Mi è sembrato eterno, il tempo trascorso dall'ultimo biscotto sfornato. "E' impossibile!!!!", mi sono detta. Io adoro i biscotti, non compro biscotti, produco biscotti, invento biscotti, sogno biscotti, divoro biscotti, regalo biscotti. Come può essere che, per così tante settimane, abbia rinunciato a tutto questo??? Come può essere che, per tutto questo lungo periodo, non abbia dato libero sfogo alla mia creatività??? Per riprendere le sane e buone abitudini, ho dunque scelto uno dei miei biscotti preferiti: quello con la farcitura. E dal momento che il solito a me non piace, ho immaginato un'interpretazione in pieno stile La Cuocherellona. Forte di una preparazione proposta con successo ai miei amici di corso La Buona Dispensa, ho pensato di contestualizzare tutto e di dare un valore aggiunto a quella soffice, gustosa, avvolgente crema. Che, per inciso, prima ha conquistato, poi ha sorpreso. Perché cercare il piacere nei soliti ingredienti è un po' come desiderare nuove albe affacciati alla stessa finestra.
Ingredienti
Per i biscotti
210 g di farina di farro integrale
450 g di burro di arachidi (per me autoprodotto)
20 g di zucchero bruno
2 tuorli d'uovo
100 ml di bevanda vegetale di avena (o latte a piacere)
1 limone bio
6 fave di cacao
Per la crema di cannellini
200 g di fagioli cannellini secchi
100 g di cioccolato fondente al 72%
10 g di zucchero bruno
1 cucchiaino di zenzero fresco grattugiato
1 cucchiaio di olio di nocciole
cannella a piacere
1 pizzico di sale
Mettete in ammollo i fagioli per una notte intera. Sciacquateli, metteteli in una pentola capiente, copriteli di acqua e fateli cuocere, dal momento dell'ebollizione, per un paio di ore. Dovranno diventare morbidissimi. Spegnete la fiamma e lasciate intiepidire.
Versate in un boccale la farina con il burro di arachidi, lo zucchero e i tuorli. Impastate fino ad amalgamare tutti gli ingredienti. Pestate le fave di cacao in un mortaio, quindi aggiungetele all'impasto, insieme alla scorza del limone grattugiata e al latte. Continuate ad impastare, fino a formare un panetto compatto. Avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno un'ora.
Nel frattempo preparate la crema: frullate i cannellini insieme allo zucchero, allo zenzero, alla cannella e al sale. Versate l'olio di nocciola e rendete tutto una vellutata. Fate fondere il cioccolato, quindi versatelo sulla crema di fagioli e mescolate, amalgamando bene tutto. Tenete da parte.
Riprendete l'impasto, lasciatelo una decina di minuti a temperatura ambiente, quindi spendetelo in una sfoglia piuttosto sottile. Tagliate i biscotti ricavando in egual numero basi e parti forate. Sistemate i biscotti su un teglia e cuocete, a 180°, per 20 minuti.
Sfornate i biscotti e, una volta intiepiditi, sistemate su ciascuna base mezzo cucchiaino di crema. Coprite ciascuna base con un biscotto forato, e fate raffreddare completamente.
Conservate i biscotti (che riuscirete a non mangiare) in un barattolo o in un contenitore chiuso. I miei sono arrivati alla settimana, quindi.... :)
Potrete utilizzare questa crema di cannellini in sostituzione della diffusa crema alle nocciole (non farò nomi nel rispetto dei principi di questa pagina :D ): ne guadagnerà il vostro corpo, la vostra gola e il vostro spirito!!
abc
"Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi suonare. Loro sono 88, tu sei infinito. Questo a me piace. Questo lo si può vivere". Così è, per me, la cucina. Gli ingredienti a disposizione in natura sono qualcosa più di 88, ma se contassimo quelli che utilizziamo maggiormente, diciamo abitualmente, forse non arriveremmo alla tastiera di un pianoforte. Ma il bello, il bello vero, è giocare con loro e comporre melodie sempre diverse. Io sui tasti della mia cucina ci vivo. Sento la melodia nascere nelle orecchie e scrivo la musica.
L'amore per i lupini è incondizionato. Sono una presenza costante della mia dispensa, e attori, tra i protagonisti, dei miei corsi. E con i lupini ci ho fatto e ci faccio centinaia di piatti. Ma una salsa, io che la salsa la incorporo in qualsiasi pietanza, chiedeva ancora di essere svelata. Sulle proprietà dei lupini ho argomentato in una delle serate di corso (ve la siete persa? Non perdetevi le altre!!!! E seguite le evoluzioni, che ne ho in serbo delle belle. E delle grandi!). Non vi resta che innamorarvene o, se già lo foste, iniziare a farne scorte. Qualcuno, in fondo, già l'ho conquistato. E qualcun altro si è preparato a questo momento... Mettetevi in postazione, dunque, che questa crema vi farà impazzire!!
Ingredienti
150 g di lupini puliti
1 limone biologico (buccia edibile)
100 ml bevanda vegetale di avena (o latte a piacere)
35 g di olio extravergine di oliva
1 cucchiaio di lievito alimentare
1 cucchiaino di maca giallapepe q.b.
Inserite in un boccale i lupini puliti. Grattugiate la buccia di un limone, aggiungete il succo di 1/2, la bevanda di avena e iniziate a frullare. Unite il pepe, il lievito alimentare e la maca e proseguite, fino a creare una crema piuttosto omogenea. Trasferite tutto in un boccale, unitevi l'olio extravergine di oliva e lavorate con un frullatore ad immersione fino ad ottebìnere una vellutata.
Lasciate riposare la maionese in frigorifero per almeno un'ora, in modo da fare armonizzare tutti i sapori. Quindi servitela.
Ottima da accostare a pesce e carne, ma anche da usare come base per altre salse, pe accompagnare pinzimoni di verdure o semplicemente su crostini di pane e affini.
Si conserva, in un contenitore chiuso, per 4 o 5 giorni, in frigorifero.abc
Una delle cose che mi soddisfa maggiormente, in questo interminabile e coscienzioso percorso di trasformazione, è quanto senta di desiderare sempre più ingredienti alternativi, e di quanto questi diventino, poco alla volta, un'alternativa irrinunciabile. Prioritaria, principale. Anche nel dolce, ormai, prediligo l'utilizzo della frutta a discapito dello zucchero raffinato, e la frutta secca come fonte grassa sana e nutriente. E visto che, golosa, lo sono, visto che la colazione va difesa e celebrata, ma anche un piccolo peccato di gola una tantum deve avere motivo di esistere, mi diverto a tritare, mescolare, accostare, testare e saggiare sapori intensi, pieni e appaganti, rispettando i principi, sempre più solidi, di benessere. Insomma, il cibo cura: anche un pasticcino, può farlo!! Soprattutto se contiene tanti piccoli diamantini, come questi. Carboidrati, fibre e grassi in una giusta proporzione, ma poi tanti altri preziosi nutrienti. Insomma, dei piccoli concentrati di energia che apprezzerete, ne sono certa, in qualsiasi momento della giornata!!
Ingredienti
150 g di fiocchi di avena
50 g di mandorle pelate
50 g di mandorle
50 g di noci
10 fave di cacao
250 g di datteri Medjoul
25 g di bevanda vegetale (per me a base di avena)
25 g di semi di lino
100 g di cioccolato fondente (per me 72%)
100 ml di caffè
50 ml di bevanda vegetale (per me a base di avena)
10 ml di olio (per me extravergine di oliva)
Inserite in un boccale i fiocchi di avena, la frutta secca, i semi di lino e le fave di cacao. Tritate, fino ad ottenere un composto sbriciolato. Aggiungete i dattei snocciolati e il latte. Frullate fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Trasferite tutto su un foglio di carta forno. Coprite con un altro foglio e stendete, con il matterello, ricavando un panetto spesso circa 2 centimetri. Tagliate dei quadrotti.
Sciogliete il cioccolato con il caffé e il latte. Unite l'olio e mescolate fino ad incorporarlo completamente. Immergete ciascun quadrotto e posizionatelo su una griglia, per far colare il cioccolato in eccedenza.
Fate riposare i pasticcini in frigorifero per un paio d'ore, quindi cedete all'assaggio.
abc
Che abbia per la testa idee inconsuete, è ormai un concetto chiaro. E chiave, della mia cucina. La cottura in lavastoviglie mi ha conquistato e continua a darmi soddisfazioni. A dirla tutta continuerà a darmene fino a quando riuscirò ad accogliere in casa un nuovo amico, che di nome fa Roner, che mi farà cuocere a bassa temperatura anche i biscotti senza studiare cicli di lavaggio ad hoc :D Ma esiste un pensiero, in questa testolina, che mi perseguita da altrettanto tempo. Prevede sempre il sottovuoto, ma salta il passaggio di lavaggio!! E visto che, presto o tardi, all'obiettivo ci arrivo sempre, eccomi qui a presentarvi il risultato, o per meglio dire il primo risultato. Che margini di miglioramento ce ne sono sempre e possibilità di evolvere idee e metodologie ne piovono senza colpo ferire. Così, mentre lascio che i sapori di questo piatto si sviluppino sui vostri palati, io passo oltre, studio, applico, elaboro, evolvo. Quale bellezza, in fondo, potrebbe essere più stimolante?
Ingredienti
60 g di sorgo
100 g di filetto di sgombro
20 g di polpa di avocado
1/2 limone bio
15 g di olio extravergine di oliva
1 cucchiaino di senape
1/2 cucchiaino di liquirizia in polvere
1 bustina di zafferano
40 ml di vino bianco
sale
pepe
Sciacquate i filetti di sgombro e asciugateli tamponandoli con un foglio di carta assorbente. Preparate la marinatura miscelando la senape, l'lio extravergine di oliva, la polvere di liquirizia e il sale. Spennellate i filetti e sigillateli, in un sacchetto, sottovuoto. Lasciateli marinare almeno 2 ore. Lasciateli anche tutto il giorno o tutta la notte, se ne aveste necessità.
Scaldate un wok, fare saltare la polpa di avocado tagliata a dadini, la scorza grattuguata di mezzo limone, quindi il sorgo. Dopo averlo tostato per un minuto, bagnate con il vino e fate sfumare. Aggiungete 120 g circa di acqua bollente leggermente salata, fino a coprire il sorgo. Unite lo zafferano e coprite. Fate cuocere a fiamma bassa fino a completo assorbimento del liquido. Se fosse necessario aggiungete altra acqua e mantenete il sorgo sul fuoco fino a completa cottura. Spegnete la fiamma, date un giro di olio, mescolate e lasciate riposare un paio di minuti.
Prelevate il sorgo dal sottovuoto e tagliatelo a dadini. Impiattate il sorgo, quindi adagiatevi sopra i pesce. Decorate con polvere di liquirizia e scorzette li limone, quindi servite.
abc
Spesso a passarmi per la testa è un'idea in cerca di quell'espressione lontana dal filtro del si fa così oppure del si procede con questo metodo o ancora del si utilizzano questi ingredienti. Di chiaro c'è un obiettivo e l'elemento principe. Di variabile, in una forma evolutiva, una serie di sinapsi che mi portano ad aggiungere, accostare, correggere, bilanciare, come fossi un piccolo chimico. Quando il risultato sa non solo conquistare me, non solo conquistare chi delle mie elucubrazioni si ciba quasi quotidianamente, ma anche chi non ha mai pensato di poter accostarsi a determinati sapori, o neanche mai pensato potessero esistere determinati sapori, le sinapsi si rinforzano e creano una rete neurale sempre più radicata e definita. La chiamo creatività ed è il mio stimolo costante, ma anche il mio luogo magico, in cui mi rifugio per dare espressione, semplicemente, a me stessa.
Questa salsa ha conquistato: l'ho presentata durante il corso di marzo e l'ho vista consumarsi a suon di cucchiaiate, con sommo piacere, proprio da chi, nella scelta di prendervi parte, ha deciso di esplorare il bosco incantato del mio mondo di benessere. Questo è il mio intento, proprio qui il mio stimolo si trasforma in obiettivo. Ascoltarci, rispettarci, coccolarci, prenderci cura di noi, e tutto senza sacrificare piacere e gusto. Non potrebbe, quindi, valerne la pena?
Ingredienti
300 g di carote pulite
1 cucchiaio di senape
2 cucchiai di succo di arancia
1/2 limone biologico
1 cucchiaino di paprika affumicata
15 g di olio extravergine di oliva
sale
Tagliate le carote a rondelle e fatele bollire, con un pizzico di sale. Quando saranno morbide scolatele e trasferitele in un boccale. Unite la scorza di limone grattugiata, il succo di arancia spremuta, la senape e la paprika affumicata. Frullate tutto, aggiungendo a filo l'olio extravergine di oliva, fino a creare una crema liscia.
Assaggiate e correggete, eventualmente, di sale. Inseritela in un barattolo di vetro sterilizzato, chiudetelo, fatelo raffreddare e conservatelo in frigorifero.
Prima di consumarlo lasciatelo riposare almno un paio di ore, ma sappiate che più tempo gli lascerete, più armonioso sarà il sapore. In frigorifero si conserva per circa 4 giorni: scoprirete come, giorno dopo giorno, sarà sempre più saporito :)abc
Mi è bastato guardare un'immagine, questa. Ci sono cose che mi sanno rapire in un modo irrimediabile. Senza scampo. Cioccolato, nocciole, arancia. Potrebbe esserci altro? Sono andata, allora, a leggere la sua ricetta, perché Betta è forte davvero! Niente, e dico NIENTE, da eccepire: la lista degli ingredienti non richiede adattamenti. Metto in ammollo le nocciole e procedo. Creo dei cilindri, sciolgo il cioccolato, ce lo verso sopra e faccio riposare tutto in frigorifero. Poi assaggio. Ne sono già dipendente! Amore ti faccio assaggiare una cosa goduriosa: ho rispettato fedelmente la ricetta e seppur sappia che a te non piacciono i dolci...... Finiti!!!!! :D
Lo stesso amore che non ama i dolci, però, è fortemente dipendente dalla mia cioccocrema alle nocciole. e, salvo azzerare le scorte piemontesi della tonda deliziosa, ho pensato di adattare questi dolcetti alle mie esigenze: mandorle! Promossi? Promossi. Tanto che non solo l'uomo ha apprezzato (e abusato, e chiesto se esista uno stampo da 240, invece che da 24!!!! :D ) ma anche i miei fedeli amici di corso hanno constatato l'effettiva bontà :) Alla fine ho elaborato un pasticcino, chiuso da una base morbida e altrettanto goduriosa, che, nell'insieme, è davvero una coccola piacevole e appagante!! E, come agli stessi amici di corso ho promesso, ecco la ricetta. Abusatene!! :D
Ingredienti
200 g di mandorle pelate
10 g di zucchero bruno grezzo
1 arancia
1 limone biologico
1 cucchiaio di cocco rapè
1 cucchiaino di polline
1/2 cucchiaino di vaniglia in polvere
60 g di datteri Medjoul
40 g di fiocchi di avena
10 fave di cacao
200 g di cioccolato fondente
Mettete le mandorle in un contenitore, copritele di acqua e lasciatele in ammollo per un paio di ore. Scolatele e fatele saltare in padella con lo zucchero, fino a farle appena caramellare. Fatele raffreddare, quindi inseritele in un boccale, aggiungete la scorza grattugiata del limone e frullate. Aggiungete il succo dell'arancia, il polline, la vaniglia e il cocco rapè, quindi frullate fino ad ottenere una pasta liscia e compatta. Aggiungete 5 fave di cacao e frullate ancora.
Passate alla preparazione della base, frullando i datteri privati del nocciolo, i fiocchi di avena e le restanti 5 fave di cacao. Una volta che avrete ottenuto un impasto compatto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e fatelo riposare in frigorifero.
Riempite, con l'impasto di mandorle, lo stampo scelto, compattandolo bene. Lasciatelo in freezer per una decina di minuti.
Sciogliete a bagno maria o nel microonde il cioccolato fondente. Estraete i pasticcini dagli stampi, sistemateli su una grata, colatevi sopra il cioccolato e fatelo rapprendere.
Prendete la pasta di datteri e avena e stendetela in una sfoglia spessa circa mezzo centimetro. Ritagliate le basi dello stesso diametro dei vostri pasticcini e adagiatele sotto i pasticcini.
In una seconda produzione ho unito il pasticcino e la base prima di colare il cioccolato, facendo riposare l'insieme nel freezer. Può essere un'alternativa pratica e efficace.
Conservate i vostri pasticcini in frigorifero. Si manterranno per molto più tempo rispetto a quello che impiegherete a terminarli.... ;)abc
E' più forte di me: un piatto di spaghetti alle vongole, come tradizione comanda, non mi riesce. E' il mio primo piatto preferito per eccellenza, non lo baratterei con niente al mondo, ma se voglio mangiarlo secondo tradizione, mi cerco un ristorante, o mi affido alle mani esperte di amici cuochi. Nella mia cucina, se non elaboro, non sono contenta :D Ho, quindi, elaborato. Ho anche rischiato di non fare arrivare l'elaborazione nel piatto. Perché, come spesso accade, le elaborazioni mi conquistano al punto da creare dipendenza e attivare un movimento meccanico braccio - mano - bocca che non lascia scampo. "Amour ti faccio assaggiare una delle cose più goduriose che tu abbia mai assaggiato". Ho rischiato doppiamente, nel proporre il divin boccone, ma il cucchiaio dalla parte del manico l'ho tenuto io :D Ben saldo!! E quando il piatto è stato composto, e l'insieme si è palesato sul palato, sono partite le danze!! Il bello delle tradizioni è che rimangono lì, ti aspettano, ti confortano, ti sanno sempre soddisfare. Ma davanti ad una rivisitazione di questa entità, alzo le mani e, all'innovazione, m'inchino. Madre natura ci offre il meglio, sta a noi saperlo esaltare.
Ingredienti
180 g di spaghettoni (per me Rummo n. 220)
500 g di vongole veraci
1/2 avocado
1 cucchiaino di pesto di foglie di carote
scorza di 1/2 limone biologico
10 g di olio extravergine di oliva
sale
pepe
Sbucciate l'avocado e tagliatelo a dadini. Scaldate una padella e fatelo saltare, a fiamma dolce, con un po' di acqua, pepe e scorza di limone, fino a quando sarà morbido. Toglietelo dal fuoco e tenetelo da parte.
Sciacquate le vongole e mettetele in un wok, sul fuoco. Copritele e fatele aprire, quindi spegnete la fiamma. Filtrate il liquido ottenuto e raccoglietelo in un bicchierone. Aggiungete l'avocado, olio extravergine di oliva e frullate, fino a creare una crema vellutata.
Aggiungete un cucchiaino di pesto di carote alle vongole e fate insaporire, a fiamma dolce, per pochi minuti. Versate, quindi, la crema di avocado e mantenete al caldo.
Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, quindi scolate e trasferite tutto nel wok. Saltate a fiamma viva per un paio di minuti e servite, con un filo di olio extravergine di oliva e, a piacere, una grattugiata di scorza di limone.
abc
Biscotti - Dolci - Dolci - Gluten free - I dolci - Impasti - Preparazioni base
Biscotti chiocciola gluten free e senza lattosio alle noci
Seppur la mia cucina sia sperimentazione continua, sia ricerca di sapori, combinazioni, soluzioni sempre nuove e mai uguali (anche quando cerco di replicarle :) ), capita che mi si chieda "hai una buona ricetta per...?" e io no, non ce l'abbia. Perché, nero su bianco, non l'ho mai scritta. E così quando mamma mi ha detto che Ester avrebbe necessitato di una soluzione per un dolce gluten free e senza lattosio, mi sono accorta che, una proposta di questo tipo, non l'ho mai pubblicata, nonostante mi diverta spesso a giocare con queste necessità. Sfide, più che esigenze, ma che, quando diventano esigenze, meritano un posto in primo piano! Allora ho aperto la mia dispensa e, nonostante sia in attesa di nuove e preziose farine, ho attinto dalle scorte per creare la frolla perfetta, divertendomi con nuove forme di biscotti, che per le mie colazioni sono proprio calzanti :P Scrocchiano, sono friabili, si mantengono nel tempo, stuzzicano, sono insoliti, conquistano. Per me sono vincenti!!
Ingredienti
Per la frolla all'olio
110 g di farina di ceci
90 g di farina di riso
30 g di zucchero Mascobado
40 g di olio extravergine di oliva
scorza di 1/2 limone biologico
1/2 cucchiaino di vaniglia
40 g di bevanda vegetale di avena
1 tuorlo d'uovo
1 pizzico di bicarbonato di sodio
Per la farcia
100 g di crema di cioccolato
50 g di noci
Setacciate le farine e mescolatele, insieme al pizzico di bicarbonato. Polverizzate lo zucchero. Aggiungete l'olio e frullate, fino a creare uno sciroppo. Aggiungete la farina, la scorza di limone grattugiata, la vaniglia e impastate. Unite poco latte alla volta e, per ultimo, il tuorlo d'uovo. Lavorate fino ad ottenere un impasto compatto.
Avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e fatelo riposare in frigorifero per almeno mezz'ora.
Riprendete la pasta e stendetela in una sfoglia rettangolare, spessa circa mezzo centimetro. Spalmate sulla sua superficie uno strato di cioccolato, avendo cura di lasciare libero un centimetro su un lato. Spezzettate sopra le nocciole e iniziate ad arrotolare la sfoglia, stretta, lasciando la parte libera dalla crema di cioccolato al fondo. Avvolgete bene il rotolo appena ottenuto nella pellicola e lasciate riposare ancora per mezz'ora.
Schiacciate leggermente il rotolo e tagliate delle fettine spesse appena mezzo centimetro. Adagiate le fettie su una teglia e cuocete, a 175°, per circa 20 minuti. Controllate che non scuriscano troppo: la farina di ceci tende a brunire facilmente!! Sfornate e lasciate raffreddate. Quindi assaporate!!
Si conservano in un barattolo ben chiuso per una settimana buona.
abc
Ci sono abitudini che un po' si perdono, che cambiano lentamente. Trasformazioni che ci affacciano su panorami nuovi, da scoprire e da fare nostri. Io li chiamo percorsi. Tempi. E, inevitabilmente, diventiamo la proiezione dei nostri cambiamenti. Ma poi succede qualcosa, comunque e sempre traccia del destino, frutto di un desiderio, ma anche incontro di energie, e torni ad affacciarti a tradizioni, a sapori accantonati.
Per dirla in termini più pragmatici: non sono una mangiatrice di pasta, ma sono tornata a questa tipologia di pietanza sfruttando un palato ben contento di farlo. E, giusto perché certe abitudini non si perdono mai, quando decido che sia pasta, lo è a modo mio: farine selezionate, mani sporche e il valore aggiunto del benessere.
Nasce così l'idea di questa tagliatella. Semplicissima pasta all'uovo, come la faceva papà ogni domenica, come ci ha insegnato lui settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno, in un'incessante sfida del "ma senti che buona!! Sono stato veramente bravo", in cui lui, col sorriso compiaciuto, risultava (e sarebbe sempre risultato, noi poveri illusi :) ) invincibile. Ho preso l'asse di legno, ho versato la farina come faceva lui, ho creato una fontana, ci ho rotto un uovo dentro e ho iniziato a sbatterlo con la forchetta, a incorporare farina, a sporcarmi le mani e a lavorare l'impasto fino a quando tutte le briciole si sono unite in un unico panetto. Certo è che, ai tempi, mai ci saremmo sognati di parlare di spirulina, ma.... che spunto migliore potrebbe esserci nel tornare alla tradizione, se non l'evoluzione?
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Ingredienti
Per la pasta
100 g di farina di grano duro Senatore Cappelli
1 uovo
3 g di spirulina in polvere
sale q.b.
Per il condimento
80 g di pesce spada
75 g di topinambur (pulito)
150 g di latte (per me di avena)
1 cucchiaino di olio extravergine di oliva
1 cucchiaio di whiskey Laphroaig
1/2 limone biologico
liquirizia in polvere q.b.
pepe q.b.
sale q.b.
Tagliate il pesce spada a cubetti e conditelo con l'olio, il sale, il pepe e la punta di un cucchiaino di polvere di liquirizia. Aggiungete qualche goccia di succo di limone e mescolate. Scaldate il whiskey in un pentolino e sfiammatelo, in modo da bruciare l'alcool. Fatelo raffreddare e versatelo sul pesce. Mescolate nuovamente, coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate marinare tutto per almeno un paio di ore.
Mescolate la farina con la spirulina. Formate una fontana sulla spianatoia, rompeteci l'uovo all'interno, salate q.b. e iniziate ad impastare. Formate un panetto, avvolgetelo in un panno umido e lasciatelo riposare per mezz'ora circa.
Tagliate il topinambur e inseritelo in un pentolino, insieme al latte e alla scorza del mezzo limone. Portate a ebollizione, quindi abbassate la fiamma e lasciate sobbollire fino al quasi completo assorbimento del liquido. Comunque fino a quando il topinambur risulterà morbido. Spegnete e lasciate intiepidire. Frullate tutto, aggiungendo poco sale, fino ad ottenere una crema vellutata.
Stendete la pasta in una sfoglia sottile e tagliatela creando delle tagliatelle. Fatele cuocere in acqua salata per 4 minuti circa (il tempo dipenderà dallo spessore della pasta), quindi scolatela, conditela con un filo di olio a crudo e servitela sulla vellutata di topinambur. Adagiatevi sopra il pesce spada marinato e servite, con una spolverata di pepe e un filo di ottimo olio extravergine di oliva.abc
Ancora dolci. Ancora cioccolato. Ancora avocado. Ancora il binomio cioccolato-pera. Ancora scelte mirate verso ingredienti sani. Ancora il desiderio di dimostrare che il benessere ha sapori davvero travolgenti. Ancora le mie folli planate verso un ridottissimo utilizzo di zuccheri. Beh, ormai sapete che la piega presa sia quella di farmi paladina del sano con stile e soprattutto del sano con gusto. Questo non vuol dire arenarsi su concetti già assunti, ma divertirsi a provare, cercare, migliorare, scoprire, testare e anche condividere, per dimostrare e convincere quanto fondate siano queste teorie e, soprattutto, quanta concretezza prendano nella pratica. E allora beccatevi queste crostatine che, lo confesso senza timori di presunzione, profumavano di successo già in fase embrionale :D Ma che vengono a bussare sui vostri monitor in una replica che sarà sicuramente perpetuata, gustata, apprezzata, divorata, amata.... Perché se si fa del buono e ci si diverte, vale sempre la pena ripetersi. E, nel ripetersi, migliorarsi anche.
Ingredienti
Per la base
200 g di burro di arachidi*
180 g di farina di farro integrale
30 g di crusca di avena
20 g di zucchero bruno (per me Mascobado)
30 g di bevanda vegetale (per me di avena)
1/2 cucchiaino di vaniglia in polvere
Per la farcia
100 g di polpa di avocado
150 g di cioccolato fondente (per me 75%)
25 g di bevanda vegetale (per me di avena)
5 g di cacao amaro in polvere
1 pera
Pesate gli ingredienti secchi e mescolateli tra loro. Uniteli al burro di arachidi freddo (io lo preparo e lo conservo in frigorifero) e iniziate ad impastare. Aggiungete il latte necessario a creare un impasto compatto, ma non troppo umido. Dovrà sbriciolarsi piuttosto facilmente, ma rimanere legato.
Ungete le formine da crostatina (con queste dosi ne vengono circa 10 da 10 cm di diametro) e riempitele con un cucchiaio e mezzo di impasto. Dovrebbe rimanervene una parte, che potrete lavorare con un po' di latte, da avvolgere in un foglio di pellicola trasparente e lasciare nel frigo. Schiacciate la pasta nelle formine, con un cucchiaio, in modo da creare una base uniforme e non troppo spessa. Fate riposare gli stampi, in frigorifero, per un'oretta.
Inserite in un boccale il cioccolato fondente e tritatelo. Aggiungete il cacao, la polpa di avocado e frullate tutto insieme. Versate il latte e amalgamate bene. Fate sciogliere il composto, a bagnomaria o nel microonde, fino a creare una crema liscia e omogenea.
Pelate la pera e tagliatela in fettine sottili, aiutandovi con una mandolina. Sistemate poche fettine alla base delle crostatine. Copritele con un buon cucchiaio abbondante di crema al cioccolato e decorate con striscioline, ottenute stendendo l'impasto lasciato a parte in precedenza.
Cuocetele a 170° per 45 minuti circa. Sfornatele e lasciatele raffreddare completamente, in modo che diventino friabili e possano essere estratte dagli stampini. Si conserveranno in frigorifero per una settimana, per cui non temete di eccedere con le dosi: moltiplicate a piacere e godetene a dismisura!!
* Il burro di arachidi, per questa occasione, l'ho preparato piuttosto morbido: 180 g di arachidi e 30 g di olio extravergine di oliva. E un grammo circa di sale integrale.abc