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Pepite di merluzzo in crosta di mais su chips di rapa alla paprika:sfizi genuini in ottimizzazione domestica

Spesso mi capita, nei miei continui rituali di economia domestica, di ottimizzare l'utilizzo del forno. Individuo la serata libera da impegni e dal lavoro e parto con la creazione di tutte le portate che, fino a quel momento, abitavano la stanza dei pensieri e che attendevano semplicemente il loro turno. E, ovviamente, la cottura in forno. Immaginatemi alle prese con almeno tre differenti preparazioni. Guardo alla mia cucina come ad una benedizione, ma finisco sempre per implorare quei 50 centimetri in più di spazio! In ogni caso, a fine lavoro questo caloroso ambiente, che si trasforma sempre in un campo di battaglia, mi riappacifica con me stessa. E se l'impresa è ripagata da un grande risultato, cosa volere di più? E' il caso di queste pepite. Giammai le avrei fritte, come mai avrei fritto le chips di rapa. Ne verrà sacrificato il sapore? Provate e poi mi direte!!

Ingredienti

Per le pepite
200 g di merluzzo fresco
2 cucchiaino di gomasio (oppure 1/2 cucchiaino di sale)
1/2 spicchio di aglio
scorza di 1/2 limone
1 pizzico di sale
10 g di semi di sesamo
(eventuali spezie a piacere)
farina di mais fioretto gialla

Per le chips
2 rape
sale
paprika dolce

Pelate le rape e lavatele. Asciugatele accuratamente. Con l'aiuto di una mandolina tagliatele a fettine sottili. Foderate con un foglio di carta forno una placca e sistemate le fettine, una accanto all'altra.
Salatele a piacere e spolverizzatele con la paprika dolce. Cuocetele in forno, a 190°, per circa una decina di minuti, ma controllate bene che non brucino: il momento che passa dalla croccantezza al carbone è veramente minimo!! Quando saranno dorate al punto giusto, sfornatele e fatele raffreddare. Passate ora alla preparazione delle pepite.
Prendete i filetti di merluzzo, liberateli da eventuali lische, sciacquateli e asciugateli, tamponandoli con un foglio di carta assorbente. Trasferiteli in un boccale, insieme al gomasio, al sale, al sesamo e alla scorza di limone grattugiata (e alle eventuali spezie).
Tritate a più riprese, in modo da rendere omogeneo l'impasto che ricaverete.
Versate su un piano un paio di cucchiai di farina di mais. Prendete un po' di impasto per volta, lavoratelo con le mani fino a formare una polpetta, e passatelo nella farina allungandolo in crocchetta. Procedete fino a terminare la polpa del merluzzo. Sistemate le pepite appena ottenute su una teglia coperta da carta forno e leggermente unta con un pennello. Infornatele, a 190°, per 20 minuti. Dopo 10 minuti dirate le pepite, in modo che la doratura sia uniforme.
Sfornatele e gustatele, accompagnate dalle chips di rapa, leggere e genuine.


Credo non rimpiangerete la cottura in olio!
abc

Carote viola, melograno e nocciole: il contorno dalla spiccata identità

Spesso si crede che il contorno, in un piatto, sia un effettivo..... contorno. A volte bilancia i sapori, altre è la tradizione che lo richiede, altre ancora nel frigo ho un po' di questo, e certe altre si fonde con la portata principale. Questa volta, invece, questa volta no. Questa volta voglio che al contorno sia data una vera identità. Partendo dalla cromaticità: dev'essere intensa, deve scaldare, conquistare. E i sapori: dolci, ma a contrasto, affini, ma differenti. Per finire con la consistenza, in un gioco di croccantezze che stuzzica e non stanca. E allora ci ho provato. I colori sono intensi, i sapori affini, le dolcezze differenti e la croccantezza, quella certo non manca. Il risultato? Una vera esperienza sensoriale.

Ingredienti

3 carote viola
1/3 di melograno
10 g di nocciole
peperoncino in polvere
olio evo
sale

Pulite le carote e tagliatele a dadini grandi più o meno quanto un chicco di melograno. Scaldate in una padella un filo di olio e fate saltare la dadolata per pochi minuti, aggiungendo un goccio d'acqua se fosse necessario. Abbassate, quindi la fiamma, salate, coprite con un coperchio e fate cuocere per 10 minuti. Girate, di tanto in tanto, con un cucchiaio di legno.
Nel frattempo piulite il melograno e prelevate 1/3 dei chicchi.
Aggiungeteli alle carote e fate cuocere, sempre a fiamma bassa, per altri 5/10 minuti.
Se fosse necessario, aggiungete altra acqua. Assaggiate la sapidità e correggete, eventualmente. Unite peperoncino a piacere e lasciate insaporire.
Pestate le nocciole tostate creando una granella piuttosto grossolana. Aggiungetela alle carote e al melograno e mescolate. Fate saltare a fiamma viva per un minuto, spegnete il fuoco e servite.


Non serve aggiungere altro: sapori genuini, insoliti, appaganti e sfiziosi.

Gli occhi si riempiranno di colori e il vostro palato di piacere!


abc

Panchiocciole alle castagne con le noci e la certezza che dietro un fallimento si nasconde un successo

Lo confesso: queste chiocciole sono il frutto di un esperimento fallito. L'idea, quella prima volta, era chiara in testa, ma non sempre il risultato ripecchia l'immagine che ci si è creata nell'immaginario. Beh, non che il fallimento sia stato proprio deludente. Seppur abbia sfornato uno sgorbietto poco presentabile, ne ho fatto un goloso spuntino, che i miei amici di Fb hanno potuto gustare con gli occhi sabato mattina. Ma, testarda e tenace come sono, mentre assaporavo quella camuffatura d'autore, valutavo le mosse che avrei potuto mettere in atto per miliorare l'opera. Ehm.... per creare qualcosa di commestibile e presentabile ^_^ Insomma, alla fine ne è uscito un impasto che mi ha conquistato da subito. La fragranza di queste chiocciole è intensa, la crosticina croccante racchiude un soffice concentrato di sapori e noci e marroni contrastano la consistenza morbida rendendo il risultato veramente soddisfacente.

Ingredienti

60 g di marroni crudi (peso da puliti)
25 g di gherigli di noci
115 g di farina integrale
65 g di farina di castagne
5 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
30 g di malto di riso
135 g di latte di avena
15 ml di olio evo
1 pizzico di sale

Sbucciate i marroni, facendo molta attenzione di eliminare tutte le pellicine, che conferiscono un sapore amaro. Tagliateli in piccoli dadini (per un risultato più morbido, sbollentatele per un minuto). Spezzettate anche i gherigli di noci e mischiateli ai marroni.
Setacciate la farina di castagne e mescolatela alla farina integrale e al lievito madre secco. Aggiungete, ora, il malto di riso e il latte di avena. Iniziate ad impastare, incorporando l'olio a filo. Per ultimo unire il sale e lavorare l'impasto fino ad ottenere un panetto compatto. Ponetelo in una terrica, copritelo con un foglio di pellicola trasparente e fate lievitare in un luogo caldo per almeno 5 ore. Trascorso questo tempo riprendete l'impasto, rovesciatelo su una spianatoia infarinata, unitevi le noci e i marroni e impastate.
Date alla pasta una forma tonda e ponetelo nuovamente nella terrina. Copritelo con la pellicola e lasciate che lieviti ancora per 2 ore. Io lo lascio nel forno con la sola lucina accesa.
Quando sarà ben soffice e gonfio, prelevatelo dalla terrina e stendetelo sulla spianatoia infarinata, creando un rettangolo di circa un paio di centimetri di spessore. Con una rotella per pizza tagliate delle strisce larghe circa 3 centimetri. Attorcigliatele su loro stesse, una ad una, e chiudetele a chiocciola, pizzicando l'estremità sotto la chiocciola stessa.
Coprite una teglia con carta forno e posatevi sopra le chioccioline.
Lasciatele lievitare per altre due ore, sempre in un luogo tiepido. A questo punto portate il forno in temperatura e cuocete, a 190°, per circa 30 minuti. Fate attenzione alla cottura, controllando che non brucino. Potrebbe essere sufficiente anche un minor tempo. Valutate in base al vostro forno.
Sfornate e lasciate raffreddare su una griglia. Resistete, resistete, resistete ^_^ Almeno che siano tiepide, poi assaporatele come desiderate.
Sogliatele, addentatele, farcitele, queste chiocciole in ogni caso vi daranno soddisfazioni!


Il sapore è dolciastro, per merito della farina di castagne e del malto di riso, ma è un impasto che si presta molto ad accompagnare anche le pietanze salate. A voi la fantasia e il gusto!!
abc

Cereali gratinati con cuore morbido di crescenza: un gioco di colori e sapori che riempiono il sorriso

Arriva così. E' un giorno in cui il pranzo vuole essere sfizioso ed essere pronto da infornare quando le faccende siano volte al termine. Ho bisogno di prendermi per la gola, di trasformare in irresistibile ogni cosa.
In dispensa, che tracima delle più svariate rappresentanze alimentari, un piccolo sacchettino di cereali se ne stava, quatto quatto, tra imponenti confezioni di farine, frutta secca, semi, dolci, lieviti, addensanti e.... continuo? ^_^ Povero, senza poter neanche respirare, ha guardato verso di me cercando di dirmi quanto, forse, avrebbe potuto, proprio lui, soddisfare la mia esigenza. Certo, un mix di riso rosso, orzo, farro, grano duro e avena non può essere ignorato e dargli una giusta collocazione non è neanche così complicato. Tutti questi colori, il sole nel piatto. Insomma, qui non si appaga solo il palato. Gli occhi sorridono e lo sguardo si illumina. Mentre si prepara e quando si assapora.

Ingredienti

60 g di mix ai 5 cereali
10 g di pistacchi tostati
10 g di semi di zucca
1 tuorlo
40 g di certosa (io light)
10 ml di olio evo
sale
parmigiano grattugiato

Portate a bollore abbondante acqua salata e fate cuocere i cereali secondo il tempo di cottura indicato sulla confezione. Quando sarà cotto scolateli, conditeli con un filo d'olio evo e lasciateli raffreddare.
Pulite i pistacchi e frantumateli grossolanamente, insieme ai semi di zucca. Io mi servo del mattarello, pestando il mix avvolto in un foglio di carta assorbente.
Uniteli ai cereali e mescolate fino a rendere tutto omogeneo.
Aggiungete il tuorlo dell'uovo e amalgamate bene.
Ungete una piccola pirofila e copritela con uno strato di cereali (circa i 2/3 del preparato). Create una sorta di conca, in modo che i bordi siano più alti.
Mescolate la certosa con abbondante parmigiano e sistematela sopra i cereali. Volendo la potrete lasciare al naturale: sappiate che, in questo caso, il sapore rimarrà più dolciastro.
Coprite la pirofila con il riso rimasto e spolverizzate con il parmigiano grattugiato. Cospargete con un filo d'olio e cuocete, sotto il grill, per 15 minuti circa, fino a quando il formaggio si sarà fuso e si sarà creata una invitante crosticina.

Sfornate e trasferite in un piatto (volendo potrete mangiarlo direttamente nella pirofila). Il cuore morbido, in contrasto con la croccantezza dei cereali, vi conquisteranno fino all'ultimo boccone!
abc

Crema di pistacchi: pura e semplice bontà senza artifici

Non ci sono grandi segreti. Amo il pistacchio e coprirei di pistacchio ogni anfratto della mia esistenza. Nel dolce, nel salato, in crema, in granella, intero, come protagonista, come comparsa. Basta che sia pistacchio. Già un tempo mi cimentai in una preparazione di crema che mi lasciò titubante. Non del tutto soddisfatta, ma assolutamente ingolosita. Il pensiero fu si può fare, ma è da migliorare. Eccomi!! ^_^ Credo che la scelta di pochi e genuini ingredienti sia vincente e credo che quel piccolo dettaglio insolito, nell'aroma, dia il tocco di magia. Insomma, quando dico pistacchio ciò che voglio assaporare è il pistacchio. Diffido dagli aromi artificiali, dagli intrugli di additivi impronunciabili. Qui dentro non c'è altro: c'è semplice e pura natura. E da qui parto, perché questa crema non è un traguardo, ma un grande punto di partenza: in mente ho già qualche sfiziosissima idea!!!! Sempre che quel barattolino non finisca prima!!!! ^_^


Ingredienti

100 g di pistacchi tostati non salati
30 g di zucchero grezzo di canna
350 ml di latte di avena
1 cucchiaino colmo di farina di semi di carrube
scorza grattugiata di mezzo limone

gusciate i pistacchi, cercando di pulirli il più possibile dalle loro pellicine. Eventualmente sfregateli delicatamente tra di loro.
Tritateli finemente, facendo lavorare le lame a scatti, con pause continue che non surriscaldino troppo i pistacchi.
Procedete fino a quando avrete ottenuto una pasta compatta.
A questo punto aggiungete lo zucchero e la scorza grattugiata del limone e mescolate bene. Stemperate la farina di semi di carrube con un po' di latte tiepido e unitelo alla pasta. Versate il restante latte, mescolando bene affinché non si dormino grumi e mettete sul fuoco, a fiamma moderata. Portate a lieve bollore e, una volta raggiunti i 90/95°, sempre mescolando, fate cuocere per circa 4 minuti.
Nel frattempo sterilizzate un vasetto. Con queste dosi vengono circa 450 ml di crema.
Quando la crema sarà cotta spegnete il fuoco e versate la il composto bollente vel vasetto. Chiudete subito e avvolgete in un canovaccio lo stesso barattolino. Lasciate raffreddare per qualche ora, fino a quando si sarà creato il sottovuoto.
A questo punto la crema è pronta per essere riposta in dispensa e conservata. Magari una buona e semplice idea regalo!!

Io ho utilizzato un vasetto da 33 ml e la restante crema l'ho tenuta in un contenitore, in frigorifero. In questo modo potrete conservarla comodamente per almeno una settimana (di più non è durata ^_^) e averla sempre a portata di..... palato!!abc

Bicchierini di polenta aromatizzata ripieni di fondente al radicchio: il piatto che dà forza e scalda il cuore

Questo è un piatto che scalda. Punto. Ci sono giornate in cui senti caderti il mondo addosso e la scelta è tra farti travolgere o reagire. In quei giorni trovare la concentrazione è difficile. Ma è anche salvezza. Se mi fossi alzata sapendo che avrei dovuto affrontare certe emozioni, probabilmente mi sarei sentita sconfitta in partenza. E invece avevo iniziato il mio volo quotidiano, e l'avevo fatto con tutti i buoni propositi, pur sapendo sarebbe stata una giornata decisamente complicata. E complicata lo è stata, oltre le aspettative. Ma quando tutto ha iniziato a crollare rovinosamente i colori erano già stati scelti, i sapori valutati e la scocca costruita. Sicuramente un segno: non avrei potuto lasciare il lavoro a metà, perché non è da me abbandonare le imprese, piccole o grandi che siano. E guardando queste foto, assaporando la mia tavolozza e identificando il mio estro, capisco che la mia determinazione è importante, e che la forza non mi manca. Non so quanto lontano mi porterà, ma so che mi farà camminare sorridente, e a testa alta.

Ingredienti

Per la polenta
100 g di polenta taragna precotta
380 g di acqua
1 cucchiaino raso di sale grosso
100 g di ricotta vaccina
1 cucchiaino di rosmarino tritato
noce moscata

Per il ripieno
100 g di certosa (io light)
20 g di olive di Riviera
1 piccolo cespo di radicchio rosso
porro
sale
olio evo

Portate a bollore l'acqua con il sale e versate, a pioggia, la polenta. Mescolate e abbassate il fuoco. Cuocete per il tempo indicato sulla confezione, sempre mescolando.
Nel frattempo mescolate la ricotta con il rosmarino (io l'ho tritato fresco) e la noce moscata. Quando mancheranno 5 minuti alla cottura della polenta, aggiungetela e continuate a mescolare con cura. Spegnete il fuoco, non appena sarà pronta.
Ungete 4 stampini da muffin (io ho usato quelli in alluminio) e versate dentro un paio di cucchiaiate di polenta. Con una tazzina unta all'esterno, o con un bicchierino leggermente oiù piccolo dello stampo, pressate il centro, in modo da formare un vuoto e ricavare un bicchierino di polenta. Lasciate raffreddare gli stampi e, solo quando la polenta sarà ben fredda, togliete le tazzine.
Tenete da parte un paio di cucchiaiate di polenta, che stenderete con una spatola, su un tagliere, in un rettangolo di pochi millimetri di spessore. Fatela raffreddare completamente. Tagliatela, quindi, in triangoli e fatela rosolare in padella a fiamma viva, circa 4 minuti per parte, in modo che diventi croccante.
Tagliate a striscioline il radicchio e lavatelo. Io l'ho lasciato a bagno, cambiando acqua un paio di volte, per far perdere l'eccesso di amarognolo. Voi valutate in base ai vostri gusti.Fate rosolare qualche rondella di porro il olio evo caldo e unite il radicchio. Fatelo appassire a fuoco dolce, salando a piacere. Quando sarà scurito, spegnete il fuoco e lasciate intiepidire.
Tagliate le olive a rondelle e versatele in una terrina. Unite la certosa e il radicchio e mescolate fino ad ottenere un composto omogeneo. Assaggiate per valutare la sapidità.
Riprendete i vostri bicchierini di polenta e farciteli con il composto appena ottenuto. Riempiteli fino al bordo, comprimendo bene il formaggio all'interno dello stampo.
Passateli in forno, a 180°, per 20 minuti circa, facendoli dorare bene in superficie.

Sfornateli e guarniteli con le chips di polenta preparate in precedenza.






Gustatene l'avvolgente sapore. Scaldatevi l'anima. Sorridete.
abc

Salmone alla piastra con crema di mandarino e salvia: il piatto dell’incontenibile soddisfazione

Avete presente quando, colmi di esuberante gioia, vi dovete sforzare per trattenerla, quando invece vorreste saltare e volteggiare come un palloncino senza nodo? Ecco, così mi sono sentita quando ho assaggiato questo piatto. Certo ci sono situazioni in cui non è veramente indicato saltellare alla Memole e gongolarsi di frizzante compiacimento.Ma quella fessurina, proprio, non riusciva a blocare il flusso di moderata e trattenuta gioia. E allora ho iniziato a dire "oggi ho cucinato un salmone buonissimo". Poi ho aggiunto "con una crema delicatissima". Silenzio. "E poi aveva una crosticina!!! Croccante fuori e morbido all'interno". "Sai, l'ho condito con ...... e l'ho scottateo su una padella caldissima". Pausa. "Ho tritato la scorza del mandarino con la salvia, poi ci ho messo il succo". Non ci riesco proprio..... "ERA BUONISSIMOOOOOOOOOOOO". Ecco, scrivo e mi aumenta la salivazione. ASSAGGIATELO!

Ingredienti

1 trancio di salmone
2 mandarini
3 figlie di salvia
1 cucchiaino raso di farina di riso (io integrale bio)
sale
paprika dolce
pepe
olio evo

Lavate i mandarini e le foglie di salvia. Asciugateli accuratamente.
Tagliate la scorza dei mandarini cercando di non prelevare la parte bianca. Tritatela finemente insieme alle foglie di salvia, aiutandovi con una mezzaluna.
Scaldate un cucchiaino di olio evo in un pentolino e unitevi il trito. Fate insaporire per qualche minuto, a fuoco basso. Nel frattempo spremete i mandarini e versate il succo al trito.
Unite il cucchiaino di farina di riso, un pizzico di sale e mescolate energicamente, affinché non si formino grumi. Cuocete, a fiamma bassa, fino a quando la salsa si addenserà. Quindi spegnete il fuoco.
Sciacquate il trancio di salmone e asciugatelo tamponandolo con un foglio di carta assorbente. Conditelo con il sale, la paprika e il pepe.
Fate scaldare un filo d'olio in una padella e, quando sarà caldissima, adagiatevi il trancio di salmone dalla parte senza pelle. Fatelo cuocere a fiamma viva per almeno 2 o 3 minuti (dipenderà dallo spessore della carne), poi giratelo e fatelo cuocere per 3 o 4 minuti anche dall'altra parte.
Spegnete il fuoco e trasferite il trancio su un piatto. Cospargetelo con la crema al mandarino preparata in precedenza e servitelo.

La salsa dolciastra e delicata avvolgerà la polpa del salmone, togliendo il sapore grasso della cottura "al sangue".

Il contrasto renderà magico ogni boccone.
abc

Bocconcini di riso venere con zucca e gamberetti: il punto di incontro tra colori e sapori

E' stato come partire da lontano, da un orizzonte sfocato che, poco alla volta, ha reso nitidi i dettagli. La zucca, sì, proprio lei. E che sia racchiusa in una pallina croccante. Ma, allo stesso tempo, voglio che sia delicata, che avvolga, che coccoli. Penso al riso. Quale riso? Lui, l'eccellenza: il Venere. Riso Venere e zucca. Perfetto. Ma manca qualcosa. Qualcosa di saporito e "rispettoso". Loro, piccoli e corposi gamberetti. Amalgamare il tutto è un dettaglio, ma non lasciato al caso. Torno a quell'ingrediente che generalmente è ostico, che non piace, che non ha sapore, e che lega così bene con tutto. Ancora una volta il tofu, quello naturale. Se solo gli scettici provassero la bontà di questo impasto, si ricrederebbero!! Ma lasciamo agli scettici i loro pensieri e a noi, amanti delle cose genuine, il piacere di assaporare questi bocconcini prelibati. Unico appunto. Io NON ho utilizzato l'uovo e non ne ho sentito la necessità, ma la compattezza un po' ne risente. A voi la vostra preferenza!!

Ingredienti

50 g di riso Venere
75 g di tofu naturale
70 g di zucca al vapore
50 g di gamberetti cotti
6 g di olio evo + q.b. per la cottura
sale
zenzero in polvere

Portate a bollore abbondante acqua salata. Fatevi cuocere il riso Venere, fino a quando sarà al dente.
Nel frattempo tagliate a tocchetti la zucca cotta al vapore (o in forno) e frullatela insieme al tofu. Aggiungete l'olio a filo, come per la maionese, e correggete di sale. Aggiungete lo zenzero secondo il vostro gusto e dato un ultimo colpo di lame. Scolate il riso e versatelo in una ciotola. Unite il composto di zucca e tofu e mescolate accuratamente.
Spezzettate i gamberetti e uniteli al riso. Amalgamate tutto, in modo da ottenere un composto uniforme.
Mescolate, ora, un cucchiaio di farina di mais fioretto con un cucchiaio di pangrattato. Metteteli in una ciotolina o su un foglio di carta. Formate delle palline con il riso, grandi non più di una noce.
Impanate ciascuna pallina facendola roteare nel composto e tenetela da parte. Terminate il lavoro con tutto il composto.
Fate scaldare un filo d'olio evo in una padella e, quando sarà ben caldo, disponete i bocconcini di riso.
Fateli rosolare bene , in maniera uniforme, a fiamma piuttosto alta, facendo attenzione che non cuociano solo da una parte.
Quando saranno belli rosolati trasferiteli in un piatto, decorate a piacere e servite. Sono deliziosissime assaporate molto calde.

Potrete servirle come appetizer, o gustarle (come ho fatto io) come piatto unico, davanti ad un bel film, o ad un libro.... rigorosamente con le mani!!


abc

Vellutata di zucca e castagne con croccante di nocciole e castagne alla paprika

"Oggi ho mangiato una vellutata di zucca e castagne", così ha esordito Federica. Incuriosita da quell'insolito accostamento che parla d'autunno all'ennesima potenza, le ho chiesto chiarimenti. "Hai presente il banco della verdura? Ecco, lì accanto ci sono le zuppe e minestre....". Tempo zero ero accanto a quel banco per sbirciare le minestre in questione e cercare lei, proprio quella che aveva deliziato la mia collega e che mi aveva incuriosito all'istante. La trovo. Leggo. Naaaaaaaaaa, ma quanta roba c'è qui dentro???????? A me piacciono sapori più semplici!! Ovviamente MAI avrei comprato quella vellutata (non volermene Fede), neanche per la curiosità di sapere come fosse il sapore. A me è bastato l'input che è servito a scatenare la miriade di lucine che si sono accese in testa. Il piatto è nato all'istante. Semplice, ricco, saporito e avvincente. Folgorata. Morbido, avvolgente, con quella croccantezza irresistibile. Un capolavoro!!

Ingredienti

500 g di zucca pulita (peso a crudo)
15 castagne
1/2 cucchiaino di pistilli di zafferano
100 ml di acqua + q.b.
10 g di nocciole
10 ml di olio evo
sale
noce moscata
paprika dolce

Mettete in acqua dieci castagne e mettetele sul fuoco. Dal momento in cui l'acqua inizierà a bollire, fatele cuocere per 30 minuti. Spegnete il fuoco e lasciate intiepidire.
Prendete la zucca e tagliatela a dadini: più li farete grossi e più tempo ci metteranno a cuocere. Mettete la dadolata ottenuta in una casseruola, aggiungete i 100 ml di acqua, salate leggermente (non molto, mi taccomando, perché l'acqua evaporerà) e fate cuocere a fuoco moderato, fino al bollore, e a fiamma bassa, in seguito.
Quando inizierà a bollire aggiungete i pistilli di zafferano e continuate la cottura.
Sbucciate ora le castagne che avete fatto bollire. Liberatele dalle loro pellicine, in modo che siano perfettamente pulite.
Sbriciolatele leggermente ed unitele alla zucca, in cottura. Mescolate e lasciate che insaporiscano per qualche minuto, lasciando sempre la fiamma bassa.
Aggiungete noce moscata a piacere e spegnete il fuoco. Passate il tutto con un frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema liscia e vellutata. Mantenetela al caldo, coprendola con un coperchio.
Sbucciate le cinque castagne crude che sono rimaste, tagliatele a dadini e unitele alle nocciole frantumate grossolanamente. Scaldate un filo d'olio in padella e, quando sarà ben caldo, versate il mix di castagne e nocciole. Salate e cospargete con paprika dolce a piacere e fate saltare a fiamma viva il tutto, fino a quando saranno croccanti e tostate.
Versate, quindi, la vellutata nel piatto e scospargetela con il croccante di nocciole e castagne. Servite fumante e lasciatevi conquistare.
Croccante, mobido, delicato, saporito. Contrasti che lasciano il segno.



abc

Focaccine dolci alle castagne con mele e semi di girasole: l’attesa che diventa trionfo

Finalmente ce l'ho fatta: ho trovato la farina di castagne!!!!!!! Sembrerà una follia, ma ho ancora in testa il suono delle parole del commesso, Marco, del negozio bio di fiducia. Dicevano così: "In realtà manca da molti mesi, da quando sono finite le scorte della stagione passata. Adesso dovremo aspettare la macinatura delle nuove castagne. Del resto, essendo un prodotto biologico, rispetta e segue le stagionalità. Dovremo aspettare ancora un po'". Ecco, il mio mantra: se vuoi che sia bio, attendi la naturale evoluzione delle stagioni. Chiedo scusa a Marco, ai suoi colleghi e agli acari del mio negozio di fiducia, ma mi trovavo tra gli scaffali di un altro negozio quando..... illuminazione!!!!!! Il mio bel sacchetto di farina di castagne troneggiava nel carrello e saltellava nella borsa di juta, trepidante per l'attesa di entrare in dispensa. In realtà la dispensa non ha neanche fatto in tempo a vederla. Già, tanto era il desiderio che..... magia!!!! Preparatevi, non aspettavo altro! ^_^

Ingredienti

65 g di farina di segale Jurmano
90 g di farina di Manitoba
45 g di farina di castagne
5 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
2 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
130 g di latte di avena
40 g di malto di riso
10 g di burro vegetale salato (questa versione)
1/2 mela
15 g di semi di girasole
10 g di zucchero di canna Demerara

Setacciate le farine (mi raccomando, la farina di castagne tende a formare grumi, in conservazione nel sacchetto, e questo passaggio è fondamentale per facilitare la lavorazione e dare una resa migliore all'impasto). Aggiungete il lievito e il malto e mescolate.
Fate sciogliere il malto di riso nel latte leggermente intiepidito e iniziate ad unire la farina, poco alla volta, impastando. Aggiungete il burro vegetale e lavorate fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Trasferite il panetto appena ottenuto in una terrina di vetro e copritela con un foglio di pellicola trasparente. Lasciatelo lievitare in un luogo tiepido fino al raddoppio del volume (per me 4 ore e mezzo).
Riprendete l'impasto, dividetelo in otto parti su una spianatoia infarinata e lavorate ciscun pezzo, in modo da formare una pallina.
Date quindi, a ciascuna pallina, la forma di una pizzetta, di diametro di circa 15 cm, ponetele su una placca rivestita da carta forno e lasciatele lievitare ancora per un'ora e mezza, sempre in un luogo tiepido (io mi servo del forno spento).
Trascorso il tempo della lievitazione mescolate lo zucchero di canna con i semi di girasole. Riprendete le pizzette, ora gonfie di lievitazione, esistemate, su ciascuna di queste, un cucchiaino del mix ottenuto.
Sbucciate la mela, togliete il torsolo e tagliatela a fettine molto sottili. Posizionate quattro fettine su ogni pizzetta, in modo da ricoprirla interamente.
Portate il forno in temperatura e cuocete, a 180°, per 15 minuti.
Controllate che non brucino e che cuociano rimanendo belle soffici.
Sfornatele e lasciatele intiepidire.

Procedete, quindi, all'assaggio.
Io le ho congelate e le assaporo belle calde al mattino, per colazione. E' una preparazione che permette questo tipo di conservazione, per cui..... pizzette a gogò!!!

abc

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