Ingredienti
5 o 6 crespelle integrali (ricetta)
100 g di ricotta
2 manciate di piselli
1 piccolo cespo di catalogna
sale
noce moscata
olio evo
Per prima cosa è necessario pulire, tagliare e far cuocere la catalogna in padella, coperta, per almeno mezz'ora. Salate e insaporite a piacimento. Usando i piselli surgelati (ma sempre a chilometro zero!) ho fatto in modo che si ammorbidissero bene facendoli bollire per una decina di minuti in acqua salata. Li ho poi passati, insieme alla ricotta, ad un pizzico di sale e alla noce moscata, con il frullatore ad immersione, in modo da creare una crema densa e vellutata. Fate attenzione a scolare bene i piselli, diversamente l'acqua di cottura renderà troppo liquida la crema. A questo punto ho coperto 3/4 di ciascuna crespella con il composto, e ho arrotolato la pasta lasciando in fondo la parte libera. Ho tagliato il rotolino ottenuto in 6 pezzetti, ciascuno di circa 3 cm, e li ho posti in una pirofila unta con un filo di olio evo. Ho poi coperto la superficie con il composto di piselli avanzato, vi ho steso la catalogna cotta e ben strizzata ed ho cotto in forno, sotto il grill, a 200° statico per 20 minuti circa. Una volta ultimata la cottura ho rovesciato sul piatto la pirofila e mi sono gustata questo letto di catalogna coperto da tanti soffici rotolini di crema ai piselli. Eccellente!!abc
Molte volte l'idea di un piatto nasce dalla necessità di utilizzare un particolare ingrediente. Ma il suo impiego non sempre è così scontato. Cerco sempre di valorizzare sapori, consistenze e gli accostamenti sono una discriminante fondamentale per la riuscita del piatto! Così ho "interrogato" una cremosissima Certosa light e l'ho immaginata insieme alla freschezza degli asparagi appena colti dall'orto di mio padre. Un "chilometro zero", o quasi, ricco di genuinità e orgoglio. Nessun altro gusto, solo delicatezza e semplicità. Il risultato è stato primo piatto ampiamente apprezzato.
Ingredienti
80 g di riso di Baraggia biellese
1/2 bicchiere di vino bianco secco
brodo vegetale
1/2 porro
8 asparagi freschi
100 g di Crescenza light
olio evo
Ho tagliato a rondelle dello spessore di circa 1 cm gli asparagi, lasciando le punte da parte, e le ho fatte bollire nel brodo vegetale per una decina di minuti.
Ho messo a scaldare un bel cucchiaio di olio evo in una padella e nel frattempo ho tagliato a rondelle sottilissime ed ho sminuzzato il mezzo porro. Ho lasciato che soffriggesse per circa 2 minuti, insieme agli asparagi, e poi ho aggiunto il riso, facendolo tostare e insaporire per 1 minuto circa prima di aggiungere il vino bianco. Una volta consumato il vino ho iniziato la cottura del riso con il brodo, a fuoco basso e coprendo il tegame. A cottura ultimata ho mantecato il riso con la Certosa, mescolando delicatamente e lasciando riposare, coperto, per un minuto circa, prima di impiattare. Ho servito il risottino con le punte degli asparagi tenute da parte.
Certo è un piatto da gustare fumante. Ma non ha fatto in tempo ad intiepidire!!!abc
Ingredienti
80 g di riso di Baraggia biellese
1/2 bicchiere di vino bianco secco
brodo vegetale
1/2 porro
8 asparagi freschi
100 g di Crescenza light
olio evo
Ho tagliato a rondelle dello spessore di circa 1 cm gli asparagi, lasciando le punte da parte, e le ho fatte bollire nel brodo vegetale per una decina di minuti.
Ho messo a scaldare un bel cucchiaio di olio evo in una padella e nel frattempo ho tagliato a rondelle sottilissime ed ho sminuzzato il mezzo porro. Ho lasciato che soffriggesse per circa 2 minuti, insieme agli asparagi, e poi ho aggiunto il riso, facendolo tostare e insaporire per 1 minuto circa prima di aggiungere il vino bianco. Una volta consumato il vino ho iniziato la cottura del riso con il brodo, a fuoco basso e coprendo il tegame. A cottura ultimata ho mantecato il riso con la Certosa, mescolando delicatamente e lasciando riposare, coperto, per un minuto circa, prima di impiattare. Ho servito il risottino con le punte degli asparagi tenute da parte.
Certo è un piatto da gustare fumante. Ma non ha fatto in tempo ad intiepidire!!!abc
Genitori in visita per un pranzo domenicale e una semplice, ma importante, certezza: tradizione. Pane, che in casa mia manca sempre, e ragù, che ho carinamente allontanato dal mio raggio di azione culinario dopo anni e anni in cui domenica era sinonimo di pasta all'uovo con ragù. Se questi due elementi saranno all'altezza dei gusti di famiglia, la giornata sarà un successo! Dare un sapore diverso al ragù di casa è stata una missione per nulla impegnativa e che ho portato a termine da lungo tempo, con sommo dispiacere di mio padre, ma perché ripiegare su una scelta tanto semplice come quella di comprare una semplicissima forma di toscano, per ultimare l'impresa? In fondo sarebbe stato banale dare la colpa ad un panettiere per la cottura non del tutto perfetta. E allora, in un attimo di incauta spensieratezza, ho sentenziato: il pane lo farò io. Giudice severo, mio padre: "dev'essere ben cotto" è il mantra che ha accompagnato l'intera preparazione. Non ci sono vie di mezzo, con lui: o è buono o non va bene. Il risultato? A me basta quell'attimo di silenzio, rotto dal suo dire "E' davvero buono....e supera anche la prova cottura". Sì, perché la nonna diceva sempre che pizzicare la mollica era la prova del nove: se riprende forma, è cotto alla perfezione.
Tutto iniziò da qui........
Ingredienti
180 g di acqua a temperatura ambiente
1/2 bustina di lievito liofilizzato
1/2 cucchiaino di malto d'orzo
300 g di farina di manitoba
5 g di olio evo
10 g di sale fino (mia personale aggiunta)
Premetto che per la fase iniziale mi sono affidata a Mr Bimby, il mio fedele amico di cucina. E' anche vero che il più del lavoro l'ho fatto dopo, a mano, sfogando su quell'innocente palla di pasta tutta la mia forza e determinazione. L'ho martoriato e sbatacchiato ben bene per circa 10 minuti. Ho poi unto una terrina e vi ho riposto l'impasto. Ho coperto con la pellicola trasparente e ho messo nel forno, a 25° e quindi con la sola lucina accesa, per 5 ore abbondanti. Mai avere fretta, quando si tratta di lievitati!! Se anche fosse stato sufficiente che il composto raddoppiasse di volume, il mio bell'impasto si è quadruplicato. L'ho estratto dalla terrina e, su una superficie infarinata, l'ho sgonfiato con le dita, allungandolo in un filoncino di circa 40 cm. L'ho piegato in tre ed ho ripetuto ancora una volta l'operazione. Una volta terminato ho dato la forma di un panetto tondo, che ho posato su una teglia infarinata. L'ho ancora fatto lievitare per un paio di ore e poi, dopo tre taglietti in superficie, l'ho infornato a 210° ventilato per mezz'ora. Sarà mai sufficiente?????? Con un giudice così severo il rischio è altissimo. Ma è stato sufficiente. Eventualmente, se la forma fosse più grande, si può infornare a 210° (sempre ventilato, oppure 220° statico) per 20 minuti e procedere a 190° per altri 20. L'attesa che raffreddasse per il taglio è stata davvero impegnativa!abc
Tutto iniziò da qui........
Ingredienti
180 g di acqua a temperatura ambiente
1/2 bustina di lievito liofilizzato
1/2 cucchiaino di malto d'orzo
300 g di farina di manitoba
5 g di olio evo
10 g di sale fino (mia personale aggiunta)
Premetto che per la fase iniziale mi sono affidata a Mr Bimby, il mio fedele amico di cucina. E' anche vero che il più del lavoro l'ho fatto dopo, a mano, sfogando su quell'innocente palla di pasta tutta la mia forza e determinazione. L'ho martoriato e sbatacchiato ben bene per circa 10 minuti. Ho poi unto una terrina e vi ho riposto l'impasto. Ho coperto con la pellicola trasparente e ho messo nel forno, a 25° e quindi con la sola lucina accesa, per 5 ore abbondanti. Mai avere fretta, quando si tratta di lievitati!! Se anche fosse stato sufficiente che il composto raddoppiasse di volume, il mio bell'impasto si è quadruplicato. L'ho estratto dalla terrina e, su una superficie infarinata, l'ho sgonfiato con le dita, allungandolo in un filoncino di circa 40 cm. L'ho piegato in tre ed ho ripetuto ancora una volta l'operazione. Una volta terminato ho dato la forma di un panetto tondo, che ho posato su una teglia infarinata. L'ho ancora fatto lievitare per un paio di ore e poi, dopo tre taglietti in superficie, l'ho infornato a 210° ventilato per mezz'ora. Sarà mai sufficiente?????? Con un giudice così severo il rischio è altissimo. Ma è stato sufficiente. Eventualmente, se la forma fosse più grande, si può infornare a 210° (sempre ventilato, oppure 220° statico) per 20 minuti e procedere a 190° per altri 20. L'attesa che raffreddasse per il taglio è stata davvero impegnativa!abc
- Previous Page
- 1
...
- 55
- 56
- 57