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Cestini di fillo con cuore filante di spinaci: ogni cosa a suo tempo, ma…. ora siete avvisati

Non era quella rassegnazione che scoraggia, tanto che la pasta fillo ho imparato a farmela in casa. Non c'era verso che riuscissi a trovare quei sottilissimi fogli pronti all'uso. Poco male, certo, la soddisfazione, nonostante l'impegno richiesto per la stesura della sfoglia, è sempre stata importante. Nonostante questo, però, ogni volta che bazzicavo nel reparto freschi di qualsiasi supermercato, l'occhio analizzava con meticolosità ogni prodotto, senza che il passo accennasse ad altro se non ad un impercettibile rallentamento. Per non destare sospetti, e per non dimostrare quella non rassegnazione che caratterizza il mio essere testardo e caparbio, l'espressione è sempre stata contenuta, come chi si muove per la necessità di spostarsi da un luogo all'altro, non come chi cerca l'oro. Questa scena si ripete da anni. Immaginate, talvolta mi soffermavo anche a chiedere lumi agli addetti di reparto. Niente, ogni volta la stessa risposta. NON L'ABBIAMO. A volte qualcuno mi rispondeva "sfoglia, vorrà dire?". Delusa, ma non ho mai mollato. Anni, vi rendete conto? Anni di lotte tra orgoglio e rifiuto di una situazione che confermava l'inutile persistenza. Ah, queste disperazioni da casalinga frustrata :D Ma nulla accade per caso, la ruota gira sempre, non esistono più le mezze stagioni e una rodine non fa primavera. L'HO TROVATA!!!!!!!!!!!!!!! Solo lo sfinimento per la fatica impiegata, mi ha fatto desistere dal saltellare per i bancali allungare una mano e afferrare quel pacchetto, nonostante la soddisfazione per la resa del mio personale impasto. Voglio dire, è costato chilometri e chilometri tra banchi frigo, attese infinite del giorno giusto per coronare un sogno..... fosse solo per principio, ora la compro!!!! Ovviamente prima ho letto bene tutti gli ingredienti. Sia mai che ci siano robette ostiche ^_^
Presa, portata a casa. E ora? 11 fogli della dimensione di circa 50 cm x 50 cm. Ecco, ma in quanti mesi potrò mai mangiare tutto 'sto popò di pasta? Ci siete già arrivati, vero? Beh, sì, lo confesso.... vi proporrò fillo a non finire.

Ingredienti

2 fogli di pasta fillo
500 g di salsa di pomodoro (io fatta in casa)
100 g di spinaci cotti al vapore
10 g di semi di zucca
20 g di Fontal nazionale o altro formaggio filante
peperoncino
noce moscata
sale
olio evo

Versate la salsa di pomodoro in un tegame e unite il peperoncino e i semi di zucca tritati. Lasciatela consumare, fino ad ottenere un concentrato. Assaggiatela e salatela a piacere.
Tritate gli spinaci e insaporiteli con la noce moscata. Quando il pomodoro sarà pronto, unitelo agli spinaci e mescolate bene tutto. Lasciateli insaporire per almeno una decina di minuti. Il tempo di preparare le sfoglie.
Prendete due fogli di pasta fillo e tagliateli a metà, ottenendo 4 sfoglie. Ungete gli strati con l'olio evo e sovrapponeteli.
   Tagliate dei quadrati di circa 15 cm di lato.
Sistemate su ciascun quadrato un cucchiaino di spinaci. Affondate nel centro un cubetto di Fontal. Chiudete il fagottino partendo dagli angoli e sistemateli su una placca, coperta da carta forno.
Portate il forno a 190° e infornateli. Cuocete per circa 15 minuti, controllando che la sfoglia non scurisca troppo. Potrebbero bastare anche 10 minuti. Ricordate che la pasta fillo è molto delicata, anche in cottura, per cui prestate attenzione.
Quando saranno pronti sfornateli. Lasciateli intiepidire: in questo modo eviterete di ustionarvi e il ripieno si compatterà perfettamente, arminizzandosi nei sapori.
Serviteli e divertitevi a gustarli.

Che siano proposti come antipasto, come accompagnamento ad un aperitivo, come portata principale, questi cestini vi conquisteranno senza rimedio!!

E questa pasta fillo è una vera delizia. Almeno per questo tipo di preparazione.

[to be continued...]
abc

Chicche di tofu e rucola alle nocciole: strategia d’approccio alle buffe espressioni della diffidenza

Negli anni in cui l'approccio ad ingredienti nuovi ha iniziato a decretare il mio reale cambiamento nell'alimentazione, facendomi scoprire alimenti visti con diffidenza dalle tradizioni mediterranee, ho collezionato così tante dichiarazioni di 'disprezzo' da poter scrivere un libro ^_^ Il primato, come peggior sostituto proteico, lo detiene il tofu.
Non sa di niente, è l'asserzione più comune. E il naso arricciato, la bocca serrata e lo sguardo torvo, è la più comune espressione. Ma il ricordo più affettuoso appartiene alla reazione di un carissimo amico che, ipotizzando una cena con la sua famiglia in cui avrei potuto cucinare io, mi disse: "Basta che non prepari nulla con il polistirolo". Beh, quella cena, per problemi logistici, non si è mai tenuta, ma sono certa che, se assaggiasse qualcosa con il polistirolo interpretato dai miei due neuroni e preparato dalle mie umili manine, non ne rimarrebbe affatto schifato. La prova, l'ennesima, sono questi sfiziosissimi bocconcini croccanti. Io ho ottimizzato gli ingredienti ottenuti dalla preparazione del latte di nocciole proposto qualche tempo fa, utilizzando l'okara, cioè quello che rimane dalla spremitura delle nocciole tritate, ma si possono usare direttamente le nocciole tritate (peraltro il sapore sarà più pieno!!). Nessuna scusa, quindi: la fantasia e un po' di furbizia non vi faranno pentire della scelta intrapresa!! Sono pronta a sperimentare!!

Ingredienti

90 g di tofu
50 g di okara di nocciole (o nocciole tritate)
1 mazzetto di rucola
sale
noce moscata
pangrattato di riso
olio evo
salsa rubra (la mia è fatta in casa)

Lavate la rucola e asciugatela accuratamente. Tritatela insieme al tofu in una ciotola e unitevi l'okara di nocciole.
Mescolate tutto, quindi aggiungete il sale, la noce moscata ed eventualmente altre spezie a vostro piacere (o del peperoncino ^_^).
Lasciate riposare l'impasto per una decina di minuti, quindi formate delle polpette grandi come noci.
Su un foglio di carta assorbente versate il pangrattato. Rotolateci le polpette, impanandole completamente.
Lasciate riposare le polpette panate in frigorifero per circa mezz'ora, oppure passatele in congelatore per una decina di minuti. Quindi mettete a scaldare poco olio evo in una padella antiaderente.
Quando sarà bel caldo, posatevi le polpette e fatele rotolare in modo che vengano completamente irrorate dall'olio. Fatele cuocere a fiamma viva per una decina di minuti, in modo che si formi una bella crosticina croccante e dorata.
Quando saranno pronte trasferitele su un piatto da portata. Accompagnatele con della verdura fresca tagliata a julienne, o con un'insalata e lasciate al centro del piatto della salsa. Io ho scelto una rubra dolcissima fatta da mia mamma (non vi so descrivere l'intensità del sapore).
Il mix perfetto di sapori rende il piatto completo e sfizioso, nutriente e leggero, ricco e saporito.

Il polistirolo si veste a festa!!!! E si tinge di colori intensi ^_^

Che qualcuno possa mangiare tofu senza saperlo e, soprattutto, senza disprezarlo? Credo che non verrò chiamata per l'organizzazione di una cena per molto, molto, molto tempo ^_^

abc

Cipollotti in agrodolce di balsamico e vaniglia: il tempo, le promesse e le pianificazioni

L'eredità lasciata dall'ultima semina di papà nell'orto vantava, tra le tante cose, degli splendidi cipollotti rossi. Piccoli, sodi, dolci. Ne chiesi subito una buona rappresentanza a mamma, perché l'idea di farne qualcosa di prelibato mi solleticava non poco la fantasia. Lei, che alle promesse non viene mai a meno, si è tempestivamente presentata con una vaschetta pienissima di queste prelibatezze. Nemico il tempo, nemici gli impegni e anche un filo di intorpidimento fisico emotivo, ho rinviato il lavoro di pulizia per molti, molti giorni. Così tanti che lei, ancor prima di me, è riuscita a mettere sotto vetro queste piccole gemme. La sua parte, sia chiaro ^_^ Ma il giorno è arrivato: finalmente mi procuro l'ingrediente segreto, dettaglio magico desiderato, immaginato e voluto per incastonare queste meraviglie, e, via, inizio a pulire il mezzo chilo di pepite. Un lavoro piuttosto lungo e neanche tanto gioioso, ma.... il risultato, in quel vasetto, vale ogni lacrima versata ^_^ Ho promesso a mamma che sentiremo insieme il clik del coperchio e che, insieme, ce ne delizieremo. E farò in modo che sia così, per essere all'altezza della sua promessa e perché lei lo merita. Lei merita tutta la bontà di questo mondo. Prima, però, mi sono accertata che ne piantasse altre centinaia: queste cipolle saranno la mia personale conserva, la mia coccola speciale per palati speciali e non mi accontenterò certo di mezzo chilo!! Allora sì.... il loro seme giace, speranzoso, nella fertile terra di casa. Attenderò, come per questa preparazione che si intensifica di sapore con il passare del tempo, e ne gioirò ancora. E ancora. E ancora.

Ingredienti

450 g di cipollotti (peso da puliti)
50 ml di aceto balsamico
30 ml di olio evo
1/2 stecca di vaniglia
40 g di malto di riso
peperoncino in polvere (per me con i peperoncini dell'orto)
1/2 cucchiaino di sale

Prendete i cipollotti e, muniti di coltellino e tanta pazienza, puliteli perfettamente. Divideteli per dimensioni (io li ho divisi in 3 gruppetti). Questo vi permetterà di avere una consistenza uniforme delle cipolle, una volta imbarattolate. E' un lavoro da pazzi, ma la normalità non mi è mai piaciuta!
Versate in un pentolino capiente l'olio, l'aceto balsamico, il malto di riso, il sale, il peperoncino e la 1/2 stecca di vaniglia, tagliata nel verso della lunghezza e aperta.
Scaldate tutto e lasciate insaporire. Quindi versate le cipolle di dimensione più grande. Lasciate insaporire per 5 minuti, poi versate quelle medie, e dopo 3 minuti quelle piccole.
Coprite la pentola e procedete con la cottura per circa 30 minuti.
Cercate di mescolarle il meno possibile, in modo che non si sfaldino. Il tempo di cottura potrebbe dipendere dalla dimensione delle cipolle. E' importante che non rimangano crude, ma che comunque non siano troppo morbide, e l'unico modo per capirlo è..... l'assaggio ^_^
Nel frattempo sterilizzate un vasetto da mezzo litro (o due, se li utilizzaste più piccoli).
Quando le cipolle saranno cotte, versatele velocemente nel vasetto, chiudetelo e avvolgetelo in un panno. Lasciatelo raffreddare a temperatura ambiente. In questo modo si formerà il sottovuoto e potrete conservare le cipolle per lunghi mesi, sempre che ci riusciate.
Di certo dovrete essere consapevoli che, più tempo riposeranno in dispensa, più sapore acquisiranno. La vaniglia si sentirà a partire dalla prima settimana in poi ^_^

Variate con il peperoncino secondo il vostro gusto. Io lo trovo gradevole nella misura in cui non coprirà la vaniglia, ma ne sosterrà l'aroma. E il connubio vi garantisco che è vincente!!


abc

Chips di patate senza frittura: l’incontro tra curiosità, aspettativa, desiderio e gusto

Io sapevo che avrei cercato, da subito, di approcciarmi in maniera edificante al mio nuovo acquisto. Sapevo che avrei dovuto cercare un posticino di facile accesso, in cui riporlo, perché di frequente ne avrei sentito il bisogno. Sapevo che, per quei ripiani, sarebbero passati i più svariati alimenti e che, ciascuno di questi, mi avrebbe conquistato. E sapevo che, alla fine, avrei ceduto anche alle patate. Solo una cosa non avevo previsto: che proprio le patate sarebbero state tra le prime ad essere sperimentate ^_^
Il primo esperimento l'ho eseguito utilizzando le patate crude. L'essiccatore permette di essere utilizzato seguendo un programma crudista, che non prevede una temperatura superiore ai 42°. Ci ho provato. No, abbandono l'idea crudista sulle patate. Il loro sapore forte non mi conquista affatto. Ci riprovo: faccio sbollentare le patate, poi le passo sull'essiccatore, poi le aromatizzo. Decisamente d'impatto e molto sfiziose, ma gli aromi scivolano via facilmente. Con il terzo tentativo ho fatto centro. Ho affettato molto finemente le patate, le ho bollite velocemente con gli aromi e poi le ho essiccate. Che dire??!! Uno spasso ^_^
E con il brodo ottenuto..... una zuppetta niente male. Perché in cucina ci sono sempre infinite risorse da sfruttare!!

Ingredienti

2 patate rosse
2 rametti di rosmarino
1/2 spicchio d'aglio
sale grosso
noce moscata
paprika dolce

Pelate le patate e affettatele, con una mandolina, in fettine molto sottili. Lasciatele in ammollo, cambiando acqua un paio di volte, in modo che perdano il loro amido.
Nel frattempo lavate i rametti di rosmarino, Asciugateli, sfogliateli e tritateli, insieme all'aglio pulito. Aggiungete la noce moscata e la paprika secondo il vostro gusto (oppure utilizzate spezie diverse) e mescolate bene.
Mettete sul fuoco un pentolino con circa un litro di acqua. Aggiungete una piccolissima manciata di sale grosso e il trito di erbe e spezie. Portate ad ebollizione, quindi immergetevi le sfoglie di patata. Se fosse necessario cuocetele in due volte.
Lasciatele sbollentare per un paio di minuti, non di più. Più tempo le farebbe disfare. Prelevatele, quindi, con una schiumarola e sistematele su un canovaccio pulito, stendendole bene. Lasciatele asciugare.
A questo punto sistemate le sfoglie sui ripiani dell'essiccatore. Accendetelo alla temperatura di 42° e lasciatelo in azione per circa 4 ore. Controllate che siano ben asciutte e secche. Sarà facile che qualche fettina raggiunga prima la consistenza perfetta, e qualcuna dopo. Man mano togliete quelle pronte e lasciate terminare la preparazione delle altre. In totale, comunque, non ci dovremìbbero volere più di 4 ore. A questo punto potreste già essere soddisfatti. Io, però, non mi sono fermata qui.
Per rendere più sfiziose le mie chips le ho passate, per un paio di minuti, sotto il grill. In questo modo le ho fatte dorare e le ho rese ancora più croccanti.
E' un passaggio che vi consiglio vivamente. Vi permetterà di ottenere delle chips molto simili alle patatine, ma senza un solo filo di olio.
Per chi non avesse l'essiccatore, la stessa preparazione potrebbe essere effettuata in forno, ad una temperatura di 50°, con lo sportello leggermente socchiuso, in modo che il capore esca e non faccia ammorbidire le patate. Certo, però, sarebbe una scelta alquanto dispendiosa ^_^

Adatte da servire come aperitivo, da accompagnare a salsine (sempre fatte in casa, mi raccomando e sempre con un occhio di riguardo alla salute ^_^), sono sfiziose e perfette anche per uno spuntino spezza fame. Si conserveranno molto bene, mantenendo la loro perfetta croccantezza, chiuse in un barattolo di vetro.
Ah!! Non di poca importanza: dal momento che le patate, prima della cottura, hanno rilasciato una buona parte di amido e che il brodo di cottura rimarrà perfettamente aromatizzato, perché non approfittarne per fare una bella zuppa? Io l'ho preparata con germogli di soia e alga wakame. E l'ho gustata fino all'ultima goccia!! ^_^

abc

Gallette di germogli Alfalfa ai ceci: la scoperta che dà vigore alla missione ‘salute e gusto’

Ne ho sempre ignorato l'esistenza, fino al giorno in cui me li sono trovati davanti agli occhi. Una distesa di germogli, tutti diversi gli uni dagli altri. Così tanti che quelli di soia, ormai una costante nella mia alimentazione, risultavano perfino banali. Avrei potuto prenderli tutti, ma il cuore mi ha dato la possibilità di sceglierne uno, oltre ai classici. Piccoli, delicati, frizzanti, pieni di vita..... ho scelto loro. Alfalfa. Bene, ora imparo qualcosa di nuovo. Nella mia documentazione ho scoperto che si tratta di un'erba medicinale e che è anche preziosissima. Sulla pagina di Germogliamo.it ho scoperto tutta questa ricchezza:
"L'erba medica o alfalfa é la "regina" dei germogli, e tra i più ricchi di contenuti nutritivi: è un'ottima fonte di vitamina C, vitamina K, vitamine del gruppo B, acido folico e sali minerali (ferro, magnesio, fosforo, zinco e altri); è inoltre una buona fonte di proteine (con numerosi aminoacidi essenziali), vitamina A, vitamina PP e calcio. Contiene poi numerosi enzimi essenziali per il processo digestivo, che permettono una facile assimilazione degli alimenti, senza affaticare l'organismo e prevenendo i processi di invecchiamento.
In virtù di queste eccezionali proprietà nutritive, dell'assenza di colesterolo e del bassissimo contenuto di grassi, i germogli di erba medica costituiscono un alimento veramente sano e completo, con un apporto di calorie molto limitato; inoltre, l'elevato contenuto di fibre favorisce una sensazione di sazietà
". 
Cheddire.... valeva la pena di provarci, no? Non so perché, ma ci ho visto subito delle frittatine. Particolari, perché al posto delle uova è entrata in gioco la mia amata farina di ceci. Sono versatili, oltre che sfiziose. Da farcire, arrotolare, accompagnare ad una qualsiasi portata o in purezza, sapranno sicuramente appagare il palato, nutrendo e arricchendo con sapienza il nostro amato organismo. La mia missione cucina sana e gustosa continua!! ^_^

Ingredienti

10 g di farina di ceci
1/2 cucchiaino di semi di cumino
40 g di acqua
100 g di germogli di Alfalfa
10 g di olio evo
sale

Mettete in un recipiente la farina di ceci e unite i semi di cumino.
Aggiungete l'acqua, poca per volta, mescolando con una frusta in modo da non creare grumi. Quando sarà diventata una pastella omogenea, mettetela a riposare in frigo, per almeno un'ora.
Nel frattempo portate a bollore dell'acqua salata. Prendete i germogli, sciacquateli e fateli sbollentare per circa 1 minuto. Scolateli e trasferiteli su un panno pulito. Allargateli e lasciateli asciugare.
Riprendete la pastella, unitevi sufficiente sale (dipende dai gusti, io non eccedo mai e ne aggiungo un pizzico abbondante) e versate l'olio. Mescolate bene, quindi immergetevi i germogli.
Mescolate fino a rendere tutti i germogli avvolti dalla pastella.
Coprite una teglia da carta forno e ungete leggermente la superficie con un pennellino. Portate il forno in temperatura, a 210°.
Prelevate una forchettata di germogli e sistematela sulla teglia, dandole una forma arrotondata e piatta. Procedete fino alla fine e versate su ciascuna galletta un po' della pastella rimanente.
   Infornate su un ripiano piuttosto alto e cuocete per circa 20 minuti. Il tempo di cottura dipenderà dal vostro forno. Controllate che si dorino, ma che non arrivino a colorarsi troppo.
Quando saranno pronte sfornatele e trasferitele su carta assorbente.
A voi il piacere di gustarle e contestualizzarle secondo i vostri gusti. Sono perfette da preparare in aticipo: mantenendole al caldo e facendole gratinare prima di servirle, riacquisiranno la croccantezza che le rende speciali!!

Siete pronti ad una nuona esperienza sensoriale? ^_^
Sono certa che non ne potrete più fare a meno!!

abc

Focaccine d’orzo allo yogurt con zucchine e pistacchi: la cromaticità che racchiude dimenticanze e occasioni

Le vidi pubblicate dalla mia grandissima ispiratrice Claudia, nella sua intensa versione che mi ha conquistato all'istante. Ne salvai la ricetta. Ma, come spesso accade, prima che le provassi sarebbe passato molto tempo. E' davvero difficile che abbia nel frigo dello yogurt. Generalmente lo compro in vista di un'idea precisa di ricetta e, benedetta demenza senile precoce, tutte le volte che vado a fare spesa passo davanti al banco frigo dicendomi che quello yogurt mi servirebbe per fare...... e sistematicamente non ricordo cosa. Non lo compro e torno nel circolo vizioso della mancanza dell'ingediente fondamentale. Ogni volta la solita scena. Caso irrecuperabile. Per fortuna in aiuto è arrivata la mitica Fr@, con la sua personalissima versione. Lo vogliamo chiamare segno del destino? Beh, non ho fatto passare un solo giorno: sono andata a fare spesa e HO PRESO all'istante lo yogurt. Pizzette pizzette pizzette. Avrei voluto scriverlo su una lista della spesa. Pizzette pizzette pizzette. Ma la lista della spesa non ho avuto tempo di farla. Pizzette pizzette pizzette. Va bene, ho dimenticato migliai di altre cose, ma questa volta lo yogurt in casa, almeno, ci è entrato. E l'ho utilizzato nelle pizzette, in una mia personalissima versione. Avrei voluto fare un impasto con gli spinaci, ma avrei mai potuto ricordarmi di prendere anche quelli? Certo che no, e ovviamente nelle mie scorte di porzioni congelate..... neanche l'ombra. Allora mi sono ingegnata. E mi è sembrata una bella idea provarci così ^_^

Ingredienti

100 g di yogurt greco (io 0% di grassi)
50 g di farina di orzo integrale
25 g di farina d'orzo
60 g di piselli
1 zucchina
10 g di parmigiano
10 g di pistacchi
10 foglie di menta fresca
olio
sale
pepe

Utilizzando i piselli dell'orto dei miei genitori, li ho sbollentati e lasciati raffreddare. Il peso indicato è da scongelato. Preparate i piselli in modo da averli cotti e a temperatura ambiente.
Versateli in un recipiente, insieme allo yogurt. Aggiungete il sale e frullate fino a creare una crema omogenea. Lavate le foglioline di menta, asciugatele e aggiungetele alla crema. Frullatele insieme allo yogurt. Amalgamato bene tutto, iniziate a versare le farine, precedentemente miscelate tra loro. Aggiungetene poca alla volta, in modo da valutare la quantità esatta da utilizzare. La tipologia di farina utilizzata varierà la quantità necessaria. L'impasto dovrà essere compatto, ma piuttosto appiccicoso.
Lasciate riposare l'impasto in un recipiente, coperto, per circa un'ora. In questo modo i sapori si armonizzeranno e la pasta acquisirà consistenza.
Nel frattempo dedicatevi alla farcitura.
Sgusciate i pistacchi e puliteli dalle loro pellicine. Pestateli grossolanamente in un mortaio. A me piace che la granella sia piuttosto spessa, perché mi piace la consistenza che conferiscono al morso ^_^
Tagliate, poi, la zucchina in una julienne piuttosto lunga.
Raccoglietela in un recipiente e conditela con olio, sale e pepe.
Lasciatela insaporire.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 200°.
   Riprendete l'impasto. Stendetelo, su un piano infarinato, in una sfoglia spessa circa 1 centimetro. Con un coppapasta tagliate le pizzette. Trasferitele su una teglia coperta da carta forno.
Adagiatevi sopra una forchettata di zucchine, quindi cospargete un po' di pistacchi e una grattugiata di parmigiano.
Infornate la teglia e cuocete per circa 20 minuti, girando la teglia a metà cottura affinché la doratura sia uniforme. Conoscere il proprio forno è essenziale!!!!! Non mi stancherò mai di ripeterlo.
Quando avranno acquisito la giusta doratura, sfornate.
Lasciate appena intiepidire e poi assaporate.
La cottura avrà sciolto il parmigiano, lasciando la leggerezza di un condimento importante, ma non invasivo. E la doratura della pasta renderà croccante e fragrante ogni morso.
Il gusto acidulo dello yogurt, seppur al primo morso possa creare un piccolo shock, conferisce, assaggio dopo assaggio, un piacevole sapore che arriverà a rapire.
E' un insieme di ingredienti simili per cromaticità, ma differenti per sapori. L'insieme è decisamente un'esperienza da provare!
Sicuramente la scelta di farine particolari come quella di orzo, nelle due varianti bianca e integrale, ha dato un aspetto rustico al risultato. Ma la velocità di esecuzione, la totale assenza di lievito e la facilità di cottura, rendono questo piatto una gradevolissima scelta per una cena improvvisata, o per uno sfiziosissimo antipasto.

Ne gradite un assaggio??
abc

Crema di ricotta alla rucola e nocciole: l’eleganza accessoria che arricchisce e dà carattere

Quando preparai questi favolosi sesamini, la mia testolina elucubrava già su una salsa deliziosa e sfiziosa con cui presentarli e assaporarli, in un piacevole aperitivo. Seppur abbia AMPIAMENTE apprezzato l'accostamento con il cioccolato fondente (che con il dolce/salato dei biscottini ci sta davvero d'incanto), devo ammettere che questa nuvola avvolgente e delicata non ha fatto altro che dare vigore e completezza a questi stuzzichini.
E' una ricetta non ricetta, una semplice suggestione di sapori. La ricotta rappresenta una base delicata a cui si possono unire gusti e consistenze diverse e adattabili ai piaceri personali. Però per me, e per l'accostamento a questi biscottini, sono risultati la scelta vincente. Lo confesso, il ditino sul fondo della coppetta ci è scivolato beatamente ^_^
Proposta semplice, di facile e veloce esecuzione, che vi farà fare bella figura anche in caso di una visita improvvisa!! Provare per credere.

Ingredienti

100 g di ricotta vaccina
20 g di rucola
15 g di nocciole
10 g di semi di sesamo
5 g di olio evo
sale rosa dell'Himalaya

Lavate la rucola e asciugatela delicatamente. Inseritela in un boccale, unendo l'olio, le nocciole e i semi di sesamo. Tritate tutto fino a creare una salsa piuttosto fine, ma non troppo omogenea.
Unite, quindi, la ricotta e un pizzico di sale rosa. Mescolate tutto, fino a rendere la salsa bella cremosa e ben amalgamata.
Assaggiatela e correggetela, eventualmente, con ulteriore sale.
Volendo potrete aromatizzarla a piacimento. A me è piaciuta così, leggera e delicata.
Lasciatela riposare in frigorifero per circa mezz'ora. In questo modo i sapori si armonizzeranno perfettamente e la salsa diventerà irresistibile.
Servitela in piccole cocottine monoporzione, oppure in una ciotola centro tavola e gustatela, con verdure, grissini, salatini, oppure..... sesamini ^_^

In fondo questa salsa è nata proporio per loro!!

Veloce, no? ^_^


abc

Caciotta alla piastra con pesche al basilico e pompelmo: una vita, un giorno, il per sempre

Ad un mese esatto da quel giorno importante, vi parlo delle emozioni che sono nate e che custodisco dentro di me, e le racchiudo tutte in questo piatto.
Per lunghi anni le vacanze di famiglia ci vedevano, mamma papà mio fratello ed io, condividere le tradizioni e la vita del paese natale di mio padre: Barrea, parco Nazionale d'Abruzzo. I profumi che sentivo lì erano unici e le usanze di quel paesino sul lago, arrampicato su interminabili scalini, rendevano gioiosi i giorni trascorsi insieme.
Ormai era da molto tempo che questo non succedeva: tutti e quattro, in quella terra, non ci eravamo più tornati. Non prima di un mese fa. Papà aveva un desiderio, il suo ultimo desiderio. Voleva ricongiursi alla sua terra, diventarne parte, guardare e nutrire i suoi amati faggi. E per noi questa è diventata una necessità. Ma anche una grande sfida. Rirovare quei profumi, rivivere quelle stradine, il sorriso degli amici di sempre, l'accoglienza di un paese generoso.... è stato così intenso e così forte che..... mai avremmo immaginato quanto questo ci avrebbe segnato.
In una delle cene di quei pochi giorni di permanenza, l'amico d'infanzia di papà ci ha fatto assaggiare, nel ristorante del figlio Danilo, un piatto pazzesco. Una semplicissima fetta di caciotta, scottata su una piastra rovente e coperta da caramello e noci. E' stato un attimo: mamma ed io ci siamo guardate, ci siamo scambiate un complice gesto di assenso e ho capito che, presto, avrei replicato quel piatto. Ma con l'interpretazione in chiave cuocherellona.
Siamo ripartiti pieni di tanti pensieri, tanti omaggi e quella caciotta. Ed è stato inevitabile proporla. Inevitabile parlarvene. Inevitabile farvene assaggiare la semplicità e la meraviglia. Inevitabile portare sulla vostra tavola una manciata di vere emozioni.
Nella vita, ho imparato, che sono le difficoltà a regalarci le migliori occasioni per imparare, per crescere e confrontarci con noi stessi. Ed è nelle difficoltà che capisci realmente chi è amico e chi solo comparsa. Papà, laggiù, ne aveva davvero tati di amici. Amici che ora non risparmiano di dimostrare a noi il loro affetto. Grazie di cuore a tutti. So che qualcuno di voi mi legge in queste pagine. Arrivi forte e sentito il mio, il nostro grande abbraccio ^_^

Ingredienti

1 fettina di caciotta di vacca
1 pesca
10 foglioline di basilico fresco

1 pompelmo rosa
10 g di nocciole
sale
olio evo

Lavate la pesca, asciugatela e tagliatela a dadini, tenendo da parte 3 fettine.
Fate scaldare un filo di olio evo in una padella. Lavate le foglioline di basilico, asciugatele delicatamente e spezzettatele finemente.
Lavate il pompelmo e grattugiatene metà della scorza, facendo attenzione di non utilizzare la parte bianca.
Unite scorza e basilico in padella e fate soffriggere leggermente.
Versate, quindi, la pescha tagliate a dadini e lasciate cuocere, e insaporire, fino a quando sarà morbida. Spremete il pompelmo e, quando si sarà asciugata, bagnate la pesca, in modo che rimanga sempre cremosa.

Nel frattempo scaldate una piastra (o una padella antiaderente). Non aggiungete grassi. Quando sarà molto calda, adagiatevi la fettina di caciotta.

Fatela rosolare a fiamma viva fino a quando si sarà formata una crosticina. Dovrà rosolarsi, ma non sciogliersi. A questo punto girate la caciottina e fatela rosolare anche dall'altra parte.
Quando sarà pronta, trasferitela in un piatto.
Copritela con la dadolata di pesche al basilico e unitevi, a mo' di decoto, le fettine di pesca tenute da parte, che avrete fatto rosolare sulla piastra.
Pestate in un mortaio le nocciole, in modo che rimangano piuttosto grossolane.
Spargetele sulla superficie e servite.
E' bene che il piatto sia caldo, in modo che il formaggio non raffreddi e che mantenga, in questo modo, la morbidezza e la sua totale avvolgenza, tra la pasta filante della caciotta e la dolcezza delle pesche.

La provenienza del formaggio è sicuramente garanzia di riuscita. L'amore che vi lega ad un piatto, garanzia di apprezzamento.


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Polpette di melanzane con cuore filante: ottimizzazioni di risorse e nuove conquiste

Finalmente la mia versione di polpetta!!!! Ormai, leggendo sempre le mie dosi pro capite, saprete che cucino quasi sempre per una sola persona. E immaginerete come sia difficile, talvolta, dividere gli ingredienti, utilizzarli in parte per poi ripeterli per i giorni seguenti, fino al loro totale smaltimento. Così è successo per questa melanzana. Quando vi proposi questa versione il mio estro cercava già un modo per consumare la metà rimasta. Questa volta non è stato difficile: polpette. Sento parlare spesso di questa delizia. Fatta in svariati modi, tutti difficilmente replicabili nella mia cucina per la presenza di ingredienti che generalmente non utilizzo. Così mi sono detta: perché non provarci? E perché non aggiungere nell'etere una ricetta in più? La mia personalissima versione di polpetta di melanzana? L'ho voluta semplice, aromatizzata e con pochissimi ingredienti. Ho prediletto, ome di consuetudine, la cottura in forno e.... il risultato è stato sbalorditivo. Morbide e delicate, in una crosticina sfiziosa e con un cuore di travolgente avvolgenza. Lancio avvenuto con successo: le mie polpette di melanzane viaggiano verso i vostri palati!!

Ingredienti

100 g di polpa di melanzana cotta al vapore
1/2 spicchio d'aglio
2 rametti di rosmarino
sale nero di Cipro
25 g di farina di riso bio
10 g di parmigiano grattugiato
9 cubetti di parmigiano
pangrattato di riso
olio q.b.

Estraete la polpa dalla melanzana cotta a vapore. Tagliatela a pezzi ed inseritela in un boccale. Aggiungete il rosmarino, precedentemente lavato e sfogliato, il sale e lo spicchio d'aglio.
Frullate tutto, fino ad ottenere una crema. unite la farina di riso e il parmigiano grattugiato e amalgamate bene.
Lasciate riposare l'impasto per circa mezz'ora: in questo modo i sapori si armonizzeranno e si intensificheranno.
Nel frattempo tagliate il parmigiano in cubetti e rivestite una teglia con carta forno. Ungetela leggermente alla base, in modo da creare una perfetta superficie di cottura. Riprendete ora l'impasto e procedete alla formazione delle polpette.
Bagnatevi leggermente le mani. Prelevate poco impasto alla volta e affondateci, nel mezzo, un cubetto di parmigiano.
Passate ciascuna polpetta nel pangrattato di riso, quindi sistemate le polpette nella teglia, facendole rotolare leggermente sul fondo, in modo che si ungano leggermente. Procedete fino a terminare l'impasto (e quindi anche il parmigiano. Con queste dosi ve ne verranno circa nove).
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 200°
Infornate le polpette e lasciatele cuocere per circa 30 minuti, girandole durante la cottura, in modo che cuociano in maniera uniforme.
Quando saranno ben dorate, sfornatele e servitele.
Io le ho accompagnate con una freschissima insalatina di rucola e finocchi, impreziosita da semi di sesamo. Un piatto da verdura al quadrato ^_^ Ricco, semplice e genuino.
Ma, soprattutto, pieno di irresistibile sapore!!!
Difficile fermarsi di fronte a tanta sfiziosa bontà ; ))




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Fiori di zucca farciti ed essiccati: nuove conoscenze, grandi aspettative e invitanti stimoli

E' arrivato l'essiccatore!!!!! E' arrivato pochi giorni prima che partissi per l'Abruzzo, per quel viaggio importante di cui presto vi parlerò. E' arrivato in un momento in cui non avrei potuto mettermi all'opera, così sono stata costretta a fronteggiare la mia curiosità e a lasciare che questa meraviglia occupasse il suo nuovo spazio (come porta vaso, vi garantisco che fa la sua bella scena ^_^). Mia madre ha sgranato gli occhi, quando le ho descritto le dimensioni di questo marchingegno. "E dove lo metti?". La mia cucina è parecchio piccolina e, chi l'ha vista lo sa, sia mai che sacrifichi un ripiano della dispensa, rinunciando alle mie amate farine, ai miei preziosi semi, ai cereali, alla frutta secca, alle mie conserve casalinghe, .... Ma lì è perfetta. Magari rivestirò la scatola di tessuto, o cercherò una cesta per contenerla, ma è il caso che rimanga lì, sempre a portata di mano. Perché lavorerà alla grande!! Il primo esperimento è stato con dei dolcissimi pomodorini Pizzutello. Quando ho visto il risultato ho fatto scorta di pomodori, ora che sono ancora succosi e prelibati, e mi sono garantita una modesta scorta per l'autunno. Ma, mentre vedevo trasformarsi questi frutti in piccole patacche rosse, già elucburavo.
Questi fiori sono il frutto di una neonata passione, che tanto ancora mi dovrà insegnare, ma che tanto mi sta appassionando. E, sempre questi fiori, sono uno snack originale, salutare, sfizioso e irresistibile. E sono davvero fiera del risultato!!

Ingredienti

200 g di fiori di zucca
20 g di nocciole
2 rametti di menta (anche di più se utilizzaste la mentuccia)
sale

Pulite i fiori di zucca, eliminando il pistillo e il gambo, quindi lavateli e tamponateli delicatamente, senza romperli.
Lavate anche la menta e asciugatela bene.
Prelevate le foglie e pestatele, insieme alle nocciole, in un mortaio, fino a creare un battuto piuttosto fine.
Aiutandovi con un cucchiaino, farcite delicatamente ciascun fiore con una parte del composto di menta e nocciole, cercando di uniformarlo su tutta la superficie.
   Disponete ora i fiori sui ripiani dell'essiccatore, facendo in modo che non si sovrappongano. Con l'essiccazione si ridurranno di volume, ma è bene non metterli troppo ammassati, in modo da far circolare bene l'aria tra loro.
Impostate la temperatura sui 54° e, coprendo con il coperchio, azionate l'essiccatore.
Io li ho fatti essiccare per circa 8 ore. Era la prima volta e sono andata un po' ad occhio. E' stato sufficiente per ottenere delle belle cialde secche.
A questo punto estraeteli e sistemateli su un ripiano, sopra un foglio di carta assorbente. Cospargeteli di sale e copriteli con un altro foglio assorbente. Sistematevi sopra un tagliere (o un oggetto piatto) e ponete sopra un peso, in modo da schiacciarli.
Lasciateli una notte intera, quindi raccoglieteli e..... conservateli, oppure assaggiateli.

Snack sfizioso e salutare, oppure antipastino originale, magari servito con una salsina alla rucola e menta, o ancora decorazione per una cheesecake salata, o tutto quello che la vostra fantasia suggerisce. Non vi deluderanno!!


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