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Crocchette di platessa in crosta di avena: l’interpretazione perfetta, che sia desiderio o necessità

Nuovamente alle prese con "voglia di...". Alterno periodi in cui trovare il pezzo che si incastri alla perfezione nella mia costruzione è faticosamente estenuante, a momenti in cui a tutti i costi il pezzo deve essere quello, perché irradia il suo richiamo in tutti i modi. E si incastra magistralmente. Queso è il momento che posso etichettare come casistica del secondo genere. Voglia di.... platessa. Mi correggo. Voglia di ..... platessa in crocchetta. Con i contrasti del caso, con la copertura speciale, con la cottura ad hoc. E' lei, non ci sono troppi giri di parole da fare: questo volevo e questo ho creato. Non ho bisogno di mascherare ingredienti in elaborazioni varie per farmeli piacere. La platessa la adoro anche semplicemente saltata in padella, con la sua bella crosticina dorata. Ma se cercaste un modo per far mangiare il pesce, e la verdura, e tante cose genuine a chi non ha questa affinità con il cibo.... avanti gente, c'è posto per tutti!!

Ingredienti

80 g di filetti di platessa (preferibilmente senza pelle)
50 g di bresaola
7 g di pistacchi tostati non salati
7 g di farina di mais fioretto
60 g di foglie di catalogna cotte al vapore
1 rametto di rosmarino
noce moscata
sale
olio evo
2 cucchiai di crusca d'avena

   Separate le foglie di catalogna dai gambi, lavatele e cuocetele al vapore, o in pentola senza condimenti.
Fatela raffreddare, poi unitela, in un boccale, ai filetti di platessa, alla bresaola, ai pistacchi tritati e alla farina di mais fioretto.
Tritate tutto minuziosamente. Lavat il rametto di rosmarino, asciugatelo e separate gli aghetti dal rametto. Uniteli al composto, aggiungendo noce moscata a piacere e sale. Tritate ancora tutto, fino a rendere il composto omogeneo. Lasciatelo riposare per mezz'ora in frigo.
Riprendete l'impasto e formate delle palline grosse quanto una noce. Passatele sulla crusca d'avena, cercando di coprirle completamente e dando la forma di crocchetta.
Versate un po' di olio su un foglio di carta forno (che poi utilizzerete per la cottura) e rotolatevici sopra le crocchette, in modo da bagnare leggermente l'avena. Mi raccomando a non inzupparle troppo, ne andrebbe la genuinità della cottura.
Coprite una teglia con il foglio di carta forno appena utilizzato e sistemateci sopra le crocchette. Se i fiocchi saranno stati ben irrorati in cottura doreranno, diversamente rimarranno molto chiari. Buoni e sfiziosi ugualmente, ma senza l'effetto croccante ^_^
Infornate a 200° e cuocete per 30 minuti, girando un paio di volte le crocchette affinché cuociano uniformemente da tutte le parti.
Quando saranno ben dorate sfornatele e servitele.
Sono squisite da assaporare calde, ma anche tiepide sanno farsi apprezzare.
Ideali per una cena a regime, si prestano bene anche per aperitini come sfiziosi e particolari finger. Ma anche sul divano davanti ad un buon film, da assaporare con le mani, non sono niente male ^_^

Insomma, per un momento di piacere e di consapevole amore per il proprio corpo, c'è sempre una soluzione!!

abc

Sardine ai pistacchi su letto di catalogna in panatura rossa: di pensieri, ricordi e rivisitazioni

Mi porto dietro il pensiero di queste sardine e dell'abbinamento con i pistacchi da un po' di tempo, da quando assaggiai il piatto del "compare Alfredo", dove compare sta per mamma mia quando diavolo è piccolo il mondo e quanto affascinante è il destino che ti porta ad incontrare persone, in luoghi improbabili, che hanno camminato sui tuoi stessi viali e conosciuto le medesime persone in tempi diversi. Certo, parole incomprensibili per molti, ma alla fine ciò che conta è quanto rimane, quanto ci viene dato da un semplice sguardo e dalla fatalità. Alfredo è una persona che sa il fatto suo, che ascolta prima di parlare e che mette entusiasmo in tutto quello che fa. Non l'ho conosciuto più di questo, ma la sua determinazione mi ha davvero colpito. In punta di piedi è arrivato, e in punta di piedi se ne va, approdando su nuovi confini per seguire il suo sogno. "Ti seguirò, Cuocherellona", è stato il suo saluto. Che, detto da chi fa della cucina la sua professione, è una grande soddisfazione. Questa rivisitazione è per te, Alfredo. Si trova sempre il tempo per fare ciò che ci appassiona, anche se è proprio il tempo a mancare. In bocca al lupo per la tua nuova esperienza e ricorda che c'è sempre un paesino, arroccato sugli Appennini abruzzesi, ad attenderci con grandi e "ritrovate" risate in compagnia.

Ingredienti

120 g di sardine deliscate (circa 9 sardine)
130 g di gambi di catalogna
20 g di pistacchi tostati non salati
1 cucchiaio di pangrattato (io di riso)
3 cucchiai di salsa di pomodoro (io quella casalinga)
olio evo
sale

Fate scaldare in una padella un filo d'olio e versate 3 cucchiai di passata di pomodoro. Quella preparata da mia madre è già ben condita e non richiede sale. Valutate la salsa che utilizzerete e provvedete a salarla se fosse necessario. Fatela rapprendere bene.
Tagliate i gambi di catalogna in bastoncini di circa 15 centimetri di lunghezza, lavateli e uniteli al pomodoro. Coprite con un coperchio, abbassate la fiamma, e fate insaporire per una decina scarsa di minuti.
Nel frattempo pulite le sardine e sciacquatele. Sgusciate i pistacchi, puliteli al meglio dalla loro pellicina e teneteli da parte.
Quando le coste della catalogna saranno piuttosto morbide, spegnete il fuoco e versateci il cucchiaio di pangrattato. Mescolate bene affinchè venga assorbito da tutto il pomodoro e ricopra la verdura.
Coprite una teglia con carta forno, spolverizzate la base con poco pangrattato e sistemate le coste affiancandone circa 6. Procedete con un secondo strato, nel vrso opposto, e poi con un terzo, fino ad ultimare le coste stesse.
Ora adagiate le sardine dalla parte della pelle. Salatele leggermente in superficie e copritele con i pistacchi tritati. Procedete con un altro strato di sardine, anche queste in senso opposto (ruotate di 90° rispetto a quelle sistemate precedentemente).
Per ciascuno strato salate e coprite il pesce con i pistacchi. Quando avrete ultimato gli strati e avrete coperto la superficie con il trito di pistacchi, versate un filo d'olio e infornate, a 200° su un ripiano alto del forno. Cuocete per 15 minuti (io con la funzione ventilata), fino a quando la superficie sarà ben gratinata.
   Quindi sfornate e trasferite il tortino su un piatto. Servite e gustate caldo.

Si gioca sui contrasti anche in questo piatto: l'amarognolo della catalogna in una panatura morbida e leggermente aspra, con il gusto intenso delle sardine, rese sfiziose dalla granella di pistacchi dolci.

E' un tortino che si sfoglia con curiosità e acquolina e che stuzzica il palato appagando i sensi.

abc

Catalogna in agrodolce con uova strapazzate alla curcuma: la chiave di lettura dei ricordi

Esiste, per voi, un legame cibo/ricordo? Esistono alimenti che maggiormente richiamano una particolare situazione? Per me sì, uno di questi è la catalogna. Abbandonata per molti anni, dopo ricordi piuttosto ostili dell'infanzia quando il sapore amarognolo proprio non si confaceva ai miei gusti, l'ho riscoperta con piacere qualche tempo fa. Nonostante questo, non è mai stata una scelta abitudinaria, quella di acquistarla. Credo sia per il fatto che, quando i palati da accontentare sono differenti per numero e per gusto, ci si indirizzi su qualcosa che tutti possano apprezzare. La catalogna ha un sapore particolare, in effetti. Eppure, ogni volta che mi trovo a pranzo con la mia amica Elena, in un posto comodo e carino, seppur senza troppe pretese, per una pausa breve e di grandi chiacchiere, il buffet delle verdure può proporre qualsiasi bontà, ma l'occhio cade sempre sulla catalogna. E, sempre, la catalogna cade nel mio piatto. Che poi diciamolo, credo che l'assaggio di ciascuna pietanza proposta appagherebbe il mio palato (dolci compresi ^_^), ma quello rimane, per me, il pranzo catalogna. Poi tutto il resto della verdura ^_^ Così mi diverto, di tanto in tanto, a studiarne differenti versioni. Del resto so che la versione naturale e sfiziosa mi attende sempre in quella mezz'ora di piacevolissima compagnia.
Ingredienti Per la catalogna 1 pera abate poco matura 20 foglie di catalogna 1 cucchiaio di mosto d'uva cotto zenzaro a piacere olio evo sale 1 cucchiaio di semi di sesamo Per le uova strapazzate 1 uovo 1 albume 1 cucchiaino di curcuma 1 cucchiaio di parmigiano grattugiato sale pepe olio evo Eliminate i gambi dalla catalogna (teneteli da parte perché presto vi darò qualche consigio su come utilizzarli) e lavate accuratamente le foglie, lasciandole in ammollo in acqua fredda per qualche minuto. Lavate la pera e pulitela dal picciolo e dal torsolo. Tagliatela a tocchetti piuttosto piccoli e versateli in una scodella. Conditela con lo zenzero, il sale, l'olio e il mosto cotto. Lasciatela aromatizzare per una decina di minuti. Scaldate un filo d'olio in una padella e, quando sarà caldo, versatevi la frutta marinata. Saltatela a fiamma viva per 4 o 5 minuti, in modo da addensare la marinatura, senza fare ammorbidire troppo la polpa della pera. Abbassate la fiamma e aggiungete la catalogna, tagliata a striscioline. Aggiustate di sale e fate appassire bene la verdura. Mescolate, di tanto in tanto. Dopo circa 5 minuti sarà pronta: unitevi i semi di sesamo e mescolate per amalgamarli perfettamente al composto in agrodolce. Spegnete il fuoco e tenete da parte, al caldo. Scaldate una padella con un po' di olio. Versate in una ciotola l'uovo e il tuorlo. Unitevi il sale, il pepe, la curcuma e il parmigiano grattugiato. Sbattete energicamente con una forchetta e versate nella padella molto calda. Continuate a lavorare l'uovo con una forchetta, in modo da muoverlo bene e "disfarlo". Basterà un minuto circa. Spegnete il fuoco e trasferite in un piatto. Unitevi la catalogna in agrodolce e servite. Un piatto ricco di preziose proprietà: proteine, vitamine, sali minerali e grassi buoni. Un piatto dai sapori in contrasto, ma assolutamente ben legati tra loro. Un piatto veloce ed economico, che saprà conciliare gli impegni della quotidianità e il desiderio di qualcosa di piacevole e sfizioso. Insolito e curioso, non manca di stupire i palati.
 abc

Polpo glassato all’arancia in crosta di pistacchi… e non può essere tutto

.... su letto di catalogna aromatizzata alla noce moscata. Sì, perché uno, nel titolo, vorrebbe metterci tutto. Perché un piatto non nasce solo nella parzialità. Perché i dettagli, tutti, concorrono al perfetto bilanciamento dei sapori. E questo non è solo un polpo glassato all'arancia in crosta di pistacchi. Questo è un polpo glassato all'arancia in crosta di pistacchi su letto di catalogna aromatizzata alla noce moscata. Ecco, l'ho detto. Io, che sono quella dai titoli intriganti (cito), io che scrivo titoli che smuovono una certa curiosità (cito), io che.... i titoli sono il dettaglio che attira il lettore ad aprire l'articolo e tu in questo sei molto brava (cito), io che ho il dono della sintesi per cui poche parole per esprimere un concetto articolato (cito), ma che scrivo titoli chilometrici (preciso), io.... non posso lasciarvi credere che questo sia un semplice polpo glassato all'arancia in crosta di pistacchi. Perché è proprio l'amaro della catalogna, addolcita dalla delicatezza della noce moscata, a creare un contrasto con la carne croccante del polpo e la vellutante sensazione con cui la glassa avvolge il palato. E' proprio l'insieme di sapori che rende questo piatto.... wow!

Ingredienti

4 tentacoli di polpo
1 arancia non trattata (buccia e succo)
50 ml di prosecco
sale
1 cucchiaio di olio evo + q.b.
paprika dolce
noce moscata
25 g di pistacchi tostati non salati
15 g di farina di mais fioretto gialla
80 g circa di coste di catalogna

Lavate bene l'arancia e asciugatela, Tagliate la scorsa, avendo cura di non prelevare la parte bianca. Spremetela e prelevatene il succo.
Versatelo in un recipiente capiente. Tagliate la scorza in bastoncini sottili e unitela al succo. Aggiungete l'olio, il vino, il sale, la paprika e la noce moscata in quantità variabile secondo i vostri gusti e mescolate bene.
Sciacquate bene i tentacoli del polpo (io li ho prelevati da un polpo di 500 g circa e il peso era di circa 200g) e immergeteli nella marinatura. Coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare, in frigorifero, per almeno 5 ore.
A questo punto pulite le coste della catalogna (io le avevo tenute da parte preparando un contorno con le foglie) e fatele sbollentare, in acqua salata, aromatizzata con abbondante noce moscata, per circa 4 minuti. Scolatele e passatele sotto un getto di acqua ghiacciata, poi fatele asciugare.
Pulite bene i pistacchi dalle loro pellicine e tritateli finemente. Mescolateli alla farina di mais e teneteli da parte su un piattino o su un foglio di carta assorbente.
Prelevate le bucce dell'arancia dalla marinatura e tritatele finemente. Io mi sono servita di una mezzaluna. Fate scaldare un filo di olio evo in una padella e versatecele, facendole rosolare a fuoco basso per un paio di minuti. Scolate grossolanamente il polpo dalla marinatura, ponetelo nella padella insieme al soffritto e alzate leggermente la fiamma.
Fatelo rosolare per un minuto circa per parte, dopodiché abbassate la fiamma, versate la marinatura, e fate cuocere per circa 20 minuti, coperto. Giratelo, di tanto in tanto.
Coprite una teglia con della carta dorno, cospargete un po' di olio evo, una base di mix di pistacchi e sistemate sopra le coste della catalogna. Coprite nuovamente con abbondante panatura, cercando di circoscriverla alla verdura, in modo che non bruci durante la cottura. Correggete, eventualmente, con un pizzico di sale.
Quando il polpa avrà consumato il liquindo di cottura, prelavate i tentacoli e passateli nel mix di pistacchi, prima da un lato, poi dall'altro. Cercate di fare aderire uniformemente il trito. Aiutatevi con una forchetta per non bruciarvi, se troppo caldo.
Sistemate i tentacoli sul letto di catalogna e irrorate con un filo di olio evo.
Portate il forno a 200° e, quando sarà in temperatura, infornate e cuocete, per 20' ventilato. Fate in modo che diventi dorato e croccante.
Nel frattempo accandete il fuoco, basso, sotto il fondo di cottura in padella. Fate rapprendere l'arancia con la marinatura in modo che diventi una salsa denza. Attenzione a non farla bruciare.
Quando il polpo sarà cotto sfornatelo e servitelo, accompagnandolo con la salsa all'arancia.
Servite caldissimo e gustate il contraso di sapori tra l'amarognolo della catalogna, la dolcezza del pistacchio, la croccantezza del polpo e l'aspro-dolcezza della glassa.

Un invito a deliziare il vostro palato.

abc

Muffinbread senza uova, con ricotta e olive taggiasche: quando la caparbietà dà i suoi frutti

Della ricotta da finire, un po' di verdura appena cotta e il desiderio di sperimentare qualcosa di diverso. Sia chiaro: non ho inventato proprio nulla, ma io non cedo praticamente mai a preparazioni da forno come muffin o plumcake salati. Questa volta, però, non avrei voluto ricadere nella solita torta salata, che amo, ma che forse è il caso di evolvere. Allora eccomi alle prese con il mio solito principio: visto che le cose semplici non mi piacciono, riuscirò a fare uscire un muffin senza uova? Perché?, vi chiederete... Beh, la ricotta copre perfettamente la parte proteica della preparazione, l'uovo sarebbe veramente di troppo, se non un perfetto nemico! ^_^ E visto che, oltre ad essere malata, sono anche pignola e testarda (chi, IO??????) ci ho provato! Un po' di questo, poi quest'altro, magari aggiungo qui, però anche questo.... ok, consistenza giusta: inforno! Ed ecco che un mio capriccio di è trasformato in uno sfiziosissimo muffinbread, che ho così definito perché è un muffin, ma con la consistenza simile ad una pagnottina. Insomma, una bontà irresistibile che, udite udite, il giorno dopo (e anche due giorni dopo.... benedetta vita da single!) è ancora morbidissima e ancora più saporita!!

Ingredienti

100 g di ricotta
100 g di catalogna cotta
120 g di farina di farro bianca
3 g di lievito di birra secco
20 g di olio evo
40 g di olive taggiasche
sale

Tritate finemente la catalogna, fino a creare una crema grossolana. Unitevi la ricotta setacciata, il sale e mescolate bene rendendo tutto ben omogeneo. Tagliate le olive taggiasche a metà e tenetele da parte.
Mescolate farina e lievito e iniziate ad incorporarla al composto di ricotta. Aggiungete l'olio a filo, le olive precedentemente tagliate e lavorate fino ad ottenere un impasto piuttosto corposo e appiccicoso. Non facilissimo da lavorare ^_^
Preparate i pirottini per muffin sistemandoli nell'apposita teglia. Con queste dosi verranno 6 muffinbread piuttosto piccoli. Regolatevi in base al vostro gusto. Aiutandovi con un cucchiaio e con una spatola in silicone dividete l'impasto nei pirottini, senza riempirli fino all'orlo: in cottura cresceranno, non troppo ma cresceranno! Anche facendoli piccoli, come li ho fatti io, l'interno risulterà morbidissimo!
Portate a temperatura il forno e infornate, cuocendo a 200° per 40/45 minuti. Controllate che siano piuttosto dorati e che inizino a creparsi in superficie. Se non foste sicuri della cottura, accertatevene inserendo uno stuzzicadente o la lama di un coltello in uno dei muffinbread: se quando la ritrarrete saranno perfettamente puliti allora è ora di sfornarli!!
Non dovrete fare altro che servirvi: questi vanno benissimo anche da mangiare caldi caldissimi ^_^
Certo, visto la consistenza, potrete sbizzarrirvi ad interpretarli in modi diversi. Trovo siano ottimi come pane per accompagnare un pasto, ma io li ho anche apprezzati a colazione (lo sapete, per me la colazione è assolutamente salata!!!!).
Io li ho farciti con la verdura che mi era rimasta dall'impasto, ma credo che potrei trovarne infiniti altri utilizzi!


A voi la... fantasia e l'estro!!


abc

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