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Ventagli di Saragolla al mandarino: dal cuore all’anima in un viaggio di ricerca e cura del dettaglio

Osservo sempre le scorte dei miei lievitati diminuire, settimana dopo settimana, domenica dopo domenica. Lo faccio immaginando cosa mi inventerò la volta successiva. E' così, se tutta la settimana la mia colazione è proteica e controllata, la domenica mattina la brioche la fa da padrona!!! Ma fatta in casa, ovvio! Ogni preparazione è un esperimento e mai, dico MAI, replico una ricetta. Così questa volta mi sono detta che, oltre alle farine speciali che sono sempre più ricche e numerose nella mia dispensa, avrei provato un accostamento diverso. Una sorta di sfogliatura fatta con una crema a base di zucchero di canna e farina di mandarino, la mia meravigliosa farina di mandarino. Vi garantisco che il risultato non è nulla di stucchevole (lo zucchero l'ho quasi esclusivamente limitato della farcia) e, anche se l'impasto è risultato troppo idratato per questo tipo di preparazione (me lo ricorderò per il prossimo esperimento), questi ventagli hanno conquistato le mie papille e.... quelle della mamma, certo golosa, ma anche obiettiva ^_^

Ingredienti

Per l'impasto
210 g di farina Petra 1
35 g di farina di soia tostata
130 g di farina di Saragolla
40 g di lievito madre secco naturale
350 g di latte di soia
15 g di malto di orzo
20 g di margarina (per me autoprodotta) per le pieghe

Per la farcia
10 g di farina di mandarino
15 g di zucchero di canna Dulcita
1 bacca di cardamomo
cannella a piacere
2 cucchiai di malto di riso
3 cucchiai di margarina (per me autoprodotta)
2 cucchiaini di succo di limone

Iniziate preparando la farcia: più riposerà e più sarà buona. Potreste iniziare anche un paio di giorni prima!!
Unite zucchero e farina di mandarino, mescolate tutto, quindi unite i semi del cardamomo ridotti in polvere, la cannella, il malto di riso e il succo di limone. Mescolate tutto fino ad ottenere una pasta compatta ed omogenea. Mettete a riposare in frigorifero.
   Passate all'impasto. Mescolate le farine e il lievito in polvere. Sciogliete il malto d'orzo nel latte di soia tiepido, a non più di 30°. Unite la farina, poca alla volta, e iniziate ad impastare. Lavorate il tutto fino a quando l'impasto risulterà elastico ed incordato. Io ho utilizzato il Bimby, ma potrete affidarvi alla vostra impastatrice, o alle vostre preziosissime mani (e alla vostra pazienza ^_^).
Sistemate l'impasto in una terrina, copritela con un foglio di pellicola trasparente e lasciatela lievitare per almeno 6 ore, ovvero fino al raddoppio.
Trascorso il tempo di lievitazione rovesciate la pasta su un piano infarinato, stendetelo in un rettangolo e copritelo di margarina per i 2/3. Iniziate a praticare la prima piega a 3, alzando la parte dell'impasto scoperta. Coprite con la pellicola e lasciate riposare un'ora l'impasto.
Riprendetelo e stendetelo con un mattarello. Piegate in quattro, prima a metà da una parte poia a metà dall'altra, e avvolgetelo nuovamente nella pellicola. Dopo un'ora di riposo procedete nuovamente con una piega a 3 e fate ancora riposare per un'ora.
A questo punto riprendete la farcia preparata in precedenza e allungatela con 3 cucchiai di margarina. Stendete l'impasto in una sfoglia spessa circa un centimetro. Tagliatela in quattro e coprite tre parti con la farcia.
Sovrapponete le parti, mantenendo la farcia verso l'alto, avendo cura di lasciare la parte di pasta senza farcitura per ultima.
Con una rotella tagliate delle strisce larghe un paio di centimetri. Piegatele su loro stesse ad S, creando 3 pieghe, quindi attorcigliatele praticando mezzo giro e adagiatele su una placca coperta da carta forno. Spero le immagini possano semplificarvi il passaggio, ma vi garantisco che non è nulla di impossibile ^_^
Lasciate riposare i vostri ventagli sulla teglia per tutta la notte, in frigorifero.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 200°. Infornate e cuocete per 20 minuti circa.
Controllate che diventino ben dorate e quindi sfornatele.
Lasciatele intiepidire, meglio raffreddare, e gustatele. Se, come me, siete soliti preparare grandi scorte, una volta che saranno perfettamente fredde, potrete conservarle nel freezer e averle pronte al consumo per qualsiasi momento in cui vogliate concedervi una coccola.

I sapori agrumati e delicati si sposano alla perfezione con le farine rustiche e fragranti.

E quando sentite parlare di saragolla ricordate che si tratta di un prodotto italiano, che corrisponde al famoso Kamut commercializzato da una multinazionale, ma completamente nostrano!! La scelta degli ingredienti e la consapevolezza .... arrivano anche nella comprensione delle vere differenze. Una differenza c'è anche tra semola e farina: la saragolla è una semola, mentre la farina è denominata solina.

Il nostro Paese è ricco di prelibatezze: non fermiamoci alle apparenze!!abc

Insalatina di totani con carciofi, arancia e nocciole: il carattere che fa da cornice e arriva al cuore

Vado pazza per i sapori agrumati. Al naturale, in versione dolce e anche in contestualizzazioni salate. Mi piacciono per come sanno abbracciare i differenti gusti, dai più delicati ai più importanti, per come riescono a legarli tra loro come fossero un'unica armonia e portarli sul palato enfatizzando dettagli e sfumature. Mi piace la freschezza che regalano all'assaggio. E' come se rendessero tutto più frizzante, donando carattere e personalità ai piatti. Quando ho guardato questi totanetti e li ho immaginati accanto ad un tenerissimo carciofo, non ho avuto dubbi su quanto sarebbe stato magico l'intreccio di sapori in questa cornice. Quattro semplici ingredienti, nient'altro. Legati tra loro con estrema semplicità, rispettando naturalezza e sostanza.
Vivacità di sapori e colori che cattura l'attenzione e appaga i sensi. Senza stravolgimenti.
Ho condiviso questa insalatina con un'amica che ben si presta alle sperimentazioni. Questo per me vuol dire un palato meno abituato a sapori audaci, cosa potrebbe pensare? La risposta? Quando lei mi chiede 1. lista ingredienti e 2. metodo di preparazione...... il successo è garantto!!

Ingredienti

1 totano
1 carciofo
1/2 arancia
25 nocciole
olio piccante
1/2 limone
1 cucchiaino di farina di mandarino (oppure la scorza grattugiata del limone)
sale rosso delle Hawaii

Lavate il totano e pulitelo, eliminando tutte le parti interne. Separate il ciuffo e tagliate il corpo in listarelle. Fatelo bollire in acqua salata per circa 10/15 minuti. Quando sarà morbido scolatelo e sistematelo in una terrina.
Conditelo con olio piccante (il mio è quello preparato da mia madre, con i suoi peperoncini), il succo di mezzo limone e la farina di mandarino o la buccia grattugiata del mezzo limoneMescolate bene tutto, quindi lasciate marinare per un'oretta.
   Pulite il carciofo, eliminando i gambi (che terrete da parte per altri succulenti piatti), le foglie più esterne, le punte, le barbette e le spine interne. Tagliatelo a spicchi molto sottili, quindi aggiungeteli al totano e lasciate che insaporiscano.
Tagliate, dalla metà dell'arancio accuratamente lavato, 5 fettine sottili. Divivede ciascuna fettina in piccoli spicchi e unite tutto al mix di pesce e carciofo. Spremete l'arancio rimanente e irrorate il tutto. Non abbiate paura di fare insaporire troppo gli ingredienti: più tempo rimarranno in marinatura, più il risultato sarà buono.
Prendete, a questo punto, le nocciole. Io ho utilizzato le nocciole nostrane dell'orto di famiglia. Sgusciatele e tagliatele a coltello in una granella piuttosto spessa.
Unitela all'insalatina, spolverizzate con una macinata di sale rosa e mescolate tutto delicatamente, in modo da ottenere una perfetta distribuzione dei condimenti su tutto l'insieme.
Lasciate riposare ancora per un po'. Volendo potrete preparare con largo anticipo questa pietanza. Non si corre il rischio che gli ingredienti cuociano, ma anzi, acquisiranno un sapore sempre più inebriante.

Quando sarà ora, servite l'insalata.
Assaporatela in tutta la sua pienezza, in totale semplicità. Potrebbe bastare una fettina di pane, una fetta di focaccia, una galletta di semi misti o qualsiasi altro crackers e affine.

La protagonista sarà lei, nella sua frizzante freschezza e magica bontà.

abc

50 sfumature di… mela: cannoli di pasta fillo con crema soffice di cioccolato bianco e mela al sapore di mandarino

Vi capita mai di avere un'idea per la testa e di non trovare mai l'occasione giusta per donarle concretezza? A volte manca il dettaglio che la renderebbe speciale, altre manca l'ingrediente segreto dalla dispensa, talvolta è il tempo a rendersi tiranno, altre volte non ci sono sufficienti stimoli. Altre manca addirittura la voglia. Ma lei rimane lì. Si sedimenta, affonda le radici e riempie di profumo le stanze della mente. Non si dà per vinta e non si scoraggia. E, quando neanche voi ve lo aspettereste, illumina la strada.
Nasce così questo cannolo. Il primo pensiero è stato nella sfoglia. Una sfida, voler testare la fillo in un formato che potesse essere sufficientemente consistente, ma altrettanto delicato. Che sostenesse una crema (ancora imprecisata) e che le desse carattere. Attorno a questa sfoglia si sono succeduti i più svariati pensieri. Guardavo il cesto della frutta, passando da una Granny Smith ad un'Ambrosia, certa ormai che avrei contestualizzato una mela, per quel ripieno. La mia amata consistenza acidula o la dolcezza di un frutto tipico della mia terra d'origine? E come posso rendere tutto soffice, leggero e allo stesso tempo sfizioso? Come posso rendere questo cannolo un vero dolce, che sa regalare la soddisfazione perfetta?
E in un attimo focalizzo il dettaglio speciale e l'ingrediente segreto occupa il suo posto nella dispensa, lo stimolo torna a farsi strada e, udite udite, d'un tratto tempo e voglia acquisiscono concretezza.
L'assenza delle uova rende questa crema delicatissima e gli aromi si mescolano così bene che sembrano sorridersi tra loro. La croccantezza della fillo? Una cornice perfetta.

Ingredienti

110 g di cioccolato bianco
2 mele Ambrosia (300 g di polpa pulita)
10 g di farina di mandarino
4 g di farina di semi di carrube
100 ml di latte di avena
4 fogli di pasta fillo
olio

Spezzettate il cioccolato bianco e fatelo sciogliere, nel microonde oppure a bagno maria.
Sbucciate le due mele e prelevate il torsolo. Tagliatele a pezzi e inseritele in un boccale. Tritate tutto, creando una purea il più possibile omogenea. Unite la farina di mandarino (in assenza potrete utilizzare la buccia brattugiata) e mescolate fino a rendere tutto uniforme.
   Versate il cioccolato fuso e amalgamate tutto. Stemperate la farina di semi di carrube con poco latte alla volta. Versate, poi, tutto il liquido sulla polpa di mele e portate tutto ad ebollizione. Mescolate attentamente con un cucchiaio e fate sobbollire per circa 4 minuti. Spegnete, quindi, il fuoco e lasciate raffreddare la crema ottenuta.
Stendete i fogli di pasta fillo. Ungeteli e sovrapponeteli tra loro. Ritagliate 6 quadrati, quindi avvolgeteli intorno ad uno stampo per cannolo.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 200°. Cuocete i cannoli per 5 minuti, ma controllate che non scuriscano troppo. Ricordate che la pasta fillo brucia facilmente, vista la consistenza sottile!!
Una volta pronti estraeteli dal forno e lasciateli raffreddare. A questo punto sfilate lo stampo in acciaio e tenete i cannoli da parte.
Poco prima di servirli, riempiteli con la crema di mela, aiutandovi con un sac à poche. Io ho testato un riposo di circa 2 ore, prima di essere serviti e gustati, e la croccantezza della fillo non è stata compromessa.
Ma ho anche assaggiato ciò che è rimasto il giorno seguente. La consistenza ovviamente è molto diversa, più morbida, ma la meraviglia di questa crema non viene a meno. In fondo anche il cannolo tipico siciliano il giorno dopo è morbido (oddio ora quante me ne sentirò dire ^_^).

Ma quello che assolutamente non si può nascondere è l'inebriante avvolgenza, delicata e rispettosa, piena e vera.
Questa crema è una scelta vincente e il cannolo di fillo un abbraccio perfetto.


Con questa ricetta contribuisco alla raccolta di 
abc

Barrette essiccate con Goji, fichi e pistacchi: l’energia che si diffonde in una eco interminabile

Non che mi stanchi di iniziare la giornata con i miei amati frollini al mandarino (peralto una delle ricette maggiormente preparate, richieste, condivise e.... apprezzate) oppure i biscotti ai cereali, ma quando vengo stimolata e punzecchiata da idee e combinazioni sfiziose, non riesco davvero a tenermi alla larga da nuove sperimentazioni.
Vidi la giusta prospettiva in una pubblicazione della splendida Alice nel suo blog Ricette Vegolose. Le sue barrette avrebbero avuto ben poche speranze di finire nel girone delle ricette da provare e mai provate. E, infatti, il giorno dopo mettevo le mani in pasta. Fu colpo di fulmine, avvalorato dalla certezza che, ORA, non mi sarei più dovuta arrendere di fronte alla parola essiccatore. Alice aveva domande e risposte e io non mi sarei lasciata sfuggire l'occasione. Nel mio percorso di consapevolezza alimentare (e non solo), vanto piccoli traguardi, che mi rendono fiera e orgogliosa. L'essiccatore è uno di questi. Desiderato, voluto, cercato, atteso, è arrivato a darmi il suo preziosissimo supporto. Avrò un paio di jeans in meno nel guardaroba, ma posso dire che ho guadagnato un fedele alleato: stimola la fantasia e appaga palato e curiosità.
Queste barrette possono anche essere consumate crude, senza il passaggio di essicazione. Come indica Alice, dovrete solo accertarvi che vengano conservate in frigorifero.
Preziosissime per una bilanciata carica energetica, a inizio giornata o prima dell'attività sportiva, sono intense, ricche, gustose e appaganti. Insomma, non esistono scuse!!

Ingredienti

85 g di fichi secchi
40 g di fiocchi d'avena
succo di 1/2 pompelmo
2 bacche di cardamomo
40 g di mandorle
40 g di pistacchi di Bronte
40 g di cocco fresco
20 g di bacche di Goji
10 g di farina di mandarino
sale rosa dell'Himalaya
cannella in polvere

   Eliminate il picciolo dai fichi e tagliateli a dadini. Interiteli in una ciotolina, unitevi i fiocchi d'avena e irrorate tutto con il succo del pompelmo. Lasciate riposare e ammorbidire tutto per circa mezz'ora.
Inserite in un boccale le mandorle, i pistacchi, il cocco e le bacche di Goji. Tritate tutto finemente, quindi aggiungete la farina di mandarino e i semi delle bacche di cardamomo, precedentemente pestati con un mortaio e ridotti in polvere. Unite il un pizzico di sale rosa e cannella a piacere, quindi mescolate tutto, fino a formare un impasto omogeneo, che lascerete riposare per almeno un'oretta.
Riprendete l'impasto e stendetelo su un piano di lavoro, formando uno strato spesso non meno di mezzo centimetro.
Tagliate i biscotti della forma gradita, quindi sistemateli sui ripiani dell'essiccatore (in alternativa potreste passarli in forno a 50° con lo sportello socchiuso, o ancora lasciarli crudi e trasferirli direttamente in frigorifero). Impostate la temperatura a 45° e lasciateli tutta la notte.
Quando saranno ben asciutti, ma comunque morbidi e compatti, spegnete l'essiccatore e prelevate i biscotti.
Potrete conservarli in un barattolo di vetro o in una scatola di latta: dureranno due settimane senza colpo ferire ^_^

Fragranti e golose, riempiranno la cucina di profumi e il palato di sapori. Sono irresistibili, tanto da richiedere attenzione: per quanto salutari e ricche di preziosi nutrienti, sono assolutamente caloriche!

Ma sono buone da togliere il fiato!!
abc

Spiedini di totani e cavolini al mandarino: dalla terra al mare una storia di sapori e armonizzazioni

Durante l'ultima tappa taurinense, in cui mi sono concessa ben quattro giorni di compagnia materna, uno dei miei pensieri costanti era.... il bottino. Mamma mi aveva anticipato che nel congelatore troneggiava un bel sacchetto di cavolini di Bruxelles colti poco tempo prima all'orto, tutto per me. La vista, poi, di una quantità infinita di pallette verdi come contorno di uno dei pasti condivisi, ha aumentato desiderio e salivazione. Prossima alla partenza, facciamo come sempre il riepilogo della spesa. Ma.... all'attivo mancano i cavolini. "Mamma.... non dimentichi una cosa importante?". "Li abbiamo mangiati ieri. Non li avessimo utilizzati li avrei dati a te". NON CI CREDO!!!!!! E i miei sogni? I miei desideri? Le mie palpitazioni? Dovrò ripiegare su quelli, banalissimi, acquistati in un qualunque negozio, confezionati in un qualunque stabilimento, da mani che lavorano sui numeri, più che sull'amore per la conservazione. Sforzandomi di non far vedere troppa delusione sul volto a mia madre, mi avvio con il primo carico di borse e valigie verso l'auto. A mamma spetta la sosta cantina per prendere cavolfiori e broccoli e poi ci si vede per i saluti.
Arrivo a casa appena in tempo per svuotare le borse, sistemare due cose, prendere la divisa e andare al lavoro, quando..... I CAVOLINIIIIIIII!!!!! Quell'ultimo pacco mamma l'ha destinato a me ^_^
La gioia è infinita, non potete immaginare la dolcezza di queste pallette verdi. In fondo a lei li ho preparati con lo stesso aroma e li ha anche apprezzati ampiamente.... allora perché non ripetere la prova e presentarvi uno spiedino insolito?
Peccato che, per tempi di organizzazione della cena (la mia cenetta sul tappeto, in cui una volta che mi siedo non mi alzo più, per cui tutto deve essere pronto e caldo) siano stati nel forno, seppur spento, un po' troppo. E' andata persa un po' di morbidezza, ma vi garantisco che questa alternanza di sapori è davvero meritevole.

Ingredienti

2 totani
10 cavolini di Bruxelles
15 g di mandorle pelate
5 g di farina di mandarino
10 g di bacche di Goji
sale
pepe
olio evo

Mondate i cavolini e svbollentateli in acqua salata per circa 4 minuti. Scolateli e passateli sotto un getto di acqua fredda, per fermarne la cottura.
Tritate le mandorle insieme alle bacche di Goji, quindi unite la farina di mandarino e un pizzico di sale. Scaldate un cucchiaio scarso di olio evo in una padella e fatevi saltare i cavolini. Salateli e versateci sopra circa un cucchiaino di panatura.
   Pulite i totani, eliminando le parti non commestibili, e sciacquateli. Eliminate i ciuffi, che terrete da parte, e tagliate in 3 anelli il corpo.
Impanateli bene, su entrambi i lati, nel trito di mandorle e mandarino. Chiudeteli a chiocciola.
Prendete uno spiedo e iniziate ad infilzare, alternandoli tra loro, cavolini e chiocciole di totani. Ogni spiedino dovrà avere 5 cavolini e un totano intero. Ultimate con il ciuffo. Ungete una pirofila con poco olio evo e sistemate gli spiedini.
Accendete il forno e portatelo a 200°. Quando sarà pronto irrorate gli spiedini con un filo di olio e infornate. Cuocete per circa mezz'ora, quindi sfornate e servite.

Fragranti, teneri e delicati. Un piatto che unisce secondo e contorno e che si fa sfiziosamente finger!!

La prova tappeto è stata superata e la leggerezza del piatto ben si addice alla tipologia di cena: calice di vino e totale relax!!


abc

Verdure gratinate al pecorino con aromi fruttati: una portata regina…. e c’è chi lo definisce contorno

E' pensiero comune, quando si pensa ad un contorno, credere che il ruolo cui è destinato non meriti particolare attenzione affinché gli si possa attribuire un po' di carattere. E' un contorno, no? Se no si chiamerebbe portata principale!! Sì, forse. Ecco, no, non sono d'accordo. Forse la mia idea di cucina è un po' distorta, forse rappresento l'instancabile pensiero controcorrente. Forse sono la solita sovversiva, che prende a calci la normalità e non si cura del pensiero comune. In fondo io sono quella che ama i dettagli. Ma sono anche quella che va avanti caparbiamente, di testa propria. Nel bene e nel male, certo, ma senza mai mettere da parte i miei istinti di creatività.
Un contorno, eravamo rimasti qui. Non un contorno anonimo e qualunque. Un contorno con personalità. La dimostrazione che i miei nuovi approdi su confini fino ad ora sconosciuti mi danno grandissime soddisfazioni. Parlo di quel dettaglio che, in questo piatto, ha trasformato delle semplici verdure in una portata regina. Spesso mescolo il dolce al salato. Non a tutti piace, ma per me è una scelta che rappresenta un po' l'emblema della vita. E' come osservare il mondo da prospettive differenti. E vi garantisco che la prospettiva di questo piatto, qualsiasi scegliate, è ricca e travolgente.
E il famoso pecorino regalatomi da mio fratello ha avuto un'altra degna interpretazione!

Ingredienti

1 patata (80 g pulita)
1 carota (100 g pulita)
80 g di asparagi (io ho le scorte dell'orto congelate)
100 g di germogli di soia
75 g di pecorino sardo
10 g di nocciole + 5 g per la gratinatura
10 g di farina di mandarino
5 g di semi di lino
1 fico secco
1 cucchiaio di olio evo
sale rosa dell'Himalaya
peperoncino
noce moscata

Pulite carote e patate e tagliatele a julienne. Portate a bollore un pentolino di acqua salata e sbollentatele per un paio di minuti. Trasferitele su un panno di tessuto e lasciatele raffreddare.
Procedete sbollentando anche gli asparagi, che poi taglierete a bastoncini, e i germogli di soia.
Trasferite le verdure in una boule e conditele con l'olio, il sale, il peperoncino e la noce moscata. Mescolate tutto, in modo che il condimento venga distribuito uniformemente, quindi coprite la boule e mettetela in frigorifero per un'ora circa.
Nel frattempo preparate gli ingredienti per la gratinatura: sgusciate le nocciole e inseritele in un boccale, insieme al pecorino tagliato a dadini, i semi di lino e la farina di mandarino.
   Tritate tutto grossolanamente, quindi aggiungete il fico secco spezzettato e continuate a frullare. Se non vi dovesse piacere il sapore del fico secco, potreste utilizzare dell'uvetta sultanina, oppure delle gustosissime bacche di Goji.
Riprendete le verdure marinate e versateci sopra 2/3 della farina appena ricavata. Mescolate bene il tutto, fino quando saranno come impanate.
Ungete leggermente una pirofila, quindi distribuitevi le verdure appena preparate. Spolverizzate la superficie con la farina rimanente.
Tagliate a coltello le nocciole, in modo da ricavare una granella spessa. Distribuitele sulle verdure, quindi infornate. Cuocete a 200° per 30 minuti, fino a quando la superficie sarà ben dorata.

Una volta pronte, lasciate intiepidire leggermente le verdure. In questo modo i sapori si assesteranno e si armonizzeranno perfettamente.
A questo punto lasciate uno spazietto accanto alla portata principale e..... servite questa delicata meraviglia!
Forse la volta successiva ne preparerete una dose doppia, e forse darete meno importanza alla portata principale. O forse penserete a questa come.... la portata principale.

Questo è un insieme di sapori che non si dimentica facilmente, ed è un piatto sano, leggero e travolgente!

Questo è un piatto che si mangia fino all'ultima briciola!!

abc

Cucchiaini speziati alla frutta: il concentrato di energia in uno sfizioso e pratico snack

Quando è entrato in casa, la prima volta, sentivo che avrei dovuto trovargli un posto di facile accesso, perché avrebbe vissuto più tempo in attività, piuttosto che a riposo. Effettivamente l'essiccatore è stato rivoluzionario, nella mia cucina. Al di là della possibilità di accostarmi a preparazioni crudiste, mi permette di dare ossigeno alla mia fantasia e farla volare verso orizzonti nuovi. L'idea di una barretta energizzante mi aveva solleticato da tempo, ma non mi sentivo ancora così ispirata. Fu allora che, per un preciso disegno del destino, mi imbattei sulla meravigliosa pagina di Alice e, più nel dettaglio, in queste splendide barrette di frutta speziate. Alice è grande, è una donna meravigliosa. Dolce, delicata, magica. E bravissima. Insomma, quale miglior invito per cedere e provarci?
Proprio in quel periodo, però, il mio essiccatore era in fermento per un piccolo esperimento. Tutto partì dal pensiero di quanta materia buttassi nella raccolta di umido, nel mangiare un semplice frutto. Perché tutto quello spreco? Ecco la risposta: io provo ad essiccare e a fare una farina. Parte la strategia. Il giorno in cui mangio uno o due mandarini, ne sbuccio sei. Due li mangio e quattro li metto in un contenitore, in modo da poterli conservare in frigo. Buccia lavata, che finisce nell'essiccatore per circa 8 ore. Poi le lame fanno il resto e.... ragazzi che meraviglia: questa farina è inebriante, travolgente e magica. Ne vedrete davvero delle belle, perché la fantasia, qui, è solo all'inizio di un lunghissimo percorso. Ad oggi l'ho provata in tre ricette, di cui due dolci e una salata, ma so che ne farò meraviglie. Preparatevi, mi implorerete pietà ^_^
Inizio da qui, dall'unione di una grande ispirazione e una magia. E dal mio grazie speciale per quella splendida creatura che è Alice!

Ingredienti

100 g di prugne secche
40 g di datteri al naturale
25 g di farina di mandarini
40 g di mandorle pelate
25 g di frutti rossi
20 g di pistacchi di Bronte
15 g di semi di sesamo
3 bacche di cardamomo
zenzero in polvere

La farina, eccola, in un'immagine prima e dopo la trasformazione.


Inserite in un boccale le prugne, i datterile mandorle, i semi del cardamomo, i pistacchi, lo zenzero e la farina di mandarini. 
Frullate tutto, fino ad ottenere un impasto appiccicoso, ma compatto.
A questo punto unite i semi di sesamo e i frutti rossi e mescolate fino a incorporarli perfettamente.
Aiutandovi con le mani umide, prelevate poco impasto alla volta e stendetelo dandogli la forma preferita. Potrete fare delle semplici gallette, io ho utilizzato lo stampo in silicone a forma di cucchiaini.
Una volta che avrete dato forma all'impasto, trasferite tutto sui ripiani dell'essiccatore. Se non lo aveste potrete passare tutto in forno alla temperatura minima e lasciare per circa 8 ore.
Impostate la temperatura a 45° e lasciate essiccare per 8 ore.
Quando saranno pronte raccoglietele e conservatele in un barattolo di vetro o in una scatola di latta.

Tenetele a portata di mano per snack spezzafame o per darvi carica prima di un allenamento. Si conservano per molti giorni e non temodo cali di sapore o alterazioni di alcun genere.
Sono dolci, avvolgenti e tremendamente golosi!!!!!

Un'occasione da non lasciarsi sfuggire per coccolarsi con coscienza..... e sfizio! ^_^


abc

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