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Filetti di sogliola ai pistacchi con purè di piselli: una “perfetta cromia di sapori”

Per quanto possa avere desiderio di tornare alle tradizioni e alla semplicità di un piatto che ho sempre amato......davvero non riesco ad evitare di elaborarlo. Questa volta, però, ho cercato di accontentare sia l'aspetto innovativo, che quello tradizionale. E' un piatto velocissimo da preparare (e sinceramente anche, e troppo, da mangiare) che soddisferà i palati in un gioco di consistenze e la vista, in una cromia attenta e delicata.






Ingredienti

1 filetto di sogliola piuttosto grande
15 g di pistacchi sgusciati non salati
10 g di semi di sesamo
pan grattato (io di riso)
1 manciata di piselli freschi (o surgelati)
noce moscata
olio evo
sale

Portate ad ebollizione dell'acqua salata e cuocete i piselli (io ho usato piselli surgelati dell'orto di famiglia) per almeno 15 minuti. Dovranno diventare morbidissimi. Nel frattempo sgusciate i pistacchi e tritateli, insieme al sesamo. Versate il trito su un piattino, e su un altro versate del pangrattato. Tagliate il filetto di sogliola a piacimento (io ho ricavato 3 triangoli). Impanatene due nel pistacchio e uno nel pangrattato. Scaldate un filo d'olio in padella e fate soffriggere i filetti aggiungendo del sale e girandoli con attenzione in modo che non brucino, ma facendoli dorare bene. Utilizzando l'uovo per la panatura il trito rimarrà più saldo al pesce e sarà più semplice maneggiarlo. A voi la scelta.
Scolate i piselli e versateli in un bicchierone da mixer insieme ad un pizzico di sale, un cucchiaino di olio evo e della noce moscata. Passate tutto con un frullatore ad immersione fino ad ottenere una crema vellutata (ci vorranno almeno un paio di minuti) e servite, nel piatto, insieme ai filetti di sogliola.
La sogliola croccante, nelle due versioni, si sposerà bene con la delicatezza di un purè insolito, ma sfizioso.

abc

Ravioli al saraceno con pere al pepe…. e la prova che anche i caratteri forti vanno d’accordo

Avete presente quella versione di spaghettone al ragù di polpo che vi ho presentato qualche giorno fa? Bene, 100 g di farina e 1 uovo sono decisamente eccessivi per sfamarmi una sola volta e onestamente perfino per due volte, ma prometto che non vi riproporrò più questo impasto. Non prima di avervi illustrato questa nuova versione, chiaro.
Il pensiero di partenza è stato il condimento, decisamente insolito per una pasta. Ma ormai l'avrete capito che l'azzardo è un aspetto fondamentale dei miei esperimenti. Che volessi una pasta ripiena era il secondo punto fermo. Ma.....ripiena di cosa? Di certo avevo bisogno di un sapore semplice, ma che allo stesso tempo risaltasse l'accento pepato delle pere. Credo che un pesce bianco e delicato ci sarebbe stato d'incanto- Ho, invece, optato per del semplice formaggio....con una punta di.....carattere.

Ingredienti

1 sfoglia di pasta al grano saraceno
100 g di ricotta
10 g di parmigiano (o del pecorino saporito)
peperoncino
2 cucchiai di confettura di pere con zafferano e pere
1 acciuga
olio evo
sale

Grattugiate il parmigiano, o il pecorino, e unitelo alla ricotta. Aggiungete il peperoncino (consiglio una quantità decisa) e il sale. Mescolate bene.
Tirate la pasta in una bella sfoglia non troppo sottile. Ponete su una metà il quantitativo di un cucchiaino di ricotta, a distanza di circa 7 centimetri uno dall'altro. Bagnate con un pennellino la metà sfoglia rimasta libera, ripiegatela sopra l'altra parte e schiacciate bene i bordi intorno al ripieno, in modo da unire le due sfoglie. Tagliate i ravioli della forma desiderata e sistemateli su un piatto.
Scaldate un filo di olio evo e unite un filetto di acciuga, lasciandola sfaldare. Aggiungete le pere e fate insaporire bene. Fate cuocere la pasta per circa 3 minuti (dipenderà dallo spessore della sfoglia). Con una schiumarola scolate i ravioli e sistemateli sul piatto. Cospargeteli con il sugo di pere e cospargete con un filo d'olio e una macinata di pepe.
Gustatene l'insolito contrasto e....fate il bis!!



abc

Un viaggio tra passato e presente con una crocchetta di pollo alle olive taggiasche

E' proprio così: mi tengo per giorni il desiderio di mangiare qualcosa e alla fine devo soddisfarlo. Un po' di tempo fa avevo visto sul blog di un'amica, Ricette facili e veloci, una ghiottosissima presentazione di crocchette di pollo. Sapete, ho ricordi particolari legati alle scuole elementari, quando le polpette di Marrabbio (oh, noi amanti di Kiss me Licia) erano la pietanza che maggiormente si desiderava. Non oso immaginare cosa ci fosse realmente dentro, ma di sicuro le spacciavano per crocchette di pollo. E di sicuro piacevano da impazzire!! Non ho mai provato a imitarle, perché ero certa che quell'intruglio non sarei mai riuscita ad ottenerlo. Leggendo la ricetta di Federica, però, che di sano, salutare e goloso ha veramente tutto, mi è venuto un forte desiderio di dare spazio a quella tentazione....e mi sono voluta cimentare in una versione tutta mia. Non saranno mai le polpette di Marrabbio, non sono le crocchette di Federica, ma appagano il palato!

Ingredienti

2 sovraccosce di pollo senza pelle
20 g di olive taggiasche
3 grissini (va benissimo anche del pane)
latte d'avena (o vaccino)
pangrattato (io di riso)
1 piccolo spicchio d'aglio
sale

Mettete a mollo in sufficiente latte i grissini (o il pane) spezzettati, in modo che assorbano il liquido e si ammorbidisicano. Disossate le sovraccosce di pollo e mettere la polpa in un robot da cucina. Aggiungete le olive ascolane ben sgocciolate, il sale, lo spicchio d'aglio pulito e i grissini (senza strizzarli!). Tritate tutto molto finemente.
A questo punto versate del pangrattato su un piattino, formate delle piccole sfere di pollo e impanatele, dando una forma di crocchetta. Sistemate tutte le crocchette formate su una teglia, irrorate con un filo di olio evo e infornatele, a 200° per 40 minuti.
A metà cottura giratele, in modo che assumano il colore dorato in maniera quanto più uniforme. Sfornate e....attendete, attendete, attendete, attendete.....sono troppo calde per cedere alla tentazione di farle vostre!!!!!
Ovviamente le ho gustate comodamente sdraiata sul tappeto, con i piedi sul tavolino e un bel dvd!!! Eh sì, sono vizi rarissimi!!
abc

Storia di una folgorazione sotto vuoto: marmellata di pere, zafferano e pepe

Avevo creato questa marmellata lo scorso anno. Era stata una di quelle folgorazioni istantanee, in cui ho immaginato l'incontro tra una pera, dello zafferano e un po' di pepe. Come tutte le volte in cui la curiosità prende il sopravvento, ho dovuto testarne l'affinità. Avevo fatto una piccola giunta, a dirla tutta: qualche gheriglio di noce.... per completare l'armonia di gusti che avrei messo sotto vuoto. Già, il vasetto, quell'unico vasetto che riuscii a tenere da parte, prezioso, intoccabile.  C'è voluto del tempo prima che prendessi coraggio e lo aprissi. Il riposo obbligato era una scusa che ho trascinato ben oltre il tempo consigliato generalmente per una marmellata. In qualche modo, però, devo crearmi pretesti per resistere. Effettivamente tutti i torti non li avevo: dal clack del tappo, quell'unico reperto ha avuto vita breve. Brevissima. Torno nuovamente a quel sapore, sapendo che tutto quel tempo non passerà più. Me ne nutrirò con tutti i sensi.....tranne quelli di colpa. Niente zuccheri aggiunti, solo il sapore vero e autentico di una pera ben matura. Siete curiosi?

Ingredienti

750 g di pere Williams (io ho usato 3 pere gialle e 1 rossa)
1 bustina di zafferano
pepe macinato

Sbucciate le pere e tagliatele a dadini. Versatele in un pentolino e mettete sl fuoco, a fiamma bassa. Unite il pepe e mescolate delicatamente. Coprite e fate cuocere per una decina di minuti. A questo punto le pere inizieranno a rilasciare il loro liquido. Aggiungete la bustina di zafferano e girate il composto con un cucchiaio. Coprite nuovamente e lasciate cuocere a fuoco dolce per almeno un'ora. Verificate la consistenza della composta, assicurandovi che non sia troppo liquida. Se voleste invasarla, sterilizzate un vasetto lasciandolo bollire per 5 minuti e asciugandolo MOLTO bene. Versateci la marmellata di pere bollente, riempiendolo fino a 2 cm dal bordo. Chiudete il barattolo, capovolgetelo e copritelo con un panno. Lasciatelo riposare e raffreddare per almeno 24 ore. Quando lo preleverete verificate che sia sottovuoto (il tappo non dovrà fare "click" se premuto nel mezzo). Lasciate.....riposare la marmellata per un mese (ce la farete??) prima di consumarla.



abc

Elucubrazioni mentali su uno spaghettone di grano saraceno con ragù di polpo

Gli spaghettoni freschi, stirati a mano, sono un vizio che mi concedo raramente. E' una coccola a cui ricorro quando ho necessità di sentirmi speciale. Poi diciamolo.....è un gran bel lavoraccio!!!!! Taglia pezzi piccoli, inumidisci le mani, mantieni una pressione costante, e inizia con il primo, poi il secondo, poi un altro, e via il successivo..... soddisfare un vizio come questo ha il suo prezzo!! Ma oggi è così: oggi ho voglia di trattarmi da regina e spaghettone sia. Avevo in testa un impasto al grano saraceno da parecchio tempo. Curiosa di assaggiarne la consistenza in un formato differente dal classico pizzocchero (per cui nutro una profonda e sincera ammirazione), mi sono detta...... questa è la volta giusta. Ma una pasta così rustica come la vesto? Avevo da parte quel mezzo polipetto che continuava a tentacolarmi e ho iniziato ad immaginarlo in molteplici versioni, fino a quando le mie continue elucubrazioni mi hanno portato su un ragù. Classico, conosciuto, visto e rivisto non lo so......io non ne ho mai sentito parlare e forse proprio per questo ho lasciato che la mia ispirazione prendesse forma. E devo dire che il rustico ha ben gradito un tuffo in mare!!

Ingredienti

Per la pasta
75 g di farina di grano saraceno
25 g di farina integrale
1 uovo
1 cucchiaino di olio evo
sale

Per il ragù
1/2 polipo
1/2 carota
1 pezzo di porro
8 pomodorini Pachino
basilico
vino bianco secco
olio
sale

Mischiate le due farine e formate una fontana su una spianatoia. Rompeteci dentro un uovo, aggiungete l'olio e il sale e impastate, fino a formare un panetto compatto. Dovrà rimanere piuttosto morbido, per agevolare la stiratura. Tagliatene quindi un pezzo alla volta, coprendo il restante impasto con un canovaccio umido per mantenerlo morbido, e stiratelo, dividendolo poi in parti più piccole, fino a creare degli spaghetti di circa 2 millimetri di diametro.
Sistemate, mano a mano, gli spaghetti su un canovaccio e continuate fino al termine dell'impasto.
Dedicatevi ora al ragù. Io avevo già bollito il polpo, ma nel caso in cui lo dobbiate cuocere, provvedete per tempo!! Tritate la carota e il porro. Versateli in una padella calda nella quale avrete versato un filo d'olio. Fate soffriggere per un paio di minuti. Nel frattempo tritate anche il polpo e aggiungetelo al soffritto. Salate e sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco. Lavate e asciugate i pomodorini Pachino. Tagliateli a tocchetti e aggiungeteli al pesce, insieme al basilico. Coprite e lasciate cuocere a fuoco basso per mezz'ora circa, aggiungendo un po' di vino bianco e acqua per non lasciare che asciughi troppo.
Preparate una pentola con l'acqua per far cuocere la pasta. Portatela a bollore e aggiungete il sale. Versate gli spaghettoni e lasciate cuocere a fuoco moderato. Il tempo varierà in base alla dimensione dello spaghetto. In ogni caso dovranno bollire per una decina di minuti.
Scolateli e versateli in un piatto. Condite con il ragù di polpo e servite.

Avranno una consistenza piuttosto importante, che li rende difficili da arrotolare alla forchetta. Ma vi garantisco che la ruvidità data dalla farina di grano saraceno vi conquisterà.
abc

Hai mai provato….? Carpaccio di tonno con fragole ed emulsione al tabasco, il piacere di un confronto

Fragole, fragole, fragole..... sogno fragole tutto l'anno ed ora me le gusto in ogni salsa. Cotte, crude, dolci, salate, nude, ho un irrefrenabile desiderio di tingere di fragola le mie giornate!
Che stiano meravigliosamente bene sul carpaccio, ormai è appurato, ma quanto troverete in questa variante ha un tocco d'estro, che nasce da uno scambio di opinioni con una nuova amica, Micol, di Le ricette di Micol, un blog di cui mi sono innamorata all'istante per stile, creatività e gusto. In un commento di poco tempo fa Micol mi ha scritto "hai mai provato il carpaccio di tonno con un'emulsione fresca fresca fatta con olio, limone e un pizzico di wasabi?! Strepitosa....!!!!". Io, che non amo particolarmente il wasabi, le ho risposto, quasi scherzando "e se fosse tabasco?". Beh, scherzando mica tanto.....il tarlo mi è rimasto e ho dovuto dargli spazio e forma. Del resto amo il tonno affumicato, amo le fragole...... PROVIAMO!

Ingredienti

100 g di tonno affumicato
5 fragole
5 g di olio evo
1/2 limone
tabasco
sale
pepe

Stendete le fettine di tonno affumicato su un piatto. Preparate l'emulsione con l'olio, il limone, il sale e 10 gocce di tabasco (tutto dipenderà dalla vostra propensione al gusto piccantino....io ne metterei anche qualcuna in più). Con l'aiuto di un pennellino cospargete l'emulsione sulle fettine di pesce.
Lavate e asciugate le fragole. Tagliatele in spicchi e sistematele sul tonno. A questo punto, sempre con il pennellino, coprite anche le fragole con l'emulsione al tabasco. Macinate sopra al piatto un po' di pepe ed ecco pronto un pranzetto veloce dal sapore accattivante. Io ne sono rimasta stregata. Micol......questa volta è il caso di dire..... perché non provare con un po' di tabasco?






abc

Ceci al forno con la paprika: una cena dai presupposti giusti

Non so se anche a voi capiti. Per me è un desiderio piuttosto ricorrente. Non sempre possibile da soddisfare, ma quando i presupposti ci sono tutti.......ecco che i cuscinoni si dispongono a dovere, il tavolino si imbandisce, il dvd parte e la mia cena è gustata direttamente sul tappeto.  Non è facile riuscire a concedermi numerosi momenti simili, ma è un modo così spassoso di coccolarmi che, quando accade, è come se il mondo si fermasse. Ovviamente non posso pensare di assaporarmi un branzino, o barcollare con un cucchiaio di minestra, tanto meno di perdermi ad arrotolare sulla forchetta quattro spaghetti o di rosicchiare ancora una coscia di pollo (soprattutto perché il rito della pulitura della coscia di pollo, come qualsiasi sezione di carne a cui è annesso un osso, richiede un attentissimo lavoro certosino che solo chi ha potuto osservare può comprendere!). Ci vuole qualcosa di maneggevole, pratico e.....goloso!! Ecco un'idea. Questo piatto si presta anche come ghiotto aperitivo. I miei ospiti sono sempre stati favorevolmente colpiti da questa stranezza.... Io cedo spesso alla tentazione: sono croccanti in superficie, morbidi all'interno, invitanti per il loro sapore di paprika....insomma, si mangiano uno dietro l'altro senza riuscire a fermarsi. Si possono anche cuocere in padella, senza l'aggiunta di olio, visto che è già presente nel condimento. Sicuramente è una cottura più veloce e dagli ottimi risultati!

Ingredienti

60 g di ceci secchi
1 cucchiaio di olio evo
paprika dolce
sale

Mettete in ammollo i ceci secchi in acqua fredda per 10 ore. Sciacquateli bene e fateli bollire in acqua leggermente salata per una ventina di minuti. La cottura dipenderà dal calibro del legume: assaggiate per verificare che vadano bene. Dovranno essere morbidi, ma non dovranno sciogliersi in bocca.... Ricordate che dovranno passare un'altra cottura!!!! Scolateli bene e versateli in una terrina. Aggiungete l'olio, la paprika dolce a piacere e il sale. Lasciate insaporire per almeno 1 ora. Coprite una teglia con carta forno e buttateci sopra i ceci con il loro condimento. Infornate a 200° ventilato per 20/30 minuti. A questo punto sono pronti per essere gustati. Attenzione però....sono tanto invitanti quanto roventi!!



abc

Questione di contrasti: cialde di mela con erbette e pinoli

Contrasto di sapori, gioco di colori...un piatto che incuriosisce. Questa necessità nasce quando il contorno accompagna una pietanza semplice e dal gusto piuttosto delicato, o neutro. Trovo che l'insieme del dolce, dell'acre e del salato di questo contorno ne esalti la versatilità. A voi la scelta del fedele compagno di piatto.
Ho usato una mela Granny Smith, che amo particolarmente proprio per la sua importanza sul palato. Per attenuare questo contrasto, però, trovo possa essere adatta una renetta. Ho un ricordo delizioso delle mele renette cotte al forno: mia madre le preparava insieme all'arrosto di maiale ed era uno di quei piatti che mangiavo con gli occhi....ancor prima che arrivasse nel piatto! Mai, davvero mai, me ne sarei stancata!

Ingredienti

1/2 mela Granny Smith
1 mazzetto di erbette
1 spicchio d'aglio
5 g di pinoli
sale
15 g di farina di riso (io uso quella impalpabile)
olio evo
cannella

Lavate le erbette e tagliatele a striscioline. Fate scaldare un filo di olio in una padella e, quando sarà caldo, aggiungete lo spicchio d'aglio tagliato a metà e privato dell'anima. Fate insaporire l'olio per qualche istante e aggiungete le erbette. Salate a piacere, copritele e fare cuocere fino a quando si sarà consumata l'acqua.
Tagliate metà mela. Sbucciatela e privatela del torsolo, quindi tagliatela a julienne (io mi servo sempre di una mandolina.... rende tutto più semplice e veloce) e raccoglietela in una terrina. Conditela con un cucchiaio di olio, un pizzico di sale, la cannella (secondo il vostro personale gusto) e mescolate. Aggiungete quindi la farina di riso, continuando a mescolare delicatamente affinché si distribuisca in modo uniforme.
Coprite a questo punto una teglia con carta forno e versate un paio di cucchiaiate della julienne di mela, che schiaccerete leggermente per formare una cialda. Con queste quantità dovrebbero venirvi 3 o 4 cialde. Fate cuocere in forno per 15 minuti a 200°. Trascorso questo tempo togliete la teglia dal forno e, con l'aiuto di un batticarne o con il fondo di un bicchiere, schiacciate bene le cialde. In questo modo si appiattiranno per bene. Mettete nuovamente in forno e fate cuocere ancora per 10 minuti. Ricordate sempre che ogni forno ha le sue caratteristiche: regolatevi in base al vostro. Sfornate e trasferite ciascuna cialda in un piatto.
Aggiungete i pinoli alle erbette e mescolate bene. Dividetele in base al numero delle cialde e posate, sopra ognuna di queste, la giusta porzione. Ecco fatto....siete pronti ad assaporare!



abc

Alla ricerca del dolce perduto: biscotti di mais e fiocchi di soia al cocco

Sono continuamente alle prese con un'implacabile voglia di dolce. Ma rincorro sempre un modus operandi che eviti di farmi inciampare nei sensi di colpa. Studio miscele, abbinamenti, alternative....il mio piano di lavoro si riempie di ampolle, tanto da sembrare il tavolo di un piccolo chimico. Questa volta ho voluto rendere partecipi dei graditissimi fiocchi di soia tostati, che, fino ad ora, ho utilizzato soltanto in preparazioni salate. L'uovo è ormai bandito e il latte è sostituito da una gustosa bevanda di riso aromatizzata alla vaniglia. Ho voluto eliminare anche il miele.....sostituendolo con del malto d'orzo. Insomma, togli di qui e aggiungi di là, quanto ho sfornato si è dimostrato all'altezza delle mie aspettative. Vi avviso che il grado di dolcezza di questi biscotti è piuttosto basso, per cui ritenetevi liberi, se foste amanti del dolce....dolce, di apportare le vostre modifiche.... Su di voi garantisco che i miei sensi di colpa non valgono!!

Ingredienti

130 g di latte di riso alla vaniglia 89,4 kcal
30 g di acqua
10 g di malto (ma anche 15 andranno bene) 2 kcal
20 g di fiocchi di soia tostati 80.4 kcal
10 g di semi di lino 47 kcal
10 g di cocco disidratato 60,4 kcal
50 g di farina di manitoba (0) 158,4 kcal
100 g di farina di mais fioretto 359 kcal
20 g di olio di soia 180 kcal
1/2 bustina di lievito per dolci 13 kcal
1 pizzico di sale

Mischiate 70 g di latte di riso con 30 g di acqua, aggiungeteci i fiocchi di soia tostati e portate ad ebollizione. Fate bollire a fuoco basso per 10 minuti. Intanto tritate i semi di lino e uniteli ai fiocchi. Spegnete il fuoco e lasciate riposare per almeno mezz'ora. Unite adesso le farine, il malto e il lievito, mescolando bene affinché non rimangano grumi, e aggiungetevi l'olio, il sale, i restanti 60 g di latte di riso, il cocco e il composto di fiocchi di soia e semi di lino. Impastate fino ad ottenere un'impasto solido, che avvolgerete nella pellicola e lascerete riposare in frigorifero per un'oretta.
Stendete l'impasto su una spianatoia infarinata in una sfoglia di mezzo centimetro di spessore e tagliate a vostro piacimento. Sistemate i biscotti che avrete ottenuto su una placca coperta da carta forno. Infornate a 180° per 10/15 minuti. Controllate la cottura....ogni forno lavora a modo suo!! Lasciate raffreddare su una griglia (il momento più difficile per me....mia amata tentazione) e assaporate....





abc

Amore a prima….. Basmati integrale con uovo strapazzato e alga Wakame

Quando si dice amore a prima vista..... Questo è stato qualcosa del genere, ovviamente adattato al senso coinvolto che va ben oltre la vista, diventando amore alla prima forchettata. Ciò che ho sempre amato della cucina cinese è un piatto piuttosto classico e tra i più semplici da un punto di vista di impatto metabolico, visto l'enorme quantitativo di grassi utilizzati generalmente nelle preparazioni. Si tratta del riso alla cantonese. Ciò che realmente mi piace del riso alla cantonese è quell'insieme di agglomerati di uovo così profumati che si adagiano armoniosamente sul palato! "Lo provo"!! E l'ho fatto in un modo semplice, che rende questo piatto riconoscibile alle mie papille gustative alla semplice vista!! Come una sorta di sistema domotico: l'occhio vede, lo stomaco fibrilla! Ho pensato ad un basmati, rigorosamente integrale, perché credo che il suo sapore possa valorizzare il gusto dell'uovo. E per non "spezzare" questa armonia, ma arricchire il piatto, ci ho aggiunto l'alga Wakame. Il risultato è un gioco di profumi e consistenze che deliziano l'olfatto e incantano il palato.

Ingredienti

40 g di riso basmati integrale
1 uovo
2 g di alga Wakame (dose giornaliera consigliata)
olio evo
sale
pepe

Mettete l'alga Wakame in ammollo in acqua per una decina di minuti.
Versate il riso in un pentolino e copritelo con il doppio del volume di acqua. Aggiungete un pizzico di sale (l'acqua si consumerà, per cui non salate come una comune pasta!) e mettetelo sul fuoco. Portate l'acqua ad ebollizione a fiamma bassa e rigorosamente coperto. Da quando inizierà a bollire fate cuocere per circa 15 minuti senza mescolare. Spegnete la fiamma (accertatevi che l'acqua sia stata interamente assorbita) e lasciate riposare.
Sbattete l'uovo in un piatto con un pizzico di sale e un po' di pepe macinato. Fate scaldare un filo d'olio evo in padella e, quando sarà caldo, versateci l'uovo sbattuto. Continuate a girare l'uovo con una forchetta, in modo che si rapprenda in piccoli bocconcini. E' questione di un minuto al massimo. Togliete dal fuoco, aggiungete il riso e spezzettateci sopra l'alga, che avrete prelevato dall'ammollo e strizzato delicatamente. Mettete nuovamente la padella sul fuoco, aggiungete un cucchiaio scarso di olio evo e saltate, a fuoco vivo, per qualche secondo. Il vostro riso è pronto e il mio stomaco......fibrilla!!
E' ottimo da gustare anche freddo, per un pranzo fuori casa!



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