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Verdure gratinate al pecorino con aromi fruttati: una portata regina…. e c’è chi lo definisce contorno

E' pensiero comune, quando si pensa ad un contorno, credere che il ruolo cui è destinato non meriti particolare attenzione affinché gli si possa attribuire un po' di carattere. E' un contorno, no? Se no si chiamerebbe portata principale!! Sì, forse. Ecco, no, non sono d'accordo. Forse la mia idea di cucina è un po' distorta, forse rappresento l'instancabile pensiero controcorrente. Forse sono la solita sovversiva, che prende a calci la normalità e non si cura del pensiero comune. In fondo io sono quella che ama i dettagli. Ma sono anche quella che va avanti caparbiamente, di testa propria. Nel bene e nel male, certo, ma senza mai mettere da parte i miei istinti di creatività.
Un contorno, eravamo rimasti qui. Non un contorno anonimo e qualunque. Un contorno con personalità. La dimostrazione che i miei nuovi approdi su confini fino ad ora sconosciuti mi danno grandissime soddisfazioni. Parlo di quel dettaglio che, in questo piatto, ha trasformato delle semplici verdure in una portata regina. Spesso mescolo il dolce al salato. Non a tutti piace, ma per me è una scelta che rappresenta un po' l'emblema della vita. E' come osservare il mondo da prospettive differenti. E vi garantisco che la prospettiva di questo piatto, qualsiasi scegliate, è ricca e travolgente.
E il famoso pecorino regalatomi da mio fratello ha avuto un'altra degna interpretazione!

Ingredienti

1 patata (80 g pulita)
1 carota (100 g pulita)
80 g di asparagi (io ho le scorte dell'orto congelate)
100 g di germogli di soia
75 g di pecorino sardo
10 g di nocciole + 5 g per la gratinatura
10 g di farina di mandarino
5 g di semi di lino
1 fico secco
1 cucchiaio di olio evo
sale rosa dell'Himalaya
peperoncino
noce moscata

Pulite carote e patate e tagliatele a julienne. Portate a bollore un pentolino di acqua salata e sbollentatele per un paio di minuti. Trasferitele su un panno di tessuto e lasciatele raffreddare.
Procedete sbollentando anche gli asparagi, che poi taglierete a bastoncini, e i germogli di soia.
Trasferite le verdure in una boule e conditele con l'olio, il sale, il peperoncino e la noce moscata. Mescolate tutto, in modo che il condimento venga distribuito uniformemente, quindi coprite la boule e mettetela in frigorifero per un'ora circa.
Nel frattempo preparate gli ingredienti per la gratinatura: sgusciate le nocciole e inseritele in un boccale, insieme al pecorino tagliato a dadini, i semi di lino e la farina di mandarino.
   Tritate tutto grossolanamente, quindi aggiungete il fico secco spezzettato e continuate a frullare. Se non vi dovesse piacere il sapore del fico secco, potreste utilizzare dell'uvetta sultanina, oppure delle gustosissime bacche di Goji.
Riprendete le verdure marinate e versateci sopra 2/3 della farina appena ricavata. Mescolate bene il tutto, fino quando saranno come impanate.
Ungete leggermente una pirofila, quindi distribuitevi le verdure appena preparate. Spolverizzate la superficie con la farina rimanente.
Tagliate a coltello le nocciole, in modo da ricavare una granella spessa. Distribuitele sulle verdure, quindi infornate. Cuocete a 200° per 30 minuti, fino a quando la superficie sarà ben dorata.

Una volta pronte, lasciate intiepidire leggermente le verdure. In questo modo i sapori si assesteranno e si armonizzeranno perfettamente.
A questo punto lasciate uno spazietto accanto alla portata principale e..... servite questa delicata meraviglia!
Forse la volta successiva ne preparerete una dose doppia, e forse darete meno importanza alla portata principale. O forse penserete a questa come.... la portata principale.

Questo è un insieme di sapori che non si dimentica facilmente, ed è un piatto sano, leggero e travolgente!

Questo è un piatto che si mangia fino all'ultima briciola!!

abc

50 sfumature di …. mela: piccante di basmati integrale affumicato con mela e melagrana

Ci sono cose che mi affascinano a prima vista. Per le altre trovo sempre una scusa, una priorità maggiore, una strategia per metterle da parte. Ma quando qualcosa catura la mia attenzione in modo così travolgente, l'imperativo è FARLO. E anche al più presto. E' come se le mie mani pensassero con una mente a se stante. Come se mi portassero comunque lì, a quella prova.
Fu così che, quel giorno di parecchie settimane fa, guardando un documentario sulle tradizioni culinarie mondiali, mi imbattei in una tecnica particolarmente semplice per affumicare. Mi ci vedete, nel bel mezzo della stagione autunnale, ad andare a prendere i mezzi per mettermi alla prova? Certo, non sapete ancora di cosa stia parlando, ma...... cosa pensereste nel vedermi saltellare con in braccio il mio bottino, bella gaudente e noncurante della perplessità di chi ha dovuto rispondere alla mia richiesta "scusi, dove posso trovare la carbonella?". Sì, la carbonella. Nel bel mezzo del mese di novembre. Mi diverto come una pazza a mostrarmi insolita tra gli sguardi sbigottiti dei normali.
Confesso che questo non è il primo piatto per cui ho adottato questa tecnica. Ormai posso dire che sia collaudata a dovere. Anche se sto pensando di affinare la tecnica procurandomi legnami che possano dare aromi particolari agli alimenti. Per il momento mi accontento. L'aroma di affumicato regna in casa (e nel frigorifero) per almeno una settimana, ahahahahahah, ma io sono felice, tutto il resto è un dettaglio!!

Ovviamente la presenza importante della mela fa di questo piato una proposta importante per l'iniziativa di Valentina e la raccolta di 50 sfumature di.... mela

Ingredienti

45 g di riso basmati integrale
130 g di acqua
sale grosso
1/2 cucchiaino di cannella
peperoncini sott'olio (io ho utilizzato quelli della mia mamma)
30 g di melagrana
2 noci
1/2 mela renetta
farina di riso
2 pezzi di carbonella
burro chiarificato o margarina

La preparazione del riso richiede 24 ore di riposo, regolatevi!
Prendete 2 pezzi di carbonella e metteteli su una fiamma viva, fino a farli diventare roventi. Ci vorranno almeno 20 minuti, prima che siano pronti, per cui iniziate da questo passaggio.
Mettete il riso in una casseruola e versateci l'acqua. Portate a bollore, quindi salate e coprite con un coperchio. Abbassate la fiamma e cuocete per circa 25 minuti.
Quando sarà pronto spegnete il fuoco e conditelo versando la cannella e il peperoncino, in quantità a piacere, con il relativo olio. Mescolate affinché tutti i sapori vengano ben distribuiti.
Posate una ciotolina nel mezzo di un piatto fondo capiente, quindi sistemate il riso appena condito tutto intorno. Trasferite i due pezzi di carbonella roventi nella ciotolina e versateci sopra un cucchiaino abbondante di burro chiarificato (o margarina). Coprite immediatamente con un foglio di carta stagnola, sigillando bene i bordi in modo da non fare fuoriuscire il fumo.
Sistemate il piatto in frigorifero e lasciatelo riposare per 24 ore.
Quando sarà ora del pranzo (o della cena), pelate la mela renetta e tagliatela a dadini. Infarinatela nella farina di riso e saltatela in padella con un cucchiaio di olio evo, a fiamma viva. Salatela a piacere.
Dopo un paio di minuti versate il riso, le nochi spezzettate e mescolate. Fate insaporire per qualche istante, quindi aggiungete la melagrana. Ancora un paio di minuti, per insaporire tutto, e il piatto è pronto.
Trasferite il riso in un piatto e servite.
Io mi sono divertita ad impiattare la pietanza con uno stampo a forma di... mela ^_^ A voi la libertà di assecondare la fantasia.
Decorate il piatto con due fettine di mela grigliate e qualche chicco di melagrana fresca e gustate.
Si tratta di un insieme particolare di sapori: il dolce che si fonde all'affumicato e il tocco di peperoncino che lega tutto alla perfezione.
Io ho trovato che in questo piatto ci sia poesia e meraviglia. Novità e stupore. E credo che questa tecnica mi accompagnerà per altri piatti.


Siete avvisati!!!


Con questa ricetta partecipo al contest di La Taverna degli Arna 
Categoria primi piatti
http://arnataverna.cucinare.meglio.it/il-natale-che-non-ti-aspetti/


abc

Frollini salati di ceci neri e pecorino al cardamomo: il momento giusto arriva sempre e sempre all’improvviso

L'estate scorsa mio fratello mi omaggiò, di rientro dal suo viaggio di lavoro in Sardegna, di un pezzo di pecorino. Conoscendo la mia solerzia nel consumare quel tipo di formaggio, mia madre provvide a metterlo sottovuoto, poi me lo consegnò. Sono passati giorni, e settimane, e mesi. Guardavo di sfuggita quel pezzo di formaggio, ad ogni apertura di frigorifero, senza sentirmi ancora illuminata. Non avrei consumato quel formaggio in semplici fettine. Gli avrei riservato un'interpretazione doc. A costo di aspettare ancora giorni, e settimane, e mesi. L'idea arrivò, come spesso mi accade, nell'istante stesso in cui aprii gli occhi, in un qualunque risveglio di una qualunque giornata. Perché non passa mai più di mezzo secondo, da quando la veglia sopraggiunge, prima che il mio cervellino inizi a macchinare. E se uno dei primi pensieri è una ricetta, allora quella ricetta non dev'essere ignorata. Generalmente in quell'istante arrivano le idee illuminanti, quelle che non possono essere sottovalutate e che, soprattutto, sono vincenti senza ulteriori perfezionamenti. Ceci neri in dispensa, e l'immagine allettante di un matrimonio perfetto con la sapidità del pecorino. E come fosse un gesto abituale, mi alzo, metto l'acqua a scaldare e metto i ceci in ammollo. Naturale, no? Il risultato è stato all'altezza dell'idea, confermando la tesi che il mattino ha veramente l'oro in bocca.
Ovviamente la quantità di pecorino non è terminata in un solo piatto, per cui tenetevi pronti al seguito della novella ^_^

Ingredienti

70 g di ceci neri secchi (160 g bolliti)
50 g di pecorino sardo
70 g di burro di arachidi salato
2 bacche di cardamomo
sale

Se utilizzaste ceci neri, metteteli in ammollo per almeno 12 ore, quindi bolliteli in abbondante acqua salata fino a quando saranno morbidi. Scolateli e lasciateli raffreddare.
Tagliate a tocchetti il pecorino e sminuzzatelo, insieme ai semi di cardamomo. Unite i ceci, il burro di arachidi e un pizzico di sale. Frullate tutto, fino ad ottenere un impasto compatto e omogeneo. Avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per un'ora circa.
   Riprendete l'impasto e stendetelo su una spianatoia infarinata, formando uno strato spesso circa mezzo centimetro.
Tagliate i biscotti della forma preferita e sistemateli su una teglia coperta da carta forno.
Portate il forno a 175° e, quando sarà in temperatura, cuocete per 30 minuti. Controllate che prendano un colore dorato, ma che non secchino troppo.
Una volta pronti sfornateli. Trasferiteli su una gratella e lasciateli raffreddare. In questo modo perderanno la morbidezza della cottura e diventeranno friabili e croccanti.
Non vi rimane che assaporarli. Farciti o al naturale, come accompagnamento o aperitivo, l'intensità dei sapori e la leggerezza del morso vi faranno apprezzare ogni singolo boccone.

Conservateli in una scatola di latta, o in un barattolo di vetro e manterranno la loro fragranza per una decina di giorni. Anche di più, ma.... i miei non ci sono arrivati ^_^


abc

Frollini al mandarino con ripieno alle mandorle: scoperte che spostano i confini e idee che li raggiungono

Avevo appena riempito un vasetto con la mia meravigliosa farina di mandarino, che vi presentai qui. Un colore intenso che riempie l'espositore di barattoli, e un profumo che riempie la cucina. E proprio quando per la testa mi giravano un paio di idee, una cara amica mi racconta della sua nuova intolleranza al glutine, ai latticini e al lievito. E basta?????? Ci penso io, mi sono subito detta. Così ho messo insieme le idee e ho creato queste meraviglie. L'assaggio è travolgente, intenso e pungente. La consistenza di questo impasto è pazzesca e il ripieno così ricco è la ciliegina sulla torta. Niente uova, niente latte vaccino, niente glutine e niente lievito. Impasto perfetto per Paola, che ama (per fortuna) i mandarini ^_^ E infatti sono stati un successo. Dalla prima volta in cui sperimentai questo biscottino, l'ho replicato già tre volte. Non riesco a resistere al richiamo di questi sapori. Ma non riesco neanche a tenerli per me: questi sono i biscotti che hanno fatto il giro di più palati, fino ad ora. Così, quando ho saputo che la mia dolce nocciolina Lucrezia sarebbe stata nella mia zona per il weekend, ho voluto approfittare per andarmela ad abbracciare tutta ^_^ E secondo voi avrei potuto risparmiarle un assaggio? AssaggINO, lo confesso (e mi scuso), ma l'improvvisazione della serata non mi ha lasciato molte possibilità, se non condividere le poche scorte che custodivo gelosamente nel barattolo di vetro, ma mi è parso di capire che.... sia stato un successo. Adesso posso anche svelarle la ricetta ^_^ E a voi posso dire: vi fidate?

Ingredienti

Per l'impasto
65 g di farine di mandorle
55 g di farina di riso
10 g di farina di mandarino
10 g di farina di soia
30 g di zucchero di canna Demerara
1 pizzico di bicarbonato
20 g di burro di arachidi salato
50 g di olio di semi di soia
20 ml di latte d'avena

Per il ripieno
30 g di pasta di mandorle
20 g di mandorle pelate
5 g di farina di mandarino
15 ml di latte di avena

Setacciate le farine e mescolatele, insieme al bicarbonato.
Create una crema con il burro di arachidi, l'olio e lo zucchero. Unite poco alla volta le farine e il latte. Impastate velocemente senza surriscaldare l'impasto.
Create  un panetto, avvolgetelo nella pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno un'ora.
   Nel frattempo preparate il ripieno. Frullate le mandorle, quindi unite la pasta mi mandorla, la farina di mandarino e il latte d'avena. Lavorate tutto fino ad ottenere un composto ben amalgamato.
Compattatelo bene e lasciatelo riposare, anche questo al fresco.
Quando sarà trascorso il tempo di riposo, riprendete l'impasto. Sarà piuttosto farinoso, ma non abbiate timore, il risultato sarà perfetto. Prendete uno stampo per baci di dama in silicone. Sistemate una parte di impasto in ciascuna forma e schiacciatelo bene sulle pareti, creando un buco nel mezzo.
Sistemate al centro una pallina di ripieno, schiacciandolo in modo da lasciarlo piatto in superficie. Coprite con il rimanente impasto e schiacciatelo bene. Compattate bene tutto. Le dosi indicate saranno sufficienti per uno stampo da 24 biscotti.
Accendete il forno e, raggiunta la temperatura di 180°, infornate lo stampo e cuocete per 20 minuti.
Controllate che la superficie sia dorata, quindi sfornate e lasciate raffreddare. Quando saranno freddi, estraete i biscotti. In questo modo non rischierete di romperli.
Ora non vi rimane che assaggiare e.... comprendere la meraviglia ^_^

La terza replica ha subito una piccola modifica: al posto della pasta di mandorle li ho farciti con mandorle, farina di mandarini e cioccolato bianco. Serve che vi dica quanto siano stati di successo? Ovviamente rimane la dolcezza e il cioccolato permette di legare tutto senza l'aggiunta di latte. A voi non rimane che decidere la farcitura preferita. E magari arricchirla con sapori a vostro piacere.

Se mantenuti in un barattolo di vetro o in una scatola di latta, questi biscotti si conserveranno per una buona settimana. Sempre che la condivisione non faccia piazza pulita delle vostre scorte ^_^

Celiaci, vegani e intolleranti accontentati e..... golosi ampiamente soddisfatti!!abc

50 sfumature di…. mela: millefoglie di ‘mela’nzana, il piacere di esserci e di conquistare nuovi palati

Solitamente fatico ad aderire ai contest. I motivi sono fondamentalmente due: cucino per ispirazione e senza dovermi sentire alle strette per non aver organizzato bene i tempi. Ma quando Valentina mi ha parlato della sua iniziativa, non ho davvero potuto fare a meno di aderire. 50 sfumature di.... mela è un progetto che mette insieme foodblogger di diverse piattaforme che condividono una grande passione e che si impegnano a proporre 50 differenti ricette a base di uno degli ingredienti più semplici, buoni, naturali e irresistibili della cucina: la mela. Confesso che la classica torta di mele mi fa impazzire, ma avrei mai potuto proporre qualcosa che non avesse, come ingrediente fondamentale, un po' della mia follia?
Dal momento che non mi offendo se, invitandomi a casa vostra, mi chiedeste di cucinare (e mi è successo diverse volte....), quando organizzai la serata di lavoro a casa della mia amica Fio, santa donna che cerca di farmi appassionare di una materia che odio con tutta me stessa, mi proposi di pensare alla cena. Desiderosa di mangiare, dopo tanto, un bel tentacolo di polpo arrostito (ricordate questo meraviglioso piatto?), mi venne un'idea bizzarra per il contorno che avrebbe dovuto accompagnarlo. Quale migliore occasione per mettere insieme desideri e rispettare un impegno preso?
Non so esattamente da dove sia partita l'idea. Ho immaginato una melanzana, ma dal momento che il polpo mi piace molto accompagnato dalla frutta, ho pensato che quella melanzana si sarebbe potuta impreziosire. Proposi questo piatto a Fio e a sua cugina, in visita caffè che si è trasformata in visita chiacchiera assaggio e poi bevo il caffè, e fu un grande successo. Tanto che mi chiesero la ricetta per poter replicare il piatto in occasione di una cena di famiglia. "Non la fotografi?", mi ha chiesto Fio appena sfornata la pirofila. "Fotografi tutto, e a casa mia non lo fai?". Risposi che, se fosse stata una buona scelta, avrei replicato la preparazione, documentandola per il blog. E allora eccomi qui, nella replica che è perfezionamento, a proporvi questo piatto che da oggi diventa una delle mie migliori realizzazioni. Per semplicità, per genuinità, per leggerezza, per gusto. Per tutto questo messo insieme.

Ingredienti

1/2 melanzana
1 mela (io ho utilizzato le mele deliziose dell'orto di mamma)
3 noci
1 cucchiaino di frutti rossi
1 cucchiaino di bacche d'avena
sale nero di Cipro
3 bacche di cardamomo
olio evo
sale grosso

Lavate la melanzana, asciugatela bene e tagliatela a metà nel verso della lunghezza. Prendetene una parte, eliminate il picciolo con un taglio trasversale e praticate dei tagli, sempre trasversali, ricavando delle fettine di mezzo centimetro di spessore. Non arrivate fino in fondo. In questo modo la melanzana rimarrà unita.
   Cospargete le fettine con del sale grosso e lasciatela in posa, leggermente schiacciata, per un paio d'ore. In questo modo perderà il liquido di vegetazione che la rende amarognola.
Terminato il tempo di posa, sciacquatela e tamponatela, in modo da asciugarla al meglio.
Tagliate a metà una mela, precedentemente lavata (io in genere uso i frutti cn la loro buccia, ma potrete anche sbucciarla, se preferiste), togliete il torsolo con uno scavino e tagliatela a fettine sottili.
Sistemate ciascuna fettina tra le fette di melanzana, spingendo con delicatezza lo spicchio fino in fondo. Irrorate con un filo d'olio evo.
A questo punto prendete i semi delle bacche di cardamomo e pestateli in un mortatio con del sale nero di Cipro. A parte preparate un trito, a coltello, di noci, fiocchi d'avena e frutti rossi.
Mescolate tutto, quindi cospargete la melanzana, facendo in modo che il crumble entri tra le fettine. Non abbiate timore di esagerare: più saranno ricche, più saranno saporite.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 190°. Infornate la pirofila su un ripiano piuttosto alto e cuocete per circa 20 minuti, controllando che la superficie sia dorata. Quando sarà pronta, estraete la melanzana dal forno e trasferitela su un piatto da portata. Servite e gustate.

Buonissina da sfogliare. Un modo diverso per apprezzare la verdura e per accostarla alla frutta. A della splendida frutta. LA MELA!!!!!

Per concludere la bella novella..... anche nella famiglia di Fio questo piatto ha avuto successo!!! E io mi sento doppiamente vincente ^_^


Con questa ricetta partecipo al contest de La Taverna degli Arna
La ricetta farà parte della categoria degli antipasti


abc

Bombette di biete e patate con cuore filante: la verdura a prova del più scettico dei palati

Quella delle verdure, per me è una sfida senza fine. Ne mangio tante e ogni volta cerco di renderle diverse e irresistibili. Beh, certo non per un capriccio del mio palato, che, confesso, le apprezzerebbe anche crude, ma per dimostrare quanto possano essere versatili e assumere aspetto e forma tanto avvincente da soddisfare anche i palati più ostici. Provate a mettere nel piatto dei vostri bambini una polpetta colorata o create degli spiedini con una versione più piccola di bombetta, vicino ad un calice di prosecco, e offritela al vostro compagno, o magari fatene un antipasto per i vostri ospiti.... e divertitevi a vedere le espressioni sorprese e deliziate. Il segreto sta nel calibrare i sapori e nel renderli sfiziosi, cercando l'ingrediente segreto con cui arricchirli, ma mantenendo il sano principio della genuinità. E lasciatevi andare alla meraviglia.
Avevo a disposizione delle buonissime biete dell'orto di mamma. Le adoro, soprattutto saltate in padella con dei bocconcini di patata, sempre lei, la mitica patata rossa di papà ^_^ Questa volta ho deciso di utilizzare gli stessi ingredienti, ma di dar loro una forma diversa. Sono nate, così, queste bombette. Sono semplici, ma sono pronte ad esplodere di sapore sui vostri palati!!

Ingredienti

100 g di patate rosse pulite
200 g di biete bollite
15 g di burro di arachidi salato
15 g di senape
10 g di crusca d'avena
40 g di Fontal Nazionale
sale rosa dell'Himalaya
noce moscata
farina di riso
latte di avena
pangrattato di riso

Tagliate le patate a tocchetti e fatele bollire in acqua salata, fino a quando saranno morbide. Inserite le biete in un boccale e, quando saranno pronte, trasferitevi anche le patate scolate.
Aggiungete il burro di arachidi e frullate. In questo modo l'amido delle patate creerà un impasto compatto e cremoso. Assaggiate la sapidità ed eventualmente correggete con un po' di sale rosa.
   Aggiungete una bella grattugiata di noce moscata e la crusca d'avena. Amalgamate bene tutto, quindi unite la senape e mescolate ancora, fino ad ottenere un composto omogeneo.
Fate riposare l'impasto per circa mezz'ora, in modo che si assesti e si armonizzi nei sapori.
Nel frattempo tagliate il Fontal (o qualsiasi altro formaggio filante vi piaccia) in cubetti. Ne serviranno circa 8, ma dipenderà dalla dimensione che vorrete dare alle vostre bombette.
Sistemate su un foglio di carta assorbente della farina di riso e il pangrattato. In una ciotolina versate un po' di latte d'avena (o qualsiasi altro latte vegetale o vaccino).
Inumiditevi le mani. Prendete un po' di impasto di biete e fateci un solco nel centro. Sistemate un dadino di formaggio, quindi richiudete la bombetta. Passatela nella farina di riso, poi nel latte d'avena, quindi nel pangrattato di riso.
Ripetete l'operazione fino a terminare l'impasto, quindi fate riposare le bombette, in frigorifero, per circa mezz'ora.
Scaldate in una padella un cucchiaio di olio evo. Quando sarà caldo sistemate le bombette e fate in modo che vengano irrorate completamente dall'olio.
Lasciatele cuocere a fiamma viva per circa dieci minuti, in modo che si formi una bella crosticina all'esterno e che il ripieno fonda.

A questo punto togliete dal fuoco la padella e servite le bombette.
Gustate calde o tiepide (ma anche fredde, ve lo garantisco!!), questi piccoli concentrati di salute e bontà sapranno stupirvi!

Adatte ad una dieta vegetariana e celiaca, non tolgono la scena al piacere del gusto!


abc

Cucchiaini speziati alla frutta: il concentrato di energia in uno sfizioso e pratico snack

Quando è entrato in casa, la prima volta, sentivo che avrei dovuto trovargli un posto di facile accesso, perché avrebbe vissuto più tempo in attività, piuttosto che a riposo. Effettivamente l'essiccatore è stato rivoluzionario, nella mia cucina. Al di là della possibilità di accostarmi a preparazioni crudiste, mi permette di dare ossigeno alla mia fantasia e farla volare verso orizzonti nuovi. L'idea di una barretta energizzante mi aveva solleticato da tempo, ma non mi sentivo ancora così ispirata. Fu allora che, per un preciso disegno del destino, mi imbattei sulla meravigliosa pagina di Alice e, più nel dettaglio, in queste splendide barrette di frutta speziate. Alice è grande, è una donna meravigliosa. Dolce, delicata, magica. E bravissima. Insomma, quale miglior invito per cedere e provarci?
Proprio in quel periodo, però, il mio essiccatore era in fermento per un piccolo esperimento. Tutto partì dal pensiero di quanta materia buttassi nella raccolta di umido, nel mangiare un semplice frutto. Perché tutto quello spreco? Ecco la risposta: io provo ad essiccare e a fare una farina. Parte la strategia. Il giorno in cui mangio uno o due mandarini, ne sbuccio sei. Due li mangio e quattro li metto in un contenitore, in modo da poterli conservare in frigo. Buccia lavata, che finisce nell'essiccatore per circa 8 ore. Poi le lame fanno il resto e.... ragazzi che meraviglia: questa farina è inebriante, travolgente e magica. Ne vedrete davvero delle belle, perché la fantasia, qui, è solo all'inizio di un lunghissimo percorso. Ad oggi l'ho provata in tre ricette, di cui due dolci e una salata, ma so che ne farò meraviglie. Preparatevi, mi implorerete pietà ^_^
Inizio da qui, dall'unione di una grande ispirazione e una magia. E dal mio grazie speciale per quella splendida creatura che è Alice!

Ingredienti

100 g di prugne secche
40 g di datteri al naturale
25 g di farina di mandarini
40 g di mandorle pelate
25 g di frutti rossi
20 g di pistacchi di Bronte
15 g di semi di sesamo
3 bacche di cardamomo
zenzero in polvere

La farina, eccola, in un'immagine prima e dopo la trasformazione.


Inserite in un boccale le prugne, i datterile mandorle, i semi del cardamomo, i pistacchi, lo zenzero e la farina di mandarini. 
Frullate tutto, fino ad ottenere un impasto appiccicoso, ma compatto.
A questo punto unite i semi di sesamo e i frutti rossi e mescolate fino a incorporarli perfettamente.
Aiutandovi con le mani umide, prelevate poco impasto alla volta e stendetelo dandogli la forma preferita. Potrete fare delle semplici gallette, io ho utilizzato lo stampo in silicone a forma di cucchiaini.
Una volta che avrete dato forma all'impasto, trasferite tutto sui ripiani dell'essiccatore. Se non lo aveste potrete passare tutto in forno alla temperatura minima e lasciare per circa 8 ore.
Impostate la temperatura a 45° e lasciate essiccare per 8 ore.
Quando saranno pronte raccoglietele e conservatele in un barattolo di vetro o in una scatola di latta.

Tenetele a portata di mano per snack spezzafame o per darvi carica prima di un allenamento. Si conservano per molti giorni e non temodo cali di sapore o alterazioni di alcun genere.
Sono dolci, avvolgenti e tremendamente golosi!!!!!

Un'occasione da non lasciarsi sfuggire per coccolarsi con coscienza..... e sfizio! ^_^


abc

Ciambelline alla zucca con frutti rossi e liquirizia: dolci strategie per il superamento degli ostacoli… di stagione

I cambi di stagione, per me, sono piuttosto destabilizzanti. Lo sono soprattutto quelli che lasciano  il piacere del tepore e l'idea di spensieratezza e che portano gelo, buio e voglia di letargo (non so perché, ma primavera e estate mi danno quella sensazione, forse perché mi permettono di liberarmi dai multistrati di vestiti che mi rivestono in inverno). Con il tempo, però, ho cercato di affrontare questi cambiamenti con spirito propositivo e la cucina mi è stata di grande aiuto. Dal momento che amo il rispetto delle stagioni nell'alternarsi di frutti e di ortaggi, accolgo con piacere l'arrivo di una nuova stagione per tutto quello che, in natura, questa offre. L'autunno non è più così drammatico e, sempre con propensioni differenti, mi lascio avvolgere dai sapori avvolgenti tipici. Quest'anno mi sono fatta ben coccolare da zucche e castagne. E ogni volta in cui mi faccio conquistare da un sapore, beh, cerco di non cadere nel già fatto, ma mi diverto a creare proposte nuove. Zucca in versione dolce non è una grande novità, lo ammetto. Ma quando, pensando alla zucca, ho immaginato la compagnia di una buonissima polvere di liquirizia, beh..... vi confesso di essere stata travolta da un sorriso incontenibile. E' stato un attimo: presto tutto si è trasformato in impasto e l'impasto in ciambelline. E le ciambelline..... volatilizzate ^_^

Ingredienti

200 g di zucca pulita
40 g di zucchero di canna Dulcita
125 g di farina di segale
35 g di mandorle pelate
25 g di frutti rossi
5 g di polvere di liquirizia
10 g di olio evo
1/2 bustina di lievito naturale a base di cremor tartaro

Tagliate la zucca a dadini e inseritela in un boccale.
Unite lo zucchero di canna e tritate fino ad ottenere una purea compatta. Aggiungete le mandorle e continuate a frullare, in modo da frantumarle e impastarle bene al composto.
A questo punto mescolate la farina alla polvere di liquirizia e alla polvere lievitante. Unitela poco alla volta all'impasto, facendola incorporare bene.
Per ultimo versate l'olio, a fino. Lasciate che venga assolbito bene, prima di procedere. Quindi aggiungete i frutti rossi e mescolate fino ad ottenere un impasto omogeneo.
   Versate il quantitativo necessario nello stampo desiderato. Io ho utilizzato dei piccoli stampi a ciambella: mi aiutano a non eccedere con le porzioni, nell'assaggio ^_^ e a limitare il desiderio della gola!
Portate il forno alla temperatura di 190° e infornate.
Cuocete le ciambelline per circa 40 minuti, quindi sfornatele. Prima di sformarle, lasciatele raffreddare completamente.

A questo punto potrete cedere all'assaggio. Vi stupirete di quanto zucca e liquirizia siano superbi, insieme. E i frutti rossi creano una crepa nel sapore, armonizzandosi comunque alla perfezione.

L'interno rimane soffice, e per molto tempo.
Potrete conservare queste ciambelline in un barattolo di vetro o in una scatola di latta e deliziare le vostre colazioni per molti, molti giorni ^_^

Un po' meno se vi farete tentare anche per qualche spuntino pomeridiano ^_^


abc

Cestini di fillo con cuore filante di spinaci: ogni cosa a suo tempo, ma…. ora siete avvisati

Non era quella rassegnazione che scoraggia, tanto che la pasta fillo ho imparato a farmela in casa. Non c'era verso che riuscissi a trovare quei sottilissimi fogli pronti all'uso. Poco male, certo, la soddisfazione, nonostante l'impegno richiesto per la stesura della sfoglia, è sempre stata importante. Nonostante questo, però, ogni volta che bazzicavo nel reparto freschi di qualsiasi supermercato, l'occhio analizzava con meticolosità ogni prodotto, senza che il passo accennasse ad altro se non ad un impercettibile rallentamento. Per non destare sospetti, e per non dimostrare quella non rassegnazione che caratterizza il mio essere testardo e caparbio, l'espressione è sempre stata contenuta, come chi si muove per la necessità di spostarsi da un luogo all'altro, non come chi cerca l'oro. Questa scena si ripete da anni. Immaginate, talvolta mi soffermavo anche a chiedere lumi agli addetti di reparto. Niente, ogni volta la stessa risposta. NON L'ABBIAMO. A volte qualcuno mi rispondeva "sfoglia, vorrà dire?". Delusa, ma non ho mai mollato. Anni, vi rendete conto? Anni di lotte tra orgoglio e rifiuto di una situazione che confermava l'inutile persistenza. Ah, queste disperazioni da casalinga frustrata :D Ma nulla accade per caso, la ruota gira sempre, non esistono più le mezze stagioni e una rodine non fa primavera. L'HO TROVATA!!!!!!!!!!!!!!! Solo lo sfinimento per la fatica impiegata, mi ha fatto desistere dal saltellare per i bancali allungare una mano e afferrare quel pacchetto, nonostante la soddisfazione per la resa del mio personale impasto. Voglio dire, è costato chilometri e chilometri tra banchi frigo, attese infinite del giorno giusto per coronare un sogno..... fosse solo per principio, ora la compro!!!! Ovviamente prima ho letto bene tutti gli ingredienti. Sia mai che ci siano robette ostiche ^_^
Presa, portata a casa. E ora? 11 fogli della dimensione di circa 50 cm x 50 cm. Ecco, ma in quanti mesi potrò mai mangiare tutto 'sto popò di pasta? Ci siete già arrivati, vero? Beh, sì, lo confesso.... vi proporrò fillo a non finire.

Ingredienti

2 fogli di pasta fillo
500 g di salsa di pomodoro (io fatta in casa)
100 g di spinaci cotti al vapore
10 g di semi di zucca
20 g di Fontal nazionale o altro formaggio filante
peperoncino
noce moscata
sale
olio evo

Versate la salsa di pomodoro in un tegame e unite il peperoncino e i semi di zucca tritati. Lasciatela consumare, fino ad ottenere un concentrato. Assaggiatela e salatela a piacere.
Tritate gli spinaci e insaporiteli con la noce moscata. Quando il pomodoro sarà pronto, unitelo agli spinaci e mescolate bene tutto. Lasciateli insaporire per almeno una decina di minuti. Il tempo di preparare le sfoglie.
Prendete due fogli di pasta fillo e tagliateli a metà, ottenendo 4 sfoglie. Ungete gli strati con l'olio evo e sovrapponeteli.
   Tagliate dei quadrati di circa 15 cm di lato.
Sistemate su ciascun quadrato un cucchiaino di spinaci. Affondate nel centro un cubetto di Fontal. Chiudete il fagottino partendo dagli angoli e sistemateli su una placca, coperta da carta forno.
Portate il forno a 190° e infornateli. Cuocete per circa 15 minuti, controllando che la sfoglia non scurisca troppo. Potrebbero bastare anche 10 minuti. Ricordate che la pasta fillo è molto delicata, anche in cottura, per cui prestate attenzione.
Quando saranno pronti sfornateli. Lasciateli intiepidire: in questo modo eviterete di ustionarvi e il ripieno si compatterà perfettamente, arminizzandosi nei sapori.
Serviteli e divertitevi a gustarli.

Che siano proposti come antipasto, come accompagnamento ad un aperitivo, come portata principale, questi cestini vi conquisteranno senza rimedio!!

E questa pasta fillo è una vera delizia. Almeno per questo tipo di preparazione.

[to be continued...]
abc

Arrosto di sedano rapa al forno: la casualità che apre un mondo e che accende l’immaginazione

Il mio lavoro mi ha spesso portato, e mi porta ancora, in giro per il mondo, alla scoperta di luoghi meravigliosi, nel vivere in prima persona quelle che sono le realtà delle differenti strutture ricettive e le tradizioni di una location. Dai tropici, alla montagna, senza colpo ferire. Sono esperienze che aiutano a toccare con mano e ad offrire un servizio sempre più ad hoc, in risposta alle richieste di voi viaggiatori (a proposito!! Preparatevi ad una piccola grande novità che coinvolgerà la Mai Soli nel Mondo. Il tutto, ovviamente, verrà condiviso anche sulla pagina di Facebook). Queste esperienze generalmente sono molto intense e permettono di arricchire le conoscenze sotto ogni profilo. Talvolta anche quello culinario ^_^ Fu proprio in uno di questi eventi, un educational organizzato dalla TH Resorts a Pontresina (visitate il sito perché ne vale la pena e non esitate a chiedermi chiarimenti e informazioni per organizzare un soggiorno sulla neve da ricordare!!!), che mi imbattei in una portata, nel ricco buffet, che attirò la mia attenzione. Forse sentii parlare di sedano rapa un paio di volte, prima di allora, ma non avevo mai stretto alcun tipo di rapporto con quella radice deforme, dall'aspetto decisamente bruttarello. Ma come ogni amante del cibo che si rispetti, non esitai ad assaggiare quelle fettine biancastre, presentate sotto una leggera gratinatura filante. Fu amore. Tanto che, alla visione del sedano rapa sui banchi ortofrutticoli, il sorriso radioso che istantaneo si appropriò dei miei occhi e giù, fino alla punta dei piedi, divertì (e insospettì) i malcapitati compagni di spesa. Lo adoro in qualsiasi modo: in crema, gratinato, saltato in padella, anche crudo. Poi un giorno, risucchiata dal fascino della cucina di Jamie Oliver, di cui condivido parecchie idee ma non tutte, mi imbattei in questo arrosto. Ovviamente ne presi l'idea e preparai la mia versione. Bene, credo che questo possa essere uno spunto pazzesco. Le aromatizzazioni possono essere infinite. Il risultato è sempre lo stesso: una favola!!!! Peraltro immaginate me, da sola, con lo stomachino da colibrì, davanti ad un arrosto di cotanta dimensione? Non spaventatevi, non ho finito questo popò di arrosto in una volta sola e non mi sono messa a spacciare fettine ai condomini. Vi dico solo che, il giorno dopo, e quello dopo ancora, questo arrosto è ancora più buono!!!! Si arricchisce degli aromi di cottura e, anche freddo, colpisce in pieno petto.
Queste sono grandi soddisfazioni ^_^


Ingredienti

1 sedano rapa
20 g di olio evo
1/2 limone biologico (succo e scorza)
1 spicchio d'aglio
3 bacche di cardamomo
qualche foglia di basilico, rosmarino e menta
peperoncino
sale

Iniziate dalla parte più ostica: pulite il sedano rapa. Lavatelo bene ed eliminate le radici più sporgenti. Preparate la marinata versando in una boule l'olio, il succo e la scorza del limone, il cardamomo, le foglie di aromi l'aglio, il sale e il peperoncino.
Tagliate due fogli di carta forno e sistemateli a croce. Sistemate nel mezzo il sedano rapa e versatevi il condimento. Strofinate bene, con le mani, tutta la superficie, in modo che gli aromi prendano bene contatto con la radice. Richiudete l'involucro e lasciatelo insaporire, al fresco del frigorifero, per almeno 6 ore.
Trascorso il tempo della marinatura (potrete lasciarlo anche tutta la notte, o prepararlo il mattino, prima di andare al lavoro, per averlo pronto a cena) non dovrete fare altro che cuocerlo.
Portate il forno a 175° e cuocetelo per 1 ora. A questo punto aprite il cartoccio, alzate la temperatura a 190° e proseguite la cottura per un'altra ora e mezzo.
Ci vorrà tempo affinché cuocia perfettamente e diventi morbido, ma la pazienza verrà sicuramente ripagata.
Quando sarà ben rosolato, sfornatelo, lasciatelo intiepidire un po' e tagliatelo a fettine, proprio come un arrosto.
Sistematelo in una pirofila o su un piatto da portata, versateci sopra il fondo di cottura e servitelo. Potrete anche conservarlo al caldo del forno spento, fino al momento di servirlo. Questo potrebbe permettervi di prepararlo con anticipo, nel caso in cui abbiate la necessità di gestire altre portate.
Poche e semplici mosse per un piatto che non vi deluderà.
Il taglio è tenero ^_^ e il sapore inebriante.
Ovviamente rimane una tela bianca da dipingere con aromi e spezie a voi più gradite.

Non vi resta che servirlo e..... gustarne la delicata pienezza di sapore.


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