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Pappardelle di zucchine al ragù di tuorlo d’uovo: un’insalata che si finge un primo piatto

Desiderio, forte desiderio di mangiare qualcosa di fresco. Ma anche qualcosa di diverso da una solita fettina di zucchina o di peperone grigliate. Era già un po' che mi frullava nella testa la pappardella di zucchina. Mi spiego..... avevo questo stimolo di trasformare una zucchina in un primo piatto. Ovviamente con tutti i canoni che si rispettino: un finto primo piatto dovrà avere un finto ragù. Beh, mi sono veramente divertita ad immaginare questo piatto, prima di vederlo concretizzarsi in sapore vero e proprio.  E gustarmelo mi ha fatto sentire una bambina orgogliosa del nuovo vestitino della sua bambola! Una vera soddisfazione e una grande ventata di freschezza. Ovviamente il pane carasau ha completato l'opera.... per metà inzuppato nel condimento e per metà bello croccante.

Ingredienti

2 zucchine chiare piccole
1 cucchiaio di olive snocciolate (io di Riviera)
5 pomodorini Pizzutello
2 tuorli d'uovo
1/2 sfoglia di pane carasau
olio evo
sale
pepe

Tagliate, con l'aiuto di una mandolina, le zucchine precedentemente pulite e lavate in fettine lunghe e sottili. Mettetele a bagno in acqua e sale per circa mezzora. Fatele sbollentare in acqua salata per pochi istanti e fermatene subito la cottura versandole in acqua ghiacciata.
Nel frattempo fate rassodare i tuorli. Dal momento che non avrei utilizzato gli albumi sodi, mentre invece li utilizzo a crudo, ho separato il tuorlo, l'ho buttato in acqua bollente salata e l'ho fatto cuocere per 10 minuti abbondanti, a fiamma media. Li ho poi scolati e fatti raffreddare.
In alternativa potrete far rassodare l'uovo intero e poi separare il tuorlo dall'albume a cottura ultimata.
Scolate le zucchine e stendetele su un canovaccio pulito, in modo che asciughino bene. Versatele in una ciotola, conditele con olio, pepe ed eventualmente un po' di sale e mescolate in modo che il condimento si distribuisca in maniera uniforme.
Aggiungete al piatto i pomodorini lavati, asciugati e tagliati a fettine sottili, e le olive, anch'esse tagliate ad anellini. Mescolate e sbriciolatevi dentro uno dei due tuorli. Amalgamate tutto e trasferite in un piatto. Io ho usato una fondina, come per un qualunque un primo piatto che si rispetti.
Decorate con sfoglie di pane carasau e con il tuorlo d'uovo rimasto, sbriciolato sopra.
Per una che gli spaghetti li mangia così..... cucchiaio e forchetta e bon apètit...
abc

La crocchetta di riso venere e ricotta aromatizzata che nasce da un ricordo, ma che del ricordo non ha nulla

Tutto è partito dal desiderio di mangiare delle crocchette di riso. Uhh quelle frittelle che mamma preparava con il risotto avanzato dal pranzo del sabato. A dirla tutta spesso ne preparava di più apposta, per non rinunciare a quella prelibatezza irresistibile. Beh, il piatto che vi sto per presentare non ha molto a che vedere con le sue frittelline. Ma c'è un legame..... quel riso soffice raccolto in una crosticina così appetitosa da non riuscire a smettere di mangiarne. La scelta di unire la ricotta ha ovviamente precluso l'utilizzo dell'uovo (una sola proteina per piatto.... uff, che monotona che sono!!), ma per chi non avesse le mie stesse fisime, sicuramente la sua aggiunta faciliterebbe la cottura e renderebbe tutto più compatto. Per quanto riguarda il risultato.... ottimo anche senza uova!! Il riso venere è magico di suo, la ricotta è un abbraccio delicato, gli aromi legano tutto e la crosticina, data da doppia panatura, contiene egregiamente tutto...

Ingredienti

50 g di riso venere (pesato a crudo)
10 g di parmigiano
basilico
5 g di semi di zucca
5 g di semi di sesamo
100 g di ricotta
noce moscata a piacere
sale
olio evo
latte (io di avena - di riso per la versione gluten free)
farina di riso
pangrattato (io di riso)

Fate bollire il riso venere per un tempo di 5 minuti inferiore rispetto a quello indicato sulla confezione, in acqua salata. Scolatelo e fatelo intiepidire. Grattugiare il parmigiano e unirlo al riso, insieme al basilico tritato. Mescolare tutto e fare insaporire per mezz'ora circa.
Unire al riso la ricotta, i semi di sesamo e i semi di zucca tritati grossolanamente. Correggere eventualmente di sale e aggiungere la noce moscata secondo il proprio gusto.
Versate un paio di cucchiai di latte in una ciotolina e preparare su due piattini le panature: farina di riso e pangrattato. Formate con il composto di riso delle palline e passatele nella farina di riso dando la forma a cilindro, tipica della crocchetta. Passare quindi nel latte e poi nel pangrattato. Fate cuocere in poco olio evo molto caldo, girandole in modo da farle dorare uniformemente.
Quando saranno belle croccanti servite. Io le ho accompagnate con del freschissimo pomodoro condito solo con olio e sale.

Con queste dosi mi sono venute nove crocchette, ovviamente finite in un nanosecondo!! Delicate, leggere, sfiziose e golose.... da non poterne più fare a meno!! Provare per credere.



abc

Gnocchi di lupini con dadolata di verdure e alga Wakame: l’esperimento azzardato e ampiamente riuscito

No, tranquilli, non ho deciso di trasformare la mia cucina in una filiera di gnocchi.... è solo che non avrei visto altro formato di pasta, con i lupini!! Ebbene sì, vi ho già svelato il segreto: questa volta l'ho fatta grossa. Divoratrice di lupini, importantissima fonte proteica dalle molteplici proprietà e dal basso contenuto di grassi, cerco di trasformarli in qualsivoglia modo, in modo che non possiate dire ancora lupini e che io possa davvero non stancarmi mai di mangiarli. Confesso che una fase del procedimento per arrivare al risultato ultimo, è decisamente a rischio: rischio di non avanzarne a sufficienza per il prosieguo della preparazione!!!! La crema di lupini, frullata con un filo d'olio e un po' di acqua..... è da leccarsi dita, braccia e gomiti! Credo che, quando il clima tornerà ad essere autunnale, una bella vellutata non me la toglierà nessuno. Ma quella è un'altra storia.... Ora pensiamo a questo bel piattino.

Ingredienti

Per gli gnocchi
130 g di lupini puliti
5 g di olio evo
30 ml di acqua
45 g di farina di orzo

Per il condimento
1 carota
1 zucchina piccola
1 pezzo di porro
5 pomodorini Pizzutello
olio evo
sale
2 g di alga Wakame

Inserite i lupini in un bicchiere da mixer e frullateli insieme a 5 g di olio e 30 ml di acqua, fino a formare una crema omogenea. Disponete a fontana, su una spianatoia, la farina di orzo e metteteci nel centro la crema appena ottenuta. Impastate integrando, mano a mano, la farina e formate un panetto che farete riposare per circa mezz'ora, avvolto in un panno pulito. La pasta risulterà compatta, ma comunque morbida.
Portate ad ebollizione circa 200 ml di acqua salata e sbollentate per un paio di minuti i pomodorini, precedentemente lavati. Fate bollire 1/2 carota fino a quando sarà morbidissima. Nel frattempo sbucciate i pomodorini e puliteli dai suoi semini. Mettete la polpa in un bicchiere da mixer e, quando avranno raggiunto la cottura, aggiungete le carote. Frullate tutto fino ad ottenere una crema vellutata ed omogenea. Assaggiate e correggete, eventualmente, di sale (io, ovviamente, non ne ho sentito la necessità). Tenete da parte.
Mettete a bagno l'alga in acqua fredda, per dieci minuti. Tagliate a rondelle sottili il porro e fatelo rosolare in un cucchiaio di olio evo. Tagliate la metà della carota rimasta a dadini piccoli e unitela al porro. Fate saltare per un minuto, poi aggiungete, poco alla volta, l'acqua di cottura della mezza carota che avete utilizzato per la salsa. Quando inizierà ad ammorbidire, aggiungete anche la zucchina, che avrete tagliato a dadini nell'attesa. Continuate la cottura con lo stesso procedimento, aggiungendo poca acqua alla volta.
Tagliate l'alga, ormai idratata, in piccoli pezzi e unitela alle verdure.
Fate insaporire per qualche istante e poi versate la crema di carote e pomodori preparata in precedenza. Mescolate bene tutto e, a fiamma bassissima, fate cuocere ancora per 5 minuti, aggiungendo acqua se risultasse troppo asciutto.
Passate ora alla preparazione degli gnocchi. Tagliate la pasta in parti uguali e formate dei filoncini che allungherete con le mani fino a farli diventare di diametro di circa 1 centimetro. Divideteli durante il procedimento per agevolare la lavorazione e per evitare che si spezzino.
Tagliate ciascun filoncino ottenuto in tocchetti di un paio di centimetri, infarinateli e teneteli da parte.
Portate ad ebollizione abbondante acqua saltata e buttate gli gnocchi. Mescolate delicatamente e, non appena inizieranno a venire in superficie, scolateli con una schiumarola e trasferiteli nella padella insieme alle verdure. Aggiungete qualche cucchiaio di acqua di cottura e fate saltare a fiamma viva per pochi istanti.
Trasferite tutto in un piatto e gustate!! A piacere potrete versarci sopra un filo di olio evo, che proprio male non ci sta!!
Confesso, ora che ho spiegato tutto e che ho tratto le somme di questo nuovo esperimento, che ho temuto che, per qualche legge della fisica a me sconosciuta ma ipotizzata, questi gnocchi non mantenessero la forma in cottura. Senza uovo e con la sola farina d'orzo..... ero pronta a buttare nell'acqua, d'emergenza, una porzione di gnocchi pronta nel congelatore. E invece..... esperimento riuscitissimo!!


abc

Cocchini al muesli: l’ingrediente dalle molteplici potenzialità e l’importanza dell’home made

Avete presente quelle folgorazioni che vi colpiscono all'istante e a cui proprio non potete trovare rimedio? Capita, così, che, leggendo uno dei blog che amo maggiormente per creatività, fantasia, stile, ingredienti utilizzati, mi imbatto in un ossimoro, per il mio pensiero: burro (e quindi cattivo) e cocco (e quindi buonissimo). Leggete un po' la mia cara amica Micol cos'ha creato con questi biscotti al burro di cocco e farina di riso. Burro di cocco.... ecco, e adesso cosa faccio? Cedo al burro? Sapete cosa vi dico? Io ci provo..... E così mi metto a fare il burro di cocco seguendo i suoi consigli, ma facendo le mie solite modifiche. Insomma, alla fine ho fatto bollire il cocco grattugiato - o farina di cocco - (140 g) in acqua (400 g) per mezz'ora circa, facendo bene attenzione che le scagliette rimanessero sempre in acqua. Le ho poi versate su un tovagliolo ed ho strizzato bene, aiutandomi con un colino prima e con lo schiaccia patate dopo, affinché spremessi tutto il liquido presente. Insomma, da quello che ho compreso sbirciando anche questo link, la parte grassa, che poi diventerà burro, è quella che fuoriesce alla fine. Versando tutto il liquido in un contenitore e tenendolo per una notte in frigo, ben chiuso, al mattino ho trovato il mio bel burro solidificato in superficie. E quello è stato utilizzato per questi biscottini.... che profumano in un modo incredibile!!!!

Ingredienti

60 g di burro di cocco
40 g di muesli di farro bio (io Krunchy di Barnhouse)
20 g di cornflakes (io Baule Volante)
20 g di zucchero grezzo di canna
100 g di farina integrale (io Molino Chiavazza)
1 tuorlo
1 pizzico di sale

Tritate abbastanza finemente il muesli di farro e mettetelo da parte. Polverizzate lo zucchero e impastatelo con il burro di cocco.
Aggiungete la farina, il muesli, il sale, il tuorlo d'uovo ed impastate fino ad amalgamare bene tutto. Io mi avvalgo della funzione spiga del Bimby, ma a mano è un impasto che può essere fatto senza problemi, mescolando prima burro, zucchero e tuorlo ed aggiungendo, in seguito, gli ingredienti secchi, farina sale e muesli, precedentemente misccelati.

Pesate i cornflakes e frantumateli grossolanamente. Aggiungeteli all'impasto e lavorate fino a compattare tutto.
Formate un panetto e mettete nel frigo a riposare per non più di un'ora, avvolto nella pellicola.
Riprendete l'impasto e stendetelo, aiutandovi con le mani e con un mattarello, su una spianatoia infarinata. Tagliate i biscotti della forma desiderata e poneteli su una placca ricoperta da carta forno. Lasciate riposare ancora mezz'ora in frigo, affinché acquisiscano nuovamente compattezza.
Accendete il forno a 160° e, una volta in temperatura, infornate per mezz'ora circa. Io ho formato biscotti spessi circa 0.7 cm, per cui la cottura ha richiesto un po' più di tempo. Regolatevi in base allo spessore che darete voi ai vostri biscotti e, ovviamente, in base al vostro forno.
Sfornate quando li vedrete dorati e spostateli su una griglia a raffreddare.

Non crederete al profumo di cui vi riempiranno la cucina e.... la casa.... Io credo di averli consumati respirandone la fragranza. Ma vi garantisco che al morso sono croccanti, friabili e decisamente amabili! Una coccola a regola d'arte!



Grazie Micol, questo burro non mancherà più dagli alambicchi della mia cucina!!


abc

Fregola al ragù bianco di pesce, asparagi e albicocche: un esperimento, una personalizzazione e una dedica

E' passato quasi un mese da quando sono tornata dall'esperienza sarda. L'occasione è stata il matrimonio di una cara amica, Eleonora, compagna di studi universitari, compagna di vita e testimone di momenti belli, comunque importanti. Lei e la sua realizzazione di un sogno alimentato pazientemente nel tempo. Luca è un ragazzo di origini sarde, seppur abbia sempre vissuto in quel della provincia torinese. Ed è stato questo legame a portarli sull'isola a promettersi amore eterno. Come ogni volta in cui mi sposto in una "terra straniera", intendendo per straniera luoghi dalle diverse tradizioni rispetto a quelle in cui vivo, cerco di portare con me prodotti tipici da poter studiare e sperimentare in prima persona. Un modo, insomma, per imparare cose nuove e per misurarmi con me stessa. E in questa occasione avevo promesso a Eleonora e Luca di creare un piatto con un ingrediente tipico. Il pane Carasau è stato più volte utilizzato nei miei piatti, ma l'occasione arriva adesso: quel pacco di fregola non può più rimanere chiuso. Artigianale, dalla semola grossa. Non me ne vogliano i sardi, per questa interpretazione del tutto fuori dal comune e insolita, ma io rimango io.... quella pazza che stravolge sempre tutto e che azzarda, sempre. E a voi, miei cari sposini, i miei auguri di una vita felice....



Ingredienti
60 g di fregola sarda (io Pastificio Artigianale Araj)
10 asparagi fini
30 g di polpo
30 g di rana pescatrice
4 albicocche secche
paprika dolce
50 ml di vino bianco secco
sale
olio evo
dado vegetale

Preparate un brodo vegetale, che porterete ad ebollizione. Lavate gli asparagi e fateli sbollentare per un paio di minuti nel brodo. Scolateli e tagliateli in piccole rondelle, partendo dal fondo, fino ad arrivare a un paio di centimetri dalle punte, che terrete da parte per la guarnizione del piatto. Scaldate un cucchiaino di olio evo in padella e fate soffriggere uno spicchio d'aglio tagliato in due. Aggiungete gli asparagi tagliuzzati e fate saltare a fiamma viva per qualche istante. Nel frattempo tagliate il polpo e la rana pescatrice in cubetti piccolissimi. Aggiungeteli agli asparagi e fate consumare, sempre a fiamma viva, la loro acqua.
Versate, a questo punto, il vino bianco, aggiungete la paprika e salate a piacere. Abbassate la fiamma e fate cuocere per circa 15 minuti, coperto, mescolando di tanto in tanto. Non dovrà mai asciugare completamente, per cui eventualmente aggiungete un po' di acqua alla cottura. Tagliate in piccoli tocchetti le albicocche secche e, trascorso il tempo di cottura del pesce, aggiungetele in padella. Mescolate delicatamente e lasciate insaporire bene per pochi minuti. Mantenete sempre il condimento piuttosto umido.
Aggiungete ora la fregola e cuocetela come fosse un risotto: mescolate e lasciate che assorba i sapori del ragù per qualche istante. Versate poco brodo alla volta, mescolate e lasciate cuocere coperto fino al completo assorbimento del liquido. Il tempo di cottura dipenderà dal tipo di fregola utilizzato. Quella che ho cucinato io richiede 10 minuti: controllate il tempo di cottura indicato sulla vostra confezione e regolatevi. L'assaggio è sempre cosa buona e consigliata ; )
Ora non vi resta che impiattare e servire. E, ovviamente, assaporare l'incontro di sapori diversi e complementari.

Sposini (e non).... cosa ne pensate???


abc

Polpette di melanzane dal cuore filante: non chiamatelo contagio ma capriccio assecondato

Ok, lo ammetto, è da un po' di giorni che vedo polpette di melanzane ronzarmi davanti agli occhi, in mille versioni e con molteplici commenti annessi e..... non è che mi sia fatta prendere dalla polpettite acuta, ma..... il mio stomaco ha iniziato a reclamare questo piatto e..... vorreste provarci voi a metterlo a tacere???? Perché per me è veramente impensabile riuscirci! Ricordate quando, raccontandovi dei sandwiches di melanzana al prosciutto cotto e pistacchi, vi narrai degli alimenti ritenuti "veleno" per il mio gruppo sanguigno, secondo la dieta del Dott. Mozzi? Ecco, grazie a quella lettura eliminai dalla mia alimentazione questo buonissimo ortaggio. Questo per parecchio tempo, fino a quando il desiderio di assaporarne nuovamente una non è diventato incontrollabile. Beh, vi dirò (a voi e al Dott. Mozzi) che queste polpette, dieta o non dieta, regime o non regime, sono la fine del mondo!!!!! Certo è che ho riadattato un classico secondo i miei punti fermi, sempre loro: mai mischiare le proteine. Consiglio a chi non avesse la necessità di seguire questa regola, di aggiungere un uovo. La cottura sarebbe sicuramente più facile e la consistenza sarebbe indubbiamente maggiore!

Ingredienti

1 melanzana
2 gallette integrali di sesamo e amaranto (io Allos)
10 g di pistacchi tostati non salati
10 g di parmigiano
4 foglie di salvia
1 spicchio d'aglio
100 g di mozzarella (io light)
pangrattato (io di riso)
sale
olio evo

Sbucciate la melanzana, tagliatela a dadi non troppo piccoli, mettetela in un colapasta, cospargetela con del sale e lasciatela per un paio d'ore sotto un peso, in modo che perda la sua acqua. Trascorso questo tempo sciacquatela bene e strizzatela.
Fate insaporire uno spicchio d'aglio insieme ad un cucchiaio di olio evo, in padella e aggiungete le melanzane. Coprite e fate cuocere, a fiamma media, per circa 20 minuti, fino a quando risulteranno morbidissime. Aggiungete, di tanto in tanto, un po' di acqua, in modo che non attacchino alla padella, e mescolate spesso. Quando saranno pronte spegnete il fuoco, togliete l'aglio e schiacciate le melanzane con una forchetta, in modo da ricavarne una poltiglia non troppo cremosa.
Mentre il composto intiepidisce lavate e asciugate bene le foglie di salvia. Tritate le gallette, i pistacchi, il parmigiano e la salvia e aggiungete il tutto alle melanzane.
Mescolate bene fino a quando otterrete un composto omogeneo. Assaggiate e correggete eventualmente di sale (io non ne ho aggiunto). In questa fase, per chi volesse, aggiungete l'uovo e amalgamatelo bene.
Tagliate, ora, la vostra mozzarella a cubetti non troppo grandi.
Bagnatevi le mani, affinché l'impasto non si attacchi e in modo da poterlo lavorare facilmente, prelevate un po' di preparato di melanzane, schiacciate nel centro un cubetto di mozzarella e ricopritelo bene con l'impasto, formando una polpetta.
Procedete fino a terminare melanzane e mozzarella.
Impanate le polpettine appena ottenute nel pangrattato e cuocetele in padella con un paio di cucchiai di olio evo. Dal momento che la melanzana tende ad assorbire l'olio, io ne metto inizialmente poco e faccio una giunta nel momento di girare le polpette per la cottura sull'altro lato.
Fatele dorare bene fino a che si formi una golosa crosticina, dopo di che servite. Sono ottime da assaporare calde.




Involucro croccante, interno morbido e cuore filante.... una ghiotta dipendenza!!abc

Sandwich di farinata di ceci con zucchine e olive: storia di un amore che non cambia al cambiare dei sapori

Vi ho mai parlato del mio grande amore per la farinata di ceci, o torta di ceci? Ai tempi in cui in famiglia il sabato sera si accendeva il forno per cuocere la pizza (rigorosamente impastata a mano, una volta da me, una volta da mio fratello, una volta da mia madre e anche da papà, talvolta - poco per motivi di lavoro.... a lui era quasi esclusivamente dedicato l'impasto all'uovo per le tagliatelle della domenica), ci si concedeva, di tanto in tanto, un boccone di sapore differente. E io morivo, ogni volta, perché la leccarda del forno faceva ammassare l'impasto tutto da un verso ed una parte di farinata, a fine cottura, risultava sempre bruciacchiato. Ma la curiosità di assaggiare una farinata ad hoc mi è sempre rimasta. E l'ho soddisfatta, direi ampiamente, lavorando in una pizzeria d'asporto, sabato, domenica e festivi, per la gioia del mio fidanzato di allora. Forno a legna, teglie in ferro da monoporzione, spessore giusto e cottura perfetta. Avrei mangiato ogni farinata sfornata senza soluzione di continuità!! Sento ancora la crosticina croccante e il cuore morbido e avvolgente. Ne ho fatto largo uso, lo confesso, ma nel tempo la farinata è rimasta un piatto di cui mai mi stancherei! Incuriosita dalla versione casalinga, come metodo di cottura, adottata da mio fratello, per cui accendere il forno per una monoporzione è un inutile spreco, ho provato anche io a cuocerla in padella. Sì, avete capito bene, proprio in padella!! Il risultato??? Ne mangio molta di più e ritrovo quei sapori di un tempo per cui avrei fatto carte false...... Mi diverto a renderla piatto unico creando delle farce sempre diverse. Questa volta zucchine e olive ho trovato legassero decisamente bene. Non sarà un piatto da chef pluristellato, soprattutto da guardare, ma vi garantisco che ne avessi ancora non esiterei a mangiarne, e mangiarne e mangiarne ancora....

Ingredienti

Per la farinata
45 g di farina di ceci
130 g di acqua
7 g di olio
sale
1 rametto di rosmarino
pepe a piacere
olio per la cottura

Per la farcia
1 piccola zucchina chiara
1 cucchiaio di olive (io di Riviera denocciolate)
1 rametto di rosmarino (quello utilizzato per la farinata)
olio evo
sale

Stemperate la farina di ceci con l'acqua. Unitevi l'olio e mescolate bene con una frusta. Non dovranno esserci grumi. Lavate e asciugate un rametto di rosmarino e immergetelo nel composto. Fate riposare in frigo per almeno 2 ore. Trascorso il tempo di riposo, togliete il rametto di rosmarino e aggiungete un buon pizzico di sale, mescolando bene. Mettete sul fuoco una padella dal fondo spesso, con un cucchiaino di olio. Quando sarà caldo, ben caldo, spargete bene l'olio su tutta la superficie e versateci la pastella. Coprite con un coperchio e lasciate cuocere a fiamma media per 15/20 minuti circa. In questo tempo il coperchio non andrebbe mai sollevato, ma controllate (soprattutto dal profumo che emana) che non bruci!!
Nel frattempo sciacquate il rametto di rosmarino, asciugatelo bene e mettetelo in un padellino con dell'olio. Accendete il fuoco e fate insaporire. Tagliate a fiammiferi la zucchina, precedentemente lavata, e aggiungetela al rosmarino. Fate saltare a fiamma viva per un minuto circa, aggiungendo sale  piacere. Abbassate la fiamma e aggiungete le olive tagliate a rondelle. Fate cuocere per pochi minuti.
A questo punto girate la farinata. Togliete il coperchio cercando di non far cadere l'acqua di condensa nella padella. Aiutandovi con una paletta ribaltate il tortino di ceci e fatelo cuocere, sempre coperto, per altri 5 minuti. Trasferite quindi la farinata cotta in un piatto, tagliatela a spicchi e farcitela per metà con le zucchine. Coprite gli spicchi con la restante metà e..... va mangiata caldissima!!!!
Io la sento ancora sciogliersi in bocca.....abc

Prosciutto e melone in una rivisitazione preziosa di rose, lingotti e crema d’oro

Vi avevo anticipato, nella ricetta dei piccoli coni di zucchina con crema soffice alle fragole, che vi avrei presentato la versione al melone. Bene, mossa da questo forte desiderio, compro un bel meloncino, del gustosissimo prosciutto crudo e mi accingo alla preparazione. Chiudo gli occhi, faccio mente locale e...... Erica, acciderboli, gli amaretti!!!!! Sono un caso clinico, lo so, non potrò parlarvi della versione originale di questa spuma fresca neanche questa volta, ma pensate che mi sia comunque arresa? Quale migliore spunto per misurarmi con la mia fantasia? Non solo ho trovato un rimedio con le nocciole e del liquore (Amaretto di Saronno, per giunta), ma ho anche impacchettato questa crema in piccoli lingotti dal sapore fresco e delicato. E le nocciole, che sono state pensate per dare consistenza, vista l'aggiunta di un liquido, ne hanno risaltato il sapore ed hanno perfettamente legato ogni gusto presente nel piatto. Come dire? Non tutte i mali vengono per nuocere!!

Ingredienti

80 g di prosciutto crudo

Per la crema
160 g di melone
1 cucchiaino raso di lecitina di soia
10 g di Amaretto di Saronno
10 g di nocciole tritate + q.b. in granella per la decorazione
15 g di olio evo

Per i lingotti
20 g di Amaretto di Saronno
30 g di acqua
50 g di crema di melone
0,5 g di agar agar (la punta di un cucchiaino)

Iniziate togliendo la polpa dal mezzo melone, aiutandovi con uno scovino, e mettendola in un bicchierone da mixer. Tritate finemente i 10 g di nocciole e uniteli al melone, insieme a 10 g di Amaretto di Saronno e alla lecitina. Lavorate con un frullatore ad immersione fino a quando avrete ottenuto una crema omogenea.
Aggiungete a filo l'olio, come per la maionese, lasciando sempre il frullatore in azione. Verrà una vellutata, che lascerete riposare in frigo per almeno 1 ora. Passato questo tempo portate a bollore i 20 g di Amaretto insieme all'acqua e all'agar agar. Fate bollire per un paio di minuti. Aggiungete quindi i 50 g di crema di melone e continuate a cuocere per un minuto circa, mescolando affinché tutto si amalgami. Spegnete il fuoco e versate la crema negli stampini (io ho usato gli stampi del ghiaccio). Fate raffreddare a temperatura ambiente e, in seguito, riponeteli in frigo per almeno un'ora affinché compattino bene.
Componete ora il piatto. Prendete le fettine di prosciutto e date loro una forma a rosa. Io ne ho infilzate 4 su uno spiedo, da mangiare con la crema, e 4 ne ho alternate nel piatto, da assaporare con i lingottini. Spargete sui budini di melone le nocciole in granella e servite.

Avendo assaggiato la versione originale trovo che questa variante sia decisamente di carattere, ma quello che mi ha sorpreso sono le gelatine: questi lingotti non avrei mai smesso di sentirli sciogliere sul palato!
A voi le vostre preferenze...abc

Gnocchi di ricotta aromatizzati alla salvia: incontro “tradizionativo” tra sapori distinti

Era veramente tanto tempo che desideravo creare una versione, ovviamente pensata nei dettagli, degli gnocchi di ricotta. Come spesso faccio,  chiudo gli occhi e immagino ingredienti legarsi fra loro e solo quando la scena è un perfetto sincronismo di parti, apro gli occhi e mi metto all'opera. Impasto delicato e incontra un condimento deciso. Impasto aromatizzato, che mette insieme piatti diversi in un'unica forma. Condimento in contrasto di consistenza e di carattere. Amo particolarmente il gusto della salvia, che nei ricordi di bambina era padrona, con il burro fuso, nell'insaporire tortelli o gnocchi. E amo terribilmente gli gnocchi alla romana per quell'interazione tra semolino, latte e noce moscata. Perché, allora, non legarli e farli rivivere insieme? Risultato all'altezza delle aspettative: ancora una volta i sapori di sempre sotto una nuova veste, tradizione e innovazione. Ancora una volta palato appagato.

Ingredienti

Per gli gnocchi
100 g di ricotta vaccina freschissima
20 g di parmigiano
4 foglie di salvia
1 tuorlo d'uovo
80 g di semola di grano duro (semolino)

Per il condimento
1/2 pera Abate
100 ml di Lambrusco dell'Emilia
10 g di mandorle pelate
olio evo
sale

Tritate il parmigiano con la salvia, precedentemente lavata e asciugata.
Aggiungete la ricotta, il tuorlo d'uovo e mescolate fino ad ottenere un composto omogeneo. Io non ho aggiunto sale perché per me era sufficiente il sapore del parmigiano. Assaggiate e valutate secondo il vostro gusto. Versate il semolino su una spianatoia, a fontana e aggiungete nel mezzo la crema di ricotta e salvia.
Impastate fino a quando la farina sarà completamente incorporata. Formate un panetto e lasciate riposare in frigorifero, avvolto in una pellicola, per mezz'ora circa.
Riprendete l'impasto e iniziate a lavorarlo formando un filone, che taglierete in 4. Lavorate ogni filone ricavando dei salamini dal diametro di circa 1 centimetro. Aiutandovi con della farina affinché non attacchino, tagliate gli gnocchi della lunghezza preferita (io li ho tagliati di circa un paio di centimetri), e sistemateli in un piatto piano o su una superficie piatta, precedentemente infarinata.
Mettete sul fuoco l'acqua di cottura e, in attesa del bollore, occupatevi del condimento.
Tagliate in quadrotti la mezza pera e fatela saltare in padella con un filo di olio caldo, a fiamma viva, per qualche minuto, fino a quando dorerà. Aggiungete il vino e insaporite con il sale, a piacimento. Abbassate la fiamma e fate consumare il vino. Aggiungete quindi poca acqua alla volta, in modo che continuino a cuocere rimanendo morbide.
Fate cuocere gli gnocchi nell'acqua salata. Da quando inizieranno a venire a galla contate un minuto e poi, con una schiumarola, scolateli e versateli nella padella con le pere.
Saltate a fiamma viva aggiungendo un po' di acqua di cottura e le mandorle tritate.
Impiattate, grattatevi sopra del parmigiano e passate sotto il grill del forno per una decina di minuti (per questa funzione io mi avvalgo del forno a microonde). A questo punto non vi resta che servire e gustare.

Io sto già pensando a come condire i prossimi.... perché ovviamente delle due porzioni pediatriche una riposa nel congelatore..... : )
abc

Involtini filanti di melanzana: gusto mediterraneo nella rivisitazione di un ricordo

Quando il palato richiede un certo sapore e una certa consistenza, non c'è molto da fare: devo appagarlo. Melanzane. Il mio palato desidera melanzane. Per molto tempo ho guardato la melanzana come un ortaggio poco versatile. Credo fosse per i modi in cui, in famiglia, l'ho sempre mangiata: pizzette al forno, parmigiana, in umido, e poi ancora pizzette, parmigiana, in umido.... Santa la mia mamma, è sempre stata molto brava, quando ancora aveva voglia di cucinare : ) ma non si è mai scostata più di tanto dalle sue abitudini. Devo anche dire che quello che mi ha sempre bloccato, di fronte al pensiero della melanzana, era quel gusto amarognolo che lasciava in bocca. Insomma, non le ho mai amate tanto, ma non ho neanche fatto molto per conoscerle meglio. Perché succede che, è sempre così nella vita..... le cose occorre volerle, la mia solita curiosità verso tutto ciò che potrebbe farmi superare i limiti personali mi fa scoprire la pozione magica per risolvere l'inconveniente. Ed è così che, lasciando per qualche ora le melanzane sotto sale, posso godere appieno di questa prelibatezza e fantasticare sulla loro preparazione. Questa volta sono partita da una crosticina croccante, merito della farina di mais fioretto, e da una cottura in forno, che mi ha permesso di ridurre notevolmente la quantità di olio necessaria!! Questa sì.... rimane sempre una necessità, un punto fermo nella mia ricerca di novità!

Ingredienti

5 fette di melanzana tagliate per la lunghezza (io violetta striata)
farina di mais fioretto
1 mozzarella (io light)
8 pomodorini Pizzutello
1 rametto di rosmarino
1/2 spicchio d'aglio
sale
olio evo
noce moscata
1 cucchiaio di parmigiano grattugiato

Iniziate tagliando le fettine della melanzana, di circa 1 centimetro di spessore. Mettetele su una superficie piatta alternando gli strati con del sale grosso. Ponete un peso che le schiacci leggermente (io le ho chiuse tra due piatti) e lasciatele riposare per un paio d'ore almeno. Perderanno, in questo modo, la loro acqua e il gusto amarognolo. Sciacquatele bene e asciugatele su un canovaccio pulito. Spennellatele con dell'olio evo e passatele della farina di mais fioretto su entrambi i lati. Ponetele su una placca da forno e cuocetele a 200° per circa 20 minuti, girandole a metà cottura.
Nel frattempo lavate e fate sbollentare in acqua, per un minuto circa, i pomodorini. Scolateli, privateli della loro pellicina e tagliateli a dadini. Metteteli in un colino, sopra un contenitore, e fate scolare il loro liquido.
Lavate il rametto di rosmarino, prelevate gli aghi e tritateli finemente con lo spicchio d'aglio. Trasferite i pomodorini in una ciotola e unite il trito appena ottenuto e mescolate bene. Lasciate riposare in modo che il pomodoro si insaporisca, per almeno mezz'ora.
Tagliate a fettine sottili la mozzarella e mettetela in uno scolapasta, condita con sale e noce moscata, in modo che insaporisca e perda la sua acqua. Io ho utilizzato una versione light, che sicuramente toglie il sapore della vera mozzarella. Sentitevi liberi di utilizzare una buona versione da papille in festa, ignorando le mie fisime salutiste, per una volta!!
Passate alla composizione del piatto: su ciascuna fettina di melanzana adagiate la mozzarella e poi i pomodorini. Arrotolate la fetta partendo dalla parte più stretta della melanzana, fermate l'involtino con uno stuzzicadenti e riponete in una pirofila, affiancate.
Cospargete gli involtini con dell'olio evo e con il parmigiano grattugiato e passateli sotto il grill del forno per dieci minuti circa.
Sfornate e decidete: sono buonissimi da gustare caldi e filanti, ma sono prelibatissimi anche da assaporare freddi.



Che le giornate di questa estate pazzerella siano fresche o roventi, il vostro palato verrà accontentato!
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