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Roselline al limone e burro di arachidi con cuore di mandorla: il bello, il buono e l’irrinunciabile

img_5264Chiamatemi "snocciolina". E' il mio nuovo mestiere. Sguscio arachidi come se non ci fosse un domani. E frullo. E assaggio. Rigorosamente con il dito. La scusa è quella di nuovi biscotti, di nuovi esperimenti, di nuove idee. La realtà è che, avere un barattolo di burro di arachidi sempre pronto a deliziarmi, mi rassicura. Ma nascondo tutto questo dietro le mie incessanti elucubrazioni. Tante, ma tante, ne ho, a ronzarmi nella testolina. Una, ogni tanto, inciampa su queste pagine. E quindi nel mio forno, e poi nei miei mega barattoli di scorte. Scorte sane, piene e gustose. Insomma, per me è diventato un modo di essere. E' così stimolante sperimentare sapori diversi, mescolare ingredienti nuovi, creare chicche pronte a deliziare e stuzzicanti da condividere. E allora che posso fare, se non...... snocciolinare in continuazione? Questi biscotti mi si sono presentati davanti agli agli occhi dopo aver assaggiato i krumiri di Valentina, una splendida musa ispiratrice 😋 Ovviamente ho dato la mia interpretazione, dal momento che il burro qui non entra neanche per sbaglio, ma..... riuscite ad immaginare la delizia???? Forza, fatevi sotto, l'assaggio, qui, è d'obbligo. Ingredienti 150 g di burro di arachidi 50 g di olio di cocco 45 g di zucchero di canna (75 g per i palati viziati) 1 limone biologico (con la buccia edibile) 125 g di farina di riso impalpabile 75 g di farina di mais fioretto 30 g di maizena 75 g di latte di avena (o altro latte, vaccino o vegetale)img_5255 1 tuorlo 1/2 cucchiaino di vaniglia in polvere mandorle sgusciate. Inserite in un boccale il burro di arachidi, l'olio di cocco e lo zucchero di canna, quindi frullate fino a creare un composto soffice. img_5256Unite le farine, l'amido di mais, la polvere di vaniglia, la scorza grattugiata del limone e il succo di mezzo limone. Impastate, aggiungendo poi il tuorlo e, poco alla volta, il latte, fino ad ottenere un impasto morbido, ma compatto. img_5257Lasciate riposare per un'ora, in frigorifero. Preparate una teglia coperta con un foglio di carta forno. Trasferite i biscotti in una "sparabiscotti" e iniziate a fare la forma desiderata. Sistemate una mimg_5258andorla sopra ogni biscotto, quindi fate riposare ancora, in frigorifero, per mezz'ora circa. Portate il forno alla temperatura di 180° e infornate la teglia. Cuocete per circa 20 minuti, fino a quando i biscotti avranno preso un colore dorato. Quando saranno pronti sfornateli e lasciateli raffreddare completamente. A questo punto date sfogo alla vostra golosità e soddisfate le vostre voglie!! img_5259img_5260 Io amo gustarli con una crema di cioccolato, nelle mie durante le mie luculliane colazioni. Ma come dolcino che accompagna il caffè sono sfiziosissimi. E anche come coccola di metà mattina. Ma anche da regalare. E ancora...... img_5263Scusa? Non servono. Si mangiano prima con gli occhi, poi si finiscono!! img_5265img_5269abc

Biscotti di mandorle al cocco farciti con datteri e avocado: quella insaziabile ricerca della perfezione

Qualcuno le chiama fissazioni, altri capricci, altri vizi, io le definisco buone abitudini. E anche un mood perpetuo: i biscotti sono un must irrinunciabile nella giungla infinita che è la mia dispensa. Niente di speciale, direte voi. Certo, niente di speciale, se non fosse che gli unici biscotti che stazionano nei barattoli nascosti tra i ripiani della mia cucina, per un periodo più o meno prolungato, sono unicamente frutto di elucubrazioni, impasti, mani sporche, muso imbrattato, profumi di cottura... E assaggi, continui assaggi. Pre cottura, post cottura, prima di un'aggiunta, ad impasto finito, del ripieno, poi dell'insieme. Insomma, dietro ogni biscotto è nascosta una storia e io mi diverto troppo, per banalizzare tutto e per rinunciare a tutto questo. Non solo so cosa ci metto dentro, ma mi sbizzarrisco anche nel mescolare sapori diversi e sempre nuovi. Così nasce questo ripieno e, con questo ripieno, il pensiero di racchiudere in un unico biscotto una porzione perfetta di dolcezza, gusto e genuinità. Ma anche di dimostrare quanto un'intolleranza o una scelta etica possano non compromettere il piacere di un buon dolcetto ^_^ Non per nulla penso a Leti, proponendo questo biscotto....

Con questa ricetta partecipo all raccolta "Un dolce Senza è buono per tutti"
del blog Senza è buono



Ingredienti

Per l'impasto
70 g di farina di mandorle
50 g di farina di riso
1 cucchiaio di amido di mais
100 g di burro di arachidi salato (per me home made)
50 g di zucchero di canna integrale
15 g di cocco rapè
25 ml di latte vegetale (per me di avena)

Per il ripieno
400 g di datteri naturali
35 g di burro di arachidi salato
25 g di avocado
25 ml di latte vegetale (per me di avena)
15 g di cocco rapè
cannella a piacere
zenzero in polvere a piacere

Tritate finemente i datteri, privati del nocciolo, insieme all burro di arachidi, allo zucchero e al cocco. Aggiungete, quindi, l'avocado tagliato a pezzetti, il latte vegetale, la cannella e lo zenzero in polvere e continuate a lavorare l'impasto fino ad ottenere un composto omogeneo.
Tenetelo da parte, coperto con una pellicola trasparente.
Passate all'impasto dei biscotti. Mescolate tra loro le farine, l'amido di mais, lo zucchero e il cocco. Aggiungete il burro di arachidi e iniziate ad impastare. Unite il latte vegetale fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Foderate una teglia con un foglio di carta forno, quindi iniziate a comporre i dolcetti pressando un cucchiaio scarso di impasto con il pressino in una forma per biscotti. Posizionate nel centro un cucchiaino di ripieno e coprite con un altro cucchiaio scarso di impasto. Pressate nuovamente e passate al successivo. Procedete fino a terminare tutto l'impasto. Vi dovranno veire circa 15 biscotti. Lasciate riposare il tutto per una mezz'oretta, poi cuocete in forno a 175° per 20 minuti circa.
Quando saranno ben dorati sfornateli e lasciateli raffreddare completamente.

Dolci naturalmente, intensi, appaganti. Rimarranno friabili nell'involucro e morbidi all'interno. Insoliti, sfiziosi e incredibilmente irresistibili!!

abc

Crema di arance e mandorle al cardamomo: mai finale di stagione fu più generoso

Ammetto che, seppur la stagione calda non riesca ancora a dimostrarci di volersi stabilizzare, non mangio arance da un po'. Ma è da un po' che questo vasetto attende di venire trasposto, nero su bianco, in due righe di presentazione. Devo oltresì confessare che questa particolare idea di "invasettare" un prodotto tipico della stagione invernale mi ha conquistato particolarmente. Nonostante la difficoltà nel sostenere l'importanza dell'arancia da parte del mio stomaco mi imponga dosi pediatriche (ed è una gran bella sfida, visto che per gola sono capace di aprire un vasetto senza più doverlo richiudere!!), questa combinazione con mandorle e cioccolato bianco trovo sia golosa, sfiziosa e allo stesso tempo sana.
Mi faccio ancora una volta portabandiera del non si butta via niente ed ottimizzo un prodotto prezioso della nostra tradizione e cultura trasformandolo in una crema goduriosa, a cui difficilmente si riesce a resistere.
Poi, però, invochiamo il tanto atteso sole e la stagione di colori e sapori dolci ^_^

Ingredienti

4 arance
50 g di cioccolato bianco
70 g di mandorle pelate
4 bacche di cardamomo

Lavate bene le arance, quindi tagliate la scorza, cercando di non prelevare la parte bianca. Fatela bollire in acqua per circa 15 minuti.
Nel frattempo tagliate le arance a tocchetti, inseritele in un boccale e frullatele fino a renderle una purea omogenea.
Aggiungete le scorze, scolate, alla purea e frullate nuovamente.
Riducete in scaglie il cioccolato bianco, aiutandovi con un coltello. Unitelo alla composta di arance e mescolate. Portate la crema a bollore, mescolando continuamente. Non appena raggiunta la temperatura di ebollizione unite le mandorle e li semi di cardamomo, precedentemente pestati e ridotti in polvere.
Frullate tutto ancora una volta, in modo che le mandorle si tritino bene, ma non in modo regolare.
Mantenete l'ebollizione ancora per un paio di minuti, quindi trasferite la crema in uno o più barattoli di vetro sterilizzati.
Chiudete immediatamente con il coperchio, quindi rovesciate i barattolini, avvolgeteli in uno strofinaccio, poi in una coperta e lasciateli raffreddare per almeno 24 ore.

Il sottovuoto vi permetterà di conservare la crema anche fuori dal frigorifero (fino alla golosa tentazione di aprirla...).

Gustatela come farcitura di una crostata, o di una torta, con i biscotti per colazione o spalmata sulle fette biscottate. Ma apprezzatela anche, semplicemente, al cucchiaio, perché dolce e ricca così, è perfetta da sé. Personalmente non ho ritenuto doveroso aggiungere zucchero, in quanto la dolcezza del frutto stesso e del cioccolato bianco per me erano decisamente sufficienti. Ma visto che molti storceranno il naso (ah, lo zucchero e il potere di conservazione), se proprio pensate che vi durerà molto in dispensa, provvedete ad aggiungere una congrua dose di zucchero.

Perché c'è chi le regole le rispetta, chi le infrange.
^_^
 
Ed ora, arrivederci inverno. Pioggia o non pioggia, noi ci prendiamo la stagione che ci aspetta!!
 
abc

Pollo al tè nero in crosta di mandorle con cavolini dorati: la sorprendente versatilità di ingredienti semplici

Lo confesso: ogni tanto che io mangio carne. Poca. Sempre meno. E quasi esclusivamente, se non esclusivamente, di pollo. Ho la mia ricetta pratica e veloce, per le volte in cui la coscetta salta in padella, ma talvolta sento la necessità di trasformare il piatto in qualcosa di diverso.
Amo il tè. Nero, e anche verde. Intenso. Profumato. Inizio a gustarlo dal profumo che sprigiona. L'idea di utilizzarlo in cucina mi ha intrigato da subito, esattamente dallo stesso istante in cui ho pensato di accostarlo al pollo. Così ecco che parte la sfida: ad infuso tiepido immergo la mia sovraccoscia e aspetto, aspetto, aspetto. La carne si intenerisce, prende un colore bruno. A questo punto la condisco a puntino e la inforno. E aspetto, aspetto, aspetto. L'assaggio è sempre il momento che preferisco: la fatidica prova del nove che mi mette a confronto con le mie aspettative. Aggiudicato, l'idea può prendersi il suo spazio e quindi..... parte la replica, documentata, di cui vi lascio i dettagli ^_^
Che l'assaggio 'ri'abbia inizio.

Ingredienti

1 sovraccoscia di pollo
10 cavolini di Bruxelles
1 bustina di tè nero
10 g di mandorle pelate
5 g di fiocchi d'avena
1 cucchiaino di amido di mais
paprika dolce
sale
pepe
olio extravergine di oliva

Portate ad ebollizione 200 ml di acqua e immergeteci la bustina di tè. Dopo tre minuti di infusione toglietela e lasciate raffreddare il liquido. Quando sarà poco meno che tiepido, immergeteci la sovraccoscia di pollo e lasciatela a riposo per almeno 6 ore. Volendo potrete sfruttare la notte ^_^
Mondate i cavolini di Bruxelles e sbollentateli per qualche minuto in acqua salata. Gettateli immediatamente nell'acqua ghiacciata, per fermare la cottura, e teneteli da parte.
Tritate grossolanamente le mandorle con i fiocchi d'avena e sistemate tutto su un foglio di carta assorbente.
Prelevate il pollo, sgocciolatelo e insaporitelo con la paprika dolce, il sale e il pepe. A questo punto massaggiatelo con l'amido di mais, quindi passatelo nella panatura di mandorle e avena.
   Coprite una teglia con della carta da forno. Ungetela leggermente, quindi adagiatevi il pollo.
Irrorate leggermente di olio i cavolini e poneteli accanto al pollo. Cospargeteli con la panatura rimasta e salate a piacere. Versate un filo di olio sulla sovraccoscia, quindi infornate a 200° e lasciate cuocere per 40 minuti, girando il pollo dopo mezz'ora circa, in modo da farlo dorare bene da entrambe le parti. Una volta che sarà croccante in superficie, sfornate e servite.
Tenero, morbido e umido, ma sfizioso nella sua crosticina di mandorle, con un contorno perfetto, seppur semplice e naturale. Insomma, come trasformare un semplice pollo in qualcosa che non sia banale.

Non vi rimane che assaporare, boccone per boccone, questa delicata meraviglia. Ricca e preziosa.



abc

Sigari di riso al radicchio tardivo e mango: la tenacia che porta al traguardo e sapori fuori dagli schemi

Ci sono esperimenti che riescono, con successo, al primo tentativo e esperimenti che partono con un tonfo più o meno eclatante. Per arrivare al risultato che vedete qui, il tonfo è stato deciso. Ma non tanto da farmi pensare che non valesse la pena riprovarci. E non a sufficienza per scoraggiarmi e abbandonare l'idea che quanto avessi in mente potesse trasformarsi in realtà.
Ho trovato e provato, un po' di tempo fa, le cialde di riso. Da quando non posso più utilizzare la pasta fillo, mia amata alleata, per un'intolleranza al frumento, mi sono sempre chiesta come avrei potuto ricreare quella sottile crosticina, sfiziosa e leggera. Ecco arrivata la risposta. Gli involtini sono sfiziosissimi, sia cotti al vapore, sul bambù, sia, come vi mostro in questi sigari, nella mia amata friggitrice ad aria calda. Il ripieno è lo stesso del primo tentativo, poi fallito. Tanto mi era piaciuto, così contrastante nei sapori e così maledettamente avvolgente che non ho potuto contenere l'audacia. Non so se sia un caso o se sia una inconscia consapevolezza, ma anche questa, come quasi tutto ciò che esce dalla mia cucina in questo periodo, segue i canoni vegani. Niente uova, niente latticini, niente carne. Ma il sapore è da togliere il fiato!!!

Ingredienti

3 cialde di riso
1 cespo di radicchio tardivo
1/4 di mango
porro
60 g di formaggio di riso integrale germogliato
10 g di semi di canapa
olio di olive taggiasche
sale
pepe
paprika affumicata
10 g di mandorle pelate

Bagnate un canovaccio pulito, strizzatelo molto bene e utilizzatelo per coprire, sopra e sotto, le cialde di riso. Lasciatele così per il tempo della preparazione del ripieno, in modo da farle ammorbidire bene.
Lavate le foglie del radicchio, quindi tagliatele a tocchetti. Fate imbiondire, in olio caldo, il porro tagliato a rondelle. Aggiungete il radicchio e lasciatelo cuocere a fiamma moderata. Tagliate il mango a cubetti, quindi aggiungetelo al radicchio.
  Unite sale, pepe, paprike e fate insaporire tutto. Quando la farcitura sarà morbida, aggiungete i semi di canapa e spegnete il fuoco. Tagliate il formaggio di riso a dadini, quindi unitelo al resto degli ingredienti e mescolate.
Prendete la prima sfoglia di riso, posate un terzo della farcitura su una parte del cerchio e piegate su se stesse le due parti laterali. Arrotolate il sigaro fino in fondo e tenete da parte.
Tritate le mandorle, grossolanamente, e tenetele da parte. Bagnate leggermente gli involtini, quindi passateli nelle mandorle, facendo aderire perfettamente la panatura. Irrorateli con un filo di olio.
Trasferiteli nel cestello della friggitrice ad aria calda (o su una teglia coperta da carta forno) e cuocete per i primi 25 minuti a 180°.
Trascorso questo tempo aumentate la temperatura a 200° e procedete per altri 5 minuti.

Quando saranno dorati estraeteli dal cestello (o dal forno) e trasferiteli su un piatto, insieme a del radicchio fresco.

Servite e.... innamoratevi ^_^ I sapori sono eclettici e invitanti, sotto la deliziosa crosticina di riso e mandorle.


Il ripieno morbido non richiede salse di accompagnamento, ma potrete divertirvi ad accompagnare questi deliziosi sigari con una crema di avocado, o una rubra piccantina. Insomma, la fantasia non ha limiti!!

A voi l'assaggio ^_^



abc

Rolata di ceci farcita con spinaci e pesto di pomodori secchi: comunque vada, è procedere che conta

Consapevolezza. Presa di coscienza. Accettazione. E, soprattutto, determinazione. Perché, se non si arriva all'obiettivo per la strada prevista, non è certo un piano B a scoraggiare. Questo piatto, preciso, questo meraviglioso e sorprendente piatto, sarebbe dovuto potuto finire su carta. Quella carta [non farò nomi perché mi sembra di avere già fatto generosa pubblicità gratuita]. E non farò neanche polemica. Prendo atto di non essere all'altezza e volto pagina. In fondo a me interessa altro: mi interessa arrivare a voi, che venite qui a leggere, mi interessa persuadere circa l'importanza di un'alimentazione salutare, mi interessa raccontare il mio piacere nello sperimentare sapori nuovi e mi interessa condividerli. Comunque condividerli. Morivo dal desiderio di parlarvi dell'incontro di questi sapori e di quanto rappresentino una portata completa ed equilibrata. Di quanto, ancora una volta, la sfilza di senza non influenzi il piacere dell'assaggio.
Vidi questo polpettone qualche mese fa. La mitica mamma veg Michela mi sorprende sempre. Le dissi che mi sarebbe piaciuto provarlo, che gli spinaci dell'orto di mammà stavano giusto tentandomi ^_^ E allora ho iniziato ad elucubrare, intorno a quella meraviglia, fino ad arrivare a questa soluzione: una rolata. E la prova assaggio..... come faccio a spiegarla? Va sperimentata. Allora iniziate a mettere i ceci a mollo e passate a sbirciare i segreti ^_^

Ingredienti

Per la rolata
150 g di ceci secchi
350 g di zucca cruda pulita
50 g di fiocchi d'avena
15 g di pomodori secchi
15 g di capperi sotto sale
5 g di lievito alimentare in scaglie
1 cucchiaio raso di dado granulare di verdure (per me home made)

Per il pesto
30 g di pomodori secchi
50 g di mandorle pelate
1 rametto di rosmarino
10 foglie di salvia
un goccio di acqua calda

Per la farcitura
10 foglie di spinaci
dado vegetale granulare
pepe
1 cucchiaio di olio piccante

Per il contorno
3 mele renette
1 foglio di alga kombu
olio extravergine di oliva
sale rosa dell'Himalaya
zenzero in polvere
pepe

Mettete i ceci in ammollo per 12 ore, quindi fateli bollire per circa 2 ore, fino a quando saranno morbidi. Spegnete la fiamma e fate intiepidire. Se aveste voglia e tempo potrete eliminare la pellicina da ciascun cecio ^_^ Nel frattempo mettete in ammollo pomodori secchi e capperi, per almeno un'oretta.
Tagliate la zucca in fette sottili, salatela e fatela cuocere in forno a 200° per circa 40 minuti. Inseritela, quindi, in un boccale insieme ai ceci, a metà dei pomodori secchi scolati e strizzati, agli aghetti di rosmarino, al lievito alimentare, ai capperi sciacquati e al dado vegetale. Frullate tutto, fino ad ottenere un composto omogeneo e liscio. Unite i fiocchi d'avena e frullate ancora. Assaggiate la sapidità ed eventualmente correggete con del sale. Fate riposare l'impasto per almeno un'ora.
Lavate le foglie degli spinaci e farele cuocere a vapore per pochi minuti, in modo da ammorbidirle appena.
Inserite in un boccale i restanti pomodori secchi ben strizzati, le mandorle, il rosmarino e la salvia. Frullate bene. Aggiungete un po' di acqua calda e lavorate fino ad ottenere una crema vellutata. Lasciate in frigorifero per il tempo della preparazione.
Stendete l'impasto di ceci e zucca su un foglio di carta forno, formando un rettangolo di circa 40x30 cm, spesso circa 1 centimetro. Livellatelo bene. Ricoprite la superficie con il pesto di pomodori secchi, quindi adagiate le foglie degli spinaci. Spolverizzate con il dado vegetale, il pepe e un filo di olio piccante. Aiutandovi con la carta forno, arrotolate il lato più lungo della sfoglia. Avvolgete bene la rolata ottenuta con la carta forno, quindi lasciatela riposare in frigorifero per almeno un'ora, prima di cuocerla in forno, a 200°, per 30 minuti.
  
Nel frattempo sbucciate le mele renette e tagliatele a spicchi. Conditele con olio, sale, pepe e zenzero in polvere. Unite anche l'alga kombu tagliata a striscioline, mescolate bene e lasciate insaporire.
Sfornate la rolata e lasciatela intiepidire. Tagliatela, quindi, in fettine spesse un paio di centimetri. Sistemate, su una teglia, le mele e, nel mezzo, le fettine di rolata. Versate un filo d'olio evo e infornate, a 200°, per altri 20 minuti.
A questo punto sfornate e servite. Gustate la vostra vegrolata calda e inebriante ^_^
E preparatevi, perché finisce troppo in fretta!abc

Briciole di biscotto, fiocchi di avena e frutta secca: tracce che definiscono strade e stabiliscono legami

Non avrei potuto scegliere qualcosa di più calzante, se non delle briciole di biscotto. Tanto o poco natalizie, poco fa. L'idea del mio amato panettone, in tutte le declinazioni proposte, da cui sono lontana quasi da due anni, è stata accantonata sul nascere quando la dispensa piena di farine inutilizzabili sotto consiglio medico e il poco tempo a disposizione per dedicare amore a questo importante lievitato, hanno spento gli entusiasmi. Ma anche questo rientrerà in un disegno ben preciso e sono certa che il ritorno ai miei lievitati avverrà nel momento giusto. Magari con l'ausilio di una planetaria. Magari con un'attenzione che oggi non posso riservare loro. Quindi... briciole siano! :D Biscottatrice seriale per vocazione e per deviazione (ai limiti della patologia, una dolcissima patologia), ho sentito la necessità di dare una nuova forma al tocco dolce delle mie colazioni. Una manciatina di queste briciole tuffata nello yogurt è il finale perfetto per pasto più importante della mia giornata.
Ma questa scelta, oggi, coinvolge anche altri sensi. Come fossi Pollicino, lascio briciole sulla strada, perché dietro ogni partenza, per me, c'è sempre una trasformazione. Banalmente considerata una vacanza, una vacanza che non riesco a concedermi da una vita, ormai, questa settimana rappresenta molto di più. Non a caso scelta in un periodo che non riesce a coinvolgermi, non a caso studiata per separarmi da una quotidianità e dai suoi logoranti pensieri, non a caso vissuta come lucida e oggettiva valutazione di ciò che sono e di ciò che voglio (essere) e maturata con la consapevolezza di poter tornare quella di prima, o cambiata completamente. Ma.... di tornare (?). E se le sensazioni e gli stimoli potrebbero tenermi lontana come una calamita, le briciole mi indicheranno una strada, quella che, indubbiamente, mi terrà unita a voi.
A questo giorno, a cui mi approccio con un viaggio, ci sono arrivata con enorme sacrificio. Un po' ho timore, quello genuino che ti fa tremare le gambe prima di salire su un palcoscenico, ma che ti dà l'adrenalina giusta per affrontarlo, un po' ho fiducia, perché la trasformazione maturata dentro di me mi dà anche la sicurezza di essere pronta, qualsiasi sia la svolta. In ogni caso sono serena e in pace con me stessa.
Auguro a ciascuno di voi di vivere un percorso di consapevolezza e di acquisizione di fiducia in voi stessi. A ciascuno di voi dono un sorriso e da ciascuno di voi lo prendo, un sorriso. Natale dovrebbe essere tutti i giorni, ma comprenderlo è la sfida più grande.

Ingredienti

100 g di mandorle pelate
65 g di pistacchi
35 g di noci macadamia
130 g di datteri naturali
100 g di latte di avena
1 cucchiaino di farina di mandarino
1 cucchiaino di cannella
50 g di polpa di pera e zenzero fresco

Mettete la frutta secca in un boccale e tritate tutto non troppo finemente. Tenete da parte.
Riducete in purea i datteri, quindi unitevi la cannella, la farina di mandarino e i fiocchi d'avena. Frullate brevemente. Aggiungete la polpa di pera e zenzero fresco e amalgamate.
   A questo punto unite la frutta secca e impastate tutto insieme, in modo da rendere l'impasto omogeneo.
Sbriciolate l'impasto su una teglia rivestita da carta forno, quindi infornate, a 180°.
Fate cuocere per circa 10 minuti, quindi estraete la teglia e sbriciolate nuovamente l'impasto. Infornate nuovamente e procedente la cottura per un'altra mezz'ora, smuovendo le briciole ogni 10 minuti. Dovrete ottenere un aspetto dorato, per cui regolatevi sui tempi di cottura, che potrebbero cambiare da forno a forno.
Una volta pronti, spegnete il forno e lasciateli raffreddare. Quando saranno completamente freddi trasferiteli in un barattolo e conservateli per il tempo necessario (alla sopravvivenza ^_^).
Da spiluccare come snack, da gustare in uno yogurt, da raccogliere sotto una colata di cioccolata fondente o da accompagnare ad un frutto, queste briciole sono sfiziose e travolgenti. E non dureranno a lungo chiuse e sacrificate in un barattolo ^_^

Pollicino vi lascia delle tracce piene di dolcezza e di essenza.
E vi augura un sereno Natale, fatto di cose vere e sincere.abc

Spaghetti di riso integrale in salsa di pomodori secchi e mandorle: il qui ed ora che rende tutto perfetto

Benchè ultimamente il mio desiderio di pasta sia confinato alla sola ipotesi di shirataki, benedetta o maledetta smania di controllare sempre tutto, portavo dentro un curioso pizzicorio per uno spaghetto di riso basmati integrale mai assaggiato, nonostante un bizzarro gioco del destino me li abbia fatti vedere, cadere nella borsa della spesa e.... sfumare, tra le tante cose che, in questo periodo, incontrano la mia strada e poi cambiano rotta. O semplicemente seguono una rotta che non è la mia. Così, specializzata nell'applicazione di semplici meccansmi di difesa per gestire i vuoti della tavola (e dell'esistenza) ho convissuto pacificamente con questa mancanza. "Sono buonissimi", mi è stato detto. Ho sorriso, di quei sorrisi che parlano, ma è meglio che lo facciano in silenzio. "Sono buonissimi", vi dico. Sorridete, sarebbe un perfetto gioco di ruoli e un degno finale di storia. Che poi l'idea illuminante non è stato lo spaghetto. No, quello è solo una meditazione sul mio oggi, è la volontà del destino che OGGI li porta sulla mia tavola. L'idea attorno a cui si è strutturato il piatto è la crema. I pomodori secchi sono arrivati dalla Sicilia, quest'anno. Ricordate? Sono arrivati insieme a tanti altri splendidi prodotti (pistacchi, mandorle, capperi, olio....). Era da un po' che immaginavo di renderli crema. E nella mia laboriosa testolina ho provato ad accostarli a sapori diversi, fino ad arrivare a questa soluzione. Mi vanto di avere una dispensa piena di ingredienti sani e salutari, il più delle volte fatti in casa, provenienti dal lavoro delle mani di una madre amorevole, o nel rispetto di una territorialità e di una stagionalità. Una scelta che oggi mi ripaga, perché qualsiasi siano gli intrecci che destino loro, il risultato è sempre sorprendente e appagante.
E allora ecco cosa penso. Penso che forse era destino che io non assaggiassi, prima di ora, quegli spaghetti. Perché oggi non solo li assaggio, non solo me ne beo, ma li sento scivolare sul palato come se fossero frutto del mio volere e del mio saper aspettare. E li sento riempirmi di una ricchezza che parla di terra, di sapore mediterraneo, di semplicità e di intensità. Come SOLO OGGI sarebbe potuto essere.

Ingredienti

60 g di spaghetti di riso basmati integrali
35 g di pomodori secchi
10 g di mandorle pelate + q.b.
10 foglie di salvia fresca
100 g di latte vegetale
2 cucchiai di passata di pomodoro (per me fatta in casa)
1 cucchiaino di farina di limoni (o zeste)
qualche goccia di tabasco
sale integrale di Cervia

Mettete in ammollo i pomodori secchi e le mandorle, in due ciotoline differenti, e lasciatele per almeno un'ora.
Fate intiepidire il latte, quindi unitevi i pomodori strizzati e le mandorle scolate, le figlie di salvia precedentemente lavate e la farina di limoni. Passate tutto con un frullatore ad immersione, fino a creare una crema omogenea. Unite la passata di pomodoro fino a renderla sufficientemente liquida e il tabasco a vostro piacere. Trasferite tutto in un wok e fate cuocere a fuoco basso.
Nel frattempo fate cuocere gli spaghetti di riso in abbontante acqua leggermente salata. Quando mancheranno un paio di minuti alla cottura scolateli e trasferiteli nel wok insieme al sugo. Tenete l'acqua da parte.
Fate saltare a fiamma viva per qualche istante, in modo che la pasta assorba il condimento. Allungate, se dovesse risultare necessario, con qualche cucchiaio di liquido di cottura.

Passate all'impiattamento.
Create una base di sugo, sistemate la pasta e decorate con foglioline di salvia e mandorle leggermente pestate nel mortaio.

Servite calda e assaporatela.
Travolgente e delicata. Intensa e magica.
Sapori che non lasciano spazio alle parole.

abc

Frollini salati di fagioli e mandorle alla paprika affumicata: quell’insieme di momenti chiamati occasioni

Le occasioni, si sa, vanno colte al volo. E così, se un'amica brama un assaggio per ogni scatto condiviso sui canali social, io mi diverto a stuzzicare le aspettative nell'organizzazione di una cena, quella cena, finalmente giunta a realizzazione.
Il modus operandi è sempre lo stesso: tavolino basso, tappeto, pietanze a buffet, un buon calice di vino e tante, tante chiacchiere. Tante, tante risate. E, ovviamente, l'immancabile vaschetta che attende di essere riempita con ogni eventualità di rimanenza ^_^ Per me è una gioia, ogni volta, vedere la soddisfazione sui visi dei miei ospiti. Lo è per la felicità degli ospiti stessi, ma lo è anche come conferma che i principi salutisti, che tanto diffondo, non tolgono davvero niente al piacere del palato. Questi biscotti ne sono la dimostrazione. Se non avessi svelato, in corso d'opera, che l'ingrediente base fosse un semplicissimo fagiolo, mai si sarebbe potuto scoprire tanta stranezza.
E allora come non approfittare di questa occasione per provarci, anche voi? Potrò mica sfornare biscotti per tutti? ^_^

Ingredienti

100 g di fagioli con l'occhio secchi (250 g bolliti)
65 g di mandorle pelate
100 g di parmigiano
3 g di pepe di Sichuan
3 g di paprika affumicata + q.b.
15 g di semi di lino
15 g di semi di sesamo

Mettete in ammollo i fagioli per una notte intera, quindi sciacquateli e bolliteli per un paio di ore, fino a quando saranno morbidi. Mettete in ammollo anche le mangorle, per almeno un paio di ore.
In un bicchierone versate i fagioli bolliti, le mandorle, il parmigiano spezzettato, pepe, paprika e i semi di lino. Frullate tutto, fino ad ottenere una purea omogenea.
Unite i semi di sesamo e assaggiate. Nel caso in cui il parmigiano non dovesse essere sufficiente a rendere sapido il sapore, aggiungete del sale.
Versate il composto su un piano e compattatelo bene. Formate un cilindro di circa 7 centimetri di diametro, avvolgetelo in un foglio di carta forno e lasciatelo riposare in frigorifero per almno un'ora.
A questo punto estraete l'impasto, eliminate la carta e tagliate delle fettine spesse poco meno di un centimetro. Sistemate i biscotti su una teglia coperta da carta forno e, con un batticarne di legno, pressate in superficie ricavando delle incisioni.
Spolverizzate con della paprika affumicata e infornate, a 190°, per circa 30 minuti. Dovranno dorare bene in superficie. Una volta sfornati sistemateli su una grata e lasciateli raffreddare: in questo modo acquisiranno croccantezza.
A questo punto assaporateli, da soli, accompagnati da un formaggio, da una salsa, con una pietanza o..... del golosissimo cioccolato. Sì, i contrasti sanno regalare sempre emozioni magiche.

Ma, soprattutto, preparatene in abbondanza, perché si inizia e non si sa quando si finisce ^_^

Servirà dire che si possono conservare, ben chiusi in una scatola di latta o in un barattolo di vetro, per una buona settimana?


abc

Torta autunnale di zucca e castagne con frutti rossi e mandorle: un piacevole e bizzarro estratto di fantasia

C'era un tempo in cui la parola torta proiettava nella mia mente l'immagine di uova, farina, zucchero e latte. Quello era il tempo in cui le ricette venivano seguite pedissequamente e l'unica personalizzazione era il disegno dello zucchero a velo in superficie. Su quello sì, avevo tanta fantasia. Poi avvenne il lento e costante cambiamento. Quel cammino verso la consapevolezza, quell'esigenza di esprimere in cucina tutto ciò che avessi dentro. Ed ora non mi chiedete di replicare una ricetta, non mi chiedete di rimanere nei limiti di una regola. La mia è una tavolozza di ingredienti, tra i più bizzarri, insoliti e strampalati e da lì attingo, ogni volta, per gentile concessione di una mente matta, nel tentativo di sorprendere e soddisfare il mio palato. E quasi sempre ci riesco. Certo non sto introducendo una torta convenzionale. Zucca, castagne, mele, frutti rossi, mandorle, semi vari..... non può certo essere un dolce dal sapore consueto, ma il piacere di addentare un estratto d'autunno ricco di preziose proprietà nutrizionali, genuino, leggero e gustoso va oltre ogni perplessità. Io sono così, e questo è il mio modo di esprimermi.

Ingredienti

500 g di zucca (pulita)
220 g di farina di castagne
100 g di frutti rossi essiccati
20 g di zucchero di canna integrale
50 g di semi di amaranto
25 g di mandorle a lamelle
50 g di semi di sesamo
50 g di semi di papavero
1 mela Golden
1 bustina di cremor tartaro
1 pizzico di bicarbonato

   Pulite la zucca, tagliatela a pezzi e versatela in un boccale. Unite lo zucchero e frullate tutto fino ad ottenere una crema omogenea. Aggiungete, poco alla volta, la farina di castagne e il cremor tartaro con il bicarbonato, quindi impastate. Versate i frutti rossi, le mandorle e i semi di amaranto, quindi amalgamate incorporandoli all'impasto. Procedete, allo stesso modo, anche con i semi di sesamo e i semi di papavero. Lasciate riposare l'impasto, mentre tagliate a dadini una mela ben lavata. Io generalmente utilizzo la frutta con tutta la buccia, voi procedete come preferite. Unite i dadini di mela all'impasto e amalgamate bene tutto.
Rivestite una teglia con carta forno. Io ho utilizzato uno stampo quadrato di 20 cm x 20 cm. Portate il forno alla temperatura di 190°, quindi infornate.
Cuocete per circa 1 ora. La torta rimarrà piuttosto umida all'interno, ma sarà pronta quando vedrete una crosticina in superficie.
Spegnete il forno e lasciate raffreddare il dolce all'interno. Soluzione perfetta da preparare la sera per la colazione del giorno seguente.
Quando sarà perfettamente raffreddata, tagliatela a quadrotti e servitela, o gustatela. Generalmente non lo faccio, ma volendo potreste spolverizzare la superficie con lo zucchero a velo. Io ho preferito interpretarla cn della marmellata, o del cioccolato fondente o accompagnata da yogurt. O, ancora, in totale semplicità.
Se, come me, doveste farvi la scorta per le colazioni della settimana, conservate i quadrotti ottenuti in un contenitore a chiusura ermetica, possibilmente di vetro, riposta in frigorifero. Si manterrà per una buona settimana senza perdere la magia del sapore.

Ogni ingrediente, oltre a rispettare una precisa stagionalità, è una preziosa fonte di nutrienti importanti. Volersi bene è divertente, stimola la fantasia e appaga il gusto.

abc

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