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Torta carote, cocco e cioccolato bianco: attimi di panico dopo il grido di gioia e l’intraprendenza mattiniera

Mi piacciono le persone che non si fanno pregare. Se il venerdì avanzo una proposta di vederci il giorno seguente, e la risposta è certo, ti fermi a cena? io divento un ammasso incontenibile di gioia. E questo è successo, ancora con loro, ancora con la mia dolce Sara e con il piccolo Filippo. Una visita organizzata così velocemente che..... HO SOLO UN UOVO IN FRIGO E NON HO IL TEMPO PER UNA LIEVITAZIONE!!!!!! Cosa faccio? Gli impegni in questo periodo mi tolgono tempo ed energie, ma a mani vuote non mi sarei mai presentata. E volete che la Cuocherellona vada banalmente in una pasticceria a prendere un chilo di gelato o qualsiasi altro più o meno anonimo dolcetto? Poche ore di sonno e apro gli occhi: le 6. Troppe poche ore di sonno, ma la testa inizia a cercare una soluzione. E' lì che l'ho partorita: sotto quel cumulo di piume ancora piacevolmente calde ho capito che quell'unico uovo neanche l'avrei utilizzato. E magicamente, con lo scorrere delle ore, l'idea ha trovato materialità e il risultato mi ha piacevolmente appagato. Quando ogni dettaglio si incastra al suo posto, anche i salti mortali danno carica e soddisfazione.
Ad assaggio avvenuto dico solo questo: ho abbondato, rispetto alle mie solite dosi, con lo zucchero. L'ho fatto per non venire a meno al piacere del dolce, visto che questo dolce sarebbe stato destinato ad altri. Ma sicuramente una prossima volta ne dimezzerò la quantità. Per i miei gusti era un tantino di troppo.

Ingredienti

300 g di carote pulite
150 g di farina di cocco
150 g di nocciole
110 g di zucchero di canna (55 g sono sufficienti)
50 g di cioccolato bianco
160 g di yogurt greco alla vaniglia (0% di grassi)
1 bustina di lievito per dolci

Inserite le nocciole in un boccale, insieme allo zucchero di canna. Tritate a più riprese, fino ad ottenere una polvere fine.
Trasferite tutto in una ciotola e unitevi la farina di cocco.
Tagliate a pezzi le carote pulite e trasferitele nel boccale. Unitevi il cioccolato bianco. Tritatele fino a renderle fini e di consistenza uniforme.
   Aggiungete lo yogurt e amalgamate tutto. Poi, poco alla volta, unite il mix di nocciole, zucchero e farina di cocco, a cui avrete aggiunto anche la bustina di lievito. Impastate bene fino ad ottenere una crema densa e omogenea.
Rivestite una teglia con carta forno. Io ho utilizzato una teglia onda da 26 cm di diametro.
Rovesciateci l'impasto e distribuitelo uniformemente su tutta la superficie.
Portate il forno alla temperatura di 160° e infornate. Trascorsi 15 minuti alzate la temperatura a 175° e proseguite con la cottura per un'altra ora.
L'impasto rimarrà molto umido (se usate carote novelle sappiate che rilasceranno maggiore acqua, quelle più "vecchie", invece, saranno più asciutte).
Sfornatela e lasciatela intiepidire nello stampo. Io non avevo tempo, ma sarebbe meglio farla raffreddare completamente. A questo punto trasferitela su un piatto e servitela. Io l'ho sistemata prima in un piatto da dessert in vetro, poi l'ho trasferita nel contenitore adatto a trasportarla.
Il mio istinto goloso avrebbe affondato un morso anche in versione appena sfornata, ma mi sono limitata a farlo sul piccolo assaggio cotto a parte, per testare la riuscita del dolce ed evitare figuracce davanti agli amici ^_^
Assggiandola poi fredda posso garantirvi che l'attesa premia il sapore. Cercate, quindi di resistere. Il cioccolato bianco, una volta raffreddato, dà una consistenza deliziosa e rende incantevole il mix di nocciole, cocco e carote. Ci sarebbe stato bene anche un piccolo aroma, come timo o rosmarino, ma queste faccende le lascio ai momenti in cui posso anche non condividere ^_^
Il taglio pare sia stato un successo. Il piccolo Filippo l'ha gustata con piacere e.... anche il papà ^_^
Noi due donnine abbiamo gustato con l'occhio attendo alla quantità (ma comunque ce ne siamo divorate una bella fetta) e tutto è parso andare per il meglio.
A volte il poco sonno ripaga.abc

Crema di cioccolato bianco mandorlato all’arancia: certezze, consapevolezze e… avanti tutta

E poi ci sono quelle volte in cui non guardo in faccia nessuno. Vado dritto per la mia strada, assecondando solo i miei desideri. Le sensazioni emergono da un cumulo polveroso di pensieri e lascio che scorrano davanti agli occhi, sotto pelle, nel respiro. Mi fido di me stessa, ho imparato a comprendere che posso farlo e abbasso le armature. Voglio il sole sulla pelle e il sorriso sul viso. Sento voci, ma non ascolto. Le invidie non fanno per me, i giudizi li lascio a chi non ha sufficiente carattere e la smania di sminuire ciò che non si conosce la lascio a chi vuole credersi grande. Mi siedo su quella roccia e osservo il panorama, assaporo la strada che ho percorso e sorrido a quella che ancora mi aspetta. Un passo alla volta, è sempre stato il mio motto, e un passo alla volta riprenderò il mio cammino. Ma ora mi godo il momento. Un carico di energie e poi riprenderò. Il cioccolato bianco può essere una debolezza. Io l'ho trasformato in determinazione. Aromatizzato, corposo, soffice e vellutato in una crema che non lascia dubbi: è qui che voglio stare ed è da qui che voglio ripartire.

Ingredienti

200 g di cioccolato bianco
60 g di zucchero di canna
45 g di mandorle con la pelle
50 ml di latte di avena
95 g di succo di arancia
scorza di 1/2 arancia
1 g di agar agar

Mettete in un boccale le mandorle e lo zucchero di canna. Tritate ad intervalli, per non fare surriscaldare le mandorle, fino a quando saranno molto fini.
Lavate e asciugate l'arancio. Tagliate la scorza di mezzo frutto, facendo attenzione a prelevare unicamente la parte arancione. Inseritela nel boccale insieme alle mandorle tritate e unitevi anche il cioccolato spezzettato.
Tritate finemente tutto e fate sciogliere la crema (direttamente nel Bimby per chi lo avesse oppure a bagno maria per chi non lo avesse) aggiungendo 50 ml di latte di avena.
   Nel frattempo spremete l'arancio e con una piccola parte del succo stemperate l'agar agar (basterà la punta di un cucchiaino). Aggiungetelo al resto del succo e versatelo, a filo, vel cioccolato sciolto, mescolando continuamente. Fate cuocere per un paio di minuti.
Sterilizzate un vasetto (o due) e asciugatelo molto bene. Non dovranno rimanere tracce di acqua.
Versate il cioccolato bollente (mi raccomando è essenziale che sia molto caldo), chiudete subito il barattolino, avvolgetelo in un canovaccio e fatelo raffreddare a temperatura ambiente. Si formerà, così, il sottovuoto che vi permetterà di conservare la crema per un paio di settimane anche fuori dal frigorifero.
Se, come me, un vasetto non dovesse bastare, potrete versare la crema avanzata in un contenitore o in un barattolino piccolo, da tenere in frigorifero pronto all'uso. Vi garantisco che sarà molto difficile che duri molto, ma si conserverà comunque per diversi giorni.
Il sapore dolce, supportato dal dolce/amaro delle mandorle e reso fresco dall'aroma dell'arancia (la nosta aspra del succo vi conquisterà) renderà goloso e irresistibile ogni cenno di assaggio.
La consistenza cremosa e soffice avvolgerà il palato e non vi darà scampo. Difficile liberarsi da questo piacere.


abc

Panettone con impasto a mano al cioccolato bianco e pistacchi: il traguardo che mancava al mio Natale

Lo so, starete pensando che il mio calendario sia sul mese sbagliato, che sia una irriducibile sentimentalista, che sia ora che la smetta di parlare di panettoni e che faccia mente locale sul periodo in cui ci troviamo. In realtà, seppur non troppi giorni fa, questo panettone l'ho elaborato ancora in tempi non sospetti. Purtroppo non ho potuto provvedere prima, per cause di forza maggiore, a perfezionare la tecnica sperimentata sulla versione alle albicocche e noci. Ve lo dissi, ai tempi: la lavorazione a mano mi ha affascinato notevolmente. Vuoi che la mancanza di una macchina adatta a questo tipo di impasto mi abbia fatto apprezzare la forza delle braccia, vuoi che non chiudo mai un capitolo se ho ancora dei dubbi e dei vuoti da colmare, ma ho ceduto. Al diavolo i tempi imposti dal mondo, al diavolo il 7 gennaio e l'arrivo del carnevale, al diavolo il "si fa, non si fa": io l'ho fatto e non me ne pento. Questo panettone è la fine del mondo. Non importa che ancora una volta non sia venuto il cupolino. Il prossimo anno migliorerò anche questo aspetto. Il sapore, però, il sapore di questo impasto soffice e fragrante..... ecco, questo ripaga di tutte le fatiche! Ora però passo, e chiudo. E' una promessa ^_^

Ingredienti

Primo impasto
300 g di farina per dolci (io Antico Molino Rosso)
117 g di acqua
96 g di zucchero di canna grezzo
12 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
123 g di tuorlo d'uovo (circa 7 tuorli)
137 g di margarina

Secondo impasto
il primo impasto
55 g di farina per dolci
33 g di tuorli (circa 2 tuorli)
emulsione*
22 g di zucchero di canna grezzo
27 g di margarina
6 g di sale
110 g di pistacchi tostati non salati
100 g di cioccolato bianco

Per l'emulsione (*)
60 g di malto d riso
scorza di 1 arancio
scorsa di 1 limone

Preparate tutti gli ingredienti del primo impasto, mettendo la farina (per i 3/4 del peso indicato) e il lievito madre nella ciotola in cui eseguirete l'impasto. Il quarto di farina tenuta da parte vi servirà durante la lavorazione.
Versate l'acqua nella farina (mischiata al lievito) e impastate, con le mani. Lavorate fino ad ottenere un impasto compatto e liscio. Questa volta ho insistito su questa fase, in modo da avere un impasto vellutato già in partenza. Iniziate, quindi, ad aggiungere un tuorlo. Lavorate bene fino a quando non sarà stato completamente incorporato.
A questo punto versate una parte di zucchero e lavorate nuovamente fino al completo assorbimento. Versate un po' della farina tenuta da parte e procedete allo stesso modo.
E' molto importante che, prima di aggiungere un nuovo ingrediente, quello precedente sia stato assorbito del tutto. Ripetete questa operazione partendo nuovamente dai tuorli e seguendo con lo zucchero e la farina, fino a terminare le quantità indicate. Questa fase richiederà quaranta minuti di paziente lavoro.
Dovrete ottenere un impasto elastico, che avrà acquisito una certa incordatura. Lo sentirete piuttosto appiccicoso, ma si staccherà comunque abbastanza facilmente dalle mani.
Iniziate, a questo punto, ad incorporare la margarina.
Siate pazienti e versatene poca alla volta. La quantità indicata io l'ho aggiunta in 7 volte. Ogni volta in cui aggiungerete il grasso, dovrete impastare fino al completo assorbimento. Solo allora potrete procedere all'aggiunta della dose successiva. Questa lavorazione, che durerà altri 30 minuti circa, sarà importante per conferire all'impasto l'incordatura perfetta. Sentirete la pasta legarsi alle dita e ne sentirete la forza.
Otterrete un panetto liscio, morbido ed elastico. A fatica si spezzerà, tirandolo con le mani.
Ungete una terrina con poca margarina e adagiatevi la pasta. Inseritene una parte nella spia, e cioè in un bicchierino dai bordi perpendicolari, che vi servirà a valutare il momento perfetto della triplicazione dell'impasto. Fate un segnetto dove arriva l'impasto e misurate il livello di triplicazione.
Coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate riposare in forno a 27° (io ho lasciato la lucina accesa) fino a quando sarà triplicato di volume. Se vedeste che lievita troppo velocemente, spegnete la lucina e lasciate l'impasto in forno.
Questa fase a me ha richiesto 6 ore. Mi raccomando, la lievitazione in questa fase dovrà essere molto lenta e l'impasto che dovrete ottenere dovrà essere perfettamente triplicato. Non un po' di più, pena la perdita di forza dello lievito, non un po' di meno, pensa tempi lunghissimi sulla seconda lievitazione.
Versate in una ciotola il malto di riso. Aprite la bacca di vaniglia incidendola verticalmente ed estraete i semini. Uniteli al malto, insieme alla scorza grattugiata del limone e dell'arancio. Mescolate con un cucchiaio, fino ad ottenere una pasta omogenea. Tenete da parte.
Nel frattempo tagliate il cioccolato bianco in piccoli dadini e sgusciate i pistacchi, se usaste quelli con il guscio (il peso è riferito al prodotto puro, senza guscio).
   Preparate tutti gli ingredienti che vi serviranno per il secondo impasto. Quando l'impasto sarà triplicato, scopritelo e misuratene la temperatura. Non iniziate la seconda fase di lavorazione prima che abbia raggiunto una temperatura inferiore ai 24°.
Mischiate il lievito madre secco alla farina (la prossima volta valuto anche questa aggiunta di agente lievitante), separate i tuorli dagli  albumi e pesate tutti il resto.
A questo punto versate il mix di farina e lievito, poco alla volta, e iniziate a lavorarlo, cercando di incordare l'impasto. Lavorate fino a quando la farina si sarà assorbita completamente. Ci vorranno dieci minuti circa di lavoro. Ricordate che ogni ingrediente dovrà essere inserito solo quando il precedente sarà stato incorporato completamente all'impasto. Quando avrete ottenuto una pasta uniforme, procedete unendo un tuorlo alla volta. Aggiungete il secondo solo all'assorbimento del primo.
Effettuate la stessa operazione aggiungendo lo zucchero, poco alla volta. Aggiungete, quindi, l'emulsione, un cucchiaino alla volta. Lavorate con tenacia la pasta, fino ad incorporarla tutta.
A questo punto aggiungete il sale ed incordate bene l'impasto.
Per ultimo aggiungete poca margarina alla volta e lavorate la pasta, facendola incordare.
Quando avrete ottenuto un impasto omogeneo, aggiungete i pistacchi, leggermente schiacciati, in modo da renderli una granella grossolana. Impastate con pazienza fino a quando non si saranno incorporati perfettamente e in maniera uniforme. A questo punto procedete con il cioccolato bianco, che non andrà lavorato eccessivamente, affinché non si sciolga con il calore delle mani.
A questo punto l'impasto è pronto per la seconda lievitazione. Copritelo con un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo lievitare in forno, a 27°, per circa 1 ora. Rovesciatelo quindi su una spianatoia leggermente unta, allargatelo e lasciatelo asciugare per circa mezz'ora. In questo modo sarà più facile procedere all'ultima lavorazione. Se fosse necessario allungate i tempi di riposo di questa fase. Io ho lasciato che asciugasse per un'ora abbondante, piegandolo un paio i volte su se stesso (lasciando la superficie superiore - quella su cui si forma la crosticina - all'esterno). Non procedete fino a quando sentirete che l'impasto non sarà appiccicoso, ma avrà quella pellicina indurita. In questa fase dividete l'impasto in differenti pezzature, se non voleste fare una forma da un chilo. Questa volta ne ho preparati due da mezzo chilo.
   Procedete con la pirlatura: piegate in quattro (prima a metà da una parte, poi a metà dall'altra) l'impasto, dategli una forma tondeggiante e fatelo scivolare sul ripiano, accompagnandolo con la mano, per formare lo strato lucido e compatto che racchiuda tutto l'impasto. Vi lascio ancora il video dimostrativo. Il mio impasto non è venuto così solido, per cui la pirlatura è stata più difficile.

 

Sistemate l'impasto, così lavorato, nello stampo, o negli stampi, da panettone. Copriteli con un foglio di pellicola trasparente e lasciateli lievitare per circa 8/9 ore (a me ce ne sono volute quasi 12!!), fino a quando l'impasto raggiungerà quasi il bordo del pirottino.
Questa operazione generalmente la lascio alle ore notturne. Quando vedrete che l'impasto sarà lievitato a sufficienza, togliete la pellicola e lasciatelo respirare per mezz'ora circa. In questo modo si formerà una crosticina sulla superficie, pronta per il taglio.
Con un coltello ben affilato incidete una croce sulla superficie. Prendete le punte, alzatele leggermente e tiratele verso il centro, sovrapponendole tra loro. Sistemate qualche fiocco di margarina (questa volta ho messo del burro vegetale) all'interno dei tagli.
Portate il forno in temperatura, a 160°, e infornate. Cuocete per circa 40 minuti, ma non perdete di vista l'andamento della cottura.
Quando saranno passati almeno 20 minuti (la prossima volta non abbandono questo sapere, perché mi è costato il cupolino!!), iniziate a verificare la temperatura interna con un termometro. Ricordate che il cuore del panettone non dovrà superare i 92°. In questo modo rimarrà morbido e umido.
Spegnete il forno quando sarà cotto e sfornatelo. Con due stecchi (meglio dei ferri da calza o degli spiedi in acciaio) infilzate la base del panettone.
Capovolgetelo e lasciatelo raffreddare almeno un paio d'ore a testa in giù. Quando sarà trascorso il tempo riportatelo in posizione supina e togliete gli spiedi.
Ricordate che lasciandolo riposare un paio di giorni l'impasto acquisirà equilibrio e il sapore diventerà armonioso. Non imbustatelo prima che siano trascorse 10 ore, per il panettone da 1 chilo, e 6 ore, per quello da mezzo chilo. E' fondamentale per una corretta conservazione.
Procedete, quindi, al taglio e assaporatelo.
Personalmente decreto questa versione, la mia preferita in assoluto. Il cioccolato bianco conferisce la giusta dolcezza e sposa a meraviglia il pistacchio.

Ora che la stagione dei panettoni è realmente conclusa, non mi rimane che mangiare le briciole!abc

Crema fondente bianca al pistacchio: l’ispirazione, il pensiero e la distanza abissale dal concetto di dieta

Va bene, vi prometto che per un po' vi darò tregua. Concedetemi solo l'ultima chicca pistacchiosa. Già che vi abbia concesso un intramezzo salato in questo show di dolci leccornie, con gli gnocchi alla romana, è stato un riprendere fiato dal lungo show natalizio. Sì, perché, io che golosa lo sono veramente, mi tengo alla larga tutto l'anno da preparazioni di questo genere, ma a Natale mi piace deliziare i pochi intimi con piccole prelibatezze che del dietetico hanno ben poco!! E volete che non assaggi anche io????
Quando proposi la mia dietcrema di pistacchi, la cara amica Enza commentò quanto fosse ben diversa dalla sua proposta, che io avevo ben adocchiato e di cui mi ero innamorata follemente. Così ecco che, ispirata dalla su nutella di pistacchi, ho ceduto alla tentazione!! Non si commenta, si mangia e basta ^_^

Ingredienti

170 g di pistacchi tostati non salati
250 g di cioccolato bianco
250 ml di latte di riso alla vaniglia
25 g di zucchero grezzo di canna

Sgusciate i pistacchi (operazione abbastanza impegnativa e paziente) e puliteli il più possibile dalle loro pellicine.
Tritateli finemente, insieme allo zucchero, fino a creare una sorta di pasta. Azionate le lame poco alla volta, in modo da non surriscaldare troppo il composto. Quando saranno finissimi, metteteli da parte.
Spezzattate il cioccolato bianco e tritatelo finemente. Mescolatelo ai pistacchi e fatelo sciogliere, portandolo ad una temperatura di 90°, mescolando continuamente. Io ho eseguito tutto nel Bimby, ma questa operazione può essere fatta a bagno maria.
Scaldate leggermente il latte e versatelo a filo, mescolando sempre con molta cura. Continuate fino ad ultimare i 250 ml. Portate nuovamente in temperatura la crema e, poco prima dell'ebollizione, spegnete il fuoco.
Sterilizzate dei vasetti in vetro e fate in modo che siano perfettamente asciutti. Versate, quindi, la crema all'interno, chiudete il vasetto e lasciate raffreddare.


Conservate la crema in frigo, una volta che sarà completamente fredda. Diventerà compatta e cremosa.
Assolutamente irresistibile!!


abc

Crema di cioccolato piccante alle nocciole: prendere per la gola non è mai stato così piacevole

Capita che, frequentando quella spiaggia sempre più "casa mia" conosci la vicina di lettino. Prima un "ciao", poi un "come stai", poi una chiacchiera in più, una piccola confidenza, poi il calore di lunghe giornate trascorse insieme...... Occhi celeste come l'infinito, capelli biondo intenso, carnagione scura dal sole di lago. Qualcuno si lancia perfino in giochi di similitudine (sono negretta come mai prima d'ora, il mio rosso carota con il sole è diventato biondo intenso e gli occhi.... beh, madre natura ha voluto fossero azzurro cielo). Capita che quella persona ti dica, un giorno, pranziamo insieme? E capita che io dica con molto piacere. Sua ospite la prima volta, tento di ricambiare la carineria una seconda volta, ma finisco per essere nuovamente sua ospite. Alla terza volta le dico "oggi ognuno pensa a sé"..... e finisco, per un gioco di complicità, a ottenere la mia rivincita. Amante del pane di segale proposto in occasione della grigliata con l'allegra combriccola, consapevole del suo amore per il cioccolato fondente..... mi dico ora la sistemo io! Quando preparo queste creme lo faccio sempre pensando a qualcuno, in modo da riservarmi solo gli avanzi e non cadere in tentazione..... e questa volta ho mantenuto lo stesso piano d'azione. Ma la curiosità di sapere quel buon vasetto quanti giorni durerà in casa di Irene..... beh, mi solletica abbastanza!! Di certo è che.... LO MERITA TUTTO!! Ingredienti 150 g di cioccolato fondente extra 50 g di cioccolato bianco 80 g di nocciole 50 g di zucchero grezzo di canna 200 ml di latte di riso alla nocciola (io Isola Bio) 1 cucchiaio di amido di mais 5 cucchiai di olio di semi di soia peperoncino a piacere Tritate molto finemente le nocciole con lo zucchero, facendo attenzione che il composto non surriscaldi e che non diventi una pasta burrosa. Aggiungere il peperoncino (io ne ho aggiunto mezzo cucchiaino raso, come nella foto, e il risultato è stato un sapore decisamente intenso!!) e mescolare bene al composto di nocciole. Spezzettate nel trito ottenuto i due tipi di cioccolato e tritarli finemente incorporandoli alle nocciole. Trasferite il tutto in una casseruola e cuocete a bagnomaria. Mi raccomando a non portare mai a bollore l'acqua. Stemperate l'amido di mais nel latte di riso precedentemente scaldato e, non appena il cioccolato inizierà a sciogliersi, versatevi il latte (unendolo freddo farebbe reazione con il cioccolato, che diventerebbe una massa densa). Mescolate molto bene aiutandovi con una frusta a mano e, quando il composto sarà completamente amalgamato aggiungete l'olio di semi di soia. Tenete a bagnomaria continuando a mescolare fino a quando avrete ottenuto una crema perfettamente liscia ed omogenea. Preparate uno o due barattoli (con queste dosi vengono circa 500 ml di crema), sterilizzandoli in acqua bollente per 5 minuti e facendoli asciugare perfettamente. Versate la crema nei barattoli, fino ad un dito dal bordo, chiudeteli e, avvolti in un canovaccio, fateli raffreddare completamente. Raffreddando si creerà il sottovuoto e potrete tenerli in dispensa fino all'apertura. Una volta aperto il barattolo andrà conservato il frigorifero e durerà per almeno una buona buona settimana..... ma sono certa che ad una settimana non ci arriverà! Gustate la vostra crema a cucchiaio, su una fettina di pane (magari di segale, Irene?), su una fetta biscottata, in un dolce.... Insomma, sbizzarritevi. Il piccante sicuramente rende il tutto più sfizioso! abc

Baci di dama al timo con pasta di mandorle: due tradizioni che si incontrano e che si fondono

Lo sapete, è difficile che vi proponga dei dolcetti dalle inquantificabili calorie. Sapete bene che sono sempre attenta ad ogni ingrediente e che difficilmente sgarro. Questa volta, però, non posso esimermi dal parlarvi di tanta meraviglia.
Ricordate quando vi parlai di Cristian, il gestore del bar e della spiaggia in cui sto trascorrendo la mia estate, mostrandovi il carpaccio con nocciole e pompelmo? Ecco, vi accennai quanto la sua generosità si sia manifestata in più occasioni. Qualche tempo fa, prima che tornassi a casa reduce da una gran bella giornata di sole, mi ha consegnato un pacchetto di pasta di mandorle. Bene: non ho mai usato questo prezioso ingrediente e la cosa, confesso, mi ha tanto responsabilizzato, quanto stimolato. E, ovviamente, incuriosito. Ho fatto un po' di ricerche sul web per capire come generalmente viene utilizzata, ma ero certa che avrei creato la mia personale versione e che quegli spunti sarebbero solo stati dei puntini di luce utili a non sprecarne la minima briciola. Ho pensato ad una frolla a base di olio e senza uova. L'ho pensata aromatizzata al timo, come mi ha insegnato la cara amica Micol, che fa del timo uno dei suoi ingredienti cult. Ed ho pensato ad una farcifura dolce, particolarmente dolce, che contrastasse il sapore del biscotto: pasta di mandorle, cioccolato bianco e......

Ingredienti

Per i biscotti
130 g di farina di farro bianca
3 g di farina di riso impalpabile
1.5 g di cremor tartaro
1 g di bicarbonato di sodio
2 g di zucchero integrale di canna
6 rametti di timo fresco
60 g di olio di semi di soia
1 pizzico di sale
30 ml di latte di riso

Per la farcitura
20 g di pasta di mandorle
50 g di cioccolato bianco
7/8 gherigli di noci

Tritate finemente lo zucchero di canna con le foglioline di timo, precedentemente lavate e asciugate. Unite le farine, il cremor tartaro, il bicarbonato, il sale e mescolate bene. Aggiungete il latte e, a filo, l'olio.
Impastate bene fino ad ottenere un panetto compatto. Avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e fatelo riposare in frigo per un'ora circa.
Nel frattempo dedicatevi alla farcia. Grattugiate (o tritate direttamente in un robot - io uso il Bimby) la pasta di mandorle. Aggiungetevi il cioccolato bianco spezzettato e le noci. Tritate tutto insieme e rendete il composto omogeneo. Dovrà risultare una pasta morbida, ma di una certa consistenza. Mettere in frigo in un recipiente coperto.
Riprendete quindi la pasta frolla e procedete alla preparazione dei biscotti. Ho imparato a fare i baci di dama a mano, a scuola: tante palline singole posate sulla placca da forno che, cuocendo, diventano mezze sfere da accoppiare. Questa volta mi sono servita di uno stampo in silicone, trovato su una bancarella ad una sagra: in questo modo ciascuna metà di bacio sarebbe stata perfetta!
Dividete l'impasto in tanti pezzi del medesimo peso. Formate tante palline, o schiacciateli in uno stampo come quello che ho utilizzato io. Cuocete in forno a 200° per circa mezz'ora, ma regolatevi in base al colore che i biscotti assumeranno: ciascun forno ha caratteristiche differenti.
Quando saranno ben dorati sfornateli e lasciateli raffreddare.
Coprite la base di metà dei biscotti con mezzo cucchiaino circa di farcia al cioccolato bianco e unitevi le rispettive metà rimanenti. Conservate i biscotti in frigo, soprattutto nei giorni in cui le temperature sono elevate, ma state certi che dureranno poco!!

Uno tira l'altro e in un attimo, vedrete, saranno finiti: è la tragedia dei baci di dama, per cui il tanto lavoro corrisponde alla poca durata ^_^

Ma vale senz'altro la pena.....


abc

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