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Crema di lupini e broccoli con tofu e granella di mandorle: il binario che unisce leggerezza e gusto

Vi avevo avvisato: quando vi presentai i burger di lupini e tofu dissi che avrei replicato i due ingredienti in ulteriori preparazioni. In fondo le confezioni sono sempre troppo generose per un solo pasto, e allora come non approfittare di questa realtà per affinare la fantasia e la creatività? Approfitto del periodo post festaiolo, in cui io ho ceduto ai soli dolci preparati per i cadeaux natalizi (e il regalo richiede sempre un assaggio ^_^), per parlarvi di questa crema, definiamola detox, in cui la genuinità e la leggerezza incontrano sicuramente un appagante sapore e un completo apporto di vitamine, proteine e sali minerali. Sapete quanto sono importanti le mandorle, nell'alimentazione? E quanto sono proteici i lupini e il tofu? Se poi ci mettiamo un po' di verdura, della sana verdura di stagione, beh, il successo è garantito!! E se quella verdura è di scarto, tutto diventa ancora più magico ; )

Ingredienti

2 torsoli di broccolo
50 g di lupini puliti
80 g di tofu naturale
15 g di mandorle
acqua
sale
noce moscata

Pulite i torsoli dei broccoli e tagliateli a tocchetti piuttosto piccoli. Metteteli in un pentolino e copriteli con dell'acqua fredda. Mettete la pentola sul fuoco e portate ad ebollizione, aggiungendo poco sale (l'acqua consumerà, per cui non esagerate con la quantità) e noce moscata a piacere. Quando raggiungerà il bollore abbassate la famma e fate cuocere fino a rendere moridissima la verdura.
Nel frattempo pulite i lupini e teneteli da parte. Quando i broccoli saranno pronti, unite i lupini e fate insaporire tutto per circa 5 minuti. Spegnete il fuoco e passate tutto con un frullatore ad immersione fino ad ottenere una crema liscia e omogenea.
Tagliate a dadini piccoli il tofu e unitelo alla crema. Lavorate ancora con il frullatore fino a quando non sarà tutto perfettamente vellutato. Assaggiate di sale ed, eventualmente, correggete. Se fosse necessario aggiungete un po' di acqua calda fino ad ottenere la consistenza desiderata. A me le vellutate piacciono piuttosto dense.
Pestate con un pestello (o come desiderate) le mandorle.
Quando la crema sarà pronta servitela in uno scodellino e unitevi la granella appena ottenuta.
Non vi rimane che gustarne la delicatezza e a cominciare a ricredervi su questi strani e sospetti ingredienti ^_^

Leggerezza, genuinità, gusto.... sono valori che menziono sempre, perché mangiare bene e sano non vuol dire rinunciare alla bontà.
Vuole semplicemente dire uscire dagli schemi imposti!

Buon assaggio!!


abc

Bocconcini di gamberetti e semi di sesamo: la bontà condivisa, tramandata e interpretata

Che adoro le polpette si sa. Che alleggerisco la cottura prediligendo il forno alla frittura, è un dato di fatto. Che trasformi in bocconcino fusion qualsivoglia ingrediente, beh, è una condizione alla quale non posso sottrarmi. Ma quando vidi questa proposta della bravissima Cinzia, beh, non ci pensai un attimo! Avrei fatto miei questi bocconcini supergolosi! Lessi la sua ricetta e me ne innamorai. E volli provarci. In piedi di fronte al banco del pesce cercai di ricordare il dettaglio degli ingredienti utilizzati da Cinzia, ma non ci fu scampo, rammentai solo i principali: gamberetti e uova..... A creatività non sono messa male, ma a memoria sono un vero disastro ^_^ E allora via alla creatività. Su quei due piedi che mi sostenevano, nonostante il flusso sanguigno fosse concentrato sui neuroni impazziti nel tentativo del ricordo, ho messo a punto un paio di cosette ed ho creato la mia versione. Lo spunto arriva da lei e lei ringrazio per questo sfiziosissimo piatto. A chi mi ha visto titubante davanti a quel banco..... beh, a loro l'onore di aver preso parte al momento elucubrazione di una folle Cuocherellona!!


Ingredienti

200 g di gamberetti
1 uovo
25 g di semi di sesamo
sale
paprika dolce a piacere
olio evo
2 cucchiai di farina di riso integrale bio
2 cucchiai di pangrattato di riso
latte di avena
albume per impanare

Pulite i gamberetti e inseriteli in un boccale. Unite l'uovo, il sale e la parika dolce, in quantità sufficiente secondo i vostri gusti. Tritate tutto fino ad ottenere un composto omogeneo.
Unite i semi di sesamo e mescolate, amalgamando bene l'impasto. Fate riposare l'impasto in frigo, per circa un'ora, avvolto da pellicola trasparente.
Riprendete l'impasto e formate delle palline grosse secondo il vostro gusto, ma comunque non molto grandi. Quando saranno tutte pronte, preparate la farina, il pangrattato, l'uovo e il latte per procedere alla panatura.
Immergete ciascuna pallina nel latte, poi nella farina di riso, poi ancora nell'albume dell'uovo e ancora nel pangrattato. Effettuate la stessa operazione per tutte le polpettine e sistematele su una teglia, coperta da carta forno.
Irrorate con un filo di olio di oliva e infornate, a 190°, per circa 20 minuti. Abbiate la cura di girare le polpettine a metà cottura, e lasciat che cuociano in maniera uniforme. Controllate il colore che assumeranno e spegnete il forno quando sarà piuttosto dorato.
Assaporate le polpettine ancora calde: la crosticina sarà croccante e l'interno morbido e avvolgente.


Da proporre come aperitivo, come finger, o come sfizioso secondo, a voi la vostra preferenza!!




abc

Treccia al latte con farina di ceci e canapa sativa: stessa occasione, diversa rotta

Indovinate? Papà in visita! Certo, perché mai dovrei fare il pane, se non per lui? Mi arrischio, lo so, vedete un colore sospetto e penserete e la tradizione? Dove sta il bel pane tipo toscano che brama lui? Insieme al ragù, alle tagliatelle all'uovo e all'arrosto? Mi perdoneranno le sue papille gustative, che dovranno riformattarsi post pastum, ma non sono incline a ripetere meccanicamente impasti e preparazioni già sperimentate e messe a punto. I miei neuroni, in conflitto con l'implacabile desiderio di godere dei classici sapori, sfrecciano all'impazzata in cerca di di nuovi intrecci. E l'occasione mi permette di dare sfogo alle mie repressioni da panificatrice compulsiva. Questa volta ho chiamato in causa la farina di ceci. E perché non dare un tocco di stravaganza ad un'idea di suo bizzarra? Scende nuovamente in campo la canapa sative e, vi dirò, questa miscela di sapori è tanto particolare, quanto genuina. L'amarognolo percepito a fettina ignuda è decisamente assorbito da qualsivoglia salsa o condimento vogliate pensare e la consistenza è decisamente confortante. Papà non del tutto accontentato, ma la vittoria è in tasca!!
Ingredienti 170 g di farina di Manitoba 90 g di farina di ceci 90 g di farina integrale + q.b. 50 g di farina di canapa sativa 8 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso) 10 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso) 15 g di olio evo 280 g di latte di avena 7 g di sale Setacciate e mescolate tra loro le farine. Unite il malto d'orzo e il lievito madre secco e mescolate per amalgamare bene il tutto. Mescolate metà delle farine con il latte di vena appena intiepidito (non più di 27/28°). Aggiungete poca farina alla volta e continuate ad impastare. Unite, quindi, l'olio a filo e, per ultimo, il sale. Impastate fino a rendere tutto omogeneo. Dovrete ottenere un impasto molto morbido e piuttosto appiccicoso. Trasferitelo in una terrina leggermente unta, copritelo con un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo lievitare nel forno spento fino al raddoppio di volume. Io ho lasciato che riposasse per 10 ore. Quando sarà lievitato, scopritelo e rovesciatelo su una spianatoia infarinata. Lavoatelo con un po' di farina (io ho utilizzato quella integrale) fino a renderlo compatto e liscio. Dategli una forma allungata, aiutandovi con le mani, e tagliatelo a metà, nel senso della lunghezza, lasciando unita un'estremità. Attorcigliate tra loro i due filoni e chiudeteli bene in fondo. Trasferite la treccia ottenuta su una teglia coperta da carta forno, infarinate leggermente in superficie e lasciate lievitare, sempre nel forno spento, per un paio d'ore.    Portate il forno alla temperatura di 190°. Infornate e lasciate cuocerlo per 30 minuti. A questo punto abbassate la temperatura a 180° e cuocete per altri 10 minuti. Se dovesse essere necessario prolungate di 5 minuti la cottura alla temperatura inferiore. E' un impasto che tende a rimanere piuttosto umido. Regolatevi in base al vostro forno. Quando sarà bello scuro spegnete e sfornatelo. Trasferite il filone su una gratella e lasciatelo raffreddare. Procedete, quindi, al taglio e all'assaggio. Il suo interno rimarrà compatto come un pane di tipo toscano e molto soffice. Il sapore sarà intenso e leggermente amarognolo, complice la presenza della farina di ceci. Ma sarà molto digeribile e si manterrà a lungo.
Trovo sia ideale a fette, tostate, per crostini farciti o in brodo. A voi la fantasia!! Personalmente l'ho apprezzato molto anche da solo.abc

Quadrotti fondenti alle nocciole: l’idea di un torrone, il sapore di un brownie e tanti ossequi alla creatività

Talvolta fare di testa mia mi porta a realizzare pietanze per cui, bah, mi guardo allo specchio e dico "sei davvero stata tu?". Talvolta, invece, escono delle catastrofi astronomiche. A volte, poi, ho visto quella ricetta ma non ricordo dove e non ho in mente che un solo passaggio. E inizio da quell'unico ricordo. Di certo non arrivo al risultato immaginato, ma assaggio e..... santo cielo che bontà!! Eccomi presente, presente con questa leccornia senza precedenti. Avessi voluto preparare i brownies sarei partita da tutt'altro ingrediente. Invece ricordavo di aver visto, da qualche parte, un torrone al cioccolato. Morbido, fatto con gli albumi. Reduce dalla preparazione del panettone, avevo da parte un ben numero di albumi. E' vero che le mie colazioni mi permettono di smaltire qualsiasi quantitativo in pochissimi giorni, ma erché, mi sono chiesta, non approfittarne per realizzare qualche dolcetto natalizio? Così ecco che, da un abume montato a crema con lo zucchero (ecco il dettaglio che rammentavo), sono nati questi torronbrownies che lasciano i palati senza potere di replica!

Ingredienti

480 g di cioccolato fondente
50 ml di olio di semi di soia
85 g di zucchero di canna grezzo + 35 g per lo sciroppo
280 g di albumi
90 g di nocciole intere
100 ml di acqua


Spezzettate il cioccolato fondente e mettetelo in un pentolino. Fatelo sciogliere a bagno maria, mescolando di tanto in tanto. Fate attenzione a non portare a bollore l'acqua. Quando sarà interamente sciolto, aggiungete l'olio e mescolate fino a completo assorimento. Spegnete il fuoco, togliete il pentolino dall'acqua e lasciate intiepidire il cioccolato.
Preparate lo sciroppo portando ad ebollizione l'acqua con i 35 g di zucchero. Mescolate e mantenete il fuoco acceso fino a quando il composto inizierà ad addensarsi. Non fatelo imbrunire. Spegnete il fuoco prima e lasciatelo intiepidire. Unitelo, poi, al cioccolato, mescolando bene.
Versate in una terrina capiente gli albumi d'uovo e lo zucchero. Mescolate, in un primo momento, in modo da amalgamarli e poi lavorate con una frusta elettrica fino ad ottenere una crema spumosa.
Non abbiate fretta, ci vorranno almeno 5 minuti affinché il composto inizi a montare. Abbiate pazienza e vedrete che otterrete la giusta consistenza.
Quando avrete ottenuto la crema iniziate a versarvi dentro, a filo, il cioccolato fuso. Tenete le fruste sempre in azione, in modo da mescolare e amalgamare perfettamente i due composti.Terminate il cioccolato e cercate di creare un composto omogeneo.
Aggiungete alla crema ottenuta le nocciole intere e mescolate fino ad amalgamarle bene.
Tagliate un pezzo di carta forno della dimensione del fondo della teglia che utilizzerete. Ricopriteci il fondo. Versate sopra il composto creando uno strato spesso circa 2 o 3 centimetri.
Portate il forno a 175° e, raggiunta la temperatura, infornate le teglie. Cuocete per circa 25/30 minuti, fino a quando l'impasto diventerà compatto e semi solido.
Sfornate e lasciate raffreddate.
Quando sarà trascorsa almeno mezz'ora capovolgete le teglie e togliete il foglio di carta forno. Attendete che il tortino sia completamente freddo e procedete al taglio. Se tagliaste mentre è ancora tiepido, i quadrotti di sfalderebbero.
Ricavate dei quadrati della dimensione desiderata. Io ho creato quadratini di circa 4 cetimetri.


Procedete all'assaggio, ma ricordate: creano dipendenza e sono altamente calorici!! ^_^


abc

Chitarrina Senatore Cappelli in brodo: i sapori autentici e la gioia delle cose semplici

BEN ARRIVATO 2014!!!!!!!!!!!!!!
Chi ben mi conosce lo sa: inizio sempre qualsiasi esperienza con tutta la buona volontà e con vivida speranza. I propositi li lascio a chi ha ancora la voglia di perdere tempo con il destino. Io parto carica ogni giorno e, ogni giorno, mi confronto con me stessa e con la vita. L'inizio dell'anno, l'inizio del mese, l'inizio della settimana.... sono solo pretesti per infonderci forza e coraggio. Io non ho bisogno di questo. Affronto passo per passo ogni giorno, come fosse gioia pura. Nel bene e nel male. E questo auguro a ciascuno di voi: non cercate la felicità nei grandi traguardi, ma nelle piccole conquiste. La semplicità è la condizione necessaria della serenità e dipende da voi, solo da voi, farla vostra!
Inizio questo nuovo anno partendo dal principio. Ho terminato l'anno con un dolce, chiusura di un pasto, e riprendo con un'entrée. Questo è un piatto che mi ricorda l'infanzia. Ho voluto che proprio lui riunisse nuovamente la famiglia nei giorni di festa appena trascorsi. Il tagliolino all'uovo, oggi impreziosito con una Senatore Cappelli d'eccellenza, assorbe il sapore di un brodo dal gusto antico, come quello della tavola delle nonne. Un piatto che non toglie affatto il piacere del gusto, ma che si presenta delicato e leggero. Inizio così l'anno, in punta di piedi. Con delicatezza e consapevolezza!

Ingredienti

200 g di semola di grano duro Senatore Cappelli
2 uova
1 cucchiaino di olio evo
1 l circa di brodo di carne
sale

Disponete a fontana la farina e rompete, nel mezzo, le uova. Unite l'olio extravergine e iniziate ad impastare, sbattendo le uova, prima con una forchetta, poi con le mani.
Lavorate fino a uando otterrete una pasta compatta e liscia. A questo punto date la forma di un mìpanetto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigo per almeno un'ora (io ho preparato la pasta la sera e l'ho stesa la sera del giorno successivo).
Riprendete, quindi, l'impasto e infarinatelo leggermente. Tagliatelo a fette regolari, spesse circa due centimetri, e stendete ciascun pezzo in una sfoglia di un paio di millimetri.
Infarinate molto bene ciascuna sfoglia, in modo che il taglio non faccia attaccare tra loro i tagliolini. Lasciate riposare le sfoglie per circa 10 minuti. Procedete, quindi, al taglio. Io ho utilizzato la preziosissima chitarra abruzzese, accessorio da cui mai pototrei separarmi!! Il sapore che quelle corde conferiscono alla pasta è decisamente imparagonabile!! In alternativa arrotolate le sfoglie e tagliate delle striscioline con il coltello, dello pessore desiderato.
Infarinate ancora bene la pasta, facendola saltare tra le mani, e lasciatela riposare su una spianatoia.
Portate ad ebollizione abbondante acqua salata e, nel frattempo, scaldate il brodo di carne. Quando l'acqua starà bollendo buttate i tagliolini e fateli cuocere per un paio di minuti.
Scolateli al dente e uniteli al brodo di carne. Procedete la cottura per altri due minuti circa, o comunque fino a quando saranno cotti. Spegnete, a questo punto, il fuoco e impiattate.
Versate una forchettata abbondante di tagliolini e copriteli con un paio di mestoli di brodo. Io non amo aggiungere formaggio, ma potrete arricchire il vostro piatto con quanto desideriate.
A questo punto portate in tavola. Attenzione al brodo bollente: gustati leggermente intiepiditi valorizzerà il loro sapore!!


Un piatto semplice, ma dai sapori veri. Io non so resistervi!!


abc

Panettone handmade: prove generali di un panettone che si crede una colomba

Va bene, non ho la planetaria, gli impasti li faccio con il Bimby e il Bimby non va bene per il panettone. Ma continuo ad essere senza planetaria e allora cosa faccio, non faccio il panettone? Alessandra mi dice che una sua amica (poi scopro essere la cara Ileana) l'ha fatto a mano. Beh, forse lei non lo sa, ma questa per me è stata la sfida determinante! Mi rimbocco le maniche e inizio a documentarmi. Avevo già fatto mio il papiro di post che con cura e amore Alessandra aveva pubblicato qualche giorno prima, come fare un panettone. Ma Alessandra mi suggerisce il suo impasto della colomba come preparazione di sicuro successo. Insomma, leggi di qua e leggi di là..... inizio ad impastare senza fare attenzione a piccoli dettagli (pirlatura, temperatura interna in cottura, a cui si aggiungono valutazioni imprecise sulla quantità di lievito e sulla temperatura del forno). Il terrore di aver fallito perseguita me e anche Alessandra, ma il taglio ha riportato il sorriso. Di certo ho preso coscienza di ciò che vuol dire fare un panettone e di certo, ve lo anticipo, ci riproverò con le rifiniture pianificate. E' un po' abbronzato, lo ammetto, ma vi garantisco che l'interno è un tripudio di bontà, soffice dolcezza e grande orgoglio ^_^ Perché certe preparazioni ti fanno capire che l'orgoglio è commestibile!!

Ingredienti

Primo impasto
300 g di farina per dolci (io Antico Molino Rosso)
117 g di acqua
96 g di zucchero di canna grezzo
22 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
118 g di tuorlo d'uovo (circa 8 tuorli)
137 g di margarina

Secondo impasto
il primo impasto
55 g di farina per dolci
33 g di tuorli (circa 2 tuorli)
emulsione*
22 g di zucchero di canna grezzo
27 g di margarina
6 g di sale
110 g di albicocche essiccate
100 g di noci

Per l'emulsione (*)
50 g di malto d riso
scorza di 1 arancio
scorsa di 1 limone

Preparate bene tutti gli ingredienti del primo impasto, mettendo la farina (per i 3/4 del peso indicato) e il lievito madre nella ciotola in cui eseguirete l'impasto. Il quarto di farina tenuta da parte vi servirà durante la lavorazione.
Versate l'acqua nella farina (mischiata al lievito) e impastate, con le mani. Lavorate fino ad ottenere un impasto compatto. A quel punto versate una piccola parte di tuorli. Lavorate bene fino a quando non saranno stati completamente amalgamati.
A questo punto versate una parte di zucchero e lavorate nuovamente fino al completo assorbimento. Versate un po' della farina tenuta da parte e procedete allo stesso modo.

E' molto importante che, prima di aggiungere un nuovo ingrediente, quello precedente sia stato assorbito del tutto. Ripetete questa operazione partendo nuovamente dai tuorli e seguendo con lo zucchero e la farina, fino a terminare le quantità indicate. Questa fase richiederà mezz'ora di lavoro.
Dovrete ottenere un impasto elastico, che avrà acquisito una certa incordatura. Lo sentirete piuttosto appiccicoso, ma si staccherà comunque abbastanza facilmente dalle mani.
Iniziate, a questo punto, ad incorporare la margarina.
Siate pazienti e versatene poca alla volta. La quantità indicata io l'ho aggiunta in 6 volte. Ogni volta in cui aggiungerete il grasso, dovrete impastare fino al completo assorbimento. Solo allora potrete procedere all'aggiunta della dose successiva. Questa lavorazione, che durerà altri 30 minuti circa, sarà importante per conferire all'impasto l'incordatura perfetta. Sentirete la pasta legarsi alle dita e ne sentirete la forza.
Otterrete un panetto liscio, morbido ed elastico. A fatica si spezzerà, tirandolo con le mani.
Ungete una terrina con poca margarina e adagiatevi la pasta. Coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate riposare in forno a 27° (io ho lasciato la lucina accesa) fino a quando sarà triplicato di volume.
Questa fase a me ha richiesto 4 ore. La prossima volta proverò a diminuire, su consiglio di Alessandra, la quantità di lievito. In questo modo la lievitazione sarà più lunga e lenta, aspetto fondamentale per la perfetta riuscita del lavoro!
Nel frattempo tagliate le albicocche a cubetti. Con questa operazione preparatevi al secondo impasto. Nel preparare tutti gli ingredienti che vi serviranno, partite dall'emulsione.
Versate in una ciotola il malto di riso. Grattugiate la scorza del limone e dell'arancio, precedentemente lavati e asciugati accuratamente. Unitele al malto, versate la fialetta di aroma di vaniglia e mescolate con un cucchiaio, fino ad ottenere una pasta omogenea. Tenete da parte e preparatevi tutti gli altri ingredienti.
Mischiate il lievito madre secco alla farina (la prossima volta valuto anche questa aggiunta di agente lievitante), separate i tuorli dagli  albumi e pesate tutti il resto.
L'ultima cosa da fare prima di riprendere l'impasto e iniziare a lavorarlo, sarà infarinare le albicocche, affinché non precipitino in fondo all'impasto, una volta in cottura. A questo punto scoprite l'impasto e iniziate la seconda lavorazione.
Versate il mix di farina e lievito e iniziate a lavorarlo, cercando di incordare l'impasto. Lavorate fino a quando la farina si sarà assorbita completamente. Ci vorranno dieci minuti circa di lavoro. Ricordate che ogni ingrediente dovrà essere inserito solo quando il precedente sarà stato incorporato completamente all'impasto. Quando avrete ottenuto una pasta uniforme, procedete unendo un tuorlo alla volta. Aggiungete il secondo solo all'assorbimento del primo.
Effettuate la stessa operazione aggiungendo lo zucchero, poco alla volta.
Aggiungete, quindi, l'emulsione, un cucchiaino alla volta. Lavorate con tenacia la pasta, fino ad incorporarla tutta.
A questo punto aggiungete il sale ed incordate bene l'impasto.
Per ultimo aggiungete poca margarina alla volta e lavorate la pasta, facendola incordare.
Quando avrete ottenuto un impasto omogeneo, aggiungete le albicocche e le noci spezzettate. Impastate con pazienza fino a quando non si saranno incorporati perfettamente e in maniera uniforme.
A questo punto l'impasto è pronto per la seconda lievitazione. Copritelo con un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo lievitare in forno, a 27°, per circa 1 ora. A questo punto rovesciatelo su una spianatoia, allargatelo e lasciatelo asciugare per circa mezz'ora. In questo modo sarà più facile procedere all'ultima lavorazione.
Procedete con la pirlatura: piegate in quattro (prima a metà da una parte, poi a metà dall'altra) l'impasto, dategli una forma tondeggiante e fatelo scivolare sul ripiano, accompagnandolo con la mano, per formare lo strato lucido e compatto che racchiuda tutto l'impasto. Questo è un procedimento che dovrò migliorare, ma per avere un'idea di come procedere, ecco un video dimostrativo.


Ponete ora il vostro panetto nello stampo da panettone, quello da 1 chilo. Pesatelo: dovrà essere circa 1,100 chili. Copritelo con un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo in un luogo tiepido (circa 27°) fino a quando non raggiungerà il livello dello stampo. Per me ci sono volute 9 ore.

Il mio impasto pesava di meno, per cui non ha raggiunto esattamente il bordo. Raggiunto il livello esatto togliete la pellicola e lasciatelo mezz'ora scoperto. In questo modo si formerà una specie di crosticina sulla superficie. Quando sarà pronto incidete una croce con una lama affilata.
Non abbiate timori: il panettone non si sgonfierà. E' sempre stata una mia grande paura, ma ho piacevolmente constatato che questo passaggio non è così difficile. Cospargete le incisioni con della margarina e infornate.
Io ho portato il forno a 200° e quando l'ho infornato l'ho abbassato a 170°, per 50 minuti. Questo tipo di cottura mi ha scurito subito la superficie, per cui la prossima volta infornerò direttamente a 170° e lascerò cuocere fino a quando la temperatura interna arriverà a 92°.
Come insegna Alessandra, è importante rispettare questo dettaglio, affinché il panettone rimanga perfettamente umido. Il mio è arrivato a 98°: buonissimo, ma leggermente asciutto.
Sfornate e infilzatelo con due ferri da maglia. Io non li avevo e mi sono ingegnata come ho potuto. Capovolgete il panettone in un tegame e lasciatelo raffreddare. Quando sarà completamente freddo (ci vorranno almeno 3 ore), riportatelo in posizione eretta.
Prima di chiuderlo in un sacchetto lasciatelo all'aria aperta per almeno 10 ore. Per mantenerlo morbido Alessandra consiglia di spruzzare all'interno del sacchetto alcool alimentare. Io non l'ho fatto, ma il mio panettone è rimasto morbido per molti giorni, anche dopo il taglio.

Prima di procedere al taglio lasciatelo riposare un paio di giorni: in questo modo i sapori si assesteranno e diventeranno più armoniosi.

Un successo dal primo all'ultimo morso.....abc

Cocchini di mais: un solo ingrediente nelle più svariate forme e piccoli bocconcini di bontà

Biscottare mi piace, non c'è nulla da fare. E salvo sporadiche occasioni, esattamente con le paste di meliga, quello che mi piace particolarmente del biscottare è la fantasia che mi fa approdare sempre su varianti differenti, frutto di una pura proiezione mentale. Così anche questa volta, in occasione dei cadeaux natalizi per i pochi intimi, avrei voluto qualcosa di particolare, da affiancare alle margherite alla farina di castagne e burro di anacardi. Gusto dominante: cocco. Segni particolari: cocco sotto ogni forma. MI sono messa all'opera, ho impastato, ho formato queste palline, ho infornato, ho sfornato, ho assaggiato a caldo, poi a tiepido, poi a freddo..... e poi a distanza di un giorno. Beh, prima di donare dovrò pur testare, no?? ^_^ La meraviglia di tutte queste fasi di assaggio è stata che con il passare del tempo, questi bocconcini acquisivano un'armonia migliore. Come se i sapori e le consistenze si dovessero assestare. E cosa dire? Entrano di diritto nella lista dei biscotti da rifare!! Oltretutto, per una versione completamente gluten free, si può tranquillamente usare la farina di riso!!

Ingredienti

240 g di farina di mais fioretto
60 g di farina di cocco
1 uovo
1 tuorlo
120 ml di olio di cocco
75 g di zucchero di canna grezzo
45 ml di panna di cocco
6 g di lievito per dolci
1 pizzico di sale

Mescolate la farina di mais fioretto con il lievito setacciato. Unire lo zucchero, il sale, l'uovo e il tuorlo. Versate l'olio di cocco e iniziate a lavorare, con le mani (o nell'impastatarice), fino a formare una pasta compatta, seppur friabile.
Aggiungete la panna di cocco e continuate la lavorazione. Questo passaggio dovrà permettervi di ottenere un panetto sodo.
Date una forma arrotondata all'impasto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigo per almeno mezz'ora.
Foderate due o più placche con carta forno e tenetele da parte. Riprendete l'impasto, scopritelo e, prelevando poca pasta alla volta, formate delle palline di circa 2 o 3 centimetri di diametro. Posizionate le piccole sfere sulle placche da forno, anche piuttosto vicine, e lasciate riposare per mezz'ora.
Accendete il forno a 180° e infornate, una volta raggiunta la temperatura.
Cuocete per circa 20 minuti, ma controllate la colorazione: non dovranno scurirsi troppo.
Quando saranno pronte sfornatele, trasferitele su una gratella per dolci e fatele raffreddare. Una volta che saranno ben fredde potrete trasferirle in un barattolo di vetro. In questo modo si conserveranno per diversi giorni.


E, in questo modo, avrete occasione anche voi di testarne la bontà, giorno dopo giorno ^_^

Sempre che riusciate a resistervi, perché..... una tira l'altra!!



abc

Burger di lupini e tofu: la prima versione di due ingredienti dall’aspetto sospetto

Preparatevi!! Ho aperto la confezione dei lupini e del tofu, per cui..... ne vedrete per un po' : D
Il concetto è sempre lo stesso: spesso ciò che non conosciamo ci mette timore. Se poi ciò che non conosciamo non gode di una gran favorevole recensione, beh, è impresa veramente ardua lasciarsi tentare. Allora ci penso io. Lo faccio in queste vesti per chi non osa cimentarsi, e lo faccio nelle vesti di una piccola consigliera, per chi, invece, di questi alimenti fa una consueta, o saltuaria, abitudine. Sia lupini che tofu sono alimenti ad alto apporto proteico e a ridotto livello di grassi. Non male, se si pensa che, aromatizzati a piacere, possano essere trasformati in sfiziosi piatti!! L'assenza di uova in questa versione rende particolarmente leggero il piatto. Certo la lavorazione dovrà essere più attenta, soprattutto in fase di cottura, ma vi garantisco che, con una fresca insalatina, ma anche con un contorno importante, i burger di lupini e tofu sapranno deliziarvi a dovere!!

Ingredienti

100 g di lupini
100 g di tofu al naturale
20 g di olive di Riviera
25 g di senape delicata
5 g di olio evo
1 rametto di rosmarino
sale
noce moscata

Pulite i lupini, togliendo la loro buccia. Lavate il rametto di rosmarino e asciugatelo accuratamente. Tagliate il tofu a dadini e unite tutto all'interno di un boccale.
Sgocciolate le olive e sciacquatele in acqua calda, affinché venga liberato l'olio di conservazione. Unitele al resto degli ingredienti con un pizzico di sale e noce moscata a piacere. Tritate, fino ad ottenere un composto piuttosto pastoso ed uniforme.
Unite, a questo punto, la senape. Mescolate accuratamente ottenendo un impasto ben amalgamato. Assaggiate ed eventualmente correggete la sapidità. Lasciate riposare l'impasto per mezz'ora circa, coprendolo con una pellicola trasparente.
Scaldate un cucchiaio di olio evo in una padella. Riprendete l'impasto e formate i burger. Io ne ho ottenuti due di 10 centimetri di diametro e 3 centimentri di spessore. Compattateli molto molto bene, su un foglio di carta forno poco più grandi dei burger, in modo che non si sfaldino in cottura.
Quando l'olio sarà ben caldo, adagiate i burger. Fateli cuocere per qualche minuto per parte. Girateli più volte, in questo modo cuoceranno uniformemente e non doreranno troppo. Procedete per circa 10 minuti, a fiamma media.
Quando li vedrete ben coloriti, spegnete il fuoco e impiattate.

Fragranti, delicati e leggeri. Maneggiateli con cura, assaporateli con gusto ^_^ Sono ideali per essere accompagnati con un fresco radicchio rosso.



Deliziatevi e.... alla prossima lupin-tofu ricetta ^_^

abc

Crema fondente bianca al pistacchio: l’ispirazione, il pensiero e la distanza abissale dal concetto di dieta

Va bene, vi prometto che per un po' vi darò tregua. Concedetemi solo l'ultima chicca pistacchiosa. Già che vi abbia concesso un intramezzo salato in questo show di dolci leccornie, con gli gnocchi alla romana, è stato un riprendere fiato dal lungo show natalizio. Sì, perché, io che golosa lo sono veramente, mi tengo alla larga tutto l'anno da preparazioni di questo genere, ma a Natale mi piace deliziare i pochi intimi con piccole prelibatezze che del dietetico hanno ben poco!! E volete che non assaggi anche io????
Quando proposi la mia dietcrema di pistacchi, la cara amica Enza commentò quanto fosse ben diversa dalla sua proposta, che io avevo ben adocchiato e di cui mi ero innamorata follemente. Così ecco che, ispirata dalla su nutella di pistacchi, ho ceduto alla tentazione!! Non si commenta, si mangia e basta ^_^

Ingredienti

170 g di pistacchi tostati non salati
250 g di cioccolato bianco
250 ml di latte di riso alla vaniglia
25 g di zucchero grezzo di canna

Sgusciate i pistacchi (operazione abbastanza impegnativa e paziente) e puliteli il più possibile dalle loro pellicine.
Tritateli finemente, insieme allo zucchero, fino a creare una sorta di pasta. Azionate le lame poco alla volta, in modo da non surriscaldare troppo il composto. Quando saranno finissimi, metteteli da parte.
Spezzattate il cioccolato bianco e tritatelo finemente. Mescolatelo ai pistacchi e fatelo sciogliere, portandolo ad una temperatura di 90°, mescolando continuamente. Io ho eseguito tutto nel Bimby, ma questa operazione può essere fatta a bagno maria.
Scaldate leggermente il latte e versatelo a filo, mescolando sempre con molta cura. Continuate fino ad ultimare i 250 ml. Portate nuovamente in temperatura la crema e, poco prima dell'ebollizione, spegnete il fuoco.
Sterilizzate dei vasetti in vetro e fate in modo che siano perfettamente asciutti. Versate, quindi, la crema all'interno, chiudete il vasetto e lasciate raffreddare.


Conservate la crema in frigo, una volta che sarà completamente fredda. Diventerà compatta e cremosa.
Assolutamente irresistibile!!


abc

Gnocchi alla romana con pistacchi: unico richiamo concesso, il gusto

Ricordate gli gnocchi di semolino al pistacchio di cui vi parlai qualche giorno fa? Ecco, quell'impasto, in quantità eccessiva per un semplice piatto monoporzione, fu ampiamente valorizzato nella versione di uno dei piatti che maggiormente amo, da sempre: gli gnocchi alla romana.
E' inutile che mi dilunghi nuovamente su questo concetto e sui ricordi che mi legano al piatto. Passiamo al concreto. Il concetto della tradizione che incontra l'innovazione mi piace molto, lo sapete. E unire due sapori che amo fortemente è uno dei miei giochi preferiti. Allora volete mettere immaginare lo gnocco alla romana impreziosito dal pistacchio? Mmmmmm, io non solo l'ho immaginato, l'ho anche ricreato. E vi dirò..... l'assaggio mi ha letteralmente estasiato!! Tanto che una pirofila è stata archiviata nel congelatore.... pronta per un veloce richiamo di gusto.

Ingredienti

125 g di semolino
1/2 litro di latte di avena
1 tuorlo
20 g di olio evo
25 g di parmigiano grattugiato + q.b. per la copertura
1 cucchiaino raso di sale
noce moscata a piacere
15 g di pistacchi


Versate il latte, l'olio, la noce moscata e il sale in un pentolino e portatelo ad ebollizione. Versate, quindi il semolino a pioggia, mescolando con un cucchiaio di legno per evitare di formare grumi.
Cuocete per 10 minuti a fiamma bassa, sempre mescolando.
Sgusciate i pistacchi, privateli delle pellicine e tritateli. Quando il semolino sarà cotto spegnete il fuoco e aggiungete il tuorlo e il parmigiano e mescolate, incorporandoli bene. Unite i pistacchi e amalgamate tutto.Rovesciate l'impasto su una spianatoia e livellatelo bene, in modo da ottenere uno strato di circa due centimetri di spessore.
Lasciate raffreddare per almeno una mezz'ora, in modo da poterli lavorare bene. Quando saranno completmente freddi, e quindi compatti, tagliate delle forme a vostro piacimento, ci circa 10 centimentri di diametro. Abbiate la cura di bagnare lo stampo, in modo da non fare attaccare l'impastoUngete una pirofila con dell'olio.
Sistemate gli gnocchi appena tagliati in modo che siamo leggermente sovrapposti tra loro. Versate sopra un filo di olio evo.


Coprite con abbondante parmigiano grattugiato e infornate, a 190°, per cieca 20/25 minuti. Il formaggio si sarà dovuto sciogliere e la superficie dovrà risultare gratinata.

A questo punto sfornate la vostra pirofila e servite.


Fate attenzione al primo boccone: sono davvero molto caldi!!
Abbiate la forza di resistere almeno quei 5 minuti che vi permetteranno di assaporarne in pieno la fragranza!abc

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