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Treccine d’orzo con burro vegetale di frutta secca e anima di cioccolato: la sfida continua

Ormai lo sapete: sono un'inguaribile chimica alla ricerca di sapori nuovi, di sperimentazioni bizzarre e di intrecci inusuali. Ma sapete che quando mi metto in testa una cosa..... e chi mi ferma!! Poi quando si tratta di colazione e di genuinità, aprite le porte!!!!!! Terminati i miei spettacolarissimi croissant al cocco, che, confesso, ad oggi sono l'esperimento di maggior successo, mi toccava l'arduo compito di trovare un degno sostituto. Ancora croissant? Magari la prossima volta. Questa volta voglio sperimentare qualcosa di nuovo. Parliamo sempre di sfogliatura, certo, ma questa volta insolita. Già, perché il burro di nocciole, noci e mandorle che ho utilizzato ha conferito alla sfoglia una consistenza particolare. Ha ammorbidito un impasto ricco di fibre e impreziosito dai semi di lino (miei amati semi di lino!!) e dallo zucchero Mascobado, rendendolo gustoso e conferendogli una scioglievolezza e una morbidezza senza precedenti. Una sorta di pasta lievitata mista a frolla. Come ve lo spiego? ^_^
Ah, il tocco del cioccolato è un puro peccato di gola. Credo che ad oggi il torto peggiore sarebbe quello di privarmi di un sanissimo fondente extra!!

Ingredienti

Per l'impasto
120 g di farina integrale
90 g di farina d'orzo
20 g di semi di lino
4 g di lievito madre
35 g di zucchero di canna Mascobado
125 ml di latte di avena
100 g di ricotta
75 ml di olio di semi di soia
50 g di cioccolato fondente

Per il burro
40 g di nocciole
40 g di mandorle spellate
40 g di gherigli di noci
5 g di olio di semi di soia

Tritate finemente i semi di lino. Questa operazione è fondamentale per rendere accessibili tutti gli elementi benefici contenuti all'interno. Mischiate quindi le farine, il lievito e lo zucchero e aggiungete, poco alla volta, gli ingredienti umidi: ricotta, latte e, a filo, l'olio di semi di soia.
Lavorate molto bene fino a quando avrete ottenuto un impasto consistente.
Date alla pasta una forma di panetto e trasferitela in una boule di vetro (anche se di plastica tratterrebbe maggiormente il calore) infarinata. Copritela con un foglio di pellicola trasparente e lasciatela lievitare in un luogo tiepido, per 6 ore. Il tempo è così lungo per il basso contenuto di lievito.
Occupatevi, ora, del burro. Tritate a lungo la frutta secca, in modo che sprigioni il grasso contenuto e che diventi una pasta. Aggiungete l'olio e continuate a lavorarlo. Otterrete una crema piuttosto pastosa, che, per altre preparazioni, potrete aromatizzare a piacere. Conservatela a parte.
Quando sarà trascorso il tempo della lievitazione riprendete l'impasto e stendetelo su una spianatoia infarinata, dello spessore di circa 2 centimetri. Cospargete la superficie con il burro ottenuto, aiutandovi con le mani, e piegate in tre la sfoglia stessa. Stendete nuovamente dello spessore di 2 centimetri e ripetete l'operazione.
Lasciate riposare l'impasto, avvolto nella pellicola, per circa mezz'ora.
In questo tempo fate sciogliere il cioccolato a bagno maria e, quando sarà intiepidito, mescolatelo ad un cucchiaio di burro di frutta secca. Lavoratelo energicamente fino a quando si amalgameranno bene.
Stendete l'impasto in una sfoglia di circa 1 centimetro di spessore, dandole una forma rettangolare. Tagliate 12 rettangolini ( a me sono venuti di circa 10 cm per 12 cm).
Cospargete ciascun rettangolino con il cioccolato fuso e arrotolatelo su se stesso. Schiacciate leggermente, con le mani, ogni rotolino, formando un rettangolo largo circa 6 centimetri.
Con una rotella incidete 2 tagli verticali, in modo da ottenere 3 strisce, lasciando un'estremità unita. Procedete, quindi, all'intreccio classico. Arrivati al fondo, unite bene i tre cordoncini e posizionate le treccine su una placca da forno.
Lasciate riposare ancora una mezz'ora circa. Accendete il forno a 200°. Quando sarà in temperatura infornate e cuocete per 20 minuti.

Sfornate e lasciate raffreddare le treccine. Procedete quindi all'assaggio e..... a voi le impressioni!!



                                              

abc

Carotini dal cuore di mandorla: la virtù dell’ottimizzazione che incontra ed esaudisce un desiderio

Era davvero da tanto tempo che sentivo il desiderio di farmi dei dolcetti alla carota. Poi, sempre poco convinta dalla banalità della preparazione, ho continuato ad accantonare l'idea. Fino a quando mi sono trovata il frigo invaso da carote, cene sempre meno frequenti e la necessità di impiegare un consistente quantitativo di ortaggio in qualche preparazione. Così ritorna quel desiderio e cerco di dargli forma. Pensa e ripensa, ho trovato potesse essere un buon matrimonio quello con il semolino. Ecco!!!! Semolino dolce e carote. Mi piace! Ma come lo personalizzo oltremodo? Gli creo un cuore? Un cuore come? Ovvio, con me carote cosa sta meglio delle mandorle? Nella mia dispensa la frutta secca non manca mai: mandorle, noci, nocciole, pistacchi, anacardi, pinoli.... ho solo l'imbarazzo della scelta! Ci ho, così, provato e..... eccomi a parlarvene. Colazione genuina per un po' di mattine ^_^

Ingredienti

Per l'impasto al semolino
100 g di semolino
300 ml di latte di riso alla vaniglia
2 cucchiai di olio di semi di soia
25 g di zucchero grezzo di canna (raddoppiate tranquillamente, golosastri!)
250 g di carote (pulite)
2 uova

Per il cuore di mandorla
90 g di mandorle pelate
20 g di pasta di mandorle
100 g di carote (pulite)
100 ml di latte di riso alla vaniglia
2 g di farina di semi di carrube
10 g di zucchero grezzo di canna (io l'ho omesso, ma ve lo consiglio)

Versate in un pentolino 300 ml di latte, lo zucchero di canna e l'olio e mettetelo sul fuoco. Portate a bollore e, raggiunto, versate a pioggia il semolino. Mescolate energicamente e spegnete il fuoco. Fate raffreddare, mescolando di tanto in tanto.
Tritate finemente 250 g di carote e unitele al composto, mescolando bene in modo da amalgamare tutto in modo omogeneo.
Ora dedicatevi al cuore: tritate le restanti carote insieme alle mandorle, alla pasta di mandorle e allo zucchero. Stemperate la farina di semi di carrube con il latte. Unite tutto al trito di mandorle e carote e trasferite sul fuoco. Portate quasi a bollore (è un composto molto denso, per cui dovrete fare in modo che scaldi bene: ci vorranno almeno  minuti), mescolando continuamente affinché non attacchi sul fondo.
Stendete il composto ottenuto su un foglio di carta forno, o su una superficie piana. Stendete fino a creare uno strato liscio, dello spessore di un centimetro circa. Lasciate raffreddare (operazione che solidificherà  il preparato) e poi tagliate dei cerchi della grandezza leggermente inferiore alla base degli stampi da muffin che utilizzerete.
Riprendete l'impasto di semolino. Aggiungete due tuorli e incorporateli bene. Montate a neve fermissima gli albumi, uniteli al semolino e mescolate tutto con cura, dal basso verso l'alto, fino a rendere perfettamente omogeneo l'impasto.
Sistemate i pirottini nello stampo dei muffin. Versate in ciascuno un cucchiaio generoso di preparato. Adagiate, quindi, un disco di impasto alla mandorla e coprite con un ulteriore cucchiaio abbondante di impasto. Con queste dosi a me sono venuti 12 carotini.
Fate cuocere in forno, a 190°, per 50/55 minuti.


Sfornate, lasciate raffreddare e..... tuffatevici sopra: meritano sicuramente questo trattamento!! ^_^


Soffice dolce dal cuore fragrante. Colazione superba, ma anche merenda, capriccio, spuntino, dopo pasto, .....

abc

Schiacciate rustiche all’uva fragola e la fragranza della genuinità ad ogni boccone

Continua la ricerca di quel qualcosa di dolce che, al mattino, completi la perfetta armonia della colazione e dia un tocco di sfizio all'inizio della giornata. Sul web, ultimamente, pullulano ricette di focacce con l'uva di tutti i tipi. Vi garantisco che, ad ogni immagine comparsa sul mio monitor, lo stomaco reclama una coccola mirata. Quella coccola. Un morso su quel soffice cuscino profumato. E allora ho ceduto. Ho voluto mettere insieme due ingredienti che, ultimamente, ho scoperto e apprezzato. Ovviamente le farine sono le mie, quelle rustiche, quelle che profumano, quelle che non subiscono raffinazioni nocive. Ovviamente l'interpretazione è la mia, le dosi le mie, come sempre, regolate in corso di esecuzione in base agli ingredienti usati. E, ovviamente, il mio palato è in festa. Ogni mattina, quando tiro fuori la mia razione, le papille mi sorridono ^_^

Ingredienti

Per l'impasto
15 g di semi di lino
15 g di semi di girasole
20 g di nocciole
25 g di zucchero di canna
200 g di farina integrale
4 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
3 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
1 pizzico di sale
150 g di acqua
40 ml di olio di semi di soia

Per il ripieno
100 g di uva fragola
20 g di zucchero di canna grezzo
5 g di farina di cocco
20 g di burro di cocco (ammorbidito)

Tritate i semi di lino, i semi di girasole e le nocciole, piuttosto finemente. Aggiungete la farina, lo zucchero di canna, il lievito e il malto d'orzo. Mescolate in modo da rendere tutto ben amalgamato. Aggiungete, poco alla volta, l'acqua, il sale e, in ultimo, l'olio a filo. Impastate fino ad ottenere un panetto consistente. Posizionatelo in una terrina di vetro (anche se ho imparato essere meglio di plastica, perché trattiene il calore e non lo disperde, come invece il vetro), copritelo con un foglio di pellicola trasparente e fatelo lievitare in un luogo tiepido fino al raddoppio. Io l'ho lasciato 4 ore.
Preparate la farina di cocco e lasciate ammorbidire il burro di cocco. Stendete la pasta su una spianatoia infarinata con un mattarello, formando un rettangolo spesso circa 1 centimetro.

Cospargete 2/3 della superficie con il burro di cocco e poi con una spolverata di farina di cocco. Piegate il terzo non unto verso il centro e poi ripiegate la parte singola sopra (insomma, va piegato in tre). Stendete nuovamente la pasta con il mattarello, ungete tutta la superficie con il burro di cocco e ancora con la farina di cocco e piegatelo a metà, prima in un verso e poi nell'altro (quindi, piegato in quattro). Stendetelo ancora una volta cercando di allungarlo senza allargarlo troppo e arrotolatelo su se stesso. Date la forma di un panetto e ponetelo nuovamente nella terrina lasciando l'apertura sul fondo.
Lasciatelo lievitare, sempre coperto dalla pellicola, per un'altra ora.
Nel frattempo lavate gli acini dell'uva, asciugateli, tagliateli a metà e liberateli dei loro semini. Lavoro certosino, ma verrete ripagati!!
Stendete la pasta lievitata in una sfoglia di 1 centimetro circa. Tagliatela in 4 parti. Sovrapponete 2 parti e stendetela, schiacciandola con le dita. Dovrete formare una sfoglia di circa 1 centimetro di spessore. Con l'aiuto di un coppapasta tagliate dei cerchi (di numero pari, mi raccomando).
Sistemate su metà dei dischi ottenuti circa 6 o 7 mezzi acini di uva fragola. Coprite ciascun disco con un altro (senza condimento) e ponete sopra il fagottino ottenuto altri 6 o 7 mezzi acini.
Spolverizzate tutto con lo zucchero di canna e trasferite le pizzette su una placca coperta da carta forno. Fate in modo che siano piuttosto distanziate tra loro.
Lasciate lievitare ancora per mezz'ora circa e portate a temperatura il forno. Cuocete a 190° per circa 25/30 minuti, ma abbiate l'accortezza di verificare il grado di doratura delle vostre schiacciate in cottura.
Sfornate quando saranno dorate, ma non troppo. Lasciate intiepidire e gustatene la fragranza.

Irresistibili.....
Io le ho congelate, una volta fredde, e assaporate calde ogni mattina ^_^abc

Muffin con fichi, noci e quell’ingrediente segreto che… stupisce: un nuovo esperimento, di dolce vestito

Colpita da un raptus di tofuite acuta, mi trovo a elucubrare su un ingrediente generalmente ostico, che fa storcere spesso il naso. E' vero, il tofu al naturale non ha un grandissimo sapore. Anzi, diciamola tutta: di sapore proprio non ne ha. Ricordate quando ve ne parlai in occasione della presentazione del peperone ripieno al pesto di basilico e tofu? Ebbene, tanto era stato il successo di quel ripieno, che mi sono fatta conquistare da questo panetto biancastro e ho voluto testarne la versatilità in una preparazione dolce. In fondo ve l'avevo anticipato. Ed ora eccomi qui a parlarvene. Cerco sempre di utilizzare ingredienti tipici della stagione, rispettando il naturale ciclo di vita. Allora ho pensato: perché non creare qualcosa unendo al tofu dei dolcissimi fichi? E come rendere tutto ancora più gustoso? Dovete sapere, e scusate se torno sempre là, che quando preparai il risotto ai fichi alla mia plurimenzionata amica Laura, si aprì una sorta di sfida con una carissima amica, Gianna, chef e proprietaria di un favoloso ristorante di Sanremo, il G&G da Gianni e Gianna. Laura le inviava le foto della preparazione e Gianna cercava di indovinare gli ingredienti. Bene, in quell'occasione lei disse che in quel risotto sarebbero state bene delle noci. In realtà non ho previsto l'utilizzo di frutta secca, ma ho tenuto prezioso quel suggerimento e l'ho concretizzato in questa preparazione. Devo dire che il gioco di consistenze è stato decisamente azzeccato e, provare per credere, questi muffin, seppur molto morbidi all'interno, sono una vera ghiottoneria.

Ingredienti

180 g di tofu al naturale
60 g di gherigli di noci
40 g di zucchero grezzo di canna
150 ml di latte di avena
160 g di farina integrale
50 ml di olio di semi di soia
1/2 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di sale
3 fichi

Tritate il tofu insieme a 40 g di gherigli di noci, fino ad ottenere un composto piuttosto omogeneo. Aggiungete lo zucchero e il sale e amalgamate tutto.
Pulite i fichi (o lavateli se voleste utilizzarli con la buccia) e tagliateli a pezzi. Setacciate la farina insieme al lievito e uniteli al tofu, insieme al latte e all'olio. Iniziate ad impastare in modo da far legare tutti gli ingredienti.
Aggiungete, a questo punto, i rimanenti 20 g di gherigli di noci spezzettati, i fichi e mescolate bene il tutto. Dovrete ottenere un impasto decisamente morbido, ma comunque consistente.
Sistemate i pirottini nella teglia da muffin e versate un cucchiaio abbondante di impasto in ciascuno di questi. Con queste dovi dovreste riuscire a ricavarne 12.
Accendete il forno a 200° e fate cuocere per 45 minuti. All'interno rimarranno molto morbidi, poiché il fico inumidisce parecchio l'impasto, ma all'assaggio scoprirete il piacevole contrasto tra morbidezza e la croccantezza delle noci.
Sfornate quando vedrete la superficie dorata. Sistemate i muffin su una griglia e fateli raffreddare.

Morbidi, avvolgenti e fragranti, vi sapranno conquistare fin dal primo morso.


abc

Panbrioche dei “senza” con goloso ripieno di uva fragola e la dimostrazione che solo chi osa… ottiene

Dai tempi della mia prima volta con il pane in cassetta, e poi ancora con la versione ai cereali, avevo in mente di cimentarmi nella variante dolce di questo pane goloso e versatile. Ovvia la mia propensione all'utilizzo di ingredienti selezionati e all'esclusione di altri ritenuto d'obbligo. Nel tentativo di trovare la formula perfetta, mi sono imbattuta in questa pagina: Ritroviamoci in cucina. E' stato amore a prima vista. Trovo che Valentina sia molto brava e che dia ottimi spunti. Da qui è nata la mia versione: le mie farine, la mia farcitura, la mia dose minima di zuccheri integrali e la mia fantasia. Non credo che la mia amica Laura (l'archi.... colei che mi chiese ricette a base di frutta di stagione di cui vi ho parlato qui) si cimenti in preparazioni così laboriose, ma qui dentro c'è un buon assaggio di frutta di stagione, avvolta da genuina bontà. Quell'uva fragola dal profumo irresistibile... Ovviamente le mie colazioni si sono tinte di viola ^_^

Ingredienti

150 g di farina di farro bianca bio
150 g di farina integrale (io Molino Chiavazza)
185 g di latte di avena
8 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
20 g di malto di riso
10 g di zucchero di canna grezzo (io non l'ho messo, ma ve lo consiglio per un sapore più dolce)
25 g di olio di semi di soia
1/2 stecca di vaniglia
200 g di uva fragola
10 g di zucchero integrale di canna per la marinatura
25 g di gherigli di noci
latte di avena per spennellare la superficie

Fate scaldare il latte di avena con la mezza bacca di vaniglia incisa a metà nel senso della lunghezza.
Spegnete il fuoco prima che arrivi a bollore e lasciate intiepidire.
Setacciate e mescolate le farine, insieme al lievito madre e allo zucchero. Unite, poco alla volta, il latte aromatizzato, l'olio, il malto di riso e impastate fino ad ottenere una pasta di consistenza piuttosto morbida e appiccicosa. Trasferite il composto in una terrina infarinata, coprite con un foglio di pellicola trasparente e fate riposare e lievitare, in un luogo tiepido, fino al raddoppio. A me è servita circa un'ora e mezzo.
Nel frattempo preparate l'uva: lavate gli acini, tagliateli a metà e liberateli di tutti i semini. Raccoglieteli in una ciotola e versateci sopra lo zucchero di canna. Mescolate bene e lasciate macerare per un'ora circa. Giusto il tempo che l'impasto lieviti a sufficienza. Nell'attesa tritate le noci non troppo finemente, o comunque secondo il vostro gusto: io amo che si senta la noce distintamente ad ogni morso, per cui le ho lasciate piuttosto grossolane.
Riprendete, a questo punto, la vostra pasta e stendetela su un ripiano infarinato, in una sfoglia di circa 2 cm di spessore. Piegatela in tre e stendetela nuovamente, formando un rettangolo che abbia il lato minore di lunghezza pari a quella dello stampo in cui lo cuocerete. Lo spessore non dovrà essere superiore ai 2 cm, anche questa volta.
Ricoprite la sfoglia ottenuta con le noci tritate, lasciando libera una striscia, sul lato minore, alta circa 5 cm, che vi servirà per far chiudere bene l'impasto prima della cottura. Sistemate, sopra le noci, gli acini di uva macerati, cercando di non includere il succo che avranno formato: più asciutto sarà il ripieno e più soffice rimarrà l'impasto.
Iniziate ad arrotolare la sfoglia, lasciando la striscia libera dalla farcitura in fondo. Cercate di arrotolarla piuttosto stretta, in modo che in cottura non si creino spazi. Quando sarete giunti al fondo fate aderire bene la pasta libera dalla farcia al rotolo stesso.
Ricoprite lo stampo con carta forno, oppure ungetelo e infarinatelo.
Sistemate il rotolo ottenuto, con l'apertura in appoggio sul fondo, e copritelo con pellicola trasparente. Sarà necessario che la pellicola aderisca all'impasto, in modo che non si formi la crosta durante la seconda fase di lievitazione. Fate riposare fino a quando l'impasto raggiungerà il bordo dello stampo. A me c'è voluta circa un'ora.
Accendete il forno, a 190° e quando sarà in temperatura togliete la pellicola, spennellate la superficie con latte di avena e infornate lo stampo. Cuocete per circa 40 minuti, ma regolatevi in base al vostro forno. Quando sarà ben dorato in superficie potrebbe essere cotto ^_^ Vi consiglio di non sistemarlo su un ripiano troppo alto, in modo che cuocia bene all'interno, senza che diventi troppo scuro all'esterno.
Una volta cotto sfornatelo, estraetelo dallo stampo e sistematelo, poggiato su un fianco, su una grata per il raffreddamento.
Resistete giusto il tempo che sia ben freddo e procedete al taglio.


E' davvero appagante, alla vista quanto per il palato.


Le farciture potranno essere diverse e assecondare i vostri gusti e le vostre fantasie. Questo panbrioche si conserva in frigo, morbido, per 5 giorni, avvolto in un sacchetto di plastica per alimenti.


abc

Croissant al cocco e il tanto atteso momento dell’esperimento…. riuscito!

Da tempo, diciamo da quando ho ultimato la preparazione dei croissant ai cereali, e da quando ho scoperto e utilizzato per la prima volta l'ingrediente speciale dei cocchini, avevo il tarlo di un nuovo esperimento. Insomma, si sa che non uso burro, si sa che non compro margarina, si sa che, la margarina, me la faccio in casa e che uso proprio questa per la sfogliatura dei miei cornetti. Sapete anche che i croissant in casa mia non mancano mai..... la colazione della domenica è sacra!! Insomma, tutte le strade convergevano verso un centro e io non desideravo altro che arrivasse il momento di dare forma a questo input. Ecco quindi la mia piccola opera d'arte! Ammetto che ho usato farine particolari, non di quelle che si trovano in commercio (e che, comunque, utilizzo), ma che arrivano direttamente da un mulino, piuttosto lontano da casa peraltro..... diciamo quel migliaio di chilometri! ^_^ Il risultato è stato stupefacente. Impasto leggerissimo e sfogliatura egregia che, non per peccare di presunzione, batte qualsiasi precedente tentativo! Ovviamente le scorte mi delizieranno per un po' di settimane e.... non saranno mai abbastanza, ma di certo c'è che il burro di cocco sarà una costante e abiterà sempre la mia dispensa. Provare per credere!!

Ingredienti

Per l'impasto
150 g di farina integrale
50 g di farina di riso integrale
220 g di semola di grano duro
40 g di zucchero grezzo di canna
8,5 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
2,5 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
20 g di malto di riso
1 uovo (più un tuorlo o un albume per spennellare)
180 ml di latte di avena
50 ml di olio di semi di soia
1 pizzico di sale
50 g di burro di cocco per le pieghe (io Rapunzel)

Per il ripieno
8 g di farina di riso integrale
60 g di latte di avena
5 g di zucchero integrale di canna
15 g di farina di cocco
20 g di gocce di cioccolato fondente extra (io Tulipano)

Setacciate le farine e mescolatele, insieme allo lievito e al malto d'orzo (tutti gli ingredienti secchi). Unite lo zucchero e impastate energicamente per diversi minuti aggiungendo il latte, l'uovo, il malto di riso, l'olio e il pizzico di sale, fino ad ottenere un impasto ben incordato.
Ponete il tutto in una ciotola e copritela con un foglio di pellicola trasparente. Mettete a lievitare nel forno spento (in inverno lasciatelo con la lucina accesa) per almeno 4 ore o comunque fino al raddoppio del suo volume.
Nel frattempo tagliate in scagliette il burro di cocco. In alternativa potrete scioglierlo (basterà lasciarlo a temperatura ambiente affinché diventi olio) e versarlo in due stampi rettangolari di circa 12 cm x 18 cm. A quel punto potrete farlo raffreddare in frigo ed ottenere una sfoglia unica. Mi raccomando che siano sottili, perché diversamente diventerebbe impossibile lavorarlo nell'impasto.
Riprendete l'impasto e stendetelo su una spianatoia infarinata in una sfoglia di circa 20 cm x 45 cm. Coprite 2/3 della superficie con il burro di cocco (se avrete formato le "placche" di burro ponetene 2 a pochi cm di distanza l'una dall'altra, in modo da ricoprire comunque 2/3 di superficie). Ripiegate la parte libera sopra il burro e poi richiudete sopra la restante parte.
Dovrà essere quindi piegato in 3.
Ora stendete la pasta con il mattarello fino a formare un rettangolo simile al precedente e non troppo spesso. Piegate a metà nel verso della lunghetta e poi a metà nel senso della larghezza (quindi in 4).
Avvolgete il panetto ottenuto in un foglio di pellicola trasparente e fate riposare in frigo per un'ora circa.
Nel frattempo preparate il ripieno: stemperate la farina di riso con poco latte per volta, aggiungete lo zucchero e mettete tutto sul fuoco, a fiamma media, portandolo ad ebollizione. Mescolate sempre per evitare che attacchi al fondo. Raggiunto il bollore abbassate la fiamma e lasciate che rapprenda per circa 1 minuto. Spegnete il fuoco e aggiungete la farina di cocco. Quando sarà freddo unite le gocce di cioccolato e mescolate bene per rendere la crema omogenea.
Riprendete la sfoglia e stendetela sulla spianatoia formando un rettangolo di circa 20 cm di altezza e 60 cm di larghezza. Ritagliatelo in triangoli con base di circa 10 cm, facendo un tagliettino a metà della base.
Posizionate al centro di ciascun triangolo un cucchiaino di ripieno, che nel frattempo sarà raffreddato. Iniziate ad arrotolare ciascun croissant dalla base verso il vertice.
Posate ciascun croissant su una placca ricoperta da carta forno in modo da pizzicare sotto la punta (ed evitare che si apra durante la cottura). Lasciateli lievitare per almeno 3 ore (io generalmente li lascio lievitare tutta la notte e li inforno al mattino).
Accendete il forno a 200° statico. Spennellate con un tuorlo sbattuto o con l'albume di un uovo (io ho usato l'albume pastorizzato che utilizzo per le mie colazioni) e infornate.
Cuocete circa 20 minuti, ma controllate che non dorino troppo.... e che non brucino!!
Sfornate e..... non posso dirvi di lasciarli raffreddare: li faccio cuocere apposta al mattino affinché possa mangiarli caldi, fragranti e soffici!! ^_^

Quindi avventatevi sulla teglia appena uscita dal forno e gustatene l'inebriante sapore!! Sono certa che ne rimarrete estasiati!

abc

Frollini coccocarota e gli scatti a prova di scetticismo dei più incalliti salutisti

Tornata da quella breve settimanina di stacco totale (totale perché mi sono trovata, rabbia e disagio a parte, senza pc e senza copertura internet e non ho potuto che abbandonarmi al piacere della lettura e all'abbraccio della natura..... oltre che al supporto di mio fratello per la gestione lavorativa degli ultimi clienti in partenza e per il controllo mail), ho trovato una casa sempre accogliente, ma...... vuota!!!! Poche scorte di alimenti non direttamente ingeribili (farine, legumi secchi, lieviti, cereali, latte di ogni genere....), frigo a prova di eco e....... nessun biscottino per la colazione. Beh, la prima colazione del rientro è stata con l'ultimo croissant ai cereali che avevo tenuto da parte di proposito. Ebbene sì, per certe cose sono davvero attenta e meticolosa: vorreste mai che una colazione sia lasciata al caso? Non ci sarebbe modo peggiore per farmi iniziare male una giornata!! In ogni caso il tempo per provvedere alle successive scorte non sarebbe stato molto, così ho subito dovuto mettermi all'opera. L'idea di partenza sarebbe stata una riproposizione di un classico frollino. Poi.... da da da dan..... lucina!! Perché non provare a sostituire le uova con le carote?? Ammetto che, quando mi affido a esperimenti di questo tipo, afferro la mia piccola digitale per documentare le fasi di preparazione continuando a ripetermi "non si sa mai..... vuoi che riescano anche bene, almeno le foto le ho". Beh, questa volta quelli che vedrete sono proprio gli scatti rubati allo scetticismo di un tentativo che.... è decisamente riuscito. Inizio a pensare che le mie papille gustative si siano adattate a sapori distorti..... perché l'idea di un biscotto alle carote e ai semi di girasole farebbe storcere il naso anche al più incallito salutista, ma vi lascio liberi di provare..... apro le porte ai San Tommaso che volessero cimentarsi con i miei alambicchi e attendo i vostri commenti. Io intanto..... me li sono divorati!!

Ingredienti

200 g di carote (peso da pulite)
25 g di semi di girasole
25 g di nocciole sgusciate e tostate
50 g di cocco disidratato (farina di cocco)
30 g di zucchero integrale di canna
40 g di burro di cocco (io Rapunzel)
150 g di farina di mais fioretto

Polverizzate lo zucchero di canna. Sbucciate e pulite le carote e tritatele, insieme ai semi di girasole e alle nocciole. Unitele allo zucchero e mescolate tutto fino a rendere il composto omogeneo.
Aggiungete la farina di cocco e il burro di cocco e amalgamate. Unite la farina di mais (io utilizzo il Bimby, ma se doveste impastare a mano aggiungete poco alla volta la farina nella ciotola in cui avrete lavorato il composto di carote e impastate fino ad incorporarla completamente).
Formate un panetto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciate riposare l'impasto in frigo per circa 1 ora.
Stendete quindi la pasta su una spianatoia infarinata, con un matterello, fino a formare una sfoglia di circa mezzo centimetro di spessore. Tagliate i biscotti nella forma desiderata. Poneteli su una placca rivestita da carta forno e fate cuocere a 190° per circa 20/25 minuti. Come sempre il tempo di cottura dipenderà dal vostro forno: abbiate cura di controllare durante il tempo in cui cuoceranno, che non diventino troppo scuri.
Sfornate, lasciate raffreddare e...... bon appetit!!



In un barattolo in vetro si conserveranno per..... già finiti!!

abc

Pastelle tuttifrutti con farina d’orzo e farcitura al coccoformaggio: l’ovvio che diventa superfluo

Mossa dalla curiosità di creare dei dolcetti con l'utilizzo della frutta nell'impasto, a discapito di uova e grassi, mi sono detta che il successo dei biscotti cuor di fragola mi avrebbe messo sulla giusta strada. E' difficile che compri le banane (dopo essere stata redarguita per l'eccessivo utilizzo durante i miei spuntini mi sono decisamente ridimensionata), ma la smania di provare il gelato con questo frutto come addensante mi ha corrotto. Il risultato? Il gelato è stato assolutamente bocciato e le banane in frigo attendono un migliore utilizzo, prima di raggiungere quel preciso livello di maturazione per cui non riesco più a definirle mangiabili. Peraltro le mie colazioni, seppur con qualche difficoltà, richiedono nutrienti sani e diversificati e la presenza del biscotto giusto è una condizione necessaria. Ovviamente le mie scelte salutiste mi hanno portato a preferire una cottura in forno, ma la consistenza dell'impasto ne permette una ghiotta frittura, che mai proverò, ma che vi lascio come spunto.

Ingredienti

Per le pastelle
150 g di banane (corrispondono a 2 banane)
170 g di mele Granny Smith
40 g di zucchero di canna integrale
40 g di mandorle
30 g di olio di soia
250 g di farina di farro bianca (200 g saranno sufficienti se voleste friggerle)
80 g di farina di farro integrale
40 g di orzoflakes (io Baule Volante)
1 pizzico di sale

Per la crema al coccoformaggio
100 g di ricotta
75 g di philadelphia (io Balance)
25 g di malto di riso
20 g di farina di cocco
100 ml di latte rdi riso al cocco (io Isola Bio)
1 cucchiaino di farina di semi di carrube

Frullate le banane insieme alle mandorle e allo zucchero, creando una crema omogenea. Unite l'olio, il sale e le farine e impastate fino ad amalgamare tutto, ottenendo un impasto molto morbido.
Tagliate a cubetti piuttosto piccoli 170 g di mela (io lascio la buccia per scelta di gusto e di carattere nutrizionale). Aggiungetele all'impasto e lavorate fino ad ottenere un composto piuttosto appiccicoso. Sbriciolate grossolanamente gli orzoflakes (o cornflakes) e amalgamateli.
Fate riposare l'impasto in frigo, avvolto nella pellicola, per circa mezz'ora.
Se avrete preparato la versione frittura procedete alla cottura aiutandovi, nella porzionatura, con un cucchiaio e facendo poi asciugare molto bene su abbondante carta assorbente. Se voleste procedere alla cottura in forno, stendete la pasta su una spianatoia infarinata, ottenendo una sfoglia di circa mezzo centimetro di spessore.
Tagliate i biscotti della forma desiderata e riponeteli su una placca coperta da carta forno. Fate cuocere a 200° per circa 30 minuti. Non diventeranno certo croccanti, ma guardate che dorino a sufficienza. La cottura li farà anche gonfiare nel mezzo, formando dei fagottini. Sfornate e fate raffreddare su una griglia.

Io li gusto molto anche semplici, ma sono buonissimi accompagnati da una crema al cocco e formaggio.

Preparate quindi la farcitura. Mescolate i formaggi e il malto di riso. Stemperate la farina di semi di carrube con il latte di riso e aggiungete tutto alla crema. Mettete sul fuoco e scaldate senza portare ad ebollizione, mescolando continuamente. Spegnete il fuoco e aggiungete la farina di cocco. Amalgamate tutto e fate intiepidire.
Farcite i biscotti con un cucchiaino di crema e chiudeteli a sandwich. Fate raffreddare in frigo per almeno un'ora e poi.... gustate!!!

Colazione, spuntino, dolcetto del dopo pasto.... in qualsiasi modo vogliate assaporarli, sapranno appagare il desiderio di dolce senza peccare di gola!

abc

Croissant ai cereali con il miele e le sperimentazioni dai tempi lunghi quanto le scorte

Finita la mia scorta di croissant integrali di cui, come una formichina, avevo messo da parte una sostanziosa provvista, mi trovo a riaffrontare la sfida colazione domenicale, unica per cui mi concedo una simile dolcezza. Come fare a resistere ad un croissant? Cambiamone, quanto meno, la sostanza. Nel tempo ho iniziato ad approcciarmi a sistemi e a materie diverse. Il lievito madre, seppur secco e quindi con una parte chimica di agente lievitante, ha sostituito il lievito di birra liofilizzato e la quantità di lievito utilizzata si è notevolmente abbassata (se non dimezzata) a favore di un tempo di lievitazione decisamente maggiore. Partita un po' scettica e con un impasto un po' troppo sodo, mi sono dovuta ricredere. Per un paio di mesi ora avrò nuovamente la mia colazione garantita, ma sono già pronta ad una nuova sfida..... già precisa e chiara in mente!! Ma partiamo da qui..... e da questi cornettini ai cereali decisamente golosi!

Ingredienti

50 g di zucchero di canna integrale
400 g di farina ai cereali (io Molino Chiavazza)
2 g di malto d'orzo
8 g di lievito madre liofilizzato (la dose consigliata sarebbe 16 g)
40 g di olio di semi di soia
150 ml di latte di avena
miele (io castagno e tiglio, Miele Ticinese)
1 pizzico di sale
1 uovo
margarina per le pieghe

Polverizzate lo zucchero di canna. Aggiungete la farina, il lievito, il malto e mescolate, Aggiungete l'uovo, l'olio, il latte e il sale e impastate fino ad ottenere un bell'impasto incordato. Compattatelo bene formando un panetto.
Infarinate una terrina di vetro e ponete l'impasto nel mezzo. Coprite con la pellicola trasparente e lasciate lievitare in forno, spento, per almeno 8 ore. L'impasto dovrà raddoppiare il suo volume.
Una volta raggiunta la lievitazione ottimale estraete la pasta e stendetela leggermente su una spianatoia. Prendete la margarina e iniziate la lavorazione delle pieghe come spiegato qui. Rispettate i tempi di lievitazione: per un risultato perfetto occorre molta pazienza!! Ma non ve ne pentirete!
Al termine dell'ultima lievitazione prendete l'impasto e stendetelo in una sfoglia rettangolare su una spianatoia. Lo spessore dovrà essere di circa mezzo centimetro, ma ovviamente va un po' a gusto. Più spessa sarà la sfoglia e più tozzi risulteranno a cottura terminata (e meno ve ne verranno, ovvio ; )
Ricavate tanti triangoli quanti ce ne staranno e praticate un taglietto a metà di ciascuna base. Farcite a piacere (io ho utilizzato del miele) e arrotolate su se stesso ciascun triangolo. Mettete i croissant su una placca da forno e lasciate lievitare per tutta la notte. Vedrete che, al vostro risveglio, saranno belli panciuti! Mentre il forno andrà in temperatura, a 200°, spennellateli con del latte o con dell'uovo.
Infornateli, abbassate la temperatura a 190° e cuocete per mezz'ora circa. Controllate durante la cottura che non brucino.
Sfornateli e.... come dirvi di attendere che raffreddino se sono la prima a non resistere???? Allora facciamo così: vi dico che tutti i lievitati non andrebbero consumati caldi, perché è come se continuassero a lievitarvi durante la digestione, ma ogni tanto uno strappetto....    : )

P.S. Con i ritagli avanzati dai croissant ho creato due girelle, cosparse di miele e ricoperte di cornflakes bio

La preparazione
      Una vera bontà!!
      Un formato "mignon" per un capriccio impellente....
Dopo la lievitazione
Pronta per la lievitazione




abc

Budino di miglio e pere Packam’s con striature fondenti: un tarlo, una domanda e due risposte

Era da giorni che desideravo cimentarmi in questo esperimento. L'impiego di un cereale, il miglio, in un dolce. Per molti è insolito come sostituto della pasta, figuriamoci in versione sweet. Ma questo tarlo continuava a tormentarmi e..... a cosa abbinarlo? Ho trovato una qualità di pera mai sentita prima (mi vorranno perdonare coloro che sono più edotti di me). E' vero, con tutte le Abate e le Williams che produciamo in Italia io devo proprio andare a prendermi una pera australiana della fine dell'800? Mi piace provare, scoprire, assaggiare e capire.... E allora sì, vi dico che sono andata a prendermi quattro begli esemplari di pera Packam's. Nel tentativo di capire se la mia idea di budino al miglio avesse riscontri nella realtà quotidiana ho trovato una ricetta decisamente invitante su uno dei siti che amo maggiormente consultare: Cucina Naturale. La ricetta originale la trovate qui. Io mi sono permessa di apportare un po' di modifiche in base a ciò che avrei voluto utilizzare. Ovviamente ho usato le pere e, visto che il cioccolato con le pere ci sta divinamente, ho mantenuto questo dettaglio, senza però uniformare l'impasto. Trovo sia sfizioso creare queste piacevoli e golosissime macchie e striature fondenti. Anche al palato risultano gradevoli, come tutto l'insieme.... provare per credere!!
Se considerassimo questo budino il dolcetto della colazione, le 290 kcal per porzione sarebbero anche perfette!!

Ingredienti

1 pera Packam's 80 kcal
40 g di miglio 144 kcal
250 g di latte di riso alla vaniglia 170 kcal
125 g di acqua
25 g di mandorle 153,5 kcal
5 g di zucchero di canna integrale 20 kcal
20 g di malto di riso 63,2 kcal
50 g di cioccolato fondente 253 kcal
1,5 g di agar agar
1/2 cucchiaino di zenzero in polvere
1 pizzico di sale
cocco per decorare

Sciacquate bene il miglio (ricordate che tutti i cereali vanno sempre sciacquati prima dell'utilizzo per rimuovere ogni impurità, scorie, polveri, corpi estranei e chicchi frantumati) e ponetelo in una casseruola con il latte di riso, l'acqua l'agar agar le mandorle precedentemente tritate e il pizzico di sale. Mettete sul fuoco e, una volta raggiunto il bollore, abbassate la fiamma e cuocete per circa 25 minuti, girando di tanto in tanto, soprattutto dopo la metà cottura, per evitare che i chicchi si addensino in fondo al pentolino.
Mentre il miglio cuoce, sbucciate la pera e tagliatela a dadini piuttosto piccoli. Mettetela in un pentolino insieme allo zucchero di canna e accendete il fuoco, mescolando in modo da coprire uniformemente i pezzettini di pera di zucchero.
Quando inizierà a scaldare aggiungete lo zenzero e mescolate ancora. Cuocete a fiamma moderata, con un cucchiaio di acqua, fino a quando lo zucchero inizierà a caramellare. Abbiate cura di girare con frequenza, in modo che non si attacchi al padellino.
Quando le pere avranno raggiunto un colore ambrato (lo zucchero è poco quindi non si formerà un vero caramello), spegnete il fuoco e lasciate riposare.
A questo punto il miglio sarà cotto. Toglietelo dal fuoco e frullatelo fino a creare una crema liscia e omogenea, senza che ci siano più i grumetti.
Aggiungete il malto di riso, le pere caramellate e mescolate bene. Cuocete ancora, a fiamma bassa, per 10 minuti, poi spegnete il fuoco e fate riposare per qualche minuto.
Tritate grossolanamente il cioccolato fondente e unitelo alla crema. Questa operazione dovrà essere eseguita quanto più velocemente possibile, senza mescolare troppo il composto, in modo da non sciogliere le scagliette di cioccolato e lasciare le striature nella crema.
Versate il composto in stampini mono porzione (o in un unico stampo se preferiste) e lasciate raffreddare. Quando sarà freddo mettete in frigo per qualche ora.

Con queste dosi vi verranno 3 stampi monoporzione.

Io ve ne propongo anche una versione più cioccolatosa... In sostanza sarà sufficiente mescolare metà del cioccolato fino a farlo sciogliere completamente e metà lo unite poco prima di versare nelle forme.


Vi garantisco che con entrambe c'è da leccarsi i baffi!abc

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