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Crema di arance e mandorle al cardamomo: mai finale di stagione fu più generoso

Ammetto che, seppur la stagione calda non riesca ancora a dimostrarci di volersi stabilizzare, non mangio arance da un po'. Ma è da un po' che questo vasetto attende di venire trasposto, nero su bianco, in due righe di presentazione. Devo oltresì confessare che questa particolare idea di "invasettare" un prodotto tipico della stagione invernale mi ha conquistato particolarmente. Nonostante la difficoltà nel sostenere l'importanza dell'arancia da parte del mio stomaco mi imponga dosi pediatriche (ed è una gran bella sfida, visto che per gola sono capace di aprire un vasetto senza più doverlo richiudere!!), questa combinazione con mandorle e cioccolato bianco trovo sia golosa, sfiziosa e allo stesso tempo sana.
Mi faccio ancora una volta portabandiera del non si butta via niente ed ottimizzo un prodotto prezioso della nostra tradizione e cultura trasformandolo in una crema goduriosa, a cui difficilmente si riesce a resistere.
Poi, però, invochiamo il tanto atteso sole e la stagione di colori e sapori dolci ^_^

Ingredienti

4 arance
50 g di cioccolato bianco
70 g di mandorle pelate
4 bacche di cardamomo

Lavate bene le arance, quindi tagliate la scorza, cercando di non prelevare la parte bianca. Fatela bollire in acqua per circa 15 minuti.
Nel frattempo tagliate le arance a tocchetti, inseritele in un boccale e frullatele fino a renderle una purea omogenea.
Aggiungete le scorze, scolate, alla purea e frullate nuovamente.
Riducete in scaglie il cioccolato bianco, aiutandovi con un coltello. Unitelo alla composta di arance e mescolate. Portate la crema a bollore, mescolando continuamente. Non appena raggiunta la temperatura di ebollizione unite le mandorle e li semi di cardamomo, precedentemente pestati e ridotti in polvere.
Frullate tutto ancora una volta, in modo che le mandorle si tritino bene, ma non in modo regolare.
Mantenete l'ebollizione ancora per un paio di minuti, quindi trasferite la crema in uno o più barattoli di vetro sterilizzati.
Chiudete immediatamente con il coperchio, quindi rovesciate i barattolini, avvolgeteli in uno strofinaccio, poi in una coperta e lasciateli raffreddare per almeno 24 ore.

Il sottovuoto vi permetterà di conservare la crema anche fuori dal frigorifero (fino alla golosa tentazione di aprirla...).

Gustatela come farcitura di una crostata, o di una torta, con i biscotti per colazione o spalmata sulle fette biscottate. Ma apprezzatela anche, semplicemente, al cucchiaio, perché dolce e ricca così, è perfetta da sé. Personalmente non ho ritenuto doveroso aggiungere zucchero, in quanto la dolcezza del frutto stesso e del cioccolato bianco per me erano decisamente sufficienti. Ma visto che molti storceranno il naso (ah, lo zucchero e il potere di conservazione), se proprio pensate che vi durerà molto in dispensa, provvedete ad aggiungere una congrua dose di zucchero.

Perché c'è chi le regole le rispetta, chi le infrange.
^_^
 
Ed ora, arrivederci inverno. Pioggia o non pioggia, noi ci prendiamo la stagione che ci aspetta!!
 
abc

Sigari di riso al radicchio tardivo e mango: la tenacia che porta al traguardo e sapori fuori dagli schemi

Ci sono esperimenti che riescono, con successo, al primo tentativo e esperimenti che partono con un tonfo più o meno eclatante. Per arrivare al risultato che vedete qui, il tonfo è stato deciso. Ma non tanto da farmi pensare che non valesse la pena riprovarci. E non a sufficienza per scoraggiarmi e abbandonare l'idea che quanto avessi in mente potesse trasformarsi in realtà.
Ho trovato e provato, un po' di tempo fa, le cialde di riso. Da quando non posso più utilizzare la pasta fillo, mia amata alleata, per un'intolleranza al frumento, mi sono sempre chiesta come avrei potuto ricreare quella sottile crosticina, sfiziosa e leggera. Ecco arrivata la risposta. Gli involtini sono sfiziosissimi, sia cotti al vapore, sul bambù, sia, come vi mostro in questi sigari, nella mia amata friggitrice ad aria calda. Il ripieno è lo stesso del primo tentativo, poi fallito. Tanto mi era piaciuto, così contrastante nei sapori e così maledettamente avvolgente che non ho potuto contenere l'audacia. Non so se sia un caso o se sia una inconscia consapevolezza, ma anche questa, come quasi tutto ciò che esce dalla mia cucina in questo periodo, segue i canoni vegani. Niente uova, niente latticini, niente carne. Ma il sapore è da togliere il fiato!!!

Ingredienti

3 cialde di riso
1 cespo di radicchio tardivo
1/4 di mango
porro
60 g di formaggio di riso integrale germogliato
10 g di semi di canapa
olio di olive taggiasche
sale
pepe
paprika affumicata
10 g di mandorle pelate

Bagnate un canovaccio pulito, strizzatelo molto bene e utilizzatelo per coprire, sopra e sotto, le cialde di riso. Lasciatele così per il tempo della preparazione del ripieno, in modo da farle ammorbidire bene.
Lavate le foglie del radicchio, quindi tagliatele a tocchetti. Fate imbiondire, in olio caldo, il porro tagliato a rondelle. Aggiungete il radicchio e lasciatelo cuocere a fiamma moderata. Tagliate il mango a cubetti, quindi aggiungetelo al radicchio.
  Unite sale, pepe, paprike e fate insaporire tutto. Quando la farcitura sarà morbida, aggiungete i semi di canapa e spegnete il fuoco. Tagliate il formaggio di riso a dadini, quindi unitelo al resto degli ingredienti e mescolate.
Prendete la prima sfoglia di riso, posate un terzo della farcitura su una parte del cerchio e piegate su se stesse le due parti laterali. Arrotolate il sigaro fino in fondo e tenete da parte.
Tritate le mandorle, grossolanamente, e tenetele da parte. Bagnate leggermente gli involtini, quindi passateli nelle mandorle, facendo aderire perfettamente la panatura. Irrorateli con un filo di olio.
Trasferiteli nel cestello della friggitrice ad aria calda (o su una teglia coperta da carta forno) e cuocete per i primi 25 minuti a 180°.
Trascorso questo tempo aumentate la temperatura a 200° e procedete per altri 5 minuti.

Quando saranno dorati estraeteli dal cestello (o dal forno) e trasferiteli su un piatto, insieme a del radicchio fresco.

Servite e.... innamoratevi ^_^ I sapori sono eclettici e invitanti, sotto la deliziosa crosticina di riso e mandorle.


Il ripieno morbido non richiede salse di accompagnamento, ma potrete divertirvi ad accompagnare questi deliziosi sigari con una crema di avocado, o una rubra piccantina. Insomma, la fantasia non ha limiti!!

A voi l'assaggio ^_^



abc

Rolata di ceci farcita con spinaci e pesto di pomodori secchi: comunque vada, è procedere che conta

Consapevolezza. Presa di coscienza. Accettazione. E, soprattutto, determinazione. Perché, se non si arriva all'obiettivo per la strada prevista, non è certo un piano B a scoraggiare. Questo piatto, preciso, questo meraviglioso e sorprendente piatto, sarebbe dovuto potuto finire su carta. Quella carta [non farò nomi perché mi sembra di avere già fatto generosa pubblicità gratuita]. E non farò neanche polemica. Prendo atto di non essere all'altezza e volto pagina. In fondo a me interessa altro: mi interessa arrivare a voi, che venite qui a leggere, mi interessa persuadere circa l'importanza di un'alimentazione salutare, mi interessa raccontare il mio piacere nello sperimentare sapori nuovi e mi interessa condividerli. Comunque condividerli. Morivo dal desiderio di parlarvi dell'incontro di questi sapori e di quanto rappresentino una portata completa ed equilibrata. Di quanto, ancora una volta, la sfilza di senza non influenzi il piacere dell'assaggio.
Vidi questo polpettone qualche mese fa. La mitica mamma veg Michela mi sorprende sempre. Le dissi che mi sarebbe piaciuto provarlo, che gli spinaci dell'orto di mammà stavano giusto tentandomi ^_^ E allora ho iniziato ad elucubrare, intorno a quella meraviglia, fino ad arrivare a questa soluzione: una rolata. E la prova assaggio..... come faccio a spiegarla? Va sperimentata. Allora iniziate a mettere i ceci a mollo e passate a sbirciare i segreti ^_^

Ingredienti

Per la rolata
150 g di ceci secchi
350 g di zucca cruda pulita
50 g di fiocchi d'avena
15 g di pomodori secchi
15 g di capperi sotto sale
5 g di lievito alimentare in scaglie
1 cucchiaio raso di dado granulare di verdure (per me home made)

Per il pesto
30 g di pomodori secchi
50 g di mandorle pelate
1 rametto di rosmarino
10 foglie di salvia
un goccio di acqua calda

Per la farcitura
10 foglie di spinaci
dado vegetale granulare
pepe
1 cucchiaio di olio piccante

Per il contorno
3 mele renette
1 foglio di alga kombu
olio extravergine di oliva
sale rosa dell'Himalaya
zenzero in polvere
pepe

Mettete i ceci in ammollo per 12 ore, quindi fateli bollire per circa 2 ore, fino a quando saranno morbidi. Spegnete la fiamma e fate intiepidire. Se aveste voglia e tempo potrete eliminare la pellicina da ciascun cecio ^_^ Nel frattempo mettete in ammollo pomodori secchi e capperi, per almeno un'oretta.
Tagliate la zucca in fette sottili, salatela e fatela cuocere in forno a 200° per circa 40 minuti. Inseritela, quindi, in un boccale insieme ai ceci, a metà dei pomodori secchi scolati e strizzati, agli aghetti di rosmarino, al lievito alimentare, ai capperi sciacquati e al dado vegetale. Frullate tutto, fino ad ottenere un composto omogeneo e liscio. Unite i fiocchi d'avena e frullate ancora. Assaggiate la sapidità ed eventualmente correggete con del sale. Fate riposare l'impasto per almeno un'ora.
Lavate le foglie degli spinaci e farele cuocere a vapore per pochi minuti, in modo da ammorbidirle appena.
Inserite in un boccale i restanti pomodori secchi ben strizzati, le mandorle, il rosmarino e la salvia. Frullate bene. Aggiungete un po' di acqua calda e lavorate fino ad ottenere una crema vellutata. Lasciate in frigorifero per il tempo della preparazione.
Stendete l'impasto di ceci e zucca su un foglio di carta forno, formando un rettangolo di circa 40x30 cm, spesso circa 1 centimetro. Livellatelo bene. Ricoprite la superficie con il pesto di pomodori secchi, quindi adagiate le foglie degli spinaci. Spolverizzate con il dado vegetale, il pepe e un filo di olio piccante. Aiutandovi con la carta forno, arrotolate il lato più lungo della sfoglia. Avvolgete bene la rolata ottenuta con la carta forno, quindi lasciatela riposare in frigorifero per almeno un'ora, prima di cuocerla in forno, a 200°, per 30 minuti.
  
Nel frattempo sbucciate le mele renette e tagliatele a spicchi. Conditele con olio, sale, pepe e zenzero in polvere. Unite anche l'alga kombu tagliata a striscioline, mescolate bene e lasciate insaporire.
Sfornate la rolata e lasciatela intiepidire. Tagliatela, quindi, in fettine spesse un paio di centimetri. Sistemate, su una teglia, le mele e, nel mezzo, le fettine di rolata. Versate un filo d'olio evo e infornate, a 200°, per altri 20 minuti.
A questo punto sfornate e servite. Gustate la vostra vegrolata calda e inebriante ^_^
E preparatevi, perché finisce troppo in fretta!abc

Sfogliette di cavolo verza ai semi di sesamo: una sana, corroborante e necessaria pausa di gusto

Distrarsi, talvolta, è tanto essenziale, quanto impossibile. Continuo a ripetermi "un respiro e tutto tornerà ad essere sotto controllo". Ma vivere in modalità sotto controllo ho imparato essere troppo monotono, per me. Un tempo sarei impazzita se non avessi avuto tutto etichettato nei miei pensieri, gli orari perfettamente programmati e gli impegni incastrati come il miglior tetris di sempre. Un tempo preparavo i post il giorno prima. Adesso non so neanche quando e se riuscirò a pubblicarli. Adesso vivo di momenti, istinti, imprevedibilità. Ma ho bisogno di questa mezz'ora di ossigeno. Ho bisogno di trovare quell'equilibrio che mi permetta di affrontare tutto con lucidità, senza annaspare. Ho bisogno della pace che la mia sana passione riesce a darmi.
Ricordate le chips di cavolo nero alla crema di anacardi? Nel momento in cui mi trovavo a spezzettare le foglie di cavolo mi chiedevo perché non provarci con qualche verdura dalla foglia più grande. Perché non provarci con la verza? E ci è voluto davvero poco per convincermi. Nonostante la mia pancia dimostri di non tollerare questa preziosa gemma, ci ho provato. Il risultato è sorprendente: croccante, sfizioso, curioso e ricco. Vale davvero la pena mettere in funzione l'essiccatore ^_^
Approfittate del finire della stagione per provarci e divertitevi ad offrire queste sfogliette ai vostri ospiti. Li sorprenderete senza riserve ^_^

Ingredienti

1 cavolo verza
50 g di olio di olive taggiasche
1 cucchiaio di lievito alimentare
1 cucchiaio di semi di sesamo
sale rosso
pepe
curcuma
noce moscata
paprika dolce

Sfogliate il cavolo verza ed eliminate la costa centrale dividendo la foglia in due. Sbollentate le foglie, per 30 secondi circa, in acqua, quindi adagiatele su un panno pulito, facendole asciugare completamente.
Nel frattempo preparate il condimento. Versate in una ciotola l'olio di olive taggiasche e unite tutti i sapori. Versate anche il lievito alimentare e i semi di sesamo. Mescolate bene.
Spennellate una parte di condimento su ciascuna foglia, quindi adagiatele sui ripiani dell'essiccatore.
Quando avrete finito accendete l'essiccatore a 50° e fatelo andare fino a quando le foglie saranno secche. Ci vorranno circa 5 ore.
Quando saranno pronte trasferitele in un contenitore e conservatele. Oppure servitele direttamente.
Arricchite da una buona salsina, o come accompagnamento ad un pasto, ma anche come snack, le sfogliette di cavolo verza sapranno conquistarvi al primo..... crunch ^_^

Sono sfiziose da togliere il fiato. E sane. E piacevoli.
Meritano.


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Biscotti al burro di mandorle con pop di amaranto: di stimoli, di spunti e di abituale “non quieto” vivere

Il mio folle amore per il cioccolato non può essere una giustificazione. Non posso pensare di iniziare le giornate, più e più volte, in un gesto ripetitivo, con dei tartufini di cioccolato e datteri al rum. Perché la percentale alcolica si avverte e.... forse al risveglio ci vorrebbe qualcosa di più delicato. Non vorrei trovarmi, nel giro di poco tempo, con un caffè corretto accanto al cuscino e un bianchino a metà mattina per un'assuefazione da alcool dai risvolti incontrollati. E' ora che torni a sfornare un po' di biscotti ^_^
Il periodo è molto strano, mi sento stravolta. Il tempo perde forme, la vita mi misura, la stanchezza mi travolge e non posso permettermi di mollare. Cucino poco. O meglio, cucino sempre, ma niente che poi finirà in queste pagine. Sono poco presente, o meglio lo sono poco sulle pagine delle mie amiche, ma vi spiattello tutti i miei piatti con foto estemporanee. Non so se tornerò ai ritmi di sempre. Se c'è una cosa che ho imparato dal mio passato prossimo è che tutto è mutevole e sopravvive solo chi si sa adattare, chi accetta il cambiamento e chi lo trasforma in stimolo. Allora vi dico che il mio equilibrio, appena trovato, è stato nuovamente messo a repentaglio (forse, inconsciamente, è per questo che ho ceduto ai miei amati tartufini al rum ^_^). Ma vi dico anche che questa volta ne verrò fuori "stracazzuta"! Al momento di panico è già seguito quello del risveglio. Se la vita per me vuole questo, io le dimostro che sono assolutamente all'altezza. Insomma, non ci si ferma mai ^_^
E anche i miei amati biscotti, nel tornare, non si fermano al già visto. Lo scoppiettio dei semi di amaranto è divertente e sorprendente. La mia amica Francesca mi ha incuriosito, qualche giorno fa, e visto che il sacchettino di semi era sul registro dei presenti nella mia dispensa, mi sono messa subito all'opera. E consiglio di provarci, perché sono buoni buonissimi ^_^



Ingredienti

75 g di fichi secchi
75 g di burro di mandorle*
15 g di semi di lino
30 g di fiocchi di avena
25 g di semi di amaranto
100 g di farina di mais fioretto
1 pizzico di bicarbonato

* Per il burro di mandorle, tostate in padella 100 g di mandorle pelate. Lasciatele raffreddare, quindi frullatele, a più riprese, con 25 g di latte vegetale, fino ad ottenere una crema liscia e compatta.

Mettete in ammollo i fichi secchi, privato del picciolo, per almeno un paio d'ore.
Scaldate una padella e versateci dentro i semi di amaranto.
Tenete la fiamma media (bruciano in fretta!!!!!), quindi lasciateli scoppiettare e trasformarsi in pop.
Tritate i semi di lino. Prelevate i fichi, tamponateli per eliminare l'acqua in eccesso e trasferiteli nel boccale insieme ai fichi. Aggiungete il burro di mandorle e iniziate ad impastare. Inserite, quindi, i popcorn di amaranto e i fiocchi di avena. Impastate, versando, poco alla volta, la farina di mais fioretto e il bicarbonato.
Compattate la pasta in un panetto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno un'ora. Trascorso il tempo stendetelo in una sfoglia spessa mezzo centimetro circa e ritagliate dei biscotti. Trasferite tutto su una teglia coperta da carta forno. Con queste dosi vi verranno circa 30 biscotti.
   Infornate a 170° e cuocete per circa 7 minuti, prestando attenzione che non scuriscano troppo.
Sfornateli quando saranno dorati e lasciateli raffreddare.

Ed ora divertitevi a contestualizzarli. Io li amo con una composta di mele (ma vedrete che li ho anche apprezzati con i famosi tartufini "cioccorumosi" ^_^). Deliziano la colazione, ma sono uno splendido spuntino per improvvisi cali glicemici ^_^

Sani, sfiziosi e diversi (che a me piace tanto). Non vale la pena sperimentare?



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Conoscere per scegliere: l’importanza di una sana alimentazione – rice noodles al pesto di lupini

ZUCCHERI E AMIDI La dietista Francesca Oggionni ci spiega. Mode e tendenze a parte, che ne vedono la quasi totale eliminazione dalla dieta, i carboidrati devono costituire un caposaldo della nutrizione. Su questo c’è poco da dire: servono per dare energia a muscoli, cervello e organi, servono per mantenerci attivi, e sì, anche per mantenere il buon umore. Senza carboidrati il nostro corpo non funzionerebbe come dovrebbe e proprio per questo motivo una giusta fonte deve essere inserita ad ogni pasto! Parlando di percentuali, bisogna tener conto che circa il 50-60% delle calorie giornaliere dovrebbero derivare dai carboidrati. Attenzione però: non confondiamo il termine carboidrati con i cereali: I carboidrati sono un nutriente essenziale, mentre i cereali sono alimenti principali fonti di carboidrati come pasta, pane, avena, riso, orzo. Ma i carboidrati sono contenuti anche in altri alimenti: frutta, verdura, latte, patate e pseudocereali come quinoa, miglio e amaranto.
I carboidrati comprendono gli amidi e gli zuccheri. I primi sono definiti anche carboidrati complessi, ovvero vengono assorbiti lentamente dall’organismo e sono contenuti principalmente in cereali e derivati (frumento, pane, pasta, riso, orzo, farro, mais…). Gli zuccheri sono definiti carboidrati semplici, il che significa che entrano molto velocemente nel flusso sanguigno e sono fonti di energia immediata. Si trovano nella frutta, nel latte e ovviamente nello zucchero da cucina e quindi nei dolciumi e cibi vari che ne vengono addizionati. I cereali sono ricchi di amido e rappresentano la base energetica della dieta, ovvero il carburante senza il quale il nostro corpo non funzionerebbe e pertanto devono essere sempre presenti sulle nostre tavole. Tra i vari cereali sarebbe più opportuno, in assenza di particolari controindicazioni, scegliere cereali integrali che hanno un contenuto maggiore di fibra e quindi hanno anche un notevole effetto saziante e contribuiscono al raggiungimento del benessere intestinale. Ma bisogna ricordarsi che non esiste solamente la pasta o il pane: la parola d’ordine è sperimentare e provare sempre qualcosa di nuovo. Iniziamo a limitare la quantità di prodotti farinacei come pane, grissini, taralli, schiacciatine, cracker… Non sono le scelte più salutari da fare, soprattutto se di frequente. In alternativa a questi alimenti ci vengono in aiuto numerose tipologie di cereali che sono tutti da scoprire. Orzo e farro?
Ottimi per una zuppa calda d’inverno, ma anche per una fresca insalata estiva con gamberetti, zucchine e menta. Introduciamo un paio di volte a settimana anche cereali come quinoa, grano saraceno, amaranto e miglio. Ci si può sbizzarrire davvero tanto in cucina con questi semplici ingredienti. Non dimentichiamoci le patate, che non sono da considerare semplice verdura: sono infatti ricche di amido e sono pertanto da consumare come fonte di carboidrati complessi. Ne esistono di svariate qualità e si possono cucinare in altrettanti modi, soprattutto salutari, per accompagnare i nostri pasti. Infine sarebbero da preferite i prodotti biologici: se il prodotto viene da agricoltura tradizionale c’è il rischio che rimangano residui di pesticidi nello strato esterno del chicco.
Gli zuccheri semplici, diversamente da quelli complessi, dovrebbero non superare il 10-15 % dell’energia giornaliera. In questa piccola percentuale devono rientrare sia il fruttosio contenuto nella frutta, che il lattosio del latte oltre all’eventuale saccarosio, cioè lo zucchero da cucina. Questi devono essere limitati, non eliminati, perché entrando rapidamente in circolo: il rapido picco glicemico (e insulinemico) che ne consegue fa in modo che gli zuccheri vengano immediatamente utilizzati dalle cellule, ma non permettono di garantire una sazietà duratura nel tempo. E’ per questo motivo che, ad esempio, dopo una colazione sbilanciata e troppo zuccherina, alle 10 di mattina si avrebbe già voglia di pranzare. Questo per dire che gli zuccheri semplici possono essere inseriti nella dieta, ma con i giusti accorgimenti: meglio all’interno di un pasto dove siano presenti anche proteine, carboidrati complessi e grassi, così da ridurne l’assorbimento. Per dirla in termini “dolciari”: meglio una fetta di crostata alla marmellata (preparata con farine integrali e olio extravergine d’oliva) piuttosto che una meringa!!
Quando si parla di carboidrati spesso si accosta il termine indice glicemico. Vediamo insieme di cosa si tratta. E’ un valore che indica la velocità con cui si alza la glicemia in seguito all’assunzione di quel alimento contenente carboidrati: maggiore è l’indice glicemico, maggiore sarà l’innalzamento della glicemia. Il limite di questo valore è che non tiene conto della quantità dei carboidrati contenuti: alcuni alimenti hanno un elevato indice glicemico, ma contengono pochi carboidrati, ad esempio le carote. Questo non significa che mangiando una porzione di carote avremo un innalzamento repentino della glicemia come se mangiassimo dello zucchero puro: quindi è sbagliato dire di non mangiare carote (o zucca, o barbabietola) perché ha un indice glicemico elevato…l’importanza in questo caso la fa la quantità!! Molto più rilevante del mero indice glicemico di un singolo alimento è il carico glicemico del pasto. Come tenerlo sotto controllo? Con semplici accorgimenti: consumare nell’ambito del pasto non solo carboidrati, ma anche una porzione di alimenti ricchi in proteine e una giusta quota di grassi, senza dimenticarsi delle verdure. Le proteine, i grassi e le fibre contenute nelle verdure infatti contribuiscono a rallentare l’assorbimento dei carboidrati, moderando l’impatto glicemico del pasto. Vediamo quali possono essere le migliori fonti di carboidrati durante la giornata: - Colazione & Spuntini (eventuali, in porzione ridotta) carboidrati complessi: pane integrale, pane di segale, pane di farro, fiocchi d’avena, muesli, fiocchi di riso, farina di castagne carboidrati semplici: frutta fresca, marmellata senza zuccheri aggiunti, miele bio, (latte) - Pranzo & Cena carboidrati complessi: pasta integrale, riso (integrale, venere, basmati, rosso…), orzo perlato, farro decorticato, quinoa, miglio, amaranto, grano saraceno, pane integrale, pane di segale, pane di farro, farina di mais (polenta), patate Sperimentate, equilibrate, mangiate sano e vero!! RICE NOODLES AL PESTO DI LUPINI E UVETTA
Mi capita sempre, nel pensare ad un pasto equilibrato, di capire come poter calibrare i nutrienti e come poter intrecciare gli ingredienti per trasformare un piatto genuino in piatto saporito, gradevole e appagante. Abbiamo visto quanto sia importante assumere carboidrati, e allora perché non sceglierli accuratamente? I noodles di riso sono una buonissima soluzione e si prestano perfettamente ad accogliere condimenti, dai più classici, ai più azzardati. E voi lo sapete bene, che io propendo sempre per l'audacia ^_^ La percentuale proteica è ben rappresentata dal lupino, un legume che sorprende sempre e si adatta a qualsiasi tipo di preparazione. E il riso rappresenta un carboidrato prezioso, soprattutto per la sua natura del tutto priva di glutine. Io ho giocato un po' con questi due ingredienti e il risultato mi ha sbalordito ^_^ Ingredienti 50 g di noodles di riso (aumentate pure la razione) 50 g di lupini (puliti) 65 g di latte d'avena (o altro latte vegetale) 25 g di burro di mandorle* 1 rametto di rosmarino 10 g di uvetta sultanina 1 cucchiaino di farina di limoni 1 cucchiaio di vino bianco 1 bustina di zafferano Inserite in un boccale i lupini puliti, la farina di limoni, il burro di mandorle, il rosmarino lavato, l'uvetta e il latte d'avena. Frullate tutto, a più riprese, fino ad ottenere una crema compatta, ma piuttosto granulosa. Io non ho aggiunto sale, giocando con la sapidità dei lupini. Ma regolatevi in base al vostro gusto personale. Trasferite il pesto in una padella calda, quindi aggiungete lo zafferano, sfumate con il vino bianco e lasciate sul fuoco giusto il tempo di cottura dei noodles. Quando questi ultimi saranno pronti (cotti in acqua leggermente salato per una decina di minuti), tasferiteli in padella e saltate tutto, a fiamma viva, per qualche istante. Eventualmente aggiungete dell'acqua di cottura. Trasferite tutto in un piatto, cospargete con un po' di uvetta spezzettata e, a piacere, un po' di pepe o altre spezie.    Gustate e la vostra pietanza. Non vale la pena azzardare? Io trovo sempre un valid o motivo, per farlo ^_^
GLOSSARIO
  • Carboidrati: detti anche glucidi (dal greco “glucos”, dolce) sono nutrienti formati da atomi di carbonio ed acqua. Forniscono 4 kcal per grammo e si trovano principalmente in fonti alimentari di origine vegetale. In base alla loro struttura chimica i carboidrati vengono classificati in semplici e complessi.
  • Cereali: gruppo di piante erbacee appartenenti alla famiglia delle Graminacee, dalla cui cariosside si ottengono molti alimenti. I cereali principalmente consumati sono il frumento, il mais, l'orzo, il riso, la segale, l’avena e il miglio.
  • Pesudocereali: gruppo di piante a foglia larga che non appartengono alla famiglia delle Graminacee, come i cereali. La denominazione, attribuita a questa categoria di vegetali, è legata all’affinità nutrizionale che hanno con i cereali tradizionali anche se, secondo la tassonomia, questi ultimi sono piante monocotiledoni, mentre gli pseudocereali sono dicotiledoni. Tra gli pseudocereali citiamo l’amaranto, la quinoa e il grano saraceno.
  • Indice Glicemico: o IG (dall'inglese Glycemic index) indica la velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all'assunzione di un quantitativo dell'alimento contenente 50 g di carboidrati. Questo parametro è espresso in percentuale sulla velocità di aumento della glicemia con la stessa quantità di glucosio.
  • Carico Glicemico: o CG (dall'inglese Glycemic load) è un parametro che stabilisce l'impatto sulla glicemia di un pasto glucidico in base al suo indice glicemico (IG) e la quantità di carboidrati contenuti al suo interno.
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Polpette di pollo e patate: il boccone di puro piacere che racchiude un tuffo nei ricordi e un salto tra i desideri

Le chiamavamo "le polpette di Marrabbio". Avevamo quell'età che sta intorno ai dieci anni e la mensa scolastica ci dispensava poche robine buone. Su quelle lì ci costruivamo sopra storie!!! Non ho la più pallida idea di cos'avessero dentro, ma ci piacevano davvero tanto. Ci piaceva pensare fossero le polpette che il babbo baffuto e cipiglioso di Licia vendeva nel suo locale. Ed era festa ogni volta in cui comparivano nei nostri piatti. Negli anni ho sempre conservato quel sapore e ho sempre preservato il ricordo dall'erosione del tempo. Diverse volte ho provato a replicarle, ma mai sono riuscita a trovare la formula perfetta. Però trovo sempre una soluzione che mi faccia sorridere e che appaghi il mio palato. Adesso, forte dell'alleanza con la mia mitica friggitrice ad aria calda, queste polpette hanno una marcia in più. E mi fanno brillare gli occhi ^_^ Sono leggere, sono delicate, gustose e sfiziose. Sono il capriccio di un palato esigente in fatto di genuinità e la risposta al desiderio di quella proteina che, nella mia cucina, ogni tanto chiedere di entrare in scena. Ma sono anche una prelibatezza che merita di ammaliare i vostri sensi ^_^

Ingredienti

280 g di petto di pollo
160 g di patate rosse bollite
2 rametti di rosmarino
1 cucchiaino di farina di limoni
sale integrale
pepe
pangrattato di riso

Spezzettate il petto di pollo (o la polpa della coscia e della sovraccoscia) e inseritelo in un boccale. Unite le patate bollite, il sale, il pepe e la farina di limoni. Frullate tutto a più riprese, fino ad ottenere un'impasto compatto ed omogeneo.
Versate il pangrattato di riso su un foglio di carta assorbente e, dopo aver prelevato un cucchiaio scarso di impasto, date forma alle polpette rotolandole sopra.
Fate riposare le polpette per almeno una decina di minuti. In questo modo la panatura si compatterà bene. Quindi irrorate la superficie con un filo di olio e trasferitele nel cestello della friggitrice ad aria (in alternativa cuocetele in forno). Cuocete a 180° per circa 30 minuti.
Estraetele e servitele, accompagnandole con della buona verdura di stagione, magari appena saltata in padella.

A questo punto sporcatevi le mani ^_^
E deliziatevi!!

abc

Chips di cavolo nero alla crema di anacardi: scoperte, regressioni e tecniche di benessere

Più che crudeltà credo che, ciò che mi spinge a pubblicare delle anteprime fotografiche lasciando quel velo di inquantificabile suspance, sia istinto. Dovuto alla totale assenza di autocontrollo, che almeno in questa forma di espressione lascio scivolare con naturalezza bonaria. Perché, vi svelo una casistica diventata certezza, se ogni volta che pubblico una foto di una preparazione in corso d'opera questa, puntualmente, fallisce, ogni scatto che ritrae un lavoro finito, testato e approvato scatena sempre una curiosità che mi diverte. Se vi sentiste, quindi, vittime della mia crudeltà, sappiate che per me è una mera questione scaramantica :D
Detto questo, eccomi catapultata in un barattolo di genuine scoperte. Esaurita più che mai non ricordo la fonte di ispirazione di queste meravigliose chips, ma dichiaro di non essere l'artefice di questa preparazione (e prometto che qualora venisse a galla la creatura che mi ha fatto conoscere tanta bontà passerò alla menzione). Con questa preparazione ho fatto due scoperte. La prima: se fino a qualche giorno fa ero convinta di amare gli anacardi e di riuscire a finire un sacchetto da 250 grammi nel tempo di un respiro, ora so che esiste qualcosa che, quel gusto, me lo fa declassare a livello di mediocrità. Il formaggio di anacardi alla paprika affumicata E' LA CREMA PIU' SUBLIME abbia mai assaggiato.
La seconda: se i lievitati sono un buon metodo terapeutico per far fluire le energie e disperdere le negatività, il massaggio delle foglie di cavolo nero, con due bei cucchiai di crema di anacardi -non ridete- è un gesto che rimette in pace con il mondo e che ovatta i sensi, impermeabilizzandoli da qualsiasi stimolo esterno. E poi tutto quel formaggio che rimane sulle mani..... ^_^
Ok, messe da parte le regressioni infantili, dichiaro di essere finalmente tornata un'essiccatrice compulsiva. Il mio nuovo essiccatore è un portento e io sono proprio felice. Appagata. Stimolata. Cosa potrei chiedere di più?

Ingredienti

1 cavolo nero
100 g di anacardi tostati non salati
1 cucchiaio di paprika affumicata
sale integrale
3 cucchiai d'acqua

Iniziate mettendo gli anacardi in ammollo. Lasciateli 12 ore circa, cambiando l'acqua due o tre volte. Trascorso il tempo, scolateli, inseriteli in un boccale e frullateli con la paprika, il sale e l'acqua necessaria a creare una crema densa e perfettamente omogenea. Abbiate pazienza, il lavoro richiederà un buon frullatore e qualche minuto di lavoro. Conservate il nonformaggio in frigorifero.
Mettete in ammollo il cavolo nero e lavatelo accuratamente. Tamponate bene le foglie, quindi procedete eliminando la costa, la parte più dura e coriacea. Non buttatela, mi raccomando. Cosa potreste farci? Ecco un'idea! Ma anche questa non è niente male ^_^
Spezzettate le foglie in parti non troppo piccole e raccoglietele in una terrina.
   Versateci sopra un paio di cucchiai di formaggio di anacardi e iniziate a sporcarvi le mani. Impastate delicatamente per distribuire in modo omogeneo la crema su tutte le foglie. Massaggiate bene il cavolo nero e godetevi questo momento di benessere ^_^
Sistemate le foglie di cavolo sui ripiani dell'essiccatore e impostate la temperatura a 45°. Avviate e lasciate seccare le foglie. Ci vorranno circa 4 ore. A questo punto saranno croccanti e perfettamente asciutte. Trasferite tutto in un barattolo capiente, senza schiacciare troppo.
Si conserveranno per molti giorni e sapranno soddisfare sia i vostri desideri di qualcosa di sfizioso, sia accompagnare piatti e portate.

Semplici, salutari, ricche di preziose proprietà. Perfette per prendersi cura di sé.

Nel caso in cui non disponiate di un essiccatore (non vi ho ancora convinto????), utilizzate il forno a 50 gradi, con lo sportello socchiuso.

abc

Crocchette di broccoli con olive taggiasche: la semplicità che segna il tempo e valorizza la quotidianità

Mi accorgo del tempo che passa quando vi parlo di una polpetta cucinata un mese e mezzo fa. E sembra ieri. E mi accorgo che non solo il tempo passa, ma mi regala interminabili colpi di scena. Incessanti. Impietosi. Ma allo stesso tempo mi accorgo che questo susseguirsi di "disincanti" sono una preziosissima occasione per misurarmi con me stessa e crescere.
Non è un dramma che i giorni, e poi i mesi, volino via. Sarebbe un dramma se scorressero senza lasciare traccia. Quando mi misi ad impastare questi ingredienti le mie mani erano più leggere di quanto lo siano adesso. E la mia testa più libera. Ma gli stimoli che cerco in cucina arrivano anche nella quotidianità. Anche da una difficoltà. E non mi fermo, non posso. Non mi fermo, non voglio.
Continuo a insaporire di magia ogni istante. A partire dalla cucina. Perché con i colori giusti, i sapori speciali, la leggerezza consueta, ogni respiro si riempie di gioia. E di gioia io vivo.

Ingredienti

200 g di cime di broccoli
250 g di patate rosse bollite
1 uovo
15 g di olive taggiasche
sale integrale
pepe

pangrattato di riso

Lavate le cime di broccolo e cuocetele a vapore. Lasciatele intiepidire, quindi tagliatele a tocchetti, e trasferitele in una ciotola.
Schiacciate, a parte, le patate bollite e unitele ai broccoli. Unite anche le olive taggliasche tagliate a rondelle.
Aggiungete un uovo, sale a piacere e pepe. Mescolate tutto con una forchetta, fino a quando il composto sarà omogeneo.
Versate il pangrattato su un foglio di carta assorbente e iniziate a preparare le polpette. Passatele nel pangrattato e sistematele su una teglia coperta da carta forno.
Versate sopra un filo di olio evo e cuocetele a 190° per 30 minuti, fino a quando saranno ben dorate. A questo punto sfornatele e servitele. Io le ho accompagnate con una salsa di avocado, ma la vostra fantasia e il vostro gusto potranno assecondare desideri ed esigenze.

Leggere, saporite, croccanti, ma dal cuore morbido. Una coccola a tutto tondo ^_^
  
Da gustare sul tappeto, o sul divano, rigorosamente con le mani ^_^abc

Budini di pera al rosmarino: l’incontro irresistibile tra sorpresa e piacere in una cornice di semplicità

C'è una cosa che mi tiene lontana dall'immagine di una perfetta foodblogger: alla cura dei dettagli, delle rifiniture, delle inquadrature, preferisco la convivialità, quando il piatto che presento dev'essere fotografato nel momento stesso in cui lo condivido. E per questo budino è davvero andata così. Non sarei riuscita a dedicare tempo alle decorazioni quando, allargando i margini dell'immagine, mi trovavo immersa in un contesto così ampio e vario. Anche voi avreste faticato a concentrarvi su un solo dettaglio ^_^ Pensando poi al desiderio di affondare un cucchiaino in tanta morbida meraviglia.... beh, devo dire che ho già fatto molto :D
Se per me l'incontro audace di sapori insoliti è ormai pane quotidiano, sono consapevole che per qualcuno potrebbe stridere un po' immaginare un dolce al sapore di rosmarino. La mia mamma rientra in questa categoria. Ma fa parte anche di una sottocategoria: quella rassegnata alla curiosità! Della serie "io non lo farò mai, ma se ci pensi tu non mi sottraggo all'assaggio". Che poi finisce con "sorprendente!!". Ecco, questo dolce è sorprendente. Delicato, leggero, avvolgente, sa stupire e appagare. Toglie quel desiderio di qualcosa di sfizioso senza appesantire troppo il nostro sistema ^_^
Cosa chiedere di più?

Ingredienti

4 biscotti tondi (per me fatti con questo impasto)
2 pere Angelys
4 rametti di rosmarino
1 cucchiaino di farina di limoni
1 cucchiaino raso di pepe macinato
15 g di maizena
1/2 cucchiaino di agar agar

Sbucciate le pere e tagliatele in piccoli pezzi. Mettetele in un pentolino e fatele cuocere, a fiamma bassa. Nel frattempo tritate finemente gli aghetti del rosmarino, precedentemente lavato, e unite tutto alla frutta, insieme al pepe e alla farina di limone.
Lasciate cuocere fino a quando la frutta diventerà morbida. Ci vorranno almeno 30/40 minuti. Setacciate la maizena e aggiungeteci l'agar agar. Stemperate con un po' di purea di frutta, quindi versate tutto nel pentolino delle pere.
Con un frullatore ad immersione create una crema liscia e vellutata, quindi lasciate cuocere ancora per un paio di minuti.
   Versate la crema in quattro stampi da budino, senza riempirli conpletamente. Coprite ciascuno stampo con un biscotto, quindi fate raffreddare. Quando saranno a temperatura ambiente spostate gli stampi in frigorifero e lasciateli almeno un paio d'ore. Io li ho preparati il giorno prima, per cui sono stati in frigorifero tutta la notte.
Al momento di servire rovesciate gli stampi su dei piattini e..... decorate a piacere o assaporate senza attesa :D
Il biscotto che ho utilizzato io era molto friabile, ma non mi sono preoccupata che il risultato non fosse perfetto. Il sapore era decisamente all'altezza delle aspettative e, per quanto l'occhio voglia la sua parte, qui la gola ha avuto la meglio ^_^

Il cucchiaino ha fatto il suo tuffo in men che non si dica e i sapori si sono armonizzati splendidamente in questa cassa armonica che è il nostro palato.

Scegliendo il biscotto giusto questa proposta si presta ad essere una perfetta scelta vegana e gluten free ; )


abc

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