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Biscotti di mais al cocco e burro di arachidi: gli ‘adattamenti’ di gusto di una sana alimentazione

Avete presente la sensazione che si prova all'inizio di una lunga camminata in montagna, nel guardare la vetta con quella incalzante sensazione di non farcela? Poi iniziate a camminare, passo dopo passo, e quando vi voltate a guardare il percorso effettuato, vedete quanta strada avete lasciato dietro di voi. E quella soddisfazione diventa forza per farvi muovere un passo, poi un altro e un altro ancora. Ecco, se avessi pensato, anni fa, che sarei arrivata a cucinare (e a farlo appagando il palato) con pochi e sani ingredienti, gli unici concessi, avrei detto "Non ce la farò mai". E invece eccomi qui, a sfornare biscotti, dolci e piatti di ogni genere. Passata la fase soia (ne ho fatte di ogni colore, con il tofu, prima di intossicarmi e di doverlo eliminare dall'alimentazione ^_^), passata la fase margarina fatta in casa (in cui la lecitina di..... soia ^_^ è l'aspetto determinante), eliminati gli ingredienti raffinati e il burro, ora sono costretta ad eliminare il frumento, la mia meravigliosa farina Petra e tutte le conquiste raggiunte con sacrificio negli anni (vedi panettoni impastati anche a mano, senza burro e con farine selezionate). Non si tratta di celiachia, tanto che le farine di orzo, avena, farro, segale e perfino di grani antichi posso ancora utilizzarle. Ma è inevitabile che il baricentro del pensiero culinario subisca uno spostamento. Spostamento che solletica la fantasia, dando nuovi stimoli per arrampicarmi sulla vetta della totale padronanza degli ingredienti. Qui l'alleato è il burro di arachidi, il mio nuovo fedele amico, che non manca mai nella mia dispensa e che mi permette di creare nuove forme di dolcezza che deliziano le mie amate colazioni. [Ma è ben nascosto..... perché tenta come poche cose al mondo ^_^]. E allora preparatevi, perché di dolci e biscotti in questo periodo ne ho proposti e ne proporrò a perdifiato ^_^

Ingredienti

180 g di burro di arachidi
100 g di zucchero di canna integrale
110 g di farina di mais fioretto
140 g di farina di segale Jurmano
3 tuorli
1/2 bustina di cremor tartaro
1/2 cucchiaino di polvere di vaniglia
1/2 cucchiaino di farina di mandarino
30 g di cocco rapè

Inserite in un boccale il burro di arachidi e lo zucchero, quindi montate fino ad ottenere una crema soffice. Unite i tuorli, quindi le farine mescolate tra loro con il cremor tartaro, la polvere di vaniglia e la farina di mandarino. Impastate fino ad amalgamare bene tutto, quindi terminate con l'aggiunta del cocco.
Quando l'impasto sarà omogeneo, passate alla creazione dei biscotti. Sistemate un cucchiaino di impasto (sarà molto farinoso, attenzione!!) in un tagliabiscotti, direttamente su una teglia coperta da carta forno, quindi compattatelo bene con uno stampo. Procedete fino a terminare l'impasto. Fate riposare i biscotti per un'oretta, in frigorifero.
Portate il forno alla temperatura di 175° e cuocete per 10 minuti.
Trascorso il tempo di cottura, sfornate e lasciate raffreddare i biscotti in teglia. Spostarli prima li frantumerebbe ^_^

Una volta freddi saranno compatti, friabili e deliziosamente appaganti e delicati. Conservateli in un barattolo di vetro o in una scatola di latta e teneteli a portata di mano, perché non ve ne libererete fino a quando avrete gustato l'ultima briciola.
   


Aromi avvolgenti per una coccola senza tempo. E se ve lo dice anche il biscotto..... MANGIATEMI!!



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Polpo glassato alla vaniglia su crema di batata dolce e albicocca: il filo sottile che lega sapori insoliti e perfetti

Avevo in mente questi sapori da molto tempo. Avevo il desiderio di accostare uno dei pesci che mangio più volentieri, nella mia cottura preferita, ad un sapore così insolito, per un ingrediente del genere. Quando, in un tu per tu con il pescivendolo, espressi le mie intenzioni, lui strabuzzò gli occhi, cercando inutilmente di nascondere la sua perplessità. Mi disse "interessante!! Fammi sapere come sarà venuto, mi piace provare piatti nuovi". Non so se mai questo piatto presenzierà sulla sua tavola, ma di certo posso dire che tutte le mie proiezioni immaginarie hanno trovato perfetta concretezza e hanno espresso al meglio le mie migliori intenzioni. Polpo e vaniglia, sei pazza cara Cuocherellona! Eppure, vi dirò, questo piatto è un equilibrio di sapori difficile da spiegare. Dolcezza, carattere, morbidezza, intensità, avvolgenza. E' tutto merito di intrecci, di cotture e aromi insoliti, che ho scoperto avere un filo conduttore che.... alla fine, non avrebbe potuto fare altro che portarmi qui, a questo risultato.
Assaggiate con gli occhi, respirate a pieni polmoni e..... assaporate!!

Ingredienti

1/2 polpo (350 g)
250 g di batata dolce
2 albicocche
70 ml di latte di soia alla vaniglia
1/2 stecca di vaniglia
1 cucchiaino di miele di tiglio
6 foglie di salvia
1 cucchiaino di olio piccante
1 cucchiaino di farina di mandarino (o scorza di limone)
sale rosa dell'Himalaya
pepe mix creolo

Preparate la marinatura, lavando, asciugando e tritando finemente le foglie di salvia. Versatele in una ciotolina, unendo il miele, i semi della mezza stecca di vaniglia (incidetela nel senso della lunghetta e prelevate i semi con la lama di un coltello), sale e pepe. Mescolate bene, quindi unite i tentacoli del polipo, in pezzi da due o tre tentacoli, precedentemente lavato. Lavorate con le mani in modo che la marinatura copra tutto il pesce, quindi coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate riposare in frigorifero per almeno un paio d'ore.
Nel frattempo sbucciate la batata dolce, tagliatela a fettine non troppo spesse e fatela cuocere a vapore, mettendo nell'acqua la stecca di vaniglia utilizzata in precedenza.
Private le due albicocche della loro buccia, quindi fatele bollire leggermente in acqua, per ammorbidirle bene. Quando le patate saranno pronte, trasferitele in un boccale, unite le albicocche scolate e frullate. Aggiungete il sale, la farina di mandarino (o la scorza grattugiata di un limone) e l'olio piccante. Continuate a lavorare, con il frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema perfettamente vellutata.
Tenetela da parte, possibilmente al caldo (ebentualmente la potrete scaldare leggermente prima di servirla.
A questo punto scaldate una piastra, o una padella antiaderente, senza aggiungere grassi.
Quando sarà molto calda adagiate i tentacoli del polpo, estratti dalla marinatura. Copriteli con un piatto, che sia più piccolo della circonferenza della padella utilizzata, e posatevi sopra un peso (io uso il mortaio in marmo). Fate cuocere a fiamma media per pochi minuti, quindi girate i tentacoli e procedete per un'altra manciata di minuti.
Procedete in questo modo per circa mezz'ora, fino a quando il polpo sarà ben cotto. L'esterno avrà una crosticina croccante e l'interno sarà morbido e succoso.
Quando mancheranno pochi minuti alla cottura, scaldate la crema di batata dolce e iniziate ad impiattare. Versate una base di crema, su cui adagerete il polpo.
Accompagnate con la verdura che preferite. Io ho grigliato delle zucchine, che poi ho aromatizzato son basilico e rosmarino freschi. Sapori ancora diversi, che creano contrasto, ma sposano bene la natura del piatto.

Cedete all'insolita forma di sapori, riempitevi gli occhi di colori vivi e respirate gli aromi.
Solo a questo punto, concedetevi l'assaggio. Sarà magia....

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Biscotti di frutta essiccata al profumo di cocco: l’ottimizzazione di una risorsa e l’incontro con il piacere

E' un po' di tempo che, nella condivisione di fotogrammi di quotidianità su Instangram o su Facebook, insisto su un concetto parallelo al benEssere. Il riciclo. L'ottimizzazione delle risorse. Il quinonsibuttavianiente. Per me è un principio fondamentale, quasi una sfida all'ultimo avanzo. Uno stimolo alla creatività, una forma di rispetto e anche un metodo efficace per evitare lo spreco.
Quando iniziai a deliziarmi con preziosi succhi, frutto del lavoro del mio amico signor estrattore, mi fermai a riflettere su cosa avrei potuto fare di tutta quella polpa asciutta, volgarmente gettata in un contenitore separato. Buttarla? Che dispiacere!!!! E allora cosa farne? Beh, pensa e ripensa, elabora, frulla, elucubra e ragiona.... sono arrivata a qualcosa in più di un semplice paio di soluzioni. Ovviamente parto da qui, seppur il mio percorso mi abbia già amopiamente fatto sconfinare su altri traguardi.
Fibre, essenziali alla dieta, purchè supportate dall'assunzione di un sostanzioso quantitativo di acqua. E se queste fibre le unissi ai grassi salubri e ai preziosi nutrienti di semi (in questo caso di sesamo e di chia, ma le possibilità sfiorano l'infinito) o di frutta secca, le supportassi con sapori aromatici e le trasformassi in pratico snack? Bene, l'ho fatto. Il passaggio essicazione ha permesso di mantenere questo dolce un prodotto crudista e, come ormai avrete imparato dalle mie insistenti argomentazioni, questo aspetto consente di non disperdere le proprietà naturalmente presenti nella frutta.
So che, seppur molti abbiano ceduto all'acquisto dell'essiccatore (sarò stata io, forse, un tantino pressante? ^_^), per molti l'estrattore è ancora un lontano miraggio. Beh, non me ne vogliano i puristi, ma se in cucina aveste il supporto di una semplicissima centrifuga, perché non provarci ugualmente? Il risultato vi sorprenderà!!
Per questa versione ho utilizzato la polpa ottenuta dall'estrazione di 1 mela Granny Smith, 1 pera Abate, 1 pompelmo, 2 carote, 2 pesche e 3/4 di ananas.

Ingredienti

300 g di polpa di frutta (scarto dell'estrazione)
40 g di noci
25 g di semi di sesamo
25 g di semi di chia
5 g di farina di mandarino o di limone (o scorza di limone)
20 g di miele (per me di tiglio - o malto di riso per la versione vegana)
20 g di cocco rapè

Inserite in un boccale la polpa della frutta. Unite le noci spezzettate e la farina di mandarino. Frullate tutto fino a rendere le noci sminuzzate piuttosto finemente. A questo punto aggiungete i semi di sesamo, i semi di chia, il miele e il cocco rapè.
Mescolate, fino a rendere il composto uniforme e ben amalgamato. Lasciate riposare tutto per almeno mezz'ora, in modo che i sapori si armonizzino.
A questo punto passate alla formazione delle gallette. Prendete un taglia biscotti della forma desiderata, preparatevi delle strisce di carta forno e, posata la formina sulla carta, riempite con polpa sufficiente a formare uno strato di circa mezzo centimetro.
Sarà un lavoro certosino e piuttosto lungo, ma necessario ^_^ Per la propria salute occorre un po' di dedizione!!
Quando avrete finito, tagliate la carta forno in modo da separare ciascun biscotto e sistemate tutte le formine ottenute sui ripiani dell'estrattore.
Accendete l'essiccatore alla temperatura di 42° e farelo lavorare fino a quando i biscotti saranno perfettamente asciutti.
Come sempre, io lascio in azione il tutto la sera tardi, o la notte. In questo caso sono bastate 6 ore.
Quando saranno pronti, lasciateli raffreddare completamente (non ci vorrà molto, vista la bassa temperatura) e trasferiteli in un barattolo.
Li potrete gustare in semplicità, accompagnati da marmellata, crema di cioccolato o anche un filo di miele.
Perfetti pre o post allenamento, salutari per ogni spuntino, non vi appesantiscono e vi regalano una piacevole sensazione sul palato.

Non c'è limite alla fantasia, non c'è limite alle scoperte, non c'è limite alle nuove conquiste. E non c'è limite a nuove forme di benEssere.

Io continuo a proporvi le mie idee, ma anche voi, vedo, non siete da meno: le vostre proposte per il contest sono numerose e continue e mi rendono profondamente felice.
Siamo solo a metà strada e assaggio grandi opere d'arte. Ognuna con il suo perché. GRAZIE!!

http://www.lacuocherellona.it/2015/06/unidea-un-pensiero-un-progetto-il-primo.html

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Mini crumble al cioccolato con mandorle e uvetta: la strategia infallibile di un’incorreggibile gola

Non ho ricevuto o acquistato alcun uovo di Pasqua, quest'anno, per cui non ho cioccolato da smaltire. A dirla tutta io compro tavolette di cioccolato extrafondente con una metodicità disarmante, per cui non posso neanche pensare di utilizzare la parola riciclo. Piuttosto, direi, principio, ispirazione, desiderio, volontà. Ecco cos'è per me il cioccolato. Tutto l'anno.
Avevo in mente da un po' di dare una forma crumblettiana ad una parte delle mie scorte di cioccolato. Il dubbio, però, è stato: se non porzionassi in fase creativa, rischierei di finire una crostata intera in due giorni. Tre al massimo. Così ecco che ho utilizzato la teglia dei muffin (ironia della sorte non preparo quasi mai mai muffin!!) per creare dei biscotti crumble. Beh, un paio di giorni in più sono durati. In fondo come si fa a resistere a tanta meraviglia? Il cuore è intenso, arricchito con uvetta e impreziosito da lamelle di mandorle e la croccantezza, seppur sarebbe bastato qualche minuto in meo di cottura..... benedette distrazioni, è un invito al morso. E' davvero difficile resistere, soprattutto per una golosa come me, ma con delle mono porzioni metto in atto il mio modus operandi collaudato: apro il barattolo, ne prendo due, chiudo il barattolo e lo ripongo nel suo angolo nascosto alla vista. Un paio di volte su dieci è un metodo che funziona :D
Sempre meglio che giustificarsi con la scusa della fettina tagliata male, che ha sbriciolato in modo irregolare il bordo!! Ma perché dover resistere?

Ingredienti

70 g di farina di segale Jurmano
50 g di saragolla
40 g di zucchero di canna Demerara
40 g di olio di riso
1 tuorlo d'uovo
70 g di crema di cioccolato
15 g di uvetta sultanina
10 g di mandorle a lamelle
1 cucchiaino di farina di mandarino
1 cucchiaino di latte vegetale
1 pizzico di sale rosa dell'Himalaya

Inserite in un boccale le farine, il tuorlo, lo zucchero, la farina di mandarino e il pizzico di sale. Iniziate ad impastare, amalgamando bene gli ingredienti. Versate l'olio di riso e, all'occorrenza, il cucchiaino di latte vegetale.
Impastate fino ad ottenere un impasto sbriciolato, ma uniforme. Compattatelo, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno un'ora.
   Trascorso il tempo del riposo riprendetelo e lasciatelo a temperatura ambiente per qualche minuto. Dividetelo in due parti, di circa un terzo e due terzi. Utilizzate i due terzi per creare le basi: schiacciate bene una parte sufficiente di impasto a creare uno strato sufficientemente spesso del vostro stampo. Fate in modo che sia molto compatto. Terminate tutte le basi, lasciate riposare l'impasto in frigorifero.
Prendete la crema di cioccolato e mescolatela con l'uvetta e le mandorle a lamelle. Volendo potrete aromatizzare a piacere con spezie, o peperoncino. Versate un cucchiaino di crema nel mezzo di ciascuna base, quindi coprite tutto sbriciolando sulla crema il restante terzo di pasta tenuto da parte. Schiacciate, con le dita, i bordi di ciascun biscotto, in modo da creare dei contorni ben definiti e compatti.
Fate ancora riposare in frigorifero, giusto il tempo di portare il forno alla temperatura di 180°. Infornate e cuocete per circa 30 minuti. Prestate molta attenzione alla cottura, perché basterà poco affinché la pasta scurisca troppo!!!! Io mi sono distratta un attimo (!!!!) e ho ottenuto una doratura troppo accentuata.
Sfornate e lasciate raffreddare i biscotti nei loro stampi.
Una volta raffreddati completamente, estraeteli, aiutandovi con una lama arrotondata. Potrebbe essere sufficiente capovolgere lo stampo, ma la cura e l'attenzione vi eviteranno di fare disastri ^_^

Assaporate il crunch dei vostri biscotti, lasciandovi coccolare dall'intensità del cioccolato. E, se mai dovessero avanzarvene, poneteli in una scatola di latta o in un barattolo di vetro: si conserveranno per almeo 7 giorni.

   Colazione o merenda, non c'è limite alla gola. Concedetevi tutte le coccole che meritate!!

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Uova dolci con ricotta e arancia: quando l’occhio immagina al di là di ogni senso

Vi garantisco che, pensare a qualcosa da cucinare, quando anche una semplice fetta di prosciutto fa venire la nausea, è una vera impresa. Questa influenza mi ha seriamente provato. Vivo con il terrore di non tornare più padrona dei miei sensi e di essere costretta a convivere con papille gustative dall'encefalogramma piatto e con un olfatto privato delle funzioni vitali di sempre.
Provare a stuzzicare il palato NON è la scelta vincente, ma è anche vero che la mamma in visita per pasquetta non sarebbe potuta passare in sordina così, senza neanche provare una coccola. E allora, visto che quest'anno non sono riuscita a spezzare neanche un uovo di Pasqua, l'uovo me lo sono fatta io. E sano, per di più.
La fatica nel sopportare sapori decisamente troppo forti per lo straccio a cui è ridotto il mio stomaco, è stata una dura prova e la certezza che il risultato sia stato all'altezza delle mie aspettative è venuta a meno, visto che non ho il dominio dei sensi. Ma mamma ha dato il suo benestare (che lei sia golosa non fa testo :D) e poi, almeno da un punto di vista di impatto visivo, non sono riuscite e carine? ^_^

Ingredienti

50 g di cioccolato fondente extra
10 g di olio di riso
50 g di ricotta vaccina
50 g di succo d'arancia filtrato
1 cucchiaino di miele d'arancio
1/2 cucchiaino di farina di mandarino
20 g di pere essiccate
1 g di agar agar

Sciogliete a bagno maria il cioccolato, unite l'olio di riso e mescolate bene fino a creare una crema liscia e lucida. Lasciatelo intiepidire. Nel frattempo rivestite quattro bicchierini porta uovo con della pellicola trasparente, cercando di non creare bolle tra la pellicola e la ceramica.
Versate poco cioccolato alla volta, fatelo scivolare su tutta la superficie interna, in modo da ricoprirla interamente e fatelo raffreddare per pochi minuti nel congelatore. Ripetete l'operazione fino a creare dei mezzi gusci di uova spessi circa mezzo centimetro (o di più, in base al vostro livello di golosità).
Nel frattempo tritate le fettine di pera essiccata con una lama affilata. Io ho usato la mezzaluna, fino a creare un trito fine, ma non troppo. Unitele alla ricotta e mescolate, insieme al cucchiaino di miele d'arancio e alla farina di mandarino. Lasciate da parte e fate armonizzare bene i sapori.
Spremete l'arancio e prlevenate il succo, filtrandolo in modo da eliminare polpa e semi. Scioglietevi la farina di mandarino e l'agar agar, quindi mettete il liquido sul fuoco e portate ad ebollizione. Mescolate continuamente e procedete, a fiamma bassa, per un minuto da quando vedrete le prime bolle comparire sulla superficie.
Spegnete la fiamma e versate il succo in iù stampi di silicone per biscotti (dalla forma di mezze sfere). Fate raffreddare in frigorifero per almeno un'ora: raffreddando diventerà un budino compatto.
   Procedete, ora, alla composizione: inserite in ciascun bicchierino un cucchiaino di ricotta alle pere, lasciandola piuttosto spumosa, quindi ponete nel mezzo il cuore di arancio.

Tenetele al fresco fino al momento di servirle, quindi divertitevi ad attraversare le tre consistenze e i tre differenti sapori, che sul palato.... si armonizzano e incantano.

Non sono uova carine e simpatiche?abc

Filetto di merluzzo farcito in crosta di porro: piccoli spaccati di sapori veri

Nel tempo, grazie al mio trascorso di vita, ho imparato che quelle piccole e sane regressioni, che mi hanno fatto perdere l'accessibilità alla materialità superflua, mi hanno permesso di entrare in contatto con una parte di me più vera, forte e sensibile. Nelle grandi difficoltà ho imparato che sono in grado di non arrendermi. Ho imparato che non è importante se qualcuno mi dà della pazza perché non ho quasi più vita sociale: so accettare di non averla, se la necessità mi impone questo. Non è importante che tutti capiscano. L'importante è che io continui a lottare per costruire qualcosa. Che sappia di esserne all'altezza. E che lo faccia non per avere un consenso, ma per poter vivere di qualcosa di edificante, da far crescere su sani principi. Non mi sono mai piaciute le scelte semplici, trovo diano poche soddisfazioni. Mi piacciono le decisioni per cui mostrare di avere quel pizzico di follia, forte determinazione e sufficiente fiducia in se stessi. Mi piacciono quelle decisioni che mi fanno credere di essere qualcuno. Ed è proprio nel momento in cui reimposto e contengo la mia vita, che mi accorgo di quanta bellezza risiede nelle piccole cose.
Con voi condivido una passione, ma forse in questa stessa passione, vi trasmetto qualcosa di più...

Leggendo e rileggendo le tue ricette mi viene in mente Picasso... Ora spiego.... 
L'arte e la passione nel creare... Picasso usava la pittura...e sono famosi i suoi periodi, evidenziati dalla diversità di colori utilizzati e anche dalla diversità di pittura...e la stessa cosa mi è capitato con te ! Dalle tue ricette traspaiono anche i tuoi stati d'animo ed è bellissimo.
E' come se i tuoi lettori sbirciassero il tuo diario segreto... Per farla breve la magia che avvolge le ultime tue creazioni mi fa capire che sei in un periodo combattivo: impasti tutto piadine, brioche, sfoglie, biscotti e non solo.. Hanno tutti gusti cazzutti da nn smettere mai di mangiarli ..
Sei forte potente e decisa nel tentare il tutto per tutto....

Ingredienti

1 filetto di merluzzo
2 foglie di porro + q.b.
20 g di foglie di sedano
10 g di nocciole
15 g di olive taggiasche
1/2 cespo di insalata scarola
1 cucchiaino di farina di mandarino
sale rosa dell'Himalaya
olio evo
semi di sesamo

Prelevate due foglie dal porro, lavatele e sbollentatele in acqua salata. Stendetele su un canovaccio e lasciatele asciugare. 
Tagliate una parte di porro a fettine sottili, quindi fatele rosolare in una padella con dell'olio. Unite l'insalata scarola tagliata a striscioline, salate, aggiungete la farina di mandarino e cuocete a fiamma moderata per circa 10 minuti, in modo da farla appassire.
Nel frattempo occupatevi del battuto di sedano. Lavate le foglioline e asciugatele. Unite le nocciole e le olive taggiasche, quindi tritate tutto. Io preferisco utilizzare la mezzaluna per avere omogeneità, qualsiasi sia il livello di finezza del trito. In questo caso ho lasciato tutto piuttosto grossolano. Le olive, per i miei gusti, danno già un sapore deciso, per cui ho preferito non aggiungere sale.
Sistemate le due foglie di porro una accanto all'altra, sovrapponendole leggermente. Togliete le lische dal filetto di merluzzo, quindi sciacquatelo e salatelo appena su entrambe i lati. 
Ricoprite le foglie di porro, nella parte centrale, con metà pesto di sedano. Adagiatevi il merluzzo, quindi terminate con il pesto, coprendo la superficie superiore del filetto.
Avvolgete il merluzzo nelle foglie di porro, sistematelo in una pirofila leggermente unta e cospargetelo, in superficie, con i semi di sesamo. Finite con un filo di olio. Portate il forno a 180° e infornate, per 30 minuti.
Quando la superficie sarà dorata, estraete la pirofila e servite, insieme alla scarola e al porro.

Boccone dopo boccone, un percorso di semplicità, dove i sapori si accostano delicatamente senza coprirsi. Si rispettano e si completano in maniera incantevole, coccolando il palato con morbide pennellate.


Non servono grandi magie per portare in tavola sapori appaganti e genuini. Talvolta serve soltanto quel sano pizzico di follia ^_^


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Cardo piccante gratinato al forno con besciamella light all’aroma di mandarino: ed è tutto una sorpresa

Ci sono sapori che si collegano a ricordi, a tradizioni, a contestualizzazioni precise. Per me il cardo è sempre stato sinonimo di bagna caoda, inebriante piatto della cucina piemontese che vedeva la famiglia interamente raccolta intorno alla tavola tra quantitativi infiniti di verdura cruda e cotta, pane e una salsina a base di aglio e acciughe che le mani sapienti di nonna Maria preparavano con amore. Talvolta uno sformatino echeggiava nell'aria, ma mai niente di più. Sapore amaro che difficilmente conquista palati giovani, nel tempo mi ha conquistato più nel pensiero, che nell'utilizzo. Perché il suo impiego, da quando la bagna caoda non è più affare per il mio stomaco e lo sformativo da semplice comparsa è diventato un lontano ricordo, è sempre stato lungi dalla mia cucina.
Poi un giorno, dopo aver visto un delizioso piatto preparato dalla cara amica Mimma, mi sono detta che avrei dovuto affrontare questo distacco e prendere confidenza con quei sapori, contestualizzandoli in modo differente. Il tempo di mettere a fuoco un'idea e mi sono trovata con una teglia improvvisata, dove il cardo veniva avvolto da una delicata besciamella vegana, leggermente piccante e aromatizzata.... indovinate con cosa.... e fu magia!!!! Mi promisi di replicare il piatto quando avessi avuto la mia mamma a pranzo da me e rimandai a quel momento l'insieme di scatti che avrei condiviso con voi. Ed eccomi qui, a presentarvi un piatto semplicissimo, che mette insieme sapori decisi ad altri delicati, consistenze soffici e vellutate, leggerezza e bontà. Consapevole che il palato, ancora una volta, apprezza una scelta alimentare educata.

Con questo piatto, che con lei ho condiviso, faccio gli auguri alla mia splendida mamma, spalla, amica, confidente, che oggi apre un po' di più il suo bocciolo di bellezza e grandezza.
Buon compleanno Otta!!

Ingredienti

1/2 cardo
1 cucchiaino di olio piccante (per me prodotto con i peperoncini dell'orto di famiglia)
pepe
noce moscata
sale rosa dell'Himalaya
besciamella

Per la besciamella
1 cucchiaino di olio evo
1 cucchiaio raso di farina di riso
sale rosa dell'Himalaya
1 cucchiaino di farina di mandarino
150 ml di latte vegetale (per me di avena)

Sepatare le coste del cardo e pilitele eliminando le foglie e i filamenti. Tagliateli in pezzi di una decina di centimetri e in bastoncini larghi circa 1 centimetro.
Scaldate in una padella un cucchiaino di olio piccante, quindi fate saltare i bastoncini di cardo a fiamma viva, per qualche minuto, aggiungendo sale, pepe e noce moscata a piacere.
   Nel frattempo preparate la besciamella, scaldando l'olio in un pentolino. Prelevate dal fuoco, aggiungete la farina di riso e mescolate velocemente. Unite, quindi, la farina di mandarino (o un po' di scorza d'arancio, se non aveste ancora ceduto alla farina di mandarino ^_^) e il sale. Versate poco latte alla volta, mescolando in modo da non fare formare grumi. Mettete nuovamente sul fuoco e portate dolcemente ad ebollizione, sempre mescolando. Quando raggiungerà il bollore, abbassate la fiamma e fate addensare, mescolando continuamente, per un paio di minuti. Spegnete il fuoco e lasciate imtiepidire.
Versate la besciamella sui cardi, mescolate e lasciate insaporire a fuoco basso per un minuto, quindi trasferite tutto in una pirofila. Infornate a 220° e cuocete per 30 minuti.
Quando in superficie vedrete una bella crosticina dorata, sfornate e servite.
Vi avverto: sarà una lotta a chi pulirà la pirofila!!!!

Si sarà creato un piatto perfettamente legato e ben assestato nei sapori, dove il sapore del mandarino sposerà perfettamente l'amaro del cardo e il piccante del peperoncino donerà carattere alla delicatezza della besciamella.

Leggero come neanche potreste immaginare, vi lascerà senza parole!!! Ma assolutamente a bocca piena ^_^


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Digestive al mandarino e arachidi: chiamereste ‘semplice biscotto’ l’incontro perfetto di percorsi ed esigenze?

Strano, ma vero: BISCOTTI!!!!
Non ne avrò mai abbastanza. Mentre vi racconto di questa meraviglia, sto già assaporandone le ultime briciole ed elucubrando su nuove versioni. Con il tempo ho messo a punto alcune tecniche, ho preso confidenza con ingredienti insoliti, affinato l'intuito per i sapori e le consistenze insolite e dato continuamente ossigeno al bisogno di creare. Non amo particolarmente il dolce stucchevole, tanto da strabuzzare gli occhi di fronte alle quantità di zucchero che leggo nelle ricette classiche. Ho definitivamente eliminato gli ingredienti raffinati, scegliendo fonti di fornitura che possano garantirmi la genuinità degli stessi. E piuttosto rinuncio alla riuscita del progetto come tradizione comanda, ma non mi lascio tentare da un panetto di burro o da una farina 00. Sto benissimo così. Non è estremismo: il mio corpo è felice, carico ed energico. E io non potrei chiedere di più. Per questi biscotti, che in parte richiamano una digestiva, in parte racchiudono sapori insoliti, il percorso è stato attento e studiato e si è avvalso di qualche tentativo, prima del raggiungimento della forma attuale, per me perfetta. Sono friabili come ci si aspetta da un frollino. Sono leggeri come ci si aspetta da una digestiva. Sono rustici come ci si aspetta dalla scelta degli ingredienti utilizzati. Sono inebrianti come solo la farina di mandarino potrebbe renderli. Sono ricchi come solo semi e cereali sanno essere. E sono ideali per qualsiasi momento della giornata, dalla colazione allo spuntino. Senza uova, senza latticini, non incontrano solo i gusti dei più attenti, ma soddisfano anche le esigenze dei consapevoli ed intolleranti.
Lo chiamereste ancora semplice biscotto?

Ingredienti

65 g di arachidi
80 g di farina di riso
25 g di olio di riso
50 g di fiocchi d'avena
35 g di semi di girasole
15 g di semi di lino
45 g di latte di mandorla
30 g di miele all'arancia (oppure malto di riso per la versione vegana)
5 g di farina di mandarino
2 g di sale grosso integrale

Inserite le arachidi con il sale grosso in un boccale, quindi tritate fino a formare una crema piuttosto granulosa. Non dovrete ottenere un burro vero e proprio, ma una crema che permetta di legare, ma che lasci piccoli pezzi di arachide da assaporare al morso.
Aggiungete, quindi, i fiocchi d'avena, i semi di lino, i semi di girasole e la farina di mandarino. Tritate tutto, creando un impasto fatto di briciole. A questo punto aggiungete il miele, l'olio di riso, la farina di riso e impastate, versando, poco alla volta, il latte necessario ad ottenere un impasto compatto, ma non troppo morbido. La quantità indicata potrebbe variare in base alla qualità della farina utilizzata.
   Formate un panetto, avvolgetelo nella pellicola, e dimenticatevelo in frigorifero per almeno due ore.
Almeno vuole anche dire tutta una notte oppure l'intera giornata. Questo significa che potrete preparare l'impasto con largo anticipo, assecondando i vostri impegni. ERGO.... non avete scusanti!!!! Non voglio arrogarmi il diritto di organizzare le vostre giornate, ma potrete biscottare anche se oberati di impegni! ^_^
Quando riprenderete l'impasto per stenderlo, armatevi di un po' di sana pazienza: l'impasto non è burroso come una classica frolla, per cui sarà più complicato tenerlo compatto. Ma la fatica verrà ripagata.
Stendete uno strato sottile, mezzo centimetro al massimo, e tagliate i biscotti della forma desiderata. Trasferite tutto su una teglia coperta da carta forno.
   Infornate a 180° e cuocete per 15 minuti, 20 al massimo (a seconda del vostro forno). Controllate che non scuriscano troppo. E' facile, essendo così sottili, che brucino, per cui state nelle vicinanze del forno per il tempo di cottura.
Una volta pronti sfornateli e trasferiteli su una gratella, fino al totale raffreddamento.
A questo punto non dovrete fare altro che assaporarli!!

Sarà difficile fermarsi ad uno, ma anche a due biscotti. Sia impreziositi da creme o marmellate, sia in totale semplicità e purezza, il sapore comanda un richiamo continuo e la manina si allunga senza colpo ferire ^_^

Io li ho apprezzati molto con la mia crema alle nocciole, nelle mie colazioni luculliane. Ma non ho saputo resistere alla sua natura aromatica anche per un semplice spuntino pomeridiano, o per accompagnare il caffè del dopo pranzo ^_^


Se alla gola non si comanda, la gola si può educare. E questa ne è una dimostrazione ^_^

abc

Spezzatino di tofu marinato con salsa di sedano e noci: per chi la chiama diffidenza, per chi si lascia conquistare

Palati diffidenti, siete pronti? Se siete riusciti ad abbattere la barriera della diffidenza da tofu e a cliccare sul titolo del post, allora sarete pronti a sfidare i vostri pregiudizi e a gustare un piatto saporito, sfizioso e delicato. Oltre che leggero ^_^ E se proprio il tofu non vi conquisterà..... preparatevi questo deliziosissimo piatto con i bocconcini di qualsiasi altra cosa desideriate.
Io continuo a divertirmi nell'interpretare questo panetto bianco e insapore e a dargli forma, colore, gusto e carattere. Questa volta non ci ho studiato sopra più di dieci minuti. Il tempo di capire che il piatto avrebbe appagato il mio desiderio e soddisfatto le mie aspettative e mi sono trovata a lavare, sminuzzare, tritare, tagliare, miscelare, saltare e insaporire. E poi, finalmente, a gustare. I sapori sono pazzeschi, in un'alternanza di dolce e salato, di pungente e avvolgente, di morbido e croccante. Questa salsina agrodolce accompagna superbamente il piatto e lo lega alla perfezione a qualsiasi contorno di verdure vogliate accostargli.
Non riesco a trovare un solo motivo per cui dare ragione a chi sostenga che il tofu sia un alimento immangiabile. Sfoderate gli attrezzi e lavorate i più semplici ingredienti: non potrete che rimanere soddisfatti.

Ingredienti

90 g di tofu al naturale
3 cucchiaini di salsa di soia
1 cucchiaino di mosto cotto
1/2 arancia (succo)
1/2 cucchiaino di farina di mandarino (sempre lei)
1 spicchio d'aglio
1 cucchiaio di olio evo + q.b.
1 costa di sedano
3 noci
1 cucchiaino di capperi sotto sale
2 cucchiaini di uvetta

Iniziate preparando la marinatura: mescolate la salsa di soia con il mosto cotto, il succo d'arancia, la farina di mandarino e lo spicchio d'aglio schiacciato (lasciandolo con la buccia il sapore rimarrà più delicato). Tagliate il tofu a dadini di circa 1 centimetro di lato e immergetelo nella marinatura. Mescolate delicatamente, in modo che tutto il tofu venga coperto, quindi coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate riposare, in frigorifero, per 5 ore.
   Pulite la costa del sedano, togliendo i filamenti. Quindi tagliatela a pezzi piccoli, che inserirete in un bicchierone da minipimer. Unite i gherigli di noce, i capperi sciacquati e l'uvetta.
Frullate tutto, unendo un cucchiaio di olio evo, fino ad ottenere una crema omogenea. Tenetela da parte. In questo modo i sapori legheranno tra loro.
Trascorso il tempo della marinatura fate scaldare una padella con un fil di olio. Quando sarà ben caldo trasferite il tofu, scolato dal liquido, e fatelo saltare a fiamma viva. Unite, poco alla volta, la marinatura, facendola sfumare.
Una volta che i dadini saranno rosolati su tutti i lati, unite la salsa al sedano e fate insaporire tutto per pochi attimi.

A questo punto trasferite tutto in un piatto, accompagnate il tofu con verdure a piacere e gustate in pienezza il vostro spezzatino.

Io ho creato un contorno con insalata scarola, piselli e porro, saltati in padella con un filo di olio e pochissimo sale. Semplice, perché l'aroma del piatto non richiede grandi strutture di sapori.


abc

Crackers ‘maltagliati’ di cous cous integrale: storie di comune dipendenza e di insolite strategie

Ricordate i crackers ai quattro semi (che poi, nel tempo, sono diventati cinque, grazie al contributo dei semi di lino) che pubblicai pochi mesi fa? DROGA. Per me sono droga e ne sono assolutamente dipendente. Li preparo con una costanza meticolosa, quasi patologica. E quando inizio a mangiarli è impossibile smettere, prima che abbia strisciato le punte dei piedi per almeno 15/20 minuti sull'asfalto nel tentativo di fermarmi!!!! Ovviamente mi fanno impazzire nel sapore e di certo sono sani e genuini da concedermi il bis, ma..... le calorie, dove le mettiamo? Seppur siano buoni, sempre di grassi si tratta!!! Ecco, così, che DEVE entrare in atto un piano d'emergenza. Se proporio voglio concedermi quella coccola extra e voglio godermela in un crunch, proviamo a renderla per un momento leggermente differente?
Apro la dispensa, certa che le scorte, in ogni caso, mi daranno sani spunti di riflessione. Quel pacchetto di cous cous integrale, troppo pieno per essere considerato attivo, mi guarda con aria provocatoria. Solito, banalissimo, piatto caldo, speziato, condito, visto e rivisto? Ecco perché non sono mai riuscita a portare il peso del sacchetto sotto la soglia della soddisfazione (che considero, generalmente, da 1/2 sacchetto in giù, dopo almeno 2 o 3 utilizzi ^_^): perché la vera ispirazione non mi era mai, realmente, arrivata. Fino ad ora. Bruttini da vedere, non lo nascondo, sono inversamente proporzionali nel sapore, nella consistenza, nella fragranza, nella gratificazione che lasciano sul palato. Inventerete qualsiasi scusa, pur di mangiarli. E non provate a nasconderli.... è una fatica inutile!! La strada per appagarvi la troveranno loro stessi!

Ingredienti

200 g di cous cous integrale
300 g di acqua
10 g di farina di mandarino
15 g di olio evo
100 g di burro di arachidi salato
sale rosa dell'Himalaya
noce moscata

Mescolate la farina di mandarino al cous cous. Versate l'olio e sgranate bene i chicchi, in modo che tutti ne vengano ricoperti.
Portate a bollore l'acqua, quindi versatela sul cous cous, in una padella. Fate cuocere a fiamma viva per un minuto, quindi spegnete e coprite la padella con un coperchio. Lasciate intiepidire. Il cous cous assorbirà tutto il liquido e gonfierà. Nel frattempo, sempre che non lo abbiate già pronto, preparate il burro di arachidi frullando a lungo 100 g di arachidi non salate, 2 g di sale grosso e un cucchiaio di olio evo.
   Quando avrete ottenuto una crema liscia e compatta unitelo al cous cous e frullate tutto, aggiungendo sale rosa e noce moscata a piacere.
Lavorate tutto fino ad ottenere un impasto piuttosto compatto.
Formate un panetto, avvolgetelo nella pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per un'oretta.
Iniziate a prepararvi il piano di lavoro, tagliando due fogli di carta forno grandi quanto la superficie della teglia che utilizzerete per la cottura. Per il prossimo passaggio munitevi di un po' di pazienza.
Per agevolare il lavoro potrete ungere leggermente i fogli, ma io ho optato per una maggior fatica, a favore dell'impiego della minor quantità possibile di grassi.
Prendete una parte del panetto (con queste quantità vi dovranno venire due teglie della grandezza di una leccarda) e iniziate ad appiattirlo su un foglio di carta forno. Posatevi l'altro sopra e stendetelo, con l'aiuto di un mattarello, in una sfoglia sottile. Noterete che si spezzerà facilmente. Cercate di compattarlo quanto più possibile, ma non vi preoccupate troppo del risultato.
Portate il forno alla temperatura di 200°, quindi infornate. Lasciate cuocere per circa 20 minuti, talvolta aprendo lo sportello del forno per fare uscire il vapore in eccesso.
Trascorso il tempo estraete la teglia e spezzettate la sfoglia in piccole cialde. Giratele tutte dal lato opposto e infornate ancora per 5/10 minuti, sino a quando saranno croccanti e dorate.
A questo punto sfornate e lasciate raffreddare i crackers .
Quindi.... assaggiate. L'aroma del mandarino vi conquisterà all'istante, tanto da non richiedere necessariamente l'aggiunta di un condimento, per apprezzarli al meglio. Ma la fantasia nel contestualizzarli secondo il vostro gusto, sarà piazecole e stuzzicante.

Che sia con una crema di ricotta, con un'insalatina leggera, con dell'affettato o con della verdura leggermente saltata, sono certa che sarà un successo.

abc

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