Di natura golosa. Per evoluzione ingolosita. Dal buono che fa bene. Ho imparato che se qualcosa lo ignori, non vuol dire che non farà mai parte della tua vita. E che l'eccezionale può diventare ordinario. Stupirti ogni volta, e regalare quello stato di felicità, e soddisfazione, e appagamento tipici di una vita serena e salutare. Leggera. Che non vuol dire superficiale. Perché nella ricerca di alleati nuovi, nella ricerca di nuove conoscenze, nell'applicazione dei nuovi insegnamenti, tutto si concentra, fuorché la superficialità. Neanche il cucchiaino, che si approccia timidamente a questo vasetto, si accontenta di qualcosa che non sia.... profondità!!
Così arriva nella mia dispensa anche questo concentrato di benessere. Perché concentrato? Perché dentro c'è il buono: dolcissime mandorle, ricche di vitamine (tra cui la vitamina E che contrasta i radicali liberi), di grassi polinsaturi che favoriscono l'abbassamento del colesterolo cattivo, di sali minerali (soprattutto magnesio, importante per la produzione di energia e alleato per un mantenimento del ph equilibrato nel sangue); semi di cardamomo, dalle proprietà digestive, antinfiammatorie delle vie aeree, di controllo della pressione arteriosa; e maca, questa parola sconosciuta, detta anche Ginseng peruviano, dalle importantissime proprietà ricostituenti, energizzanti e..... afrodisiache. Vi serve altro per convincervi che un cucchiaino di questa crema è un perfetto, corroborante e generoso toccasana per il nostro corpo?
Fossi in voi non perderei tempo :)
Ingredienti
200 g di mandorle pelate
1/2 cucchiaino di maca in polvere
1/2 cucchiaino di vaniglia in polvere
5 bacche di cardamomo
1/2 cucchiaino di farina di limoni (o scorza di limone)
1/2 cucchiaino di cannella in polvere
10 g di sciroppo di agave
Tostate le mandorle, a fuoco dolce, su una padella, oppure in forno. Lasciatele raffreddare completamente.
Inseritele in un boccale insieme a tutti gli altri ingredienti. Per meglio amalgamarlo al composto, pestate, prima, i semi delle bacche di cardamomo in un mortaio. Frullate tutto, a più riprese, fino ad ottenere una crema morbida e omogenea.
Trasferite tutto in un vasetto e conservate in frigorifero.
Può durare, senza perdere sapore e proprietà, per settimane.
Divertitevi a contestualizzarla: nella preparazione di dolci, su una fetta biscottata o su una fetta di pane, come farcitura di un waffle, o di un dattero (prima di un'attività sportiva una vera fonte di energia). Insomma.... ce n'è per tutti i gusti!!
In poche parole, non risparmiatevi :)
abc
Tante idee. Poco tempo per tutte. E nel tempo a disposizione, le sinapsi si manifestano compulsivamente, vanificando quella tecnica che, negli anni, hai avuto modo di affinare: l'ottimizzazione del tempo e delle risorse. Che sarebbe perfetto si incastrasse tutto in modo ottimale, ma, in fondo, il bello è proprio qui: nell'imprevedibilità di una vita da svolgere e stravolgere. Allora quell'idea prende forma, si accomoda nella sala d'attesa dell'istinto creativo e sedimenta. Sedimenta. Sedimenta. Con grande, gandissima pazienza. Ogni tanto lancia un amo, a mo' di sfida, come a ricordare che è ancora lì, ad attendere il suo momento: che forma mi darai?, mi chiede. Quali sapori mi accosterai? Insiste. Sicura non manchi qualcosa? Mi sfida. E quel lato del mio pensiero lavora per lei, quell'idea, in un sottofondo implacabile. Ancora non protagonista, ma sempre presente. Stai buona lì, che ci siamo quasi. E pensi alla soluzione perfetta. Cerchi di dare chiarezza alle perplessità. Perché nel tuo immaginario quel piatto l'hai già visualizzato e preparato più e più volte. Fino a quando: E' ORA!!!!!! E non è che sia sempre come te l'eri aspettato, ma a volte è ancora meglio!!
Riempite i vostri vassoi, imbandite le vostre tavole, deliziate i vostri ospiti, accompagnate con un buon vino e cedete all'audacia di sapori che mai avreste immaginato potessero sposarsi. Perché se c'è un tempo per pazientare, c'è anche un tempo per realizzare. E assaporare ^_^
Ingredienti
Per il chutney
1 mango
50 g di zucchero di canna grezzo
20 g di scalogno
10 g di radice di zenzero
1 spicchio d'aglio
1/3 di cucchiaino di sale integrale
1/4 di cucchiaino di cumino carvi in polvere
1/4 di cucchiaino di cannella in polvere
1/4 di cucchiaino di peperoncino secco tritato
1/4 di cucchiaino di curcuma in polvere
2 bacche di cardamomo
70 ml di aceto di vino bianco
1 cucchiaio di olio evo
Per la pasta choux
100 g di farina di tipo 1
80 g di acqua
30 g di olio di cocco
3 uova
2 g di sale integrale
15 cavoletti di bruxelles
Mondate i cavoletti di Bruxelles e cuoceteli a vapore per qualche minuto: dovranno essere appena morbidi, non cotti.
Tagliate lo scalogno a fettine sottili e fatelo imbiondire in padella, con l'olio evo. Tagliate il mango a dadini e aggiungetelo allo scalogno.Grattugiatevi sopra lo zenzero e lo spicchio d'aglio e amalgamate bene. Fate ammorbidire tutto, a fiamma moderata, mescolando frequentemente.
Aggiungete lo zucchero di canna, le spezie e i semi di cardamomo pestati nel mortaio, insieme al sale. Versate l'aceto di vino bianco, mescolate bene, coprite e fate cuocere a fiamma bassa fino a quando il composto avrà raggiunto la consistenza di una marmellata. A questo punto spegnete e tenete da parte.
Versate in un pentolino l'acqua con l'olio di cocco e il sale. Mettete sul fuoco e portate a bollore. Versate la farina, in una sola volta, e mescolate con un cucchiaio di legno, fino ad ottenere una palla di impasto compatto. Lavorate fino a quando la pasta lascerà una patina sul fondo del pentolino. Togliete dal fuoco e aggiungete un uovo alla volta, facendolo assorbire completamente prima di aggiungere il successivo.
Trasferite l'impasto in una tasca per dolci e create dei piccoli dischi su una placca da forno. Su ciascuna base posate un cavoletto. Coprite i cavolini con altro impasto e infornate, a 190°. Cuocete per 20 minuti: l'impasto dovrà essere ben dorato.
Sfornate e lasciate intiepidire i bignè. Separate la calotta con il broccoletto e farcite la base con il chutney.
Riempite i vassoi e..... servite!! ^_^
Sapori contrastanti: agrodolce, dolce, salato. Le spezie riempiono il palato, gli accostamenti insoliti incuriosiscono e incantano. Un modo originale di presentare un finger diverso e.... di carattere.
abc
Forte del mio nuovo, mega, estrattore di succo, quello in cui, finalmente, posso inserire anche la frutta secca, rassegnata alla mia incessabile voglia di dolce, mi sono voluta approcciare ad una nuova sfida: creare un pètit dessert, perfetto per qualsiasi momento della giornata, che limitasse la quantità di zuccheri raffinati (che qui sono presenti SOLO nella goccia di cioccolato bianco versato in superficie) e decisamente in stile healthy. Così prendo una carota, un'arancia e una mandorla, le guardo, le scompongo e le ricompongo. Arrotondo il sapore con un tocco di cannella, creo un equilibrio tra i sapori con una moderata dose di inulina*, e chiudo un cerchio perfetto con un "colpo di gola". Che, dosato in queste quantità, ci sta senza pesare, né sul metabolismo, né sulla coscienza ^_^ Metto in frigo, lascio riposare, assaggio. Una favola!!!!! Leggero, fresco, gustoso, goloso, appagante. Tutto quello che cerco in un dolce. Lontana anni luce dalle forme burrose e pastose che hanno sempre rappresentato la mia massima espressione di pasticceria, oggi affermo di aver trovato una dimensione perfetta. Perché al dolce non so resistere. Tanto vale cedervi con convinzione ^_^
Ingredienti
300 g di carote (pulite)
60 g di mandorle pelate
40 g di olio di cocco
1 arancia bio
25 g di inulina (io ne ho utilizzati 20 g)
50 g di cioccolato bianco
2,5 g di agaranta
1 cucchiaino di miele d'arancio
cannella a piacere
acqua q.b.
10 mandorle con la pelle
Sbucciate le carote ed inseritele nell'estrattore. Procedete, quindi, con le mandorle pelate. Prendete la polpa ottenuta dall'estrazione e mettetela in una ciotola. Unite la scorza dell'arancio grattugiata, l'inulina, cannella a piacere e l'olio di cocco. Mescolate bene, quindi trasferite tutto in uno stampo da plumcake in silicone. Fate riposare nel freezer per circa mezz'ora.
Tagliate l'arancio a pezzi, eliminate le estremità e passate anche questo nell'estrattore.
Prendete il succo (di arancia, carota e mandorle insieme) e aggiungete acqua fino ad arrivare ad un peso di 300 g. Stemperate l'agaranta, poi mettete sul fuoco, aggiungete il miei e portate ad ebollizione. Abbassate la fiamma e cuocete, girando con un cucchiaino, per 1 minuto. Spegnete la fiamma e lasciate intiepidire.
Quando inizierà ad addensarsi, versatelo sullo strato di polpa di carota e riponete lo stampo in frigorifero.
Lasciatelo riposare per circa 3 ore. A questo punto estraetelo dallo stampo e tagliatelo in piccoli lingotti.
Sciogliete il cioccolato bianco a bagno maria, quindi versatene una piccola quantità su ciascun pasticcino.
Tagliate le mandorle a metà e inseritene una arte sopra ciascun lingotto.
Fate riposare in frigorifero fino al totale raffreddamento del cioccolato. Spolverizzate con cannella e gustate.
Poi gustate.
Poi gusate.
Poi gustate.
Già finiti? .....ops..... ^_^
*L’inulina è un oligosaccaride dalle caratteristiche uniche che permette di risolvere tantissimi problemi di salute dato che agisce sul secondo cervello, ovvero l’intestino, apportando dei profondi cambiamenti in breve tempo potenziando moltissimo la nostra capacità digestiva, di assimilazione e di difesa dai virus, batteri e funghi.abc
Biscotti - Dolci - Dolci - Dolci - Gluten free - Polline - Vivere vegan
Peanut choco cookies con gemme di sale integrale
A questi cookies ci sono arrivata un po' per caso. Intenta ad autoprodurmi il mio immancabile burro d'arachidi, mi sono imbattuta in una consistenza che mi ha letteralmente rapito. In realtà non c'è voluto molto: dopo il primo giro di lame, ho aperto il boccale per mescolare l'intruglio e....e.... morta!! Una granella sfiziosa, legata da una glassa dolce e arricchita da gemme di sale ha messo a dura prova le mie capacità di autocontrollo. Ho così virato le mie intenzioni ed ho creato dei biscotti-prova. Sorprendenti, sì, ma non immortalati, quanto meno nelle fasi di preparazione. E sapete bene quanto ci tenga!!! Come dite? Una scusa? Forse sì, o forse no, visto che, per quanto sia restia alla replica, in un'occasione ho dimostrato di essere l'eccezione vivente ^_^ Di certo fu che, nel momento stesso in cui davo forma ai nuovi sovrani (perché lo sono, rubando il podio ai sopra menzionati), sapevo che avrei replicato, e ancora, e ancora. E così, ma non solo, è stato. Nell'intento di arrivare a darvi testimonianza di quanto sia tangibile il paradiso, ho corretto qualche piccolo dettaglio fino a trovarmi, oggi, a presentare un perfetto equilibrio di contrasti e armonie. Biscotti che sono la prova di quanto esistano alchimie da cui non si può fuggire. E oggi affermo che resistere a questi cookies per me è veramente impossibile: basta un solo morso per non riuscire a liberarsi dal desiderio di volerne ancora. Arachidi, cioccolato, sale e una nota agrumata. Io non chiedo nulla di più!!
Ingredienti
150 g di arachidi sgusciate
60 g di malto di riso*
160 g di cioccolato fondente
50 g di fecola di patate
40 g di fiocchi d'avena*
35 g di latte d'avena*
15 g di polline
1 cucchiaino raso di sale grosso integrale
1 limone bio (scorza)
cannella
cocco rapé
*per i celiaci accertarsi che siano privi di glutine
Inserite le arachidi in un boccale, unite il malto di riso, il sale integrale e frullate fino ad ottenere una granella non troppo fine.
Tagliate il cioccolato fondente, con un coltello, in piccoli pezzi e unitelo alle arachidi. Aggiungete i fiocchi d'avena e il polline e mescolate bene. Unite la cannella, la scorza di limone grattugiata e mescolate ancora.
Terminate con la fecola, il latte e impastate, fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Date al composto la forma di un salame, ben compattato. Rotolatelo nel cocco rapé e avvolgetelo in un foglio di carta forno, o di pellicola trasparente.
Sigillatelo bene e ripontelo nel freezer per un paio d'ore.
Riprendetelo e tagliatelo a fettine spesse circa 1 centimetro. Sistematele su una placca da forno e cuocetele, per 20 minuti, a 180°.
Al termine della cottura, quando saranno ben dorati, estraeteli e lasciateli raffreddare. In questo modo acquisiranno croccantezza e friabilità.
Non servirà dirvi di goderne: sarà istinto, forza, desiderio, conferma, stupore, magia, travolgenza, incanto.
Seppur croccanti, la consistenza friabile li rende leggeri e sfiziosi.
Una coccola irresistibile che crea una vera e propria dipendenza.
Questi biscotti potrebbero essere la nuova droga del millennio :D
abc
Dolci - Dolci - Dolci - Dolci al cucchiaio - Gluten free - Vivere vegan
Tortini semifreddi di cioccolato e zucca con crumble speziato
Provate a convincermi, e a convincervi, che, sfiniti dai bagordi delle feste, da oggi non toccherete neanche un dolce! Non vi crederò mai ^_^
Primo: le decisioni drastiche non sono quasi mai le più efficaci. Il quasi lo elimino del tutto se limito l'affermazione al contesto "dieta", intesa come regime alimentare.
Secondo: il dolce può essere appagante, avvolgente, sorprendente e magico anche con tutta quella sfilza di "senza" che per qualcuno può sembrare moda, per me è diventata quotidianità. Per bene personale, puro e smisurato bene per me stessa.
Allora vi dico: alleggerite i vostri pasti con verdure, condimenti sani e circostritti alle quantità necessarie, bevete molto, integrate con gli alleati che madre natura ci mette a disposizione, ma non privatevi della coccola quotidiana. Cedetevi, però, con consapevolezza ^_^
Avevo già anticipato un assaggio qui, dopo essere rimasta stregata dalla torta di Letizia. Fatta e rifatta. Condivisa. Meditata. E trasformata secondo le mie necessità ^_^ L'anticipazione, anzi LE anticipazioni, sono state gradite, ma ora è arrivato il momento di svelare il segreto di tanta bontà. Qui c'è da leccare i piatti!! E le dita. E le ciotole. E la teglia. E. ovviamente, i cucchiai :D
Miei cari golosoni bentornati alla quotidianità!! Io sono pronta, e voi?
Ingredienti
Per l'impasto
35 g di cacao amaro
60 g di malto d'orzo (agave o miele per la versione gluten free)
600 g di zucca cruda pulita
260 g di cioccolato fondente
50 g di olio di cocco
cannella a piacere
Per il crumble
35 g di fiocchi di avena (testati gluten free)
20 g di zucchero di canna integrale
25 g di burro di arachidi (per me fatto in casa)
5 bacche di cardamomo
cannella a piacere
zenzero a piacere
Pulite la zucca, tagliatela a pezzi e cuocetela a vapore fino a farla diventare morbida. Nel frattempo spezzettate il cioccolato, unitevi l'olio di cocco e sciogliete tutto a bagno maria (o nel microonde, come preferite).
Frullate i fiocchi d'avena con lo zucchero di canna e i semi di cardamomo estratti dalle bacche. Unite cannella, zenzero e burro di arachidi e frullate ancora, fino ad ottenere delle briciole di impasto. Tenetele da parte.
Frullate la zucca, ormai cotta, con il malto, la cannella e il cacao, fino ad ottenere una crema omogenea.
Versate il cioccolato fondente e messcolate, in modo da amalgamare perfettamente tutto.
Versate l'impasto in uno stampo unico, o in più pirottini, come ho fatto io*. Livellate bene la superficie, quindi ricoprite con le briciole precedentemente preparate.
Infornate a 180° e cuocete per circa 30 minuti, fino a quando cioè il crumble risulterà dorato.
Estraete lo stampo e lasciate che arrivi a temperatura ambiente.
A questo punto mettete il vostro dolce in frigorifero per almeno un paio di ore, prima di servirlo. E conservatelo sempre in frigo: se ne farete una grande scorta, vi durerà per almeno una settimana.
Estraete i vostri tortini dallo stampo, lasciatelo a temperatura ambiente per una decina di minuti, quindi affondate il cucchiaino. Vi garantisco che sarà un'esperienza da togliere il fiato!!
* Le monoporzioni, come sono solita fare, aiutano a regolarsi sulla quantità. Sceglietele se volete evitare "ancora una fettina" ^_^
Ringrazio Letizia per i suoi soliti preziosissimi suggerimenti e spunti e invito ciascuno di voi, intolleranti al glutine e al lattosio in primis, a visitare il suo splendido mondo delle meraviglie ^_^
abc Dolci - Dolci - Dolci - Gluten free - Preparazioni crudiste - Vivere vegan
Barrette raw ai datteri e frutta secca: il benessere a tutto tondo parte da qui, da noi stessi
Osservando la quantità di foto da scaricare e sistemare, penso "è come se non mi fossi mai fermata". Ripercorrendo tutti i sapori che ho voluto intrecciare e liberare sul palato in questo periodo di calma piatta, mi dico "sei un'inguaribile e inarrestabile curiosona". Scorrendo ad occhi chiusi le immagini dei pranzi che, comunque, mi sono concessa, libera dalla macchina fotografica, libera dal taccuino e dalla matita, dalla bilancia e dalla precisione, penso che sì, ogni tanto una pausa sia lecita. Che non vuol dire abbandonare una passione. Vuol dire prendersi il proprio spazio. Ascoltarsi. Assecondarsi. Darsi solo quello che si sente di desiderare. Non torno a pensare che tutto possa essere come prima, perché una delle cose più importanti che ho imparato è che la vita è trasformazione. E' cambiamento. E' evoluzione. Questo spazio ha raggiunto apici di pienezza. Oggi è assestato su un rispetto del tempo, dei principi, della trasparenza e della libertà. Per questo torno con una delle creazioni che sento rappresentarmi maggiormente. Perché la mia testolina non si è mai fermata, non si ferma mai. Perché in queste barrette c'è tutto quello che io cerco. E perché, ho imparato, la dimostrazione tangibile di qualcosa di buono vale più di mille parole. A voi la scelta. A voli l'assaggio. A voi il benessere. Tutto quello che io ho scelto per me. Niente di meno di quanto io concedo a me.
Ingredienti
200 g di datteri naturali
15 g di olio evo
25 g di pistacchi di Bronte sgusciati
25 g di nocciole sgusciate
25 g di gherigli di noci
70 g di fiocchi d'avena
10 g di bacche di Goji
5 bacche di cardamomo
cannella
Snocciolate i datteri e inseriteli in un boccale, insieme all'olio evo. Frullate tutto a più riprese fino ad ottenere una crema liscia. Tostate le nocciole e i pistacchi, quindi pulite bene tutto dalle pellicine. Unite la frutta secca alla crema di datteri e frullate per pochi istanti.
Aggiungete i fiocchi d'avena, i semi di cardamomo precedentemente pestati in un mortaio, la cannella a piacere e le bacche di Goji. Impastate fino ad ottenere un impasto omogeneo. Quindi lasciate riposare l'impasto per circa mezz'ora.
Prendete un foglio di carta forno, bagnatelo e strizzatelo. Versateci sopra il composto e ripiegate la carta sopra lo stesso impasto. Ripiegate i bordi in modo da formare un rettangolo e stendete l'impasto con un mattarello, creando una sfoglia di spessore uniforme di circa mezzo centimetro.
Tagliate delle barrette rettangolari (ve ne usciranno quasi una ventina) e trasferite il foglio su un tagliere. Mettete le barrette in freezer per circa un'ora, quindi estraetele e "impacchettatele", una ad una, con della carta forno. In questo modo saranno pronte all'uso e pratiche da consumare.
Trasferitele nuovamente nel freezer e conservatele fino all'occorrenza. Basterà estrarle pochi inuti prima dell'assaggio per avere uno snack dolce, appagante, ricco, nutriente e prezioso.
Energia genuina per darvi la carica necessaria!!
Fate tanto sport. Dimenticate l'auto per le distanze che potreste percorrere a piedi o in bicicletta. Non parcheggiate (magari in divieto o in doppia fila) vicino al luogo di destinazione, ma camminate. Ascoltate il vostro corpo. Coccolatelo con criterio. Educatelo al benessere. Non c'è niente di più incoraggiante di un corpo che sta bene.
abc
Ingredienti
200 g di datteri naturali
15 g di olio evo
25 g di pistacchi di Bronte sgusciati
25 g di nocciole sgusciate
25 g di gherigli di noci
70 g di fiocchi d'avena
10 g di bacche di Goji
5 bacche di cardamomo
cannella
Snocciolate i datteri e inseriteli in un boccale, insieme all'olio evo. Frullate tutto a più riprese fino ad ottenere una crema liscia. Tostate le nocciole e i pistacchi, quindi pulite bene tutto dalle pellicine. Unite la frutta secca alla crema di datteri e frullate per pochi istanti.
Aggiungete i fiocchi d'avena, i semi di cardamomo precedentemente pestati in un mortaio, la cannella a piacere e le bacche di Goji. Impastate fino ad ottenere un impasto omogeneo. Quindi lasciate riposare l'impasto per circa mezz'ora.
Prendete un foglio di carta forno, bagnatelo e strizzatelo. Versateci sopra il composto e ripiegate la carta sopra lo stesso impasto. Ripiegate i bordi in modo da formare un rettangolo e stendete l'impasto con un mattarello, creando una sfoglia di spessore uniforme di circa mezzo centimetro.
Tagliate delle barrette rettangolari (ve ne usciranno quasi una ventina) e trasferite il foglio su un tagliere. Mettete le barrette in freezer per circa un'ora, quindi estraetele e "impacchettatele", una ad una, con della carta forno. In questo modo saranno pronte all'uso e pratiche da consumare.
Trasferitele nuovamente nel freezer e conservatele fino all'occorrenza. Basterà estrarle pochi inuti prima dell'assaggio per avere uno snack dolce, appagante, ricco, nutriente e prezioso.
Energia genuina per darvi la carica necessaria!!
Fate tanto sport. Dimenticate l'auto per le distanze che potreste percorrere a piedi o in bicicletta. Non parcheggiate (magari in divieto o in doppia fila) vicino al luogo di destinazione, ma camminate. Ascoltate il vostro corpo. Coccolatelo con criterio. Educatelo al benessere. Non c'è niente di più incoraggiante di un corpo che sta bene.
abc
Budini di riso alla cannella con fonduta di caprino e spinaci: sapori classici in un’unione insolita
Il mio amore per QUESTO riso lo avevo già palesato, esattamente in questa occasione. Torno a presentarvelo, in una versione insolita, come insolito è il mio modo di concepire la cucina. Una sfida continua, un richiamo a cedere alla perfezione dell'Acquerello. E di accostargli sapori e consistenze differenti, antagoniste, ma legate in un'armoniosa perfezione. Era da un po' che cercavo la giusta ispirazione e che aspettavo che, la stessa, arrivasse per qualcosa che non fosse dolce ^_^ Il tempo che corre sempre troppo velocemente non è stato un grande complice, ma alla fine ho vinto io. La monoporzione preparata è stata quasi un affronto al mio desiderio di replica, seppur sia stata una scelta oculata per evitare di strafogarmi di tanta delizia. Sui sapori, però, non ho lemosinato. E poi io amo i contrasti: qui ce ne sono innumerevoli e tutti, a mio avviso, protagonisti perfetti di una grande sinfonia.
Ingredienti
Per un budino
35 g di riso Acquerello
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaino di peperoncino sott'olio
1/2 cucchiaino raso di agar agar
1 cucchiaino di miele di tiglio + q.b.
sale rosa dell'Himalaya
Per la fonduta
100 g di spinaci freschi
110 g di latte
25 g di caprino stagionato
1/2 cucchiaio di olio evo
1 cucchiaino raso di farina di limoni
sale integrale
Fate cuocere il riso in acqua leggermente salata. Non salatela troppo, perché il liquido dovrà essere quasi interamente assorbito e il riso rischierebbe di diventare troppo salato.
Quando sarà morbidissimo e molto cremoso, aggiungete l'agar agar, la cannella, il peperoncino e mescolate, facendo cuocere tutto ancora per un paio di minuti. Aggiungete un cucchiaino di miele e passate il riso con un frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema liscia.
Versatela in uno stampo da budino e lasciatelo raffreddare. Quando sarà a temperatura ambiente spostatelo nel frigorifero e lasciatelo rassodare per almeno un'ora.
Nel frattempo occupatevi della fonduta. Lavate gli spinaci e fateli appassire in padella con un filo di olio. Salate e aggiungete latte e farina di limoni, quindi fate cuocere a fiamma bassa per qualche minuto.
Grattugiate, con una microplane, il caprino e, quando gli spinaci saranno pronti, unitelo agli stessi e frullate tutto. Il risultato dovrà essere una crema liscia e densa (e deliziosa).
A questo punto non vi resta che comporre il piatto. Una base di fonduta, il budino e il resto della fonduta in colata libera. Grattugiate ancora un po' di caprino, versate un filo di miele in superficie e passate tutto in forno, sotto il grill, per qualche minuto.
Non vi rimane, adesso, che l'assaggio.
Lasciatevi trasportare dalla cremosità avvolgente del budino, alleggerita dalla delicatezza della salsa. E assaporate come il carattere del caprino lega con la dolcezza degli spinaci. E come questo tutto incontra perfettamente il dolce piccante del riso. E poi chiedetevi "quando si replica?".
La mia scelta rimarrà quella di dosare bene le quantità: sarebbe davvero difficile resistere al bis, tris e..... ^_^
Proponibile come antipasto (magari in una porzione smezzata), può anche essere gustato come originale primo piatto. Per me è stato piatto unico ^_^ Insomma, a voi la scelta!
abc
Ingredienti
Per un budino
35 g di riso Acquerello
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaino di peperoncino sott'olio
1/2 cucchiaino raso di agar agar
1 cucchiaino di miele di tiglio + q.b.
sale rosa dell'Himalaya
Per la fonduta
100 g di spinaci freschi
110 g di latte
25 g di caprino stagionato
1/2 cucchiaio di olio evo
1 cucchiaino raso di farina di limoni
sale integrale
Fate cuocere il riso in acqua leggermente salata. Non salatela troppo, perché il liquido dovrà essere quasi interamente assorbito e il riso rischierebbe di diventare troppo salato.
Quando sarà morbidissimo e molto cremoso, aggiungete l'agar agar, la cannella, il peperoncino e mescolate, facendo cuocere tutto ancora per un paio di minuti. Aggiungete un cucchiaino di miele e passate il riso con un frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema liscia.
Versatela in uno stampo da budino e lasciatelo raffreddare. Quando sarà a temperatura ambiente spostatelo nel frigorifero e lasciatelo rassodare per almeno un'ora.
Nel frattempo occupatevi della fonduta. Lavate gli spinaci e fateli appassire in padella con un filo di olio. Salate e aggiungete latte e farina di limoni, quindi fate cuocere a fiamma bassa per qualche minuto.
Grattugiate, con una microplane, il caprino e, quando gli spinaci saranno pronti, unitelo agli stessi e frullate tutto. Il risultato dovrà essere una crema liscia e densa (e deliziosa).
A questo punto non vi resta che comporre il piatto. Una base di fonduta, il budino e il resto della fonduta in colata libera. Grattugiate ancora un po' di caprino, versate un filo di miele in superficie e passate tutto in forno, sotto il grill, per qualche minuto.
Non vi rimane, adesso, che l'assaggio.
Lasciatevi trasportare dalla cremosità avvolgente del budino, alleggerita dalla delicatezza della salsa. E assaporate come il carattere del caprino lega con la dolcezza degli spinaci. E come questo tutto incontra perfettamente il dolce piccante del riso. E poi chiedetevi "quando si replica?".
La mia scelta rimarrà quella di dosare bene le quantità: sarebbe davvero difficile resistere al bis, tris e..... ^_^
Proponibile come antipasto (magari in una porzione smezzata), può anche essere gustato come originale primo piatto. Per me è stato piatto unico ^_^ Insomma, a voi la scelta!
Con questa ricetta partecipo al Gluten Free (Fry)day
abc
La scusa era buona: cercare la farina di sorgo per la mia amica Laura, nell'Emporio di fiducia. E, come tutte le volte, il giro tra gli scaffali è d'obbligo. Bandite le farine, almeno fino a quando non terminerò le scorte, ho avvertito l'occhio cadere su un sacchetto. E' stato troppo breve il tempo che è trascorso dalla visione al possesso: il sacchetto era tra le mie mani senza che potessi più gestire quell'infatuazione. Sorgo, nel suo stato di cereale naturale.Un ingrediente nuovo, uno stimolo nuovo, una curiosità..... solita e collaudata ^_^ Il potere del sorgo sta nelle sue proprietà nutritive (è ricco di importanti sali minerali come ferro, calcio, potassio e vitamine come la niacina -Vitamina B3- e la vitamina E. Contiene inoltre antiossidanti naturali e fitocomposti quali acidi fenolici, fitosteroli e flavonoidi) che, accostate alla totale assenza di glutine, rendono questo alimento davvero prezioso.
"Non appena mi viene l'ispirazione lo provo", sono state le mie parole nel raccontare questo nuovo innamoramento. E l'ispirazione, senza troppo pensare, è arrivata in un giorno in cui il raccolto della mamma mi ha messo davanti quell'ultimo fico. Troppo tardi per utilizzarlo nella preparazione del piatto, ma ormai l'idea era partita e avrei dovuto trovare la soluzione. Immediata. Quel vasetto di marmellata, rigorosamente senza zucchero aggiunto perché io sono rognina al punto da condizionare l'operato di famiglia nella conservazione in vasetto, era pronto a soddisfare i miei capricci e a dare vita al mio pensiero.
Non si spiega. L'insieme di sapori ha conquistato non solo il mio palato: sono insolitamente accostati, ma creano un'armonia unica e mai sentita prima. Forse audace, per il palato di un bambino, ma io ci provo, e presento questo piatto per la raccolta di settembre de
Aggiungete i restanti 20 g di marmellata di fichi, il rosmarino tagliato sottilmente, cannella a piacere (ma vi suggerisco di non essere parsimoniosi) e, in ultimo, le nocciole tagliate a coltello. Fate cuocere a fuoco basso per circa un paio di minuti, in modo che i spori si armonizzino. Quindi spegnete la fiamma e servite.
Promuovo a pieni voti il sorgo, che, forte delle sue proprietà, potrà far comparire con maggiore frequenza i cereali sulla mia tavola. E lascio a Laura la libertà di sperimentare la sua farina, certa che quello che proporrà sarà, come sempre, incanto e magia.
Sarà bellissimo.
abc
"Non appena mi viene l'ispirazione lo provo", sono state le mie parole nel raccontare questo nuovo innamoramento. E l'ispirazione, senza troppo pensare, è arrivata in un giorno in cui il raccolto della mamma mi ha messo davanti quell'ultimo fico. Troppo tardi per utilizzarlo nella preparazione del piatto, ma ormai l'idea era partita e avrei dovuto trovare la soluzione. Immediata. Quel vasetto di marmellata, rigorosamente senza zucchero aggiunto perché io sono rognina al punto da condizionare l'operato di famiglia nella conservazione in vasetto, era pronto a soddisfare i miei capricci e a dare vita al mio pensiero.
Non si spiega. L'insieme di sapori ha conquistato non solo il mio palato: sono insolitamente accostati, ma creano un'armonia unica e mai sentita prima. Forse audace, per il palato di un bambino, ma io ci provo, e presento questo piatto per la raccolta di settembre de
che questo mese è ospitato da Letizia
Ingredienti
110 g di sorgo
15 g di nocciole (per me dell'orto di famiglia)
1 melanzana piccola (per me dell'orto di famiglia)
60 g + 20 g di marmellata di fichi senza zucchero (per me di produzione casalinga)
1 cucchiaino di senape delicata
5 g di aceto di mele
5 g di olio evo
pepe
cannella
1 rametto di rosmarino
Sciacquate il sorgo sotto un getto di acqua corrente, quindi cuocetelo in acqua leggermente salata per il tempo necessario (ci vorranno dai 20 ai 30 minuti circa). Nel frattempo sbucciate e tagliate la melanzana a cubetti. Miscelate la senape con l'aceto, l'olio e il pepe e versate tutto sulle melanzane. Mescolate bene e lasciate marinare per almeno 15 minuti. Scaldate una padella e fate cuocere la stessa melanzana, in modo da ammorbidirla bene. Unitevi 60 g di marmellata di fichi (oppure 60 g di fichi freschi tagliati a cubetti) e lasciate insaporire.
Quando il sorgo sarà cotto, scolatelo e versatelo in padella.Aggiungete i restanti 20 g di marmellata di fichi, il rosmarino tagliato sottilmente, cannella a piacere (ma vi suggerisco di non essere parsimoniosi) e, in ultimo, le nocciole tagliate a coltello. Fate cuocere a fuoco basso per circa un paio di minuti, in modo che i spori si armonizzino. Quindi spegnete la fiamma e servite.
E' un piatto che esterna tutta la sua pienezza se assaporato caldo, ma saprà deliziarvi e incantarvi anche in una versione più tiepida.
Promuovo a pieni voti il sorgo, che, forte delle sue proprietà, potrà far comparire con maggiore frequenza i cereali sulla mia tavola. E lascio a Laura la libertà di sperimentare la sua farina, certa che quello che proporrà sarà, come sempre, incanto e magia.
Divertitevi a sperimentare sapori nuovi, non intimoritevi per accostamenti audaci. Provate ingredienti mai assaggiati. Scoprite, create, emozionatevi.
Sarà bellissimo.
Per fare spazio a nuovi prodotti, che ho già adocchiato e segnato sul taccuino dei must have, occorre dare fondo a quelli già presenti, magari da un po', in dispensa. E, credetemi, la mia dispensa non ha bisogno di presentazioni. Della serie chiedete e vi sarà dato ^_^
Avena, orzo e riso integrale. Li prendi per mettere a punto un progetto e concretizzare un'idea. Poi rimangono lì, perché tre chili di prodotto, per le dosi e le frequenze a cui sono abituata, sono davvero un eccesso, per me. Arriva sempre, però, il momento in cui si corre ai ripari e lo si fa in un modo che non sia banale. Si aspetta il momento giusto, ma quando arriva, si afferra e si esalta. Un amuse bouche che arriva al centro del bersaglio. L'ecletticità dei sapori, che rimane racchiusa in una leggera panatura e che viene rinfrescata e solleticata dalla pungenza di una salsa dal carattere forte, mi fa sorridere di fronte al pensiero che, in fondo, non ci sia mai fine alle sinfonie di sapori che un piatto può donare. Continuo a immaginare, a mettere insieme, ad assaggiare e continuo a godere dell'interminabile sequenza di vibrazioni che un boccone può donare. Magia, poesia, senza che una sola parola venga espressa. Il potere emozionale della cucina è una forza contagiosa che porta oltre, sempre oltre.
Ingredienti
Per 15 polpettine
25 g di riso integrale
25 g di orzo
25 g di avena
25 g di feta light
10 g di pistacchi tostati
10 foglie di basilico
1 cucchiaino di olive di Riviera
1/2 cucchiaino di cannella in polvere
sale rosa dell'Himalaya
pangrattato di riso
olio evo
Per la salsa
1 cucchiaio di senape
10 foglie di basilico
10 g di semi di zucca
zenzero in polvere
pepe mix creolo
Fate bollire i cereali in acqua salata fino a quando saranno ben morbidi. Scolateli e lasciateli intiepidire.
Tritate grossolanamente i pistacchi tostati. Aggiungete il mix di cereali, la feta, le foglie di basilico lavate e asciugate accuratamente, cannella e olive. Frullate tutto il tempo necessario per creare un impasto non troppo liscio, ma ben omogeneo. La feta e le olive daranno sapidità sufficiente a non aggiungere ulteriore sale. Fate riposare l'impasto per una decina di minuti.
A questo punto create delle polpettine non troppo grandi. Passatele nel pangrattato di riso e lasciatele a riposo, in frigorifero, per un'oretta (potrete anche prepararle il giorno prima, o la mattina per la sera). In questo modo la panatura si compatterà bene.
Preparate la salsa. Lavate e asciugate accuratamente le foglie di basilico. Tritatele, insieme ai semi di zucca, quindi mescolate tutto alla senape. Aggiungete pepe e zenzero a piacere e mescolate bene.
Lasciate riposare la salsa, in modo che i sapori si armonizzino bene.
Scaldate in una padella un cucchiaio di olio evo, oppure coprite una teglia con carta forno e un filo di olio. Sistemate le polpettine e fare in modo che vengano irrorate completamente.
Nel caso di cottura in padella, fatele girare continuamente, in modo che cuociano e dorino in modo omogeneo. Nel caso di cottura in forno, lasciatele circa 20 minuti a 200° (il mio forno non è fortissimo, per cui potrebbe essere sufficiente portare la temperatura a 190°), girandole un paio di volte.
Quando saranno croccanti e dorate, sistematele su un piatto da portata e servitele, insieme alla salsa alla senape.
Se da sole saranno piene, gravi e avvolgenti, la punta acidula e pungente della salsa saprà donare freschezza e carattere, trasformando ogni boccone in un assaggio di poesia. Tanto che..... vi verrà da chiudere gli occhi, ogni volta ^_^
Accompagnatele con verdura di stagione e saranno perfettamente bilanciate!!abc
Avena, orzo e riso integrale. Li prendi per mettere a punto un progetto e concretizzare un'idea. Poi rimangono lì, perché tre chili di prodotto, per le dosi e le frequenze a cui sono abituata, sono davvero un eccesso, per me. Arriva sempre, però, il momento in cui si corre ai ripari e lo si fa in un modo che non sia banale. Si aspetta il momento giusto, ma quando arriva, si afferra e si esalta. Un amuse bouche che arriva al centro del bersaglio. L'ecletticità dei sapori, che rimane racchiusa in una leggera panatura e che viene rinfrescata e solleticata dalla pungenza di una salsa dal carattere forte, mi fa sorridere di fronte al pensiero che, in fondo, non ci sia mai fine alle sinfonie di sapori che un piatto può donare. Continuo a immaginare, a mettere insieme, ad assaggiare e continuo a godere dell'interminabile sequenza di vibrazioni che un boccone può donare. Magia, poesia, senza che una sola parola venga espressa. Il potere emozionale della cucina è una forza contagiosa che porta oltre, sempre oltre.
Ingredienti
Per 15 polpettine
25 g di riso integrale
25 g di orzo
25 g di avena
25 g di feta light
10 g di pistacchi tostati
10 foglie di basilico
1 cucchiaino di olive di Riviera
1/2 cucchiaino di cannella in polvere
sale rosa dell'Himalaya
pangrattato di riso
olio evo
Per la salsa
1 cucchiaio di senape
10 foglie di basilico
10 g di semi di zucca
zenzero in polvere
pepe mix creolo
Fate bollire i cereali in acqua salata fino a quando saranno ben morbidi. Scolateli e lasciateli intiepidire.
Tritate grossolanamente i pistacchi tostati. Aggiungete il mix di cereali, la feta, le foglie di basilico lavate e asciugate accuratamente, cannella e olive. Frullate tutto il tempo necessario per creare un impasto non troppo liscio, ma ben omogeneo. La feta e le olive daranno sapidità sufficiente a non aggiungere ulteriore sale. Fate riposare l'impasto per una decina di minuti.
A questo punto create delle polpettine non troppo grandi. Passatele nel pangrattato di riso e lasciatele a riposo, in frigorifero, per un'oretta (potrete anche prepararle il giorno prima, o la mattina per la sera). In questo modo la panatura si compatterà bene.
Preparate la salsa. Lavate e asciugate accuratamente le foglie di basilico. Tritatele, insieme ai semi di zucca, quindi mescolate tutto alla senape. Aggiungete pepe e zenzero a piacere e mescolate bene.
Lasciate riposare la salsa, in modo che i sapori si armonizzino bene.
Scaldate in una padella un cucchiaio di olio evo, oppure coprite una teglia con carta forno e un filo di olio. Sistemate le polpettine e fare in modo che vengano irrorate completamente.
Nel caso di cottura in padella, fatele girare continuamente, in modo che cuociano e dorino in modo omogeneo. Nel caso di cottura in forno, lasciatele circa 20 minuti a 200° (il mio forno non è fortissimo, per cui potrebbe essere sufficiente portare la temperatura a 190°), girandole un paio di volte.
Quando saranno croccanti e dorate, sistematele su un piatto da portata e servitele, insieme alla salsa alla senape.
Se da sole saranno piene, gravi e avvolgenti, la punta acidula e pungente della salsa saprà donare freschezza e carattere, trasformando ogni boccone in un assaggio di poesia. Tanto che..... vi verrà da chiudere gli occhi, ogni volta ^_^
Accompagnatele con verdura di stagione e saranno perfettamente bilanciate!!abc
E' trascorso molto tempo, da quando ho preparato questo piatto. L'ho sempre lasciato da parte perché le foto non rendevano giustizia al sapore. E mi scuso per quanto il colore di queste immagini sia orribile, ma è arrivato il momento di condividere questo nuovo abbinamento di sapori.
E' un periodo in cui non riesco più a cucinare con la solita devozione. Mangio, sia chiaro, ma nulla che mi impegni troppo tempo, che invece sto dedicando a diversi progetti di lavoro, oltre che al lavoro stesso. Mi concedo quello scatto, che condivido in Facebook e su Instagram e poi basta. La mia testa, però, continua ad essere in fermento. Seppur sia difficile mettere tutto insieme, concentrando le energie, il piacere di gustare nuovi sapori non vuole proprio abbandonarmi. Per fortuna.
Questo piatto nasce dal desiderio di assaporare un filetto di platessa in maniera semplice, ma in una forma differente, di accostarlo a sapori contrastanti, ora dolci, ora aspri. La salsa a base di sedano e uvetta è un abbraccio perfetto, che dà sapore alla delicatezza di questa carne tenera. E, anche se questa volta l'occhio dovrà accontentarsi, il piacere per il palato rimane garantito!!
Ingredienti
2 filetti di platessa
1 cucchiaio di farina di iso
30 g di foglie di sedano verde
10 g di uvetta
1 spicchio d'aglio
2 filetti di acciuga sott'olio
2 cucchiai di vino rosso
1/2 cucchiaino di cannella
olio evo
sale
Scaldate una padella, quindi fatevi sciogliere i filetti di acciuga. Unite poi lo spicchio d'aglio schiacciato e lasciate insaporire.
Nel frattempo lavate e asciugate le foglie di sedano. Radunatele su un tagliere insieme all'uvetta e tritate tutto con una mezzaluna (per praticità potrete utilizzare un tritatutto, io preferisco il risultato della manualità della mezzaluna).
Versate il trito nella padella, insieme all'acciuga e fate insaporire. Irrorate con il vino rosso, aggiungete la cannella e lasciate ridurre tutto, a fiamma bassa, per una decina di minuti. Se fosse necessario, aggiungete un po' di acqua. Assaggiate la sapidità ed eventualmente correggete con un pizzico di sale.
Sciacquate i filetti di platessa e asciugateli, tamponandoli con della carta assorbente. Tagliateli in straccetti della dimensione a voi gradita. Infarinateli, quindi buttateli in una padella, nella quale avrete fatto scaldare un paio di cucchiai di olio evo. Mi raccomando a procedere solo quando sarà molto caldo. Fate saltare gli straccetti a fiamma viva, salandoli a piacere, per tre minuti circa. Quando saranno ben dorati e croccanti spegnete la fiamma e impiattate.
Create una base con la crema di sedano, quindi coprite con la platessa.
Il piacere di sentire sul palato l'armonia di sapori tanto diversi, che si completano e si esaltano tra loro, sarà un'esperienza meritevole, che cercherete di immortalare, forchettata dopo forchettata.
Mai come questa volta il consiglio è....
chiudete gli occhi e assaporate.
abc
E' un periodo in cui non riesco più a cucinare con la solita devozione. Mangio, sia chiaro, ma nulla che mi impegni troppo tempo, che invece sto dedicando a diversi progetti di lavoro, oltre che al lavoro stesso. Mi concedo quello scatto, che condivido in Facebook e su Instagram e poi basta. La mia testa, però, continua ad essere in fermento. Seppur sia difficile mettere tutto insieme, concentrando le energie, il piacere di gustare nuovi sapori non vuole proprio abbandonarmi. Per fortuna.
Questo piatto nasce dal desiderio di assaporare un filetto di platessa in maniera semplice, ma in una forma differente, di accostarlo a sapori contrastanti, ora dolci, ora aspri. La salsa a base di sedano e uvetta è un abbraccio perfetto, che dà sapore alla delicatezza di questa carne tenera. E, anche se questa volta l'occhio dovrà accontentarsi, il piacere per il palato rimane garantito!!
Ingredienti
2 filetti di platessa
1 cucchiaio di farina di iso
30 g di foglie di sedano verde
10 g di uvetta
1 spicchio d'aglio
2 filetti di acciuga sott'olio
2 cucchiai di vino rosso
1/2 cucchiaino di cannella
olio evo
sale
Scaldate una padella, quindi fatevi sciogliere i filetti di acciuga. Unite poi lo spicchio d'aglio schiacciato e lasciate insaporire.
Nel frattempo lavate e asciugate le foglie di sedano. Radunatele su un tagliere insieme all'uvetta e tritate tutto con una mezzaluna (per praticità potrete utilizzare un tritatutto, io preferisco il risultato della manualità della mezzaluna).
Versate il trito nella padella, insieme all'acciuga e fate insaporire. Irrorate con il vino rosso, aggiungete la cannella e lasciate ridurre tutto, a fiamma bassa, per una decina di minuti. Se fosse necessario, aggiungete un po' di acqua. Assaggiate la sapidità ed eventualmente correggete con un pizzico di sale.
Sciacquate i filetti di platessa e asciugateli, tamponandoli con della carta assorbente. Tagliateli in straccetti della dimensione a voi gradita. Infarinateli, quindi buttateli in una padella, nella quale avrete fatto scaldare un paio di cucchiai di olio evo. Mi raccomando a procedere solo quando sarà molto caldo. Fate saltare gli straccetti a fiamma viva, salandoli a piacere, per tre minuti circa. Quando saranno ben dorati e croccanti spegnete la fiamma e impiattate.
Create una base con la crema di sedano, quindi coprite con la platessa.
Il piacere di sentire sul palato l'armonia di sapori tanto diversi, che si completano e si esaltano tra loro, sarà un'esperienza meritevole, che cercherete di immortalare, forchettata dopo forchettata.
Mai come questa volta il consiglio è....
chiudete gli occhi e assaporate.
abc