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Ventagli di Saragolla al mandarino: dal cuore all’anima in un viaggio di ricerca e cura del dettaglio

Osservo sempre le scorte dei miei lievitati diminuire, settimana dopo settimana, domenica dopo domenica. Lo faccio immaginando cosa mi inventerò la volta successiva. E' così, se tutta la settimana la mia colazione è proteica e controllata, la domenica mattina la brioche la fa da padrona!!! Ma fatta in casa, ovvio! Ogni preparazione è un esperimento e mai, dico MAI, replico una ricetta. Così questa volta mi sono detta che, oltre alle farine speciali che sono sempre più ricche e numerose nella mia dispensa, avrei provato un accostamento diverso. Una sorta di sfogliatura fatta con una crema a base di zucchero di canna e farina di mandarino, la mia meravigliosa farina di mandarino. Vi garantisco che il risultato non è nulla di stucchevole (lo zucchero l'ho quasi esclusivamente limitato della farcia) e, anche se l'impasto è risultato troppo idratato per questo tipo di preparazione (me lo ricorderò per il prossimo esperimento), questi ventagli hanno conquistato le mie papille e.... quelle della mamma, certo golosa, ma anche obiettiva ^_^

Ingredienti

Per l'impasto
210 g di farina Petra 1
35 g di farina di soia tostata
130 g di farina di Saragolla
40 g di lievito madre secco naturale
350 g di latte di soia
15 g di malto di orzo
20 g di margarina (per me autoprodotta) per le pieghe

Per la farcia
10 g di farina di mandarino
15 g di zucchero di canna Dulcita
1 bacca di cardamomo
cannella a piacere
2 cucchiai di malto di riso
3 cucchiai di margarina (per me autoprodotta)
2 cucchiaini di succo di limone

Iniziate preparando la farcia: più riposerà e più sarà buona. Potreste iniziare anche un paio di giorni prima!!
Unite zucchero e farina di mandarino, mescolate tutto, quindi unite i semi del cardamomo ridotti in polvere, la cannella, il malto di riso e il succo di limone. Mescolate tutto fino ad ottenere una pasta compatta ed omogenea. Mettete a riposare in frigorifero.
   Passate all'impasto. Mescolate le farine e il lievito in polvere. Sciogliete il malto d'orzo nel latte di soia tiepido, a non più di 30°. Unite la farina, poca alla volta, e iniziate ad impastare. Lavorate il tutto fino a quando l'impasto risulterà elastico ed incordato. Io ho utilizzato il Bimby, ma potrete affidarvi alla vostra impastatrice, o alle vostre preziosissime mani (e alla vostra pazienza ^_^).
Sistemate l'impasto in una terrina, copritela con un foglio di pellicola trasparente e lasciatela lievitare per almeno 6 ore, ovvero fino al raddoppio.
Trascorso il tempo di lievitazione rovesciate la pasta su un piano infarinato, stendetelo in un rettangolo e copritelo di margarina per i 2/3. Iniziate a praticare la prima piega a 3, alzando la parte dell'impasto scoperta. Coprite con la pellicola e lasciate riposare un'ora l'impasto.
Riprendetelo e stendetelo con un mattarello. Piegate in quattro, prima a metà da una parte poia a metà dall'altra, e avvolgetelo nuovamente nella pellicola. Dopo un'ora di riposo procedete nuovamente con una piega a 3 e fate ancora riposare per un'ora.
A questo punto riprendete la farcia preparata in precedenza e allungatela con 3 cucchiai di margarina. Stendete l'impasto in una sfoglia spessa circa un centimetro. Tagliatela in quattro e coprite tre parti con la farcia.
Sovrapponete le parti, mantenendo la farcia verso l'alto, avendo cura di lasciare la parte di pasta senza farcitura per ultima.
Con una rotella tagliate delle strisce larghe un paio di centimetri. Piegatele su loro stesse ad S, creando 3 pieghe, quindi attorcigliatele praticando mezzo giro e adagiatele su una placca coperta da carta forno. Spero le immagini possano semplificarvi il passaggio, ma vi garantisco che non è nulla di impossibile ^_^
Lasciate riposare i vostri ventagli sulla teglia per tutta la notte, in frigorifero.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 200°. Infornate e cuocete per 20 minuti circa.
Controllate che diventino ben dorate e quindi sfornatele.
Lasciatele intiepidire, meglio raffreddare, e gustatele. Se, come me, siete soliti preparare grandi scorte, una volta che saranno perfettamente fredde, potrete conservarle nel freezer e averle pronte al consumo per qualsiasi momento in cui vogliate concedervi una coccola.

I sapori agrumati e delicati si sposano alla perfezione con le farine rustiche e fragranti.

E quando sentite parlare di saragolla ricordate che si tratta di un prodotto italiano, che corrisponde al famoso Kamut commercializzato da una multinazionale, ma completamente nostrano!! La scelta degli ingredienti e la consapevolezza .... arrivano anche nella comprensione delle vere differenze. Una differenza c'è anche tra semola e farina: la saragolla è una semola, mentre la farina è denominata solina.

Il nostro Paese è ricco di prelibatezze: non fermiamoci alle apparenze!!abc

Barrette essiccate con Goji, fichi e pistacchi: l’energia che si diffonde in una eco interminabile

Non che mi stanchi di iniziare la giornata con i miei amati frollini al mandarino (peralto una delle ricette maggiormente preparate, richieste, condivise e.... apprezzate) oppure i biscotti ai cereali, ma quando vengo stimolata e punzecchiata da idee e combinazioni sfiziose, non riesco davvero a tenermi alla larga da nuove sperimentazioni.
Vidi la giusta prospettiva in una pubblicazione della splendida Alice nel suo blog Ricette Vegolose. Le sue barrette avrebbero avuto ben poche speranze di finire nel girone delle ricette da provare e mai provate. E, infatti, il giorno dopo mettevo le mani in pasta. Fu colpo di fulmine, avvalorato dalla certezza che, ORA, non mi sarei più dovuta arrendere di fronte alla parola essiccatore. Alice aveva domande e risposte e io non mi sarei lasciata sfuggire l'occasione. Nel mio percorso di consapevolezza alimentare (e non solo), vanto piccoli traguardi, che mi rendono fiera e orgogliosa. L'essiccatore è uno di questi. Desiderato, voluto, cercato, atteso, è arrivato a darmi il suo preziosissimo supporto. Avrò un paio di jeans in meno nel guardaroba, ma posso dire che ho guadagnato un fedele alleato: stimola la fantasia e appaga palato e curiosità.
Queste barrette possono anche essere consumate crude, senza il passaggio di essicazione. Come indica Alice, dovrete solo accertarvi che vengano conservate in frigorifero.
Preziosissime per una bilanciata carica energetica, a inizio giornata o prima dell'attività sportiva, sono intense, ricche, gustose e appaganti. Insomma, non esistono scuse!!

Ingredienti

85 g di fichi secchi
40 g di fiocchi d'avena
succo di 1/2 pompelmo
2 bacche di cardamomo
40 g di mandorle
40 g di pistacchi di Bronte
40 g di cocco fresco
20 g di bacche di Goji
10 g di farina di mandarino
sale rosa dell'Himalaya
cannella in polvere

   Eliminate il picciolo dai fichi e tagliateli a dadini. Interiteli in una ciotolina, unitevi i fiocchi d'avena e irrorate tutto con il succo del pompelmo. Lasciate riposare e ammorbidire tutto per circa mezz'ora.
Inserite in un boccale le mandorle, i pistacchi, il cocco e le bacche di Goji. Tritate tutto finemente, quindi aggiungete la farina di mandarino e i semi delle bacche di cardamomo, precedentemente pestati con un mortaio e ridotti in polvere. Unite il un pizzico di sale rosa e cannella a piacere, quindi mescolate tutto, fino a formare un impasto omogeneo, che lascerete riposare per almeno un'oretta.
Riprendete l'impasto e stendetelo su un piano di lavoro, formando uno strato spesso non meno di mezzo centimetro.
Tagliate i biscotti della forma gradita, quindi sistemateli sui ripiani dell'essiccatore (in alternativa potreste passarli in forno a 50° con lo sportello socchiuso, o ancora lasciarli crudi e trasferirli direttamente in frigorifero). Impostate la temperatura a 45° e lasciateli tutta la notte.
Quando saranno ben asciutti, ma comunque morbidi e compatti, spegnete l'essiccatore e prelevate i biscotti.
Potrete conservarli in un barattolo di vetro o in una scatola di latta: dureranno due settimane senza colpo ferire ^_^

Fragranti e golose, riempiranno la cucina di profumi e il palato di sapori. Sono irresistibili, tanto da richiedere attenzione: per quanto salutari e ricche di preziosi nutrienti, sono assolutamente caloriche!

Ma sono buone da togliere il fiato!!
abc

Ferratelle veg: non una variante alla tradizione, ma una scelta ben mirata che offre un dolce irripetibile

Gli amici che mi seguono anche sulla pagina di Facebook avevano avuto un'anticipazione. La visita in terra abruzzese dello scorso agosto mi aveva arricchito di un attrezzo tipico della zona e averlo per me mi ha fortemente arricchito. Forse è proprio il legame con quelle tradizioni ad avermi tenuto sempre lontano da piastre elettriche per la preparazione di waffle. Perché le ferratelle..... sono le ferratelle. E le ferratelle vanno preparate con il ferro apposta. Vi confesso che questa meraviglia, che mi dà notevoli soddisfazioni, trova spesso spazio nella mia cucina, dando un tocco di magia alle mie colazioni domenicali. Insieme al ferro ho portato a casa anche un paio di ricette tradizionali. Ovviamente ognuno ha la propria ricetta, ogni famiglia la sua tradizione e ogni donna i suoi segreti. Ma io, che amo sperimentare, ho cercato (e sto cercando) di trovare la mia, la preferita. E come non avrei potuto dare un seguito a questa ricerca, se non approdando anche nell'universo veg? Tutto nacque da una battuta di mio fratello, vegano. Mi disse "chissà come poterle veganizzare". Eh, bella roba riuscire a trovare una soluzione mantenendo il sapore tipico di un preparato a base di uova e latte ^_^ Ci ho provato e ne sono rimasta soddisfatta. MA, e dico MA, non ritengo che queste siano la versione classica, in veste vegana. Queste sono a sé, con sapori loro, consistenze loro, profumi loro. Le vere ferratelle.... rimangono cosa differente.
Ma sono buone da non poterne più fare a meno ^_^

Ingedienti

60 g di yogurt di soia al limone
30 g di farina Petra 5
1 busrina di zafferano
1 cucchiaino di zucchero di canna Dulcita
1 pizzico di bicarbonato

Versate lo yogurt in una ciotola e unite lo zafferano. Mescolate bene, fino a scioglierlo completamente.
Unite lo zucchero e lavorate il composto con una frusta elettrica, fino a quando diventerà spumoso. Aggiungete poca farina alla volta e il pizzico di bicarbonato. Lavorate continuamente, in modo da ottenere un composto liscio e vellutato. Coprite la pastella con un foglio di pellicola trasparente e lasciatela riposare in frigo per circa mezz'ora.

Una volta trascorso il tempo mettete a scaldare il ferro sul fuoco. Se non aveste il ferro utilizzate la piastra elettrica, quindi accendetela e portatela a temperatura.
Quando sarà molto calda prendete un piccolo mestolino di pastella e versatelo sopra.
Chiudete subito il ferro e lasciatelo sul fuoco per circa un minuto, a fiamma media. Girate quindi il ferro e procedete per un minuto scarso la cottura.
Aprite e prelevate la ferratella. Procedete con la cottura fino a terminare la pastella.

A questo punto accompagnate le cialde come meglio desiderate. Io ho utilizzato la crema dolce di zucca e castagne, la ricordate???

Confesso che sono ghiotta di queste cialde anche senza condimento. Sono un modo veloce e sano di appagare il desiderio di una dolce e coccolosa colazione. Un momento che dovrebbe essere tra i più importanti della giornata. La pastella potrete prepararla anche la sera prima, in modo da averla pronta per quando approderete dal tepore del piumone alla cucina ^_^


abc

Cookies integrali con uvetta e avena: il perfetto equilibrio su un’indomabile bilancia

La rincorsa al biscotto perfetto, per me, è un'inarrestabile missione. Generalmente quando la bilancia pende maggiormente dal lato della genuinità, la bontà piena, quella che ti fa chiudere gli occhi all'assaggio, quella che ti riempie di piacere, quella che ti fa trattenere il fiato per dieci secondi, quella che appaga ogni singola papilla gustativa, ecco, quella bontà tende sempre ad essere ad un livello leggermente inferiore. Per contro, quando la bontà piena è largamente raggiunta, la genuinità, fosse solo per un paio di dettagli, viene sempre a meno. Ovvio, direte, le cose buone sono anche quelle meno salutari. Ma io, che testarda lo sono dalla nascita, lascio a voi la libertà di avvalorare questa tesi e continuo la mia ricerca. Perché se penso che il punto di incontro perfetto possa esistere, allora devo assolutamente raggiungerlo. Ho studiato, ho pensato, ho immaginato, ho messo insieme le mie conquiste, ho variato, ho perfezionato, ho provato e.... Sono alla seconda infornata! Io, che mai ripeto due volte la stessa ricetta, che replicare non aguzza l'ingegno, che magari qualcosa posso ancora migliorarlo..... ho atteso che la scorta della prima sfornata terminasse e ho replicato. Doppie dosi, questa volta ^_^ Perché qui c'è proprio quell'incontro perfetto: genuinità e bontà piena. Qui i piatti della bilancia sono allineati perfettamente. Qui il sorriso irradia il volto e l'assaggio diventa rito.

Ingredienti

25 g di uvetta
30 g di fiocchi di avena
15 g di semi di sesamo
15 g di semi di lino
45 g di zucchero di canna Dulcita (io ridurrei a 40 g)
100 g di burro di arachidi
40 g di farina d'orzo integrale
15 g di farina di soia bio tostata
45 g di farina integrale
8 g di polvere lievitante naturale (oppure 1/2 cucchiaino di bicarbonato)
50 ml di latte di avena (o di soia, o di riso, o quello che desiderate)
1/2 cucchiaino di aceto di mele

Pesate e preparatevi tutti gli ingredienti.
Tritate i semi di lino, quindi unite il burro di arachidi e lo zucchero.Lavorate bene, fino a rendere tutto una crema omogenea.
A questo punto mescolate le farine con il lievito (o il bicarbonato) e versatele, poco alla volta, all'impasto. Unite anche il latte e l'aceto di mele. Per ultimo unite l'uvetta, i semi di sesamo e i fiocchi di avena.
Mescolate bene fino ad amalgamare perfettamente tutti gli ingredienti.
Formate un panetto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente  e lasciatelo riposare in frigorifero per un'ora almeno.
Trascorso il tempo, riprendete l'impasto e stendetelo in una sfoglia spessa circa mezzo centimetro. Tagliate i biscotti con lo stampo prefetiro (io ho usato simpaticissimi stampi Silkomart presi alla fiera del Cake Design appena terminato a Malpensa) e posizionateli su una teglia foderata da carta forno.
Infornateli alla temperatura di 180° e cuoceteli per 20 minuti. Non appena saranno cotti e ben dorati, sfornateli e trasferiteli su una gratella, fino a farli raffreddare completamente.
   A questo punto potrete decidere di decorarli, o di lasciarli naturali. Io ne ho decorati quattro con la crema di pistacchi (e altri ne avrei voluti decorare con del cioccolato fuso.... ma mi sono trattenuta ^_^) e gli altri li ho lasciati naturali. Conservateli in una scatola di latta, oppure in un barattolo di vetro.
Dureranno comodamente un paio di settimane, se ben nascosto dalla vostra visuale ^_^

Nella seconda sfornata ho diminuito leggermente la quantità di zucchero (motivo per cui ho messo l'appunto negli ingredienti) ed ho integrato l'uvetta con le bacche di Goji. Inutile dire che sono venuti perfetti ; )) Un concentrato di benessere ed energia, da gustare pienamente, senza abusarne!! Sono genuini, ma le loro calorie le hanno!!

Per un'inizio di giornata alla grande sono ideali!abc

Gallette di riso venere alle nocciole e frutti rossi: doverose ammissioni e tattiche d’azione

Ho imparato, nel tempo e con l'esperienza, che iniziare un articolo o un discorso con una negazione è una scelta assolutamente perdente. Ebbene, questa volta mi tocca farlo. Consapevole, ma per necessità. Sì, perché so che NON sono la maga della fotografia. Non ho lo spazio, non ho l'attrezzatura, non ho la pazienza di creare maggiore disordine di quello che ci sia generalmente in casa e di trovare ulteriori energie per sistemare quel qualcosa in più di quello che già chiede attenzione, e la luce, qui, è veramente scarsa (uh, questa sì che è una bella scusa ^_^). Ma, e dico MA, la mia super fedele Canon compatta mi rende una modesta e orgogliosa apprendista foodblogger che cerca di trasmettere qualcosa più per le scelte di ingredienti, che per immagini. Anche perché queste gallette sono molto più sfiziose e travolgenti, che fotogeniche ^_^
Avevo aperto la saga del riso Venere presentandovi questi biscotti. Li ho fatti e rifatti così tante volte, che quella scorta di riso da ultimare è presto arrivata al termine. Non prima, però, di avere provato delle semplicissime gallette per la colazione. Dolci, insolite e sfiziose nelle varianti di consistenze, tra un chicco di riso, una nocciola, una bacca e un fiocco di farro. Decisamente irresistibili!!

Ingredienti

350 g di riso Venere bollito
45 g di frutti rossi essiccati
15 g di bacche di Goji
40 g d nocciole
75 g di malto di riso
15 g di fiocchi di farro soffiato

Se non l'aveste già pronto, procedete con la cottura del riso, in acqua leggermente salata. Prelevatene 350 g e versatelo in una ciotola capiente. Pestate grossolanamente le nocciole con un mortaio. Unitele al riso, insieme ai frutti rossi, alle bacche di Goji e al malto di riso. Mescolate tutto, in modo da creare un composto perfettamente amalgamato.
Unite, a questo punto, i fiocchi di farro soffiato. Mescolate ulteriormente.
Foderate una teglia con carta forno e versate il composto. Distribuitelo in maniera uniforme e compattatelo formando uno strato di non più di mezzo centimetro. Abbiate cura di non lasciare spazi e buchi nella sfoglia e di fare in modo che lo spessore sia uniforme. In questo modo la cottura sarà perfetta. Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 180°.
Infornate e cuocete per 40 minuti circa. Trascorso il tempo, sfornate e trasferite la sfoglia su un ripiano. Tagliate subito, magari con una rotella taglia pizza, formando delle gallette della forma preferita.
Lasciatele, quindi, raffreddare. A questo punto sporcatevi le mani ^_^

Potrete conservaer le gallette in un contenitore in frigorifero. Arriveranno al settimo giorno senza perdere un solo grammo di aroma. La fragranza di una colazione a portata di mano!!!

abc

Frollini di riso al cocco: un assaggio, un’idea e il ritorno alle vecchie abitudini

Da tanto, troppo tempo, mancano biscotti nel vaso di vetro che arricchisce la mensola della cucina. La colazione ha perso mordente. Pigrizia? Stanchezza? Tempo? O forse quei biscottini biologici che porto a casa ogni volta in cui vado in visita da mammà mi giustificano? Di certo c'è che, alle ultime briciole nel sacchetto, ho iniziato a pensare: ora me li preparo io. Non attenderò una nuova fornitura: impasto.
E' una vita, ormai, che non lo faccio. E' ora di ricominciare. Ho messo a mollo la lecitina nell'acqua, pretesto per preparare la margarina e non potermi tirare indietro, e ho iniziato a pensare alle farine. La dispensa è generosa e ben assortita e ogni mio capriccio può essere soddisfatto degnamente. Impasto veloce, preparazione semplice e contestualizzazione..... da togliere il fiato. Ho assaggiato queste delizie con una composta di pomodori verdi, vecchio regalo a cui cercavo di dare un posto speciale. Sono finiti così, senza neanche rendermene conto, ma la loro dolcezza ha innescato nuovamente il meccanismo del faccio in casa e da oggi la colazione è nuovamente MIA!!

Ingredienti

200 g di farina Petra 5
150 g di farina di riso (io Alce Nero)
100 g di scaglie di cocco
5 g di lievito naturale bio per dolci
100 g di malto di riso
100 g di margarina
100 g di latte di cocco

Per prima cosa preparate la margarina, se decideste di farla in casa, come me, seguendo questo procedimento. Pesate e miscelate le farine al lievito e al cocco in scaglie. Sbattete, quindi, la margarina e il malto di riso con una frusta elettrica.
Aggiungete poca farina alla volta e impastate, incorporandola alla crema. Quando risulterà necessario, unite poco latte alla volta. Continuate fino a terminare gli ingredienti, impastando velocemente con le mani.
Date alla pasta la forma di un panetto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per un'ora circa.
   Trascorso il tempo, infarinate una spianatoia, riprendete l'impasto e stendetelo, con un mattarello, in una sfoglia spessa circa mezzo centimetro (o comunque dello spessore di vostro gradimento. La prossima volta tenterò di farli più spessi).
Tagliatei biscotti della forma che preferite e sistemateli su una teglia coperta da carta forno. Sarà normale che, per la presenza delle scaglie di cocco, i bordi non risultino perfetti, ma è una partisolarità che non stona, neanche in cottura ^_^ Portate il forno alla temperatura di 175°
Quando sarà caldo, infornate i biscotti e cuoceteli per circa 20 minuti. Controllate che la cottura sia uniforme ed eventualmente girate la teglia a metà cottura.
Sfornate quando i biscotti saranno ben dorati, trasferiteli su una gratella e lasciateli raffreddare.
Una volta che saranno freddi potrete conservarli in un barattolo di vetro, o in una scatola di latta. Dureranno molti giorni.
A questo punto divertitevi a interpretarli come meglio desiderate: che sia in semplicità, oppure con del cioccolato (il cioccolato bianco trovo sia perfetto accanto al sapore del cocco, ma anche quello fondente, credetemi, non vi deluderà ^_^)., oppure con della confettura. A tal proposito ho trovato sfiziosissimo l'abbinamento con una confettura di pomodori verdi: dolce, delicata e di carattere al tempo stesso.
Finiti a mo' di pane e marmellata è davvero difficile, assaggiato il primo, resistere agli altri ^_^

Si faccia avanti chi pensa di poter resistere!!


abc

Biscotti alla crusca con noci e nocciole: il “vidi, volli e interpretai” di un giorno come tanti

Li adoro dai tempi, i biscotti di questo tipo. Fragranti e pieni, croccanti e ruvidi, direi grezzi. Sono tra l'elenco di quelle cose per cui basta uno sguardo, e non resisto. Devono essere miei, perché l'occhio li ha immortalati e proiettati diretti sul palato. Ecco, questi biscotti per me sono così. E così lo sono stati, quando, in quella che sembrava una tranquillissima mattinata di primavera, la pazza, unica e meravigliosa Monique me li schiaffa sotto il naso. Il cuore si ferma, poi palpita a dismisura. La salivazione aumenta. Inizio a scorrere la lista degli ingredienti e a compiacermi per quanto la mia dispensa mi supporti sempre, in casi simili. C'è la parolina magica: avena. E c'è la mia grande alleata: la frutta secca. Non ci penso un solo istante. Prendo la lecitina, la metto in ammollo e inizio a prepararmi la dose necessaria di margarina per sfornare il maggior numero possibile di biscotti. I suoi biscotti. A mio modo, non me ne voglia Monique, con la mia solita reinterpretazione salutista, mi delizio di infinita bontà. Spiegarvene la pienezza è impossibile: aprite la dispensa e sporcatevi le mani. Non ve ne pentirete!!

Ingredienti

75 g di farina di tipo 1 Petra 5
20 g di farina di soia
40 g di crusca di avena
25 g di crusca di grano
65 g di margarina
40 g di zucchero di canna grezzo
40 g di nocciole
30 g di gherigli di noci
4 g di polvere liebitante bio a base di cremor tartaro
1 uovo
1 pizzico di sale

Sgusciate le nocciole (le mie arrivano direttamente dall'orto di famiglia) e le noci. Pestatele grossolanamente in un mortaio e tenetele da parte.
Versate in una ciotola lo zucchero, unitevi la margarina e sbattete con una frusta elettrica, fino ad ottenere una crema morbida. Unitevi l'uovo e continuate a lavorare con la frusta.
Unite la crusca di grano e la crusca di avena e mescolate fino a quando il composto risulterà omogeneo.
   Versate, quindi, le farine setacciate e la polvere lievitante, insieme al pizzico di sale. Impastate, prima con una spatola, poi a mano, fino a quando sarà completamente assorbita.
Aggiungete, a questo punto, la frutta secca e impastate fino ad incorporarla bene. Impastate velocemente, in modo che la pasta non si surriscaldi troppo a contatto con le mani. Quindi datele la forma di un panetto, avvolgetela in un foglio di pellicola trasparente e lasciatela riposare in frigorifero per almeno mezz'ora. Io l'ho lasciata circa un'ora. Trascorso il tempo accendete il forno a 170°.
Riprendete l'impasto e stendetelo, come se faceste gli gnocchi, facendolo scivolare sotto le mani, in un salsicciotto di circa 5 cm di diametro. Tagliatelo a tocchetti spessi un paio di centimetri e schiacciate ciascun pezzo formando una cialda, che adagerete su una teglia rivestita da carta forno. Fate risposare i biscotti appena formati per qualche minuti in frigorifero e, quando il forno sarà in temperatura, infornate.
Cuocete per circa 35 minuti (ma controllate la cottura, in base alle caratteristiche del vostro forno). Quando saranno ben dorati sfornateli e trasferiteli su una gratella, a far raffreddare.
Raffreddando acquisiranno croccantezza e friabilità. Pazientate ^_^

Assaporate i vostri biscotti insieme ad una buona tazza di tè o di latte, o accompagnati da un intenso caffè. Farciteli, accostateli a della buona frutta di stagione, gustateli come meglio crediate.
La loro fragranza vi convincerà che, anche da soli, sono pieni di sapore e di piacere.

Nel caso riescano ad avanzarvene, potrete conservarli in un barattolo di vetro, o di latta. Si conservano per oltre una settimana, ma.... dimenticatevene: dopo una settimana non avanzeranno neanche le briciole!!

abc

Torta budinosa alle fragole con yogurt e limone: la mia concezione di traguardo nella corsa al miglioramento

Quando mi metto in testa qualcosa, non c'è verso. Posso anche ripetere, correggere, perfezionare, valutare, ma al traguardo ci devo arrivare. Non so dirvi se questa torta sia un traguardo. In fondo cercavo una consistenza decisamente diversa. Ma ragionando sugli ingredienti che ho voluto interpellare, beh, forse non è la torta attesa, ma un traguardo comunque l'ho raggiunto. Partiamo dal desiderio di preparare una buona torta di fragole per le mie colazioni. E le fragole ci sono, anche in quantità. Stabiliamo che debba essere yogurtosa e che debba avere il supporto di un aroma avvolgente come il limone. Mettiamoci anche che voglio farine speciali, le mie amate, le mie fedelissime amiche. Se non ci mettessi l'uovo? Ve lo dico, ci ho provato, ma il risultato non è stato decisamente all'altezza. I pastrocchi di fragole cotte non erano certamente degni di una condivisione (ma non per questo di una menzione). Allora vada per l'uovo. Farina.... quanta? Forse un po' di più, dai. Perché un po' di sostegno quei pastrocchi avrebbero dovuto averlo. Poco grasso e assolutamente niente burro, nessun lievito chimico, ma una buona polvere a base di cremor tartaro. Mah, io inforno e chiudo gli occhi. Santa Esperanza, protettrice della Cuocherellona, pensaci tu. Insomma, certo non si parla di una torta dalla consistenza di un pan di spagna, ma provate ad assaporare questa dolcezza fresca, con i suoi avvolgenti aromi e la sua morbidezza fragolosa. Non sarà certo il traguardo prefissato (e ci lavorerò ancora sopra), ma credo meriti davvero il suo posto in vetrina.

Ingredienti

250 g di fragole
170 g di yogurt greco al limone (0% di grassi)
250 g di farina 1 - Petra 5
75 g di latte vegetale
scorza grattugiata di mezzo limone
1 uovo
25 g di margarina
50 g di malto di riso
10 g di polvere lievitante naturale bio

Rompete l'uovo in una terrina e unitevi lo yogurt. Aggiungete il malto di riso e sbattete energicamente con una frusta.
Aggiungete il latte vegetale, la scorza del limone grattugiata e, poco alla volta, la farina e la polvere lievitante. Unite poco alla volta la margarina, facendola assorbire bene all'impasto.
Pulite e lavate le fragole e asciugatele delicatamente. Tagliatele a dadini non troppo grandi. Unitele all'impasto e mescolate fino a far diventare in composto ben amalgamato.
Rivestite una teglia (del diametro di 22 cm) con carta forno, quindi versateci all'interno l'impasto.
Accendete il forno a 180° e, una volta in temperatura, infornate la teglia. Cuocete per circa 1 ore e 50 minuti, pazientemente. L'interno rimarrà comunque molto umido, ma aspettate che si formi una bella crosticina scura in superficie.
   Quando sarà trascorso il tempo, spegnete il forno e sfornate. Lasciate raffreddare la tornta nello stampo, poi estraetela.

Tagliatela a fettine servitela. Se non aveste l'occasione per consumarla tutta, conservatela in frigorifero e gustatela a piacere. Si mantiene tranquillamente per una settimana. Assaporatela con una confettura di fragole (o quella che desiderate), con frutta fresca, con un bel quadrotto di cioccolato bianco o in purezza. In ogni caso la sua avvolgente consistenza saprà deliziarvi e stupirvi.

Io l'ho immaginata anche tagliata a cubotti, passata nelle scaglie di cocco e servita infilzata in piccoli spiedini.

Riusite ad immaginarla???
Deliziosa gente, davvero deliziosa ^_^


abc

Torta di farro al limone: il piacere di andare dritto al cuore delle cose

Non mi accontento. No, mai. Quasi mai. Se vedo una bella immagine di un pane, di un dolce o di un qualsiasi lievitato, ho bisogno di assaporarne, almeno visivamente, l'interno. Mi piace andare al cuore, mettiamola così. Così quando vidi la magnifica torta proposta da Valentina sulla sua splendida pagina Un giorno speciale non mi diedi pace. Assaporai con gli occhi quegli ingredienti che subito mi colpirono e fui davvero curiosa di assaggiare l'interno di quel dolce insolito. Allora pensai: provala e vedrai. E così feci. Le farine speciali difficilmente mancano dalla mia dispensa, per cui mi rimboccai le maniche e via, iniziai a mescolare, sbattere, impastare e dare forma. Il sapore rustico di questa torta è sfiziosissimo. Non stanca, incuriosisce e rapisce. E' una torta adatta all'inzuppo della colazione, o ancora un'ottima base da farcire. Intrigante nell'aroma e semplice al palato. Un dolce che riempie con il profumo della cottura, prima che con il sapore dell'assaggio. Una piccola modifica allo zucchero, che utilizzo esclusivamente grezzo ed ecco questa meravigliosa proposta di Valentina deliziare le mie colazioni.
Chi di voi, adesso, si fa portavoce di questa delizia?

Ingredienti

45 g di farina di farro integrale
155 g di farina di farro bianca
85 g di zucchero di canna Mascobado
2 uova
20 g di olio evo
50 g di succo di limone
scorza di 1 limone
1/2 bustina di lievito per dolci

Setacciate e mescolate le farine con il lievito. Tenete da parte.
Preparate gli ingredienti: grattate la scorza del limone, precedentemente lavato, spremetene il succo, separate i tuorli dagli albumi. Unite lo zucchero, il succo e la scorza grattugiata del limone ai tuorli.
Sbatteteli con una frusta elettrica fino a creare un composto morbido. Unite l'olio a filo, sempre con le fruste in movimento.
   A questo punto aggiungete poca farina alla volta, incorporandola perfettamente al composto. Quando l'avrete unita tutta, tenete l'impasto da parte.
Sbattete gli albumi montandoli a neve ferma. Versate, quindi, tutto nell'impasto e amalgamate con delicatezza, mescolando dal basso verso l'alto.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 175°.
Foderate una teglia (io ho usato uno stampo di 20 cm di diametro) con carta forno e versate dentro l'impasto. Livellatelo leggermente e infornate.
Cuocete la torta per circa 40/45 minuti (provate con la lama di un coltello a verificare che l'interno sia ben cotto)., quindi spegnete e sfornate la teglia.
Lasciatela raffreddare bene, quindi estraete la torta e tagliatela a fettine.


Gustatela come meglio preferite: nella sua soffice fragranza, con una farcitura o una dolce colata di cioccolato.
In ogni caso saprà regalarvi indimenticabili momenti di piacere.
Io l'ho accompagnata con la mia specialissima marmellata di pere agrumate allo zenzero. Una prelibatissima affinità!!abc

Fette biscottate allo yogurt, vaniglia e amaretti: fatale fu quel giorno, maestoso è il risultato

La prima volta in cui mi accostai all'idea di prepararle in casa ne ero già convinta. Inizierai a mangiare fette biscottate a colazione, mi dissi. Io che solo per un breve periodo della mia giovinezza mi sono dedicata a questo tipo di croccantezza (ettecredo, non avevo ancora assaggiato queste), poco incline a quel sapore piatto e banale, sapevo che sarebbe iniziata una lunga staffetta alla caccia di sapori nuovi e di bilanciamenti giusti affinché friabilità e croccantezza potessero soddisfarmi. Mi cimentai subito con la versione bicolore, perché sia mai che si cominci con qualcosa di semplice e scontato. Arrivai a seguire il metodo di Fulvia, seppur senza pasta madre, nella versione nocciolata. Perfezionai il tiro (difficile dopo le precedenti) con quelle ai frutti rossi, che mi sono costate un paio di fallimenti, prima di arrivare al risultato desiderato. Poi arrivai a questa ipotesi, con la farina di soia, con lo yogurt, gli amaretti e farine speciali. Ho mangiato abbozzi deformi di fette biscottate per 3 settimane, ma ci sono riuscita: ecco a voi la fetta biscottata che, ad oggi, raggiunge il livello massimo di croccantezza e friabilità. Soddisfatta è dire poco!!!!

Ingredienti

197 g di farina Petra 1
63 g di farina di soia biologica integrale tostata
96 g di farina integrale
126 g di acqua
150 g di yogurt greco alla vaniglia con 0% di grassi
60 g di Nocciolini Bonfante (o amaretti)
25 g di crusca di grano
11 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
7 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)

Tritate gli amaretti non troppo finemente e teneteli da parte.
Miscelate le farine setacciate (soprattutto quella di soia). Versate l'acqua e mescolate velocemente. Fate riposare l'impasto per circa 1 ora. Trascorso il tempo unitevi lo yogurt, gli amaetti, la crusca di grano, il lievito e il malto. Iniziate ad impastare, amalgamando bene gli ingredienti. Lavorate bene la pasta fino a quando sarà compatta ed elastica.
A questo punto date all'impasto la forma di un panetto e mettetelo a lievitare, in una ciotola coperta da pellicola trasparente, fino al raddoppio. A me ci sono volute 6 ore. Abbiate cura di tenerlo al riparo da correnti di aria. Il tempo di lievitazione potrà variare anche in base alla temperatura presente .
Riprendete la vostra pasta e stendetela, su una spianatoia infarinata, in un rettangolo spesso circa un centimetro. Effettuate una piega a tre, poi stendetelo nuovamente. Praticate un'altra piega a tre e lasciatelo riposare per un paio d'ore sotto la ciotola, che capovolgerete sopra. Trascorso il tempo, allargatelo ancora con il mattarello, a formare un rettangolo con il lato più corto lungo quanto lo stampo che utilizzerete per la cottura.
Arrotolatelo su se stesso mantenendo come lunghezza quella del lato più corto, poi adagiatelo all'interno dello stampo. Copritelo con un foglio di pellicola leggermente unto e fatelo lievitare fino a quando avrà raggiunto il bordo dello stampo stesso. Accendete il forno e portatelo ad una temperatura di 200°. Quando l'avrà raggiunta infornate lo stampo e abbassate a 175°. Cuocete per circa 1 ora. La superficie dovrà risultare dorata e l'interno compatto (se non ne foste certi fate la prova del coltello).
Sfornate il pane e sfilatelo dalla teglia. Posatelo su una gratella appoggiato su un fianco e lasciate che raffreddi completamente.
Io l'ho lasciato tutta la notte.
Quando sarà pronto tagliatelo a fettine non troppo spesse.
Sistemate le fettine sulla griglia del forno e fatele tostare a 150°, con il forno semi aperto, per circa 20 minuti, girandole un paio di volte affinché rimangano croccanti uniformemente.
A questo punto sfornatele e lasciatele raffreddare (ce la farete?)
Le sentirete immediatamente croccanti e la loro friabilità vi conquisterà all'istante.

Questa volta lascio libera interpretazione all'accompagnamento. Che sia marmellata, cioccolato o semplice miele (o sciroppo d'agave, o malto di riso), non avrete scampo: anche voi siete nella rete del fettebiscottatore seriale.

abc

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