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Panettoncini con noci e gocce di cioccolato: la generosità del maestro e il suo metodo semplice, e di successo

Non glielo dissi, quando mi illustrò il suo metodo. Lo ascoltai parlare con l'umiltà di chi ha solo da imparare, da un maestro come lui. Mi chiese: "Vuoi che ti dica come lo faccio io?". Come poter rifiutare? Con la titubanza di chi ha paura di osare un po' troppo, mi sentii tanto orgogliosa di quella domanda che accettai senza aggiungere altro. Mi scrisse tutto, pesi, quantità, tempi e misure. E alla fine chiusi gli occhi e feci mie quelle dosi, quei procedimenti, quegli ingredienti. Poi mi svelai. In realtà non sono nuova a questo tipo di preparazione. Solo che sono passati due anni da quando provai e confezionai i miei piccoli capolavori. E in questi due anni l'assenza è legata a salite decisamente ripide e a fatiche inestimabili, che hanno tolto le energie da poter dedicare a lavorazioni così laboriose. Forse questa associazione di pensieri, più che la paura di affrontare la difficoltà della preparazione, mi ha spaventato, all'inizio. Ma ho accettato la sfida, cogliendo l'occasione d'oro. Ho rivisitato a modo mio qualche dettaglio, come l'utilizzo della margarina, il latte di avena e la farcitura. Ho lasciato che il tempo della lievitazione non fosse mai abbastanza, idratando (ohimè per errore, ma con successo) la biga oltre il 100% e mostrando la mia gratitudine per ogni piccolo movimento di questo impasto. Prima infornata dell'anno. Non credo ne farò ancora molte, ma il mio sorriso di gratitudine, riflesso in queste meraviglie, è tutto per quel maestro così ricco di insegnamenti preziosi e di un sapere genuino, che va rispettato e apprezzato.

Ingredienti

Per il poolish
110 g di acqua a 27°
10 g di lievito madre secco
80 g di farina per dolci (io Antico Molino Rosso)

Per l'impasto
Poolish
650 g di farina per dolci (io Antico Molino Rosso)
180 g di margarina + q.b. per la superficie
130 g di zucchero grezzo di canna
130 g di gherigli di noci
135 g di gocce di cioccolato
120 ml di latte di avena a temperatura ambiente
4 uova + 2 tuorli a temperatura ambiente
15 g di lievito madre secco
6 g di sale
la scorza di un arancio
1 fiala di essenza di vaniglia

Setacciate la farina per il poolish con il lievita madre secco. Versate l'acqua tiepida e mescolate fino a quando si saranno amalgamate. Coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate che lieviti per 11 ore circa. Io ho impastato alle 8.30 del mattino.
Quando sarà trascorso il tempo, troverete una pasta gonfia, piena di bollicine. Il vostro poolish sarà pronto. Passiamo all'impasto, che ho effettuato alle 19.30.
Preparate tutti gli ingredienti sul vostro tavolo di lavoro. Ricordate che uova e latte andranno utilizzati a temperatura ambiente.
Setacciate i 650 g di farina con i 15 g di lievito madre secco. Sbattete le uova e i tuorli con lo zucchero, la scorza dell'arancio grattugiata, l'essenza di vaniglia, il burro e il sale. Quando saranno ben omogenei aggiungete circa la metà della farina e incorporatela, formando una pastella.
Aggiungete, quindi, il poolish e poca farina alla volta fino a terminarla, alternandola con il latte tiepido, aggiunto a filo. Controllate che l'impasto sia ben idratato, ma non troppo liquido. Eventualmente regolatevi con la quantità di latte. Quando avrete formato un impasto omogeneo, unite le gocce di cioccolato e i gherigli di noci spezzettati. Impastate bene, cercando di non surriscaldare troppo l'impasto. Io ho usato il Bimby, perfetta sarebbe una planetaria. Per chi lavorasse a mano, il compito sarebbe decisamente impegnativo.
Dovrete ottenere una pasta molto elastica. A questo punto preparate i pirottini da panettone. Io ho usato quelli da 100 g.
Prelevate un pugno di impasto alla volta e lavoratelo con le mani, attocigliandolo su se stesso ripetutamente. Posatelo in un pirottino. Continuate fino a terminare la pasta. Verranno circa 15 pezzi. Fate attenzione che la quantità non superi la metà dello stampo, se no fuoriescerà come un fungo atomico ^_^
Lasciate lievitare per 12 ore in luogo fresco. Io li ho lasciati per tutta la notte. AL mattino seguente, ore 8.30, praticate con meticolosa attenzione un taglio a croce su ciascuna superficie. Cospargete il taglio con un po' di margarina e infornate, a 170°, per circa 35 minuti. Il tempo di cottura dipenderà dal vostro forno.
Aiutatevi con uno stuzzicadente per verificarne la cottura.
Quando satanno cotti sfornateli.
Lasciateli raffreddare a testa in giù (e qui date il via alla vostra fantasia! Io li ho infilzati alla base con uno spiedo e li ho allineati sullo stendibiancheria) per almeno un paio d'ore. Se doveste confezionarli, fate attenzione che siano completamente freddi, in modo che evitino di rilasciare umidità, che genererebbe muffa.
A questo punto procedete al taglio e all'assaggio.


" Mentre lo addentavo sentivo la dolcezza del cioccolato.. Qua e là la croccantezza delle noci... Tutto ciò ha fatto sì che a un morso ne seguisse un altro, un altro ancora.. sempre più grosso ... Finito ^_^"

Testimonianze che emozionano.

abc

Panbrioche sfogliato alle mele annurche e il pensiero che si sofferma, poi corre lontano

Quando mi consigliarono di creare uno spazio, tutto mio, in cui mostrare e condividere la mia grande passione per la cucina, non mi dissero quanto mi sarei arricchita. Insegnamento vecchio stampo: sarà un lavoro, dovrai impegnarti, ti darà soddisfazioni se ti ci dedicherai con pazienza e costanza. L'insegnamento che mi ha sempre aiutato, negli anni. Probabilmente, se mi avessero detto ma sì, ogni tanto lasci in giro un commento e vedrai che qualcunoverrà da te, non sarei arrivata a tanto. Ma del resto so bene che, chi mi ha spinto ad arrivare qui, credeva e crede fortemente in me. E così scopro piacevolmente che le emozioni si susseguono, una dietro l'altra, giorno dopo giorno, pagina dopo pagina. Si susseguono in quegli sguardi di chi legge, ma non compare, di chi si riempie delle mie parole e tace. Si susseguono in nuove "amicizie", in conoscenze che svelano anime deliziose con cui condividere sorrisi e affetto. Anche solo virtualmente. Si susseguono in chi trova allettanti le mie proposte e si cimenta nel riprodurle. Ultima, in ordine di tempo, è la cara amica Roberta, con i suoi cavoletti di Bruxelles, ma non dimentichiamo la grande Lucia, amica di Facebook e moglie di un vecchio compagno di classe, che ha il più alto numero di rivisitazioni all'attivo. Ma c'è un aspetto, in questo susseguirsi di emozioni, che mi prende dritto al cuore. Parole come "mio figlio è un tuo grande fan", giuro, mi fanno venire la pelle d'oca e le lacrime agli occhi. "Ti segue sempre", oppure "è lei che mi dice 'hai visto Erica cos'ha preparato?'"..... trasformano in dolce zucchero a velo tutte le ore passate a sistemare foto e scrivere, scrivere e ancora scrivere. Questo panbrioche, nello specifico, lo voglio dedicare alla mia piccola fan Chiara. So che mi leggerà, perché so che non si perde mai un post. Mamma Ale me l'ha detto. Grazie dolcissima cucciola, grazie perché tu non lo sai, ma mi dai tanta forza e grande volontà di proseguire.

Ingredienti

250 g di farina 0 di Manitoba
120 g di farina di segale Jurmano
225 g di latte vaccino
8 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
30 g di olio evo
60 g di malto di riso (oppure 50 g di zucchero di canna)
2 mele annurche
30 g di noci
70 g di margarina (per la sfogliatura)
1 pizzico di sale

Setacciate le farine e il lievito madre secco. Sciogliete il malto di riso nel latte appena tiepido e versateci la metà delle farine. Mescolate fino ad ottenere una pastella omogenea. Versate l'olio a filo e, poco alla volta, la restatnte farina. Per ultimo unite il sale. Impastate fino ad ottenere un composto omogeneo e compatto.
Infarinatelo leggermente e formate un panetto, che metterete in una boule di vetro, coperta da pellicola trasparente. Fate lievitare la pasta in un luogo tiepido (circa 28°) fino al raddoppio.
Sbucciate le mele annurche (la vuccia potete utilizzarla, cotta in forno, per arricchire cereali o muesli. Non buttatela, è ricca di proprietà preziosissime!!). Tagliatela a julienne, con l'aiuto di una mandolina. Tritate i gherigli di noci e tenete tutto da parte.
Riprendete l'impasto, una volta che sarà lievitato, e rovesciatelo su una spianatoia infarinata. Allargatelo con le dita, sgonfiandolo leggermente, fino a formare un rettangolo di cica 20 x 30 centimetri, non troppo sottile.
Coprite la sfoglia con un generoso strato di margarina (un po' più della metà richiesta per la sfogliatura). Se utilizzaste quella fatta in casa, di consistenza piuttosto cremosa, non avvicinatevi troppo al bordo, perché fuoriuscirebbe con le pieghe.
Versate sopra metà delle mele e metà delle noci tritate, in modo da ricoprire tutta la superficie (nella foto la copertura è parziale per mostrare lo strato di margarina).
Arrotolate dalla parte del lato più corto, cercando di mantenere stretto e compatto il rotolo. Appiattite il salsicciotto ottenuto e allargatelo nuovamente. Ripetete l'operazione, utilizzando la margarina rimasta (tenetene da parte mezzo cucchiaio da utilizzare in superficie), le mele e le noci.
Arrotolate nuovamente la pasta e formate un salame. Allungatelo leggermente, facendo attenzione che non si sfaldi, e attorcigliatelo su se stesso, come per formare una spirale. Ungete uno stampo da plumcake e sistemate il pancrioche. Effettuate 4 o 5 tagli nel verso delle pieghe e spennellatelo con la margarina tenuta da parte. Se vi avanzassero delle noci, ricopritevi la superficie.
Fate lievitare, in un luogo tiepido, fino a quando raggiungerà il bordo dello stampo. Ci vorrà circa un'oretta. Non abbiate fretta.
Portate il forno alla temperatura di 220°. Infornate il panbrioche e abbassate la temperatura a 190°. Ponete la teglia su un ripiano medio basso, in modo che non bruci in superficie.
Cuocete per circa 50/55 minuti. Le mele tenderanno a rendere l'interno piuttosto unido, per cui anche se dall'esterno vi sembrerà cotto, è necessario lasciarlo tutto quel tempo in forno.
Sfornatelo e lasciatelo raffreddare completamente. Completamente. Con una sfogliatura il taglio a caldo sarebbe deleterio.
Quando sarà perfetto, toglietelo dallo stampo e procedete: fettine di circa 2 centimetri, o secondo il vostro gusto, e infinito e morbido piacere!!
Conservatelo avvolto in un foglio di pellicola trasparente, in frigo. Si conserverà per 3 o 4 giorni, morbido e profumato!!
E ad ogni morso, una grande soddisfazione.abc

Crackers sfogliati all’olio extravergine di oliva: il piacere della condivisione e lo stravolgimento delle tradizioni

Avere amici a cena, per me, è un grandissimo piacere. Lo è nella rottura di quella tradizione, tramandata da mia madre, per cui tutto avrebbe dovuto rispettare determinati canoni di accoglienza e il reciproco rispetto dei propri spazi. La casa perfettamente pulita, nessun soprammobile scostato, le sedie perfette, la tavola apparecchiata in maniera tradizionale, i cappotti presi e adagiati delicatamente sul letto matrimoniale, ciascuno al proprio posto, le portate servite con il loro ordine. Beh, diciamo che sembro la figlia ribelle delle tradizioni, ma volete mettere un tappeto, un tavolino allestito a buffet, coperte, cuscinoni, candele, un buon vino e una cena gustata con le mani? Il calice non mancherà, promesso. Il cappotto mettetelo dove volete, la camera è di là, unica porta, non potete sbagliare. Le scarpe sono superflue, toglietele, se voleste. Anche con il calzino bucato, purché sia pulito. Alzatevi, camminate, rotolatevi sul tappeto. Lo spazio non è molto, ma è confortevole.
Ah, e ogni tanto sentitevi liberi di allungare una mano e prendere uno di questi crackers. Non importa che sappiate che sono un esperimento riscito, non importa che riconosciate il mio orgoglio, mi basta che ne mangiate a volontà, perché vorrà dire che avrete apprezzato!

Ingredienti

90 g di semola di grano duro rimacinata
75 g di farina di segale Jurmano
15 g di farina di canapa sativa
2 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
1 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
130 g di acqua
15 g di olio evo + q.b.
2 g di sale

Setacciate le farine, il lievito e il malto d'orzo. Mescolateli.
Unitene metà all'acqua e impastate fino ad ottenere una pastella omogenea. Aggiungete l'olio a filo e continuate ad impastare (io utilizzo il Bimby). Aggiungete, quindi, poco alla volta, la farina rimanente. Alla fine unite il sale. Lavorate bene fino ad ottenere una pasta piuttosto appiccicosa.
Rovesciate l'impasto su una spianatoia infarnata, formate un panetto e mettetelo in una ciotola, coperta con la pellicola trasparente. Lasciate riposare in un luogo tiepido fino al raddoppio. Io ho lasciato che lievitasse per 7 ore, nel forno spento (con la sola lucina accesa).
Quando sarà ben lievitato capovolgete l'impasto sulla spianatoia e, infarinatelo a sufficienza per evitare che si appiccichi alle mani e al mattarello. Iniziate ad allargarlo, sgonfiandolo con i polpastrelli. Aiutatevi, ora, con il matterello.
Ricavate una sfoglia sottile e rettangolare. Versate dell'olio sufficiente a coprire tutta la superficie e cospargetelo uniformemente aiutandovi con un pennellino. A questo punto arrotolate l'impasto formando un salame lungo qualto il lato più corto della sfoglia. Schiacciate il salame, appiattendolo, e stendetelo nuovamente, con il mattarello, mantenendo la lunghezza.



Piegate il lato più lungo in tre, avvolgete la sfoglia in un foglio di pellicola trasparente, e lasciatela lievitare ancora per un paio di ore.
Riprendete l'impasto e stendetelo in una sfoglia spessa circa 2 millimetri. Con una rotella dentata tagliate dei rettangolini (o comunque delle sfogliette a vostro piacere).
Trasferite le sfoglie su una, o più, placche rivestite da carta forno.
Io ho eseguito cotture in diversi modi: alcune le ho lasciate naturali, altre le ho bucherellate, altre le ho anche salate in superficie. Quelle liscie si sono gonfiate e si sono sfogliate maggiormente. Quelle bucherellate, invece, sono rimaste più croccanti e compatte.


Portate il forno in temperatura e cuocete, a 180°, per 25/30 minuti. Controllate la cottura, in modo da non farle bruciare!! Può essere che, su una stessa teglia, alcune cuociano prima di altre. Sfornate e proseguite la cottura in base al grado di cottura ^_^


Ecco le due versioni, scegliete voi la vostra. Personalmente avrei continuato a mangiarle tutte e due senza sosta!!! Per fortuna, ad un certo punto, sono finite!!
I miei graditi ospiti hanno apprezzato nei modi più disparati, lasciandomi grandi, grandi soddisfazioni.abc

Fette biscottate bicolore: una nuova sfida si apre su una colazione senza misteri

Ormai lo sapete: tutto ciò che entra nella mia dispensa non è che sotto forma di materia prima. Come spiego in questa pagina, diamoci un taglio, ho sviluppato nel tempo un duplice pensiero: la soddisazione del creare da sé e la genuinità del creato da sé. Questo è il mio modo di vivere. Almeno in cucina. Mi balenava da un po' in testa l'idea di provare a preparare le fette biscottate. Mi sono documentata un po' su versioni differenti, ma all fine ho fatto di testa mia. Diciamo che questa è la mia prima versione, quella che parte da una ricetta collaudata, a cui ho semplicemente dato il seguito della tostatura, oltre che una variante di impasto. E, per quanto sia stata soddisfatta del risultato, per quanto queste fettine abbiano una buona croccantezza, credo che non siano altro che una partenza per avvicinarmi alla..... perfezione. Queste fette biscottate hanno tutto, manca solo una leggera friabilità, tipica. E allora mentre gusto questa bontà, studio già la sua evoluzione.

Ingredienti

87 g di farina Manitoba
92 g di farina di segale Jurmano
92 g di farina integrale
85 g di farina ai 5 cereali (io Molino Chiavazza)
7 g di crusca di grano
12 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
4 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
10 g di zucchero di canna a velo
216 g di latte di avena
24 g di olio evo
1 pizzico di sale
8 g di cacao

Setacciate le farine e mescolatele con il lievito madre secco, il malto d'orzo e la crusca di grano. Intiepidite il latte di avena e fatevi sciogliere lo zucchero. Unite metà delle farine e impastate fino ad ottenere una pasta omogenea. Unite, poco alla volta, la farina restante, l'olio evo a filo e, per ultimo, il sale. Lavorate fino ad ottenere un impasto compatto.
Dividete in due l'impasto ottenuto ed unite, ad una metà, il cacao. Impastate fino a quando non si sarà ben amalgamato. A questo punto mettete i due panetti in due differenti terrine, copriteli con pellicola trasparente e lasciateli lievitare in un luogo tiepido, io nel forno con la lucina accesa, fino al raddoppio di volume (per me 7 ore).
Quando saranno gonfiati bene, infarinate una spianatoia e rovesciateci un impasto alla volta. Sgonfiatelo leggermente e stendetelo con le dita, formando un rettangolo.
Piegatelo in tre, lasciando la lunghezza del lato più lungo. Ora arrotolatelo su se stesso, dategli una forma arrotondata e mettetelo a riposare, per una ventina di minuti, sotto la ciotola utilizzata per la prima lievitazione. Ripetete l'operazione anche con il secondo impasto. Vi consiglio di iniziare con l'impasto bianco, perché sarà il primo che utilizzerete nella fase successiva. Infarinate ancora la spianatoia.
Riprendete l'impasto bianco e stendetelo, con un mattarello, formando una sfoglia larga quanto lo stampo che utilizzerete per la cottura (io ho utilizzato uno stampo da plumcake 24 cm x 10 cm). Stendete anche l'impasto al cacao e sovrapponetelo a quello bianco.
Arrotolate molto strette su se stesse le due sfoglie, formando un salame della lunghezza dello stampo. Ungete lo stesso stampo e adagiatevi il salame appena ottenuto. Copritelo con un foglio di pellicola trasparente, in modo che non si formi la crosta, e lasciatelo lievitare, in luogo tiepido. Va sempre bene il forno spento.
Accendete il forno a 220° e portatelo in temperatura.
Quando il volume dell'impasto avrà raggiunto il bordo dello stampo, spennellate la superficie con un po' di latte di avena.
Infornate e abbassate la temperatura a 190°. Cuocete per 35 minuti circa, ma controllate la cottura, perché ogni forno ha caratteristiche differenti: potrebbero volerci 5 minuti in più o 5 in meno. Quando sarà ben dorato in superficie fornatelo e lasciatelo raffreddare completamente. Questa è una condizione fondamentale, affinché non si sbricioli durante il taglio. Lasciatelo anche tutta la notte, sdraiato su una griglia, su un fianco, poi sull'altro. Quando sarà completamente freddo iniziate a tagliarlo a fettine dello spessore di un centimetro.
Posizionate le fettine su una leccarda e infornate, a 180°, per 15 minuti, prima di girare le fettina dal lato opposto e procedere per altri 15 minuti. Ripetete questa operazione per almeno due volte.
Dovranno essere belle croccanti.
A questo punto sfornatele e lasciatele raffreddare.
Gustatele come meglio desiderate: con burro e marmellata, con crema al cioccolato, con una crema al pistacchio o con qualsiasi prelibatezza desideriate.
La loro forza è la genuinità. Sorride il palato e sorride il vostro corpo.


abc

Panchiocciole alle castagne con le noci e la certezza che dietro un fallimento si nasconde un successo

Lo confesso: queste chiocciole sono il frutto di un esperimento fallito. L'idea, quella prima volta, era chiara in testa, ma non sempre il risultato ripecchia l'immagine che ci si è creata nell'immaginario. Beh, non che il fallimento sia stato proprio deludente. Seppur abbia sfornato uno sgorbietto poco presentabile, ne ho fatto un goloso spuntino, che i miei amici di Fb hanno potuto gustare con gli occhi sabato mattina. Ma, testarda e tenace come sono, mentre assaporavo quella camuffatura d'autore, valutavo le mosse che avrei potuto mettere in atto per miliorare l'opera. Ehm.... per creare qualcosa di commestibile e presentabile ^_^ Insomma, alla fine ne è uscito un impasto che mi ha conquistato da subito. La fragranza di queste chiocciole è intensa, la crosticina croccante racchiude un soffice concentrato di sapori e noci e marroni contrastano la consistenza morbida rendendo il risultato veramente soddisfacente.

Ingredienti

60 g di marroni crudi (peso da puliti)
25 g di gherigli di noci
115 g di farina integrale
65 g di farina di castagne
5 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
30 g di malto di riso
135 g di latte di avena
15 ml di olio evo
1 pizzico di sale

Sbucciate i marroni, facendo molta attenzione di eliminare tutte le pellicine, che conferiscono un sapore amaro. Tagliateli in piccoli dadini (per un risultato più morbido, sbollentatele per un minuto). Spezzettate anche i gherigli di noci e mischiateli ai marroni.
Setacciate la farina di castagne e mescolatela alla farina integrale e al lievito madre secco. Aggiungete, ora, il malto di riso e il latte di avena. Iniziate ad impastare, incorporando l'olio a filo. Per ultimo unire il sale e lavorare l'impasto fino ad ottenere un panetto compatto. Ponetelo in una terrica, copritelo con un foglio di pellicola trasparente e fate lievitare in un luogo caldo per almeno 5 ore. Trascorso questo tempo riprendete l'impasto, rovesciatelo su una spianatoia infarinata, unitevi le noci e i marroni e impastate.
Date alla pasta una forma tonda e ponetelo nuovamente nella terrina. Copritelo con la pellicola e lasciate che lieviti ancora per 2 ore. Io lo lascio nel forno con la sola lucina accesa.
Quando sarà ben soffice e gonfio, prelevatelo dalla terrina e stendetelo sulla spianatoia infarinata, creando un rettangolo di circa un paio di centimetri di spessore. Con una rotella per pizza tagliate delle strisce larghe circa 3 centimetri. Attorcigliatele su loro stesse, una ad una, e chiudetele a chiocciola, pizzicando l'estremità sotto la chiocciola stessa.
Coprite una teglia con carta forno e posatevi sopra le chioccioline.
Lasciatele lievitare per altre due ore, sempre in un luogo tiepido. A questo punto portate il forno in temperatura e cuocete, a 190°, per circa 30 minuti. Fate attenzione alla cottura, controllando che non brucino. Potrebbe essere sufficiente anche un minor tempo. Valutate in base al vostro forno.
Sfornate e lasciate raffreddare su una griglia. Resistete, resistete, resistete ^_^ Almeno che siano tiepide, poi assaporatele come desiderate.
Sogliatele, addentatele, farcitele, queste chiocciole in ogni caso vi daranno soddisfazioni!


Il sapore è dolciastro, per merito della farina di castagne e del malto di riso, ma è un impasto che si presta molto ad accompagnare anche le pietanze salate. A voi la fantasia e il gusto!!
abc

Focaccine dolci alle castagne con mele e semi di girasole: l’attesa che diventa trionfo

Finalmente ce l'ho fatta: ho trovato la farina di castagne!!!!!!! Sembrerà una follia, ma ho ancora in testa il suono delle parole del commesso, Marco, del negozio bio di fiducia. Dicevano così: "In realtà manca da molti mesi, da quando sono finite le scorte della stagione passata. Adesso dovremo aspettare la macinatura delle nuove castagne. Del resto, essendo un prodotto biologico, rispetta e segue le stagionalità. Dovremo aspettare ancora un po'". Ecco, il mio mantra: se vuoi che sia bio, attendi la naturale evoluzione delle stagioni. Chiedo scusa a Marco, ai suoi colleghi e agli acari del mio negozio di fiducia, ma mi trovavo tra gli scaffali di un altro negozio quando..... illuminazione!!!!!! Il mio bel sacchetto di farina di castagne troneggiava nel carrello e saltellava nella borsa di juta, trepidante per l'attesa di entrare in dispensa. In realtà la dispensa non ha neanche fatto in tempo a vederla. Già, tanto era il desiderio che..... magia!!!! Preparatevi, non aspettavo altro! ^_^

Ingredienti

65 g di farina di segale Jurmano
90 g di farina di Manitoba
45 g di farina di castagne
5 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
2 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
130 g di latte di avena
40 g di malto di riso
10 g di burro vegetale salato (questa versione)
1/2 mela
15 g di semi di girasole
10 g di zucchero di canna Demerara

Setacciate le farine (mi raccomando, la farina di castagne tende a formare grumi, in conservazione nel sacchetto, e questo passaggio è fondamentale per facilitare la lavorazione e dare una resa migliore all'impasto). Aggiungete il lievito e il malto e mescolate.
Fate sciogliere il malto di riso nel latte leggermente intiepidito e iniziate ad unire la farina, poco alla volta, impastando. Aggiungete il burro vegetale e lavorate fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Trasferite il panetto appena ottenuto in una terrina di vetro e copritela con un foglio di pellicola trasparente. Lasciatelo lievitare in un luogo tiepido fino al raddoppio del volume (per me 4 ore e mezzo).
Riprendete l'impasto, dividetelo in otto parti su una spianatoia infarinata e lavorate ciscun pezzo, in modo da formare una pallina.
Date quindi, a ciascuna pallina, la forma di una pizzetta, di diametro di circa 15 cm, ponetele su una placca rivestita da carta forno e lasciatele lievitare ancora per un'ora e mezza, sempre in un luogo tiepido (io mi servo del forno spento).
Trascorso il tempo della lievitazione mescolate lo zucchero di canna con i semi di girasole. Riprendete le pizzette, ora gonfie di lievitazione, esistemate, su ciascuna di queste, un cucchiaino del mix ottenuto.
Sbucciate la mela, togliete il torsolo e tagliatela a fettine molto sottili. Posizionate quattro fettine su ogni pizzetta, in modo da ricoprirla interamente.
Portate il forno in temperatura e cuocete, a 180°, per 15 minuti.
Controllate che non brucino e che cuociano rimanendo belle soffici.
Sfornatele e lasciatele intiepidire.

Procedete, quindi, all'assaggio.
Io le ho congelate e le assaporo belle calde al mattino, per colazione. E' una preparazione che permette questo tipo di conservazione, per cui..... pizzette a gogò!!!

abc

Torta insolita di zucca e carote viola con crema delicata alla zucca e limone: un morso di avvincente genuinità

Ve lo dico: non si tratta di una torta da settemila calorie alla sola vista, quattordicimila alla presa della forchetta e millemila all'assaggio. Questa golosa colata cremosa è pura polpa di zucca e il colore dell'impasto è dato dalla presenza di dolcissime carote viola. Già, le carote viola. Ignoravo l'esistenza di questo ortaggio fino a poco tempo fa. Poi, vedendole esposte nella loro bella cassettina, non ho potuto fare a meno di cedervi. La mia solita curiosità, quella che mi farebbe mangiare anche le cavallette per poter dire che gusto abbiano, mi ha portato ad addentare un croccante pezzetto e..... magia delle magie, quanta dolcezza!!!!!! Stegata. Ho immaginato subito un dolce e poi.... ecco la zucca. L'ho vista, la adoro, ne ho avvertito l'affinità. Aumentate deliberatamente la quantità di zucchero, sapete che io sono sempre alquanto attenta e avara di zuccheri e gustate in piena serenità: questo dolce è un concentrato di salute!!

Ingredienti

Per la torta
75 g di carote viola (pulite)
215 g di zucca (pulita)
2 uova
20 g di zucchero Mascobado
1/2 bustina di lievito per dolci
145 g di farina d'orzo
1 pizzico di sale

Per la crema
125 g di latte di avena
100 g di zucca (pulita)
5 g di zucchero Mascobado
scorza di 1/2 limone
1/2 cucchiaino raso di farina di semi di carrube

Pulite le carote viola (attenenzione che macchiano come fossero d'inchiostro) e la zucca. Tritatele finemente e mettetele da parte.
Separate i tuorli dagli albumi, tenete da parte gli albumi e montate i tuorli con lo zucchero, lavorando bene e a lungo con le fruste elettriche. Aggiungete la polpa di zucca e carote rosse e mescolate.
Aggiungete, poco alla volta, la farina e il lievito setacciati, amalgamandoli perfettamente all'impasto.
Montate a neve gli albumi, con un pizzico di sale. Uniteli all'impasto, quando saranno una bella nuvola soffice e compatta e mescolate delicatamente, dal basso verso l'altro, fino a quando saranno ben amalgamati.
Rivestite una teglia (io ho usato una teglia dal diametro di 22 cm) con carta forno, bagnata e strizzata, facendola aderire bene ai bordi.
Versate il composto e infornate, a 175°, per 50 minuti (potrebbero esserne necessari anche qualcuno in più! Fate la prova coltello, dopo questo tempo di cottura).
Nel frattempo occupatevi della crema. Tagliate a dadini la zucca, pulita e lavata. Versate il latte in un  pentolino e unitevi lo zucchero. Fate scaldare, affinché lo zucchero si sciolga completamente.
Aggiungete la zucca, la scorza grattugiata di mezzo limone e fate cuocere, a fuoco basso, fino a quando la zucca non risulterà morbida. A questo punto aggiungete la farina di semi di carrube e mescolate velocemente, affinché si sciolga senza formare grumi.
Fatela bollire nel latte e zucca per un paio di minuti e spegnete il fuoco. Passate tuto con un frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema liscia e vellutata. Trasferitela in una ciotolina e lasciatela raffreddare.
A questo punto, quando la torta sarà cotta, sfornatela e lasciatela raffreddare.
Non vi servirà altro che un coltello per tagliarla e un cucchiaino per coprirla di crema.
Le fette saranno soffici e fragranti e la crema dolce e avvolgente. Insieme, saranno festa per il vostro palato!!
Se proprio non doveste resistere al completo raffreddamento, posso garanirvi che anche tiepida..... è una favola ^_^abc

Crackers ai cereali e semi: desiderio soddisfatto e sguardo al futuro

Non c'è nulla da fare: ogni tanto sento la necessità di buttarmi sulla preparazione di crackers. Integrali, aromatizzati, ai cereali, friabili, croccanti, l'estro è sempre il protagonista. La ormai consolidata assenza di 00 nella mia dispensa mi fa architettare intrecci di farine talvolta bizzarri, ma per me è divertimento puro. Come mi capita di chiudere gli occhi per mettere a fuoco una particolare spezia, così chiudo gli occhi anche per scegliere le migliori farine, al fine di rispettare e soddisfare l'immagine proiettata nella mente. Il supporto di semi di qualsivoglia specie e natura mi dà sempre un senso di conforto. Insomma, la forma è la stessa, la sostanza cambia. E io gongolo, assaporando, ora sole, ora accompagnate da una mousse, o da un po' di marmellata, queste meravigliose sfoglie croccanti. E ogni volta in cui sforno il pensiero è sempre a "la prossima volta...."

Ingredienti

100 g di farina d'orzo
20 g di farina di farro integrale
2 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
2 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
25 g di semi di zucca
20 g di semi di sesamo
7 g di semi di papavero
85 g di acqua
15 ml di olio evo
2 g di sale

Per prima cosa tritate finemente i semi di girasole. Setacciate, poi, e mescolate tra loro le farine, il lievito e il malto d'orzo. Unitelo ai semi di zucca tritati, aggiungete i semi di sesamo e di papavero e mischiate.
Aggiungete l'acqua e il sale e impastate. Sempre impastando unite, a filo, l'olio. Lavorate l'impasto fino ad ottenere un panetto compatto, che lascerete riposare per un'ora circa in un contenitore, coperto da pellicola trasparente. Lasciatelo in un luogo tiepido. Io l'ho riposto nel forno spento, appena intiepidito.
Trascorso il tempo riprendete l'impasto e stendetelo con il mattarello, aiutandovi con un foglio di carta forno unto, formando una sfoglia sottile appena 1 millimetro. Ritagliate, con una rotella, dei rettangolini (o dei crackers di qualsiasi forma vogliate).
Spostateli delicatamente su una placca rivestita da carta forno e lasciateli riposare per mezz'ora circa. Se voleste, salateli in superficie.
Infornateli a 190° e cuoceteli per 10 minuti. Controllate la cottura: quando saranno ben dorati spegnete il forno e spostateli su una griglia affinché raffreddino.
Una volta freddi saranno croccanti e friabili e vi rapiranno.
Uno, due, dieci, cento..... perderete facilmente il conto!!

  



abc

Pane di semola e farina di canapa sativa: un maestro severo e un padre soddisfatto

Ci ho pensato un po', prima di decidere di pubblicare questo pane. Non che non sia riuscito, anzi. E' che non è riuscito come avrei voluto. Ricordate il mio pane toscano, con cui avevo inaugurato il blog? Fu un tentativo decisamente riuscito, in occasione della visita dei miei genitori a casa. Bene, da quella volta i vecchi ritornano solo ora. Certo nel frattempo ci siamo visti, e non poche volte, ma in queste quattro mura li rivedo dopo tutti questi mesi! E avrei potuto non celebrare la loro visita? Allora mi metto in testa di preparare un altro tipo di pane. Mio padre è un tradizionalista incallito e so che sfiderò la sorte!! Ma giorni fa avevo preso al negozietto bio la farina di canapa sativa e avevo visto il mio grande maestro creare questi meravigliosi panini alla canapa. Mi sono detta che avrei potuto provarci anche io. In fondo non ho altre grandi occasioni per panificare a tutto spiano, visto che non sono solita cedere ai lievitati!! Chiedo lumi al maestro, seguo i suoi consigli, vedo l'impasto lievitare magnificamente, lo inforno e tutto sembra perfetto. Poi arriva il momento del taglio e quell'adrenalina che mi fa saltellare come una trottola impazzita. Affondo il coltello e...... morbido è morbido, profumato è profumato, buono è buono, alveolato è alveolato, ma...... avrebbe forse dovuto cuocere di più? Non lo so. Mio padre ne è rimasto soddisfatto (e vi garantisco che il suo assenso non è per pietà, ma è sincero), il maestro mi ha detto devi impegnarti di più. Ecco, devo impegnarmi di più. Se lo dice il maestro, ascolto e imparo. Ah, questo pane lo pubblico a 6 mesi dalla nascita del blog. Non è per festeggiare, ma è... casualità!
Ingredienti 400 g di semola di grano duro 65 g di farina di Manitoba 35 g di farina di canapa sativa 300 g di acqua 9 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso) 6 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso) 5 g di sale Setacciate e mescolate le farine, insieme al lievito e al malto d'orzo. Sciogliete il sale nell'acqua e unite metà delle farine e mescolate, creando una pastella. Unite poca farina alla volta e impastate energicamente. Quando otterrete un panetto compatto, ma piuttosto appiccicoso, mettetelo in una terrina infarinata, copritelo con un foglio di pellicola trasparente e ponete l'impasto in un luogo tiepido. Lasciatelo lievitare per un paio d'ore. L'impasto dovrà raddoppiare di volume. Trascorso questo tempo, riprendete l'impasto, toglietelo dalla terrina e rovesciatelo su una spianatoia infarinata. Lavoratelo velocemente con le mani e ponetelo nuovamente nella terrina infarinata. Coprite ancora con un foglio di pellicola trasparente e lasciate che lieviti per altre 11 ore. Io l'ho fatto lievitare per tutta la notte, in modo da averlo pronto per il mattino seguente. In questo caso è necessario che lieviti in frigorifero. Al termine della seconda lievitazione togliete ancora una volta l'impasto dalla terrina e dategli la forma gradita. Lavoratelo su un piano infarinato. Ponetelo su una placca da forno (io l'ho fatto cuocere su una pietra, per cui l'ho posto direttamente lì sopra), praticate un taglio secondo il vostro gusto e lasciate lievitare ancora per un paio d'ore. Indico questo tempo perché è probabile che la sola ora che abbia dedicato a quest'ultima fase abbia compromesso la vera riuscita. Purtroppo non ho avuto le due ore a disposizione e si sa, i lievitati non perdonano: hanno bisogno di tempo e di pazienza!! Accendete il forno a 200° e, quando sarà in temperatura, infornate. Cuocete per 30 minuti, poi abbassate la temperatura a 180° e procedete per altri 20 minuti. Il tempo di cottura è indicativo: dipenderà dalla grandezza e dalla forma del vostro pane, oltre che dal forno stesso! Quando sarà trascorso il tempo, sfornate il pane e lasciatelo raffreddare. Una volta che sarà tiepido procedete al taglio. Si tratta di uno dei momenti più delicati e pieni di suspance. E' il momento in cui ti accorgi se il lavoro è ben fatto oppure no. Io sono sempre severissima con me stessa e penso che possa sempre fare di meglio. Questa volta ne sono convinta, ma non posso dire di essere stata comunque soddisfatta. Ringrazio il maestro per il supporto tecnico e morale e vi offro un paio di fettine ^_^
La canapa conferisce un sapore ed una fragranza veramente particolari. Provare per credere!!
abc

Treccine d’orzo con burro vegetale di frutta secca e anima di cioccolato: la sfida continua

Ormai lo sapete: sono un'inguaribile chimica alla ricerca di sapori nuovi, di sperimentazioni bizzarre e di intrecci inusuali. Ma sapete che quando mi metto in testa una cosa..... e chi mi ferma!! Poi quando si tratta di colazione e di genuinità, aprite le porte!!!!!! Terminati i miei spettacolarissimi croissant al cocco, che, confesso, ad oggi sono l'esperimento di maggior successo, mi toccava l'arduo compito di trovare un degno sostituto. Ancora croissant? Magari la prossima volta. Questa volta voglio sperimentare qualcosa di nuovo. Parliamo sempre di sfogliatura, certo, ma questa volta insolita. Già, perché il burro di nocciole, noci e mandorle che ho utilizzato ha conferito alla sfoglia una consistenza particolare. Ha ammorbidito un impasto ricco di fibre e impreziosito dai semi di lino (miei amati semi di lino!!) e dallo zucchero Mascobado, rendendolo gustoso e conferendogli una scioglievolezza e una morbidezza senza precedenti. Una sorta di pasta lievitata mista a frolla. Come ve lo spiego? ^_^
Ah, il tocco del cioccolato è un puro peccato di gola. Credo che ad oggi il torto peggiore sarebbe quello di privarmi di un sanissimo fondente extra!!

Ingredienti

Per l'impasto
120 g di farina integrale
90 g di farina d'orzo
20 g di semi di lino
4 g di lievito madre
35 g di zucchero di canna Mascobado
125 ml di latte di avena
100 g di ricotta
75 ml di olio di semi di soia
50 g di cioccolato fondente

Per il burro
40 g di nocciole
40 g di mandorle spellate
40 g di gherigli di noci
5 g di olio di semi di soia

Tritate finemente i semi di lino. Questa operazione è fondamentale per rendere accessibili tutti gli elementi benefici contenuti all'interno. Mischiate quindi le farine, il lievito e lo zucchero e aggiungete, poco alla volta, gli ingredienti umidi: ricotta, latte e, a filo, l'olio di semi di soia.
Lavorate molto bene fino a quando avrete ottenuto un impasto consistente.
Date alla pasta una forma di panetto e trasferitela in una boule di vetro (anche se di plastica tratterrebbe maggiormente il calore) infarinata. Copritela con un foglio di pellicola trasparente e lasciatela lievitare in un luogo tiepido, per 6 ore. Il tempo è così lungo per il basso contenuto di lievito.
Occupatevi, ora, del burro. Tritate a lungo la frutta secca, in modo che sprigioni il grasso contenuto e che diventi una pasta. Aggiungete l'olio e continuate a lavorarlo. Otterrete una crema piuttosto pastosa, che, per altre preparazioni, potrete aromatizzare a piacere. Conservatela a parte.
Quando sarà trascorso il tempo della lievitazione riprendete l'impasto e stendetelo su una spianatoia infarinata, dello spessore di circa 2 centimetri. Cospargete la superficie con il burro ottenuto, aiutandovi con le mani, e piegate in tre la sfoglia stessa. Stendete nuovamente dello spessore di 2 centimetri e ripetete l'operazione.
Lasciate riposare l'impasto, avvolto nella pellicola, per circa mezz'ora.
In questo tempo fate sciogliere il cioccolato a bagno maria e, quando sarà intiepidito, mescolatelo ad un cucchiaio di burro di frutta secca. Lavoratelo energicamente fino a quando si amalgameranno bene.
Stendete l'impasto in una sfoglia di circa 1 centimetro di spessore, dandole una forma rettangolare. Tagliate 12 rettangolini ( a me sono venuti di circa 10 cm per 12 cm).
Cospargete ciascun rettangolino con il cioccolato fuso e arrotolatelo su se stesso. Schiacciate leggermente, con le mani, ogni rotolino, formando un rettangolo largo circa 6 centimetri.
Con una rotella incidete 2 tagli verticali, in modo da ottenere 3 strisce, lasciando un'estremità unita. Procedete, quindi, all'intreccio classico. Arrivati al fondo, unite bene i tre cordoncini e posizionate le treccine su una placca da forno.
Lasciate riposare ancora una mezz'ora circa. Accendete il forno a 200°. Quando sarà in temperatura infornate e cuocete per 20 minuti.

Sfornate e lasciate raffreddare le treccine. Procedete quindi all'assaggio e..... a voi le impressioni!!



                                              

abc

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