Ecco venir fuori le mie origini piemontesi. La fragranza di questi grissini mi ha accompagnato nella crescita e mi lega a ricordi d'infanzia che custodisco gelosamente. A casa dei nonni materni, nei pranzi in cui il tavolo dei bambini era separato da quello dei "grandi" (per evidenti questioni di spazio), non mancava mai lo scatolone del panificio artigianale, pieno di un'infinità di
rubatà. Venivano custoditi nella camera di nonna bis, che rappresentava il rifugio dei nipoti, la mitica camera di nonna bis, e ogni scusa era buona per sfilarne uno, poi un altro e un altro ancora. I grissini torinesi mi hanno conquistato tanto da non farmene apprezzare altra specie. Forse perché trattengono il ricordo di noi cugini ormai cresciuti e delle innumerevoli giornate trascorse a combinare guai e a non farci "beccare" (termine tipicamente torinese) dai nonni severi. Forse perché quei nonni
severi ci mancano. Forse perché......sono buoni, non c'è niente da fare sono buoni e ve lo dimostrerò.....in una versione impreziosita dalla fragranza di cottura del riso Venere.
Ingredienti
160 g di acqua (io ho
utilizzato l'acqua di cottura del riso Venere, già salata. Se utilizzaste dell'acqua normale, aggiungete 6 g di sale)
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1. |
40 g di
margarina
1 cucchiaino di malto d'orzo
375 g di farina 0
4 g di lievito di birra secco (oppure 12 g di lievito di birra)
farina di mais fioretto per la stiratura
Unite all'acqua (nella quale farete sciogliere il sale, se non usaste l'acqua di cottura del riso Venere) la margarina, il malto d'orzo e metà della farina e impastate fino ad ottenere una pasta cremosa (1).
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2. |
Aggiungete, quindi, il lievito e, poco alla volta, il resto della farina (2). Impastate bene tutto per 20 minuti fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. E' vero, ci vuole tempo e un po' di forza, ma il risultato varrà la fatica!!!
Date all'impasto una forma ovale e copritelo con un telo (3). Fatelo riposare per 20 minuti circa. Durante questa prima fase di riposo preparate un foglio di pellicola trasparente, che sia grande almeno 2 volte il rettangolo di pasta, e ungetelo in superficie con dell'olio evo.
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3. |
Riprendete il panetto avvolto dal canovaccio, schiacciatelo con le dita stendendolo leggermente e ripiegatelo in tre (4). Ponete, quindi, l'impasto sulla pellicola unta e ricopritela, in modo che non prenda aria.
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4. |
L'olio servirà a mantenere morbido l'impasto, senza che questo faccia la crosticina in superficie (5). Lasciate lievitare per almeno 70 minuti (io con i tempi di lievitazione esagero sempre e ho lasciato che crescesse per 4 ore buone). Quando aprirete la pellicola la pasta sarà morbidissima e facile da lavorare.
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5. |
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6. |
A questo punto preparate una spianatoia e cospargetene una parte con la farina di mais fioretto. Iniziate a tagliare l'impasto, dal lato più corto, in strisce di circa 2 cm di spessore, che poi dividerete a metà. Tagliatene una alla volta e ricoprite l'impasto tra una e l'altra. Mi raccomando: il taglio dovrà essere netto, per cui utilizzate una lama tagliente, in modo da non rovinare il panetto e da rendere più facile la stiratura. Allungate ciascun filoncino con le dita partendo dal centro, fino all'estremità e poi lavoratelo sulla spianatoia formando un cilindro sottile e lungo circa 40 cm. Passatelo nella farina di mais e riponetelo su una teglia, coperta da carta forno (6).
Portate in temperatura il forno, a 230° e infornate per circa 15 minuti. Il tempo di cottura dipenderà dal vostro forno e dallo spessore dei grissini (tenete presente che in cottura lieviteranno ancora).
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7. |
Controllate che non brucino, ma lasciate che cuociano bene (7).
In questo modo quando raffredderanno saranno croccanti e friabili (8). Perché sappiate che....
vanno gustati freddi!!
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8. |
Ogni volta in cui ho ospiti a cena è prerogativa assoluta che il pane e i grissini vengano preparati in casa. E con questi vi garantisco che il successo è garantito!!
abc