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Focaccia dolce multicereali alle ciliegie

E' da tanto tempo, tanto davvero, che non condivido una ricetta, che non la racconto, che non la offro all'assaggio virtuale di questa pagina. Sembra che tutto si sia fermato, arenato in una stagione calda e bizzarra. In realtà tutto procede con una portata molto più grande di quello che è sempre stato. In realtà porto con me, ancora in parte nascosto, un carico di novità che non vedo l'ora di svelare, e su cui sto lavorando generosamente. E in realtà cucino molto più di quello che possa sembrare, anche se qui ne do quotidiana dimostrazione. E qui ne do anche la prova tangibile e concreta. Una delle novità di cui posso certamente parlarvi è che ho una nuova creaturina con me. Non le ho ancora trovato un nome, ma sto imparando ad amarla. La conservo al fresco, la massaggio, la guardo crescere e la metto alla prova, o forse metto alla prova le mie capacità nel portarla al massimo delle sue potenzialità. Cresce benissimo, ma si mantiene anche vivace. Mi sta insegnando ad avere pazienza, a rispettarla, ad ascoltarla e a correggere i miei errori. Oggi l'ho messa alla alla prova, seppur non per la prima volta, e oggi, per la prima volta, ve ne parlo. Pasta madre parte prima :D [l'avevate capito, vero?]. Ho scoperto che con lei posso portare la mia amata farina di segale a sviluppare meglio. Questa farina, infatti, naturalmente debole e dal forte potere assorbente, sfrutta l'acidità della pasta madre per bloccare i processi enzimatici che la rendono meno elastica. L'elasticità, infatti, è una caratteristica fondamentale tipica dello sviluppo glutinico di una farina forte, di frumento, e di un buon lievitato. E il risultato, devo ammetterlo, mi ha certamente soddisfatto!! Poi con le meravigliosissime ciliegie di Vignola, regalo del mio fidanzato (che ha goduto, in risposta, di tanta bontà), avrei potuto farmi scappare l'occasione? Ingredienti 162 g di pasta madre (rinfrescata 2 volte) 100 g di farina 2 45 g di farina di avena 45 g di farina d'orzo 45 g di farina di segale 215 g di acqua 300 g di ciliegie di Vignola snocciolate 30 g di zucchero bruno + q.b. 15 g di olio extravergine di oliva (per me Lei di Agricola Doria) 2 g di sale integrale Setacciate le farine e mescolatele. Mettete nell'impastatrice (io ho usato il Bimby) la pasta madre a lsecondo rinfresco con l'acqua, lo zucchero e metà della farina. Iniziate a lavorare fino a creare un impasto omogeneo. Versate l'olio a filo, continuando a lavorare, fino a completo assorbimento. Unite il sale e, poco alla volta, la farina restante. Impastate per il tempo necessario a creare una buona incordatura (per quanto le farine di cereali possano permettere), quindi lasciate riposare per un'oretta, nello stesso boccale o nell'impastatrice. Pulite e snocciolate le ciliegie, quindi tagliatele a metà. Prendete l'impasto, stendetelo su una spianatoia infarinata, copritelo con 1/3 delle ciliegie e fate una piega a 3 in un senso, poi un'altra nell'altro. Copritelo con un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare per una decina di minuti. Coprite una teglia con carta forno, versate un filo di olio e stendetevi sopra l'impasto. Cospargetelo con le restanti ciliegie, spennellatelo con olio, copritelo e lasciatelo lievitare per almeno 3 ore. Al momento di infornarlo scopritelo, costargetelo con poco zucchero e cuocetelo, a 200°, per circa 20 minuti. Sfornate la vostra focaccia e lasciatela intiepidire. Quindi tagliatela e gustatela, offritela, nascondetela, divoratela :D Il piacere del buono fatto in caso vi sorprenderà!! abc

Biscotti di mais al cocco e burro di arachidi: gli ‘adattamenti’ di gusto di una sana alimentazione

Avete presente la sensazione che si prova all'inizio di una lunga camminata in montagna, nel guardare la vetta con quella incalzante sensazione di non farcela? Poi iniziate a camminare, passo dopo passo, e quando vi voltate a guardare il percorso effettuato, vedete quanta strada avete lasciato dietro di voi. E quella soddisfazione diventa forza per farvi muovere un passo, poi un altro e un altro ancora. Ecco, se avessi pensato, anni fa, che sarei arrivata a cucinare (e a farlo appagando il palato) con pochi e sani ingredienti, gli unici concessi, avrei detto "Non ce la farò mai". E invece eccomi qui, a sfornare biscotti, dolci e piatti di ogni genere. Passata la fase soia (ne ho fatte di ogni colore, con il tofu, prima di intossicarmi e di doverlo eliminare dall'alimentazione ^_^), passata la fase margarina fatta in casa (in cui la lecitina di..... soia ^_^ è l'aspetto determinante), eliminati gli ingredienti raffinati e il burro, ora sono costretta ad eliminare il frumento, la mia meravigliosa farina Petra e tutte le conquiste raggiunte con sacrificio negli anni (vedi panettoni impastati anche a mano, senza burro e con farine selezionate). Non si tratta di celiachia, tanto che le farine di orzo, avena, farro, segale e perfino di grani antichi posso ancora utilizzarle. Ma è inevitabile che il baricentro del pensiero culinario subisca uno spostamento. Spostamento che solletica la fantasia, dando nuovi stimoli per arrampicarmi sulla vetta della totale padronanza degli ingredienti. Qui l'alleato è il burro di arachidi, il mio nuovo fedele amico, che non manca mai nella mia dispensa e che mi permette di creare nuove forme di dolcezza che deliziano le mie amate colazioni. [Ma è ben nascosto..... perché tenta come poche cose al mondo ^_^]. E allora preparatevi, perché di dolci e biscotti in questo periodo ne ho proposti e ne proporrò a perdifiato ^_^

Ingredienti

180 g di burro di arachidi
100 g di zucchero di canna integrale
110 g di farina di mais fioretto
140 g di farina di segale Jurmano
3 tuorli
1/2 bustina di cremor tartaro
1/2 cucchiaino di polvere di vaniglia
1/2 cucchiaino di farina di mandarino
30 g di cocco rapè

Inserite in un boccale il burro di arachidi e lo zucchero, quindi montate fino ad ottenere una crema soffice. Unite i tuorli, quindi le farine mescolate tra loro con il cremor tartaro, la polvere di vaniglia e la farina di mandarino. Impastate fino ad amalgamare bene tutto, quindi terminate con l'aggiunta del cocco.
Quando l'impasto sarà omogeneo, passate alla creazione dei biscotti. Sistemate un cucchiaino di impasto (sarà molto farinoso, attenzione!!) in un tagliabiscotti, direttamente su una teglia coperta da carta forno, quindi compattatelo bene con uno stampo. Procedete fino a terminare l'impasto. Fate riposare i biscotti per un'oretta, in frigorifero.
Portate il forno alla temperatura di 175° e cuocete per 10 minuti.
Trascorso il tempo di cottura, sfornate e lasciate raffreddare i biscotti in teglia. Spostarli prima li frantumerebbe ^_^

Una volta freddi saranno compatti, friabili e deliziosamente appaganti e delicati. Conservateli in un barattolo di vetro o in una scatola di latta e teneteli a portata di mano, perché non ve ne libererete fino a quando avrete gustato l'ultima briciola.
   


Aromi avvolgenti per una coccola senza tempo. E se ve lo dice anche il biscotto..... MANGIATEMI!!



abc

Trecce integrali con crema di mais e pistacchi: di scelte, sentenze e occasioni di condivisione

Esattamente una settimana prima che mi arrivasse il verdetto, ho dato vita a queste trecce. Voglia di dedicarmi ad un lievitato, desiderio di arricchire le mie colazioni domenicali, ispirazione su come utilizzare la crema di mais di cui vi ho parlato qualche giorno fa ed eccomi a sfornare queste meraviglie. Adesso so che, seppur non per problemi di celiachia, mi è stato vietato il frumento. Ohibò, ho solo trecce di farina integrale per i prossimi tre mesi :D Mia madre, all'ufficializzarsi della notizia, si è subito proposta per occuparsi delle scorte, ma io, mentre aspetto che le distanze si accorcino e mentre decido se valga la pena organizzare un brunch tra amici e vicini di casa, continuo a coccolarmi con queste soffici, delicate, fragranti brioche. Per una volta alla settimana, quei pochi grammi di farina di frumento non comprometterà mica il mio metabolismo? ^_^ Qui c'è tutta l'essenza di quello che sono: farine speciali, assolutamente senza raffinazione e di mulini che scelgono ancora la macinatura a pietra, burro di arachidi che ormai mi faccio in casa come se non esistesse un domani, crema di mais che avvolge di dolcezza garantendo un risultato leggero, la totale assenza di uova, burro e latticini e la croccantezza dei miei amati pistacchi e di pepite dolci e sane come meravigliosi frutti rossi. Insomma, capite quanto sia difficile privarmi di tutto questo? ^_^

Ingredienti

200 g di farina integrale Frumenta
100 g di grano duro tumminia di Castelvetrano
100 g di farina di segale Jurmano
32 g di lievito madre in polvere (100% naturale)
35 g di semi di lino
300 g di latte di avena
60 g di zucchero di canna integrale
35 g di olio di riso
100 g di crema di mais dolce
1 cucchiaio di burro di arachidi
35 g di pistacchi di Bronte
35 g di frutti rossi essiccati

Mescolate tra loro le farine e i semi di lino macinati. Unite il lievito madre, lo zucchero di canna e il latte d'avena appena tiepido (mai sopra i 28/30°). Iniziate ad impastare, quindi versate l'olio di riso a filo. Dovrete ottenere un impasto compatto e piuttosto morbido.
Mettetelo a riposare in una terrina leggermente unta, coperto da un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo lievitare fino al raddoppio.
Nel frattempo prendete i pistacchi e i frutti tossi e tagliateli a coltello, grossolanamente. Teneteli da parte.
Trascorso il tempo della lievitazione riprendete l'impasto, stendetelo su un piano infarinato in un rettangolo spesso circa mezzo centimetro. Copritelo con un sottile strato di burro di arachidi, quindi con la crema di mais dolce e ultimate con il mix di pistacchi e frutti rossi.
Tagliate, con una rotella, in quattro parti il rettangolo (con un taglio a croce) e arrotolate ciascun rettangolo dal lato più lungo.
Schiacciate leggermente ciascun rotolo in modo da appiattirlo, quindi dividetelo in più parti, ricavando dei piccoli rotoli di circa 10 centimetri. Sempre con la rotella tagliate a metà, nel verso della lunghezza, fino ad un paio di centimetri dall'estremità. Arrotolate ciascuna estremità su se stessa, quindi intrecciatele tra loro.
Sistemate le treccine ottenute su una teglia rivestita da carta forno, quindi copritele con un foglio di pellicola trasparente e lasciatele riposare per tutta la notte (o comunque almeno 6 ore).
Eliminate la pellicola, spennellate con un mix di burro di arachidi e latte e infornate, a 190°, per 30 minuti.
Una volta cotte, sfornatele e fatele raffreddare. E poi deliziatevene, in piena leggerezza.

E ricredetevi, nel caso in cui ancora ce ne fosse bisogno, sulla forza di ingredienti salutari e genuini. Il "fatto in casa" diventa sempre più buono e sempre più sfizioso.


E' da un po' di tempo che leggete nelle mie preparazioni ingredienti come pistacchi di Bronte, mandorle, e per le preparazioni salate pomodori secchi, capperi sotto sale e ancora il mio immancabile olio evo. Ci tengo a sottolineare quanto la scelta di queste materie prime, come per le farine, sia curata e precisa. E' ormai consolidata la fiducia con il mio fornitore siciliano (se voleste questa è la sua pagina). Nel caso in cui voleste provare anche voi qualche sua meraviglia, non esitate a chiedere, non ne rimarreste delusi!!abc

Piadine nere sfogliate: l’incontro irresistibile tra desideri, piaceri, ricordi e nuovi sapori

Altra preparazione da trasferta. Non che questo debba giustificare le pessime foto, ma non sempre è facile, con i miei umili mezzi, rendere giustizia alla bontà del piatto in ambienti diversi dalla mia cucina e dalla mia tavola. Avevo proposto una serata piadina. Ho un debole per le piadine, ma l'essere "costretta" a mangiare la pizza una volta la settimana sul posto di lavoro, senza seguire un desiderio, ma per pura imposizione, spesso mi dissuade dal concedermi certi tipi di carboidrati in altri momenti. Ma questa volta ho fatto uno strappo. In fondo le farine sono speciali e il desiderio di addentare un rotolo farcito mi ha convinto a confermare il tema della serata. Questo impasto è particolarissimo. E' leggero, fragrante, profumato, digeribile. Ed è sfogliato, perché da quando l'ho assaggiato non ho potuto più farne a meno. Ricordate la serata con la mia amica Fio? Bene, ho proposto la stessa piadina, con farro monococco, ed ho rilanciato con una nuova versione.... nera ^_^ E di questa, ho deciso, vi parlerò.

Ingredienti

60 g di farina Petra 1
70 g di farina di segale Jurmano
100 g di farina di grano duro di Castelvetrano
70 g di latte di mandorle (o altro latte vegetale/vaccino)
30 g di olio evo + q.b. per la sfogliatura
1 pizzico di sale nero di Cipro
1 pizzico di bicarbonato di sodio

Mescolate le tre farine, il bicarbonato e il sale. Aggiungete il latte tiepido (ad una temperatura di circa 30°) e iniziate ad impastare. Per ultimo aggiungete l'olio a filo. Impastate fino a formare un panetto compatto, quindi avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare per 3 ore.
Trascorso il tempo prendete il panetto e dividetelo in quattro parti uguali. Formate con ciascuna parte un salamotto, schiacciatelo leggermente con le mani e arrotolatelo a chiocciola. Avvolgete ciascuna chiocciolina nuovamente nella pellicola trasparente, quindi fate riposare ancora un'ora.
A questo punto preparate una spianatoia, stendete ciascun panetto in una sfoglia tonda e piuttosto sottile, versate un filo di olio e cospargetelo in modo da ricoprire tutta la superficie. Arrotolate la sfoglia piuttosto stretta e, una volta ottenuto un cannoncino, arrotolatelo su se stesso. Avvolgete nuovamente nella pellicola trasparente e lasciate risposare fino ad utilizzo, ma comunque almeno un paio d'ore.
A questo punto preparate la farcitura che desiderate: che siano verdure grigliate, salumi, formaggi o ciò che desiderate..... al vostro gusto la scelta. Mettete la piastra a scaldare sul fuoco e iniziate a stendere ciascuna piadina.
Adagiate una sfoglia alla volta sulla piastra, lasciandola cuocere a fuoco medio per un paio di minuti, quindi giratela e procedete per altri due minuti. Continuate la cottura fino a quando sarà sufficientemente dorata, quindi farcitela, sempre sulla piastra, arrotolatela (o piegatela, come desiderate) e lasciatela al caldo, mentre procedete con la cottura successiva. A piadine ultimate, tagliate in due ciascun rotolo, sistemate tutto su un tagliere e servite!!!!
A voi il piacere del primo morso. Gustate, gustate e ancora gustate ^_^

Il palato vi ringrazierà e gli ospiti rimarranno senza parole!

abc

Biscotti “scrocchiarelli” ai semi di chia e di canapa: il sapore della genuinità che dipinge il quotidiano

Che sia seriale l'avrete ormai capito. E anche che la mia vena salutista venga prima di qualsivoglia tentazione di gola non è più un segreto. Mi sciolgo di fronte a biscotti burrosi, ma più per l'idea di un ricordo, che per il piacere che proverei a gustarli ancora. Tanto che ricorro sempre a ingredienti genuini. Non sento la mancanza del burro. Non sento la mancanza di una pasta frolla da manuale. Non mi mancano i condimenti forti e grassi. Non mi manca il dolce troppo dolce. Non mi manca neanche il latte vaccino. Mi sono ambientata perfettamente tra i miei alleati speciali. Talvolta provo qualcosa di nuovo. Talaltra qualcosa di nuovo la scopro. Mi piace sperimentare e provare accostamenti diversi. Motivo, questo, per non ripetere mai due volte la stessa ricetta. Quasi sempre ^_^ Già, perché mentre vi parlo di questa prima infornata, nel barattolone di vetro ho quel che resta della seconda. Ma mentre assaporo i rimasugli della seconda infornata ricordo che questo biscotto non è altro che l'elaborazione di quest'altro biscotto. E' che al genuino ci ho preso l'abitudine. E il genuino mi è spontaneo perpetuarlo nella quotidianità. Anzi, al genuino non riesco più a resistere!!
Ingredienti 70 g di farina di segale 30 g di farina khorasan (saragolla) 70 g di burro di arachidi 5 g di farina di limoni 1 tuorlo 50 g di malto di riso 15 g di semi di canapa 15 g di semi di chia 25 g di fiocchi d'avena 1 pizzico di sale (solo se non utilizzaste il burro salato) Interite nel boccale le farine, compresa quella di limoni (la preparo tritando finissimamente le bucce essiccate dei limoni biologici che utilizzo come coccola mattutina del risveglio), i semi di canapa, quelli di chia e i fiocchi d'avena. Miscelate tutto in modo da ottenere omogeneità. A questo punto unite il burro di arachidi, il pizzico di sale (se il burro non fosse salato), il malto di riso e il tuorlo. Impastate tutto fino ad ottenere una sbriciolata ben amalgamata. Compattate la pasta in un panetto e avvolgetela in un foglio di pellicola trasparente. Lasciatela riposare in frigorifero per un'ora. Tiratela fuori e lasciatela a temperatura ambiente per circa mezz'ora, quindi stendete la pasta aiutandovi con un mattarello, formando una sgohlia spessa circa mezzo centimetro. Abbiate pazienza, perché l'impasto risulterà piuttosto difficile da lavorare. La seconda volta, infatti, ho formato i biscotti uno ad uno, con un coppapasta riempito con un cucchiaino di impasto sbriciolato, poi compattato con il suo schiaccino. Sistemate i biscotti su una teglia coperta da carta forno e infornate, a 170°, per 20 minuti. Controllate che non scuriscano troppo. Ciascun forno ha le sue caratteristiche, per cui il tempo di cottura potrebbe variare. Sfornate i biscotti e trasferiteli su una gratella, fino a farli raffreddare completamente. Raffreddando acquisiranno una perfetta croccantezza.
Una volta che saranno freddi e scrocchiarelli asaggiateli e, per le scorte, conservateli in un barattolo di latta o di vetro. Si conserveranno per molti giorni, sempre lì, pronti ad assecondare ogni vostro desiderio. Favolosi da soli, sono incantevoli con una bella spalmata di buona e genuina marmellata casalinga, ma perché no, anche con del vellutato e avvolgente cioccolato. Con la frutta, ma anche, udite bene, sbriciolato nello yogurt (per me di soia). Sono completi per i loro ingredienti, sfiziosi per il loro sapore e genuini per le proprietà di ciascun elemento presente. Non vi nascondo che l'idea di una terza infornata mi stuzzica non poco!! Quello scrocchiare dei semini sotto i denti mi piace da impazzire ^_^  abc

Pancakes alla crema cioccopera: la soluzione vincente che mette pace tra gli sfidanti

Quando mi capita di aprire gli occhi, casualmente, vedere che l'orologio proietta appena le 5.30 del mattino sul soffitto e sentire il motorino d'avviamento della mia testolina partire, c'è poco da fare. Se poi mi compare davanti agli occhi l'immagine di un pancake, proiezione di un desiderio nascosto tra le forme oniriche della notte e pescato a caso in un improvviso risveglio, beh, nessuna speranza. Posso girarmi e rigirarmi per dieci minuti, forse trenta, arrivo ai sessanta quando gli occhi urlano il bruciore della stanchezza, ma non c'è modo di riconquistare la funzionalità-riposo. Pancake batte sonno, sempre. Irrimediabilmente. Allora mi alzo e, per la gioia dei vicini, inizio a sbattere uova, scaldare padelle e padellini, frullare, mescolare. Generalmente tutto questo succede nei giorni di festa, ecco perché il sospetto d'ira dei vicini. In fondo solo nei giorni di festa mi concedo una colazione più, diciamo, peccaminosa. E sentire uno sbattitore elettrico nel totale silenzio mattutino, nell'unico giorno in cui la sveglia è impacchettata nel cassetto del comodino, credo potrebbe, prima o poi, portare ad una rivolta condominiale. Ma io sono pronta, sempre pronta: pancakes per tutti!!!!!!!!!!

Ingredienti

Per i pancakes
60 g di farina Petra 5
40 g di farina di segale
100 ml di latte di avena
6 g di lievito per dolci
10 g di zucchero di canna integrale
1 uovo
15 g di olio di semi di soia
1 pizzico di sale

Per la crema
1 pera
45 g di cioccolato fondente
cannella a piacere

Lavate accuratamente la pera, pulitela dal picciolo e dal rotsolo, tagliatela a dadini piccoli e mettetela in un pentolino, sul fuoco. Quando saranno ben morbide spezzettateci il cioccolato , mescolate e fatelo sciogliere bene. Untevi la cannella a piacere.
Quando sarà tutto cremoso spegnete il fuoco e passate con un frullatore ad immersione, fino a quando otterrete una crema liscia ed omogenea.
Preparate tutti gli ingredienti. Mescolate le due farine, lo zucchero e il lievito. Separate il tuorlo dall'albume e metteteli in due contenitori separati. Unite al tuorlo il latte di avena e l'olio e sbattete tutto velocemente.
   Versate tutto nella ciotola degli ingredienti secchi e sbattete, con una frusta elettrica, fino a creare una crema spumosa. Aggiungete il pizzico di sale e continuate a lavorare il composto. Tenetelo da parte.
Riprendete la ciotola in cui avete messo l'albume. Sempre con la frusta montatelo a neve ben ferma. Ci vorrà qualche minuto, non scoraggiatevi. Se voleste potrete aggiungere un pizzico di sale o mezzo cucchiaino di succo di limone. Personalmente riesco ad avere un ottimo risultato anche senza questi trucchetti.
Versate l'albume a neve nella pastella tenuta da parte e, con molta delicatezza, mescolate dal basso verso l'alto, fino a quando le due parti si saranno amalgamate perfettamente. Attenzione a non fare smontare l'albume.
Scaldate ora un padellino antiaderente e versate un filo di olio evo. Generalmente passo uno scottex per togliere l'esubero e lasciare unta la superficie. Versate nel centro due cucchiai di pastella e allargateli, formando un cerchio di mezzo centimetro di spessore. Fatela cuocere fino a quando si formeranno delle bollicine in superficie, quindi giratela e cuocetela dall'altra parte. Lasciatela sul fuoco ancora per un minuto e poi sistematela su un piatto. Dovranno essere appena dorate.
Procedete con una nuova cottura, ungendo la padella ogni volta, fino a terminare la pastella. Man mano sistemate i pancakes uno sopra l'altro: rimarranno caldi e sarà un piacere deliziarsene.
Quando saranno tutti pronti, versate sopra la montagnetta di pancakes la crema di pera e cioccolato (in alternativa potrete usare miele, sciroppo d'agave o semplice marmellata. Al vostro gusto la scelta).
A questo punto non dovrete fare altro che sedervi, magari con un buon caffè, e deliziarvi con una colazione unica e indimenticabile!

Soffici, delicati, avvolgenti e coccolosi. Con la farcitura che desidererete, renderanno la vostra colazione un momento di indimenticabile..... condivisione ^_^


abc

Fette biscottate ai frutti rossi e mandorle: il piacere di pensare home made, a partire dalla prima colazione

Ci sto prendendo gusto: fare colazione con le fette biscottate home made mi piace veramente tanto. Mi piace assaporare la genuinità degli ingredienti, mi piace rincorrere la fragranza immaginata. Questa versione è stata studiata e provata più volte, prima che raggiungesse un risultato. Che non è ancora perfetto, ma è degno di nota. Sono croccantissime, questa volta senza fecola di patate o maizena. Semplicemente con farina di soia. Sono bucherellose, grazie ad una lavorazione in due fasi, che permette di sviluppare un'importante maglia glutinica, che rende la pasta elastica e alveolata. Unica pecca di questo impasto è una cottura troppo breve, a fronte di un'idratazione importante e a ingredienti che hanno reso particolarmente umido l'interno. Ma fosse semplice raggiungere un traguardo, che gusto ci sarebbe? Ah, anche la marmellata, di zucca, è rigorosamente fatta in casa. Che gusto ci sarebbe, altrimenti?

Ingredienti

266 g di farina macinata a pietra Petra 1 Molino Quaglia
50 g di farina di segale
37 g di farina di soia integrale tostata
240 g di latte di avena
40 g di acqua
30 g di mandorle
20 g di semi di lino
50 g di frutti rossi essiccati
35 g di zucchero di canna grezzo
24 g di olio evo
12 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
6 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
1 pizzico di sale

   Mescolate le farine tra loro, unitevi il latte e l'acqua, mescolate sommariamente e lasciate riposare l'impasto per mezz'ora, coperto da un figlio di pellicola trasparente.
Tritate finemente le madorle insieme ai semi di lino. Fatelo azionando le lame a più riprese, in modo da non surriscaldare il composto. Unitevi i frutti rossi e procedete ancora, sminuzzandoli grossolanamente.
Unite l'impasto, lo zucchero, il lievito e il malto d'orzo. Impastate fino a quando avrete incorporato tutti gli ingredienti. Per ultimo unite il sale e versate l'olio a filo, lavorando continuamente la pasta. Dovrete ottenere un impasto ben incordato e molto elastico.
Sistematelo in una terrina, copritelo con della pellicola trasparente e lasciatelo lievitare in un luogo tiepido fino al raddoppio. A me ci sono volute 5 ore.
Infarinate una spianatoia e, a lievitazione ultimata, trasferite l'impasto. Allargatelo, sgonfiandolo con le dita. Fate una piega a 3. Allargatelo nuovamente e procedete con una piega a 4.
   A queso punto capovolgeteci sopra la terrina e lasciatelo lievitare per altre due ore, avendo cura di non esporlo a correnti d'aria.
Trascorso il tempo scopritelo, allargatelo in un rettangolo con il lato inferiore lungo quanto il lato dello stampo che utilizzerete per la cottura. Arrotolatelo su se stesso e sistematelo nello stampo, lasciando l'apertura sul fondo.
Copritelo con un foglio di pellicola spennellato di olio e lasciatelo lievitare in un luogo riparato. Quando avrà raggiunto il vordo dello stampo, inforntatelo a 200°.
   Abbassate la temperatura a 180° e fatelo cuocere 60 minuti circa.
Quando sarà pronto (fondamentale la prova coltello), sfornatelo e prelevatelo dallo stampo. Adagiatelo sul fianco sopra una gratella e lasciatelo raffreddare completamente, girandolo dal lato opposto dopo circa un'oretta.
Quando sarà completamente freddo (io ho provveduto il mattino seguente), tagliatelo a fettine non troppo spesse. Sistematele sulla griglia del forno e fatele tostare a 150°, con lo sportello appena socchiuso, per circa 45 minuti.
Girate le fette e procedete per altrettanti 45 minuti, fino a quando saranno belle toste.
Spegnete il forno, sistemate le fette biscottate sulla gratella e lasciatele raffreddare completamente.
A questo punto assaporatele o conservatele in un barattolo di vetro o in una scatola di latta. Si conserveranno tranquillamente per una decina di giorni.
Gustate le vostre fette biscottate con la confettura che più gradite.
Questa volta mi sono servita di una marmellata di zucca che avevo preparato tempo fa. Due sapori rustici, in modo differente, che altro non hanno fatto che unirsi e creare un sapore incantevole.
La vostra colazione non avrà più scuse e la ricerca di genuinità non puù che essere appagata.abc

Panzerotti fragranti al salmone e pesto di pistacchi: cena salvata in corso di preparazione

Via via, con lo scorrere dei mesi, la cena della domenica è arrivata a rappresentare sempre più lo strappo alla regola. Come se volessi aggiungere un punto colorato e sfizioso alla lunga (mica sempre!!) settimana trascorsa. E, con amabile e benaccetta prepotenza, si impone la forma del lievitato. Che sia una piadina, una focaccia, una chiocciola salata, un babà di pizza o un muffin, l'importante è che abbia una buona dose di selezionata farina e una importante componente di farcitura. Generalmente vedo l'arrivo di questo appuntamento come fosse un mordente desiderio che si aggrappa alle mie emozioni solleticandole sempre più. E solitamente mi basta chiudere gli occhi per individuare la forma che maggiormente appaga questo desiderio. Ma una delle ultime domeniche invece...... buio totale. Non amo mai ripetere le preparazioni, a meno che non le voglia proporre ad altre persone, eppure non riuscivo a focalizzare cosa avrebbe soddisfatto perfettamente la mia timida voglia di mangiare qualcosa di sfizioso. Avevo solo voglia di utilizzare farine speciali (e queste, credetemi, lo sono veramente), ma in che forma? Questi panzerotti sono nati strada facendo: impastiamo!, mi sono detta.... qualcosa uscirà. Qualcosa, appunto: dei saporitissimi scrigni di pasta morbida con un ripieno davvero ghiotto. Amo i pistacchi, e lo sapete, e questa volta li ho trasformati a suon di pestello nel mio piccolo e preziosissimo mortaietto!

Ingredienti

Per l'impasto
30 g di di farina di segale Jurmano
50 g di semola di grano duro Senatore Cappelli
50 ml di acqua
10 ml di olio evo
3 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
2 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
1 pizzico di sale

Per la farcitura
10 g di foglie fresche di basilico
15 g di pistacchi tostati non salati
10 g di parmigiano
5 ml di olio evo
sale
2 fettine di salmone affumicato

Setacciate e mescolate le farine, con il lievito e il malto. Aggiungete l'olio, l'acqua, il sale e lavorate fino ad ottenere un impasto compatto. Date la forma di una pallina, ponetela in una terrina, copritela con un foglio di pellicola trasparente e lasciate lievitare in un luogo tiepido per almeno un paio di ore.
Pulite i pistacchi e trasferiteli nel mortaio. Lavate le foglie di basilico, asciogatele delicatamente, spezzettatele con le mani e aggiungetele ai pistacchi. Iniziate a lavorare con il pestello, aggiungendo l'olio e il sale, fino ad ottenere un composto piuttosto omogeneo. Io non ho voluto che fosse troppo fine, perché ne avrei gustato meglio la consistenza nel ripieno.
Riprendete la pasta quando avrà raggiunto il doppio del suo volume e stendetela su una spianatoia infarinata, in una sfoglia di circa un paio di millimetri di spessore. Con un coppa pasta tagliate un numero pari di cerchi.
Sistemate, su metà dei cerchi ottenuti, un po' di salmone affumicato e, sopra, sistemate un cucchiaino circa di pesto di pistacchio. Chiudete i cerchi farciti con i restati, cercando di fare aderire bene i bordi (se necessario inumiditeli con dell'acqua) e sistemate i fagottini ottenuti su una placca rivestita da carta forno.
Cuocete a 190° per circa 15/20 minuti, fino a quando risulteranno piuttosto dorati in superficie. Volendo potrete spennellarli, prima della cottura, con olio, latte oppure uovo. Io ho preferito lasciarli al naturale.

Sfornateli e serviteli. Attenzione ad addentarli perché sono piuttosto roventi ^_^ Personalmente li trovo buoni anche tiepidi.



Il risultato è stato un decisivo appagamento, a fronte di quell'incertezza di partenza che non sapeva bene dove portarmi.
Io li ho accompagnati con delle sfoglie croccanti di zucca, semplicemente passate nella farina di riso e cotte in forno con un filo di olio evo e un po' di sale, per 30 minuti circa.




abc

Pane di segale in versione prova e in veste ufficiale: il valore di un pensiero, il piacere della condivisione

Un grande amico, persona vera e sincera che ha sempre creduto in me e che ha sempre fatto di tutto per spronarmi a dare un abito a quella che lui definisce capacità. Maestro nell'arte culinaria, soprattutto nei lievitati, in cui si cimenta e si diverte regalando costantemente innovazioni, capolavori e golosità genuine. Sapori di casa. Uomo di grande generosità, discreto e rispettoso. Ha il sapore della sua terra il pacco che giunge alla mia porta. Un pacco dal peso importante, sia fisicamente, sia emotivamente. Non ci saranno mai grazie sufficienti a ricompensare tutto quello che è.... ma lui non li vuole neanche i grazie, non vuole ricompense. Posso allora dare valore ad ognuno dei suoi consigli, dei suoi pensieri, dei suoi omaggi..... E parto da qui. Questo pane è definito in doppia versione perché la forma ufficiale, condivisa con la grande compagnia del lago presentata nel racconto del cheesecake alle pesche e pompelmo, è stata preceduta da una versione di prova, più idratata. Ve le illustrerò entrambe, mostrandovi le differenze. Personalmente preferisco la forma ufficiale.... ma la farina di segale, farina Jurmano, è magica di suo.... Maestro, questo è per te!

Ingredienti

Versione idratata al 60%
220 d di farina di seglae Jurmano
80 g di farina 0 di Manitoba
10 g di sale
6 g di olio evo
7 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
2 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
180 g di acqua

Versione idratata al 45%
330 g di farina di seglae Jurmano
120 g di farina 0 di Manitoba
15 g di sale
10 g di olio evo
9 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
3 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
200 g di acqua

Miscelate le due farine con il malto e il lievito madre. Unitene la metà nell'acqua e create una pastella cremosa. Aggiungete l'olio, il sale e incorporate, poco alla volta, la rimanente farina.
Infarinate una terrina di vetro e ponete l'impasto. Coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate lievitare in un luogo tiepido per 8 ore circa.
Quando avrà raddoppiato di volume prelevatelo, lavoratelo velocemente su una spianatoia infarinata, dategli una forma tonda e ponetelo su una teglia infarinata, coperto da una spolverata di farina, pronto per la seconda lievitazione. Lasciatelo riposare per circa 3 ore (per l'impasto meno idratato ho atteso poco più di 1 ora, con un ottimo).

Seconda lievitazione
dell'impasto idratato al 60%
Seconda lievitazione
dell'impasto idratato al 45%
Portate il forno ad una temperatura di 210° e cuocete per 30 minuti.
Regolatevi in base al vostro forno, ricordando che ogni forno ha le proprie caratteristiche.

Sfornate e fate raffreddare le forme prima di procedere al taglio e.... all'assaggio!


Impasto idratato al 45%
Impasto idratato al 60%


Qui vi illustro le forme e i tagli delle due versioni. Ovviamente la forma di prova, essendo maggiormente morbida, ha richiesto una lavorazione ed una forma differente per mantenersi in cottura.


Impasto idratato al 60%
Impasto idratato al 60%



Compatto, ma leggero. Saporito, ma digeribile. E' stato decisamente apprezzato e sarà certamente una versione collaudata da ripetere!
Impasto idratato al 45%
abc

L’irresistibile voglia di un croissant…..per cena!!

Mi hanno sempre stuzzicato i croissant salati da farcire con le più ghiotte prelibatezze e da servire come aperitivo o appetizer, ma non li avevo mai sperimentati. Non sono una di quelle persone a cui piace cedere alla semplicità di un rotolo pronto di pasta sfoglia. Comodo, certo. Ed è anche buona....e ho detto buona, non genuina. Ma ho sempre trovato maggiore soddisfazione nel mettere le mani in pasta. Avevo davanti agli occhi del profumatissimo riso venere in cottura. Ho pensato "metto le mani in pasta". Anche questa volta.

Con queste dosi ho fatto sia del pane, che i croissant, ma la quantità di questo impasto permette di ottenere una ventina di croissant di media grandezza!

Ingredienti

160 g di farina di manitoba (0)
60 g di farina integrale
60 g di farina di segale
30 g di crusca di grano
165 g di acqua di cottura del riso Venere (salata)
20 g di olio evo
5 g di lievito di birra secco
10 g di semi di girasole
10 g di semi di zucca
1.
40 g di margarina

Tritate i semi di zucca e quelli di girasole piuttosto grossolanamente. Aggiungete quindi le farine, la crusca, il lievito di birra e mescolate. Unite quindi l'olio e l'acqua di cottura del riso venere (regolatevi sul grado di sapore. Eventualmente aggiungete del sale, circa un paio di grammi) e impastate energicamente per una decina di minuti. Mettete l'impasto a riposare per una notte in una terrina coperta da pellicola trasparente (1).
Riprendetelo il giorno seguente e stendetelo leggermente su un piano infarinato. Copritene con la margarina i 2/3 ed effettuate le pieghe come spiegato della preparazione dei croissant integrali dolci.
Dopo aver effettuato tutte le pieghe, ricordando di lasciare riposare l'impasto tra una e l'altra, stendete l'impasto ottenuto su una spianatoia infarinata, cercando di dare la forma di un rettangolo alto circa 30 cm.
2.
3.
Tagliate dei triangoli di 10 cm di base, effettuate un tagliettino al centro della base stessa e arrotolateli (2). Poneteli su una teglia coperta da carta forno e spolverizzata di farina e lasciateli lievitare per 4 o 5 ore (3). Accendete il forno a 200° e quando avrà raggiunto la temperatura infornate i croissant e cuoceteli per circa 20 minuti (dipenderà molto dal forno e dalla dimensione dei pezzi). Una volta sfornati (4) lasciateli raffreddare e farciteli a piacere (5). Croccanti fuori, morbidi e saporiti all'interno.....sarà delizia per il vostro palato!!

4.
5.

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