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Chicche di tofu e rucola alle nocciole: strategia d’approccio alle buffe espressioni della diffidenza

Negli anni in cui l'approccio ad ingredienti nuovi ha iniziato a decretare il mio reale cambiamento nell'alimentazione, facendomi scoprire alimenti visti con diffidenza dalle tradizioni mediterranee, ho collezionato così tante dichiarazioni di 'disprezzo' da poter scrivere un libro ^_^ Il primato, come peggior sostituto proteico, lo detiene il tofu.
Non sa di niente, è l'asserzione più comune. E il naso arricciato, la bocca serrata e lo sguardo torvo, è la più comune espressione. Ma il ricordo più affettuoso appartiene alla reazione di un carissimo amico che, ipotizzando una cena con la sua famiglia in cui avrei potuto cucinare io, mi disse: "Basta che non prepari nulla con il polistirolo". Beh, quella cena, per problemi logistici, non si è mai tenuta, ma sono certa che, se assaggiasse qualcosa con il polistirolo interpretato dai miei due neuroni e preparato dalle mie umili manine, non ne rimarrebbe affatto schifato. La prova, l'ennesima, sono questi sfiziosissimi bocconcini croccanti. Io ho ottimizzato gli ingredienti ottenuti dalla preparazione del latte di nocciole proposto qualche tempo fa, utilizzando l'okara, cioè quello che rimane dalla spremitura delle nocciole tritate, ma si possono usare direttamente le nocciole tritate (peraltro il sapore sarà più pieno!!). Nessuna scusa, quindi: la fantasia e un po' di furbizia non vi faranno pentire della scelta intrapresa!! Sono pronta a sperimentare!!

Ingredienti

90 g di tofu
50 g di okara di nocciole (o nocciole tritate)
1 mazzetto di rucola
sale
noce moscata
pangrattato di riso
olio evo
salsa rubra (la mia è fatta in casa)

Lavate la rucola e asciugatela accuratamente. Tritatela insieme al tofu in una ciotola e unitevi l'okara di nocciole.
Mescolate tutto, quindi aggiungete il sale, la noce moscata ed eventualmente altre spezie a vostro piacere (o del peperoncino ^_^).
Lasciate riposare l'impasto per una decina di minuti, quindi formate delle polpette grandi come noci.
Su un foglio di carta assorbente versate il pangrattato. Rotolateci le polpette, impanandole completamente.
Lasciate riposare le polpette panate in frigorifero per circa mezz'ora, oppure passatele in congelatore per una decina di minuti. Quindi mettete a scaldare poco olio evo in una padella antiaderente.
Quando sarà bel caldo, posatevi le polpette e fatele rotolare in modo che vengano completamente irrorate dall'olio. Fatele cuocere a fiamma viva per una decina di minuti, in modo che si formi una bella crosticina croccante e dorata.
Quando saranno pronte trasferitele su un piatto da portata. Accompagnatele con della verdura fresca tagliata a julienne, o con un'insalata e lasciate al centro del piatto della salsa. Io ho scelto una rubra dolcissima fatta da mia mamma (non vi so descrivere l'intensità del sapore).
Il mix perfetto di sapori rende il piatto completo e sfizioso, nutriente e leggero, ricco e saporito.

Il polistirolo si veste a festa!!!! E si tinge di colori intensi ^_^

Che qualcuno possa mangiare tofu senza saperlo e, soprattutto, senza disprezarlo? Credo che non verrò chiamata per l'organizzazione di una cena per molto, molto, molto tempo ^_^

abc

Vellutata di zucca e fagioli con croccante di mandorle e uvetta al cardamomo: una danza armoniosa di dettagli

Vellutata è sinonimo di autunno. Concetto scontato? Provate a dirlo quando la vellutata diventa sfida, e si trasforma in palcoscenico in cui i sapori si incontrano, danzano insieme e si intrecciano in coreografie armoniose e sorprendenti. Così come uno spettacolo non è solo quello che i nostri occhi vedono, ma è l'energia che si sprigiona nell'esternazione, fatta di infiniti momenti di studio, di dettagli, di legami, un piatto non è solo quello che il palato accoglie, ma è l'esperienza di incontro e di piacere tra piccole parti che si sommano, si completano, si esaltano l'un l'altra. Questa non è una semplice vellutata. Questa è sostanza, è la giusta consistenza, è l'armonia perfetta tra sapori che si completano, tra intensità differenti, dettagli insoliti che incuriosiscono, sorprendono e divertono. Non un insieme casuale, ma una scelta precisa. Qui l'autunno non è solo nei colori. D'autunno si tingono anche i sapori: intensi, avvolgenti, pungenti e corposi. Che scaldano, confortano, raccontano favole affascinanti.

Ingredienti

250 g di zucca pulita
50 g di fagioli (io dell'orto di casa)
400 ml di acqua
sale grosso
1 rametto di rosmarino fresco
noce moscata
peperoncino
10 g di mandorle pelate
10 g di uvetta sultanina
3 bacche di cardamomo
sale

Lavate la zucca e tagliatela a dadini. Inseritela in una pentola capiente, unitevi i fagioli e coprite tutto con l'acqua. Lavate il rametto di rosmarino, sfogliatelo e unite gli aghetti in pentola.
Mettete sul fuoco e portate a bollore. Aggiungete un pizzico di sale grosso. Utilizzatelo con parsimonia: l'acqua in cottura si consumerà e la sapidità tenderà a concentrarsi. Aggiungete il peperoncino e la noce moscata a piacere, coprite con un coperchio, e lasciate cuocere fino a quando la zucca sarà completamente morbida. Ci vorrà almeno mezz'ora.
   Aprite le bacche di cardamomo e prelevate i semini. Pestateli in un mortaio, in modo da frantumarli. Tritate con una mezzaluna le mandorle e l'uvetta, con i semi di cardamomo pestati. In questo modo i sapori inizieranno ad amalgamarsi bene.
Scaldate una padella antiaderente, senza aggiungere grassi. Quando sarà calda versatevi il trito e fatelo saltare. Salatelo a piacere e continuate a tostarlo, fino a quando sarà dorato e croccante.
Spegnete, quindi, la fiamma e tenete da parte.
Quando la zucca sarà pronta, spegnete la fiamma e lasciate intiepidire leggermente. Con un frullatore ad immersione passate le verdure a lungo, fino ad ottenere una crema perfettamente liscia e corposa.
A questo punto servite la vellutata in coppette e coprite la superficie con abbondante croccante di mandorle e uvetta.
Assaporate l'unione di sapori e il perfetto bilanciamento di consistenze. Io mi sono fatta coccolare dal calore di questo piatto, dal suo profumo inebriante e dalla sua particolare delicatezza.

Vellutata sì, ma mai che sia scontata!
Ve ne lascio un assaggio ^_^

abc

Panatura di totani al forno: il piacere della finzione, quando di finto c’è soltanto la frittura

Lo confesso, per quanto la mia cucina tenda sempre più verso un'impronta vegetariana, con qualche slancio vegano, ci sono piatti a cui non so davvero resistere. Non me li concedo spesso, ma quando sento l'ispirazione, è bene che la colga: per qualcuno potrebbe essere una benedizione vedermi mangiare così!! La carne l'ho quasi definitivamente eliminata. Se una volta mi concedevo dei bei filetti, o delle costate, o polpette di ogni genere, o ancora tanti begli ossicini da ripulire al meglio, oggi mi riduco ad un pezzo di pollo al mese e a qualche fettina, qua e là, di prosciutto e di bresaola. Difficile che senta il bisogno di saziarmi di carne. Differente è il discorso per il pesce. Forse perché è più delicato, forse perché il mio stomaco ne gadisce la leggerezza, forse perché mi fa semplicemente più gola, insomma, davanti ad un buon piatto di pesce non riesco a fermarmi. E questa volta mi è bastato vedere dei freschissimi totanelli in pescheria, per capire che li avrei apprezzati. E che li avrei preparati così. E' una vita che non li mangio e ho sentito che fosse arrivato il momento di rimediare. Di finto, in questa portata, c'è solo la frittura. Perché tutto quello che si può cercare in un piatto del genere, si avverte in modo deciso. La croccantezza della panatura, la fragranza data dalla cottura, la tenerezza della carne e l'avvolgenza del profumo. A chi piace, uno spicchio di limone sarà l'unico accessorio richiesto, poi.... così'altro desiderare?

Ingredienti

200 g di totani freschi
1/2 limone bio
noce moscata
zenzero in polvere
2 bacche di cardamomo
5 g di olio evo
sale
1 cucchiaino di farina di riso
1 cucchiaio di pangrattato di riso

Lavate i totani, puliteli dagli occhi e dalle interiora e tagliateli ad anelli. Lavate il limone. Prelevate la buccia e tenetela da parte. Spremete metà limone. Versate il succo in una boule, insieme all'olio, al sale, alla noce moscata, allo zenzero e ai semi di cardamomo contenuti nelle bacche. Amalgamate bene, quindi unite i totani tagliati. Aggiungete la scorza del limone, mescolate bene con le mani in modo che la marinatura avvolga perfettamente il pesce, coprite con un foglio di pellicola e lasciate marinare per un paio d'ore in frigorifero.
Trascorso il tempo, accendete il forno e portatelo alla temperatura di 180°.
Sistemate su un foglio la farina di riso, il pangrattato e una bella grattugiata di noce moscata. Mescolate tutto in modo da ottenere una polvere omogenea.
Prelevate i totani dalla marinatura e scolateli. Passateli nel pangrattato, facendo in modo che vengano completamente coperti dalla panatura.
   Ungete leggermente una teglia (io l'ho coperta con un foglio di carta forno, poi unto leggermente) e sistemate i totani, cercando di distribuirli senza che rimangano accavallati tra loro.
Infornate e cuocete a 180° per 30 minuti, controllando la cottura e smuovendoli un po' dopo circa 20 minuti. Controllate che siano ben dorati e che lo siano uniformemente. Eventualmente salateli ancora, quando mancheranno pochi minuti.
Sfornateli e serviteli.
Io li ho accompagnati con delle sfoglie di melanzana, ovviamente non fritte ^_^
Ora, come mi piace consigliare, sporcatevi le mani!!!!! E non lasciate neanche una briciola.
La croccantezza della panatura e la morbidezza del totano vi sapranno conquistare in una lotta all'ultimo anello ^_^



abc

Vellutata di spinaci e castagne al cardamomo: l’importanza di saper attendere il momento giusto

Probabilmente avrei dovuto attendere il mio momento. Funziona così per tutto: ogni cosa a suo tempo. Così avrei dovuto anelare a questa spezia per molti mesi, prima di riuscire a trovarla. E in questi mesi avrei dovuto nutrirmi del suono del suo nome, arricchirmi, immaginarne il sapore. E non so spiegarvi quanto la sola idea che si era creata nel mio immaginario mi facesse amare questo incontro. Poi un giorno, in trasferta in quel di Torino, mamma mi propone una visita al Negozio Leggero di Moncalieri. E' il luogo in cui generalmente mio fratello fa scorte di ogni bene, tutti prodotti alla spina che puoi decidere di farti confezionare direttamente in barattoli tuoi personali, portati da casa. Scelta etica, anche questa. Si trova davvero ogni genere di delizia. Quel giorno mamma sapeva che mi avrebbe reso felice. Ho trovato il mondo. E, il mondo, ho portato a casa. Ma soprattutto, questo negozio, abbarbicato sulla collina del centro storico, è stato teatro del grande incontro: il mio olfatto e il cardamomo. Profumo intenso, che mi ha subito affascinato. Pieno, rotondo, proprio come l'avevo immaginato. I suoi semi sono piccole pepite dal sapore rispettoso, ma travolgente. Dolce e incisivo. Di carattere. Esattamente come piace a me. Il sacchetto ha subito acquisito volume e il suo aroma mi ha reso trepidante fino al momento in cui ho potuto viverne la trasposizione sul palato. Oggi è un elemento importante nella mia cucina: dagli infusi alle pietanze, è un favoloso insaporitore che, con le sue preziose proprietà antisettiche, diuretiche e depurative (se voleste approfondire leggete qui), coccola e appaga. Oggi ve lo presento vestito da primo piatto. Lasciatevi inebriare.

Ingredienti

200 g di spinaci freschi puliti
200 ml di acqua
3 bacche di cardamomo
10 castagne + 2 per il crumble
sale nero di Cipro
1 cucchiaio di olio evo + q.b.

Lavate molto bene gli spinaci, in modo che tutta la terra e le impurità vengano eliminate. Inseriteli in una pentola capiente e unite l'acqua. Mettete sul fuoco e portate ad ebollizione.
Nel frattempo aprite le tre bacche di cardamomo e prelevate i semi.
Uniteli agli spinaci, in pentola, insieme al sale e coprite tutto. Lasciate bollire a fuoco basso per circa 20 minuti.
A parte fate bollire le castagne in abbondante acqua, per una ventina di minuti, al massimo mezz'ora. Scolatele, raffreddatele e sbucciatele. Tenetene due da parte, mentre il resto unitelo agli spinaci.
   Versate un cucchiaio di olio evo e passate tutto con un frullatore ad immersione, fino a quando si sarà creata una crema vellutata e momogenea.
In una padella scldate pochissimo olio evo. Sbriciolate le due castagne tenute da parte e fatele rosolare in padella, per pochi istanti, a fiamma viva. Dovranno dorare e diventare croccanti. A piacere potrete salarle leggermente. A questo punto tutto è pronto per essere impiattato.
Versate una generosa porzione in una ciotola e cospargete la superficie con il crumble di castagne.
Servite immediatamente e gustate la vellutata bollente.

L'aroma del cardamomo sposerà bene la delicatezza degli asparagi e donerà carattere alla consistenza delle castagne.
Un piatto semplice, genuino e nutriente. Che non risparmia, di certo, il sapore!


Con questa ricetta partecipo al contest di Michela e Alex
http://atuttopepe.blogspot.it/2014/10/crema-zucca-castagne-salsiccia-contest.html
 

abc

Chips di patate senza frittura: l’incontro tra curiosità, aspettativa, desiderio e gusto

Io sapevo che avrei cercato, da subito, di approcciarmi in maniera edificante al mio nuovo acquisto. Sapevo che avrei dovuto cercare un posticino di facile accesso, in cui riporlo, perché di frequente ne avrei sentito il bisogno. Sapevo che, per quei ripiani, sarebbero passati i più svariati alimenti e che, ciascuno di questi, mi avrebbe conquistato. E sapevo che, alla fine, avrei ceduto anche alle patate. Solo una cosa non avevo previsto: che proprio le patate sarebbero state tra le prime ad essere sperimentate ^_^
Il primo esperimento l'ho eseguito utilizzando le patate crude. L'essiccatore permette di essere utilizzato seguendo un programma crudista, che non prevede una temperatura superiore ai 42°. Ci ho provato. No, abbandono l'idea crudista sulle patate. Il loro sapore forte non mi conquista affatto. Ci riprovo: faccio sbollentare le patate, poi le passo sull'essiccatore, poi le aromatizzo. Decisamente d'impatto e molto sfiziose, ma gli aromi scivolano via facilmente. Con il terzo tentativo ho fatto centro. Ho affettato molto finemente le patate, le ho bollite velocemente con gli aromi e poi le ho essiccate. Che dire??!! Uno spasso ^_^
E con il brodo ottenuto..... una zuppetta niente male. Perché in cucina ci sono sempre infinite risorse da sfruttare!!

Ingredienti

2 patate rosse
2 rametti di rosmarino
1/2 spicchio d'aglio
sale grosso
noce moscata
paprika dolce

Pelate le patate e affettatele, con una mandolina, in fettine molto sottili. Lasciatele in ammollo, cambiando acqua un paio di volte, in modo che perdano il loro amido.
Nel frattempo lavate i rametti di rosmarino, Asciugateli, sfogliateli e tritateli, insieme all'aglio pulito. Aggiungete la noce moscata e la paprika secondo il vostro gusto (oppure utilizzate spezie diverse) e mescolate bene.
Mettete sul fuoco un pentolino con circa un litro di acqua. Aggiungete una piccolissima manciata di sale grosso e il trito di erbe e spezie. Portate ad ebollizione, quindi immergetevi le sfoglie di patata. Se fosse necessario cuocetele in due volte.
Lasciatele sbollentare per un paio di minuti, non di più. Più tempo le farebbe disfare. Prelevatele, quindi, con una schiumarola e sistematele su un canovaccio pulito, stendendole bene. Lasciatele asciugare.
A questo punto sistemate le sfoglie sui ripiani dell'essiccatore. Accendetelo alla temperatura di 42° e lasciatelo in azione per circa 4 ore. Controllate che siano ben asciutte e secche. Sarà facile che qualche fettina raggiunga prima la consistenza perfetta, e qualcuna dopo. Man mano togliete quelle pronte e lasciate terminare la preparazione delle altre. In totale, comunque, non ci dovremìbbero volere più di 4 ore. A questo punto potreste già essere soddisfatti. Io, però, non mi sono fermata qui.
Per rendere più sfiziose le mie chips le ho passate, per un paio di minuti, sotto il grill. In questo modo le ho fatte dorare e le ho rese ancora più croccanti.
E' un passaggio che vi consiglio vivamente. Vi permetterà di ottenere delle chips molto simili alle patatine, ma senza un solo filo di olio.
Per chi non avesse l'essiccatore, la stessa preparazione potrebbe essere effettuata in forno, ad una temperatura di 50°, con lo sportello leggermente socchiuso, in modo che il capore esca e non faccia ammorbidire le patate. Certo, però, sarebbe una scelta alquanto dispendiosa ^_^

Adatte da servire come aperitivo, da accompagnare a salsine (sempre fatte in casa, mi raccomando e sempre con un occhio di riguardo alla salute ^_^), sono sfiziose e perfette anche per uno spuntino spezza fame. Si conserveranno molto bene, mantenendo la loro perfetta croccantezza, chiuse in un barattolo di vetro.
Ah!! Non di poca importanza: dal momento che le patate, prima della cottura, hanno rilasciato una buona parte di amido e che il brodo di cottura rimarrà perfettamente aromatizzato, perché non approfittarne per fare una bella zuppa? Io l'ho preparata con germogli di soia e alga wakame. E l'ho gustata fino all'ultima goccia!! ^_^

abc

Polpette di melanzane con cuore filante: ottimizzazioni di risorse e nuove conquiste

Finalmente la mia versione di polpetta!!!! Ormai, leggendo sempre le mie dosi pro capite, saprete che cucino quasi sempre per una sola persona. E immaginerete come sia difficile, talvolta, dividere gli ingredienti, utilizzarli in parte per poi ripeterli per i giorni seguenti, fino al loro totale smaltimento. Così è successo per questa melanzana. Quando vi proposi questa versione il mio estro cercava già un modo per consumare la metà rimasta. Questa volta non è stato difficile: polpette. Sento parlare spesso di questa delizia. Fatta in svariati modi, tutti difficilmente replicabili nella mia cucina per la presenza di ingredienti che generalmente non utilizzo. Così mi sono detta: perché non provarci? E perché non aggiungere nell'etere una ricetta in più? La mia personalissima versione di polpetta di melanzana? L'ho voluta semplice, aromatizzata e con pochissimi ingredienti. Ho prediletto, ome di consuetudine, la cottura in forno e.... il risultato è stato sbalorditivo. Morbide e delicate, in una crosticina sfiziosa e con un cuore di travolgente avvolgenza. Lancio avvenuto con successo: le mie polpette di melanzane viaggiano verso i vostri palati!!

Ingredienti

100 g di polpa di melanzana cotta al vapore
1/2 spicchio d'aglio
2 rametti di rosmarino
sale nero di Cipro
25 g di farina di riso bio
10 g di parmigiano grattugiato
9 cubetti di parmigiano
pangrattato di riso
olio q.b.

Estraete la polpa dalla melanzana cotta a vapore. Tagliatela a pezzi ed inseritela in un boccale. Aggiungete il rosmarino, precedentemente lavato e sfogliato, il sale e lo spicchio d'aglio.
Frullate tutto, fino ad ottenere una crema. unite la farina di riso e il parmigiano grattugiato e amalgamate bene.
Lasciate riposare l'impasto per circa mezz'ora: in questo modo i sapori si armonizzeranno e si intensificheranno.
Nel frattempo tagliate il parmigiano in cubetti e rivestite una teglia con carta forno. Ungetela leggermente alla base, in modo da creare una perfetta superficie di cottura. Riprendete ora l'impasto e procedete alla formazione delle polpette.
Bagnatevi leggermente le mani. Prelevate poco impasto alla volta e affondateci, nel mezzo, un cubetto di parmigiano.
Passate ciascuna polpetta nel pangrattato di riso, quindi sistemate le polpette nella teglia, facendole rotolare leggermente sul fondo, in modo che si ungano leggermente. Procedete fino a terminare l'impasto (e quindi anche il parmigiano. Con queste dosi ve ne verranno circa nove).
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 200°
Infornate le polpette e lasciatele cuocere per circa 30 minuti, girandole durante la cottura, in modo che cuociano in maniera uniforme.
Quando saranno ben dorate, sfornatele e servitele.
Io le ho accompagnate con una freschissima insalatina di rucola e finocchi, impreziosita da semi di sesamo. Un piatto da verdura al quadrato ^_^ Ricco, semplice e genuino.
Ma, soprattutto, pieno di irresistibile sapore!!!
Difficile fermarsi di fronte a tanta sfiziosa bontà ; ))




abc

Biscotti di carote ai pistacchi: la proiezione di un modo di essere e il pensiero in continua evoluzione

Seppur ultimamente non ne abbia più fatto cenno, spostando l'attenzione su altri argomenti, la colazione rimane il punto focale delle mie giornate. No, nel frattempo non ho stravolto le mie abitudini o spostato il baricentro della mia quotidianità ^_^ Il risveglio deve proiettare i migliori propositi sul nuovo giorno e non esiste risveglio che si rispetti, senza una colazione che si rispetti. Quello che, forse, un po' è cambiato, è il modo di pensare al dolcetto. Sempre più folle, sempre più audace. Il fatto che non debba obbligare palato altrui all'assaggio forzato di nuovi intrugli, mi autorizza a lanciarmi in elaborazioni niente affatto tradizionali. E, a dirla tutta, questa cosa del non essere affatto intrappolata in schemi definiti di normalità, nella cucina come nella vita in genere, mi piace davvero tanto. Così quando ho immaginato questi biscotti non ci ho pensato un attimo a provarci. E sapete? Non sono assolutamente niente che si possa paragonare ad un sapore già vissuto, niente che possa ricordare una consistenza già assaggiata. Sono loro, con la loro identità, la loro stranezza e la loro forte personalità. E mi rappresentano alla grande ^_^
Ah.... preparatevi, qui si biscotta a tutto spiano!!

Ingredienti

230 g di carote
25 g di zucchero di canna grezzo Dulcita
30 g di pistacchi + 25 g per la copertura
20 g di mandorle
40 g di crusca di grano
45 g di farina tostata di soia
25 g di farina di canapa sativa
15 g di olio evo

   Pulite le carote e tritatele finemente, insieme allo zucchero di canna. Pulite i 30 g di pistacchi, cercando di eliminare tutte le pellicine e uniteli, insieme alle mandorle, al trito di carote. Tritate ancora, formando un composto piuttosto uniforme.
Setacciate e mescolate tra loro le farine, la crusca di grano e tenetele da parte.
Versate l'olio nelle carote e, un cucchiaio alla volta, unite le farine. Lavorate bene tutto fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Pulite i restanti 25 g di pistacchi e pestateli grossolanamente in un mortaio. Rovesciateli su un foglio di carta da cucina. Con l'impasto formate delle palline grandi poco meno di una noce.
Schiacciatele nel mezzo e passatele, su una sola superficie, nei pistacchi in granella.
Sistemateli su una teglia coperta da carta forno e cuoceteli, a 180°, per 30 minuti. Controllate la cottura: non diventeranno croccanti e friabili come frollini, ma fate attenzione che i pistacchi in superficie non tendano a bruciacchiarsi. Potrebbe essere necessario un tempo di cottura differente, in base al vostro forno. Una volta sfornati, lasciateli raffreddare su una gratella.
   Quando saranno freddi sistemateli in piccoli pirottini e serviteli. Possono essere una deliziosa idea regalo, un dolce e originale pensiero per la vicina di casa, o per la maestra dei vostri bambini che, oggi in buona parte delle regioni, inizieranno il nuovo anno scolastico.
O semplicemente potranno deliziare i vostri risvegli, così come hanno deliziato i miei ^_^


L'importante, nella vita, è..... osare sempre!!

abc

Fiori di zucca farciti ed essiccati: nuove conoscenze, grandi aspettative e invitanti stimoli

E' arrivato l'essiccatore!!!!! E' arrivato pochi giorni prima che partissi per l'Abruzzo, per quel viaggio importante di cui presto vi parlerò. E' arrivato in un momento in cui non avrei potuto mettermi all'opera, così sono stata costretta a fronteggiare la mia curiosità e a lasciare che questa meraviglia occupasse il suo nuovo spazio (come porta vaso, vi garantisco che fa la sua bella scena ^_^). Mia madre ha sgranato gli occhi, quando le ho descritto le dimensioni di questo marchingegno. "E dove lo metti?". La mia cucina è parecchio piccolina e, chi l'ha vista lo sa, sia mai che sacrifichi un ripiano della dispensa, rinunciando alle mie amate farine, ai miei preziosi semi, ai cereali, alla frutta secca, alle mie conserve casalinghe, .... Ma lì è perfetta. Magari rivestirò la scatola di tessuto, o cercherò una cesta per contenerla, ma è il caso che rimanga lì, sempre a portata di mano. Perché lavorerà alla grande!! Il primo esperimento è stato con dei dolcissimi pomodorini Pizzutello. Quando ho visto il risultato ho fatto scorta di pomodori, ora che sono ancora succosi e prelibati, e mi sono garantita una modesta scorta per l'autunno. Ma, mentre vedevo trasformarsi questi frutti in piccole patacche rosse, già elucburavo.
Questi fiori sono il frutto di una neonata passione, che tanto ancora mi dovrà insegnare, ma che tanto mi sta appassionando. E, sempre questi fiori, sono uno snack originale, salutare, sfizioso e irresistibile. E sono davvero fiera del risultato!!

Ingredienti

200 g di fiori di zucca
20 g di nocciole
2 rametti di menta (anche di più se utilizzaste la mentuccia)
sale

Pulite i fiori di zucca, eliminando il pistillo e il gambo, quindi lavateli e tamponateli delicatamente, senza romperli.
Lavate anche la menta e asciugatela bene.
Prelevate le foglie e pestatele, insieme alle nocciole, in un mortaio, fino a creare un battuto piuttosto fine.
Aiutandovi con un cucchiaino, farcite delicatamente ciascun fiore con una parte del composto di menta e nocciole, cercando di uniformarlo su tutta la superficie.
   Disponete ora i fiori sui ripiani dell'essiccatore, facendo in modo che non si sovrappongano. Con l'essiccazione si ridurranno di volume, ma è bene non metterli troppo ammassati, in modo da far circolare bene l'aria tra loro.
Impostate la temperatura sui 54° e, coprendo con il coperchio, azionate l'essiccatore.
Io li ho fatti essiccare per circa 8 ore. Era la prima volta e sono andata un po' ad occhio. E' stato sufficiente per ottenere delle belle cialde secche.
A questo punto estraeteli e sistemateli su un ripiano, sopra un foglio di carta assorbente. Cospargeteli di sale e copriteli con un altro foglio assorbente. Sistematevi sopra un tagliere (o un oggetto piatto) e ponete sopra un peso, in modo da schiacciarli.
Lasciateli una notte intera, quindi raccoglieteli e..... conservateli, oppure assaggiateli.

Snack sfizioso e salutare, oppure antipastino originale, magari servito con una salsina alla rucola e menta, o ancora decorazione per una cheesecake salata, o tutto quello che la vostra fantasia suggerisce. Non vi deluderanno!!


abc

Friggitelli ripieni: piccole conquiste che tingono di delicata dolcezza le più consolidate tradizioni

Prima d'ora la parola friggitello proiettava nel mio immaginario solo un ortaggio cucinato in umido, intero insieme ai suoi semini, leggermente rosolato e dal sapore intenso nella sua cottura semplice. Tradizioni di famiglia. Non un piatto consumato spesso, ma sempre in questa versione.
Poi, come per ogni ortaggio di cui l'orto di famiglia è genitore, ho iniziato a girare intorno a questo piccolo peperone verde e a cercare di capire se e come avrei potuto interpretarlo, giusto per affrontare con fantasia le maggiori frequenze con cui mi sarebbe capitato di cucinarlo. Ho iniziato, dapprima, con la farcitura di questi baci di dama. Fu allora mi convinsi che avrei potuto farne altre varianti. Ripieni. Ripieni. Ripieni. Ripieni. Era una eco infinita che ha accompagnato un susseguirsi di giornate. Fino a quando.... rupieno fu. Il sapore deciso del friggitello avrebbe richiesto qualcosa di dolce, a contrasto. Ho scelto un formaggio morbido e delicato e l'ho impreziosito con piccole gemme ricche e dolci. Non sapevo cosa ne sarebbe venuto fuori, ma come ogni volta, la fotografia è d'obbligo..... sia mai che poi il risultato sia meritevole. L'assaggio mi ha dato ragione: questi piccoli bocconcini verdi sanno appagare l'appetito coccolando il palato. E quando mia mamma ne è venuta a conoscenza..... ha strabuzzato gli occhi, con un "ma davvero???". Tradizione rivoluzionata. Con sapore. Con piacere. E con estrema semplicità.

Ingredienti

3 friggitelli
75 g di ricotta vaccina
10 g di semi di zucca
5 g di bacche di Goji
sale rosa dell'Himalaya
olio evo

Lavate i friggitelli. Eliminate il picciolo e puliteli da tutti i semini. Teneteli da parte.
Tritate finemente i semi di zucca insieme alle bacche di Goji. Io non sono solita lasciarle in ammollo, perché sono comunque morbide e danno una piacevole consistenza.
Unite il trito alla ricotta, salate a piacere e mescolate fino ad ottenere un composto omogeneo.
   Aiutandovi con un cucchiaino e avendo molta cura, riempite ciascun friggitello con la farcia. Cercate di fare arrivare il ripieno fino in fondo, facendo fuoriuscire l'aria e facendo in modo che non rimangano spazi vuoti.
Portate il forno alla temperatura di 200°. Sistemate i friggitelli farciti in una piccola pirofila, cospargete con un filo di olio evo e infornate.
Cuocete i friggitelli per circa 30 minuti, fino a quando saranno ben rosolati.
Quindi sfornate e lasciate intiepidire leggermente.
Servite i friggitelli e assaporateli nella loro intensa dolcezza. Piccoli bocconcini morbidi, profumati e gustosissimi.

Sarà impossibile resistere!!!



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Mini capresi al forno: prospettive, incontri e avvicinamenti di una stagione fuori stagione

Quando Maometto non va dalla montagna, la montagna va da Maometto. Così, se l'estate non viene a noi, noi andiamo verso l'estate. Ecco qual è stato il mio pensiero costante di questi mesi. La caprese è uno dei piatti veloci più desiderato sulle tavole italiane. Ma a dire il vero quest'anno non ho mai veramente necessitato di tutta questa freschezza. I sapori, però, quelli si cercano sempre e si rincorrono in tutti i modi. Che estate (o finta estate) sarebbe, senza pomodoro e mozzarella? Ecco allora che ho voluto contestualizzare una caprese, personalizzandola con sapori che richiamano l'estate e che appagano i miei personali gusti. Basilico e semi di zucca legano questi bocconcini  e rendono particolare un piatto tipicamente stagionale, in versione fuori stagione. Semplici, veloci, creano assoluta dipendenza. Il profumo si sprigiona durante la cottura e rapisce senza rimedio. Che sia un lento procedere verso nuovi sapori stagionali? In ogni caso è un piacevole modo per gustare gli ultimi attimi di estate. O finta estate.


Ingredienti

5 pomodorini dolci di Valpolicella
100 g di mozzarella light
20 foglie di basilico
10 g di semi di zucca
pepe
sale

Prendete i pomodorino, privateli del verde e lavateli.
   Tagliate la sommità e, con uno scavino, private della polpa tutti i pomodori, facendo attenzione di non rompere i pomodori stessi. Salateli all'interno e lasciateli scolare, a testa in giù, per almeno mezz'ora, in modo che perdano buona parte della loro acqua di vegetazione.
Lavate e asciugate bene le foglie di basilico. Pestatele, in un mortaio, insieme ai semi di zucca.
Aiutandovi con un cucchiaino, inserite in ciascun pomodorino un po' di pesto. Cercate di "sporcare" bene le pareti interne.
Tagliate la mozzarella in tocchetti e strizzatela leggermente, in modo da farle perdere l'acqua in eccesso.
Salatela, quindi inserite in ciascun pomodorino un tocchetto, premendolo bene affinché riempia bene tutto l'incavo.
Sistemate i pomodorini in una pirofila, in modo che rimangano dritti. Cospargeteli con una macinata di pepe.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 180°. Infornate e cuocete i pomodorini per 20 minuti, su un ripiano alto in modo che la superficie diventi dorata.
Sfornate e impiattate. Accompagnateli con verdura fresca o saltata. Io li ho accostati ai miei amati germogli di soia al forno.

Lasciateli intiepidire leggermente, quindi assaporateli nel pieno della loro intensa semplicità.

Piccole briciole d'estate sulle vostre tavole e grandi momenti di vera soddisfazione.


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