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Biscotti integrali con noci e frutti rossi: tracce che segnano il binario dei ricordi

Parlare di questi biscotti è un po' come ripercorrere strade passate. Sì, perché tanta è la mia ricerca di fragranze nuove che addolciscano la colazione e qualche spuntino, che non faccio in tempo a preparare una versione di biscotto che sono già a quella successiva. E quando ve ne parlo, è sistematico, non sono che un vecchio ricordo.
I primi tempi in cui ho iniziato ad approcciarmi alle preparazioni "no butter", ho trovato rifugio nella mia magica margarina. Ottima, genuina e sorprendente soluzione. Mi piace che i dolci che preparo in casa siano "miei" a partire dalle materie prime e tutto quello che posso produrre io, lo produco con infinito piacere. Ma è anche vero che mi piace, in un percorso conoscitivo, mettere insieme scoperte, sapori, piaceri. Amo la frutta secca, su questo non ci sono dubbi. E la frutta secca è ricchissima di grassi. Grassi benefici per il nostro organismo (ma sempre con moderazione!!!). Perché, allora, non sfruttare queste potenzialità e accostarla alla margarina, permettendo di diminuirne la quantità necessaria? In fondo la frutta secca nella mia dispensa non manca mai, davvero mai. Così ecco la soluzione: gli istinti di biscottatrice conpulsiva così possono essere ascoltati, assecondati e..... soddisfatti ^_^ Ah, ovviamente lo zucchero è superato :D Solo un lontano, lontanissimo ricordo.

Ingredienti

150 g di farina integrale
100 g di farina di orzo integrale
100 g di margarina
65 g di malto di riso
30 g di noci
15 g di frutti rossi
25 g di latte di soia
sale rosa dell'Himalaya

Unite in un boccale le noci e i frutti rossi. Tritateli grossolanamente, quindi unitevi il malto di riso.
   Impastate fino a formare una base perfettamente omogenea.
Aggiungete, quindi, la margarina e create una crema.
A questo punto miscelate le farine e iniziate ad incorporarle poco alla volta. Unite anche il sale, un pizzico sarà sufficiente.
Impastate fino ad ottenere un composto compatto.
Formate un panetto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno un'ora.
Quando sarà trascorso il tempo riprendetelo. Infarinate il piano di lavoro e stendete l'impasto in una sfoglia spessa circa mezzo centimetro.
Con una formina della forma desiderata ritagliate i biscotti, fino a terminare la pasta.
Foderate una teglia con carta forno, quindi adagiatevi i biscotti appena creati.
Accendete il forno ad una temperatura di 180° e, una volta in temperatura, infornate.
Lasciate cuocere per circa 30 minuti, girando la teglia a metà cottura se vedeste che la doratura non fosse uniforme. Ormai ho capito che nel mio forno questo passaggio è d'obbligo.
A questo punto sfornate i vostri biscotti e lasciateli raffreddare su una gratella.
Quando saranno ancora caldi potrete spolverarli con dello zucchero di canna polverizzato. In genere è un passaggio che evito, ben consapevole che andrà a discapito dell'aspetto. E' solo l'attenzione per la quantità di zuccheri a fermarmi, ma certamente ne gioverà sia la vista, che il palato ^_^
A questo punto non vi rimane che l'assaggio, sempre che non abbiate ceduto nella fase post sfornamento ; ))

Potrete conservare i biscotti in un barattolo di vetro, oppure in una scatola di latta. Dureranno parecchi giorni. Di certo più di quelli che la vostra golosità concederà loro!!!

abc

Budino di pesche su miglio al cioccolato: la proiezione di un pensiero audace

Quando vi parlai di questa confettura, in realtà, il mio pensiero navigava oltre. Quella crema di pesche, Rhum e salvia è nata avendo ben chiara la sua successiva contestualizzazione. L'idea mi frullava in testa da lungo tempo: quella base di miglio al cioccolato mi incuriosiva al limite della resistenza ^_^ e non avrei potuto che mettere in atto un altro piccolo esperimento e assaggiarne il risultato. Se il principio di cottura di questa preziosa pianta erbacea è quello dell'assorbimento, perché non evolverlo e sfruttarne le potenzialità? Così ho arricchito la quantità di liquido richiesta con del fondentissimo cacao. Che, insieme alle pesche, al retrogusto di Rhum, alle nocciole, in un incontro di consistenze diverse, rendono l'esperimento decisamente riuscito. E, il dolce, assolutamente adatto anche a chi persegue un'alimentazione controllata, appaga papille e anima.

Ingredienti

50 g di miglio
10 g di cacao amaro
170 g + 20 ml di latte di soia 
5 g di zucchero di canna grezzo   
1/2 cucchiaino di agar agar 
1 limone (scorza)  
1 vasetto da 350 ml di confettura di pesche
20 g di nocciole   

Iniziate mescolando la scorza grattugiata del limone alla marmellata di pesche. Tenete da parte e lasciate insaporire.
Sciogliete in 170 g di latte do soia il cacao e lo zucchero di canna. Versatevi il miglio, precedentemente sciacquato sotto acqua corrente, e ponete tutto sul fuoco, coperto. Portate ad ebollizione, quindi abbassate la fiamma e fate cuocere fio al completo assorbimento del liquido. Spegnete, quindi, la fiamma e lasciate intiepidire.
   Dividete il miglio in due vasetti e compattatelo bene al fondo. Lasciatelo riposare.
Scioliete l'agar agar in 20 ml di latte di soia, quindi versate tutto nella confettura di pesche. Portate ad
ebollizione e lasciate cuocere per circa 3 minuti.
A questo punto spegnete il fuoco e versate la crema sopra il miglio. Lasciate raffreddare a teperatura ambiente, fino a quando sarà tiepido. Quindi spostate i vasetti in frigorifero e lasciateli per almeno un'ora. In questo modo il dolce acquisirà consistenza.
Prima di servire spezzettate le nocciole in un mortaio, piuttosto grossolanamente, e coprite la superficie.

Tenete i budini fuori dal frigo un'oretta prima dell'assaggio.

Non vi resta che assaporare questo insolito dessert.

Sapori, consistenze.... un modo diverso per stupire i vostri ospiti, e per coccolare i vostri palati!!


abc

Crostatine alle fragole con crema di pistacchi al cioccolato bianco: la quotidianità a piccoli passi

Ricomincio. Torno a viaggiare sul mio binario, dopo una fermata importante. Dura. Improvvisa. Difficile. Che mi ha tolto tanto, ma che tanto mi ha dato. Ricomincio. A piccoli passi, come ho sempre affrontato la vita. Due occhi in meno da poter guardare e un vuoto infinito da colmare. Ma anche una presenza costante con cui affrontare i nuovi giorni. Ricomincio dal passato, da una ricetta dolce, preparata (e gustata) parecchi giorni fa. Direi una vita ^_^ Non è facile parlare di qualcosa che, in un certo senso, sento distante. Eppure se penso che in queste crostatine ci sono i sapori che amo, un po' di ghiaccio si scioglie. Fragole, pistacchi e una frolla che non è la solita frolla. Come sono io, sempre quel passo fuori dal consueto. Contrasti di sapori, dolcezza avvolgente, ma non nauseante, freschezza. Hanno accompagnato le mie colazioni e.... lo ammetto, qualche piccolo peccatuccio di gola extra ^_^ Ma in fondo quando la genuinità accompagna il piacere, perché doversi tirare indietro? Così busso alle vostre porte, offrendovi un sorriso, colori vivaci e una dolcezza insolita. Pronta a riprendere possesso della mia dispensa e a lasciare che le mie elucubrazioni trovino nuovamente vita.

Ingredienti

100 g di margarina
35 g di zucchero di canna mascobado
65 g di farina di mais fioretto
65 g di farina di riso
40 g di farina di soia tostata
60 g di farina integrale
20 g di latte di soia
1 pizzico di bicarbonato di sodio
250 g di fragole
1 cucchiaio di malto di riso
200 g di crema di pistacchi

Versate in una ciotola lo zucchero e la margarina (se utilizzaste burro o margarina acquistata, fateli prima ammorbidire). Mescolateli e sbatteteli con una frusta elettrica, fino a renderli morbidi. Aggiungete, poco alla volta, le farine setacciate e mescolate insieme al bicarbonato di sodio. Unite il latte di soia e impastate velocemente.
Formate un panetto, avvolgetelo nella pellicola trasparente e fatelo riposare in frigorifero per almeno 30 minuti.
Nel frattempo lavate le fragole, eliminate il picciolo e tagliatele a spicchi, non troppo sottili.
Fatele saltare in una padella calda con il cucchiaio di malto di riso, per circa 5 minuti. Quindi spegnete la fiamma e lasciate raffreddare.
   Riprendete l'impasto. Stendetelo su una spianatoia infarinata, in una sfoglia di circa mezzo mentimetro di spessore. Ritagliate, con una formina da crostatina, quanti più dischi vi vengano (con queste dosi mi sono venute 8 crostatine da 10 cm di diametro).
Rivestite ciascuno stampo, facendo aderire bene la pasta ai bordi. Riempitele con la crema di pistacchi e cioccolato bianco, quindi sistemate circa 6 spicchi di fragola per ogni crostatina.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 175°. Informate le crostatine e lasciatele cuocere per circa 30 minuti.
   Quando saranno ben dorate sfornatele e lasciatele raffreddare negli stampi. In questo modo non si sbricioleranno. Appena saranno fredde estraetele e assaporatele.

Fresche e leggere, sfiziose e appaganti. Si conservano in frigo, ben chiuse in un contenitore di vetro, per 5 o 6 giorni senza che il sapore venga alterato. Una colazione o una merenda genuina, gustatele in qualsiasi occasione.
Sono sfiziose senza sensi di colpa. Ma creano forte dipendenza ^_^



abc

Besciamella versione veg… non lo direste mai!!

Adotto, anche per questa crema base di molti piatti, una rivisitazione veg. Elimino il burro, e quindi un grasso decisamente dannoso, e il latte vaccino.  Utilizzo inoltre una farina di riso, ottimo addensante, evitando di ricorrere a prodotti di raffinazione come la comune farina 00. Il risultato è una comunissima besciamella, densa, corposa e saporita. Non ci credete? Provate!!









Ingredienti

10 g di margarina
20 g di farina di riso impalpabile
200 ml di latte di avena (o di soia)
noce moscata
sale

Fate sciogliere la margarina sulla fiamma bassissima. Togliete dal fuoco, versate la farina e mescolate velocemente creando una massa uniforme e senza grumi. Aggiungete poco latte alla volta, precedentemente scaldato, mescolando fino al completo assorbimento. Quando inizierete ad avere una crema piuttosto morbida, unite tutto il latte rimanente e mette nuovamente sul fuoco. Aggiungete sale e noce moscata e portate ad ebollizione, sempre mescolando. Quando inizierà a bollire, abbassate la fiamma e mescolate ancora per un paio di minuti. Spegnete il fuoco ed utilizzate la vostra veg besciamella come desiderate....



abc

Rivisitazione in chiave “no guilt” di un classico dei classici: panna cotta alla vaniglia

Tutto inizia sempre con una domanda. Perché no? Sono una golosa di natura, ma cerco abitualmente di tenermi lontana da tutto ciò che rappresenta una tentazione troppo forte per essere controllata. Quello che entra nel calderone di panne cotte, creme al latte, crème brulée e via dicendo rappresenta per me una vera e propria istigazione al peccato di gola. Ho imparato, dall'alto della mia deviazione mentale, ad approcciarmi a queste leccornie immaginando l'insieme di elementi che le compongono e devo dire che, seppur rimangano gusti per i quali senta incredibili affinità, riesco sempre a farmi dissuadere. Ma una volta tanto potrò anche io soddisfare i miei capricci? Allora perché non farlo in modo consapevole e rispettoso? Ho rivisitato così, in chiave no guilt, un classico dei classici.
Il primo tentativo, e ultimo con la colla di pesce, è stato un piccolo fallimento: una crema buonissima, ma nulla che assomigliasse ad una panna cotta. Ho voluto provare così ad approcciarmi a questa grande rivelazione che è l'agar agar. E proprio il giorno in cui ho deciso di provarlo, ecco che una grande esperta, la cara amica Federica, di La cucina di Federica, mi chiede se avessi mai provato questo addensante. Ne nasce una piacevolissima chiacchierata, nella quale mi presenta un articolo carinamente divertente (l'ho trovato così perché alquanto maniacale) sull'agar agar e tutti i miti da sfatare, con tanto di prove ed esperimenti da piccolo chimico. Insomma, decisa più che mai, mi sono trovata alquanto terrorizzata all'idea di testarne la validità. Il risultato lo potete vedere anche voi: non una crema, bensì una panna cotta di tutto rispetto. A posteriori dico che, con una cottura leggermente più prolungata, diminuirei anche la quantità di agar agar. I 2 grammi (quantità di una bustina) credo siano perfetti per 300 ml di panna e 300 ml di latte.
Sempre che, anche voi, non vogliate improvvisarvi piccoli chimici!!


Ingredienti

200 ml di panna di soia
200 ml di latte di riso alla vaniglia (o di avena)
scorza di mezzo limone
1/2 bacca di vaniglia
20 g di zucchero di canna integrale
2 g di agar agar

Versate in un pentolino 100 ml di latte e la panna. Aggiungete la mezza bacca di vaniglia, precedentemente incisa nel verso della lunghezza, e lo zucchero. Portate a leggero bollore facendo sciogliere lo zucchero. Nel frattempo stemperate l'agar agar con il latte tenuto da parte. Quando la crema inizierà a bollire togliete la bacca di vaniglia, versate il latte con l'agar agar e, sempre mescolando, portate nuovamente ad ebollizione.
Quando vedrete le prime bolle abbassate leggermente la fiamma e continuate la cottura, girando con cura, per un paio di minuti. Sappiate che il tempo di cottura dell'agar agar influisce sulla solidificazione del preparato. Meno agar agar significa una cottura più prolungata.
Versare la crema calda in tre stampini monodose, far raffreddare, coprire e riporre in frigo per almeno un paio d'ore.
Potete servirlo come desiderate. Io ve lo propongo con una semplice bacca di vaniglia.

A voi il verdetto. Per quanto mi riguarda: palato appagato e testa libera da sensi di colpa!!abc

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