando sarà pronta, riprendete i coni di fillo, e riempiteli aiutandovi con un sac à poche.
Fate saltare le cimette di broccolo in una padella. Salate e insaporite a piacere, quindi versate tutto su un piatto da portata. Posatevi sopra i coni di fillo, quindi servite e gustate.

Alternanza particolare di sapori, consistenze sfiziose, piatto insolito con cui stupire i vostri ospiti e il vostro palato. E la lenticchia è sempre di buon auspicio!!


abc

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