Ho ricordi preziosissimi, legati ad alcuni sapori della mia infanzia. I sapori tipici delle mie zone. Le paste di meliga mi conquistarono al primo morso, con la loro friabilità e la consistenza rustica. Ricordo che mi sentivo combattuta tra queste meraviglie e la finezza dei canestrelli, di cui ero capace di ingurgitare un'intera confezione in una sola volta. In fondo una pasta di meliga valeva 4 canestrelli, per dimensione, e se riuscivo a mangiare 3 o 4 paste di meliga, perché non finire la confezione di canestrelli? I tempi sono cambiati molto: seppur sia una golosa senza fondo, riesco a controllarmi abbastanza e, soprattutto, riesco a prediligere con cognizione una linea più salutare di alimentazione. Per questo nasce la rivisitazione. Sia chiaro: la percentuale di grassi in questi biscotti è sempre sopra la soglia di allerta, ma..... volete paragonare un burro pieno di grassi insaturi, con una genuina margarina prodotta in casa? Il difficile, per me, quando preparo dolcezze di questo tipo, è fare arrivare la pasta al forno: in genere la metà (sempre merito dell'autocontrollo ^_^) finisce sempre a crudo.
Ingredienti
140 g di semola di grano duro rimacinata
70 g di farina di mais fioretto
140 g di margarina
1 uovo
1.5 g di sale
scorza di un limone non trattato
2 g di lievito per dolci
100 g di zucchero di canna
Setacciate le farine, il sale e il lievito e mescolateli.
Sbattete con una frusta elettrica la margarina con lo zucchero, creando una crema soffice. Lavorate con pazienza per qualche minuto. Unite l'uovo e la scorza di limone grattugiata. Fate attenzione a non grattugiare anche la parte bianca: darebbe un sapore amaro all'impasto.
Sbattete bene ancora per un paio di minuti, fino a rendere omogeneo l'impasto.
Iniziate ad incorporare poca farina alla volta, lavorando bene con la frusta, affinchè venga assorbita tutta in modo uniforme e senza grumi. Dovrete ottenere un impasto morbido e compatto.
Avvolgete la terrina con l'impasto con una foglio di pellicola trasparente e lasciatela in frigo per almeno mezz'ora. In questo modo si compatterà bene e sarà pronta per la lavorazione e la formazione dei biscotti.
Prelevate, quindi, l'impasto e create le forme che preferite. Io ho utilizzato uno spara biscotti ed ho scelto una forma a quattro gocce.
Adagiate i biscotti su una teglia coperta da carta forno e cuocete, a 180°, per circa 20 minuti. La temperatura non dovrà essere eccessiva e la cottura dovrà durare fino a quando i biscotti inizieranno a scurirsi leggermente ai bordi.
Quando avranno raggiunto questo grado di cottura, spegnete il forno ed estraeteli. Appena sfornati saranno morbidi. Lasciateli raffreddare e vedrete come diventeranno friabili.
Vi avverto che sarà difficile resistervi!! Un morso non basterà. E il profumo che emaneranno in cottura sarà inebriante.
abc
Quando mi consigliarono di creare uno spazio, tutto mio, in cui mostrare e condividere la mia grande passione per la cucina, non mi dissero quanto mi sarei arricchita. Insegnamento vecchio stampo: sarà un lavoro, dovrai impegnarti, ti darà soddisfazioni se ti ci dedicherai con pazienza e costanza. L'insegnamento che mi ha sempre aiutato, negli anni. Probabilmente, se mi avessero detto ma sì, ogni tanto lasci in giro un commento e vedrai che qualcunoverrà da te, non sarei arrivata a tanto. Ma del resto so bene che, chi mi ha spinto ad arrivare qui, credeva e crede fortemente in me. E così scopro piacevolmente che le emozioni si susseguono, una dietro l'altra, giorno dopo giorno, pagina dopo pagina. Si susseguono in quegli sguardi di chi legge, ma non compare, di chi si riempie delle mie parole e tace. Si susseguono in nuove "amicizie", in conoscenze che svelano anime deliziose con cui condividere sorrisi e affetto. Anche solo virtualmente. Si susseguono in chi trova allettanti le mie proposte e si cimenta nel riprodurle. Ultima, in ordine di tempo, è la cara amica Roberta, con i suoi cavoletti di Bruxelles, ma non dimentichiamo la grande Lucia, amica di Facebook e moglie di un vecchio compagno di classe, che ha il più alto numero di rivisitazioni all'attivo. Ma c'è un aspetto, in questo susseguirsi di emozioni, che mi prende dritto al cuore. Parole come "mio figlio è un tuo grande fan", giuro, mi fanno venire la pelle d'oca e le lacrime agli occhi. "Ti segue sempre", oppure "è lei che mi dice 'hai visto Erica cos'ha preparato?'"..... trasformano in dolce zucchero a velo tutte le ore passate a sistemare foto e scrivere, scrivere e ancora scrivere. Questo panbrioche, nello specifico, lo voglio dedicare alla mia piccola fan Chiara. So che mi leggerà, perché so che non si perde mai un post. Mamma Ale me l'ha detto. Grazie dolcissima cucciola, grazie perché tu non lo sai, ma mi dai tanta forza e grande volontà di proseguire.
Ingredienti
250 g di farina 0 di Manitoba
120 g di farina di segale Jurmano
225 g di latte vaccino
8 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
30 g di olio evo
60 g di malto di riso (oppure 50 g di zucchero di canna)
2 mele annurche
30 g di noci
70 g di margarina (per la sfogliatura)
1 pizzico di sale
Setacciate le farine e il lievito madre secco. Sciogliete il malto di riso nel latte appena tiepido e versateci la metà delle farine. Mescolate fino ad ottenere una pastella omogenea. Versate l'olio a filo e, poco alla volta, la restatnte farina. Per ultimo unite il sale. Impastate fino ad ottenere un composto omogeneo e compatto.
Infarinatelo leggermente e formate un panetto, che metterete in una boule di vetro, coperta da pellicola trasparente. Fate lievitare la pasta in un luogo tiepido (circa 28°) fino al raddoppio.
Sbucciate le mele annurche (la vuccia potete utilizzarla, cotta in forno, per arricchire cereali o muesli. Non buttatela, è ricca di proprietà preziosissime!!). Tagliatela a julienne, con l'aiuto di una mandolina. Tritate i gherigli di noci e tenete tutto da parte.
Riprendete l'impasto, una volta che sarà lievitato, e rovesciatelo su una spianatoia infarinata. Allargatelo con le dita, sgonfiandolo leggermente, fino a formare un rettangolo di cica 20 x 30 centimetri, non troppo sottile.
Coprite la sfoglia con un generoso strato di margarina (un po' più della metà richiesta per la sfogliatura). Se utilizzaste quella fatta in casa, di consistenza piuttosto cremosa, non avvicinatevi troppo al bordo, perché fuoriuscirebbe con le pieghe.
Versate sopra metà delle mele e metà delle noci tritate, in modo da ricoprire tutta la superficie (nella foto la copertura è parziale per mostrare lo strato di margarina).
Arrotolate dalla parte del lato più corto, cercando di mantenere stretto e compatto il rotolo. Appiattite il salsicciotto ottenuto e allargatelo nuovamente. Ripetete l'operazione, utilizzando la margarina rimasta (tenetene da parte mezzo cucchiaio da utilizzare in superficie), le mele e le noci.
Arrotolate nuovamente la pasta e formate un salame. Allungatelo leggermente, facendo attenzione che non si sfaldi, e attorcigliatelo su se stesso, come per formare una spirale. Ungete uno stampo da plumcake e sistemate il pancrioche. Effettuate 4 o 5 tagli nel verso delle pieghe e spennellatelo con la margarina tenuta da parte. Se vi avanzassero delle noci, ricopritevi la superficie.
Fate lievitare, in un luogo tiepido, fino a quando raggiungerà il bordo dello stampo. Ci vorrà circa un'oretta. Non abbiate fretta.
Portate il forno alla temperatura di 220°. Infornate il panbrioche e abbassate la temperatura a 190°. Ponete la teglia su un ripiano medio basso, in modo che non bruci in superficie.
Cuocete per circa 50/55 minuti. Le mele tenderanno a rendere l'interno piuttosto unido, per cui anche se dall'esterno vi sembrerà cotto, è necessario lasciarlo tutto quel tempo in forno.
Sfornatelo e lasciatelo raffreddare completamente. Completamente. Con una sfogliatura il taglio a caldo sarebbe deleterio.
Quando sarà perfetto, toglietelo dallo stampo e procedete: fettine di circa 2 centimetri, o secondo il vostro gusto, e infinito e morbido piacere!!
Conservatelo avvolto in un foglio di pellicola trasparente, in frigo. Si conserverà per 3 o 4 giorni, morbido e profumato!!
E ad ogni morso, una grande soddisfazione.abc
Ingredienti
250 g di farina 0 di Manitoba
120 g di farina di segale Jurmano
225 g di latte vaccino
8 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
30 g di olio evo
60 g di malto di riso (oppure 50 g di zucchero di canna)
2 mele annurche
30 g di noci
70 g di margarina (per la sfogliatura)
1 pizzico di sale
Setacciate le farine e il lievito madre secco. Sciogliete il malto di riso nel latte appena tiepido e versateci la metà delle farine. Mescolate fino ad ottenere una pastella omogenea. Versate l'olio a filo e, poco alla volta, la restatnte farina. Per ultimo unite il sale. Impastate fino ad ottenere un composto omogeneo e compatto.
Infarinatelo leggermente e formate un panetto, che metterete in una boule di vetro, coperta da pellicola trasparente. Fate lievitare la pasta in un luogo tiepido (circa 28°) fino al raddoppio.
Sbucciate le mele annurche (la vuccia potete utilizzarla, cotta in forno, per arricchire cereali o muesli. Non buttatela, è ricca di proprietà preziosissime!!). Tagliatela a julienne, con l'aiuto di una mandolina. Tritate i gherigli di noci e tenete tutto da parte.
Riprendete l'impasto, una volta che sarà lievitato, e rovesciatelo su una spianatoia infarinata. Allargatelo con le dita, sgonfiandolo leggermente, fino a formare un rettangolo di cica 20 x 30 centimetri, non troppo sottile.
Coprite la sfoglia con un generoso strato di margarina (un po' più della metà richiesta per la sfogliatura). Se utilizzaste quella fatta in casa, di consistenza piuttosto cremosa, non avvicinatevi troppo al bordo, perché fuoriuscirebbe con le pieghe.
Versate sopra metà delle mele e metà delle noci tritate, in modo da ricoprire tutta la superficie (nella foto la copertura è parziale per mostrare lo strato di margarina).
Arrotolate dalla parte del lato più corto, cercando di mantenere stretto e compatto il rotolo. Appiattite il salsicciotto ottenuto e allargatelo nuovamente. Ripetete l'operazione, utilizzando la margarina rimasta (tenetene da parte mezzo cucchiaio da utilizzare in superficie), le mele e le noci.
Arrotolate nuovamente la pasta e formate un salame. Allungatelo leggermente, facendo attenzione che non si sfaldi, e attorcigliatelo su se stesso, come per formare una spirale. Ungete uno stampo da plumcake e sistemate il pancrioche. Effettuate 4 o 5 tagli nel verso delle pieghe e spennellatelo con la margarina tenuta da parte. Se vi avanzassero delle noci, ricopritevi la superficie.
Fate lievitare, in un luogo tiepido, fino a quando raggiungerà il bordo dello stampo. Ci vorrà circa un'oretta. Non abbiate fretta.
Portate il forno alla temperatura di 220°. Infornate il panbrioche e abbassate la temperatura a 190°. Ponete la teglia su un ripiano medio basso, in modo che non bruci in superficie.
Cuocete per circa 50/55 minuti. Le mele tenderanno a rendere l'interno piuttosto unido, per cui anche se dall'esterno vi sembrerà cotto, è necessario lasciarlo tutto quel tempo in forno.
Sfornatelo e lasciatelo raffreddare completamente. Completamente. Con una sfogliatura il taglio a caldo sarebbe deleterio.
Quando sarà perfetto, toglietelo dallo stampo e procedete: fettine di circa 2 centimetri, o secondo il vostro gusto, e infinito e morbido piacere!!
Conservatelo avvolto in un foglio di pellicola trasparente, in frigo. Si conserverà per 3 o 4 giorni, morbido e profumato!!
E ad ogni morso, una grande soddisfazione.abc
Ci sono sapori e profumi che, come fossero una seconda pelle, vivono in me. Sapori e profumi che, nonostante la voglia di mettermi sempre in gioco e di sperimentare nuovi approcci, mi riportano la pace nel cuore. Sapori e profumi che mi rassicurano, quando mi sento fuori dal mondo, senza forze, sconfortata. Sapori e profumi che, di tanto in tanto, devo rievocare. E' così che nascono questi frollini. Il desiderio di fermare, per un attimo, il tempo, di guardarmi dentro e di riconoscermi, di prendere il fiato prima di procedere. Nascono così, in una giornata apparentemente tranquilla. Forse troppo. Nascono e mi riempiono di quelle sensazioni incantevoli. E mi danno forza, quella forza che la mia determinazione richiede costantemente. Non una frolla tradizionale. Lo sapete, seguo principi salutistici, seleziono le materie prime. Una frolla rivisitata, perché anche la rassicurante rievocazione dei sapori tradizionali per me deve avere personalità. E questa è la mia "personale" versione.
Ingredienti
Per la frolla
300 g di farina integrale
45 g di tuorli (corrispondono a 2 tuorli di uova medie)
100 g di olio evo
4 g di lievito per dolci
la scorza di un mandarino
60 g di zucchero di canna Mascobado
1 pizzico di sale
Per il ripieno
135 g di albicocche secche
50 g di nocciole tostate
50 g di gherigli di noci
8 g di zucchero di canna Mascobado
1 cucchiaino raso di cannella
Pesate la farina, setacciatevi, sopra, il lievito e mescolate. Separate i tuorli dagli albumi e sbatteteli con lo zucchero Mascobado.
Lavorate a lungo, fino a quando non avrete ottenuto una crema spumosa. Il Mascobado è uno zucchero grezzo scuro, per cui non otterrete una crema omogenea e chiara, come se utilizzaste un normale zucchero raffinato.
Unite, a filo e sempre con le fruste in movimento, l'olio evo. Quando sarà tutto ben amalgamato, versate la pastella al centro della farina. Iniziate ad impastare con le mani, incorporando la farina poco alla volta e creando un impasto compatto.
Riprendete la frolla e tagliatela in tre parti. Appiattite ciascuna parte su una spianatoia e, con l'aiuto di un matterello, stendete l'impasto in un rettangolo spesso circa un centimetro e alto circa 25 centimetri. Non importerà la larghezza, ma sarà di circa 20 centimetri.
Ricoprite ciascun rettangolo con la farcia di albicocche e frutta secca, lasciando un paio di centimetri liberi su uno dei due lati più corti (quello di misura variabile). Lo strato di farcia dovrà essere di 3 millimetri circa e steso in maniera uniforme.
Iniziate ad arrotolare ciascun rettangolo partendo dalla parte libera dalla farcitura. Continuate fino al fondo, cercando di rendere il rotolino il più possibile compatto. Se la frolla si rompesse durante questa operazione, tenetela unita con le mani.
Trascorsi i primi 10 minuti, estraete velocemente la teglia e girate i biscotti dalla parte opposta. Procedete, quindi, con gli altri 10 minuti di cottura. In questo modo risulteranno dorati uniformemente.
In questo modo, sempre che ci riusciate, potranno durare una settimana buona!!
Io vi dico solo che, dalla teglia al barattolo, ne è sparita un'importante quantità.
In fondo, come poter resistere a tanta fragranza?
abc
Ingredienti
Per la frolla
300 g di farina integrale
45 g di tuorli (corrispondono a 2 tuorli di uova medie)
100 g di olio evo
4 g di lievito per dolci
la scorza di un mandarino
60 g di zucchero di canna Mascobado
1 pizzico di sale
Per il ripieno
135 g di albicocche secche
50 g di nocciole tostate
50 g di gherigli di noci
8 g di zucchero di canna Mascobado
1 cucchiaino raso di cannella
Pesate la farina, setacciatevi, sopra, il lievito e mescolate. Separate i tuorli dagli albumi e sbatteteli con lo zucchero Mascobado.
Lavorate a lungo, fino a quando non avrete ottenuto una crema spumosa. Il Mascobado è uno zucchero grezzo scuro, per cui non otterrete una crema omogenea e chiara, come se utilizzaste un normale zucchero raffinato.
Unite, a filo e sempre con le fruste in movimento, l'olio evo. Quando sarà tutto ben amalgamato, versate la pastella al centro della farina. Iniziate ad impastare con le mani, incorporando la farina poco alla volta e creando un impasto compatto.
Date alla pasta una forma di panetto, avvolgetelo nella pellicola trasparente e fatelo riposare in frigo. Io l'ho lasciato un paio d'ore abbondanti, ma sarebbe sufficiente una.
Preparate, ora, la farcitura. Unite le albicocche secche alle noci e alle nocciole. Tritatele fino ad ottenere una pasta piuttosto appiccicosa. Aggiungete lo zucchero e la cannella e mescolate molto bene, affinché tutto sia perfettamente amalgamato. Lasciate riposare in frigo per un'ora circa.Riprendete la frolla e tagliatela in tre parti. Appiattite ciascuna parte su una spianatoia e, con l'aiuto di un matterello, stendete l'impasto in un rettangolo spesso circa un centimetro e alto circa 25 centimetri. Non importerà la larghezza, ma sarà di circa 20 centimetri.
Ricoprite ciascun rettangolo con la farcia di albicocche e frutta secca, lasciando un paio di centimetri liberi su uno dei due lati più corti (quello di misura variabile). Lo strato di farcia dovrà essere di 3 millimetri circa e steso in maniera uniforme.
Iniziate ad arrotolare ciascun rettangolo partendo dalla parte libera dalla farcitura. Continuate fino al fondo, cercando di rendere il rotolino il più possibile compatto. Se la frolla si rompesse durante questa operazione, tenetela unita con le mani.
Avvolgete i rotolini appena ottenuti in un foglio di pellicola trasparente e lasciate riposare in frigorifero per mezz'ora circa.
Riprendete quindi le forme e iniziate a tagliarle a fettine, dello spessore di un centimetro circa. Rivestite una teglia con carta forno e posizionatevi sopra i biscotti appena ottenuti. Non lasciateli troppo vicini, perché in cottura tenderanno ad aumentare di volume.
Portate il forno in temperatura e cuocete, a 180°, per 20 minuti.Trascorsi i primi 10 minuti, estraete velocemente la teglia e girate i biscotti dalla parte opposta. Procedete, quindi, con gli altri 10 minuti di cottura. In questo modo risulteranno dorati uniformemente.
Sfornate i biscotti e lasciateli raffreddare. Acquisiranno, in questo modo, tutta la friabilità tipica del frollino.
Potrete conservarli in un barattolo di vetro, o in una scatola di latta.In questo modo, sempre che ci riusciate, potranno durare una settimana buona!!
Io vi dico solo che, dalla teglia al barattolo, ne è sparita un'importante quantità.
In fondo, come poter resistere a tanta fragranza?
abc
Ormai lo sapete: tutto ciò che entra nella mia dispensa non è che sotto forma di materia prima. Come spiego in questa pagina, diamoci un taglio, ho sviluppato nel tempo un duplice pensiero: la soddisazione del creare da sé e la genuinità del creato da sé. Questo è il mio modo di vivere. Almeno in cucina. Mi balenava da un po' in testa l'idea di provare a preparare le fette biscottate. Mi sono documentata un po' su versioni differenti, ma all fine ho fatto di testa mia. Diciamo che questa è la mia prima versione, quella che parte da una ricetta collaudata, a cui ho semplicemente dato il seguito della tostatura, oltre che una variante di impasto. E, per quanto sia stata soddisfatta del risultato, per quanto queste fettine abbiano una buona croccantezza, credo che non siano altro che una partenza per avvicinarmi alla..... perfezione. Queste fette biscottate hanno tutto, manca solo una leggera friabilità, tipica. E allora mentre gusto questa bontà, studio già la sua evoluzione.
Ingredienti
87 g di farina Manitoba
92 g di farina di segale Jurmano
92 g di farina integrale
85 g di farina ai 5 cereali (io Molino Chiavazza)
7 g di crusca di grano
12 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
4 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
10 g di zucchero di canna a velo
216 g di latte di avena
24 g di olio evo
1 pizzico di sale
8 g di cacao
Setacciate le farine e mescolatele con il lievito madre secco, il malto d'orzo e la crusca di grano. Intiepidite il latte di avena e fatevi sciogliere lo zucchero. Unite metà delle farine e impastate fino ad ottenere una pasta omogenea. Unite, poco alla volta, la farina restante, l'olio evo a filo e, per ultimo, il sale. Lavorate fino ad ottenere un impasto compatto.
Dividete in due l'impasto ottenuto ed unite, ad una metà, il cacao. Impastate fino a quando non si sarà ben amalgamato. A questo punto mettete i due panetti in due differenti terrine, copriteli con pellicola trasparente e lasciateli lievitare in un luogo tiepido, io nel forno con la lucina accesa, fino al raddoppio di volume (per me 7 ore).
Quando saranno gonfiati bene, infarinate una spianatoia e rovesciateci un impasto alla volta. Sgonfiatelo leggermente e stendetelo con le dita, formando un rettangolo.
Piegatelo in tre, lasciando la lunghezza del lato più lungo. Ora arrotolatelo su se stesso, dategli una forma arrotondata e mettetelo a riposare, per una ventina di minuti, sotto la ciotola utilizzata per la prima lievitazione. Ripetete l'operazione anche con il secondo impasto. Vi consiglio di iniziare con l'impasto bianco, perché sarà il primo che utilizzerete nella fase successiva. Infarinate ancora la spianatoia.
Riprendete l'impasto bianco e stendetelo, con un mattarello, formando una sfoglia larga quanto lo stampo che utilizzerete per la cottura (io ho utilizzato uno stampo da plumcake 24 cm x 10 cm). Stendete anche l'impasto al cacao e sovrapponetelo a quello bianco.
Arrotolate molto strette su se stesse le due sfoglie, formando un salame della lunghezza dello stampo. Ungete lo stesso stampo e adagiatevi il salame appena ottenuto. Copritelo con un foglio di pellicola trasparente, in modo che non si formi la crosta, e lasciatelo lievitare, in luogo tiepido. Va sempre bene il forno spento.
Accendete il forno a 220° e portatelo in temperatura.
Quando il volume dell'impasto avrà raggiunto il bordo dello stampo, spennellate la superficie con un po' di latte di avena.
Infornate e abbassate la temperatura a 190°. Cuocete per 35 minuti circa, ma controllate la cottura, perché ogni forno ha caratteristiche differenti: potrebbero volerci 5 minuti in più o 5 in meno. Quando sarà ben dorato in superficie fornatelo e lasciatelo raffreddare completamente. Questa è una condizione fondamentale, affinché non si sbricioli durante il taglio. Lasciatelo anche tutta la notte, sdraiato su una griglia, su un fianco, poi sull'altro. Quando sarà completamente freddo iniziate a tagliarlo a fettine dello spessore di un centimetro.
Posizionate le fettine su una leccarda e infornate, a 180°, per 15 minuti, prima di girare le fettina dal lato opposto e procedere per altri 15 minuti. Ripetete questa operazione per almeno due volte.
Dovranno essere belle croccanti.
A questo punto sfornatele e lasciatele raffreddare.
Gustatele come meglio desiderate: con burro e marmellata, con crema al cioccolato, con una crema al pistacchio o con qualsiasi prelibatezza desideriate.
La loro forza è la genuinità. Sorride il palato e sorride il vostro corpo.
abc
Ingredienti
87 g di farina Manitoba
92 g di farina di segale Jurmano
92 g di farina integrale
85 g di farina ai 5 cereali (io Molino Chiavazza)
7 g di crusca di grano
12 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
4 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
10 g di zucchero di canna a velo
216 g di latte di avena
24 g di olio evo
1 pizzico di sale
8 g di cacao
Setacciate le farine e mescolatele con il lievito madre secco, il malto d'orzo e la crusca di grano. Intiepidite il latte di avena e fatevi sciogliere lo zucchero. Unite metà delle farine e impastate fino ad ottenere una pasta omogenea. Unite, poco alla volta, la farina restante, l'olio evo a filo e, per ultimo, il sale. Lavorate fino ad ottenere un impasto compatto.
Dividete in due l'impasto ottenuto ed unite, ad una metà, il cacao. Impastate fino a quando non si sarà ben amalgamato. A questo punto mettete i due panetti in due differenti terrine, copriteli con pellicola trasparente e lasciateli lievitare in un luogo tiepido, io nel forno con la lucina accesa, fino al raddoppio di volume (per me 7 ore).
Quando saranno gonfiati bene, infarinate una spianatoia e rovesciateci un impasto alla volta. Sgonfiatelo leggermente e stendetelo con le dita, formando un rettangolo.
Piegatelo in tre, lasciando la lunghezza del lato più lungo. Ora arrotolatelo su se stesso, dategli una forma arrotondata e mettetelo a riposare, per una ventina di minuti, sotto la ciotola utilizzata per la prima lievitazione. Ripetete l'operazione anche con il secondo impasto. Vi consiglio di iniziare con l'impasto bianco, perché sarà il primo che utilizzerete nella fase successiva. Infarinate ancora la spianatoia.
Riprendete l'impasto bianco e stendetelo, con un mattarello, formando una sfoglia larga quanto lo stampo che utilizzerete per la cottura (io ho utilizzato uno stampo da plumcake 24 cm x 10 cm). Stendete anche l'impasto al cacao e sovrapponetelo a quello bianco.
Arrotolate molto strette su se stesse le due sfoglie, formando un salame della lunghezza dello stampo. Ungete lo stesso stampo e adagiatevi il salame appena ottenuto. Copritelo con un foglio di pellicola trasparente, in modo che non si formi la crosta, e lasciatelo lievitare, in luogo tiepido. Va sempre bene il forno spento.
Accendete il forno a 220° e portatelo in temperatura.
Quando il volume dell'impasto avrà raggiunto il bordo dello stampo, spennellate la superficie con un po' di latte di avena.
Infornate e abbassate la temperatura a 190°. Cuocete per 35 minuti circa, ma controllate la cottura, perché ogni forno ha caratteristiche differenti: potrebbero volerci 5 minuti in più o 5 in meno. Quando sarà ben dorato in superficie fornatelo e lasciatelo raffreddare completamente. Questa è una condizione fondamentale, affinché non si sbricioli durante il taglio. Lasciatelo anche tutta la notte, sdraiato su una griglia, su un fianco, poi sull'altro. Quando sarà completamente freddo iniziate a tagliarlo a fettine dello spessore di un centimetro.
Posizionate le fettine su una leccarda e infornate, a 180°, per 15 minuti, prima di girare le fettina dal lato opposto e procedere per altri 15 minuti. Ripetete questa operazione per almeno due volte.
Dovranno essere belle croccanti.
A questo punto sfornatele e lasciatele raffreddare.
Gustatele come meglio desiderate: con burro e marmellata, con crema al cioccolato, con una crema al pistacchio o con qualsiasi prelibatezza desideriate.
La loro forza è la genuinità. Sorride il palato e sorride il vostro corpo.
abc
Non ci sono grandi segreti. Amo il pistacchio e coprirei di pistacchio ogni anfratto della mia esistenza. Nel dolce, nel salato, in crema, in granella, intero, come protagonista, come comparsa. Basta che sia pistacchio. Già un tempo mi cimentai in una preparazione di crema che mi lasciò titubante. Non del tutto soddisfatta, ma assolutamente ingolosita. Il pensiero fu si può fare, ma è da migliorare. Eccomi!! ^_^ Credo che la scelta di pochi e genuini ingredienti sia vincente e credo che quel piccolo dettaglio insolito, nell'aroma, dia il tocco di magia. Insomma, quando dico pistacchio ciò che voglio assaporare è il pistacchio. Diffido dagli aromi artificiali, dagli intrugli di additivi impronunciabili. Qui dentro non c'è altro: c'è semplice e pura natura. E da qui parto, perché questa crema non è un traguardo, ma un grande punto di partenza: in mente ho già qualche sfiziosissima idea!!!! Sempre che quel barattolino non finisca prima!!!! ^_^
Ingredienti
100 g di pistacchi tostati non salati
30 g di zucchero grezzo di canna
350 ml di latte di avena
1 cucchiaino colmo di farina di semi di carrube
scorza grattugiata di mezzo limone
gusciate i pistacchi, cercando di pulirli il più possibile dalle loro pellicine. Eventualmente sfregateli delicatamente tra di loro.
Tritateli finemente, facendo lavorare le lame a scatti, con pause continue che non surriscaldino troppo i pistacchi.
Procedete fino a quando avrete ottenuto una pasta compatta.
A questo punto aggiungete lo zucchero e la scorza grattugiata del limone e mescolate bene. Stemperate la farina di semi di carrube con un po' di latte tiepido e unitelo alla pasta. Versate il restante latte, mescolando bene affinché non si dormino grumi e mettete sul fuoco, a fiamma moderata. Portate a lieve bollore e, una volta raggiunti i 90/95°, sempre mescolando, fate cuocere per circa 4 minuti.
Nel frattempo sterilizzate un vasetto. Con queste dosi vengono circa 450 ml di crema.
Quando la crema sarà cotta spegnete il fuoco e versate la il composto bollente vel vasetto. Chiudete subito e avvolgete in un canovaccio lo stesso barattolino. Lasciate raffreddare per qualche ora, fino a quando si sarà creato il sottovuoto.
A questo punto la crema è pronta per essere riposta in dispensa e conservata. Magari una buona e semplice idea regalo!!
Io ho utilizzato un vasetto da 33 ml e la restante crema l'ho tenuta in un contenitore, in frigorifero. In questo modo potrete conservarla comodamente per almeno una settimana (di più non è durata ^_^) e averla sempre a portata di..... palato!!abc
Ingredienti
100 g di pistacchi tostati non salati
30 g di zucchero grezzo di canna
350 ml di latte di avena
1 cucchiaino colmo di farina di semi di carrube
scorza grattugiata di mezzo limone
gusciate i pistacchi, cercando di pulirli il più possibile dalle loro pellicine. Eventualmente sfregateli delicatamente tra di loro.
Tritateli finemente, facendo lavorare le lame a scatti, con pause continue che non surriscaldino troppo i pistacchi.
Procedete fino a quando avrete ottenuto una pasta compatta.
A questo punto aggiungete lo zucchero e la scorza grattugiata del limone e mescolate bene. Stemperate la farina di semi di carrube con un po' di latte tiepido e unitelo alla pasta. Versate il restante latte, mescolando bene affinché non si dormino grumi e mettete sul fuoco, a fiamma moderata. Portate a lieve bollore e, una volta raggiunti i 90/95°, sempre mescolando, fate cuocere per circa 4 minuti.
Nel frattempo sterilizzate un vasetto. Con queste dosi vengono circa 450 ml di crema.
Quando la crema sarà cotta spegnete il fuoco e versate la il composto bollente vel vasetto. Chiudete subito e avvolgete in un canovaccio lo stesso barattolino. Lasciate raffreddare per qualche ora, fino a quando si sarà creato il sottovuoto.
A questo punto la crema è pronta per essere riposta in dispensa e conservata. Magari una buona e semplice idea regalo!!
Io ho utilizzato un vasetto da 33 ml e la restante crema l'ho tenuta in un contenitore, in frigorifero. In questo modo potrete conservarla comodamente per almeno una settimana (di più non è durata ^_^) e averla sempre a portata di..... palato!!abc
Finalmente ce l'ho fatta: ho trovato la farina di castagne!!!!!!! Sembrerà una follia, ma ho ancora in testa il suono delle parole del commesso, Marco, del negozio bio di fiducia. Dicevano così: "In realtà manca da molti mesi, da quando sono finite le scorte della stagione passata. Adesso dovremo aspettare la macinatura delle nuove castagne. Del resto, essendo un prodotto biologico, rispetta e segue le stagionalità. Dovremo aspettare ancora un po'". Ecco, il mio mantra: se vuoi che sia bio, attendi la naturale evoluzione delle stagioni. Chiedo scusa a Marco, ai suoi colleghi e agli acari del mio negozio di fiducia, ma mi trovavo tra gli scaffali di un altro negozio quando..... illuminazione!!!!!! Il mio bel sacchetto di farina di castagne troneggiava nel carrello e saltellava nella borsa di juta, trepidante per l'attesa di entrare in dispensa. In realtà la dispensa non ha neanche fatto in tempo a vederla. Già, tanto era il desiderio che..... magia!!!! Preparatevi, non aspettavo altro! ^_^
Ingredienti
65 g di farina di segale Jurmano
90 g di farina di Manitoba
45 g di farina di castagne
5 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
2 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
130 g di latte di avena
40 g di malto di riso
10 g di burro vegetale salato (questa versione)
1/2 mela
15 g di semi di girasole
10 g di zucchero di canna Demerara
Setacciate le farine (mi raccomando, la farina di castagne tende a formare grumi, in conservazione nel sacchetto, e questo passaggio è fondamentale per facilitare la lavorazione e dare una resa migliore all'impasto). Aggiungete il lievito e il malto e mescolate.
Fate sciogliere il malto di riso nel latte leggermente intiepidito e iniziate ad unire la farina, poco alla volta, impastando. Aggiungete il burro vegetale e lavorate fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Trasferite il panetto appena ottenuto in una terrina di vetro e copritela con un foglio di pellicola trasparente. Lasciatelo lievitare in un luogo tiepido fino al raddoppio del volume (per me 4 ore e mezzo).
Riprendete l'impasto, dividetelo in otto parti su una spianatoia infarinata e lavorate ciscun pezzo, in modo da formare una pallina.
Date quindi, a ciascuna pallina, la forma di una pizzetta, di diametro di circa 15 cm, ponetele su una placca rivestita da carta forno e lasciatele lievitare ancora per un'ora e mezza, sempre in un luogo tiepido (io mi servo del forno spento).
Trascorso il tempo della lievitazione mescolate lo zucchero di canna con i semi di girasole. Riprendete le pizzette, ora gonfie di lievitazione, esistemate, su ciascuna di queste, un cucchiaino del mix ottenuto.
Sbucciate la mela, togliete il torsolo e tagliatela a fettine molto sottili. Posizionate quattro fettine su ogni pizzetta, in modo da ricoprirla interamente.
Portate il forno in temperatura e cuocete, a 180°, per 15 minuti.
Controllate che non brucino e che cuociano rimanendo belle soffici.
Sfornatele e lasciatele intiepidire.
Procedete, quindi, all'assaggio.
Io le ho congelate e le assaporo belle calde al mattino, per colazione. E' una preparazione che permette questo tipo di conservazione, per cui..... pizzette a gogò!!!
abc
Ingredienti
65 g di farina di segale Jurmano
90 g di farina di Manitoba
45 g di farina di castagne
5 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
2 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
130 g di latte di avena
40 g di malto di riso
10 g di burro vegetale salato (questa versione)
1/2 mela
15 g di semi di girasole
10 g di zucchero di canna Demerara
Setacciate le farine (mi raccomando, la farina di castagne tende a formare grumi, in conservazione nel sacchetto, e questo passaggio è fondamentale per facilitare la lavorazione e dare una resa migliore all'impasto). Aggiungete il lievito e il malto e mescolate.
Fate sciogliere il malto di riso nel latte leggermente intiepidito e iniziate ad unire la farina, poco alla volta, impastando. Aggiungete il burro vegetale e lavorate fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Trasferite il panetto appena ottenuto in una terrina di vetro e copritela con un foglio di pellicola trasparente. Lasciatelo lievitare in un luogo tiepido fino al raddoppio del volume (per me 4 ore e mezzo).
Riprendete l'impasto, dividetelo in otto parti su una spianatoia infarinata e lavorate ciscun pezzo, in modo da formare una pallina.
Date quindi, a ciascuna pallina, la forma di una pizzetta, di diametro di circa 15 cm, ponetele su una placca rivestita da carta forno e lasciatele lievitare ancora per un'ora e mezza, sempre in un luogo tiepido (io mi servo del forno spento).
Trascorso il tempo della lievitazione mescolate lo zucchero di canna con i semi di girasole. Riprendete le pizzette, ora gonfie di lievitazione, esistemate, su ciascuna di queste, un cucchiaino del mix ottenuto.
Sbucciate la mela, togliete il torsolo e tagliatela a fettine molto sottili. Posizionate quattro fettine su ogni pizzetta, in modo da ricoprirla interamente.
Portate il forno in temperatura e cuocete, a 180°, per 15 minuti.
Controllate che non brucino e che cuociano rimanendo belle soffici.
Sfornatele e lasciatele intiepidire.
Procedete, quindi, all'assaggio.
Io le ho congelate e le assaporo belle calde al mattino, per colazione. E' una preparazione che permette questo tipo di conservazione, per cui..... pizzette a gogò!!!
abc
Ve lo dico: non si tratta di una torta da settemila calorie alla sola vista, quattordicimila alla presa della forchetta e millemila all'assaggio. Questa golosa colata cremosa è pura polpa di zucca e il colore dell'impasto è dato dalla presenza di dolcissime carote viola. Già, le carote viola. Ignoravo l'esistenza di questo ortaggio fino a poco tempo fa. Poi, vedendole esposte nella loro bella cassettina, non ho potuto fare a meno di cedervi. La mia solita curiosità, quella che mi farebbe mangiare anche le cavallette per poter dire che gusto abbiano, mi ha portato ad addentare un croccante pezzetto e..... magia delle magie, quanta dolcezza!!!!!! Stegata. Ho immaginato subito un dolce e poi.... ecco la zucca. L'ho vista, la adoro, ne ho avvertito l'affinità. Aumentate deliberatamente la quantità di zucchero, sapete che io sono sempre alquanto attenta e avara di zuccheri e gustate in piena serenità: questo dolce è un concentrato di salute!!
Ingredienti
Per la torta
75 g di carote viola (pulite)
215 g di zucca (pulita)
2 uova
20 g di zucchero Mascobado
1/2 bustina di lievito per dolci
145 g di farina d'orzo
1 pizzico di sale
Per la crema
125 g di latte di avena
100 g di zucca (pulita)
5 g di zucchero Mascobado
scorza di 1/2 limone
1/2 cucchiaino raso di farina di semi di carrube
Pulite le carote viola (attenenzione che macchiano come fossero d'inchiostro) e la zucca. Tritatele finemente e mettetele da parte.
Separate i tuorli dagli albumi, tenete da parte gli albumi e montate i tuorli con lo zucchero, lavorando bene e a lungo con le fruste elettriche. Aggiungete la polpa di zucca e carote rosse e mescolate.
Aggiungete, poco alla volta, la farina e il lievito setacciati, amalgamandoli perfettamente all'impasto.
Montate a neve gli albumi, con un pizzico di sale. Uniteli all'impasto, quando saranno una bella nuvola soffice e compatta e mescolate delicatamente, dal basso verso l'altro, fino a quando saranno ben amalgamati.
Rivestite una teglia (io ho usato una teglia dal diametro di 22 cm) con carta forno, bagnata e strizzata, facendola aderire bene ai bordi.
Versate il composto e infornate, a 175°, per 50 minuti (potrebbero esserne necessari anche qualcuno in più! Fate la prova coltello, dopo questo tempo di cottura).
Nel frattempo occupatevi della crema. Tagliate a dadini la zucca, pulita e lavata. Versate il latte in un pentolino e unitevi lo zucchero. Fate scaldare, affinché lo zucchero si sciolga completamente.
Aggiungete la zucca, la scorza grattugiata di mezzo limone e fate cuocere, a fuoco basso, fino a quando la zucca non risulterà morbida. A questo punto aggiungete la farina di semi di carrube e mescolate velocemente, affinché si sciolga senza formare grumi.
Fatela bollire nel latte e zucca per un paio di minuti e spegnete il fuoco. Passate tuto con un frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema liscia e vellutata. Trasferitela in una ciotolina e lasciatela raffreddare.
A questo punto, quando la torta sarà cotta, sfornatela e lasciatela raffreddare.
Non vi servirà altro che un coltello per tagliarla e un cucchiaino per coprirla di crema.
Le fette saranno soffici e fragranti e la crema dolce e avvolgente. Insieme, saranno festa per il vostro palato!!
Se proprio non doveste resistere al completo raffreddamento, posso garanirvi che anche tiepida..... è una favola ^_^abc
Ingredienti
Per la torta
75 g di carote viola (pulite)
215 g di zucca (pulita)
2 uova
20 g di zucchero Mascobado
1/2 bustina di lievito per dolci
145 g di farina d'orzo
1 pizzico di sale
Per la crema
125 g di latte di avena
100 g di zucca (pulita)
5 g di zucchero Mascobado
scorza di 1/2 limone
1/2 cucchiaino raso di farina di semi di carrube
Pulite le carote viola (attenenzione che macchiano come fossero d'inchiostro) e la zucca. Tritatele finemente e mettetele da parte.
Separate i tuorli dagli albumi, tenete da parte gli albumi e montate i tuorli con lo zucchero, lavorando bene e a lungo con le fruste elettriche. Aggiungete la polpa di zucca e carote rosse e mescolate.
Aggiungete, poco alla volta, la farina e il lievito setacciati, amalgamandoli perfettamente all'impasto.
Montate a neve gli albumi, con un pizzico di sale. Uniteli all'impasto, quando saranno una bella nuvola soffice e compatta e mescolate delicatamente, dal basso verso l'altro, fino a quando saranno ben amalgamati.
Rivestite una teglia (io ho usato una teglia dal diametro di 22 cm) con carta forno, bagnata e strizzata, facendola aderire bene ai bordi.
Versate il composto e infornate, a 175°, per 50 minuti (potrebbero esserne necessari anche qualcuno in più! Fate la prova coltello, dopo questo tempo di cottura).
Nel frattempo occupatevi della crema. Tagliate a dadini la zucca, pulita e lavata. Versate il latte in un pentolino e unitevi lo zucchero. Fate scaldare, affinché lo zucchero si sciolga completamente.
Aggiungete la zucca, la scorza grattugiata di mezzo limone e fate cuocere, a fuoco basso, fino a quando la zucca non risulterà morbida. A questo punto aggiungete la farina di semi di carrube e mescolate velocemente, affinché si sciolga senza formare grumi.
Fatela bollire nel latte e zucca per un paio di minuti e spegnete il fuoco. Passate tuto con un frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema liscia e vellutata. Trasferitela in una ciotolina e lasciatela raffreddare.
A questo punto, quando la torta sarà cotta, sfornatela e lasciatela raffreddare.
Non vi servirà altro che un coltello per tagliarla e un cucchiaino per coprirla di crema.
Le fette saranno soffici e fragranti e la crema dolce e avvolgente. Insieme, saranno festa per il vostro palato!!
Se proprio non doveste resistere al completo raffreddamento, posso garanirvi che anche tiepida..... è una favola ^_^abc
A volte ti trovi ad un punto in cui le differenti strade percorse si ritrovano, tutte insieme, ad un incrocio. Il fattore comune è sempre lui: il negozio bio in cui le mie comparse sono più barzellette che altro. Nel tempo, tra gli scaffali, ho scoperto le più svariate forme di ingredienti. Versioni infinite di ciò che, comunemente, definiamo farina, oppure zucchero, o ancora cereali. Potrei passare le ore, tra le etichette di quei prodotti, più o meno come passo le ore in libreria, tra le copertine e le trame di infiniti libri. Ma torniamo a noi. Oltre ad esserci un fattore comune, in questo incrocio di strade c'è anche un movente: la curiosità. Laddove non conosco, mi documento, sperimento, assaggio, mi confronto. Capita così di scoprire e apprezzare il sapore aromatico dello zucchero Mascobado, nome che, nelle Filippine, qualifica lo zucchero estratto dalla canna. Zucchero integrale, prodotto artigianalmente dalla spremitura delle canne. Un concentrato di genuinità. E poi incroci bancali di cereali biologici, dai cornflakes agli orzoflakes, dal muesli di avena, a quello di amaranto. E, vi garantisco, le versioni e le tipologie sono così tante da poter variare la colazione per un anno intero! Sulle farine non mi dilungo: qui ho usato una "banalissima" multicereali, ma vi garantisco che, dal miglio all'avena, alle castagne, alla soia, alla canapa, ai ceci, e tante altre, la scelta è davvero difficile!! Allora ecco che mi trovo a mettere tutto insieme. E cosa potrebbe mai legare tanta bontà, se non un elemento genuino????? Il mio mitico burro vegetale.... Non posso raccontarvi la bontà, ma posso illustrarvela. Sia mai che anche voi vogliate provarci!
E perché chiamarli biscotti del diavolo? I miei followers facebookiani hanno assistito ad un piccolo incidente di percorso, in diretta. Mentre cercavo di immortalare la crema di burro montata con lo zucchero, la macchina fotografica non ha resistito ad un tuffo, fortunatamente di schiena e non di pancia, nella crema stessa. Non vi dico la mia espressione: se solo fosse partito uno scatto fortuito, ve l'avrei pubblicato. Ero immobile, bianca, con gli occhi spalancati a ripetermi "non è successo, ditemi che non è vero!" ^_^ E mentre documentavo tutto sulla bacheca, un caro amico, Marco, ha commentato proprio con.... biscotti del diavolo!!!!! Ecco, sono davvero dei golosissimi biscotti del diavolo e Marco, questi sono per te e per il grande Ranieri!!
Ingredienti
55 g di burro vegetale salato
30 g di zucchero Mascobado
45 g di farina ai cereali (io Mulino Chiavazza)
45 ml di latte di avena
15 g di cornflakes bio (io Baule Volante)
20 g di muesli di avena bio al cioccolato (io Barnhouse)
Versate in una terrina il burro vegetale. Unite lo zucchero e lavorate il tutto con una frusta elettrica. Sbattete energicamente fino ad ottenere una crema soffice. Lo zucchero Mascobado è scuro e grezzo, per cui non avrete mai una crema chiara, né mai perfettamente liscia.
Unite, poco alla volta, la farina di cereali e, a filo, il latte di avena. Impastate bene tutto e, quando sarà ben amalgamato, unite i cornflakes. Mescolate con un cucchiaio fino ad ottenere una pasta omogenea.
Unite, a questo punto, anche il muesli al cioccolato e ripetete il lavoro con il cucchiaio, fino ad ottenere un impasto piuttosto corposo, ma morbido.
Rivestite con carta forno una teglia. Con l'aiuto di due cucchiaino formate delle palline grandi quanto una noce. Adagiatele sulla teglia, ad una distanza di qualche centimetro l'una dall'altra.
Accendete il forno a 190°. Quando sarà in temperatura infornate e abbassate a 175°. Cuocete per circa 20/25 minuti. Controllate che diventino ben dorati. Sfornate e lasciate raffreddare.
Rimarranno morbidi al morso, ma croccanti nell'impasto. Dolci e saporiti. Una vera tentazione!
abc
E perché chiamarli biscotti del diavolo? I miei followers facebookiani hanno assistito ad un piccolo incidente di percorso, in diretta. Mentre cercavo di immortalare la crema di burro montata con lo zucchero, la macchina fotografica non ha resistito ad un tuffo, fortunatamente di schiena e non di pancia, nella crema stessa. Non vi dico la mia espressione: se solo fosse partito uno scatto fortuito, ve l'avrei pubblicato. Ero immobile, bianca, con gli occhi spalancati a ripetermi "non è successo, ditemi che non è vero!" ^_^ E mentre documentavo tutto sulla bacheca, un caro amico, Marco, ha commentato proprio con.... biscotti del diavolo!!!!! Ecco, sono davvero dei golosissimi biscotti del diavolo e Marco, questi sono per te e per il grande Ranieri!!
Ingredienti
55 g di burro vegetale salato
30 g di zucchero Mascobado
45 g di farina ai cereali (io Mulino Chiavazza)
45 ml di latte di avena
15 g di cornflakes bio (io Baule Volante)
20 g di muesli di avena bio al cioccolato (io Barnhouse)
Versate in una terrina il burro vegetale. Unite lo zucchero e lavorate il tutto con una frusta elettrica. Sbattete energicamente fino ad ottenere una crema soffice. Lo zucchero Mascobado è scuro e grezzo, per cui non avrete mai una crema chiara, né mai perfettamente liscia.
Unite, poco alla volta, la farina di cereali e, a filo, il latte di avena. Impastate bene tutto e, quando sarà ben amalgamato, unite i cornflakes. Mescolate con un cucchiaio fino ad ottenere una pasta omogenea.
Unite, a questo punto, anche il muesli al cioccolato e ripetete il lavoro con il cucchiaio, fino ad ottenere un impasto piuttosto corposo, ma morbido.
Rivestite con carta forno una teglia. Con l'aiuto di due cucchiaino formate delle palline grandi quanto una noce. Adagiatele sulla teglia, ad una distanza di qualche centimetro l'una dall'altra.
Accendete il forno a 190°. Quando sarà in temperatura infornate e abbassate a 175°. Cuocete per circa 20/25 minuti. Controllate che diventino ben dorati. Sfornate e lasciate raffreddare.
Rimarranno morbidi al morso, ma croccanti nell'impasto. Dolci e saporiti. Una vera tentazione!
abc
Ormai lo sapete: sono un'inguaribile chimica alla ricerca di sapori nuovi, di sperimentazioni bizzarre e di intrecci inusuali. Ma sapete che quando mi metto in testa una cosa..... e chi mi ferma!! Poi quando si tratta di colazione e di genuinità, aprite le porte!!!!!! Terminati i miei spettacolarissimi croissant al cocco, che, confesso, ad oggi sono l'esperimento di maggior successo, mi toccava l'arduo compito di trovare un degno sostituto. Ancora croissant? Magari la prossima volta. Questa volta voglio sperimentare qualcosa di nuovo. Parliamo sempre di sfogliatura, certo, ma questa volta insolita. Già, perché il burro di nocciole, noci e mandorle che ho utilizzato ha conferito alla sfoglia una consistenza particolare. Ha ammorbidito un impasto ricco di fibre e impreziosito dai semi di lino (miei amati semi di lino!!) e dallo zucchero Mascobado, rendendolo gustoso e conferendogli una scioglievolezza e una morbidezza senza precedenti. Una sorta di pasta lievitata mista a frolla. Come ve lo spiego? ^_^
Ah, il tocco del cioccolato è un puro peccato di gola. Credo che ad oggi il torto peggiore sarebbe quello di privarmi di un sanissimo fondente extra!!
Ingredienti
Per l'impasto
120 g di farina integrale
90 g di farina d'orzo
20 g di semi di lino
4 g di lievito madre
35 g di zucchero di canna Mascobado
125 ml di latte di avena
100 g di ricotta
75 ml di olio di semi di soia
50 g di cioccolato fondente
Per il burro
40 g di nocciole
40 g di mandorle spellate
40 g di gherigli di noci
5 g di olio di semi di soia
Tritate finemente i semi di lino. Questa operazione è fondamentale per rendere accessibili tutti gli elementi benefici contenuti all'interno. Mischiate quindi le farine, il lievito e lo zucchero e aggiungete, poco alla volta, gli ingredienti umidi: ricotta, latte e, a filo, l'olio di semi di soia.
Lavorate molto bene fino a quando avrete ottenuto un impasto consistente.
Date alla pasta una forma di panetto e trasferitela in una boule di vetro (anche se di plastica tratterrebbe maggiormente il calore) infarinata. Copritela con un foglio di pellicola trasparente e lasciatela lievitare in un luogo tiepido, per 6 ore. Il tempo è così lungo per il basso contenuto di lievito.
Occupatevi, ora, del burro. Tritate a lungo la frutta secca, in modo che sprigioni il grasso contenuto e che diventi una pasta. Aggiungete l'olio e continuate a lavorarlo. Otterrete una crema piuttosto pastosa, che, per altre preparazioni, potrete aromatizzare a piacere. Conservatela a parte.
Quando sarà trascorso il tempo della lievitazione riprendete l'impasto e stendetelo su una spianatoia infarinata, dello spessore di circa 2 centimetri. Cospargete la superficie con il burro ottenuto, aiutandovi con le mani, e piegate in tre la sfoglia stessa. Stendete nuovamente dello spessore di 2 centimetri e ripetete l'operazione.
Lasciate riposare l'impasto, avvolto nella pellicola, per circa mezz'ora.
In questo tempo fate sciogliere il cioccolato a bagno maria e, quando sarà intiepidito, mescolatelo ad un cucchiaio di burro di frutta secca. Lavoratelo energicamente fino a quando si amalgameranno bene.
Stendete l'impasto in una sfoglia di circa 1 centimetro di spessore, dandole una forma rettangolare. Tagliate 12 rettangolini ( a me sono venuti di circa 10 cm per 12 cm).
Cospargete ciascun rettangolino con il cioccolato fuso e arrotolatelo su se stesso. Schiacciate leggermente, con le mani, ogni rotolino, formando un rettangolo largo circa 6 centimetri.
Con una rotella incidete 2 tagli verticali, in modo da ottenere 3 strisce, lasciando un'estremità unita. Procedete, quindi, all'intreccio classico. Arrivati al fondo, unite bene i tre cordoncini e posizionate le treccine su una placca da forno.
Lasciate riposare ancora una mezz'ora circa. Accendete il forno a 200°. Quando sarà in temperatura infornate e cuocete per 20 minuti.
Sfornate e lasciate raffreddare le treccine. Procedete quindi all'assaggio e..... a voi le impressioni!!
abc
Ah, il tocco del cioccolato è un puro peccato di gola. Credo che ad oggi il torto peggiore sarebbe quello di privarmi di un sanissimo fondente extra!!
Ingredienti
Per l'impasto
120 g di farina integrale
90 g di farina d'orzo
20 g di semi di lino
4 g di lievito madre
35 g di zucchero di canna Mascobado
125 ml di latte di avena
100 g di ricotta
75 ml di olio di semi di soia
50 g di cioccolato fondente
Per il burro
40 g di nocciole
40 g di mandorle spellate
40 g di gherigli di noci
5 g di olio di semi di soia
Tritate finemente i semi di lino. Questa operazione è fondamentale per rendere accessibili tutti gli elementi benefici contenuti all'interno. Mischiate quindi le farine, il lievito e lo zucchero e aggiungete, poco alla volta, gli ingredienti umidi: ricotta, latte e, a filo, l'olio di semi di soia.
Lavorate molto bene fino a quando avrete ottenuto un impasto consistente.
Date alla pasta una forma di panetto e trasferitela in una boule di vetro (anche se di plastica tratterrebbe maggiormente il calore) infarinata. Copritela con un foglio di pellicola trasparente e lasciatela lievitare in un luogo tiepido, per 6 ore. Il tempo è così lungo per il basso contenuto di lievito.
Occupatevi, ora, del burro. Tritate a lungo la frutta secca, in modo che sprigioni il grasso contenuto e che diventi una pasta. Aggiungete l'olio e continuate a lavorarlo. Otterrete una crema piuttosto pastosa, che, per altre preparazioni, potrete aromatizzare a piacere. Conservatela a parte.
Quando sarà trascorso il tempo della lievitazione riprendete l'impasto e stendetelo su una spianatoia infarinata, dello spessore di circa 2 centimetri. Cospargete la superficie con il burro ottenuto, aiutandovi con le mani, e piegate in tre la sfoglia stessa. Stendete nuovamente dello spessore di 2 centimetri e ripetete l'operazione.
Lasciate riposare l'impasto, avvolto nella pellicola, per circa mezz'ora.
In questo tempo fate sciogliere il cioccolato a bagno maria e, quando sarà intiepidito, mescolatelo ad un cucchiaio di burro di frutta secca. Lavoratelo energicamente fino a quando si amalgameranno bene.
Stendete l'impasto in una sfoglia di circa 1 centimetro di spessore, dandole una forma rettangolare. Tagliate 12 rettangolini ( a me sono venuti di circa 10 cm per 12 cm).
Cospargete ciascun rettangolino con il cioccolato fuso e arrotolatelo su se stesso. Schiacciate leggermente, con le mani, ogni rotolino, formando un rettangolo largo circa 6 centimetri.
Con una rotella incidete 2 tagli verticali, in modo da ottenere 3 strisce, lasciando un'estremità unita. Procedete, quindi, all'intreccio classico. Arrivati al fondo, unite bene i tre cordoncini e posizionate le treccine su una placca da forno.
Lasciate riposare ancora una mezz'ora circa. Accendete il forno a 200°. Quando sarà in temperatura infornate e cuocete per 20 minuti.
Sfornate e lasciate raffreddare le treccine. Procedete quindi all'assaggio e..... a voi le impressioni!!
abc
Eccoci arrivati. Oggi sarebbe un giorno speciale. Ho pensato molto se scriverne o se condividere con voi le mie solite "passioni" di vita, tra esperimenti, ricordi, azzardi, emozioni e sorrisi, sorvolando sull'evento. Alla fine ho optato per uscire allo scoperto, giusto per dirvi, cari amici, che se non mi vedrete troppo presente, sarà solo perché mi sono presa una giornata tutta e solo per me.Oggi compio 34 anni. Una bambina, una donna, una incontentabile avventuriera, una guerriera instancabile, una caparbia lottatrice, un'anima sensibile, sono io, nelle mie innumerevoli sfaccettature. Ed oggi festeggio così, coccolandomi con questi dolcetti e dedicando il tempo a quanto possa rendermi serena.
Questi dolcetti furono amore a prima vista quando, sulla pagina di Aria, dolcissima amica e piacevolissima scoperta, lessi il racconto dei biscotti nocciolotti, che lei fece in occasione della festa dei nonni. Ultimamente ho serie difficoltà a frenarmi di fronte ad una qualsiasi creatura cioccolatosa. Ma questi biscottini mi colpirono particolarmente per la loro semplicità. E, come tutte le cose semplici, portano con sé una bontà genuina e travolgente. Ho così pensato di rendere questi dolcini la mia golosa tentazione della giornata. Ho utilizzato la mia cioccocrema alla nocciola e ho arricchito l'impasto con i miei amatissimi pistacchi. Ho usato farine speciali e ho affondato le mani nel cioccolato fondente, quasi fosse il sogno di una vita, quello che mette insieme la bambina alla donna, la caparbia all'avventuriera. E quello che ne è venuto fuori è stato un vero capolavoro!! Grazie Aria, la tua bravura è arrivata nuovamente sulla mia tavola!
Ed ora vi lascio assaporare queste soffici e fragranti delizie.... io ho una giornata che mi attende!!!
Ingredienti
Per 90 biscotti
480 g di cioccocrema alla nocciola
40 g di pistacchi tostati non salati
1 uovo
1/2 bustina di lievito per dolci
175 g di farina di farro
145 g di farina integrale
Pulite e pestate i pistacchi in modo da ottenere una granella piuttosto grossa. Unitela alla crema di nocciole e mescolate bene.
Setacciate il lievito con le farine e aggiungetele, poco alla volta, incorporandola al cioccolato. Unite l'uovo e terminate impastando bene con un cucchiaio di legno o con le mani.
Prelevate poco impasto per volta e create, aiutandovi con le mani, delle palline grandi poco meno di una noce. Sistematele su una teglia coperta da carta forno e cuocetele, per 15 minuti, a 180°.
Sfornatele e lasciatele raffreddare.
Fuori saranno croccanti, ma il cuore rimarrà morbidissimo.
abc
Questi dolcetti furono amore a prima vista quando, sulla pagina di Aria, dolcissima amica e piacevolissima scoperta, lessi il racconto dei biscotti nocciolotti, che lei fece in occasione della festa dei nonni. Ultimamente ho serie difficoltà a frenarmi di fronte ad una qualsiasi creatura cioccolatosa. Ma questi biscottini mi colpirono particolarmente per la loro semplicità. E, come tutte le cose semplici, portano con sé una bontà genuina e travolgente. Ho così pensato di rendere questi dolcini la mia golosa tentazione della giornata. Ho utilizzato la mia cioccocrema alla nocciola e ho arricchito l'impasto con i miei amatissimi pistacchi. Ho usato farine speciali e ho affondato le mani nel cioccolato fondente, quasi fosse il sogno di una vita, quello che mette insieme la bambina alla donna, la caparbia all'avventuriera. E quello che ne è venuto fuori è stato un vero capolavoro!! Grazie Aria, la tua bravura è arrivata nuovamente sulla mia tavola!
Ed ora vi lascio assaporare queste soffici e fragranti delizie.... io ho una giornata che mi attende!!!
Ingredienti
480 g di cioccocrema alla nocciola
40 g di pistacchi tostati non salati
1 uovo
1/2 bustina di lievito per dolci
175 g di farina di farro
145 g di farina integrale
Pulite e pestate i pistacchi in modo da ottenere una granella piuttosto grossa. Unitela alla crema di nocciole e mescolate bene.
Setacciate il lievito con le farine e aggiungetele, poco alla volta, incorporandola al cioccolato. Unite l'uovo e terminate impastando bene con un cucchiaio di legno o con le mani.
Prelevate poco impasto per volta e create, aiutandovi con le mani, delle palline grandi poco meno di una noce. Sistematele su una teglia coperta da carta forno e cuocetele, per 15 minuti, a 180°.
Sfornatele e lasciatele raffreddare.
Fuori saranno croccanti, ma il cuore rimarrà morbidissimo.
Vi stregheranno dal primo all'ultimo morso!!