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Torta budinosa alle fragole con yogurt e limone: la mia concezione di traguardo nella corsa al miglioramento

Quando mi metto in testa qualcosa, non c'è verso. Posso anche ripetere, correggere, perfezionare, valutare, ma al traguardo ci devo arrivare. Non so dirvi se questa torta sia un traguardo. In fondo cercavo una consistenza decisamente diversa. Ma ragionando sugli ingredienti che ho voluto interpellare, beh, forse non è la torta attesa, ma un traguardo comunque l'ho raggiunto. Partiamo dal desiderio di preparare una buona torta di fragole per le mie colazioni. E le fragole ci sono, anche in quantità. Stabiliamo che debba essere yogurtosa e che debba avere il supporto di un aroma avvolgente come il limone. Mettiamoci anche che voglio farine speciali, le mie amate, le mie fedelissime amiche. Se non ci mettessi l'uovo? Ve lo dico, ci ho provato, ma il risultato non è stato decisamente all'altezza. I pastrocchi di fragole cotte non erano certamente degni di una condivisione (ma non per questo di una menzione). Allora vada per l'uovo. Farina.... quanta? Forse un po' di più, dai. Perché un po' di sostegno quei pastrocchi avrebbero dovuto averlo. Poco grasso e assolutamente niente burro, nessun lievito chimico, ma una buona polvere a base di cremor tartaro. Mah, io inforno e chiudo gli occhi. Santa Esperanza, protettrice della Cuocherellona, pensaci tu. Insomma, certo non si parla di una torta dalla consistenza di un pan di spagna, ma provate ad assaporare questa dolcezza fresca, con i suoi avvolgenti aromi e la sua morbidezza fragolosa. Non sarà certo il traguardo prefissato (e ci lavorerò ancora sopra), ma credo meriti davvero il suo posto in vetrina.

Ingredienti

250 g di fragole
170 g di yogurt greco al limone (0% di grassi)
250 g di farina 1 - Petra 5
75 g di latte vegetale
scorza grattugiata di mezzo limone
1 uovo
25 g di margarina
50 g di malto di riso
10 g di polvere lievitante naturale bio

Rompete l'uovo in una terrina e unitevi lo yogurt. Aggiungete il malto di riso e sbattete energicamente con una frusta.
Aggiungete il latte vegetale, la scorza del limone grattugiata e, poco alla volta, la farina e la polvere lievitante. Unite poco alla volta la margarina, facendola assorbire bene all'impasto.
Pulite e lavate le fragole e asciugatele delicatamente. Tagliatele a dadini non troppo grandi. Unitele all'impasto e mescolate fino a far diventare in composto ben amalgamato.
Rivestite una teglia (del diametro di 22 cm) con carta forno, quindi versateci all'interno l'impasto.
Accendete il forno a 180° e, una volta in temperatura, infornate la teglia. Cuocete per circa 1 ore e 50 minuti, pazientemente. L'interno rimarrà comunque molto umido, ma aspettate che si formi una bella crosticina scura in superficie.
   Quando sarà trascorso il tempo, spegnete il forno e sfornate. Lasciate raffreddare la tornta nello stampo, poi estraetela.

Tagliatela a fettine servitela. Se non aveste l'occasione per consumarla tutta, conservatela in frigorifero e gustatela a piacere. Si mantiene tranquillamente per una settimana. Assaporatela con una confettura di fragole (o quella che desiderate), con frutta fresca, con un bel quadrotto di cioccolato bianco o in purezza. In ogni caso la sua avvolgente consistenza saprà deliziarvi e stupirvi.

Io l'ho immaginata anche tagliata a cubotti, passata nelle scaglie di cocco e servita infilzata in piccoli spiedini.

Riusite ad immaginarla???
Deliziosa gente, davvero deliziosa ^_^


abc

Sformatini di ricotta e spinaci dal cuore fondente: l’affidabilità delle strategie nel quotidiano

Ormai credo l'abbiate capito: io e la mia alimentazione abbiamo un razionale rapporto di collaborazione. Tutto segue un semplicissimo principio di bilanciamento. Prediligo i carboidrati nella prima parte della giornata, non li replico mai a cena se li ho scelti per il pranzo, arricchisco tutto con molta verdura, scelgo le cotture sane, non mischio le proteine tra loro (nei limiti, ma con tranquille eccezioni), opto per ingredienti naturali e integrali, adotto l'utilizzo di preziosi semi e cereali, rispetto le stagionalità, limito il consumo di carne (la carne rossa ormai è un lontano ricordo) e favorisco i piccoli pasti frequenti alle grandi abbuffate. Così mi ritrovo a dover gestire un pranzo sapendo che l'imperativo assoluto sarebbe dovuto essere NO CARBOIDRATI. Un paio di ingredienti da dover consumare nel frigo, voglia di leggerezza e l'interrogativo: cosa preparo? Ho scomposto e ricomposto, mentalmente, pezzi di dispensa. Ho acceso e spento fornelli immaginari. Ho sbattuto uova e poi le ho rimesse nei loro gusci. Ho immaginato i risultati di cottura. Ho scelto i migliori accostamenti sentissi di desiderare. Mi è costato del tempo, ma il tempo per pensare ad un piatto scorre sopra ogni altro impegno. L'ispirazione può venire mentre corro, mentre leggo, mentre prenoto un viaggio, mentre riassetto la casa, mentre spillo una birra, mentre sollevo un bilancere. E così è arrivato il momento in cui ho sentito di aver trovato la soluzione che stavo cercando, come fosse il clak ultimo che fa aprire una cassaforte. E mi sono messa all'opera. Semplicemente. Nessun carboidrato, una sola tipologia di proteina, una cottura sana, sapori delicati e palato appagato. Soddisfatta? Ditemi voi....

Ingredienti

100 g di ricotta vaccina
5 cespi di spinaci freschi
1 mazzetto di rucola
50 g di latte vegetale
5 g di lecitina di soia granulare
10 g di olive di Riviera
2 cucchiaini di certosa light
10 g di nocciole
noce moscata
sale
olio evo

Mettete la lecitina in un pentolino e aggiungete il latte. Lasciatela ammorbidire per circa mezz'ora. Nel frattempo lavate gli spinaci.
Fateli soffocare in padella aggiungendo un pizzico di sale (io non ho utilizzato olio). Lavate la rucola e asciugatela bene.
   Prelevate 2/3 degli spinaci e frullateli insieme alle foglie di rucola, creando una salsina liscia. Assaggiate ed eventualmente correggete di sale. Ai restanti spinaci aggiungete le olive tagliate a metà. Unite alla crema di spinaci e rucola la ricotta e impastate bene fino ad ottenere una crema perfettamente omogenea. Ariomatizzatela con noce moscata a piacere e verificate che sia sufficientemente sapida. Eventualmente correggete.
Controllate il latte con la lecitina sul fuoco e, quando sarà caldo (non importa che sia bollente), salatelo e frullatelo in modo da sciogliere i granuli e formare una crema. Versatela nel composto di ricotta e spinaci e amalgamatela. Lasciatela intiepidire bene.
Unite, a questo punto, gli spinaci appassiti, on le olive. Mescolate e tenete da parte.
Ungete due cocottine in porcellana (o qualsiasi stampo vogliate utilizzare). Versate un cucchiaio abbondante di crema sulla base, adagiate un cucchiaino di certosa in ogni stampo e coprite con altra crema, fino ad ultimarla.
Coprite la superficie con le nocciole tritate (io ho utilizzato con fierezza le nocciole dell'orto dei miei vecchi ^_^).
Accendete il forno a 200° e, quando sarà in temperatura, infornate le vostre cocottine.
   Cuocete per circa 30/35 minuti, fino a quando la superficie sarà ben compatta e gratinata.
A questo punto sfornatele e lasciatele intiepidire.

Rimarranno comunque morbide, per l'assenza dell'uovo. Decidetese gustarle direttamente degli stampi oppure se trasferirle in un piattino. In questo caso sarà molto difficile mantenere la forma, ma il sapore saprà deliziarvi, grazie alla sua delicatezza e leggerezza, in ogni caso.
E il sapore di un buon piatto, ancora una volta, non chiede peccati!!

abc

Torta di farro al limone: il piacere di andare dritto al cuore delle cose

Non mi accontento. No, mai. Quasi mai. Se vedo una bella immagine di un pane, di un dolce o di un qualsiasi lievitato, ho bisogno di assaporarne, almeno visivamente, l'interno. Mi piace andare al cuore, mettiamola così. Così quando vidi la magnifica torta proposta da Valentina sulla sua splendida pagina Un giorno speciale non mi diedi pace. Assaporai con gli occhi quegli ingredienti che subito mi colpirono e fui davvero curiosa di assaggiare l'interno di quel dolce insolito. Allora pensai: provala e vedrai. E così feci. Le farine speciali difficilmente mancano dalla mia dispensa, per cui mi rimboccai le maniche e via, iniziai a mescolare, sbattere, impastare e dare forma. Il sapore rustico di questa torta è sfiziosissimo. Non stanca, incuriosisce e rapisce. E' una torta adatta all'inzuppo della colazione, o ancora un'ottima base da farcire. Intrigante nell'aroma e semplice al palato. Un dolce che riempie con il profumo della cottura, prima che con il sapore dell'assaggio. Una piccola modifica allo zucchero, che utilizzo esclusivamente grezzo ed ecco questa meravigliosa proposta di Valentina deliziare le mie colazioni.
Chi di voi, adesso, si fa portavoce di questa delizia?

Ingredienti

45 g di farina di farro integrale
155 g di farina di farro bianca
85 g di zucchero di canna Mascobado
2 uova
20 g di olio evo
50 g di succo di limone
scorza di 1 limone
1/2 bustina di lievito per dolci

Setacciate e mescolate le farine con il lievito. Tenete da parte.
Preparate gli ingredienti: grattate la scorza del limone, precedentemente lavato, spremetene il succo, separate i tuorli dagli albumi. Unite lo zucchero, il succo e la scorza grattugiata del limone ai tuorli.
Sbatteteli con una frusta elettrica fino a creare un composto morbido. Unite l'olio a filo, sempre con le fruste in movimento.
   A questo punto aggiungete poca farina alla volta, incorporandola perfettamente al composto. Quando l'avrete unita tutta, tenete l'impasto da parte.
Sbattete gli albumi montandoli a neve ferma. Versate, quindi, tutto nell'impasto e amalgamate con delicatezza, mescolando dal basso verso l'alto.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 175°.
Foderate una teglia (io ho usato uno stampo di 20 cm di diametro) con carta forno e versate dentro l'impasto. Livellatelo leggermente e infornate.
Cuocete la torta per circa 40/45 minuti (provate con la lama di un coltello a verificare che l'interno sia ben cotto)., quindi spegnete e sfornate la teglia.
Lasciatela raffreddare bene, quindi estraete la torta e tagliatela a fettine.


Gustatela come meglio preferite: nella sua soffice fragranza, con una farcitura o una dolce colata di cioccolato.
In ogni caso saprà regalarvi indimenticabili momenti di piacere.
Io l'ho accompagnata con la mia specialissima marmellata di pere agrumate allo zenzero. Una prelibatissima affinità!!abc

Lasagna di zucchine con feta e mandorle al basilico: sapori primaverili che ripagano la lunga attesa

Do ufficialmente il via alla stagione: le mie prime zucchine sono arrivate in cucina!!!! Qualcuno mi prenderà per pazza. Un caso clinico, diciamo. Lo so che ormai le zucchine si possono reperire tutto l'anno, ma mi coglie un leggero sconforto, a dicembre, vedere ortaggi tipicamente estivi sui bancali. L'immagine di un approccio, dietro una sciarpa, con stivali e guanti di lana, ad una finta zucchina, mi destabilizza alquanto. Scuoto la testa e attendo il trillo della primavera. Ora sì, ora farò incetta di zucchine, cucinate in ogni modo, fino a sentirmi fagocitata da queste dolci meraviglie. Per la mia prima zucchinata ho pensato ad una forma insolita, per le mie abitudini. Ho immaginato un insieme di sapori e consistenze che potessero soddisfare sia il mio desiderio di sapori nuovi, sia quello di fragranze stuzzicanti. Trovo che l'accoppiata zucchina - farina in una cottura di leggero soffritto sia una delle sfiziosità più fresche e avvincenti. Ho pensato, poi, di arricchire questo dettaglio insaporendone l'insieme. Ed eccomi al via, finalmente la mia primavera è arrivata e... inizia proprio da qui.


Ingredienti

2 zucchine (270 g circa)
90 g di feta light
20 g di mandorle pelate
15 foglioline di basilico
pangrattato di riso
olio evo
sale

Mondate e lavate le zucchine, quindi tagliatele a fettine sottili nel verso della lunghezza, aiutandovi con una mandolina. Sbollentatele per un minuto in acqua salata, poi immergetele in acqua ghiacciata per fermare la cottura. Quindi stendetele su un panno di stoffa pulito per farle asciugare.
Lavate e asciugate le foglioline di basilico. Tritatele insieme alle mandorle e tenetele da parte.
Sbriciolate la feta piuttosto grossolanamente e tenete anch'essa a portata.
Prendete una pirofila (io ne ho utilizzata una di 25 cm x 15 cm circa), ungete la base e adagiate il primo strato di zucchine. Cospargetele con un pizzico di sale (la feta darà sapidità di suo, per cui non eccedete) e copritele con una spolverata di pangrattato di riso.
Aggiungete un po' di briciole di feta e una piccola manciata di battuto di mandorle e basilico. Irrorate con un filo d'olio e procedete con un altro strato.
Ripetete l'operazione fino a terminare le fettine di zucchine e tutti gli ingredienti.
Accendete il forno a 200° e, quando sarà in temperatura, infornate la pirofila.
Cuocete le zucchine per circa 20 minuti, e comunque fino a quando la superficie sarà ben dorata. Spegnete il forno, estraete la pirofila e impiattate.
Non volendo tagliare lo sformato, potrete utilizzare degli stampi più piccoli e fare delle mono porzioni.

Assaporate la croccantezza di questa lasagna, l'intensità dei suoi sapori e la dolcezza delle zucchine, accompagnate dalla freschezza primaverile del basilico.
Non sarà difficile concedersi un bis e soprattutto accogliere con un radioso sorriso le nuove verdure di stagione ^_^

Vivido esempio di desiderio alimentato dall'attesa.

Pochi e semplici ingredienti che rendono questa una pietanza speciale!

  


abc

Sogliola alle fragole piccanti e pistacchi con crema di spinaci e rucola: poche cose sono ciò che sembrano

Guardavo quel cesto di fragole con sfida e titubanza. Non so perché, ma la fragola è un frutto che mi mette alquanto in difficoltà, e allo stesso tempo mi stimola a superareil limite che mi impone.
Accanto, frutto di un passaggio casuale davanti al banco del pesce, avevo momentaneamente adagiato quei tenerissimi filetti di sogliola. Li adoro. Insieme alla platessa rappresentano la soddisfazione del desiderio di semplicità. Saltati in padella, appena infarinati, da assaporare in una crosticina croccante e sfiziosa. Poco più a destra, sul ripiano inferiore, delle fresche e intense foglie di spinacio. Macchia verde su macchia verde, appena accanto alla rucola (che di questi tempi non manca mai nel mio frigo). E' stato un attimo: fragola, sogliola, spinaci, rucola e i miei immancabili pistacchi. Ci provo? Ci ho provato. La nota piccante ha dato il suo tocco prezioso e il piatto si è presto materializzato davanti ai miei occhi.
Spesa intelligente o neurone reattivo poco fa, il risultato ha assolutamente premiato l'impegno!

Ingredienti

100 g di filetti di sogliola
10 g di pistacchi tostati non salati
150 g di fragole
1/2 bicchiere di vino rosso
5 cespi di spinaci freschi
1 mazzetto di rucola
1 cucchiaio di farina di riso impalpabile
noce moscata
sale
olio evo
peperoncino a piacere

Mettete a bagno spinaci e rucola. Pulite bene i pistacchi e tritateli. Mescolateli alla farina di riso e stendete tutto su un fglio di carta assorbente. Sciacquate i filetti di sogliola, asciugateli e impanateli nel composto appena preparato.
Scaldate un cucchiaio di olio evo in una padella e fateli rosolare fino a quando saranno ben dorati. Salateli a piacere e girateli in modo che cuociano in modo uniforme.
Nel frattempo sciacquate bene gli spinaci e fateli appassire in padella, senza aggiungere grassi. Salateli a piacere e lasciateli sul fuoco fino a quando si saranno ammorbiditi. Dopodiché spegnete la fiamma e lasciateli intiepidire.
Lavate e asciugate le fragole. Tagliatele a tocchetti piuttosto piccoli e unitele ai filetti di sogliola. Versate il vino, unite il peperoncino e coprite con un coperchio, facendo cuocere il tutto, a fiamma moderata, per circa 10 minuti. Controllate che non asciughino troppo. Eventualmente aggiungete un po' di acqua.
Lavate e asciugate la rucola. Versatela in un bicchierone e unitevi gli spinaci ben sgocciolati. Passate tutto con un frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema liscia ed omogenea.
Grattate la noce moscata a piacere e unitela alla crema. Assaggiate ed eventualmente correggete di sale.
Spegnete il fuoco sotto le sogliole e impiattate.

Servite i filetti con la cremina di spinaci e godetene i contrasti.
Forse non avrò superato i timori che nascono davanti ad un cesto di fragole, ma questo piatto mi ha donato un grande sorriso.
abc

Quinoa rossa con lamponi, mirtilli e rosmarino: l’inatteso stupore per un risultato che toglie le parole

Sì, mi tocca confessarlo, questa è una di quelle volte in cui, penso, immagino, metto insieme, taglio, salto, mescolo, impiatto e all'assaggio..... rimango letteralmente senza parole. Nella possibile casistica ci sono sapori che piacciono, sapori che non piacciono, quelli che ti lasciano indifferente e quelli che "neanche te li aspetti". Quando ho coinvolto le mie papille in questa esperienza ho capito che sì, si sarebbe trattato dell'ultimo caso: questi sapori non te li immagini proprio. E non immagini neanche quanto bene possano legarsi e quanta magia possano regalare al palato. Io ho solo pensato che sì, un bel battuto di rosmarino ci sarebbe stato bene, accanto a quella quinoa. Ho pensato che avrei potuto spezzare quell'equilibrio con un tocco dolciastro e che, magari, la salsa di soia avrebbe legato tutto. Ci provo, mi sono detta. Credo che il risultato mi abbia anche dato la risposta: ci ho preso in pieno!! Gusti, certo, ma l'avvolgenza di questo piatto è qualcosa che a fatica si può immaginare. E l'audacia, in cucina, mi riserva sempre grandi soddisfazioni.

Ingredienti

35 g di quinoa rossa
70 g di acqua
15 g di frutti rossi essiccati
1 rametti di rosmarino
1 cucchiaino di salsa di soia
1 pizzico di sale
olio evo

Lavate e asciugate i rametti di rosmarino. Prelevate le foglioline e tritatele, non troppo finemente.
Fate scaldare un cucchiaio scarso di olio evo e, quando sarà ben caldo, unitevi il rosmarino. Lasciatelo rosolare per un minuto circa.
   Nel frattempo sciacquate, sotto un getto di acqua corrente, la quinoa. Unitela al soffritto e mescolate velocemente. Unite anche i frutti rossi e fate insaporire tutto per poco tempo. Versate quindi l'acqua bollente (deve sempre essere in quantità doppia rispetto alla quinoa), aggiungete un pizzico di sale fino, coprite e fate cuocere fino al totale assorbimento.
Quando sarà quasi cotta, aggiungete alla quinoa un cucchiaino di salsa di soia.
Mescolate e lasciate che insaporisca bene e che i sapori leghino perfettamente tra loro. Spegnete il fuoco e fate riposare per un minuto circa il tutto.
A questo punto impiattate, decorate con qualche frutto rosso e servite.

Piatto semplice e veloce (giusto il tempo di cottura della quinoa, circa 15 minuti) che saprà sicuramente stupirvi con i suoi sapori intensi e particolari. E, ancora una volta, tanti benefici di ingredienti ricchi di proprietà salutari.
Quando il buono è salubre il piacere è doppio!!abc

Fette biscottate allo yogurt, vaniglia e amaretti: fatale fu quel giorno, maestoso è il risultato

La prima volta in cui mi accostai all'idea di prepararle in casa ne ero già convinta. Inizierai a mangiare fette biscottate a colazione, mi dissi. Io che solo per un breve periodo della mia giovinezza mi sono dedicata a questo tipo di croccantezza (ettecredo, non avevo ancora assaggiato queste), poco incline a quel sapore piatto e banale, sapevo che sarebbe iniziata una lunga staffetta alla caccia di sapori nuovi e di bilanciamenti giusti affinché friabilità e croccantezza potessero soddisfarmi. Mi cimentai subito con la versione bicolore, perché sia mai che si cominci con qualcosa di semplice e scontato. Arrivai a seguire il metodo di Fulvia, seppur senza pasta madre, nella versione nocciolata. Perfezionai il tiro (difficile dopo le precedenti) con quelle ai frutti rossi, che mi sono costate un paio di fallimenti, prima di arrivare al risultato desiderato. Poi arrivai a questa ipotesi, con la farina di soia, con lo yogurt, gli amaretti e farine speciali. Ho mangiato abbozzi deformi di fette biscottate per 3 settimane, ma ci sono riuscita: ecco a voi la fetta biscottata che, ad oggi, raggiunge il livello massimo di croccantezza e friabilità. Soddisfatta è dire poco!!!!

Ingredienti

197 g di farina Petra 1
63 g di farina di soia biologica integrale tostata
96 g di farina integrale
126 g di acqua
150 g di yogurt greco alla vaniglia con 0% di grassi
60 g di Nocciolini Bonfante (o amaretti)
25 g di crusca di grano
11 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
7 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)

Tritate gli amaretti non troppo finemente e teneteli da parte.
Miscelate le farine setacciate (soprattutto quella di soia). Versate l'acqua e mescolate velocemente. Fate riposare l'impasto per circa 1 ora. Trascorso il tempo unitevi lo yogurt, gli amaetti, la crusca di grano, il lievito e il malto. Iniziate ad impastare, amalgamando bene gli ingredienti. Lavorate bene la pasta fino a quando sarà compatta ed elastica.
A questo punto date all'impasto la forma di un panetto e mettetelo a lievitare, in una ciotola coperta da pellicola trasparente, fino al raddoppio. A me ci sono volute 6 ore. Abbiate cura di tenerlo al riparo da correnti di aria. Il tempo di lievitazione potrà variare anche in base alla temperatura presente .
Riprendete la vostra pasta e stendetela, su una spianatoia infarinata, in un rettangolo spesso circa un centimetro. Effettuate una piega a tre, poi stendetelo nuovamente. Praticate un'altra piega a tre e lasciatelo riposare per un paio d'ore sotto la ciotola, che capovolgerete sopra. Trascorso il tempo, allargatelo ancora con il mattarello, a formare un rettangolo con il lato più corto lungo quanto lo stampo che utilizzerete per la cottura.
Arrotolatelo su se stesso mantenendo come lunghezza quella del lato più corto, poi adagiatelo all'interno dello stampo. Copritelo con un foglio di pellicola leggermente unto e fatelo lievitare fino a quando avrà raggiunto il bordo dello stampo stesso. Accendete il forno e portatelo ad una temperatura di 200°. Quando l'avrà raggiunta infornate lo stampo e abbassate a 175°. Cuocete per circa 1 ora. La superficie dovrà risultare dorata e l'interno compatto (se non ne foste certi fate la prova del coltello).
Sfornate il pane e sfilatelo dalla teglia. Posatelo su una gratella appoggiato su un fianco e lasciate che raffreddi completamente.
Io l'ho lasciato tutta la notte.
Quando sarà pronto tagliatelo a fettine non troppo spesse.
Sistemate le fettine sulla griglia del forno e fatele tostare a 150°, con il forno semi aperto, per circa 20 minuti, girandole un paio di volte affinché rimangano croccanti uniformemente.
A questo punto sfornatele e lasciatele raffreddare (ce la farete?)
Le sentirete immediatamente croccanti e la loro friabilità vi conquisterà all'istante.

Questa volta lascio libera interpretazione all'accompagnamento. Che sia marmellata, cioccolato o semplice miele (o sciroppo d'agave, o malto di riso), non avrete scampo: anche voi siete nella rete del fettebiscottatore seriale.

abc

Uovo scomposto fritto su asparagi filanti: il piatto della tradizione come mai fu fatto

Sicuramente in qualche recondito anfratto della mia testolina, piuttosto lontanto dalla zona di volo del mio unico neurone genietto, abitava, indisturbata, l'immagine di questo tuorlo fritto. Che poi... scusate se è poco, parliamo nientepopodimeno che del tuorlo fritto di Cracco (scusate, ma chi sarebbe???). Probabilmente ai tempi non avevo neanche lontanamente idea di chi fosse tale Carlo Cracco ed oggi, lo scrivo a chiare lettere, NON HO ASSOLUTAMENTE VOLUTO RIPRODURRE LA SUA MAGISTRALE ESECUZIONE. Semplicemente avevo voglia di un uovo scomposto. Semplicemente mi sono posta la domanda "ce la farai, piccola grande Cuocherellona?" e sicuramente mi sono data la risposta ^_^ Primo tentativo: Cuocherellona 1, Carlo Cr....ehm uovo fritto 0. Ho vinto io, certo. Non parliamo di una frittura vera. Sapete bene che ci tengo a nutrire in maniera genuina l'habitat di quel piccolo neurone e di tutto il sistema in esso contenuto. Ma posso solo garantirvi che quella crosticina così delicata e stuzzicante mi ha decisamente conquistato. Intorno ci ho costruito un piatto. Ecco, l'uovo rotto sugli asparagi filanti è sempre stato un piatto apprezzato, in famiglia. Ho pensato di rivisitarlo. Ed eccolo qui, tutto per voi!!

Ingredienti

2 uova
10 asparagi
2 cucchiai di parmigiano grattugiato + q.b.
1 cucchiaino di semi di sesamo
sale
pangrattato di riso
olio evo

Lavate gli asparagi e cuoceteli al vapore. Fateli intiepidire, poi tagliate a tocchetti la parte inferiore, fino circa a 3/4.
Separate i tuorli delle due uova dagli albumi. Raccogliete gli albumi in una ciotola, mentre i tuorli adagiateli sul pangrattato di riso. Coprite delicatamente i rossi, facendo attenzione a non romperli. Lasciateli riposare, in modo che la panatura rassodi bene.
Unite agli albumi le code degli asparagi, i semi di sesamo e il parmigiano. Salate secondo il vostro gusto. Sbattete il tutto con una forchetta, versate in uno stampino (io ne ho usato uno da 15 cm di diametro) e fate cuocere in forno fino al completo rassodamento.
   A questo punto fate saltare gli asparagi tenuti da parte in padella, con un filo di olio evo. Salateli e aggiungete, alla fine, una buona manciata di parmigiano.
Coprite la padella con un coperchio, abbassate la fiamma, e attendete che il formaggio si sciolga, avvolgendo gli asparagi stessi. Quando saranno pronti trasferiteli si un piatto. Sistemate delicatamente i tuorli nella padella calda, con un filo d'olio, e fateli cuocere per un minuto circa a fiamma moderata. A questo punto girateli e procedete con la cottura dalla parte opposta. Cercate di farli cuocere uniformemente, ma ovviamente senza romperli.
Io ero talmente presa da questa fase, che non ho avuto modo di fotografare la cottura. Ma vi dico che.... si può fare ^_^
Adagiate la frittatina di ablumi accanto agli asparagi e unitevi i due tuorli.
Servite e assaporate all'istante. Il tuorlo dovrà rimanere cremosissimo all'interno.

Il contrasto di consistenze, nonché di sapori, renderà piacevole e divertente ogni assaggio e vi farà desiderare di arrivare al momento della rottura della scocca croccante.
  
A quel punto sarà puro piacere....
abc

Crocchette di ceci neri e spinaci: dalla visione all’assaggio attraverso il supporto dell’interpretazione

Non riesco a ripetere due volte una mia stessa ricetta, figuriamoci se riesco ad attenermi alle dosi di una ricetta proposta da qualcun altro e apprezzata!! Chiamiamola interpretazione, chiamiamolo desiderio di personalizzazione, diciamo anche che provo quel pizzico di piacere nel sentirmi libera di esprimere il mio estro, seppur nella riproduzione di qualcosa di già esistente. Non me ne voglia la dolce Rachele, che ho riempito di complimenti quando ho visto i suoi kofta di ceci e spinaci. La mia reazione è stata questa: LI DEVO PROVARE. Ma già sapevo che il cumino non l'avrei messo, che i ceci sarebbero stati neri e che il fritto non sarebbe stato proprio fritto. Però, in tempo record, la sua ricetta, o meglio l'ispirazione arrivata dalla sua ricetta, si è materializzata sulla mia tavola ed è stato un grande successo. Cosa dire di questa farina di soia che sto amando ogni volta di più? Non posso spiegare il sapore. Solo il profumo inebria. L'apertura del sacchetto è un'esperienza sensoriale. Mi ci chiuderei dentro ogni volta, ad immergermi, sporcarmi e farmi riempire di quell'aroma che travolge. Così ho pensato di provarla anche in una panatura. Beh.... un successo! Presto proverò anche la versione al forno; intanto gustare queste crocchette salutari e piene di sapori intensi mi ha assolutamente soddisfatto. Grazie Rachele e.... a voi l'assaggio.

Ingredienti

60 g di ceci neri secchi (120 g bolliti)
200 g di spinaci freschi
20 g di farina di soia + q.b. per la panatura
15 g di crusca d'avena
15 g di semi di lino
noce moscata a piacere
pepe a piacere
latte d'avena q.b. per la panatura
sale
olio evo

   Mettete a mollo i ceci per una notte e poi bolliteli. Io ho provato a farli bollire senza ammollo per un paio d'ore, con un pizzico di bicarbonato, e il risultato è stato lo stesso. Una volta cotti lasciateli raffreddare su un piano.
Tritate grossolanamente i semi di lino, poi unitevi la crusca d'avena, la farina di soia e i ceci. Aggiungete noce moscata e pepe e tritate tutto.
Lavate bene gli spinaci e cuoceteli al vapore per qualche minuto.
Strizzateli e uniteli al composto di ceci. Tritate ancora tutto velocemente e salate a piacere. Prelevate poco impasto alla volta e formate delle crocchette della forma desiderata. Su un foglio di carta assorbente versate della farina di soia.
Intingete ciascuna crocchetta nel latte di avena, poi passatela nella farina di soia, cercando di coprire tutta la superficie uniformemente. Togliete la farina in eccesso, che rimarrà facilmente attaccata all'impasto, e lasciate riposare le crocchette, in frigorifero, per almeno mezz'ora. In questo modo si rassoderanno e la panatura diverrà compatta, agevolando la cottura. Io le ho lasciate riposare per più di un'ora.
Fate scaldare due cucchiai di olio in una padella e, quando satà ben caldo, unitevi le crocchette.
Lasciatele rosolare bene, a fiamma piuttosto vivace, girandole spesso affinché la cottura sia uniforme.
Quando le vedrete dorate, spegnete il fuoco e trasferitele su un foglio di carta assorbente, in modo che l'olio in eccesso venga rilasciato.
A questo punto servitele. Io le ho accompagnate con una salsina preparata con della meravigliosa salsa di pomodoro preparata dalla mia mamma, che ho fatto cuocere e ridurre, aggiungendo qualche goccia di tabasco e un cucchiaino di salsa di soia.
L'abbinamento l'ho trovato strepitoso.

Ho assaporato, crocchetta dopo crocchetta, senza davvero riuscire a fermarmi. Il gusto intendo, la compattezza giusta, l'abbinamento di sapori contrastanti hanno reso questo piatto un vero successo!

abc

Schiacciata rustica dolce alle castagne con pinoli e semi: ultimi assaggi di quel che è stato e il cambio di stagione

La colazione della domenica, quella lunga attesa che appaga il palato. Mi tocca fare una precisazione. In tempi in cui ero molto più rigorosa nel rispettare le regole alimentari (parlo di quelle legate ai dolci, prima che i dolci venissero trasformati in "dolci dalle spiccate e salubri proprietà" - cosa non si fa per convincersi!!), riservavo alla domenica l'unico momento di vera dolcezza. Non un biscottino (uno... si fa per dire) insieme al caffè dopo essermi deliziata con un paio di kiwi, oppure una mela, una frittatina di albumi, avena e semi di lino e un bel litrozzo di tè verde deteinato, che è la mia colazione quotidiana. No, appena un frutto e poi.... DOLCE!!! Un cappuccino per giganti, che poi mi vedeva alle prese con coliche per le due ore successive, ma guai togliermi quel piacere, e un bel dolce che sostenesse l'imponenza della tazza. Ora che, invece, la scusa del dolce ricco di spiccate e salubri proprietà porta a concedermi un quantitativo ben più consistente di dolcezza anche dopo la colazione da marines quotidiana (lo so, è una colazione che sfamerebbe un esercito!), quella della domenica passa più inosservata. Certo è che non manca il divertimento nel preparare lievitati di ogni genere, da far crescere tutta la notte e da infornare la domenica stessa. Questo rimane. Rimane il piacere di coccolarsi con qualcosa di nuovo, casalingo (ormai non è una novità) e sano. Così, in una pausa da croissant di cui ho proposto migliaia di versioni, ecco quella voglia di schiacciata dolce. E quella farina mi guardava dritto negli occhi. Come poter resistere?

Ingredienti

145 g di farina Manitoba bio
65 g di farina di castagne
90 g di farina di mais fioretto
80 g di zucchero di canna grezzo + 10 g per la farcitura
175 g di latte di avena tiepido + q.b. per spennellare
20 g di olio evo + q.b. per spennellare
5 g di malto d'orzo
9 g di lievito madre secco
1 pizzico di sale
15 g di pinoli
20 g di semi di girasole

Setacciate le farine e mescolatele con lo zucchero di canna grezzo, il lievito e il malto d'orzo.
Fate intiepidire il latte (a 26°) e unitelo all'impasto, mescolando per amalgamare tutto. Aggiungete il sale e versate l'olio a filo, facendolo assorbire bene. Impastate fino ad ottenere un panetto compatto, che riporrete in una terrina e farete lievitare, coperto e in un luogo tiepido, per circa 6 ore.
Quando sarà raddoppiato di volume riprendetelo e stendetelo, sgonfiandolo con le dita, in un disco spesso circa un paio di centimetri.
Versate sulla superficie il mix di pinoli, semi di girasole e zucchero. Arrotolatelo su se stesso e poi ancora nel verso opposto, in modo che tutto venga perfettamente incorporato alla pasta.
Lasciate riposare l'impasto per un paio d'ore (almeno, ma io per necessità l'ho lasciato tutta la notte), sempre in una terrina coperta da un foglio di pellicola trasparente.
Quando sarà nuovamente gonfiata e diventata soffice, stendete la pasta in una sfoglia rotonda, lasciandola piuttosto spessa.
Praticate dei tagli a croce sulla superficie e spennellate con l'emulsione di latte di avena e olio.
Cospargete la superficie con un po' di zucchero di canna e infornate, a 200°, per circa 30 minuti.
Controllate la cottura: la farina di castagne e lo zucchero di canna conferiscono all'impasto una colorazione di per sé scura, per cui fate attenzione a non farla dorare troppo in cottura. Verificate che sia ben cotta alla base, dopodiché sfornatela e lasciatela intiepidire.
Rimarrà molto morbida all'interno e croccante in superficie. Lo zucchero ne amplificherà la fragranza e l'impasto rustico saprà deliziarvi.
Nel caso in cui non abbiate occasione di finirla in tempi ragionevoli (^_^) potrete congelarla senza problemi, una volta raffreddata completamente.

Dopo aver proposto una focaccina alle castagne con le mele (qui) e aver apprezzato l'abbinamento, posso confermare che anche una versione più rustica, con l'aggiunta di frutta secca e semi, dà assolutamente un valore a questa farina che, per stagionalità, va verso il capolinea.

Ultimi assaggi di dolcezza autunnale prima di nuove esaltanti avventure ^_^abc

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