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Tortino di riso alle tre essenze di carota

Se da una parte i mesi sembrano scivolare via senza controllo, dall'altra l'inverno sembra non abbandonarmi mai. Lo sento nelle ossa, nella luce fioca e grigiastra che cerca di dirmi che non è ancora il momento di abbandonare il letargo. Ma la voglia di colori non mi abbandona mai. E se una giornata buia compromette la riuscita di uno scatto e appiattisce gli animi, perché lasciarsi prendere dallo sconforto? Io ci metto betacarotene!! ^_^ Caote, ancora carote. Estrattore di succo, sempre e ancora lui. Cosa posso farci? Dalle buone abitudini non so prescindere. Questa volta mi affaccio al salato. La ricerca continua di un modo sfizioso per soddisfare le mie esigenze alimentari mi porta ad approcciarmi a pensieri sempre nuovi. Non chiedetemi quale sia il mio piatto preferito, perché non ne ho uno. E non chiedetemi neanche quale sia il mio cavallo di battaglia, perché è raro che cucini per più di due volte uno stesso piatto. E' istinto: se la vita mi dà l'occasione di apprendere cose nuove, la sfrutto fino in fondo. Se l'arcobaleno di sapori mi invita a sperimentare accostamenti nuovi, mi sfido. Se posso prendere un ingrediente, scomporlo, ricomporlo e interpretarlo, mi trovate in prima linea!! Così eccovi la mia carota: foglia, estratto e polpa. Una banalissima carota, in un piatto semplice, ma allo stesso tempo intenso, e pieno, seppur delicato. Il mio sole. Assaggiamo? Ingredienti 3 carote biologiche con il ciuffo 55 g di riso a grana lunga (per me Zaccaria) 250 g di acqua 10 g di olio evo 10 g di capperi sotto sale 5 g di pistacchi di Bronte tostati 8 g di nocciole 1/2 limone 2 foglie di alloro 1 fettina di formaggio veg (o altro formaggio a piacere) paprika affumicata 1/2 cucchiaino di spirulina (facoltativa, ma consigliata) sale rosa Mettete i capperi in ammollo e lasciateli dissalare per almeno mezz'ora. Separate i ciuffi dalle carote, lavateli bene e asciugateli accuratamente. Prelevate le foglie e inseritene 30 g in un boccale. Aggiungete i capperi, sciacquati e strizzati, i pistacchi, la scorzetta di 1/4 di limone, un cucchiaino di succo di limone e 10 g di olio evo (io ne ho messo un po' meno, circa 8 g). Frullate tutto fino ad avere una crema liscia ed omogenea. Tenete da parte. Pelate le carote e inseritele nell'estrattore. Prelevate il succo, allungatelo con 250 g di acqua e versatelo in un pentolino capiente. Aggiungete il riso, sue foglie di alloro e poco sale rosa. Portate a bollore e lasciate cuocere fino al cquasi completo assorbimento del liquido, e comunque fino alla cottura. Mescolate la polpa delle carote, ricavata dall'estrazione del succo, con un pizzico di sale e paprika affumicata. Mescolate bene, quindi aggiungete le nocciole pestate grossolanamente in un mortaio. Iniziate a comporre il piatto: create una base con la crema di foglie, adagiatevi sopra la fettina di formaggio, quindi create uno strato con il riso ed ultimate con la polpa di carota e nocciole.Passate sotto il grill del forno per circa 5 minuti, irrorate con un filo di olio evo e servite. Consistenze diverse, sapori antagonisti, delicatezza, ricchezza. Tutto in una sola forchettata.
L'avreste mai detto? Con una semplice carota....
abc

Baci di dama di coccocarota e noci con crema di pistacchio: insolite note di sapore nel benessere quotidiano

Ci sono concetti ricorrenti, nella mia cucina. Come il benEssere sia diventato un modo di dimostrare rispetto e amore nei confronti di noi stessi, con la scelta di uno stile di vita e di alimentazione salutare e controllato, così ha esteso la sua grandezza nella forma in cui si esprime. Il mio non si butta via niente, quel che resta da un estratto, la cucina degli scarti è proprio questo. Gli estratti di frutta e verdura rappresentano, ormai, quasi una scelta quotidiana. Ovviamente, se da una parte mi arricchisco del succo prezioso, dall'altra penso a come ottimizzare lo "scarto". Così un giorno, immaginando la mia bella carota, mi sono detta che avrei potuto sfruttarne la polpa. In un attimo ho immaginato i sapori che avrei accostato e, immediatamente, l'estratto si è arricchito di noci (che tocco di gusto!!!) e la polpa è stata mischiata alla dolcezza piena delle scaglie di cocco. E visto che di seriale non ho solo l'estrazione, l'essicazione ha permesso di creare dei dolcetti non solo in perfetto stile vegano, ma anche crudista. Il fatto che abbia poi deciso di presentarli con una leggerissima crema di pistacchio, avrà tolto la caratteristica raw, ma ha lasciato, al risultato, un tocco inconfondibile di originalità, novità e piacere agli occhi, sul palato e al nostro corpo riconoscente.

Ingredienti

Per i biscotti
150 g di polpa di noci e carote
40 g di malto di riso
20 g di cocco rapè

Per la crema di pistacchi
50 g di pistacchi di Bronte
35 g di cocco rapè
30 g di zucchero di canna grezzo
15 g di farro soffiato
20 ml di latte vegetale (per me di mandorla)
1/2 cucchiaino di agar agar

Versate in un contenitore la polpa delle carote e delle noci, unite il cocco rapè e il malto di riso, quindi mescolate fino ad amalgamare perfettamente tutto.
Riempite, con una parte di impasto, degli stampi in silicone per i baci di dama, pressando bene il composto e appiattendo bene la superficie. Lasciate riposare, in frigorifero, per almeno un'ora, in modo che si compattino.
Estraete i biscotti ottenuti e sistemateli sui ripiani dell'essiccatore. Lasciateli, alla temperatura di 45°, per tutta una notte.
Passate alla preparazione della crema di pistacchi. Fateli tostare in una padella, a fiamma bassa, fino a quando vedrete che inizierà a spaccarsi la pellicina. Cercate di pulirli al meglio, quindi lasciateli raffreddare. Versateli in un boccale, insieme allo zucchero di canna, e tritate fino a creare una pasta. Aggiungete il cocco e il farro soffiato, e tritate ancora tutto finemente.
Stemperate l'agar agar con poco latte alla volta, quindi mettete tutto il liquido sul fuoco, versateci la pasta di pistacchio, mescolate e portate tutto a bollore. Lasciate sobbollire, a fiamma bassa, per tre minuti circa, quindi spegnete la fiamma e lasciate raffreddare.
Quando i biscotti saranno pronti, farcitene metà con la crema di pistacchio e uniteli alla restante metà. Lasciate riposare in frigorifero per almeno un paio di ore, quindi procedete all'assaggio.

Accostamento inusuale di sapori, consistenze nuove, leggerezza indescrivibile e genuinità a tuttotondo. E' un dolce che non stanca, che stupisce e che appaga senza lasciare tracce di sensi di colpe ^_^

La cucina è anche questo: è ricerca, è divertimento, è scoperta, è stupore. E quando tutto questo è racchiuso in un dolce, fermarsi diventa impossibile!!

abc

Carotini dal cuore di mandorla: la virtù dell’ottimizzazione che incontra ed esaudisce un desiderio

Era davvero da tanto tempo che sentivo il desiderio di farmi dei dolcetti alla carota. Poi, sempre poco convinta dalla banalità della preparazione, ho continuato ad accantonare l'idea. Fino a quando mi sono trovata il frigo invaso da carote, cene sempre meno frequenti e la necessità di impiegare un consistente quantitativo di ortaggio in qualche preparazione. Così ritorna quel desiderio e cerco di dargli forma. Pensa e ripensa, ho trovato potesse essere un buon matrimonio quello con il semolino. Ecco!!!! Semolino dolce e carote. Mi piace! Ma come lo personalizzo oltremodo? Gli creo un cuore? Un cuore come? Ovvio, con me carote cosa sta meglio delle mandorle? Nella mia dispensa la frutta secca non manca mai: mandorle, noci, nocciole, pistacchi, anacardi, pinoli.... ho solo l'imbarazzo della scelta! Ci ho, così, provato e..... eccomi a parlarvene. Colazione genuina per un po' di mattine ^_^

Ingredienti

Per l'impasto al semolino
100 g di semolino
300 ml di latte di riso alla vaniglia
2 cucchiai di olio di semi di soia
25 g di zucchero grezzo di canna (raddoppiate tranquillamente, golosastri!)
250 g di carote (pulite)
2 uova

Per il cuore di mandorla
90 g di mandorle pelate
20 g di pasta di mandorle
100 g di carote (pulite)
100 ml di latte di riso alla vaniglia
2 g di farina di semi di carrube
10 g di zucchero grezzo di canna (io l'ho omesso, ma ve lo consiglio)

Versate in un pentolino 300 ml di latte, lo zucchero di canna e l'olio e mettetelo sul fuoco. Portate a bollore e, raggiunto, versate a pioggia il semolino. Mescolate energicamente e spegnete il fuoco. Fate raffreddare, mescolando di tanto in tanto.
Tritate finemente 250 g di carote e unitele al composto, mescolando bene in modo da amalgamare tutto in modo omogeneo.
Ora dedicatevi al cuore: tritate le restanti carote insieme alle mandorle, alla pasta di mandorle e allo zucchero. Stemperate la farina di semi di carrube con il latte. Unite tutto al trito di mandorle e carote e trasferite sul fuoco. Portate quasi a bollore (è un composto molto denso, per cui dovrete fare in modo che scaldi bene: ci vorranno almeno  minuti), mescolando continuamente affinché non attacchi sul fondo.
Stendete il composto ottenuto su un foglio di carta forno, o su una superficie piana. Stendete fino a creare uno strato liscio, dello spessore di un centimetro circa. Lasciate raffreddare (operazione che solidificherà  il preparato) e poi tagliate dei cerchi della grandezza leggermente inferiore alla base degli stampi da muffin che utilizzerete.
Riprendete l'impasto di semolino. Aggiungete due tuorli e incorporateli bene. Montate a neve fermissima gli albumi, uniteli al semolino e mescolate tutto con cura, dal basso verso l'alto, fino a rendere perfettamente omogeneo l'impasto.
Sistemate i pirottini nello stampo dei muffin. Versate in ciascuno un cucchiaio generoso di preparato. Adagiate, quindi, un disco di impasto alla mandorla e coprite con un ulteriore cucchiaio abbondante di impasto. Con queste dosi a me sono venuti 12 carotini.
Fate cuocere in forno, a 190°, per 50/55 minuti.


Sfornate, lasciate raffreddare e..... tuffatevici sopra: meritano sicuramente questo trattamento!! ^_^


Soffice dolce dal cuore fragrante. Colazione superba, ma anche merenda, capriccio, spuntino, dopo pasto, .....

abc

Melanzana ripiena con ragù bianco di soia: l’abito che non fa il monaco

Metti una melanzana e immaginala ripiena. Ti verrà in mente di tutto, ma questo proprio no!! Niente uova, niente formaggio, niente carne. Eppure....
Il viaggio nel mondo del veganesimo continua con l'assemblaggio di due "veg-classici": verdura e ragù di soia. Questa volta bianco, leggero e gustosissimo. Il risultato è una pietanza che si scioglie in bocca, dal sapore armonioso, dove tutti gli ingredienti si intrecciano perfettamente.
E ci credereste mai che non c'è l'ombra di un tuorlo d'uovo?



Ingredienti

1/2 melanzana violetta striata, tagliata per il lungo
1 carota
80 g di fiocchi di soia disidratata (per burger)
5 g di semi di lino
100 ml di acqua
dado vegetale
pangrattato (io di riso)
3 gallette all'amaranto e sesamo (ma va bene del pane raffermo)
sale
olio

Pelate e tagliate la carota a dadini piccoli. Fatela bollire nel brodo vegetale (è importante che sia gustoso, perché la soia non ha sapore) per 15 minuti a fiamma bassa.
Aggiungete la soia alle carote e fatela bollire per 10 minuti. Spegnete e lasciate riposare tutto fino a raffreddamento.
Mettete a bollire 100 ml di acqua con i semi di lino macinati. Fate cuocere per 10 minuti. Spegnete e lasciate raffreddare.
Svuotate l'interno della melanzana lasciando un bordo di circa un paio di centimetri di spessore. Cospargetela con il sale e capovolgetela. Lasciate che perda il liquido per un'oretta circa, poi sciacquatela e cercate di asciugarla bene.
Versate il liquido dei semi di lino alla soia, aggiungete le 3 gallette sbriciolate finemente e mescolate bene. Assaggiate e correggete eventualmente di sale.
Tagliuzzate la polpa della melanzana e mescolatela al ragù di soia, poi riempite la pancia dell'ortaggio.
Versateci un filo di olio evo e coprite con una manciatina di pangrattato.
Cuocete in forno per mezz'ora a 180°. Sfornate quando in superficie sarà ben dorata. Servite e gustate calda!!


Io la trovo irresistibile.


abc

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