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Cantucci integrali salati, bicolore e con burro vegetale: pomodoro per trafiggere, pistacchio per coccolare

Mi girava in testa, da un po' di tempo, l'idea di mettermi a fare nuovamente i cantucci salati. Li avevo provati in tempi non sospetti e li avevo riproposti molteplici volte ad ospiti e ad amici. Sempre un successo. Ovviamente riprendere quella ricetta e seguirla fedelmente non sarebbe stato sufficientemente appagante. Nel frattempo ho sperimentato e affinato tecniche e conoscenze. Primo, tra tutti, il burro vegetale. Scoperta che mi ha estasiato! Io, che solo alla parola burro e al pensiero di mangiarlo spalmato su una fetta biscottata, inorridivo, mi trovo a non riuscire a resistere al dito che affonda in tanta genuina morbidezza!!! E me ne sto studiando tante, per sperimentarlo e assegnargli il podio! Così sono partita da qui: dal burro. L'ho rivisitato, l'ho arricchito, l'ho addolcito. Ma la sostanza è sempre quella e il risultato, in questi biscottini salati, è strepitoso. Il pomodoro, sapido e deciso, l'ho abbinato alle mandorle dolci. Il pistacchio, mio adorato pistacchio, l'ho accostato alle olive per eccellenza. Insomma, un passaggio continuo tra un sapore che affonda nel palato e una coccola che delizia.

Ingredienti

Per i cantucci
100 g di farina integrale
50 g di farina d'orzo
50 g di burro vegetale
3 g di ammoniaca per dolci
1 uovo
50 ml di latte di avena
35 g di pistacchi tostati non salati (peso da puliti)
55 g di olive taggiasche denocciolate
35 g di pomodori secchi
35 g di mandorle pelate

Per il burro salato
50 g di anacardi
25 g di gherigli di noci
1 g di sale
1 cucchiaio di olio di semi di soia

Preparate il burro vegetale secondo il procedimento indicato qui. Tenetelo in frigo. Nel frattempo tagliate a striscioline i pomodori secchi, sgusciate i pistacchi e privateli della loro pellicina e sgocciolate le olive.
Mescolate le due farine. Scaldate leggermente il latte di avena e fatevi sciogliere l'ammoniaca. Impastate il burro vegetale con le farine. Aggiungete quindi il latte e l'uovo. Lavorate il composto fino ad avere un impasto piuttosto appiccicoso, ma compatto.
Dividete in due l'impasto. Aggiungete ad una metà le mandorle e i pomodori secchi, all'altra i pistacchi e le olive. Impastate bene fino ad ottenere due composti omogenei.
Dividete ciascun impasto in due e ricavate due filoncini per tipo, larghi circa 5 centimetri. Sistemateli su una placca coperta da carta forno e appiattiteli leggermente.
Scaldate il forno a 180° e cuoceteli per circa 35/40 minuti. Regolatevi sempre in base al vostro forno. Quando saranno ben dorati, sfornateli e lasciateli intiepidire.
Tagliateli a fettine trasversali, spesse circa un paio di centimetri.
Sistemateli nuovamente sulla placca da forno, uno accanto all'altro, e fateli tostare nuovamente, per 15 minuti circa, a 180°. Controllate che siano croccanti, ma che non brucino.
A questo punto sfornateli e lasciateli raffreddare. Rimarranno croccanti e allo stesso tempo friabili.

Saporiti e gustosi, sono ideali per accompagnare un pasto, o per un aperitivo.


abc

Coniglio all’arancia: il piatto della domenica e lo scatto rubato (e dimenticato)

Ci ho messo un po', lo so, ma ora posso chiudere il pranzo domenicale che ho condiviso con i miei genitori. Finora il pane con farina di canapa sativa, i tagliolini di zucca e l'immagine della torta veg della mamma (per gli amici che mi seguono su Facebook), hanno riscontrato successo. Ma il pasto non sarebbe potuto essere tutto vegano. Ricordate cosa vi raccontai sul tagliolino di zucca al pesto di spinaci? Beh, mio padre fu certo contento e appagato, ma non avrei mai potuto togliergli il piacere di un buon secondo di carne. Che, voglio dire, già togliendogli il sugo, inteso come pomodoro puro e succoso, gli ho tolto 3/4 del pranzo. Gli avessi anche negato questa semplice coscetta di coniglio avrei contato 18 mesi, e non 6, prima di vederlo nuovamente seduto alla mia tavola! Questa volta il compromesso l'ho cercato tra i miei gusti (ebbene sì, lo confesso) e le sue, chiamiamole, esigenze. Io non amo il particolarmente la salsa di pomodoro. Ahimè, anni di ragù, protagonista immancabile del pranzo della domenica, mi hanno un po' allontanato dal piacere di quel sapore. Lo mangio, certo, ma non ne vado proprio matta. Allora ho pensato: se al mio vegfratello prepariamo del seitan all'arancia (con panna di avena), perché non fare del coniglio all'arancia (senza panna di avena ^_^) per noi? Ed eccolo servito!! Pare sia piaciuto anche questo, cotto al punto da sciogliersi sulla forchetta, ma con un po' di freddezza, tipica del pensiero adesso non esageriamo, dov'è il mio arrosto???? Ma io guardo al mio successo senza badare troppo ai capricci ^_^ Forse anche la necessità di sperimentare piatti nuovi e mai replicare (alla domanda di quale sia il mio piatto forte, rimango sempre inebetita e incapace di rispondere!!) nasce come reazione a infiniti anni di rigida tradizione. Non me ne voglia mio padre, ma a me piace così!!
Ahh, lo scatto rubato (e dimenticato)? Presa dall'euforia del pranzo ho impiattato e servito e, quando ormai il piatto era sbrandellato ho pensato LA FOTOOOOOOO!!!!! Perdonate il livello di immagine al di sotto dello standard. Alle mie scarse qualità da fotografa qui si è aggiunta la sbadataggine ^_^

Ingredienti

3 cosce di coniglio
2 arance
qualche rametto di timo
1 spicchio d'aglio
olio evo
sale

Lavate i rametti di timo. Spremete due arance. Sciacquate le cosce di coniglio e mettetele in una terrina. Unite al succo di arancia il timo, un cucchiaino di olio evo, il sale, lo spicchio d'aglio e la scorza di mezza arancia. Versate tutto sul coniglio, coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate marinare almeno un paio d'ore. Io le ho lasciate in frigo tutta la notte.
Scaldate un filo d'olio in una padella piuttosto capiente. Fate rosolare l'aglio e unite le cosce di coniglio. Cuocetele a fuoco vivo per un minuto e poi giratele. Procedete a fiamma viva per un altro minuto, poi abbassate la fiamma e iniziate a bagnarle con il succo di aranzia. Coprite e lasciate cuocere per 40 minuti. Salatele a piacere.
Non dovranno mai essere asciutte, durante la cottura. Se non dovesse bastarvi il succo di arancia aggiungete dell'acqua (o del vino bianco). Giratele, di tanto in tanto, in modo che cuociano in maniera uniforme. Solo al termine della cottura fate rapprendere il sughetto, in modo che risulti cremoso e denso.
Non dovete fare altro che impiattare e servire. Cosa, questa, che a me è riuscita benissimo ^_^
Pochi passaggi per un grande risultato. Io non ho speziato con paprika, noce moscata, zenzero o quant'altro per non stridere troppo con i gusti di famiglia, ma la base si presta a molteplici varianti-
A voi la fantasia!!

abc

Torta insolita di zucca e carote viola con crema delicata alla zucca e limone: un morso di avvincente genuinità

Ve lo dico: non si tratta di una torta da settemila calorie alla sola vista, quattordicimila alla presa della forchetta e millemila all'assaggio. Questa golosa colata cremosa è pura polpa di zucca e il colore dell'impasto è dato dalla presenza di dolcissime carote viola. Già, le carote viola. Ignoravo l'esistenza di questo ortaggio fino a poco tempo fa. Poi, vedendole esposte nella loro bella cassettina, non ho potuto fare a meno di cedervi. La mia solita curiosità, quella che mi farebbe mangiare anche le cavallette per poter dire che gusto abbiano, mi ha portato ad addentare un croccante pezzetto e..... magia delle magie, quanta dolcezza!!!!!! Stegata. Ho immaginato subito un dolce e poi.... ecco la zucca. L'ho vista, la adoro, ne ho avvertito l'affinità. Aumentate deliberatamente la quantità di zucchero, sapete che io sono sempre alquanto attenta e avara di zuccheri e gustate in piena serenità: questo dolce è un concentrato di salute!!

Ingredienti

Per la torta
75 g di carote viola (pulite)
215 g di zucca (pulita)
2 uova
20 g di zucchero Mascobado
1/2 bustina di lievito per dolci
145 g di farina d'orzo
1 pizzico di sale

Per la crema
125 g di latte di avena
100 g di zucca (pulita)
5 g di zucchero Mascobado
scorza di 1/2 limone
1/2 cucchiaino raso di farina di semi di carrube

Pulite le carote viola (attenenzione che macchiano come fossero d'inchiostro) e la zucca. Tritatele finemente e mettetele da parte.
Separate i tuorli dagli albumi, tenete da parte gli albumi e montate i tuorli con lo zucchero, lavorando bene e a lungo con le fruste elettriche. Aggiungete la polpa di zucca e carote rosse e mescolate.
Aggiungete, poco alla volta, la farina e il lievito setacciati, amalgamandoli perfettamente all'impasto.
Montate a neve gli albumi, con un pizzico di sale. Uniteli all'impasto, quando saranno una bella nuvola soffice e compatta e mescolate delicatamente, dal basso verso l'altro, fino a quando saranno ben amalgamati.
Rivestite una teglia (io ho usato una teglia dal diametro di 22 cm) con carta forno, bagnata e strizzata, facendola aderire bene ai bordi.
Versate il composto e infornate, a 175°, per 50 minuti (potrebbero esserne necessari anche qualcuno in più! Fate la prova coltello, dopo questo tempo di cottura).
Nel frattempo occupatevi della crema. Tagliate a dadini la zucca, pulita e lavata. Versate il latte in un  pentolino e unitevi lo zucchero. Fate scaldare, affinché lo zucchero si sciolga completamente.
Aggiungete la zucca, la scorza grattugiata di mezzo limone e fate cuocere, a fuoco basso, fino a quando la zucca non risulterà morbida. A questo punto aggiungete la farina di semi di carrube e mescolate velocemente, affinché si sciolga senza formare grumi.
Fatela bollire nel latte e zucca per un paio di minuti e spegnete il fuoco. Passate tuto con un frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema liscia e vellutata. Trasferitela in una ciotolina e lasciatela raffreddare.
A questo punto, quando la torta sarà cotta, sfornatela e lasciatela raffreddare.
Non vi servirà altro che un coltello per tagliarla e un cucchiaino per coprirla di crema.
Le fette saranno soffici e fragranti e la crema dolce e avvolgente. Insieme, saranno festa per il vostro palato!!
Se proprio non doveste resistere al completo raffreddamento, posso garanirvi che anche tiepida..... è una favola ^_^abc

Crackers ai cereali e semi: desiderio soddisfatto e sguardo al futuro

Non c'è nulla da fare: ogni tanto sento la necessità di buttarmi sulla preparazione di crackers. Integrali, aromatizzati, ai cereali, friabili, croccanti, l'estro è sempre il protagonista. La ormai consolidata assenza di 00 nella mia dispensa mi fa architettare intrecci di farine talvolta bizzarri, ma per me è divertimento puro. Come mi capita di chiudere gli occhi per mettere a fuoco una particolare spezia, così chiudo gli occhi anche per scegliere le migliori farine, al fine di rispettare e soddisfare l'immagine proiettata nella mente. Il supporto di semi di qualsivoglia specie e natura mi dà sempre un senso di conforto. Insomma, la forma è la stessa, la sostanza cambia. E io gongolo, assaporando, ora sole, ora accompagnate da una mousse, o da un po' di marmellata, queste meravigliose sfoglie croccanti. E ogni volta in cui sforno il pensiero è sempre a "la prossima volta...."

Ingredienti

100 g di farina d'orzo
20 g di farina di farro integrale
2 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
2 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
25 g di semi di zucca
20 g di semi di sesamo
7 g di semi di papavero
85 g di acqua
15 ml di olio evo
2 g di sale

Per prima cosa tritate finemente i semi di girasole. Setacciate, poi, e mescolate tra loro le farine, il lievito e il malto d'orzo. Unitelo ai semi di zucca tritati, aggiungete i semi di sesamo e di papavero e mischiate.
Aggiungete l'acqua e il sale e impastate. Sempre impastando unite, a filo, l'olio. Lavorate l'impasto fino ad ottenere un panetto compatto, che lascerete riposare per un'ora circa in un contenitore, coperto da pellicola trasparente. Lasciatelo in un luogo tiepido. Io l'ho riposto nel forno spento, appena intiepidito.
Trascorso il tempo riprendete l'impasto e stendetelo con il mattarello, aiutandovi con un foglio di carta forno unto, formando una sfoglia sottile appena 1 millimetro. Ritagliate, con una rotella, dei rettangolini (o dei crackers di qualsiasi forma vogliate).
Spostateli delicatamente su una placca rivestita da carta forno e lasciateli riposare per mezz'ora circa. Se voleste, salateli in superficie.
Infornateli a 190° e cuoceteli per 10 minuti. Controllate la cottura: quando saranno ben dorati spegnete il forno e spostateli su una griglia affinché raffreddino.
Una volta freddi saranno croccanti e friabili e vi rapiranno.
Uno, due, dieci, cento..... perderete facilmente il conto!!

  



abc

Bocconcini di quinoa al forno: l’irresistibile fragranza di una nuvola di sapori delicati in un involucro croccante

Elucubravo su questi bocconcini da tutto un pomeriggio. La quinoa, con le sue preziose proprietà, era entrata prepotentemente nel mio immaginario di cena. La sognavo croccante, scoppiettare sotto la pressione di piccoli morsi e racchiudere un concentrato di..... ecco, di...... Boh!! Sicuramente pensavo a qualcosa di delicato, ma saporito. Un aroma. Una nuvola che racchiudesse essenze. Potreste non crederci, ma quando mi trovo in fase creativa e ad un bivio, chiudo gli occhi e annuso spezie, erbe aromatiche e cerco di trovare l'accostamento perfetto. Ecco emergere, quindi, quel profumo intenso del rosmarino ed eccolo avvicinarsi al pistacchio. Ci siamo, manca solo..... sì, lei, la mia preferita: la noce moscata. Nient'altro, solo lei. La quasi totale assenza di grassi e la cottura in forno rendono questi bocconcini delle vere prelibatezze salutari e genuine. Cibatevene in spensieratezza, rigorosamente con le mani, e vedrete quanto il piacere possa essere sinonimo di leggerezza!

Ingredienti

60 g di quinoa
120 g di acqua
90 g di tofu naturale
1 rametto di rosmarino
15 g di pistacchi tostati non salati
5 ml di olio evo
25 ml di latte di avena
sale

Sciacquate accuratamente la quinoa sotto un getto di acqua fredda, in modo che vengano eliminati eventuali residui di saponina, che avvolge i semi e che rende amaro il loro sapore. Aiutatevi con un colino dalle maglie strette, in modo che non vengano dispersi i chicchi stessi.
Versate la quinoa in un pentolino con l'acqua, coprite e portate ad ebollizione. Cuocete fino al totale assorbimento dell'acqua. Ci vorranno circa 15 minuti. Spegnete, quindi, il fuoco e lasciate intiepidire. Nel frattempo lavate il rosmarino, separate gli aghi e tritateli finemente. Uniteli alla quinoa, con un po' di sale, e mescolate. Lasciate insaporire per una decina di minuti.
Tritate il tofu e i pistacchi e aggiungeteli alla quinoa. Mescolate fino ad ottenere un composto omogeneo. Grattugiatevi sopra della noce moscata (io ho abbondato, perché amo il suo sapore), unite l'olio evo e il latte di avena e amalgamate tutto. La quantità di latte dipenderà dal grado di umidità della quinoa. Regolatevi in base alla corposità ottenuta.
Formate, ora, delle polpettine di circa 4 centimetri di diametro. Compattatele bene: non ci sono uova a tenerle unite e in cottura rischierebbero di sfaldarsi. Volendo potreste aggiungere un tuorlo, ma per me è superfluo. Il risultato è decisamente soddisfacente anche senza.
Sistemate i bocconcini ottenuti su una placca rivestita da carta forno e infornate, a 200°. Cuocetele per 20 minuti.
Quando saranno ben dorate spegnete il forno e sfornatele. Gustatele, calde o tiepide, nella loro irresistibile fragranza. Con queste dosi vengono circa 25 bocconcini.




abc

Tagliolini di zucca in crema di spinaci, pinoli e semi di zucca: la tradizione si fa innovazione

Avere i miei genitori a pranzo è cosa assai rara. Sono decisamente maggiori le volte in cui cavalco io i chilometri di asfalto per raggiungerli, piuttosto di quelle in cui ci si possa trovare in terra lombarda. E quando succede vi confesso che inciampo sempre, strano ma vero, nell'ostacolo del cosa cucinare: mio padre è un incallito tradizionalista da tagliatelle fresche al ragù, mio fratello è vegano da le tagliatelle sì, ma senza uova e il ragù sì, ma senza carne e mia mamma, lei, non so se per complicità femminile, lei si fa andare bene tutto. Preparare un pranzo intero in versione vegana è stata una possibilità da escludere all'istante. Non ce lo vedo proprio, mio padre, mangiare melanzane ripiene al tofu o seitan all'arancia. Beh, ma almeno sul primo un gradevole compromesso si può trovare!!! Allora ho adottato la tattica del cucino i prodotti del vostro orto. Tutto a km 0. E ci provo, sì, provo a smuovere le acque del tipico pranzo domenicale tinto di rosso pomodoro. Il risultato? Oltre ad essersi ripuliti anche la padella, mio padre il giorno dopo decantava ancora questo piatto di pasta. Come dire.... del doman non v'è certezza!! ^_^

Ingredienti

Per la pasta
210 g di zucca
210 g di semola di grano duro
1,5 g di sale

Per il condimento
1 spicchio d'aglio
25 g di semi di zucca
200 g di spinaci al vapore
25 g di pinoli
16 g di olio evo
80 g di latte di avena

Pulite la zucca e tagliatela a fette. Cuocetela a vapore, o al forno, fino a quando diventerà morbida. Lasciatela raffreddare.
Frullatela, insieme al sale, fino ad ottenere una purea omogenea.
Aggiungete poca farina alla volta e impastate. Dovrete ottenere un impasto compatto e liscio. Badate che, più acqua avrà la zucca, più farina dovrete incorporare. Regolatevi, quindi, sulla dose di semola da utilizzare in base alla consistenza dell'impasto.
Avvolgete l'impasto ottenuto in un canovaccio e lasciatelo riposare in frigo per circa un'ora.
Nel frattempo preparate il condimento. Pulite l'aglio, privatelo dell'anima e unitelo ai pinoli e ai semi di zucca. Tritateli in maniera piuttosto grossolana. Aggiungete l'olio di oliva e continuate a tritarli fino ad ottenere una crema, non troppo fine.
Unite alla crema appena ottenuta gli spinaci cotti al vapore. Mi raccomando a strizzarli abbastanza, in modo da non creare un composto troppo liquido. Tritate e amalgamate tutto insieme. Allungate il pesto ottenuto con il latte di avena. Anche qui regolatevi in base alla consistenza che gli spinaci avranno dato: dovrete ottenere una crema piuttosto densa, ma non liquida. Salate secondo il vostro gusto. Potrebbe stare molto bene anche della noce moscata e, personalmente, avrei anche abbondato. Ma ho optato per lasciare il più possibile naturale il sapore degli spinaci.

Riprendete l'impasto e tagliatelo a fettine. Stendete, su una spianatoia infarinata, una sfoglia alla volta, dello spessore di circa un paio di millimetri. Per il taglio io mi sono servita di una chitarra, ma potrete procedere con una rotella taglia pasta, la macchinetta oppure un semplice coltello.
Infarinate bene la sfoglia e procedete al taglio. Sistemate i tagliolini ottenuti su un piano infarinato, in modo che non si attacchino tra loro.
Continuate la lavorazione, sfoglia per sfoglia, fino a terminare l'impasto.
Portate a bollore abbondante acqua salata e cuocete i tagliolini per 4 minuti circa. Vi consiglio di aggiungere dell'olio per facilitare la cottura senza che rimangano attaccati tra di loro.
Nel frattempo scaldate in un wok la salsa di spinaci e, quando sarà cotta, versateci la pasta scolata. Fate saltare tutto a fiamma viva per un paio di minuti, in modo che insaporisca bene, poi impiattate.
La fragranza della pasta con l'avvolgente crema di spinaci renderà magico ogni boccone!!

abc

Tortino di phillo “al verde”: di incertezza in… certezza e lotta all’ultimo pezzo

Pranzetto veloce. Sì. Questi due broccoli mi strizzavano l'occhio e avrei solo dovuto capire quale interpretazione dare loro. Fosse semplice!!! Forti e determinati in uno spaghetto al farro, insieme a qualche filetto di acciuga? Magari, ecco, saltato con un buon riso basmati. No, non ci siamo. Lo vedrei bene.... mmmmmhh, vediamo. Sì, magari, no, però....
Bene, non sto esasperando il momento della preparazione del pasto. No, sto raccontando semplicemente quello che succede ogni giorno, quando più e quando meno, nella ricerca della forma perfetta di un pranzo, o di una cena. Perfetta a stimolare il mio appetito e a soddisfare i desideri del palato. Sbagliare potrebbe rovinare irrimediabilmente la giornata!! Ma la mia amata phillo non tradisce mai. Così ecco che diventa scrigno incantevole di un morbidissimo e gustoso ripieno. Pranzo riuscito e giornata salvata!!

Ingredienti

10 cime di broccolo
2 filetti di acciuga sott'olio
10 g di pistacchi tostati non salati
15 g di parmigiano
100 ml di panna di avena
1 dose di pasta phillo (qui)

Iniziate preparando la pasta phillo e lasciandola riposare almeno mezz'ora tra due fondine calde. Dividete 10 cime dal broccolo, lavatele bene e cuocetele al vapore. Dovranno ammorbidirsi, ma rimanendo croccanti. Fatele intiepidire e poi tagliatele a piccoli tocchetti.
Scaldate una padella e unite due filetti di acciuga sott'olio. Quando saranno sciolte aggiungete i broccoli e fate saltare per qualche minuto, a fiamma piuttosto vivace.
Tritate grossolanamente i pistacchi, uniteli alla verdura e mescolate.
Aggiungete la panna di avena, amalgamate tutto e fate cuocere, a fiamma bassa, per circa 3 minuti. Assaggiate di sale ed, eventualmente, correggete. Spegnete, quindi, il fuoco e lasciate intiepidire. Passate alla preparazione della sfoglia.
Dividete l'impasto in 4 parti uguali. Prendete un foglio abbondante di carta forno, piegatelo a metà, ungetelo all'interno e pizzicatevi una parte alla volta di impasto. Con un mattarello stendete una sfoglia sottilissima. Procedete con questo metodo per tutte le 4 sfoglie, e sovrapponetele l'una all'altra quando saranno pronte. Sistematele, ora, in una teglia coperta da carta forno.
Tagliate il parmigiano a cubetti ed unitelo ai broccoli. Mescolate e versate il composto sopra la pasta, nella teglia. Ripiegate i bordi su se stessi e infornate, a 200°, per 30 minuti. Controllate la cottura: la pasta dovrà dorare e diventare croccante. Quando avrà raggiunto la cottura ottimale, sfornate e lasciate intiepidire.
Estraetela dalla teglia, porzionatela e servitela.


Fragranza che cattura, delicatezza e leggerezza della sfoglia, morbidezza e sapore della farcitura: sarà una lotta all'ultimo pezzo!



abc

Cous cous integrale saltato: il croccante che stuzzica, il dolce che stupisce

Come spesso accade, e ultimamente con sempre maggiore frequenza, entro nel negozio per la spesa ed esco con le borse piene di tutto, tranne che di quel qualcosa. Non proprio qualcosa a caso. Diciamo la cosa principale per cui ero andata a fare spesa. E vi garantisco che, come sempre, a metà corsia ho visto arrivare in soccorso tutti i commessi, che hanno riconosciuto la mia presenza solo dalle scarpe, visto che tutto il resto era sovrastato da pacchi, pacchetti e pacchettini. La domanda è la solita: vuoi un cestello? La risposta, la stessa di sempre: sto andando in cassa, grazie. Anche se la cassa la sto fiutando a naso!!!! Così eccomi replicare, nel giro di breve tempo, la visita alla mia bio bottega di fiducia. Come sempre entro senza cestello. Non sarei io! Ma questa volta vado diretta al reparto, cedendo solo ad un paio di prodotti incrociati, casualmente, sul percorso. "Scusate, ma la farina di castagne???". "L'abbiamo finita, aspettiamo le nuove scorte, ma arriveranno con la lavorazione delle nuove castagne della stagione" (eccerto Erica, vuoi prodotti bio.... pazienta!!). Credo che la mia espressione abbia intenerito anche l'acaro di polvere nascosto sotto il piedino del bancale. "Beh, però non sei venuta per nulla, vedo che ti serviva altro!!", mi ha detto la nuova commessa, guardando le mie braccia piene. Glielo spiegate voi??????
Tra tutto ciò che le mie mani avevano raccattato in quel breve percorso verso la meta, c'era una modesta confezione di cous cous integrale. Questo...

Ingredienti

50 g di cous cous integrale
100 ml di brodo vegetale (ho utilizzato quello in cui ho cotto i cavolini)
4 cavolini di Bruxelles
1/2 pera Williams
10 g di pistacchi
zenzero in polvere
paprika dolce
sale
olio evo

Mondate i cavolini di Bruxelles e lavateli. Tagliateli a metà verticalmente e fateli bollire in acqua leggermente salata per circa 5 minuti. Scolateli e immergeteli in acqua ghiacciata, in modo da fermare la cottura e tenere vivo il loro colore. Attenzione a non salare troppo l'acqua, perché vi servirà per la cottura del cous cous.
Versate in un pentolino il cous cous, unite un cucchiaio di olio evo e mescolate in modo da rendere tutto uniforme. Accendete il fuoco e fate tostare per un minuto circa. Portate a bollore il liquido in cui avete fatto cuocere i cavolini e versatene 100 ml nel cous cous. Lasciate cuocere per un minuto, dopo di che spegnete la fiamma, coprite il pentolino con un coperchio e lasciate assorbire completamente il brodo.
Nel frattempo tagliate a cubetti la pera e i cavolini. Fateli saltare in padella con un filo d'olio, aggiungendo paprika, zenzero e sale. Lasciateli rosolare a fiamma viva per pochi minuti, girandoli di frequente affinché non brucino.
Sgranate il cous cous, che nel frattempo avrà assorbito il brodo. Unitelo alla pera e ai cavolini e mescolate bene tutto. Abbassate la fiamma e fate insaporire per un paio di minuti. Nel frattempo tritate grossolanamente i pistacchi e uniteli al cous cous.
A questo punto alzate nuovamente la fiamma e fate tostare, fino a far diventare croccante, il cous cous condito. Dovrà risultare croccante, dorato, ma allo stesso tempo dovrete fare attenzione a non bruciacchiarlo. Quando avrà raggiunto il grado di "tostatura" gradito, spegnete il fuoco ed impiattate.
Guarnite con granella di pistacchio (io non me ne stancherei mai) e servite!


Uno sfizioso tocco dolciastro in un piatto dai sapori autunnali.

abc

Biscotti ‘del diavolo’, alias biscotti ai cereali con burro vegetale: provate a resistervi!

A volte ti trovi ad un punto in cui le differenti strade percorse si ritrovano, tutte insieme, ad un incrocio. Il fattore comune è sempre lui: il negozio bio in cui le mie comparse sono più barzellette che altro. Nel tempo, tra gli scaffali, ho scoperto le più svariate forme di ingredienti. Versioni infinite di ciò che, comunemente, definiamo farina, oppure zucchero, o ancora cereali. Potrei passare le ore, tra le etichette di quei prodotti, più o meno come passo le ore in libreria, tra le copertine e le trame di infiniti libri. Ma torniamo a noi. Oltre ad esserci un fattore comune, in questo incrocio di strade c'è anche un movente: la curiosità. Laddove non conosco, mi documento, sperimento, assaggio, mi confronto. Capita così di scoprire e apprezzare il sapore aromatico dello zucchero Mascobado, nome che, nelle Filippine, qualifica lo zucchero estratto dalla canna. Zucchero integrale, prodotto artigianalmente dalla spremitura delle canne. Un concentrato di genuinità. E poi incroci bancali di cereali biologici, dai cornflakes agli orzoflakes, dal muesli di avena, a quello di amaranto. E, vi garantisco, le versioni e le tipologie sono così tante da poter variare la colazione per un anno intero! Sulle farine non mi dilungo: qui ho usato una "banalissima" multicereali, ma vi garantisco che, dal miglio all'avena, alle castagne, alla soia, alla canapa, ai ceci, e tante altre, la scelta è davvero difficile!! Allora ecco che mi trovo a mettere tutto insieme. E cosa potrebbe mai legare tanta bontà, se non un elemento genuino????? Il mio mitico burro vegetale.... Non posso raccontarvi la bontà, ma posso illustrarvela. Sia mai che anche voi vogliate provarci!
E perché chiamarli biscotti del diavolo? I miei followers facebookiani hanno assistito ad un piccolo incidente di percorso, in diretta. Mentre cercavo di immortalare la crema di burro montata con lo zucchero, la macchina fotografica non ha resistito ad un tuffo, fortunatamente di schiena e non di pancia, nella crema stessa. Non vi dico la mia espressione: se solo fosse partito uno scatto fortuito, ve l'avrei pubblicato. Ero immobile, bianca, con gli occhi spalancati a ripetermi "non è successo, ditemi che non è vero!" ^_^ E mentre documentavo tutto sulla bacheca, un caro amico, Marco, ha commentato proprio con.... biscotti del diavolo!!!!! Ecco, sono davvero dei golosissimi biscotti del diavolo e Marco, questi sono per te e per il grande Ranieri!!

Ingredienti

55 g di burro vegetale salato
30 g di zucchero Mascobado
45 g di farina ai cereali (io Mulino Chiavazza)
45 ml di latte di avena
15 g di cornflakes bio (io Baule Volante)
20 g di muesli di avena bio al cioccolato (io Barnhouse)

Versate in una terrina il burro vegetale. Unite lo zucchero e lavorate il tutto con una frusta elettrica. Sbattete energicamente fino ad ottenere una crema soffice. Lo zucchero Mascobado è scuro e grezzo, per cui non avrete mai una crema chiara, né mai perfettamente liscia.
Unite, poco alla volta, la farina di cereali e, a filo, il latte di avena. Impastate bene tutto e, quando sarà ben amalgamato, unite i cornflakes. Mescolate con un cucchiaio fino ad ottenere una pasta omogenea.
Unite, a questo punto, anche il muesli al cioccolato e ripetete il lavoro con il cucchiaio, fino ad ottenere un impasto piuttosto corposo, ma morbido.
Rivestite con carta forno una teglia. Con l'aiuto di due cucchiaino formate delle palline grandi quanto una noce. Adagiatele sulla teglia, ad una distanza di qualche centimetro l'una dall'altra.
Accendete il forno a 190°. Quando sarà in temperatura infornate e abbassate a 175°. Cuocete per circa 20/25 minuti. Controllate che diventino ben dorati. Sfornate e lasciate raffreddare.
Rimarranno morbidi al morso, ma croccanti nell'impasto. Dolci e saporiti. Una vera tentazione!


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Sandwiches di sardine con pomodori caramellati: non c’è allievo, non c’è maestro, ma la sfida è superata

C'è sempre una prima volta. Quando, parlando con un giovane cuoco, ammisi di non aver mai cucinato le sardine, lui mi sferrò uno sguardo a metà tra l'incredulo e l'esterrefatto. Forse esiste un motivo concreto affinché io sia rimasta a spadellare nella mia cucina casalinga, invece di coordinare i fuochi di una cucina professionale, ma rimane il fatto che.... potrò mai non misurarmi con una sfida servita così, su un piatto d'argento????? Di base non amo molto questo tipo di pesce e, se devo dirla tutta, la versione di questo fantomatico cuoco mi ha abbastanza nauseato. Allora ho pensato di renderlo sfizioso. Quel croccante non fritto, il contrasto con sapori acri. Insomma, sono usciti curiosissimi sandwiches ricchi di sapore e genuinità. Sicuramente non c'è un allievo e non c'è un maestro, ma ora posso dire che sì, le sardine, cucinate da me, mi piacciono un sacco!!!

Ingredienti

12 sardine
8 pomodorini Pachino
4 cavolini di Bruxelles
farina di mais fioretto
pangrattato (io di riso)
olio evo
sale

Mondate e lavate i cavolini di bruxelles. Sbollentateli per un paio di minuti in acqua salata e, una volta scolati, immergeteli in acqua ghiacciata per fermarne la cottura. Lavate i pomodorini e asciugateli bene.
Tagliate a metà tutti i pomodorini e a piccoli spicchi i cavolini. Salateli e sistemateli in una teglia, coperta da carta forno. I pomodorini dovranno essere con la parte interna rivolta verso il basso. Portate il forno a 200° e, una volta in temperatura, cuocete per 30 minuti.
Pulite le sardine, togliendo la lusca e sciacquandole sotto l'acqua corrente. Asciugatele delicatamente con un foglio di carta assorbente.
Mescolate un paio di cucchiai di farina di mais fioretto a un paio di cucchiai di pangrattato. Impanate le sardine da entrambi i lati, pressando bene affinché rimanga una buona quantità di panatura ad avvolgerle.
Sistematele su una placca, coperta da carta forno, con la parte della pelle rivolta verso il basso.
Salatele in superficie, cospargetele con un filo d'olio e infornatele, sempre a 200°, per 15 minuti. Dopo 10 minuti giratele dall'altra parte e fatele dorare uniformemente.
Una volta cotte sfornatele e lasciatele intiepidire. Sfornate anche i pomodorini e lasciate intiepidire anch'essi. Passate ora alla farcitura. Sistemate, sulla metà delle sardine, due o tre pezzi di pomodori e cavolini. Coprite ciascun filetto con un'altra sardina. Premete leggermente e trasferite i sandwiches ottenuti sulla placca da forno.
Cuocete ancora, a 200°, per cinque minuti, dopo di che sfornate e servite. Sono ottimi da gustare con le mani, ohimè, beato Galateo.
Proponeteli come finger food, appetizer, antipasti, oppure come portata principale. Sapranno conquistarvi al primo morso. E sfido chiunque a non leccarsi le dita!! ^_*



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