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Focaccia integrale con dadolata di salame e nocciole: un ritorno al passato per un appuntamento mancato

C'è un tempo per tutto. C'è un tempo per ascoltare, un tempo per decidere, un tempo per comunicare, un tempo per esserci, un tempo per arretrare. C'è un tempo per prepararsi, un tempo per sentirsi pronti, un tempo per sentirsi inadeguati, un tempo per capire che.... non è tempo.
E' così sottile il confine tra un periodo e l'altro che è davvero facile sbagliare. C'è stato un tempo in cui ho pensato che ce l'avrei fatta, e proprio per questo ho accettato di partecipare al contest "i lievitati della nonna". E mi sento davvero in difetto per aver ricevuto le meravigliose farine Frumenta e non aver fatto in tempo a proporre al mia ricetta entro la data di scadenza. Perché non sai mai cosa succede dal momento della decisione al momento della realizzazione. E quando ho realizzato questa focaccia, che per me è un ricordo d'infanzia, non ero certo fedele alla promessa implicita di partecipazione. Ma c'è un tempo anche per la presa di coscienza. E per le scuse. Questa focaccia mi ricorda i sapori di un tempo, nello specifico mi ricorda gli impasti di una zia paterna. Ci sono legata da tempo, anche se è da tempo che non me la concedo. Per questo l'ho voluta portare alla luce. L'ho arricchita con deliziose nocciole nostrane (ah, l'orto della mamma ^_^), l'ho assaporata in un piccolo boccone, l'ho resa in parte pane (prima cottura su pietra refrattaria) e l'ho condivisa, in amicizia...... Perché, seppur ci sia un tempo per capire che non si è più in tempo per certe cose, per la condivisione non è mai troppo tardi.
Ma ricordate che, in caso di focaccia, deve esserci un tempo, che io ho mancato, per il riposo in teglia, prima della cottura ^_^

Ingredienti

Per il poolish
150 g di farina di grano tenero 1 Frumenta
100 g di farina integrale Frumenta
20 g di lievito madre secco naturale
270 g di acqua

Per l'impasto
poolish
120 g di farina di grano tenero 1 Frumenta
180 g di farina integrale Frumenta
30 g di lievito madre secco naturale
200 g di acqua
8 g di sale integrale di Cervia
10 g di malto d'orzo
40 ml di olio evo
100 g di salame a dadini
50 g di nocciole

Setacciate le farine e il lievito in una boule, quindi versate 270 g di acqua, mescolate velocemente senza impastare, ma facendo in modo che le farine siano irrorate perfettamente, e coprite tutto con un foglio di pellicola trasparente. Lasciate riposare in un luogo tiepido per 15 ore, o almeno fino a quando vedrete comparire, in superficie, delle bollicine. Io utilizzo il forno spento, con la sola lucina accesa.
Trascorso il tempo versate il poolish in un'impastatrice (se impastaste a mano, versate il resto degli ingredienti nella stessa boule o lavorate tutto in una più capiente), aggiungete l'acqua, la restante farina, setacciata insieme al lievito, e lavorate fino ad ottenere un impasto liscio. Unite il sale e, per ultimo, l'olio a filo. Continuate a lavorare fino a quando sentirete la pasta ben incordata.
Versate tutto in una boule unta e coprite con la pellicola. Lasciate lievitare fino al raddoppio di volume. A me ci sono volute circa 5 ore.
Nel frattempo tagliate il salame* a dadini e le nocciole, a coltello, in pezzi non troppo piccoli.
Quando l'impasto sarà pronto, scopritelo, quindi unite salame e nocciole.
Impastate in modo da incorporare bene tutto, quindi stendete la pasta su una teglia, coperta da carta forno. A questo punto l'impasto dovrebbe riposare, in luogo tiepido, per almeno un'ora. Io, quell'ora, non l'ho avuta e ne è andata sicuramente della sofficità dell'impasto post cottura.
Portate il forno alla temperatura di 200°, versate un filo di olio evo sulla superficie e infornate. Cuocete per circa 30 minuti, fino a quando la vostra focaccia sarà ben dorata, quindi sfornate e lasciate raffreddare.

Tagliate la focaccia a fette e cedete alla meraviglia!!! Anche in questa occasione ho potuto avere il parere di palati estranei e diversi dal mio. E quello che vi riporto è frutto di quei giudizi ^_^ Fragrante, saporita, insolita, sorprendente.

La dimostrazione che tradizione e innovazione possono essere grandi complici, anche in cucina.
Ah, visto che ve ne ho fatto cenno, il pane su pietra refrattaria è venuto una bomba!!!!! :D
I crostini che vi presentai immersi nella vellutata di zucca e castagne, qualche giorno fa. Ora sapete quale piacere ci sia nel crearsi da sé pure prelibatezze ^_^

*La storia di questo salame un po' ve l'ho accennata nella condivisione della foto su Instagram. "Immagino papà, dal suo cielo, fare quel ghigno e dire 'era ora'". Ebbene, era un salame conservato sottovuoto, gelosamente. Un salame della sua terra, preso insieme a lui, nell'ultima estate trascorsa insieme. Era importante, per me, dargli il giusto valore. Il suo ruolo protagonista l'ha avuto: a me ha regalato un piacere nostalgico e affettuoso, a qualcun altro..... un sapore di quello che sono, io, nella mia semplicità e con i miei mille difetti.abc

Piadine nere sfogliate: l’incontro irresistibile tra desideri, piaceri, ricordi e nuovi sapori

Altra preparazione da trasferta. Non che questo debba giustificare le pessime foto, ma non sempre è facile, con i miei umili mezzi, rendere giustizia alla bontà del piatto in ambienti diversi dalla mia cucina e dalla mia tavola. Avevo proposto una serata piadina. Ho un debole per le piadine, ma l'essere "costretta" a mangiare la pizza una volta la settimana sul posto di lavoro, senza seguire un desiderio, ma per pura imposizione, spesso mi dissuade dal concedermi certi tipi di carboidrati in altri momenti. Ma questa volta ho fatto uno strappo. In fondo le farine sono speciali e il desiderio di addentare un rotolo farcito mi ha convinto a confermare il tema della serata. Questo impasto è particolarissimo. E' leggero, fragrante, profumato, digeribile. Ed è sfogliato, perché da quando l'ho assaggiato non ho potuto più farne a meno. Ricordate la serata con la mia amica Fio? Bene, ho proposto la stessa piadina, con farro monococco, ed ho rilanciato con una nuova versione.... nera ^_^ E di questa, ho deciso, vi parlerò.

Ingredienti

60 g di farina Petra 1
70 g di farina di segale Jurmano
100 g di farina di grano duro di Castelvetrano
70 g di latte di mandorle (o altro latte vegetale/vaccino)
30 g di olio evo + q.b. per la sfogliatura
1 pizzico di sale nero di Cipro
1 pizzico di bicarbonato di sodio

Mescolate le tre farine, il bicarbonato e il sale. Aggiungete il latte tiepido (ad una temperatura di circa 30°) e iniziate ad impastare. Per ultimo aggiungete l'olio a filo. Impastate fino a formare un panetto compatto, quindi avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare per 3 ore.
Trascorso il tempo prendete il panetto e dividetelo in quattro parti uguali. Formate con ciascuna parte un salamotto, schiacciatelo leggermente con le mani e arrotolatelo a chiocciola. Avvolgete ciascuna chiocciolina nuovamente nella pellicola trasparente, quindi fate riposare ancora un'ora.
A questo punto preparate una spianatoia, stendete ciascun panetto in una sfoglia tonda e piuttosto sottile, versate un filo di olio e cospargetelo in modo da ricoprire tutta la superficie. Arrotolate la sfoglia piuttosto stretta e, una volta ottenuto un cannoncino, arrotolatelo su se stesso. Avvolgete nuovamente nella pellicola trasparente e lasciate risposare fino ad utilizzo, ma comunque almeno un paio d'ore.
A questo punto preparate la farcitura che desiderate: che siano verdure grigliate, salumi, formaggi o ciò che desiderate..... al vostro gusto la scelta. Mettete la piastra a scaldare sul fuoco e iniziate a stendere ciascuna piadina.
Adagiate una sfoglia alla volta sulla piastra, lasciandola cuocere a fuoco medio per un paio di minuti, quindi giratela e procedete per altri due minuti. Continuate la cottura fino a quando sarà sufficientemente dorata, quindi farcitela, sempre sulla piastra, arrotolatela (o piegatela, come desiderate) e lasciatela al caldo, mentre procedete con la cottura successiva. A piadine ultimate, tagliate in due ciascun rotolo, sistemate tutto su un tagliere e servite!!!!
A voi il piacere del primo morso. Gustate, gustate e ancora gustate ^_^

Il palato vi ringrazierà e gli ospiti rimarranno senza parole!

abc

Frollini al pomodoro con semi di sesamo e pinoli: il “qui ed ora” , condizione essenziale dell’essere

Vado a lune. Oggi mi piace bianco, domani rosso. Rosso pomodoro. Ho fatto anni (ecchiamiamolelune!!!!!) a tenermi alla larga dalla passata di pomodoro: la pasta era in bianco, la pizza era in bianco, le polpette erano in bianco, il sugo era in bianco. Poi un giorno, per una pura necessità, ho aperto la bottiglia di passata di pomodoro dei miei vecchi, preparata con i loro pomodori e cotta sapientemente e amorevolmente. In un attimo mi sono tuffata nei ricordi, quando il sabato sera era pizza e puntualmente, all'apertura della bottiglia di salsa di pomodoro, io e mio fratello ne bevevamo un po' in un bicchiere, appagati da un sapore tanto intenso quanto genuino. Quel sapore, quegli aromi, quella semplicità sono tornati tutti alla mente e da quel preciso istante..... la pizza è rossa, e con pochissimo formaggio, le verdure sono rosse, belle cariche di salsa, perfino i frollini sono rossi, e non badiamo a diete. La pasta???? Ne mangio talmente poca, che potrebbe cambiarmi ancora la luna, ora di gustarne un nuovo piatto!!

Ingredienti

20 g di salsa di pomodoro
35 g di concentrato di pomodoro (ricavato da 120 g di salsa di pomodoro)
20 g di pinoli
20 g di semi di sesamo
25 g di parmigiano
45 g di farina di riso
50 g di farina di mais fioretto
35 g di farina di soia tostata bio
55 g di burro di soia

Mettete in un boccale i pinoli e il parmigiano spezzettato e tritate finemente.
   Setacciate le farine e aggiungetele al trito, con i semi di sesamo e miscelate. Unite, quindi, il burro di soia a pezzi, il concentrato di pomodoro e la salsa di pomodoro (io usa quella casalinga preparata dalle mani sapienti dei miei vecchi, perfettamente insaporita. In caso diverso correggete con sale e spezie a piacere).
Impastate il tutto amalgamando gli ingredienti, fino ad ottenere un impasto omogeneo e compatto.
Date una forma di panetto, avvolgetelo nella pellicola trasparente, e fatelo riposare in frigorifero per almeno mezz'ora.
Riprendete la pasta e stendetela, su una spianatoia, in una sfoglia di non più di mezzo centimetro.
   Con una formina a vostro piacere ritagliate i biscotti e posizionateli su una teglia coperta da carta forno.
Portate in temperatura il forno e cuocete a 190° per circa 15 minuti.
Verificate che i biscotti diventino dorati, ma fare attenzione che tenderanno a scurire velocemente sui bordi.
Quando saranno pronti sfornateli e lasciateli raffreddare. Vedrete che da morbidi diventeranno friabili e... irresistibili.
Assaporateli, come piccolo capriccio oppure come delizioso appetizer, magari con una crema o un formaggio spalmabile.

Semplici e veloci, non si risparmieranno di rendere sfizioso qualsasi momento della vostra giornata. Sono uno spuntino ideale, comodo da portare sempre con sé.



abc

Panettone con impasto a mano al cioccolato bianco e pistacchi: il traguardo che mancava al mio Natale

Lo so, starete pensando che il mio calendario sia sul mese sbagliato, che sia una irriducibile sentimentalista, che sia ora che la smetta di parlare di panettoni e che faccia mente locale sul periodo in cui ci troviamo. In realtà, seppur non troppi giorni fa, questo panettone l'ho elaborato ancora in tempi non sospetti. Purtroppo non ho potuto provvedere prima, per cause di forza maggiore, a perfezionare la tecnica sperimentata sulla versione alle albicocche e noci. Ve lo dissi, ai tempi: la lavorazione a mano mi ha affascinato notevolmente. Vuoi che la mancanza di una macchina adatta a questo tipo di impasto mi abbia fatto apprezzare la forza delle braccia, vuoi che non chiudo mai un capitolo se ho ancora dei dubbi e dei vuoti da colmare, ma ho ceduto. Al diavolo i tempi imposti dal mondo, al diavolo il 7 gennaio e l'arrivo del carnevale, al diavolo il "si fa, non si fa": io l'ho fatto e non me ne pento. Questo panettone è la fine del mondo. Non importa che ancora una volta non sia venuto il cupolino. Il prossimo anno migliorerò anche questo aspetto. Il sapore, però, il sapore di questo impasto soffice e fragrante..... ecco, questo ripaga di tutte le fatiche! Ora però passo, e chiudo. E' una promessa ^_^

Ingredienti

Primo impasto
300 g di farina per dolci (io Antico Molino Rosso)
117 g di acqua
96 g di zucchero di canna grezzo
12 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
123 g di tuorlo d'uovo (circa 7 tuorli)
137 g di margarina

Secondo impasto
il primo impasto
55 g di farina per dolci
33 g di tuorli (circa 2 tuorli)
emulsione*
22 g di zucchero di canna grezzo
27 g di margarina
6 g di sale
110 g di pistacchi tostati non salati
100 g di cioccolato bianco

Per l'emulsione (*)
60 g di malto d riso
scorza di 1 arancio
scorsa di 1 limone

Preparate tutti gli ingredienti del primo impasto, mettendo la farina (per i 3/4 del peso indicato) e il lievito madre nella ciotola in cui eseguirete l'impasto. Il quarto di farina tenuta da parte vi servirà durante la lavorazione.
Versate l'acqua nella farina (mischiata al lievito) e impastate, con le mani. Lavorate fino ad ottenere un impasto compatto e liscio. Questa volta ho insistito su questa fase, in modo da avere un impasto vellutato già in partenza. Iniziate, quindi, ad aggiungere un tuorlo. Lavorate bene fino a quando non sarà stato completamente incorporato.
A questo punto versate una parte di zucchero e lavorate nuovamente fino al completo assorbimento. Versate un po' della farina tenuta da parte e procedete allo stesso modo.
E' molto importante che, prima di aggiungere un nuovo ingrediente, quello precedente sia stato assorbito del tutto. Ripetete questa operazione partendo nuovamente dai tuorli e seguendo con lo zucchero e la farina, fino a terminare le quantità indicate. Questa fase richiederà quaranta minuti di paziente lavoro.
Dovrete ottenere un impasto elastico, che avrà acquisito una certa incordatura. Lo sentirete piuttosto appiccicoso, ma si staccherà comunque abbastanza facilmente dalle mani.
Iniziate, a questo punto, ad incorporare la margarina.
Siate pazienti e versatene poca alla volta. La quantità indicata io l'ho aggiunta in 7 volte. Ogni volta in cui aggiungerete il grasso, dovrete impastare fino al completo assorbimento. Solo allora potrete procedere all'aggiunta della dose successiva. Questa lavorazione, che durerà altri 30 minuti circa, sarà importante per conferire all'impasto l'incordatura perfetta. Sentirete la pasta legarsi alle dita e ne sentirete la forza.
Otterrete un panetto liscio, morbido ed elastico. A fatica si spezzerà, tirandolo con le mani.
Ungete una terrina con poca margarina e adagiatevi la pasta. Inseritene una parte nella spia, e cioè in un bicchierino dai bordi perpendicolari, che vi servirà a valutare il momento perfetto della triplicazione dell'impasto. Fate un segnetto dove arriva l'impasto e misurate il livello di triplicazione.
Coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate riposare in forno a 27° (io ho lasciato la lucina accesa) fino a quando sarà triplicato di volume. Se vedeste che lievita troppo velocemente, spegnete la lucina e lasciate l'impasto in forno.
Questa fase a me ha richiesto 6 ore. Mi raccomando, la lievitazione in questa fase dovrà essere molto lenta e l'impasto che dovrete ottenere dovrà essere perfettamente triplicato. Non un po' di più, pena la perdita di forza dello lievito, non un po' di meno, pensa tempi lunghissimi sulla seconda lievitazione.
Versate in una ciotola il malto di riso. Aprite la bacca di vaniglia incidendola verticalmente ed estraete i semini. Uniteli al malto, insieme alla scorza grattugiata del limone e dell'arancio. Mescolate con un cucchiaio, fino ad ottenere una pasta omogenea. Tenete da parte.
Nel frattempo tagliate il cioccolato bianco in piccoli dadini e sgusciate i pistacchi, se usaste quelli con il guscio (il peso è riferito al prodotto puro, senza guscio).
   Preparate tutti gli ingredienti che vi serviranno per il secondo impasto. Quando l'impasto sarà triplicato, scopritelo e misuratene la temperatura. Non iniziate la seconda fase di lavorazione prima che abbia raggiunto una temperatura inferiore ai 24°.
Mischiate il lievito madre secco alla farina (la prossima volta valuto anche questa aggiunta di agente lievitante), separate i tuorli dagli  albumi e pesate tutti il resto.
A questo punto versate il mix di farina e lievito, poco alla volta, e iniziate a lavorarlo, cercando di incordare l'impasto. Lavorate fino a quando la farina si sarà assorbita completamente. Ci vorranno dieci minuti circa di lavoro. Ricordate che ogni ingrediente dovrà essere inserito solo quando il precedente sarà stato incorporato completamente all'impasto. Quando avrete ottenuto una pasta uniforme, procedete unendo un tuorlo alla volta. Aggiungete il secondo solo all'assorbimento del primo.
Effettuate la stessa operazione aggiungendo lo zucchero, poco alla volta. Aggiungete, quindi, l'emulsione, un cucchiaino alla volta. Lavorate con tenacia la pasta, fino ad incorporarla tutta.
A questo punto aggiungete il sale ed incordate bene l'impasto.
Per ultimo aggiungete poca margarina alla volta e lavorate la pasta, facendola incordare.
Quando avrete ottenuto un impasto omogeneo, aggiungete i pistacchi, leggermente schiacciati, in modo da renderli una granella grossolana. Impastate con pazienza fino a quando non si saranno incorporati perfettamente e in maniera uniforme. A questo punto procedete con il cioccolato bianco, che non andrà lavorato eccessivamente, affinché non si sciolga con il calore delle mani.
A questo punto l'impasto è pronto per la seconda lievitazione. Copritelo con un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo lievitare in forno, a 27°, per circa 1 ora. Rovesciatelo quindi su una spianatoia leggermente unta, allargatelo e lasciatelo asciugare per circa mezz'ora. In questo modo sarà più facile procedere all'ultima lavorazione. Se fosse necessario allungate i tempi di riposo di questa fase. Io ho lasciato che asciugasse per un'ora abbondante, piegandolo un paio i volte su se stesso (lasciando la superficie superiore - quella su cui si forma la crosticina - all'esterno). Non procedete fino a quando sentirete che l'impasto non sarà appiccicoso, ma avrà quella pellicina indurita. In questa fase dividete l'impasto in differenti pezzature, se non voleste fare una forma da un chilo. Questa volta ne ho preparati due da mezzo chilo.
   Procedete con la pirlatura: piegate in quattro (prima a metà da una parte, poi a metà dall'altra) l'impasto, dategli una forma tondeggiante e fatelo scivolare sul ripiano, accompagnandolo con la mano, per formare lo strato lucido e compatto che racchiuda tutto l'impasto. Vi lascio ancora il video dimostrativo. Il mio impasto non è venuto così solido, per cui la pirlatura è stata più difficile.

 

Sistemate l'impasto, così lavorato, nello stampo, o negli stampi, da panettone. Copriteli con un foglio di pellicola trasparente e lasciateli lievitare per circa 8/9 ore (a me ce ne sono volute quasi 12!!), fino a quando l'impasto raggiungerà quasi il bordo del pirottino.
Questa operazione generalmente la lascio alle ore notturne. Quando vedrete che l'impasto sarà lievitato a sufficienza, togliete la pellicola e lasciatelo respirare per mezz'ora circa. In questo modo si formerà una crosticina sulla superficie, pronta per il taglio.
Con un coltello ben affilato incidete una croce sulla superficie. Prendete le punte, alzatele leggermente e tiratele verso il centro, sovrapponendole tra loro. Sistemate qualche fiocco di margarina (questa volta ho messo del burro vegetale) all'interno dei tagli.
Portate il forno in temperatura, a 160°, e infornate. Cuocete per circa 40 minuti, ma non perdete di vista l'andamento della cottura.
Quando saranno passati almeno 20 minuti (la prossima volta non abbandono questo sapere, perché mi è costato il cupolino!!), iniziate a verificare la temperatura interna con un termometro. Ricordate che il cuore del panettone non dovrà superare i 92°. In questo modo rimarrà morbido e umido.
Spegnete il forno quando sarà cotto e sfornatelo. Con due stecchi (meglio dei ferri da calza o degli spiedi in acciaio) infilzate la base del panettone.
Capovolgetelo e lasciatelo raffreddare almeno un paio d'ore a testa in giù. Quando sarà trascorso il tempo riportatelo in posizione supina e togliete gli spiedi.
Ricordate che lasciandolo riposare un paio di giorni l'impasto acquisirà equilibrio e il sapore diventerà armonioso. Non imbustatelo prima che siano trascorse 10 ore, per il panettone da 1 chilo, e 6 ore, per quello da mezzo chilo. E' fondamentale per una corretta conservazione.
Procedete, quindi, al taglio e assaporatelo.
Personalmente decreto questa versione, la mia preferita in assoluto. Il cioccolato bianco conferisce la giusta dolcezza e sposa a meraviglia il pistacchio.

Ora che la stagione dei panettoni è realmente conclusa, non mi rimane che mangiare le briciole!abc

Chitarrina Senatore Cappelli in brodo: i sapori autentici e la gioia delle cose semplici

BEN ARRIVATO 2014!!!!!!!!!!!!!!
Chi ben mi conosce lo sa: inizio sempre qualsiasi esperienza con tutta la buona volontà e con vivida speranza. I propositi li lascio a chi ha ancora la voglia di perdere tempo con il destino. Io parto carica ogni giorno e, ogni giorno, mi confronto con me stessa e con la vita. L'inizio dell'anno, l'inizio del mese, l'inizio della settimana.... sono solo pretesti per infonderci forza e coraggio. Io non ho bisogno di questo. Affronto passo per passo ogni giorno, come fosse gioia pura. Nel bene e nel male. E questo auguro a ciascuno di voi: non cercate la felicità nei grandi traguardi, ma nelle piccole conquiste. La semplicità è la condizione necessaria della serenità e dipende da voi, solo da voi, farla vostra!
Inizio questo nuovo anno partendo dal principio. Ho terminato l'anno con un dolce, chiusura di un pasto, e riprendo con un'entrée. Questo è un piatto che mi ricorda l'infanzia. Ho voluto che proprio lui riunisse nuovamente la famiglia nei giorni di festa appena trascorsi. Il tagliolino all'uovo, oggi impreziosito con una Senatore Cappelli d'eccellenza, assorbe il sapore di un brodo dal gusto antico, come quello della tavola delle nonne. Un piatto che non toglie affatto il piacere del gusto, ma che si presenta delicato e leggero. Inizio così l'anno, in punta di piedi. Con delicatezza e consapevolezza!

Ingredienti

200 g di semola di grano duro Senatore Cappelli
2 uova
1 cucchiaino di olio evo
1 l circa di brodo di carne
sale

Disponete a fontana la farina e rompete, nel mezzo, le uova. Unite l'olio extravergine e iniziate ad impastare, sbattendo le uova, prima con una forchetta, poi con le mani.
Lavorate fino a uando otterrete una pasta compatta e liscia. A questo punto date la forma di un mìpanetto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigo per almeno un'ora (io ho preparato la pasta la sera e l'ho stesa la sera del giorno successivo).
Riprendete, quindi, l'impasto e infarinatelo leggermente. Tagliatelo a fette regolari, spesse circa due centimetri, e stendete ciascun pezzo in una sfoglia di un paio di millimetri.
Infarinate molto bene ciascuna sfoglia, in modo che il taglio non faccia attaccare tra loro i tagliolini. Lasciate riposare le sfoglie per circa 10 minuti. Procedete, quindi, al taglio. Io ho utilizzato la preziosissima chitarra abruzzese, accessorio da cui mai pototrei separarmi!! Il sapore che quelle corde conferiscono alla pasta è decisamente imparagonabile!! In alternativa arrotolate le sfoglie e tagliate delle striscioline con il coltello, dello pessore desiderato.
Infarinate ancora bene la pasta, facendola saltare tra le mani, e lasciatela riposare su una spianatoia.
Portate ad ebollizione abbondante acqua salata e, nel frattempo, scaldate il brodo di carne. Quando l'acqua starà bollendo buttate i tagliolini e fateli cuocere per un paio di minuti.
Scolateli al dente e uniteli al brodo di carne. Procedete la cottura per altri due minuti circa, o comunque fino a quando saranno cotti. Spegnete, a questo punto, il fuoco e impiattate.
Versate una forchettata abbondante di tagliolini e copriteli con un paio di mestoli di brodo. Io non amo aggiungere formaggio, ma potrete arricchire il vostro piatto con quanto desideriate.
A questo punto portate in tavola. Attenzione al brodo bollente: gustati leggermente intiepiditi valorizzerà il loro sapore!!


Un piatto semplice, ma dai sapori veri. Io non so resistervi!!


abc

Gallette di mais e lupini aromatizzate al rosmarino: l’accompagnamento che rapisce, conquista e appaga

Avete presente quel crock che sentite quando addentate una sfoglia? E la fragranza che conferisce l'impiego di farine rustiche? Quell'aroma di rosmarino che si sprigiona in cottura e che veste a festa il palato? Ecco, io avevo veramente bisogno di questo. Non un cracker normale, non una sfogliatura classica. No, un viaggio sensoriale che appagasse anche la mia inesauribile voglia di sperimentare. Sono un'amante dei lupini, che ho già impiegato in differenti preparazioni: gnocchi, omelette, creme.... l'imbarazzo della scelta. Li uso anche semplicemente saltati in padella con la verdura, oppure in insalata. Ma così mi tentavano proprio. Una pazza armata di frullatore ad immersione, che uso come fosse uno spadaccino, ho affrontato questa nuova sfida. E tra il crock, il sapore, il profumo, la riuscita..... smettere di mangiarli è stata una vera impresa! Ingredienti 175 g di lupini (puliti) 3 rametti di rosmarino 50 g di farina di mais fioretto 10 g di olio evo 115 g di acqua olio per spennellare sale Pulite i lupini e frullateli, con un frullatore ad immersione, aggiungendo poca acqua alla volta e l'olio. Dovrete ottenere una crema vellutata ed omogenea. Io non aggiungo sale, in quanto per i miei gusti i lupini hanno già la giusta sapidità. Regolatevi in base ai vostri gusti. Tritate piuttosto grossolanamente, con una mezzaluna, il rosmarino precedentemente lavato ed asciugato. Anche in questo caso procedete secondo i vostri personali gusti: a me piace che il rosmarino di avverta distintamente nel composto. Diversamente sminuzzate finemente. Unite il rosmarino alla crema di lupini e mescolate bene, fino ad ottenere un composto omogeneo. Trasferite il composto su un piano e incorporate la farina di mais fioretto. La quantità è indicativa: dovrete ottenere un panetto piuttosto sodo e per niente appiccicoso. Lavoratelo bene con le mani, dategli la forma ovale e fatelo riposare per una decina di minuti. A questo punto stendete l'impasto sulla spianatoia, creando una sfoglia sottile. Io l'ho stesa di circa un paio di millimetri. Aiutandovi con una rotella da pizza tagliate le gallette della misura e forma preferita. Disponete ciascuna galletta su una teglia, coperta da carta forno. Con i rebbi di una forchetta bucherellate la superficie. Spennellateli con olio evo (poco, mi raccomando!) e cospargeteli con un pizzico di sale. Cuocete in forno a 180° per 50 minuti. Sfornate e lasciate raffreddare sulla teglia.
Ed ora a voi il vostro crock, poi scrunch, poi ancora scrock abc

Focaccia integrale con zucchine e olive: un impasto tutto mio

Uniamo il desiderio di mangiare una buona pizza al piacere di sperimentare un impasto particolare. Viene fuori una cenetta con i fiocchi! Come ormai avrete imparato dal mio modus operandi, cerco sempre di optare per miscele di farine integrali, per semi e semini di ogni genere, cereali e quant'altro. Questa volta ho voluto approfittare dell'acqua di cottura del riso Venere per sperimentare un impasto tutto mio. A posteriori dico che i miei ragionamenti su quanto lievito utilizzare (ho usato il lievito madre secco) mi hanno penalizzato un po'. A voi riporto la ricetta rivista e corretta. Mentre sono qui a disquisire sui dettagli sento ancora il crock della crosticina e la fragranza d'insieme. Vorrei farvene assaggiare un pezzetto....

Ingredienti

Per l'impasto
10 g di semi di zucca
10 g di semi di girasole
40 g di fiocchi di avena
30 g di farina integrale
70 g di farina 0
10 g di lievito madre secco (io ne ho usati 8 g)
2 g di sale
130 g di acqua di cottura del riso Venere (se utilizzaste acqua normale modificate la quantità di sale a 5 g)

Per la farcitura
1 zucchina
1/2 scalogno
1 cucchiaio di olive taggiasche
10 g di semi di zucca
2/3 di mozzarella light
sale
pepe
olio

Tritate piuttosto finemente i semi con i fiocchi d'avena. Aggiungete le farine, il lievito, il sale e mescolate bene. Aggiungete l'acqua di cottura e impastate, fino ad avere una pasta molto morbida.
Infarinate una terrina, ponete l'impasto, coprite con la pellicola trasparente e lasciate lievitare al riparo dalla luce.
Io ho impastato il pomeriggio, ho lasciato l'impasto in forno spento fino alle 22 e poi l'ho messo in frigo fino al mattino dopo, quando l'ho nuovamente posto in forno. Ho preparato la focaccia la sera, dopo 30 ore di lievitazione. Usando più lievito potrete preparare l'impasto la sera prima.
Lavate la zucchina. Fate soffriggere in padella con un filo d'olio lo scalogno. Affettate finemente la zucchina a rondelle e unitela al soffritto. Salate e fate dorare la verdura. Aggiungete il cucchiaio di olive taggiasche e i semi di zucca e spegnete il fuoco.
Prendete l'impasto, lavoratelo con un po' di farina e stendetelo su una teglia. Io non l'ho unta, ma l'ho coperta con un foglio di carta forno, su cui ho cosparso un po' di farina.
Coprite la superficie con il preparato di zucchine e olive, poi tagliuzzatevi sopra, piuttosto finemente, la mozzarella.
Cospargete con il pepe (e se voleste ancora un pizzico di sale) e infornate, a 200° ventilato, per 20 minuti. Il tempo di cottura dipenderà dallo spessore della pasta e dal forno: regolatevi.

Sfornate, tagliate e gustate.
Fa crock anche la vostra????

abc

Pancakes d’orzo alle zucchine: storia di un viaggio che ha fatto breccia…. nella gola!

Ho scoperto i pancakes per la prima volta in viaggio in Sudafrica. Viaggio meraviglioso che mai dimenticherò e che è stato, è e sarà parte dei momenti migliori che abbia mai vissuto. Durante una tappa nello Mpumalanga ci imbattiamo in uno di quei momenti di chiari e non ignorabili languori e ci troviamo in faccia ad una vetrina, tra le tante, così bella e caratteristica che ci strega all'istante. Il nome, confesso, ci ha ispirato parecchio: Mama e qualcosa.... che, beh, è un gran bel dire raccontarvi di quanto sia stata fonte di ispirazione senza ricordarne interamente la natura. Ma quell'ambiente stile british, caldo e accogliente.... insomma, non abbiamo certo incappato in un tranello: quel Mama e qualcosa ci ha deliziato alla grande. E non solo perché fossimo affamati!! Pancakes in tutte le salse: salati, dolci, in un numero così infinito di varianti che...... cosa scegliamo???? Ricordo di aver pensato: "mio bel pancake tu non uscirai più dalla mia vita!!". E alla fine non c'è mai uscito, come quei ricordi e quel compagno di viaggio che ancora c'è, in una forma differente, ma comunque, e sempre, speciale.

Ingredienti

Per circa 6 pancakes di 10 cm di diametro
1 uovo
100 ml di latte d'avena (o vaccino)
100 g di farina d'orzo
5 g di olio evo
1/2 cucchiaino raso di sale
1/2 cucchiaino raso di bicarbonato di sodio

Per il condimento
2 zucchine
1 pezzo di porro
10 g di pinoli
10 g di semi di zucca
olio evo
sale
pepe

Mettete a scaldare un po' di olio in una padella e fate soffriggere un po' di porro tagliato a fettine sottili. Lavate le zucchine e tagliatele a rondelle fini. Fatele saltare in padella per 15 minuti circa in modo da farle rosolare e dorare, ma fate attenzione a non farle bruciare! Salate e pepate a piacere. Verso fine cottura aggiungete i pinoli e i semi di zucca e lasciate insaporire.
Separate il tuorlo dall'albume. Aggiungete al tuorlo il latte, l'olio e mescolate fino a rendere tutto omogeneo. Aggiungete quindi la farina, il sale e il bicarbonato e sbattete con una frusta elettrica (se fosse.... a mano lavorate energicamente) fino a quando il composto risulterà soffice. In ultimo montate a neve fermissima l'albume e incorporatelo delicatamente al restante impasto, mescolando con un cucchiaio di legno dal basso verso l'alto, fino al completo assorbimento. Dovrà rimanere una crema liscia e omogenea.
Scaldate una padella antiaderente (io ho usato una crèpiera) e ungetela con un foglio di carta assorbente e poco olio. Quando sarà ben calda versateci un cucchiaio colmo di impasto, date una forma tondeggiante e spessa in centimetro circa e fate cuocere a fiamma moderata. Dopo un minuto circa girate e cuocete i pancakes dall'altra parte.
Trasferiteli in un piatto e farciteli a piacere: formate una torretta alternata da pancakes e zucchine, oppure preparateli singolarmente.
Mani o forchetta....non c'è regola: l'importante è goderne!!!!abc

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