close

Conoscere per scegliere: l’importanza di una sana alimentazione – Crackers di riso nero alla salvia

Dal principio...Siamo ciò che mangiamo”: così diceva il filosofo Feuerbach. Che avesse già compreso lui stesso le strette relazioni esistenti tra salute e nutrizione? Non fu di certo il primo: decenni prima ci avevano già pensato Ippocrate, Galeno e molti altri. Negli ultimi anni, grazie all’evoluzione scientifica e ai nuovi studi e alle più recenti scoperte in ambito medico, l’attenzione si è incentrata sempre maggiormente sul legame cibo-salute e sull’importanza dell’educazione alimentare. Oggi si è scoperto che non sono i broccoli a svolgere un effetto antitumorale, ma sono i glucosinolati in esso contenuti; che non sono i mirtilli ad avere un effetto positivo sulla salute del sistema cardiovascolare, ma sono i flavonoidi presenti. Si è scoperto nei più minimi dettagli perché la fibra alimentare è importante e ultimamente si è arrivati a confermare l’esistenza di uno stretto rapporto tra la microflora intestinale e la salute fisica e mentale. Insomma, quanti passi avanti che abbiamo fatto! Quando parliamo di sana alimentazione diciamo tutto e nulla: è un concetto relativo, diverso per ognuno di noi. L’alimentazione deve essere altamente personalizzata ed essere “su misura” per la singola persona: non possiamo pretendere di aver le stesse esigenze del fratello, o di poter mangiare allo stesso modo della migliore amica o ancora di stare dietro alle necessità del fidanzato. L’alimentazione deve essere adeguata, equilibrata, realistica e di qualità senza tralasciare il gusto!
Partiamo da qui: adeguata Ognuno di noi ha esigenze nutrizionali diverse, sia intese come esigenze caloriche che di singoli nutrienti. E così, come siamo diversi l’un dall’altro, anche lo stile alimentare che seguiamo deve essere personalizzato ed adeguato al proprio metabolismo. Il modo di approcciarsi al cibo è frutto di diversi tradizioni, culture, preferenze di gusto, impegni lavorativi, scelte religiose ed etiche. La corretta alimentazione deve tenere in considerazione tutto questo: bisogna partire dalle abitudini e modularle senza stravolgerle. Al di là di ciò che piace o non piace, ci sono circostanze particolari in cui l’alimentazione deve plasmarsi sulle nostre esigenze. Non parlo solamente di chi, ad esempio, fa attività fisica intensa e ha un fabbisogno energetico e di nutrienti nettamente superiore a chi è sedentario, ma parlo anche delle situazioni patologiche. Una corretta e sana alimentazione può essere una cura e un aiuto a risolvere numerosi sintomi. Inoltre: equilibrata E’ importante che l’alimentazione sia equilibrata, ma il nostro equilibrio può essere diverso rispetto a quello dei nostri familiari. Per equilibrio intendo dire che deve prevedere, nelle dosi corrette, l’assunzione di tutti i nutrienti: carboidrati, proteine, lipidi, vitamine e sali minerali. Tutti presenti, nessuno escluso. Solo in questo modo possiamo prevenire stati carenziali e mantenere un corretto stato di salute. Non tralasciamo: realistica Non è sempre possibile, almeno per tutti, riuscire a ritagliarsi il giusto tempo per prepararsi un buon pasto. Molti di noi si trovano costretti, per motivi lavorativi, a consumare i pasti fuori casa oppure a portarsi dietro "la schiscetta" e magari ad arrivare a casa la sera di corsa, tra i figli da andare a prendere e la spesa che non si fa da sola. Oppure si fanno i turni e gli orari cambiano. O ancora c’è chi si trova obbligato a saltare a piè pari il pranzo. Questo significa che ognuno di noi deve trovare uno schema alimentare fatto su misura per la propria vita e trovare le alternative più salutari e valide per equilibrare al meglio la giornata. Significa anche imparare ad organizzare la spesa e la preparazione dei pasti in maniera più ordinata e attenta. I legumi fanno bene ma non si hanno sempre ore e ore di tempo per prepararli? Beh, se vi dicessi che basterebbe prepararne una buona quantità tutta in una volta e conservarla nel freezer per le cene a venire?! Più semplice no?! Esistono tante alternative salutari, basta conoscerle, guardarsi intorno e imparare!
Fondamentale: di qualità (di stagione&genuina) Perché prendere le fragole a Natale? Madre Natura non vuole vedere nascere tutto l’anno i suoi frutti. Quando troviamo, soprattutto al supermercato, frutta e verdura fuori stagione, sono sicuramente prodotti di serra nutriti con fertilizzanti e pesticidi. Inoltre i prodotti fuori stagione sono di gran lunga meno carichi di tutte le sostanze nutritive che avrebbero nella giusta stagione.
E infine: il gusto! Il gusto non deve mai mancare, anzi, è forse l’aspetto più importante. Perché in fondo quello che abbiamo nel piatto incide fortemente sul nostro umore e sul nostro benessere. Questo non significa riempire il piatto con la cotoletta alla milanese e le patatine tutte le sere perché è il vostro piatto preferito. Significa prima di tutto avere la consapevolezza che ok, di tanto in tanto la cotoletta ci potrà anche stare e non farà del male, purché l’alimentazione delle restanti giornate sia varia ed equilibrata. Inoltre significa anche che dovete azzardare, provare e sbizzarrirvi il più possibile per rendere i vostri piatti unici, colorati e divertenti. Via libera alle erbe aromatiche, via libera alle verdure che colorano il piatto, via libera alle spezie che danno al piatto un gusto più appetitoso! Così il classico petto di pollo alla griglia con l’insalatina può trasformarsi in un bel pollo al curry con ratatuille di verdure di stagione! Più colore, più gusto, più salute!! Andate a conoscere Francesca sulla sua pagina ricca e preziosa!! Ma passiam alla pratica. Eccovi il primo suggerimento. CRACKERS DI RISO NERO ALLA SALVIA
Quante volte ci capita di cercare qualcosa da sgranocchiare, durante la giornata. Seduti davanti al pc, oppure in ufficio, magari anche in metropolitana o mentre si è alla guida. Spesso si ricorre a pacchettini preconfezionati e pronti al consumo. Inutile dire che non è ciò che incentiveremo ^_^ L'amore per se stessi parte da qui: poche semplici mosse e si possono creare alternative che vi faranno dimenticare i cibi pronti!! Questi crackers si preparano con poche mosse e durante il tempo di cottura sarete liberi di fare quanto la giornata vi richiede. E, dettaglio non di poco valore, ne potrete preparare in quantità: si conservano per molti giorni!! Ingredienti 75 g di riso nero (per me riso Zaccaria) 75 g di farina di segale Jurmano (o qualsiasi farina integrale) 5 foglie di salvia fresca paprika dolce 20 g di semi di girasole sale grosso integrale Cuocete il riso in 150 g di acqua, leggermente salata. Non salatela come fate comunemente, perché il riso rimarrebbe troppo sapido. Fate cuocere a fiamma bassa fino a quando l'acqua sarà completamente stata assorbita. Spegnete la fiamma e lasciate intiepidire. Trasferite il riso in un boccale e frullate, fino a creare una crema omogenea. Assaggiate e correggete, eventualmente, di sale. Aggiungete la paprika e la farina scelta. Aggiungete poca farina alla volta, perché ciascuna tipologia ha una resa differente, in quanto assorbe in maniera diversa i liquidi. Dovrete ottenere un impasto piuttosto appiccicoso, ma compatto.    Aggiungete i semi di girasole e impastate fino ad amalgamarli perfettamente. Sistemate l'impasto su un foglio di carta forno grande a sufficienza a ricoprire la teglia che utilizzerete per la cottura e stendete l'impasto con il mattarello, aiutandovi con un altro foglio di carta forno, a copertura della pasta. Stendete fino a ricavare una sfoglia sottilissima, circa un millimetro. Cospargete con poco sale grosso integrale. Portate il forno alla temperatura di 175° e cuocete per circa 20 minuti. Controllate che non secchi troppo (il colore scuro non vi permetterà di capire il grado di "bruciatura", quindi prestate attenzione). Chi avesse la funzione "ventilato" la utilizzi. Diversamente aprite, di tanto in tanto, lo sportello del forno, in modo da far uscire il vapore e aiutare la cialda a seccare.
Sfornate e lasciate raffreddare completamente, quindi spezzateli con le mani, creando dei crackers dalle forme e dimensioni desiderate. Potranno essere conservati in un contenitore a chiusura ermetica. Si manterranno croccanti e fragranti per almeno due settimane. Quindi..... fatevi le vostre scorte, ma dosate la tentazione di assaporarli!! ^_^
GLOSSARIO
  • Educazione alimentare Applicazione delle strategie e dei modelli dell’educazione alla salute nel settore dell’alimentazione e della nutrizione umana. L’educazione alimentare è un processo che mira ad influenzare i comportamenti, in modo rilevante per la salute, attraverso modifiche delle conoscenze, delle abilità biopsichiche e degli atteggiamenti degli individui e nella collettività.
  • Fabbisogno nutrizionale Quantità di energia e di nutrienti necessaria a garantire lo stato di salute e benessere dell’individuo per una composizione corporea ed un livello di attività fisica ottimali. Si tiene anche conto delle necessità legate a crescita e sviluppo dell’organismo, alla gravidanza e all’allattamento.
  • Flavonoidi (o bioflavonoidi) Costituiscono una delle classi di composti più caratteristiche nelle piante superiori a con una considerevole attività protettiva contro il danno provocato dai radicali liberi, che si correla in maniera importante con molte patologie croniche degenerative.
  • Glucosinolati Composti contenenti zolfo tipici delle Brassicaceae. La loro degradazione enzimatica dà origine ad una complessa miscela di composti tra i quali gli isotiocianati e loro derivati, che svolgono azioni antiossidanti.
  • Microflora intestinale Insieme di microrganismi presenti nel lume intestinale, è considerata la prima linea di difesa dell’intestino. Concorre all’assorbimento dei nutrienti e alle funzioni metaboliche, funge da protezione nei confronti di allergie e intolleranze e delle malattie infiammatorie intestinali.
  • Metabolismo Insieme dei processi biochimici di interconversione fra molecole all’interno dell’organismo. Comprende processi di sintesi (anabolismo) e demolitivi (catabolismo).
  • Nutriente Sostanza che, assorbita nel tratto gastrointestinale, ha un ruolo definito nei processi fisiologici e nel metabolismo dell’organismo umano. Sono nutrienti: acqua, proteine - peptidi - aminoacidi, carboidrati, grassi, minerali e vitamine. Per quanto concerne fibra alimentare ed alcool vedi la voce sostanza non nutriente di interesse nutrizionale.
  • Stato carenziale (o malnutrizione per difetto) Stato nutrizionale causato da apporti di energia e/o di uno o più nutrienti non ottimali e al di sotto delle necessità dell’organismo, che non è causata da malattie concomitanti.
abc

Dip di avocado alla salvia: il momento giusto per le nuove conoscenze e lo stupore per le improvvise conquiste

Redenta. Convertita. Ricreduta. Insomma, come credo che per ogni libro esista un periodo perfetto di lettura, anche per l'avocado, probabilmente, avrei dovuto aspettare il momento giusto. Ricordate che ve ne parlai presentandovi i miei deliziosissimi crackers? Bene, vi dissi anche che mi sarei sbizzarrita e, credetemi, ne sto pensando delle belle ^_^
Sono partita dal semplice. Non lo amo ancora in naturalezza, ma questa salsa mi ha conquistato senza riserve. Non è una ricetta vera, ma è un grande concentrato di bontà e di ricchezza da un punto di vista nutrizionale. Metteteci i gusti che desiderate, divertirevi, contestualizzatelo, accompagnatelo con verdure crude, con crackers ^_^ su fette di pane, nelle insalate.... godetene!! Coccolarsi con consapevolezza è una gioia che non ha precedenti e un'esperienza così totalizzante da non lasciarvi possibilità di scampo.
Ovviamente questa salsina ha trovato il suo spazio sul buffet di fine anno, quindi ha passato anche il giudizio della mamma. Ed è stata promossa. Per me è un valore importante e da non sottovalutare ^_^

Ingredienti

160 g di polpa di avocado
1 lime (scorza e succo)
10 foglie di salvia fresca
1 cucchiaino di senape
sale integrale
pepe di Sichuan

Estraete la polpa dell'avocado e inseritela in un boccale. Unite le foglie di salvia lavate e spezzettate, la senape, il sale e il pepe (quantità a piacere). Lavate il lime, grattugiate la scorza e spremetelo. Unite la scorza al resto degli ingredienti.
Frullate tutto fino ad ottenere una crema omogenea. Aggiungete, poco alla volta, il succo del lime e continuate fino a quando la salsa avrà raggiunto il vostro grado di perfezione.
Servite e gustatela.

Ricordate che l'avocado ossida velocemente, per cui se doveste conservare la salsa ricordate di coprirla con un foglio di pellicola trasparente, in modo che la stessa pellicola sia a contatto con la salsa. Diversamente vedrete la superficie scurirsi.
Non è segno di "guasto", ma potrebbe essere poco simpatico nella presentazione ^_^

Arricchitevi di tanta semplice bontà, non ne farete più a meno ^_^abc

Vitello con tonnata scomposta: la ricontestualizzazione degli ingredienti chiave per un classico rivisitato

Avranno capito, forse, che amo le sfide? Che non si dica poi che, vinta una, non ne accetti altre ^_^
Questa volta sul piatto della bilancia arriva un classico: il vitello tonnato. La sfida è stata lanciata ancora una volta da Saporie, che diventa sempre più uno spazio stimolante in cui imparare, conoscere, confrontarsi e divertirsi.
Da buona piemontese sono cresciuta a pane e vitello tonnato, nei tempi in cui lo si trovava ovunque, dalla tavola di casa a quello della nonna, dalle cene improvvisate ai pranzi delle feste, dalle tavole fredde ai più raffinati ristoranti, e ovunque dava gioia. Ma il mio ricordo è legato alla versione di mamma, in una rivisitazione di salsa per cui ci litigavamo cucchiaio e bicchierone. Una salsa che non sempre arrivava sulle sottili fette di vitello. Spesso finiva su una semplice fetta di pane, ed era presto fatto il pranzo, e non c'era mai fine. Una delicata maionese fatta in casa con l'aggiunta di tonno, capperi e succo di limone. Ben lungi da me, oggi, questa tipologia di alimentazione, ho pensato di accogliere la sfida proponendo una mia versione (tanto per cambiare) in cui gli ingredienti chiave rimangono, quasi tutti, ma vengono contestualizzati con una logica differente. Mi sono divertita, lo ammetto, ad accostare sapori, a sentirli esplodere in contrasti perfetti (frutto della passione, tuorlo sodo e acciughe...come ve lo spiego?) ed ora posso anche svelare che la foto pubblicata qualche giorno fa ritraeva proprio la mia idea di impiattamento, che poi è diventata reale. È un piatto completo, ricco, sano, gustoso e leggero che mi ha lasciato pienamente soddisfatta. E il mio entusiasmo lo condivido con voi e con gli amici di Saporie, affinché possa essere gustato e, spero, apprezzato.

Ingredienti


Per il vitello
400 g di filetto di vitello
4 rametti di rosmarino
4 rametti di salvia
7 foglie di alloro
8 g di pepe macinato
7 g di farina di limoni
1 spicchio di aglio
4 bacche di cardamomo
15 g di olio evo

Per la salsa al maracuja
65 g di succo di maracuja (ottenuto da 2 frutti grandi)
140 g di acqua
10 g di miele di castagno
2 tuorli sodi (1 se l'uovo fosse grande)
5 g di maizena
2 rametti di rosmarino
1 pizzico di sale rosso

Per la polvere di capperi e l'emulsione
1 cucchiaino di capperi sotto sale
3 filetti di acciughe del mar Cantabrico
10 g di olio evo
1 cucchiaino di succo di lime

Lavate accuratamente le erbe, asciugatele delicatamente e tritatele, insieme all'aglio, fino ad ottenere una polvere finissima.
Aggiungete il pepe, la farina di limoni (o scorza grattugiata, nell'eventualità non abbiate ancora ceduto alla farina ^_^) e i semi delle bacche di cardamomo, accuratamente pestati e ridotti in polvere. Mescolate tutto con l'olio evo e tenete da parte.
   Tagliate il vitello in 3 filetti lunghi, coprite ciascun filetto con il trito di erbe e massaggiate per qualche minuto. Poneteli in una terrina, coprite con un foglio di pellicola e fate marinare, in frigorifero, per almeno 24 ore.
Mettete in ammollo i capperi, che vi serviranno per la polvere, per almeno 3 ore.
Preparate, ora, la salsa al maracuja. Tagliate a metà i due frutti della passione, prelevate la polpa e setacciatela con un colino a maglie strette, aiutandovi con una spatola di silicone. E' un lavoro che richiede tempo e pazienza, ma riuscirete ad ottenere il succo necessario. Aggiungete il miele di castagno, il sale e mescolate, mettendo tutto sul fuoco. Stemperate la maizena con parte del succo, quindi unitela al liquido. Immergete il rosmarino e portate a lieve bollore. Spegnete la fiamma e lasciate raffreddare completamente.
Quando sarà completamente freddo, togliete dal succo il rosmarino, unite i tuorli d'uovo sodi e frullate tutto. Se non doveste amare particolarmente il sapore, utilizzatene solo uno.
Quando avrete ottenuto una crema vellutata, trasferite tutto in un contenitore e lasciate riposare in frigorifero, fino all'utilizzo.
Passate, ora, alla polvere di capperi. Prelevateli dall'ammollo, sciacquateli e strizzateli bene. Passateli in forno, a 180°, per una decina di minuti, o comunque il tempo necessario a seccarli. A questo punto polverizzateli. Se aveste un macinacaffè sarebbe perfetto. Io non ce l'ho (e per il Bimby erano davvero pochi...), per cui ho eseguito l'operazione con la mia fidatissima mezzaluna ^_^
Tagliate i filetti di acciughe in piccoli tocchetti e trasferiteli in una ciotolina. Unite l'olio, il succo di lime e sbattete energicamente con una frusta, fino ad ottenere una salsa perfettamente emulsionata.
Scaldate una padella con un filo di olio evo. Nel frattempo eliminate la marinatura dai filetti di vitello e massaggiateli ancora un po'. Adagiateli nella padella rovente e fateli cuocere per 2/3 minuti per lato, in modo da rosolarli bene in superficie, ma lasciandoli rosati all'interno. Quando saranno pronti trasferiteli su un tagliere e tagliateli a fettine spesse circa un centimetro. Adagiate ciascun filetto tagliato su un piatto, sopra la salsa al maracuja. Rifinite con emulsione alle acciughe e polvere di capperi e accompagnate con verdura al vapore e cialde croccanti. Io ho utilizzato dei crackers al riso nero, ma..... ve ne parlerò in un'altra occasione ^_^
Non ho aggiunto sale, forte del fatto che avrei accompagnato tutto con sapori decisi e sapidi. L'insieme di dolcezza e sapidità, l'accostamento di morbidezza, avvolgenza e croccantezza, renderanno il piatto una sorprendente esperienza.

E ora a noi, cari chef e amici di Saporie ^_^
Attendo con curiosità il vostro parere!!

abc

Zuppetta di merluzzo e mazzancolle al cocco: ricordi, emozioni, progetti che disegnano il presente

Sì, lo so, sono stata in vacanza e non vi ho ancora raccontato nulla. Beh, l'avrete capito, non sono una di quelle persone che si dilunga molto in racconti di esperienze personali. Al massimo lancio un paio di frecciate. Vi ho riempito le bacheche con immagini di tramonti da urlo e vi ho lasciato con il dubbio di quanto possa avermi lasciato questa esperienza. Ebbene lo ammetto: ci voleva davvero! Ho preso contatto con una Erica spoglia del superfluo e mi sono confrontata con una dimensione di vita decisamente semplice e intensa. E mi sono arricchita. Di fiducia, di coraggio, di voglia di lottare, di felicità, di luce. E adesso so che ciò che voglio dipende solo da me. Sta tutta qui, la forza che sento dentro.
Per non smentirmi, comunque, ho ceduto all'assaggio di qualche piattino, con palato attento e papilla critica (laddove critico non ha accezione negativa). Non sempre tipico del posto, ma comunque differente dalla cucina mediterranea. Uno di questi è la zuppetta che vi presento oggi. Non me ne voglia Mauro, che al Maracuja coccola i clienti con passione e professionalità, e che mi ha fatto assaggiare uno dei piatti a base di merluzzo più buoni di sempre, ma essere riuscita a ricreare quel sapore è stato davvero magico. Latte di cocco e pomodoro. Quando l'ho sentito, nella sua accurata descrizione del piatto, ho strabuzzato gli occhi. Se non avessi prima assaggiato avrei passato il ditino sulla pietanza successiva nella lista del menù. E invece, ragazzi, questa è una vera bontà. Gli ho promesso che ci avrei riprovato ed eccomi qui, felice e appagata, a condividere con voi questo grande successo. Felice come quell'anima libera che si beava di sensazioni uniche!

Ingredienti

200 g di code di mazzancolle
300 g di filetti di merluzzo fresco
200 ml di latte di cocco
4 cucchiai di passata di pomodoro
1 spicchio di aglio
5 foglie di alloro
olio evo
sale integrale
pepe

Pulite le mazzancolle e saltatele in un wok con dell'olio caldo e uno spicchio di aglio schiacciato. Aggiungete le foglie di alloro stropicciate e fate insaporire per qualche minuto.
Eliminate dal merluzzo le spine, tagliatelo a filetti, poi in bocconcini. Uniteli alle mazzancolle e saltateli. Salate a piacere e aggiungete una macinata di pepe.
   Mescolate tra loro latte di cocco (io lo trovo in latta nel negozio bio, oppure in bricchetto da 250 ml) e salsa di pomodoro, quindi versateli nel wok insieme al pesce. Fate insaporire per una decina di minuti, correggete eventualmente di sale e spegnete il fuoco.
Servite la zuppetta calda e assaporatela. E' perfetta accompagnata con del riso bianco, semplicemente bollito. Cosa che ho omesso, questa volta, perché per i miei pranzi mezza porzione è sempre sufficiente ^_^
Per necessità di tempo ho preparato il piatto la sera prima. L'ho scaldata, poi, aggiungendo un po' di latte di cocco, per ammorbidirla. Il risultato è stato comunque perfetto.

Rimarrete conquistati in primis dai profumi delicati, poi dai sapori avvolgenti. Una scoperta che si trasformerà presto in un must della mia cucina.

Grazie Mauro, alla prossima ^_^abc

Gratin di cavolfiore crudo: la sorprendente magia della semplicità, nelle sue infinite versioni

Il vantaggio del rispettare le stagioni e saper aspettare frutta e verdura nella loro naturale alternanza, è quello di apprezzarne i sapori come fosse un dono. Il desiderio alimentato e protratto nel tempo insegna molto e amplifica i piaceri (e non solo in cucina!!). Così, quando la stagione mi ha offerto i suoi primi cavolfiori, ho iniziato a goderne come fossero pepite d'oro. Fin da piccola li ho amati crudi, semplicemente intinti in olio e leggermente insaporiti con del sale. Oggi continuo ad amarli così, tanto che quando separo le cimette per prepararle alla cottura è sistematico che qualche vittima cada direttamente sotto le mie fauci ^_^ Mi sono allora chiesta come potesse essere l'elaborazione di un piatto che fosse un incontro tra crudité e effetto cottura. Ho iniziato ad affettare, in stile carpaccio, il mio gomitolo di cime, ho condito (nella prima versione con mandorle pestate, feta light sbriciolata, olive taggiasche e pomodori secchi a julienne) e passato sotto al grill del forno. L'assaggio è stato folgorante. Da quella prima forchettata le repliche si sono susseguite senza soluzione di continuità e ogni volta le interpretazioni hanno subito le modifiche dettate dalla dispensa. Il risultato dei differenti assaggi ha sempre confermato l'originalità e la travolgenza del piatto. Concedermi il piacere di un buon piatto diventa sempre più divertente e appagante.

Ingredienti

1/2 cavolfiore
1 cucchiaio di olive taggiasche
1 cucchiaio di semi di zucca
10 g di caprino stagionato
1 cucchiaio di rubra (per me fatta in casa)
qualche goccia di tabasco
olio evo
pepe
sale rosa

Sciacquate sotto un getto di acqua corrente il cavolfiore. Asciugatelo bene, quindi affettatelo sottilmente (a coltello o con una mandolina). Sistemate le fettine su un piatto, il più possibile vicine tra loro, quindi spolverate con sale e pepe a piacere.
Tritate olive taggiasche e semi di zucca, quindi cospargeteli sul cavolfiore. Coprite tutto con il caprino grattugiato. A parte mescolate la rubra con il tabasco e versatelo uniformemente sul piatto.
Sistemate il piatto su un ripiano alto del forno e fatelo gratinare fino a quando il formaggio sarà sciolto e leggermente dorato.
A questo punto non vi rimane che sfornare e gustare. Caldo o tiepido, saprà donarvi il giusto piacere.
Leggero, salutare, saporito e gradevole, non può che essere una coccola di gusto.
   Divertitevi a creare la vostra gratinatura, a variare i sapori, a scegliere le vostre preferenze, a dare spazio alla creatività. Questa base si presta molto bene ad essere interpretata e arricchita.

Non è un modo originale per dare tregua al vostro fegato leggermente provato dal periodo? ^_^


abc

Spaghetti di riso integrale in salsa di pomodori secchi e mandorle: il qui ed ora che rende tutto perfetto

Benchè ultimamente il mio desiderio di pasta sia confinato alla sola ipotesi di shirataki, benedetta o maledetta smania di controllare sempre tutto, portavo dentro un curioso pizzicorio per uno spaghetto di riso basmati integrale mai assaggiato, nonostante un bizzarro gioco del destino me li abbia fatti vedere, cadere nella borsa della spesa e.... sfumare, tra le tante cose che, in questo periodo, incontrano la mia strada e poi cambiano rotta. O semplicemente seguono una rotta che non è la mia. Così, specializzata nell'applicazione di semplici meccansmi di difesa per gestire i vuoti della tavola (e dell'esistenza) ho convissuto pacificamente con questa mancanza. "Sono buonissimi", mi è stato detto. Ho sorriso, di quei sorrisi che parlano, ma è meglio che lo facciano in silenzio. "Sono buonissimi", vi dico. Sorridete, sarebbe un perfetto gioco di ruoli e un degno finale di storia. Che poi l'idea illuminante non è stato lo spaghetto. No, quello è solo una meditazione sul mio oggi, è la volontà del destino che OGGI li porta sulla mia tavola. L'idea attorno a cui si è strutturato il piatto è la crema. I pomodori secchi sono arrivati dalla Sicilia, quest'anno. Ricordate? Sono arrivati insieme a tanti altri splendidi prodotti (pistacchi, mandorle, capperi, olio....). Era da un po' che immaginavo di renderli crema. E nella mia laboriosa testolina ho provato ad accostarli a sapori diversi, fino ad arrivare a questa soluzione. Mi vanto di avere una dispensa piena di ingredienti sani e salutari, il più delle volte fatti in casa, provenienti dal lavoro delle mani di una madre amorevole, o nel rispetto di una territorialità e di una stagionalità. Una scelta che oggi mi ripaga, perché qualsiasi siano gli intrecci che destino loro, il risultato è sempre sorprendente e appagante.
E allora ecco cosa penso. Penso che forse era destino che io non assaggiassi, prima di ora, quegli spaghetti. Perché oggi non solo li assaggio, non solo me ne beo, ma li sento scivolare sul palato come se fossero frutto del mio volere e del mio saper aspettare. E li sento riempirmi di una ricchezza che parla di terra, di sapore mediterraneo, di semplicità e di intensità. Come SOLO OGGI sarebbe potuto essere.

Ingredienti

60 g di spaghetti di riso basmati integrali
35 g di pomodori secchi
10 g di mandorle pelate + q.b.
10 foglie di salvia fresca
100 g di latte vegetale
2 cucchiai di passata di pomodoro (per me fatta in casa)
1 cucchiaino di farina di limoni (o zeste)
qualche goccia di tabasco
sale integrale di Cervia

Mettete in ammollo i pomodori secchi e le mandorle, in due ciotoline differenti, e lasciatele per almeno un'ora.
Fate intiepidire il latte, quindi unitevi i pomodori strizzati e le mandorle scolate, le figlie di salvia precedentemente lavate e la farina di limoni. Passate tutto con un frullatore ad immersione, fino a creare una crema omogenea. Unite la passata di pomodoro fino a renderla sufficientemente liquida e il tabasco a vostro piacere. Trasferite tutto in un wok e fate cuocere a fuoco basso.
Nel frattempo fate cuocere gli spaghetti di riso in abbontante acqua leggermente salata. Quando mancheranno un paio di minuti alla cottura scolateli e trasferiteli nel wok insieme al sugo. Tenete l'acqua da parte.
Fate saltare a fiamma viva per qualche istante, in modo che la pasta assorba il condimento. Allungate, se dovesse risultare necessario, con qualche cucchiaio di liquido di cottura.

Passate all'impiattamento.
Create una base di sugo, sistemate la pasta e decorate con foglioline di salvia e mandorle leggermente pestate nel mortaio.

Servite calda e assaporatela.
Travolgente e delicata. Intensa e magica.
Sapori che non lasciano spazio alle parole.

abc

Budini di riso alla cannella con fonduta di caprino e spinaci: sapori classici in un’unione insolita

Il mio amore per QUESTO riso lo avevo già palesato, esattamente in questa occasione. Torno a presentarvelo, in una versione insolita, come insolito è il mio modo di concepire la cucina. Una sfida continua, un richiamo a cedere alla perfezione dell'Acquerello. E di accostargli sapori e consistenze differenti, antagoniste, ma legate in un'armoniosa perfezione. Era da un po' che cercavo la giusta ispirazione e che aspettavo che, la stessa, arrivasse per qualcosa che non fosse dolce ^_^ Il tempo che corre sempre troppo velocemente non è stato un grande complice, ma alla fine ho vinto io. La monoporzione preparata è stata quasi un affronto al mio desiderio di replica, seppur sia stata una scelta oculata per evitare di strafogarmi di tanta delizia. Sui sapori, però, non ho lemosinato. E poi io amo i contrasti: qui ce ne sono innumerevoli e tutti, a mio avviso, protagonisti perfetti di una grande sinfonia.

Ingredienti

Per un budino
35 g di riso Acquerello
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaino di peperoncino sott'olio
1/2 cucchiaino raso di agar agar
1 cucchiaino di miele di tiglio + q.b.
sale rosa dell'Himalaya

Per la fonduta
100 g di spinaci freschi
110 g di latte
25 g di caprino stagionato
1/2 cucchiaio di olio evo
1 cucchiaino raso di farina di limoni
sale integrale

Fate cuocere il riso in acqua leggermente salata. Non salatela troppo, perché il liquido dovrà essere quasi interamente assorbito e il riso rischierebbe di diventare troppo salato.
Quando sarà morbidissimo e molto cremoso, aggiungete l'agar agar, la cannella, il peperoncino e mescolate, facendo cuocere tutto ancora per un paio di minuti. Aggiungete un cucchiaino di miele e passate il riso con un frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema liscia.
Versatela in uno stampo da budino e lasciatelo raffreddare. Quando sarà a temperatura ambiente spostatelo nel frigorifero e lasciatelo rassodare per almeno un'ora.
   Nel frattempo occupatevi della fonduta. Lavate gli spinaci e fateli appassire in padella con un filo di olio. Salate e aggiungete latte e farina di limoni, quindi fate cuocere a fiamma bassa per qualche minuto.
Grattugiate, con una microplane, il caprino e, quando gli spinaci saranno pronti, unitelo agli stessi e frullate tutto. Il risultato dovrà essere una crema liscia e densa (e deliziosa).
A questo punto non vi resta che comporre il piatto. Una base di fonduta, il budino e il resto della fonduta in colata libera. Grattugiate ancora un po' di caprino, versate un filo di miele in superficie e passate tutto in forno, sotto il grill, per qualche minuto.
Non vi rimane, adesso, che l'assaggio.
Lasciatevi trasportare dalla cremosità avvolgente del budino, alleggerita dalla delicatezza della salsa. E assaporate come il carattere del caprino lega con la dolcezza degli spinaci. E come questo tutto incontra perfettamente il dolce piccante del riso. E poi chiedetevi "quando si replica?".

La mia scelta rimarrà quella di dosare bene le quantità: sarebbe davvero difficile resistere al bis, tris e..... ^_^

Proponibile come antipasto (magari in una porzione smezzata), può anche essere gustato come originale primo piatto. Per me è stato piatto unico ^_^ Insomma, a voi la scelta!

Con questa ricetta partecipo al Gluten Free (Fry)day


abc

Frollini salati di fagioli e mandorle alla paprika affumicata: quell’insieme di momenti chiamati occasioni

Le occasioni, si sa, vanno colte al volo. E così, se un'amica brama un assaggio per ogni scatto condiviso sui canali social, io mi diverto a stuzzicare le aspettative nell'organizzazione di una cena, quella cena, finalmente giunta a realizzazione.
Il modus operandi è sempre lo stesso: tavolino basso, tappeto, pietanze a buffet, un buon calice di vino e tante, tante chiacchiere. Tante, tante risate. E, ovviamente, l'immancabile vaschetta che attende di essere riempita con ogni eventualità di rimanenza ^_^ Per me è una gioia, ogni volta, vedere la soddisfazione sui visi dei miei ospiti. Lo è per la felicità degli ospiti stessi, ma lo è anche come conferma che i principi salutisti, che tanto diffondo, non tolgono davvero niente al piacere del palato. Questi biscotti ne sono la dimostrazione. Se non avessi svelato, in corso d'opera, che l'ingrediente base fosse un semplicissimo fagiolo, mai si sarebbe potuto scoprire tanta stranezza.
E allora come non approfittare di questa occasione per provarci, anche voi? Potrò mica sfornare biscotti per tutti? ^_^

Ingredienti

100 g di fagioli con l'occhio secchi (250 g bolliti)
65 g di mandorle pelate
100 g di parmigiano
3 g di pepe di Sichuan
3 g di paprika affumicata + q.b.
15 g di semi di lino
15 g di semi di sesamo

Mettete in ammollo i fagioli per una notte intera, quindi sciacquateli e bolliteli per un paio di ore, fino a quando saranno morbidi. Mettete in ammollo anche le mangorle, per almeno un paio di ore.
In un bicchierone versate i fagioli bolliti, le mandorle, il parmigiano spezzettato, pepe, paprika e i semi di lino. Frullate tutto, fino ad ottenere una purea omogenea.
Unite i semi di sesamo e assaggiate. Nel caso in cui il parmigiano non dovesse essere sufficiente a rendere sapido il sapore, aggiungete del sale.
Versate il composto su un piano e compattatelo bene. Formate un cilindro di circa 7 centimetri di diametro, avvolgetelo in un foglio di carta forno e lasciatelo riposare in frigorifero per almno un'ora.
A questo punto estraete l'impasto, eliminate la carta e tagliate delle fettine spesse poco meno di un centimetro. Sistemate i biscotti su una teglia coperta da carta forno e, con un batticarne di legno, pressate in superficie ricavando delle incisioni.
Spolverizzate con della paprika affumicata e infornate, a 190°, per circa 30 minuti. Dovranno dorare bene in superficie. Una volta sfornati sistemateli su una grata e lasciateli raffreddare: in questo modo acquisiranno croccantezza.
A questo punto assaporateli, da soli, accompagnati da un formaggio, da una salsa, con una pietanza o..... del golosissimo cioccolato. Sì, i contrasti sanno regalare sempre emozioni magiche.

Ma, soprattutto, preparatene in abbondanza, perché si inizia e non si sa quando si finisce ^_^

Servirà dire che si possono conservare, ben chiusi in una scatola di latta o in un barattolo di vetro, per una buona settimana?


abc

Vellutata di porri e finocchi con crostini di lupini alla salvia: timidi, ma necessari passi verso l’inverno

Seppur la mia cucina sia ancora molto varia, a metà strada tra il mood invernale e qualche slancio anticonformista, la vellutata entra di diritto tra le scelte più gradite. Ciò che mi piace al punto da darle uno slancio in più è quanto possa permettere l'utilizzo di quegli scarti che, diversamente, finirebbero nella raccolta differenziata. Spreco a cui sono sempre meno solita. Tra tutto, le foglie esterne dei finocchi sono un esempio eclatante. Mi diverto a mischiare sapori, ad aggiungere dettagli, ma quello che amo maggiormente è creare quel valore aggiunto insolito, mai provato, da sperimentare. Questa volta ho voluto provare con i lupini, i miei amati lupini. Ho dato loro una forma nuova e devo dirvi che il risultato mi ha stupito davvero. Ormai forte del lavoro della mia friggitrice ad aria calda (tranquilli, potrete utilizzare anche il forno!!), la mia testolina non si ferma mai: elabora, elabora, elabora ed elabora ancora. Il crunch è favoloso e non nasconde un sapore delicato e piacevole. Accostato al morbido abbraccio della vellutata è assolutamente sorprendente. Ecco il tepore giusto per questo inizio di inverno ^_^

Ingredienti

Per la vellutata
250 g di foglie di finocchio
50 g di porro
50 g di patate rosse
750 h di acqua
dado vegetale granulare (per me home made)

Per i crostini
75 g di lupini
25 g di patate rosse
80 g di latte di avena (o altro latte vegetale)
1/2 cucchiaino di agar agar
1 cucchiaino di dado vegetale granulare
1 manciata di foglie di salvia
noce moscata
olio evo

Iniziate a preparare i crostini. Mettete in un pentolino i lupini privati dalla pellicina, la patata tagliata a dadini e coprite tutto con il latte d'avena. Mettete sul fuoco e portate ad ebollizione. Aggiungete il dado granulare e la noce moscata quindi, raggiunto il bollore, stemperate l'agar agar con parte del liquido di cottura. Unitelo al resto del liquido e fate bollire per un paio di minuti.
Passate tutto con un mixer ad immersione, quindi unite le foglie di salvia lavate, asciugate e spezzettate finemente. Mescolate bene per amalgamare tutto perfettamente, quindi stendee in un piccolo stampo, in modo da creare una base spessa circa 1 centimetro. Lasciate raffreddare in frigorifero per un'ora almeno.
Nel frattempo lavate le verdure, foglie di finocchio, porro e patate tagliate a pezzi. Mettete tutto in una pentola con l'acqua e il dado vegetale e fate cuocere a fiamma media, fino a quando le verdure saranno morbidissime. A piacere potrete aggiungere altre spezie, o dosare in modo differente le quantità di verdure.
Riprendete la base di lupini, estraetela dallo stampo e tagliatela a dadini di circa 1 centimetro di lato. Vaporizzatele con dell'olio evo, quindi cuocete in forno o nella friggitrice ad aria calda, per 20 minuti a 200°.
Quando le verdure saranno morbide, passate tutto con un frullatore ad immersione fino a creare una vellutata liscia.
A questo punto non vi rimane che servire, in una bella findina, accompagnando tutto con i crostini di lupini ben dorati.

Assaporate la delicatezza degli ingredienti, avvolta dal profumo di salvia e fatevi coccolare come la stagione richiede e come voi meritate ^_^
E meravigliatevi, ancora una volta, di quanto delle scelte salutari siano sinonimo di piacere e successo.

abc

Crema pasticcera di mais dolce alla vaniglia: per tutte quelle volte in cui un’idea diventa soluzione e opportunità

Mi balenava per la testa da un po' di tempo l'idea di preparare questa crema. Esattamente da quando ho iniziato ad acquistare con maggiore frequenza delle pannocchie di mais dolce da far bollire e da gustare, ora saltate in padella, ora in vellutata, ora negli impasti. Quell'amore dei ricordi d'infanzia ^_^ Fu nell'ultima rivisitazione che ci pensai: se spesso propongo una cucina vegana e se di frequente le mie proposte sono dolci, perché non valutare la rivisitazione di una crema pasticcera, da tempo archiviata per scelte salutiste? Non c'è ombra di uovo, non c'è traccia di latte vaccino, solo mais, vaniglia e pochi semplici passaggi. Con il passare del tempo mi accorgo sempre più di quanto il benessere abbia radici proprio nell'alimentazione. Diventa importante, per me, scegliere di escludere alcuni ingredienti e di valorizzarne altri. Così mi informo, imparo, cerco, sperimento, scopro che questa scelta non sacrifica affatto il piacere di cibarsi. Questa crema ne è la conferma: sapore delicato e pieno, perfetto per..... vedrete, quando sarà il momento ^_^

Ingredienti

230 g di mais dolce bollito (ricavato da 2 pannocchie)
1/2 cucchiaino raso di polvere di vaniglia
230 g di latte di avena (o altro latte vegetale - di riso per la versione gluten free)
1/2 cucchiaino di agar agar
30 g di malto di riso

Pulite le pannocchie dalle foglie e dai filamenti, quindi fatele bollire in acqua per circa 40 minuti. Fatele intiepidire, quindi separate i chicchi aiutandovi con un coltello.
   Inserite i chicchi in un pentolino, versate il latte, l'agar agar (stemperato con parte del latte che utilizzarete), il malto di riso, nella quantità che desiderate poiché io non amo il dolce troppo dolce, e la polvere di vaniglia. Mescolate bene e mettete sul fuoco. Portate ad ebollizione, quindi abbassate la fiamma e procedete con altri due minuti di cottura. Mescolate in continuazione, poi spegnete la fiamma.
Passate tutto con il frullatore ad immersione, in modo da ottenere una crema il più possibile vellutata. A questo punto occorrerà eliminare le bucce dei chicchi. Setacciate tutto aiutandovi con un colino e lasciate raffreddare completamente la crema ottenuta.
A questo punto è pronta per essere utilizzata.
Farcitevi le voste torte, i vostri bignè, utilizzatela con i pancakes o riempiteci delle crespelle dolci.
Io un suggerimento ce l'ho già pronto da mostrarvi ^_^ Ma dovrete pazientare ancora un pochino!!

Il sapore del mais si avverte in maniera ben distinta, per cui valutate bene la contestualizzazione. Personalmente l'ho trovato tutt'altro che fastidioso, ma io amo particolarmente questi chicchi gialli e ricchi.


abc

INSTAGRAM FEED

Follow on Instagram