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Gallette di riso venere alle nocciole e frutti rossi: doverose ammissioni e tattiche d’azione

Ho imparato, nel tempo e con l'esperienza, che iniziare un articolo o un discorso con una negazione è una scelta assolutamente perdente. Ebbene, questa volta mi tocca farlo. Consapevole, ma per necessità. Sì, perché so che NON sono la maga della fotografia. Non ho lo spazio, non ho l'attrezzatura, non ho la pazienza di creare maggiore disordine di quello che ci sia generalmente in casa e di trovare ulteriori energie per sistemare quel qualcosa in più di quello che già chiede attenzione, e la luce, qui, è veramente scarsa (uh, questa sì che è una bella scusa ^_^). Ma, e dico MA, la mia super fedele Canon compatta mi rende una modesta e orgogliosa apprendista foodblogger che cerca di trasmettere qualcosa più per le scelte di ingredienti, che per immagini. Anche perché queste gallette sono molto più sfiziose e travolgenti, che fotogeniche ^_^
Avevo aperto la saga del riso Venere presentandovi questi biscotti. Li ho fatti e rifatti così tante volte, che quella scorta di riso da ultimare è presto arrivata al termine. Non prima, però, di avere provato delle semplicissime gallette per la colazione. Dolci, insolite e sfiziose nelle varianti di consistenze, tra un chicco di riso, una nocciola, una bacca e un fiocco di farro. Decisamente irresistibili!!

Ingredienti

350 g di riso Venere bollito
45 g di frutti rossi essiccati
15 g di bacche di Goji
40 g d nocciole
75 g di malto di riso
15 g di fiocchi di farro soffiato

Se non l'aveste già pronto, procedete con la cottura del riso, in acqua leggermente salata. Prelevatene 350 g e versatelo in una ciotola capiente. Pestate grossolanamente le nocciole con un mortaio. Unitele al riso, insieme ai frutti rossi, alle bacche di Goji e al malto di riso. Mescolate tutto, in modo da creare un composto perfettamente amalgamato.
Unite, a questo punto, i fiocchi di farro soffiato. Mescolate ulteriormente.
Foderate una teglia con carta forno e versate il composto. Distribuitelo in maniera uniforme e compattatelo formando uno strato di non più di mezzo centimetro. Abbiate cura di non lasciare spazi e buchi nella sfoglia e di fare in modo che lo spessore sia uniforme. In questo modo la cottura sarà perfetta. Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 180°.
Infornate e cuocete per 40 minuti circa. Trascorso il tempo, sfornate e trasferite la sfoglia su un ripiano. Tagliate subito, magari con una rotella taglia pizza, formando delle gallette della forma preferita.
Lasciatele, quindi, raffreddare. A questo punto sporcatevi le mani ^_^

Potrete conservaer le gallette in un contenitore in frigorifero. Arriveranno al settimo giorno senza perdere un solo grammo di aroma. La fragranza di una colazione a portata di mano!!!

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Torta nocciolata al cioccolato con pere e pistacchi: la ricchezza che risiede nei piccoli dettagli

Parliamo di evento? Di grande evento? Di occasione? Di occasione speciale? Beh, se mi ha portato a creare una torta, come generalmente NON faccio, a prescindere da cosa sia.... è importante.
Qualche giorno fa avevo lanciato, a mo' di scherzo che qualcuno ha colto e assecondato, una sfida. Un contest non contest, in cui chiedevo, per il mio compleanno, di propormi la vostra torta. Di portarla, di spedirla, insomma.... di dedicarmela. Beh, confesso che l'affetto che ho ricevuto, in questa occasione, e che sto ricevendo è indescrivibile. Ho conosciuto, con voi, persone tanto meravigliose da non poter spiegare. Persone, voi, che ringrazio con tutto l'affetto possibile. Che sento scaldarmi dentro. Per ogni parola, per ogni gesto, per una torta, per un pensiero, per quel video registrato per me, per.... una presenza importante.
Ma come avrei potuto chiedervi tanto senza cogliere, io stessa, l'occasione di preparare la mia versione, quella che potesse rappresentarmi e conquistarmi? In occasione dell'incontro con la dolcissima Marzia, il giorno in cui lei mi portò la sua torta specialissima, con il suo "tanti auguri Erica", mi lasciai affascinare dal contesto: il Cake Design Festival che si è tenuo allo Sheraton di Malpensa. Tornai a casa con un paio di immancabili nuovi acquisti. Ne ho utilizzato una parte per creare questa tortina. Piccola, solo per me, ma davvero speciale. Ci sono i miei ingredienti preferiti, c'è la mia consapevolezza, c'è un percorso di conoscenza e di vita, c'è la voglia di volermi bene. E di condividerla con voi.

Ingredienti

Per la base di cioccolato
100 g di Okara di nocciole
100 g di malto di riso bio
150 g di cioccolato fondente al 72%
150 g di latte di nocciola
125 g di farina Petra 5
8 g di cremor tartaro
1/2 cucchiaino di aceto di mele
35 g di olio di semi di soia
1 pizzico di sale

Per la farcitura
100 ml di crema al pistacchio
pera essiccata in fettine
10 g di pistacchi

Mettete l'Okara di nocciole in un boccale (l'Okara è ciò che rimane della nocciola, nella preparazione del latte. In assenza di questo, tritate finemente 200 g di nocciole, ma diminuite l'olio a 20 g).
Unite il malto di riso e lavorate, fino ad ottener euna crema densa e morbida. Aggiungete 100 g di cioccolato fondente e tritate tutto. A parte, fate sciogliere i rimanenti 50 g di cioccolato e lasciate raffreddare.
Mischiate il cremor tartaro alla farina e tenete da parte. Accendete il forno a 180° e rivestite una teglia con carta forno. Io ho utilizzato una teglia rettangolare da 30 cm x 20 cm.
Versate, poco alla volta, il latte di nocciola tiepido nel composto di nocciole e cioccolato. Unitevi, quindi, la farina, un cucchiaio dopo l'altro, l'aceto di mele e il sale. Per ultimo versate il cioccolato fuso e mescolate fino ad ottenere un impasto uniforme.
Versatelo nella teglia e livellatelo con un tarocco. Non avrete una crema sufficientemente liquida che possa distribuirsi da sola, per cui abbiate pazienza e curate questo passaggio.
Infornate, lasciando sul fondo una ciotola con dell'acqua. Fate cuocere per 30 minuti. Controllate con la punta di un coltello che sia pronta, quindi sfornate. Trasferite la torta su una gratella e lasciatela raffreddare.
Una volta fredda, tagliatela secondo lo stampo scelto, 2 pezzi per ciascuna dimensione di strato.
Procedete ora alla composizione. Unite i due strati della stessa dimensione con la crema di pistacchio. Sovrapponeteli tra loro, insieme alle altre, utilizzando sempre la crema di pistacchio.
Tagliate, ora, le fette di pera a metà. Sistemate ogni parte su un lato di ciascun livello di torta, poi una parte come base, sul fondo.
Terminate spolverando con la granella di pistacchi, ottenuta pestandoli in un mortaio, grossolanamente.
Riponetela in frigorifero e lasciate che riposi per almeno un paio di ore.

Nel frattempo deliziatevi con i ritagli della base: vi garantisco che sarà difficile fermarsi!!!! Non vi sembrerà di assaporare una torta "senza". Senza, uova, senza latte vaccino, senza burro, senza zucchero. Gli scettici si ricrederanno e i convinti..... sorrideranno!




Perché, di fronte a tanta sana e consapevole bontà, non si può che compiacersi!!












Un ringraziamento particolare va a Marzia per la sua torta crudista e a mio fratello, per la sua mitica Sacher vegana. Siete unici!!!!

abc

Latte di nocciola: la scelta vincente nel panorama del ‘fatto in casa è più buono’

Seppure qualche formaggio fresco e leggero faccia ancora capolino nel mio frigorifero, la presenza di latticini nella mia alimentazione sta, poco alla volta, scomparendo. Il latte vaccino, primo fra tutti, non occupa alcun posticino. Nel tempo ho imparato a conoscere le svariate alternative e a capire quali potessero appagarmi maggiormente. Confesso che, al di là di un goloso (e piuttosto calorico) latte di mandorla, e sorvolando su un latte di soia che davvero non mi conquista, ho trovato nel latte di avena il sostituto perfetto. Come, però, sapete, io amo produrmi in casa il maggior numero di materie prime possibili. Così, quando mio fratello mi ha parlato del latte di nocciola, davvero non ho potuto resistere. Gli ho chiesto consigli, lui che del fai da te in cucina è un paladino, e lui mi ha dato due dritte su come generalmente procede. Intreccio il suo sapere con qualche suggerimento in rete e cosa scopro? Che la sua infallibile ricetta è tratta da un post della mitica Costanza, che propone un latte di nocciola davvero alla portata di qualsiasi cucina!! Nella mia versione non ho aggiunto l'uvetta, consigliata (e che consiglio per dare un tocco di dolcezza al risultato finale), ma vi posso garantire che, oltre alla scoperta meravigliosa, ho incrementato la mia personale soddisfazione per aver introdotto nella mia dispensa un prodotto sano, tracciabile, di facile preparazione e..... eccezionale!!
Ve ne parlo in vista di una preparazione speciale, proprio come l'occasione per cui è stata creata, in cui questo latte (e non solo) è stato utilizzato. Ma, vogliate capire, questa è ancora una storia lontana ^_^

Ingredienti
 
200 g di nocciole sgusciate
1 l di acqua

Io ho utilizzato le nocciole dell'orto di casa, per cui le ho sgusciate e pesate al netto del guscio.
Tostatele in una padella, a fuoco basso, fino a quando la pellicina si creperà. Quindi pulitele completamente. In questo modo verrà a meno l'aroma amaro che questa parte conferisce alla nocciola.
Mettete l'acqua in una pentola capiente e portatela alla temperatura di 40°. A questo punto immergete le nocciole e lasciatele una decina di minuti in ammollo. Passate tutto con un frullatore ad immersione. Otterrete un composto omogeneo dopo pochi minuti.
Lasciate riposare ancora una decina di minuti, quindi rivestite un colino con un canovaccio (possibilmente non tinto). Filtrate tutto. Personalmente ho passato una prima volta direttamente tra le maglie del colino, in modo che il passaggio successivo, nel canovaccio, fosse più facile e veloce. Strizzate bene il composto nel canovaccio, in modo che le nocciole che vi rimarranno siano belle asciutte.
Mi raccomando di conservare l'okara ottenuto (il composto strizzato di nocciole), perché ne potrete fare grandi cose. Ma anche di questo ne parlerò in seguito ^_^
Una volta filtrato il latte, travasatelo in una bottiglia di vetro e conservatelo in frigorifero.
Durerà 3 o 4 giorni, come un qualsiasi latte fresco.
Il sapore neutro vi permetterà di utilizzarlo sia per preparazioni dolci, che per preparazioni salate. La consistenza data dal grasso della nocciola vi permetterà di avere un liquido nutriente che possa sostituire il latte vaccino anche come semplice bevanda.

Se lo voleste più o meno corposo (lasciandolo in frigorifero vedrete la panna affiorare in superficie) aumentate o diminuite la quantità dell'acqua utilizzata.
Non è sensazionale?

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Crema di ricotta alla rucola e nocciole: l’eleganza accessoria che arricchisce e dà carattere

Quando preparai questi favolosi sesamini, la mia testolina elucubrava già su una salsa deliziosa e sfiziosa con cui presentarli e assaporarli, in un piacevole aperitivo. Seppur abbia AMPIAMENTE apprezzato l'accostamento con il cioccolato fondente (che con il dolce/salato dei biscottini ci sta davvero d'incanto), devo ammettere che questa nuvola avvolgente e delicata non ha fatto altro che dare vigore e completezza a questi stuzzichini.
E' una ricetta non ricetta, una semplice suggestione di sapori. La ricotta rappresenta una base delicata a cui si possono unire gusti e consistenze diverse e adattabili ai piaceri personali. Però per me, e per l'accostamento a questi biscottini, sono risultati la scelta vincente. Lo confesso, il ditino sul fondo della coppetta ci è scivolato beatamente ^_^
Proposta semplice, di facile e veloce esecuzione, che vi farà fare bella figura anche in caso di una visita improvvisa!! Provare per credere.

Ingredienti

100 g di ricotta vaccina
20 g di rucola
15 g di nocciole
10 g di semi di sesamo
5 g di olio evo
sale rosa dell'Himalaya

Lavate la rucola e asciugatela delicatamente. Inseritela in un boccale, unendo l'olio, le nocciole e i semi di sesamo. Tritate tutto fino a creare una salsa piuttosto fine, ma non troppo omogenea.
Unite, quindi, la ricotta e un pizzico di sale rosa. Mescolate tutto, fino a rendere la salsa bella cremosa e ben amalgamata.
Assaggiatela e correggetela, eventualmente, con ulteriore sale.
Volendo potrete aromatizzarla a piacimento. A me è piaciuta così, leggera e delicata.
Lasciatela riposare in frigorifero per circa mezz'ora. In questo modo i sapori si armonizzeranno perfettamente e la salsa diventerà irresistibile.
Servitela in piccole cocottine monoporzione, oppure in una ciotola centro tavola e gustatela, con verdure, grissini, salatini, oppure..... sesamini ^_^

In fondo questa salsa è nata proporio per loro!!

Veloce, no? ^_^


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Caciotta alla piastra con pesche al basilico e pompelmo: una vita, un giorno, il per sempre

Ad un mese esatto da quel giorno importante, vi parlo delle emozioni che sono nate e che custodisco dentro di me, e le racchiudo tutte in questo piatto.
Per lunghi anni le vacanze di famiglia ci vedevano, mamma papà mio fratello ed io, condividere le tradizioni e la vita del paese natale di mio padre: Barrea, parco Nazionale d'Abruzzo. I profumi che sentivo lì erano unici e le usanze di quel paesino sul lago, arrampicato su interminabili scalini, rendevano gioiosi i giorni trascorsi insieme.
Ormai era da molto tempo che questo non succedeva: tutti e quattro, in quella terra, non ci eravamo più tornati. Non prima di un mese fa. Papà aveva un desiderio, il suo ultimo desiderio. Voleva ricongiursi alla sua terra, diventarne parte, guardare e nutrire i suoi amati faggi. E per noi questa è diventata una necessità. Ma anche una grande sfida. Rirovare quei profumi, rivivere quelle stradine, il sorriso degli amici di sempre, l'accoglienza di un paese generoso.... è stato così intenso e così forte che..... mai avremmo immaginato quanto questo ci avrebbe segnato.
In una delle cene di quei pochi giorni di permanenza, l'amico d'infanzia di papà ci ha fatto assaggiare, nel ristorante del figlio Danilo, un piatto pazzesco. Una semplicissima fetta di caciotta, scottata su una piastra rovente e coperta da caramello e noci. E' stato un attimo: mamma ed io ci siamo guardate, ci siamo scambiate un complice gesto di assenso e ho capito che, presto, avrei replicato quel piatto. Ma con l'interpretazione in chiave cuocherellona.
Siamo ripartiti pieni di tanti pensieri, tanti omaggi e quella caciotta. Ed è stato inevitabile proporla. Inevitabile parlarvene. Inevitabile farvene assaggiare la semplicità e la meraviglia. Inevitabile portare sulla vostra tavola una manciata di vere emozioni.
Nella vita, ho imparato, che sono le difficoltà a regalarci le migliori occasioni per imparare, per crescere e confrontarci con noi stessi. Ed è nelle difficoltà che capisci realmente chi è amico e chi solo comparsa. Papà, laggiù, ne aveva davvero tati di amici. Amici che ora non risparmiano di dimostrare a noi il loro affetto. Grazie di cuore a tutti. So che qualcuno di voi mi legge in queste pagine. Arrivi forte e sentito il mio, il nostro grande abbraccio ^_^

Ingredienti

1 fettina di caciotta di vacca
1 pesca
10 foglioline di basilico fresco

1 pompelmo rosa
10 g di nocciole
sale
olio evo

Lavate la pesca, asciugatela e tagliatela a dadini, tenendo da parte 3 fettine.
Fate scaldare un filo di olio evo in una padella. Lavate le foglioline di basilico, asciugatele delicatamente e spezzettatele finemente.
Lavate il pompelmo e grattugiatene metà della scorza, facendo attenzione di non utilizzare la parte bianca.
Unite scorza e basilico in padella e fate soffriggere leggermente.
Versate, quindi, la pescha tagliate a dadini e lasciate cuocere, e insaporire, fino a quando sarà morbida. Spremete il pompelmo e, quando si sarà asciugata, bagnate la pesca, in modo che rimanga sempre cremosa.

Nel frattempo scaldate una piastra (o una padella antiaderente). Non aggiungete grassi. Quando sarà molto calda, adagiatevi la fettina di caciotta.

Fatela rosolare a fiamma viva fino a quando si sarà formata una crosticina. Dovrà rosolarsi, ma non sciogliersi. A questo punto girate la caciottina e fatela rosolare anche dall'altra parte.
Quando sarà pronta, trasferitela in un piatto.
Copritela con la dadolata di pesche al basilico e unitevi, a mo' di decoto, le fettine di pesca tenute da parte, che avrete fatto rosolare sulla piastra.
Pestate in un mortaio le nocciole, in modo che rimangano piuttosto grossolane.
Spargetele sulla superficie e servite.
E' bene che il piatto sia caldo, in modo che il formaggio non raffreddi e che mantenga, in questo modo, la morbidezza e la sua totale avvolgenza, tra la pasta filante della caciotta e la dolcezza delle pesche.

La provenienza del formaggio è sicuramente garanzia di riuscita. L'amore che vi lega ad un piatto, garanzia di apprezzamento.


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Budino di pesche su miglio al cioccolato: la proiezione di un pensiero audace

Quando vi parlai di questa confettura, in realtà, il mio pensiero navigava oltre. Quella crema di pesche, Rhum e salvia è nata avendo ben chiara la sua successiva contestualizzazione. L'idea mi frullava in testa da lungo tempo: quella base di miglio al cioccolato mi incuriosiva al limite della resistenza ^_^ e non avrei potuto che mettere in atto un altro piccolo esperimento e assaggiarne il risultato. Se il principio di cottura di questa preziosa pianta erbacea è quello dell'assorbimento, perché non evolverlo e sfruttarne le potenzialità? Così ho arricchito la quantità di liquido richiesta con del fondentissimo cacao. Che, insieme alle pesche, al retrogusto di Rhum, alle nocciole, in un incontro di consistenze diverse, rendono l'esperimento decisamente riuscito. E, il dolce, assolutamente adatto anche a chi persegue un'alimentazione controllata, appaga papille e anima.

Ingredienti

50 g di miglio
10 g di cacao amaro
170 g + 20 ml di latte di soia 
5 g di zucchero di canna grezzo   
1/2 cucchiaino di agar agar 
1 limone (scorza)  
1 vasetto da 350 ml di confettura di pesche
20 g di nocciole   

Iniziate mescolando la scorza grattugiata del limone alla marmellata di pesche. Tenete da parte e lasciate insaporire.
Sciogliete in 170 g di latte do soia il cacao e lo zucchero di canna. Versatevi il miglio, precedentemente sciacquato sotto acqua corrente, e ponete tutto sul fuoco, coperto. Portate ad ebollizione, quindi abbassate la fiamma e fate cuocere fio al completo assorbimento del liquido. Spegnete, quindi, la fiamma e lasciate intiepidire.
   Dividete il miglio in due vasetti e compattatelo bene al fondo. Lasciatelo riposare.
Scioliete l'agar agar in 20 ml di latte di soia, quindi versate tutto nella confettura di pesche. Portate ad
ebollizione e lasciate cuocere per circa 3 minuti.
A questo punto spegnete il fuoco e versate la crema sopra il miglio. Lasciate raffreddare a teperatura ambiente, fino a quando sarà tiepido. Quindi spostate i vasetti in frigorifero e lasciateli per almeno un'ora. In questo modo il dolce acquisirà consistenza.
Prima di servire spezzettate le nocciole in un mortaio, piuttosto grossolanamente, e coprite la superficie.

Tenete i budini fuori dal frigo un'oretta prima dell'assaggio.

Non vi resta che assaporare questo insolito dessert.

Sapori, consistenze.... un modo diverso per stupire i vostri ospiti, e per coccolare i vostri palati!!


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Fiori di zucca farciti ed essiccati: nuove conoscenze, grandi aspettative e invitanti stimoli

E' arrivato l'essiccatore!!!!! E' arrivato pochi giorni prima che partissi per l'Abruzzo, per quel viaggio importante di cui presto vi parlerò. E' arrivato in un momento in cui non avrei potuto mettermi all'opera, così sono stata costretta a fronteggiare la mia curiosità e a lasciare che questa meraviglia occupasse il suo nuovo spazio (come porta vaso, vi garantisco che fa la sua bella scena ^_^). Mia madre ha sgranato gli occhi, quando le ho descritto le dimensioni di questo marchingegno. "E dove lo metti?". La mia cucina è parecchio piccolina e, chi l'ha vista lo sa, sia mai che sacrifichi un ripiano della dispensa, rinunciando alle mie amate farine, ai miei preziosi semi, ai cereali, alla frutta secca, alle mie conserve casalinghe, .... Ma lì è perfetta. Magari rivestirò la scatola di tessuto, o cercherò una cesta per contenerla, ma è il caso che rimanga lì, sempre a portata di mano. Perché lavorerà alla grande!! Il primo esperimento è stato con dei dolcissimi pomodorini Pizzutello. Quando ho visto il risultato ho fatto scorta di pomodori, ora che sono ancora succosi e prelibati, e mi sono garantita una modesta scorta per l'autunno. Ma, mentre vedevo trasformarsi questi frutti in piccole patacche rosse, già elucburavo.
Questi fiori sono il frutto di una neonata passione, che tanto ancora mi dovrà insegnare, ma che tanto mi sta appassionando. E, sempre questi fiori, sono uno snack originale, salutare, sfizioso e irresistibile. E sono davvero fiera del risultato!!

Ingredienti

200 g di fiori di zucca
20 g di nocciole
2 rametti di menta (anche di più se utilizzaste la mentuccia)
sale

Pulite i fiori di zucca, eliminando il pistillo e il gambo, quindi lavateli e tamponateli delicatamente, senza romperli.
Lavate anche la menta e asciugatela bene.
Prelevate le foglie e pestatele, insieme alle nocciole, in un mortaio, fino a creare un battuto piuttosto fine.
Aiutandovi con un cucchiaino, farcite delicatamente ciascun fiore con una parte del composto di menta e nocciole, cercando di uniformarlo su tutta la superficie.
   Disponete ora i fiori sui ripiani dell'essiccatore, facendo in modo che non si sovrappongano. Con l'essiccazione si ridurranno di volume, ma è bene non metterli troppo ammassati, in modo da far circolare bene l'aria tra loro.
Impostate la temperatura sui 54° e, coprendo con il coperchio, azionate l'essiccatore.
Io li ho fatti essiccare per circa 8 ore. Era la prima volta e sono andata un po' ad occhio. E' stato sufficiente per ottenere delle belle cialde secche.
A questo punto estraeteli e sistemateli su un ripiano, sopra un foglio di carta assorbente. Cospargeteli di sale e copriteli con un altro foglio assorbente. Sistematevi sopra un tagliere (o un oggetto piatto) e ponete sopra un peso, in modo da schiacciarli.
Lasciateli una notte intera, quindi raccoglieteli e..... conservateli, oppure assaggiateli.

Snack sfizioso e salutare, oppure antipastino originale, magari servito con una salsina alla rucola e menta, o ancora decorazione per una cheesecake salata, o tutto quello che la vostra fantasia suggerisce. Non vi deluderanno!!


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Crostata di pere alle nocciole e cocco con bacche di Goji: storie di magia e di bizzarre follie

In genere tutto parte dall'urgenza di dovere far fuori della frutta prossima all'eccessiva maturazione. In genere questa esigenza incontra qualche follia estrosa che, come sempre, porta lontano dai soliti canoni di pasticceria e dai binari di qualche ricetta classica, scritta e tramandata nei secoli. Solitamente tutto questo è condito dalla volontà di creare qualcosa che non abbia traccia di uova, burro e latticini e che sia ricco di preziosi nutrienti. La conferma che il buono e il goloso non debbano essere per forza sinonimo di insalubre e saturo. A volte, però, la mano scappa e..... si crea un dolce inatteso anche nei pensieri più propositivi e fantasiosi. Eccovene una prova. Due gli stimoli di partenza: crema di pere senza uova e bacche di Goji nell'impasto della frolla. Ma non solo due sono state le sorprese. Le bacche danno un sapore e un aspetto avvincente, la crema di pere è delicata e vellutata, ma quel tocco croccante delle nocciole e la pienezza del gusto del cocco, rendono questo dolce qualcosa di veramente diverso, piacevole e irresistibile. Per niente dietetico ^_^ è da dire. La quando in ogni boccone si sente la genuinità di ingredienti semplici e preziosi, anche il peccato di gola si tinge di fierezza.

Ingredienti

Per l'impasto
50 g di nocciole
15 g di bacche di Goji
10 g di semi di lino
45 g di zucchero di canna Dulcita
50 g di margarina
100 g di farina Petra 5
70 g di latte di avena

Per la farcitura
500 g di pere coscia
10 g di nocciole
10 g di frutti rossi
10 g di bacche di Goji
15 g di cocco in scaglie
1 cucchiaio di latte di avena
1 g di agar agar

Sbucciate le pere, eliminate il torsolo e tagliatele in piccoli pezzi. Mettetele in un pentolino capiente e fatele cuocere a fiamma viva, fino a quando prenderanno a sobbollire. Quindi abbassate la fiamma e fatele cuocere per circa mezz'ora, coperte.Mentre la frutta cuoce, pensate all'impasto.
Inserite, in un boccale, i semi di lino, le nocciole e le bacche di Goji. Tritatele azionando le lame a scatti, fino ad ottenere una granella fine. Aggiungete lo zucchero di canna e proseguite ancora per qualche istante.
Aggiungete la margarina (io la preparo in casa secondo la ricetta riportata qui) e impastate grossolanamente. Aggiungete, poco alla volta, la farina e il latte di avena. Aggiungetelo per gradi, in modo da valutarne la consistenza. Il tipo di farina potrebbe richiedere più o meno liquidi.
Impastate velocemente fino ad ottenere un impasto compatto.
   Formate quindi un panetto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per almeo mezz'ora.
Versate in un bicchierino l'agar agar. Spemperatelo con il cucchiaio di latte di avena, in modo da formare una cremina senza grumi.
Versatela nel pentolino con le pere, mescolate e poi passate tutto con un frullatore ad immersione. Abbassate quindi la fiamma e fate cuocere, mescolando di tanto in tanto, per circa 4 minuti.
Pestate in un mortaio le nocciole, lasciandole piuttosto grossolane. Versatele nella purea di pere, insieme alle bacche, ai frutti rossi e al cocco in scaglie.
Personalmente non ho sentito il bisogno di aggiungere zucchero. Il dolce naturale della frutta, soprattutto quando raggiunge un certo grado di maturazione, è assolutamente appagante. Eventualmente assaggiate e provvedete a correggere secondo i vostri gusti.
Accendete il forno, portandolo alla temperatura di 190°.
Stendete la pasta frolla e foderate una teglia da 20 cm di diametro. Lasciatela piuttosto spessa (si sbriciolerà facilmente, ma compattatela bene prima di farcirla).
Versate la crema di pere e distribuitela in modo omogeneo.
Infornate la crostata e cuocetela per circa mezz'ora, controllando che non scurisca troppo.
Sfornatela e lasciatela raffreddare completamente. In questo modo si compatterà bene e sarà facile tagliarla a fettine.

A questo punto non avrete da fare altro che perdervi nei sui sapori: intensi, intriganti, ricchi.

Una dolce e preziosa coccola, che accompagnerà i vostri risvegli e i piccoli momenti di dolcezza concessi alle vostre giornate.


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Gratin di zucchine e patate alle nocciole: lo sfodero delle forchette e la lotta all’ultima briciola

Il la me lo ha dato lei, qualche giorno fa, quando ci presentò una teglia di zucchine e patate al gratin che, solo a guardarla, faceva venire appetito. Ho avuto questo pensiero, come un chiodo fisso, per tutto il tempo in cui non sono riuscita a realizzarla. Poi..... è stata magia. Ovviamente la mia personalizzazione non ha atteso e, non appena ho immaginato questo piatto, ho sentito che il tocco croccante non sarebbe potuto mancare. Anzi, avrebbe reso particolare la crema delicata che avrebbe avvolto le verdure. Le patate sono quelle dell'orto di famiglia, e già vi avevo anticipato di come fossi felice di riacquisirle, saltuariamente, nella mia alimentazione, perché queste sono le patate di papà e sono belle (e buone) davvero. Non comprerò più patate, di questo sono certa, ma la rossa di papà è un piacere che non merita tentennamenti. Il risultato, come sempre accade nei miei piatti, è particolare e insolito, ma proprio per questo è decisamente intrigante. Non filano, no. Ma quella crosticina ti porta a grattare la pirofila cercando il sapore e la sfiziosità fin negli angolini. Grazie Marisa per l'ispirazione e..... sfoderate le forchette, che la lotta a chi si aggiudica l'ultima briciola abbia inizio!!

Ingredienti

2 patate rosse (le mie erano piccole)
1 zucchina piuttosto grande
150 g di fiocchi di latte allo yogurt
10 g di olive taggiasche
10 g di nocciole
parmigiano grattugiato
sale
pepe
olio evo

Pelate le patate, lavatele e tagliatele a fettine sottili, aiutandovi con una mandolina. Lasciatele a mollo in acqua per qualche minuto e poi trasferitele su un canovaccio pulito ad asciugare. Fate la stessa cosa con le zucchine, lasciandone da parte circa 70 g.
Portate ad ebollizione una pentola di acqua salata e bollite i 70 gi di zucchina, tagliata a tocchetti, fino a renderla morbida. Un avolta cotta, scolatela e, nella stessa acqua, sbollentate le fettine di verdura, in modo da intenerirle appena.
Trasferitele quindi in un piatto e lasciatele intiepidire.
Sistemate i tocchetti di zucchina in un bicchierone, insieme ai fiocchi di latte e al pepe. Frullate tutto fino a creare una crema omogenea.
Aggiungete ora le olive taggiasche e procedete ancora con il frullatore ad immersione, lasciandole piuttosto grossolane all'interno della crema.
Sgusciate le nocciole e pestatele in un mortaio. In questo modo rimarranno piuttosto spesse.
Diversamente schiacciatele con un peso (bicchiere, mattarello, o quant'altro): tritarle le renderebbe, a mio avviso, troppo fini.
Prendete una pirofila e ungetela bene alla base.
Sistemate le fettine di verdura alternando zucchine e patate.
Coprite le verdure con la crema di fiocchi di latte e olive, distribuendola omogeneamente su tutta la superficie. Cospargetela con le nocciole tritate.
Accendete il forno e portatelo a 200°.
Quando sarà in temperatura coprite la teglia con abbondante parmigiano grattugiato e infornate su un ripiano piuttosto alto.
Cuocete per 20 minuti circa, o comunque fino a quando la superficie sarà ben dorata e croccante.
A questo punto sfornate e lasciate riposare per un paio di minuti.
Sporzionate e servite (non vi sto dicendo di mangiare direttamente nella pirofila, ma sarebbe un bellissimo momento di condivisione ^_^ Solo un po' pericoloso per la temperatura della teglia!!!).

Delicato, leggero, avvolgente e saporito. Cosa potrei aggiungere? Provateci voi!!
E se la sola visione vi farà desiderare questo piatto, sarò felice di passare il testimone e di portare avanti la tradizione di Marisa!!
Attendo le vostre versioni ^_^

abc

Insalata di orzo con pesto di rucola e sgombro: il desiderio che si trasforma in sostanza

Non sono solita essere la fortunata vincitrice, o l'estratta di turno. Ho imparato a capire che la mia fortuna viene manifestata in altre forme. Poi succede che, proprio quando l'immediata eredità del quotidiano lasciata da mio padre mi mette davanti questi due vasetti di sgombro sott'olio, Claudia propone questo splendido piatto per il suo contest del mese di luglio. Non è la prima volta che mi candido, e questa volta, mentre scrivo la mia adesione, mi dico "il tuo è il primo commento.... e il numero uno è poco probabile che esca, dal sorteggio". Ma ci voglio provare. Lo voglio perché quel piatto mi rappresenta, e non può essere capitato a caso.
Il giorno seguente Claudia comunica chi dovrà riproporre il suo piatto. Numero uno. Uno. UNO. U N O. Sono io. Io. Il suo entusiasmo mi travolge e il mio sorriso illumina radioso il mio volto. Grazie Claudia, grazie papà. Mai piatto è stato più voluto.
Nel post pubblicato da Claudia, proprio oggi, potrete leggere le mie impressioni sul piatto e le motivazioni delle mie variazioni rispetto alla ricetta originale (e l'appuntamento con i deliri da demenza senile precoce, fossi in voi, non me li perderei per nulla al mondo). Non ho voluto stravolgere più di tanto la natura del piatto e vi posso garantire che è buono da togliere il fiato.

Con questa ricetta partecipo al contest di Claudia "tu come cucineresti" del mese di luglio


Ingredienti

80 g di orzo biologico
240 g di acqua
1 pannocchia
1 vasetto di filetti di sgombro sott'olio extravergine As do Mar
sale 
olio evo
paprika dolce

Per il pesto
100 g di rucola
35 g di nocciole
3 filetti di acciuga
60 g di feta light

Sgranate la pannocchia, aiutandovi con un coltello. Sciacquate i chicchi sotto il getto d'acqua, in modo da eliminare le impurità e fateli bollire per 5 minuti in acqua salata. Scolate i chicchi e lasciateli raffreddare.
Sciacquate l'orzo e mettetelo in un pentolino, unendo una piccola manciata di sale e l'acqua. Portate tutto ad ebollizione e cuocete, a fiamma bassa e coperto, fino al totale assorbimento dell'acqua.
Nel frattempo lavate la rucola. Scolatela e asciugatela in un panno pulito. Sgusciate le nocciole, se non le usate già pronte, e mettetele in un boccale con la rucola, le acciughe e la feta.
   Tritate tutto in modo da sminuzzare il tutto, lasciando le nocciole piuttosto grossolane.
Quando l'orzo sarà cotto, unite il pesto. Mescolate tutto quando ancora sarà caldo, in modo da farlo insaporire bene.
A questo punto unite i filetti di sgombro spezzettati e il mais bollito, meno un cucchiaio che lascerete da parte.
Mescolate e fate riposare, fino al totale raffreddamento. [A questo punto aggiungo che anche tiepida questa insalata è meravigliosa!! Parola di..... gola, incontenibile gola che ha attratto un bel cucchiaio colmo di insalata tiepida ^_^].
Riprendete ora il mais tenuto da parte. Conditelo con dell'olio evo e della paprika dolce a piacere.
Scaldate una padella e, una volta calda, rovesciate dentro i chicchi.
Fateli saltare a fiamma viva per qualche minuto, cercando di farli dorare uniformemente e facendo attenzione a non farli bruciacchiare.
Impiattate l'insalata come meglio desiderate, su un piatto, in scodellini, monoporzione oppure in un piatto da portata.
Copritela con i chicchi tostati e servite.

Aromi avvolgenti, fragranze contrastanti e consistenze antagoniste. Sapori che conquistao e che stregano. Lo capirete dalla prima forchettata.

Ringrazio Claudia per avermi dato la possibilità di portare sulla mia tavola questa bontà. In ogni caso, anche non fossi stata estratta, questo piatto sarebbe arrivato ugualmente a deliziarmi. Solo alla lettura degli ingredienti, con la dritta sull'utilizzo della pannocchia al posto del mais (che trovo davvero insapore), ho capito che ne sarei rimasta folgorata.
Ora tocca a voi prendere il testimone. Divertitevi a personalizzarla!!

Vi garantisco che ne varrà la pena!
abc

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