close

Senza categoria

FEATURED POST

Not Post Found!

LATEST POSTS from Senza categoria

Spiedini di zucchina farciti: lo scettro di una regina che sa stupire

Avete una cena con ospiti importanti, non siete famosi per le vostre doti culinarie e non potete permettervi brutte figure? Ecco il piatto che fa al caso vostro. Ricordo che un giorno di qualche mese fa fui ispirata dal web nella realizzazione di queste zucchine. Chiedo scusa all'artefice di questo piatto, ma ai tempi non ne registrai la fonte. Adattai semplicemente la ricetta ai miei gusti e la realizzai. Pubblicai qualche foto in Facebook e fu un successo! Perché il segreto sta proprio nella semplicità! La mia amica Michela, che ancora oggi mi parla di queste zucchine come della sua migliore folgorazione e conquista culinaria (vi garantisco, però, che tutte le qualità che possono mancarle in campo culinario la rendono unica e speciale in tanti altri aspetti della vita), mi chiese subito lumi. Ho ospiti importanti a cena, non posso fare brutta figura e voglio stupire; queste zucchine mi sembrano perfette e....facili! Mi spieghi come si preparano? Dovete sapere che una richiesta di questo tipo è, per me, fonte di orgoglio e felicità. Ho subito dato un seguito a quelle sue parole dicendole di provarci assolutamente e che sarebbe stato un successo. E.....che ve lo dico a fare.....successo fu!! Credo che i suoi invitati siano increduli ancora oggi....

Ingredienti

2 zucchine
2 crackers integrali al sesamo e amaranto (ma va benissimo del pane o del pangrattato)
1 cucchiaino di prezzemolo tritato
1 cucchiaio di parmigiano grattugiato
4 gherigli di noci
5 g di pinoli
olio evo
sale

Mondate, lavate e asciugate le zucchine. Tagliatele, per il lungo, in fettine sottili, con l'aiuto di una mandolina. Lasciatele a bagno in acqua salata per una buona mezz'ora. Questo passaggio è fondamentale perché permetterà loro di non rompersi quando le arrotolerete.
Preparate ora la farcia. Tritate i crackers o il pane (ricordate che più è morbida questa parte di farcia e meno olio richiederà), le noci e i pinoli. Mescolate tutto insieme al prezzemolo tritato e al parmigiano. Aggiungete quindi un filo di olio extravergine di oliva e rendete il composto omogeneo.
Distribuitene un po' su ogni fettina di zucchina, arrotolate e infilzate su uno spiedo, formando spiedini di circa 4 pezzi. Sistemate le zucchine così formate su una placca da forno e spolveratele con la panatura rimasta. Infornate a 180° per 30 minuti circa.
Una volta sfornati non riuscirete a resistere. Sono delicati, ma gustosi e si mangiano senza riuscire a fermarsi.....

Ringrazio chi mi ha ispirato nella realizzazione di questo successo, a cui va tutto il merito del piatto.

E... non è detto dobbiate avere ospiti speciali a cena, davanti a cui non potervi permettere brutte figure, per cedere a questo sfizio. A voi la vostra contestualizzazione...

abc

Carpaccio piccante di frutta in pasta phillo e una grande dichiarazione d’amore

Sì, è vero, confesso di essere innamorata perdutamente della pasta fillo (o phillo). La scoprii quando la svestii dei chili di olio con cui la addobbano le cucine cinesi nostrane. Sai, è quella dell'involtino primavera! Bene, anzi ottimo: proviamo a renderla commestibile, adesso. Così imparai che i suoi utilizzi possono essere molteplici. Confesso che non sono mai riuscita a trovarla in alcun supermercato, ma ho anche imparato in fretta quanto sia semplice da preparare in casa. Essendo un'amante della pasta sfoglia, che mangerei in qualsiasi forma, colore, impiego e variante, ma essendo anche un'irriducibile salutista attenta al grammo di grasso in più, ho iniziato a sostituirla con queste sfoglie finissime e croccantissime. E vi garantisco che non solo ha eliminato il tarlo della sfoglia, ma è diventata una continua fonte di sfida per creare varianti nuove e sfiziose. Con questa versione non ho certo scoperto l'acqua calda, ma sapete che soddisfazione dire..... l'ho fatto io?!?!?

Ingredienti

100 g di tonno affumicato
1 pesca (a vostro piacimento, bianca, gialla, noce o no)
1 mela (io ho usato una Fuji, ma credo che una Granny Smith avrebbe contrastato maggiormente la dolcezza della pesca)
5 fragole
pasta phillo (dosi di questa ricetta)
1 cucchiaino di mosto d'uva cotto
1 cucchiaino di olio evo
2 cucchiaini di succo di limone
sale
peperoncino

Dal panetto di impasto, se non vi affidate alla pasta phillo pronta, ricavate una sfoglia sottilissima (dovrà essere trasparente). Copritela con dell'olio evo aiutandovi con un pennellino e tagliatela in quadrati uguali.
Prendete una piccola terrina o delle coppette che sopportino la cottura in forno, ungetela all'esterno e adagiatevi il primo quadrato, lasciando la parte oliata a contatto con il recipiente utilizzato. Procedete in questo mondo, sfalsando gli angoli dei quadrati, fino a terminare le sfoglie. Abbiate cura di fare aderire bene le sfoglie, eliminando tutte le bolle d'aria, perché a cottura ultimata causerebbero la rottura e la conseguente caduta degli strati. Cuocetela in forno a 19° per circa 10 minuti, ma controllate che i bordi non brucino!!
Sfornatela e lasciatela intiepidire. Con una lama sottile separate la forma di pasta dalla terrina, facendo attenzione a non romperla, e separate le due parti. Lasciatela raffreddare completamente (io l'ho preparata la sera prima, ma sarà sufficiente anche meno tempo!!). L'importante è che sia fredda.
Rivestite l'interno della coppetta di pasta con le fettine di tonno affumicato. Lavate la frutta e tagliatela a spicchi. Alternate mela e pesta sui lati e riempite il centro con le fragole. Preparate ora l'emulsione, mescolando mosto d'uva cotto con olio, succo di limone, sale e peperoncino a piacere. Con l'aiuto di un pennellino cospargete le fettine di pesce verso l'interno, in modo da non bagnare la pasta, e la frutta.
Ed ora gustate come desiderate: con una forchetta, con un cucchiaino, con le mani.... prima la frutta, poi il tonno, o tutto insieme..... lasciando il cestino di phillo alla fine o spezzandolo e gustandolo insieme al resto come fosse pane...... Non esistono regole. Esiste solo il piacere di concedersi ad un pasto leggero e sfizioso.

abc

Si va in scena: dolcetti di semolino al cocco e pistacchio e una dispensa sempre pronta ad esaudire i desideri

Dal giorno in cui non sono riuscita a soddisfare l'impellente desiderio di mangiare un buon piatto di gnocchi alla romana ho sempre, in dispensa, una buona scorta di semola di grano duro. E insieme a questi importanti quantitativi c'è il desiderio di provarlo in una versione dolce. Credo che, l'ultima volta, nonché unica, in cui ho mangiato semolino dolce, fosse una sera di infiniti anni fa, quando, appena operata di tonsille e adenoidi, mia madre mi coccolò con qualcosa di morbido e piacevole da buttare giù. Ricordo un piatto e un cucchiaio e quella dolcezza invitante, che non ho mai più ritrovato. Qualche giorno fa leggo sul blog di Tiziana, amica de Il Peperoncino Dispettoso, una deliziosissima versione al cioccolato e mi dico "cara Cuocherellona datti da fare". Ringrazio Tiziana per lo spunto e vi propongo la mia versione.

Ingredienti

100 ml di latte di riso alla vaniglia
100 g di ricotta
35 g di semola di grano duro
1 uovo
10 g di fruttosio (in alternativa 15 g di zucchero di canna o bianco)
10 g di cocco in piccole scaglie
10 g di pistacchi tostati non salati
5 g di olio di soia

Portate ad ebollizione il latte di riso con l'olio. Versate a pioggia il semolino, mescolando. Quando l'avrete versato completamente mantenete sul fuoco per un minuto circa, poi spegnete e lasciate intiepidire.
In un recipiente a parte mescolate la ricotta, il fruttosio (o zucchero), i pistacchi tritati, il cocco e mescolate accuratamente per ottenere un composto omogeneo. Incorporate il tuorlo dell'uovo e continuate a mescolare. Unite quindi il semolino lasciato da parte e create una crema uniforme.
Accendete il forno a 190°. Montate a neve fermissima l'albume e con estrema delicatezza unitelo alla crema, mescolando con un cucchiaio di legno dal basso verso l'alto fino a rendere il composto liscio e omogeneo. Versate, a questo punto in una teglia, imburrata e infarinata (o, come ho fatto io, coperta con carta forno) creano una mattonella di circa 2 centimetri di spessore. Livellate bene la superficie e infornate per 40 minuti. Quando sarà ben dorato in superficie sfornatelo e lasciate intiepidire. Tagliate i bordi e dividete il tortino in quadratini.


Mangiati da soli, caldi, tiepidi o freddi sono prelibatissimi, ma vi potrete sbizzarrire come vorrete.
Qui vedete un paio di versioni in cui li ho proposti, ma sono così versatili che avrete l'imbarazzo della scelta!!

abc

L’incontro fatale tra una sognatrice ed una celebrità. Tutto racchiuso in una chiocciola, la Chiocciola del Senatore

Tutto nacque nella mia bottega di fiducia. Si sa, tutti gli artisti hanno un luogo che è fonte di ispirazione.... perché io non dovrei averne uno? Mi trovai nella corsia delle farine e guarda, guarda, guarda, ecco che mi cade l'occhio su quel sacchetto, piccolo, solo soletto. Metto a fuoco l'etichetta e..... mi sembrava fosse speciale!!!! Una Senatore Cappelli. Sapete, ne ho sempre sentito parlare un gran bene, ma mai mi sono approcciata a questa semola. Mi sono detta che forse sarebbe stato il caso di iniziare e di adottare quel sacchetto tutto solo, quasi fosse un segno del destino trovarlo lì. L'ho sistemato nella teca protetta della dispensa come un prezioso che si rispetti e..... eh, e cosa ci faccio adesso? Pensaci e ripensaci sono arrivata alla conclusione che il primo lavoro sarebbe stato un lievitato. Certo non è come dirlo: i lievitati richiedono conoscenze che non sono così scontate. Mi sono allora rivolta al mio specialista di fiducia, il caro amico Max (visitate il suo blog perché dà vita a creazioni da favola!!), per avere lumi. Mischiala ad una 0, idratala al 70%, lavorala con molta farina..... insomma, dopo aver appreso dell'esistenza della maglia glutinica di una farina e di enzimi differenti che giocano antagonismi differenti nella lievitazione, ho provato a mettere insieme le idee. Max non ha saputo niente di quelle che fossero le mie intenzioni fino a quando il tutto è stato sfornato, ma devo dire che i suoi complimenti non si sono fatti attendere. E il complimento di un maestro vale orgoglio e fiducia. E poi.....non immaginereste mai che profumo sprigiona questa semola......

Ingredienti

20 g di farina di manitoba (0)
80 g di semola di grano duro Senatore Cappelli (io Baule Volante biologica)
70 g di acqua a temperatura ambiente
5 g di sale
5 g di lievito madre in polvere
3 g di malto d'orzo
1 zucchina
1 pezzo di porro
2 piccole manciate di olive taggiasche snocciolate
100 g di certosa light
1 rametto di rosmarino
5 pomodorini pachino
3 figlie di basilico
latte di avena (o latte vaccino)
sale
olio evo

Che usiate un'impastatrice, il Bimby (come me) o le manine.... mescolate le due farine, il lievito madre, il malto e il sale e unite l'acqua. Impastate fino a creare un impasto omogeneo (se lavoraste a mano il lavoro richiederà almeno una decina di minuti). Pesate l'impasto e dividetelo in due metà perfette. Ponete ciascuna metà in una terrina di vetro, copritela con la pellicola trasparente e ponetela nel forno, spento, per almeno 7 ore.
Nel frattempo dedicatevi ai ripieni e agli aromi.
Lavate e asciugate i pomodori pachino. Se non doveste gradire la buccia sbollentateli in acqua per pochi secondi e pelateli. Tagliateli a cubetti piuttosto piccoli. Mettete a scaldare in una padella un filo d'olio e versateci la piccola dadolata. Salate e aggiungete le foglie di basilico lavate e asciugate. Lasciate cuocere a fiamma bassa fino a quando avranno consumato tutta l'acqua. Spegnete e fate raffreddare.
Affettate finemente un piccolo pezzo di porro e fatelo rosolare con un po' di olio, in una padella. Lavate le zucchine e affettatele in rondelle molto fini, che aggiungerete al soffritto. Salate e fate appassire il tutto per una decina di minuti. Spegnete e lasciate raffreddare anche loro.
Prendete ora il vostro rametto di rosmarino e lavatelo. Asciugatelo bene e separate tutti gli aghi. Sistemateli su un tagliere e tritateli finemente con l'aiuto di una mezzaluna.
Terminato il tempo di lievitazione prendete il primo impasto e, su una spianatoia leggermente infarinata, unite il rosmarino tritato, impastando per qualche minuto fino ad aver completamente incorporato tutto il trito. Tenete da parte. Prendete il secondo impasto, ponete anche questo su una spianatoia con un bel po' di farina, togliete il basilico dai pomodori e versate il composto sulla pasta. Iniziate a lavorare per uniformare il tutto (con questo impasto il lavoro sarà un pochino più difficoltoso e sarà necessaria maggior quantità di farina).
Iniziate a stendere il primo impasto. Infarinate la spianatoia e lavorate con il mattarello fino ad ottenere un rettangolo alto circa 15/20 centimetri e lungo 50/60 centimetri.
Tagliate 50 g di certosa in tocchetti e posizionateli in riga su uno dei lati più lunghi del rettangolo. Versate sopra il formaggio il condimento: olive taggiasche (ben sgocciolate, mi raccomando) sull'impasto al rosmarino e le zucchine sull'impasto al pomodoro. Arrotolate ciascun impasto, in modo da formare due salsicciotti, che schiaccerete bene alle estremità in modo da sigillarli.
Avvicinate i due salsicciotti, unite le due estremità tra loro e piegatele verso il basso facendole spuntare nel loro mezzo. In questo modo durante la cottura non si divideranno. Intrecciate i due salamini per tutta la lunghezza e ripetete l'operazione sull'estremità di fondo. Afferrate molto delicatamente l'impasto ponendo le mani sotto le due estremità e trasferitelo su una teglia infarinata. chiudetelo a chiocciola, bagnatelo in superficie con il latte aiutandovi con un pennellino e infornate a 200° per 20 minuti (regolatevi in base al vostro forno, come sempre!!).
Impossibile spiegare il profumo che sprigiona durante la cottura. Inebria e appaga. E quando assaggerete..... sarà magico trovare un riscontro al palato.

Credo che le mie paure e il mio grande scetticismo (che si nasconde sempre dietro ogni sfida a cui mi approccio) siano stati decisamente sconfitti. Credo che d'ora in poi, caro Senatore, quella teca in dispensa sarà tua!!



abc

Gratin di cozze allo zenzero con zucchine e fiori croccanti: una questione di protagonismo

Un paio d'anni fa, già ampiamente dedita a viziare le mie papille gustative, resi partecipe mia madre di una portata minuziosamente preparata e gustata, in pace con me stessa. Ovviamente la mia mania di fotografare tutto aveva fatto sì che immortalassi anche quella.... teglietta.... etta..... teglia.... beh..... porzioncina.... insomma..... una bella porzione.... diciamo abbondantina. Beh, ma era la mia cena!!! In sostanza ho visto mia madre strabuzzare gli occhi e chiedermi, incredula: "ti sarai mangiata mica tutte quelle cozze?". Vedete, il brutto (o il bello) di dover sfamare una bocca sola è che le dosi delle confezioni non sempre sono proporzionate all'esigenza. Per mangiarle in due tempi, ho pensato, tanto vale fare un pasto unico!! Da quella volta ho timore ad avvicinarmi al concetto "cozza". Se qualcuno al ristorante me la propone d'antipasto.... declino carinamente l'invito, a meno che non ci siano almeno due forchette a dividerne la porzione. Insomma, mi è chiaro che in questo non è facile pormi limiti: per me mangiare le cozze vuol dire.....mangiare le cozze. Chiaro, no?

Ingredienti

500 g di cozze
6 fiori di zucchina
6 zucchine piccole (generalmente annesse al fiore)
10 nocciole
1/2 cucchiaino di zenzero in polvere
farina di riso impalpabile
pangrattato (io di riso)
olio
sale

Lavate le cozze sotto l'acqua corrente, grattandole bene e togliendo le pagliuzze. Mettetele in un tegame, coperte, e fatele cuocere a fuoco medio per una decina scarsa di minuti. In questo modo si schiuderanno. Spegnete il fuoco e fate intiepidire. Prendete, poi, ciascuna cozza, scolatela dall'acqua di cottura, eliminate la parte di guscio vuota e posizionate a raggiera su un piatto la metà con il frutto.
Pulite i fiori di zucchina. Lavateli accuratamente e con molta delicatezza sotto il getto d'acqua corrente. Scrollate il grosso dell'acqua e lasciateli scolare su un foglio di carta assorbente. Tagliateli, quindi, a striscioline verticali, cercando di non rovinare le punte, generalmente molto delicate. Radunateli in una terrina, cospargeteli con un pizzico di sale e un filo di olio evo e mescolate bene. Aggiungete un cucchiaio di pangrattato e continuate a mescolare, sempre con estrema delicatezza, in modo che la panatura avvolga uniformemente ciascuna listarella di fiore.
Ponete i fiori impanati su una placca e fate gratinare fino a doratura (io li ho gratinati nel forno a microonde per 15 minuti, girandoli a 5 minuti dalla fine). Dovranno rimanere croccanti senza perdere il loro colore intenso e naturale.
Scaldate una padella con un filo d'olio. Lavate e asciugate le zucchine. Tagliatele in fiammiferi di circa 4 centimetri di lunghezza. Passateli nella farina di riso e fateli saltare in padella, a fiamma viva, fino a quando saranno ben dorati. Salateli.
Nel frattempo mischiate 1 cucchiaino di farina di riso con 1/2 cucchiaino di zenzero in polvere. Unite un cucchiaino scarso di olio evo e mescolate fino ad ottenere un composto denso. Aggiungete 2 cucchiaini di fondo di cottura delle cozze alla volta e mescolate in modo da amalgamare bene tutto senza creare grumi. In tutto dovrete aggiungere 15 cucchiaini. Mettere sul fuoco e portate lentamente ad ebollizione, senza smettere di mescolare. Quando inizierete a vedere le prime bollicine spegnete il fuoco e lasciate intiepidire.
Con l'aiuto di un pennellino cospargete le cozze con la salsina allo zenzero. Ponete al centro del piatto i fiammiferi di zucchina.
Tritate quindi le nocciole e mischiatele a 2 cucchiaini di pangrattato. Coprite, con questo mix, le cozze. Adesso io ho commesso un errorino: ho posizionato sul piatto i fiori di zucchina, facendoli cuocere ancora insieme alle cozze. Ecco, non fatelo!! E' bello quel tocco di colore sul piatto finito e a me è venuto a mancare!
Fate gratinare il piatto con zucchine e cozze per 15 minuti e alla fine posizionate tra le due i fiori croccanti e belli coloriti. Passate sotto il gratin ancora per un paio di minuti e servite. Il vostro piatto è pronto per essere gustato!
Immagino quanto sarebbe stata appagata anche la vista se avessi adottato quella piccola accortezza.... ma la soddisfazione nel gustare una cozza morbida e saporita ha comunque vinto sulla delusione. Siete stati avvertiti!!
abc

Necessità e virtù in un rotolino di zucchina con ricotta, olive taggiasche e semi di zucca

Non so quali pensieri mi distraessero nel momento in cui mi sono fermata davanti a quel cesto. Fatto sta che sono tornata a casa con una quantità decisamente consistente di zucchine, e la necessità di studiare molto più di qualcosa per utilizzarle tutte. C'è da dire che le sperimento in molteplici versioni, loro più di qualsiasi altra verdura, ma la curiosità di provare forme nuove mi stuzzica sempre. Avevo in frigo della ricotta da finire. Spesso la uso su cialde integrali al sesamo, coprendola con le zucchine tagliate a rondelle e stufate in padella con porro e sesamo. Ma oggi.....oggi è stata più forte la tentazione di provare altro. In questo piatto ci sono solo ingredienti presenti nella lista dei miei preferiti. Ovviamente ho gradito. Ovviamente.... condivido.

Ingredienti

1 zucchina
100 g di ricotta
1 cucchiaio di olive taggiasche
3 fogli di basilico fresco
10 g di semi di zucca
sale

Pulite e lavate la zucchina. Tagliatela a fettine lunghe e sottili e grigliatele. Disponete le fettine su un piatto piano, salatele e tenetele da parte.
Versate la ricotta in una terrina. Lavate le foglie di basilico e tagliuzzatele finemente all'interno della stessa terrina. Unite anche le olive taggiasche, ben sgocciolate se le utilizzate sott'olio, e un pizzico di sale. Mescolate tutto.
Tritate i semi di zucca grossolanamente (io li ho schiacciati con il mattarello). Uniteli al composto e mischiate bene fino a renderlo omogeneo. Posate sull'estremità di ciascuna fetta di zucchina un cucchiaino di composto (regolatevi in base al numero di fettine che avrete ottenuto) e arrotolate creando tanti piccoli involtini.
Poneteli verticalmente in un piatto, formando un bel mazzolino. A piacere potreste versarci sopra un filo di olio. Io, salutista fino all'osso, dove posso lo evito. Non vi resta che gustare.
Ah, un piccolo consiglio: se mangiati con le mani danno quel pizzico di piacere in più....




abc

Carpaccio di pere Abate…. quando il semplice non è banale

Non è detto che la semplicità debba essere sinonimo di banalità. Vi sto parlando di una semplicissima pera, è vero, ma lo faccio dando un'identità precisa a questo frutto, mettendo in risalto tutte le sue qualità e rendendolo gustoso e piacevole, tanto da diventare irresistibile.
Amo particolarmente accompagnare le pietanze con la frutta. Cotta o cruda che sia, mi soddisfa il modo in cui ne completa la forma. Per questo carpaccio ho utilizzato una pera Abate: croccante, sostanziosa, con un'importante consistenza, delicata e gustosa al tempo stesso. Non l'ho voluta coprire con altri sapori, se non del semplice pepe, ma le personalizzazioni possono essere infinite. Immaginatela con un'emulsione di olio e limone, o con una glassa di aceto balsamico, o ancora con un succo di amarena, o una piccola dadolata di fragole. Da semplice contorno potrebbe trasformarsi in un perfetto spuntino!

Ingredienti

1 pera Abate
pepe
sale
olio evo

Lavate la pera e asciugatela bene. Generalmente uso la frutta con la buccia per sfruttare tutte le proprietà benefiche, che sono contenute soprattutto nella parte che generalmente si elimina. Tagliatela a metà nel senso della lunghezza, togliete il picciolo, il fondo, e con l'aiuto di uno scavino eliminate il torsolo. Con l'aiuto di una mandolina tagliate delle fettine sottili. Trasferite ciascuna fettina su un piatto (io le ho piegate in due per mantenere una certa morbidezza). Cospargetele con un pizzico di sale e con pepe macinato a piacere. Versate sopra dell'olio evo a filo e servite.
Semplici e veloci, sono certa vi sapranno stupire e deliziare!!



abc

Ossobuco di tacchino e finocchi gratinati alla liquirizia: la soluzione in un taschino

"Ma perché quando l'ho vista, là, esposta magnificamente sul ripiano dello scaffale, non l'ho presa? Perché ho stuzzicato la fantasia senza creare i presupposti per renderla tangibile?". Inizia così: ho un ossobuco di tacchino a cui ho creato un immaginario vestito e non ho la stoffa per confezionarlo. Non è che si possa adattare un qualsiasi altro tessuto quando l'effetto che vuoi ottenere è PROPRIO QUELLO!! Ma è in un confronto, in una battuta colta al volo, che si riaccende la speranza. Perché lo so....ricordo bene....in quel taschino....nella borsa usata un paio di giorni fa....qualcosa mi ricordava il suono delle maracas. Eccole!!!!! Pepite di liquirizia pura. E' proprio vero che la borsa di una donna può contenere risorse infinite. Ora tutto prende forma....

Ingredienti

1 ossobuco di tacchino
1 finocchio
1 cucchiaino di farina di riso (io Baule Volante, impalpabile)
1 cucchiaino di polvere di liquirizia pura
50 ml di vino bianco secco
parmigiano grattugiato
sale
olio evo

Mischiate 1 cucchiaino di farina di riso con mezzo cucchiaino di liquirizia in polvere. Impanate l'ossobuco di tacchino in modo da coprirlo interamente.. Fate scaldare un filo di olio evo in padella e adagiate la carne, facendola rosolare a fiamma viva un minuto per parte. Bagnate con il vino bianco, salate e abbassate la fiamma. Coprite e cuocete a fiamma molto bassa per 1 ora e mezzo, aggiungendo un po' di acqua di tanto in tanto, se risultasse troppo asciutto. Giratelo almeno un paio di volte in modo da farlo cuocere uniformemente.
Nel frattempo mondate i finocchi, tagliateli a fettine verticali di 1 centimetro di spessore, lavateli e passateli brevemente in padella con un po' d'olio, un goccio d'acqua e sale. Quando si saranno ammorbiditi trasferiteli in un piatto. Grattugiate il parmigiano, unite il restante mezzo cucchiaino di liquirizia in polvere e mischiate bene. Cospargete il composto sui finocchi e fate gratinare per 15 minuti (io li ho gratinati nel microonde). Quando il fondo di cottura della carne si sarà addensato spegnete il fuoco e trasferite l'ossobuco nel piatto, accanto ai finocchi. Cospargetelo con la salsina ottenuta in cottura e servite.



La carne risulterà morbidissima, tanto da sciogliersi in bocca, 
e si legherà curiosamente alla glassa di liquirizia.
abc

Storie di alchimie tra gli scaffali di una bottega in uno spaghetto di farro con vongole e fragole

Certo è che la mia biobottega di fiducia non delude mai le aspettative. Entro sempre senza prendere un carrello e senza neanche avvalermi del sostegno di un più modesto cestello. "Prendo solo due cose", mi dico ogni volta. E in cassa ci arrivo sempre come fossi un giocoliere alle prese con equilibri precari. Ormai mi conoscono.... e mi conoscono proprio così!! E' un luogo che mi rapisce, tra gli anfratti delle sue corsie, a livelli simili a quelli di una libreria (e chi conosce la mia passione per la lettura starà strabuzzando gli occhi davanti ad una simile confessione!!). Gli alimenti più impensabili e le stranezze vagamente sentite nominare.... tutte racchiuse lì. Potrei girare per ore, tra quegli scaffali, e scovare sempre qualcosa di nuovo. Semi, semini, farine, gallette, riso, spezie, bevande, cereali, lieviti, dolcificanti, alghe..... non mi fermerei più. Questa volta, però, ciò che ha catturato la mia attenzione facendo muovere il braccio dal bancale al sacchetto è stato un semplicissimo cestino di fragole. Mi fa sorridere quanto, abituati ad avere tutto l'anno l'elargizione di qualsivoglia prodotto della terra, ci si stupisca davanti alla magnificenza della natura in un prodotto assolutamente stagionale e scontato da trovare in quel particolare periodo dell'anno. Quel rosso così intenso e naturale mi ha stregato e quale occasione migliore, se non la sua stagionalità, per elaborare nelle più bizzarre varianti una dolce e succosa fragola?

Ingredienti

80 g di spaghetti di farro (io Fior di Pietra bio)
300 g di vongole veraci
60 g di fragole
1 limone bio
basilico fresco
2 spicchi d'aglio
50 ml di vino bianco secco
olio evo
sale

Mettete a mollo le vongole in acqua salata per almeno 4 ore (io generalmente le lascio una notte). In questo modo spurgheranno tutta la sabbiolina presente al loro interno. Fate scaldare un filo d'olio in una padella e, quando sarà caldo, aggiungete uno spicchio d'aglio pulito della sua anima. Lavate il limone e grattugiate un po' di scorzetta nella padella. Tagliuzzate 4 foglioline di basilico e unitele al soffritto. Lasciate la fiamma bassa in modo che l'olio insaporisca, senza che i gusti brucino. Lavate e asciugate le fragole, tagliatele a cubetti di circa 1 centimetro di lato e versatele in padella. Quando avranno consumato una parte della loro acqua versate il vino bianco e lasciate caramellare. Salate e tenete da parte, al caldo.
Mentre portate ad ebollizione l'acqua, non troppo salata, per la pasta, sciacquate le vongole e ponetele in una padella, con un filo d'olio e uno spicchio d'aglio. Coprite e lasciate che si aprano. Quando saranno schiuse grattugiate ancora un po' di scorza di limone e tagliuzzate altre 4 foglioline di basilico. Coprite nuovamente e lasciate consumare l'acqua di cottura. Aggiungete alle vongole le fragole preparate in precedenza, lasciandone da parte un paio di cucchiaini, e fate insaporire per un paio di minuti. Cuocete la pasta al dente. Scolatela senza eliminate del tutto l'acqua di cottura, versatela nel condimento e saltatela a fiamma viva per un minuto circa. Impiattate, aggiungete le fragole rimaste e servite.
Gli spaghetti di farro tendono a spezzarsi facilmente per cui, per quanta cura possiate averne, non demoralizzatevi se non rimarranno intatti: il risultato al palato rimarrà invariato!

abc

Identità distinte in una seppia ripiena di armoniosa incredulità

Era da tempo che avrei voluto trovare un contesto che mi soddisfacesse per un ingrediente speciale. Pensa e ripensa, ma niente, nessuna ispirazione. Poi mi trovo davanti ad una mela Fuji (confesso: mai mangiata in vita mia) e mi dico "questa sento possa essere ideale per qualche esperimento". Il suo colore rossastro, la sua compattezza....insomma, ne ho prese due!! Mi trovo, poi, vis à vis con un bel trittico di seppie. "Perfette". Tutto prende forma. E tu guarda, dentro quella seppia, accanto a quella mela.....l'ingrediente speciale inizia a trovare una giusta direzione. Non è stato scontato bilanciare tutto e trovare quanto potesse dare consistenza, senza rovinare il gioco di sapori, ma quello che ne è venuto fuori è stato sicuramente un piatto armonioso, dove ogni dettaglio lega, senza perdere la propria e precisa identità. L'ingrediente speciale? Seguitemi...

Ingredienti

1 seppia dal peso di circa 130 g
80 g di tofu aromatizzato alle erbe
5 amarene Fabbri
5 cucchiaini di succo di amarena Fabbri
5 nocciole
1 mela Fuji
3 foglie di salvia fresca
750 ml di birra rossa artigianale
sale
pepe
olio evo

Lavate e sciugate bene la salvia. Tagliatela in piccoli pezzetti e ponetela in un bricchetto, nel quale aggiungerete la birra. Mettete sul fuoco a fiamma dolcissima e portate a lievissima ebollizione. Non appena inizierà a vedersi un accenno di bolla spegnete il fuoco e lasciate riposare.
Lavate e asciugate la mela. Tagliatela a cubetti e versatela in una scodellina. Versateci sopra la birra con la salvia e lasciate macerare per almeno 2 ore, mescolando di tanto in tanto affinché tutti i cubetti si insaporiscano bene.
A questo punto passate alla preparazione del ripieno: tritate separatamente il tofu, le amarene e le nocciole. Uniteli in una ciotola e amalgamateli tra di loro fino a formare un composto piuttosto fine, ma non troppo pastoso. Aggiungete il succo di amarena, il sale, il pepe e mescolate bene. Assaggiate per accertarvi che sia sufficientemente saporito: il tofu è alquanto insipido e richiede una buona dose di sale. Riempite la seppia, pressando bene il composto di tofu e amarene al suo interno.
Coprite con carta forno una teglia. Versate le mele sui lati e bagnatele con il liquido a base di birra e salvia. Nel mezzo sistemate la seppia ripiena e salatela in superficie. Salate anche le mele. Versate un filo d'olio sulla seppia e infornate a 200° ventilato per 30 minuti.
Seppia ripiena di tofu e amarene Fabbri
Guastate e ditemi.....avreste mai immaginato un'amarena nella pancia di una seppia? Io l'ho fatto per voi e vi garantisco che l'azzardo, questa volta, mi ha davvero premiato!

abc

INSTAGRAM FEED

Follow on Instagram