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Crackers di riso profumato con aromi e semi misti: quel tutto che potrebbe essere, ma anche no

Vorrei essere più costante. Vorrei dare una maggiore continuità a questo blog. Vorrei essere più regolare. Ma anche no.
Sono così. Ho impostato la mia vita su una libera gestione del tempo e, tolta la necessità di rispettare un orario di lavoro extra, seguo il mio istinto e le esigenze del mio corpo. E della mia testa. Ho provato a dare un nuovo inizio a questa pagina con la mia ultima pubblicazione, ma non sono riuscita a lasciare quell'impronta di regolarità. Di cose pronte per essere condivise ne ho molte, perché in fondo l'abitudine alla buona alimentazione e alla continua ricerca non è mai stata interrotta. Ma non voglio tornare a sentirmi ingabbiata in un piacere trasformato in dovere. Perché qui, tra una cosa e l'altra, il giorno si confonde con la notte e tutto rotola via troppo velocemente. Ma ho inaugurato quella che spero essere una lunga stagione di cene condivise, seppur siano sempre meno le serate da poter dedicare a questo piacere. Così, appurato che la nuova casa ben si presta ad accogliere amici, io ritrovo il gusto di fare assaggiare la mia cucina alternativa e di vedere le espressioni stupite dei commensali. Come è successo per queste sfoglie, proposte già in versione riso nero. Diciamo che si tratta della terza variante, preceduta da una "rossa" documentata solo da una foto su Instagram, in cui la bontà del riso è condizione necessaria per la buona riuscita e il mix di profumo e sapore non richiede aggiunte particolari. Così, in tutta semplicità, vi lascio sgranocchiare questi crackers, in perfetto stile salutista. Gluten free, vegano, gustoso, leggero, sfizioso. Cos'altro poter desiderare?

Ingredienti

275 g di riso a grana lunga profumato (per me Zaccaria)
100 g di pesto di carota
20 g di semi di girasole
20 g di semi di zucca
20 g di semi di sesamo
15 g di semi di papavero
curcuma
paprika dolce
zenzero
sale rosa

Cuocete il riso in circa 550 g di acqua, leggermente salata fino a quando sarà completamente assorbita. Fate intiepidire il riso, quindi frullatelo, insieme al pesto di foglie di carota, creando una crema omogenea.
Insaporitelo con curcuma, paprika e zenzero a piacere, correggetelo di sale se necessario e mescolate bene per amalgamare perfettamente i gusti.
Aggiungete i quattro tipi di semi e lavorate il composto fino ad incorporarli all'impasto. Foderate con carta forno la leccarda e versate circa la metà dell'impasto.
Standetela, aiutandovi con una spatola, fino ad ottenere uno strato molto sottile.
Cuocete a 180°, con funzione ventilata, per circa 20 minuti, o comunque per il tempo necessario affinché diventi una sfoglia croccante e asciutta. Potrebbe essere necessario aprire un paio di volte lo sportello del forno per fare uscire il vapore e velocizzare la cottura.
Sfornate e trasferite la sfoglia su una griglia. Lasciatela raffreddare. Nel frattempo procedete con la cottura del rimanente impasto.

Quando la sfoglia sarà fredda, spezzettatela con le mani in crackers della misura gradita.
Conservate le sfoglie in un barattolo di vetro o in una scatola di latta. Rimarranno croccanti e fragranti per diversi giorni. Che vuol dire almeno una decina ^_^

E ora divertitevi: a tavola per accompagnare il pasto, come spuntino, farcito con salse e creme, addolcito da marmellate..... Non c'è limite alla fantasia!! In ogni caso vi coccolerete e vi prenderete cura del vostro benessere.

E resistere sarà davvero impossibile!!

abc

Sfogliette di cavolo verza ai semi di sesamo: una sana, corroborante e necessaria pausa di gusto

Distrarsi, talvolta, è tanto essenziale, quanto impossibile. Continuo a ripetermi "un respiro e tutto tornerà ad essere sotto controllo". Ma vivere in modalità sotto controllo ho imparato essere troppo monotono, per me. Un tempo sarei impazzita se non avessi avuto tutto etichettato nei miei pensieri, gli orari perfettamente programmati e gli impegni incastrati come il miglior tetris di sempre. Un tempo preparavo i post il giorno prima. Adesso non so neanche quando e se riuscirò a pubblicarli. Adesso vivo di momenti, istinti, imprevedibilità. Ma ho bisogno di questa mezz'ora di ossigeno. Ho bisogno di trovare quell'equilibrio che mi permetta di affrontare tutto con lucidità, senza annaspare. Ho bisogno della pace che la mia sana passione riesce a darmi.
Ricordate le chips di cavolo nero alla crema di anacardi? Nel momento in cui mi trovavo a spezzettare le foglie di cavolo mi chiedevo perché non provarci con qualche verdura dalla foglia più grande. Perché non provarci con la verza? E ci è voluto davvero poco per convincermi. Nonostante la mia pancia dimostri di non tollerare questa preziosa gemma, ci ho provato. Il risultato è sorprendente: croccante, sfizioso, curioso e ricco. Vale davvero la pena mettere in funzione l'essiccatore ^_^
Approfittate del finire della stagione per provarci e divertitevi ad offrire queste sfogliette ai vostri ospiti. Li sorprenderete senza riserve ^_^

Ingredienti

1 cavolo verza
50 g di olio di olive taggiasche
1 cucchiaio di lievito alimentare
1 cucchiaio di semi di sesamo
sale rosso
pepe
curcuma
noce moscata
paprika dolce

Sfogliate il cavolo verza ed eliminate la costa centrale dividendo la foglia in due. Sbollentate le foglie, per 30 secondi circa, in acqua, quindi adagiatele su un panno pulito, facendole asciugare completamente.
Nel frattempo preparate il condimento. Versate in una ciotola l'olio di olive taggiasche e unite tutti i sapori. Versate anche il lievito alimentare e i semi di sesamo. Mescolate bene.
Spennellate una parte di condimento su ciascuna foglia, quindi adagiatele sui ripiani dell'essiccatore.
Quando avrete finito accendete l'essiccatore a 50° e fatelo andare fino a quando le foglie saranno secche. Ci vorranno circa 5 ore.
Quando saranno pronte trasferitele in un contenitore e conservatele. Oppure servitele direttamente.
Arricchite da una buona salsina, o come accompagnamento ad un pasto, ma anche come snack, le sfogliette di cavolo verza sapranno conquistarvi al primo..... crunch ^_^

Sono sfiziose da togliere il fiato. E sane. E piacevoli.
Meritano.


abc

Tortino di carciofi e sedano rapa in sfoglia croccante e dal cuore morbido: il fascino di un sapore nuovo

Torno alla mia fillo. Sospirate, ho terminato la confezione e credo che per un po' non me ne concederò altra ^_^
Ogni volta che cedo alla cremosità di una buona certosa, immagino contestualizzazioni differenti, ma il classico tortino salato torna sempre ad imporsi. Per cui, se una metà la concedo ad una nuova sperimentazione, l'altra parte finisce qui. Questa volta l'ho immaginata come una tela bianca, fissata in una cornice di pasta fillo, da colorare a piacimento e su cui incastonare insolite pepite di carciofo e sedano rapa. Già, perché se ai carciofi si trova sempre un posto più o meno dignitoso, davati a quella palla bitorzoluta che è il sedano rapa, in molti indietreggiano. Molti non sanno neanche come sia fatto un sedano rapa. E qualcuno ne ignora anche l'esistenza. Ma io, che lo amo per la sua dolcezza e consistenza che ben si prestano a innumerevoli preparazioni, vi do un nuovo suggerimento. La novità, per chi lo è, dev'essere stimolo. E come stimolo ve lo propongo. Immaginate un gratinato leggero e accostatelo ad una torta salata. Ecco come si presenta questo cestino croccante, dal cuore morbido. Pronti ad affilare i coltelli?

Ingredienti

2 fogli di pasta fillo
1 carciofo
4 fettine di sedano rapa
100 g di certosa light
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
paprika dolce
pepe
zenzero in polvere
sale
olio evo

Pulite i carciofi, eliminando le foglie esterne, le punte, le spine e le barbette interne. Tagliateli a fettine sottili e lasciateli in ammollo in acqua e limone, per evitare che anneriscano.
Aiutandovi con un coltello, eliminate la parte esterna del sedano rapa. Tagliate 4 fettine sottili (circa 1/2 centimetro) e quindi dividete ciascuna fetta in 4 spicchi. Fate sbollentare sedano rapa e carciofi in acqua salata, per un paio di minuti al massimo, quindi trasferite tutto su un piatto e lasciate intiepidere.
Stendete i due fogli di pasta fillo e tagliateli in quattro. Spennellate ciascun quadrato con un po' di olio evo, sovrapponeteli tra loro e, una volta teminato, trasferite tutto in uo stampo a piacere, facendo aderire bene la pasta alla superficie. Con queste dosi vi verranno tortini mono porzione (se considerato come piatto unico).
Impastate la certosa con paprika, zenzero e pepe a piacere. Io non ho aggiunto ulteriore sale, ma voi assaggiate ed eventualmente correggete. Schiacciate bene con una forchetta, in modo da creare un composto omogeneo.
Sistemate questa crema sulla base della pasta fillo e iniziate ad incastonare le fettine di carciofo e sedano rapa, alternati tra loro. Fate in modo che siano molto vicini.
Quando avrete terminato e avrete riempito tutto il tortino, coprite la superficie con il parmigiano grattugiato. Accendete il forno a 200°.
Una volta raggiunta la temperatura, infornate il vostro tortino e lasciatelo cuocere per circa 20 minuti. Lasciatelo gratinare, facendo però attenzione che la fillo non scurisca troppo.
Arrivato ad una doratura perfetta, sfornatelo e lasciatelo intiepidire. Quindi sformatelo e servitelo.

Fragrante, scrocchiarello, filante, avvolgente e meravigliosamente consistente. I sapori sono armoniosi, non pungenti, e questo dettaglio renderà particolarmente piacevole e confortante ogni boccone.

Tutti gli strati di fillo sono meravigliosamente affascinanti, da sfogliare e da gustare. Vi divertirete e ne godrete la bontà!


abc

Chips di patate senza frittura: l’incontro tra curiosità, aspettativa, desiderio e gusto

Io sapevo che avrei cercato, da subito, di approcciarmi in maniera edificante al mio nuovo acquisto. Sapevo che avrei dovuto cercare un posticino di facile accesso, in cui riporlo, perché di frequente ne avrei sentito il bisogno. Sapevo che, per quei ripiani, sarebbero passati i più svariati alimenti e che, ciascuno di questi, mi avrebbe conquistato. E sapevo che, alla fine, avrei ceduto anche alle patate. Solo una cosa non avevo previsto: che proprio le patate sarebbero state tra le prime ad essere sperimentate ^_^
Il primo esperimento l'ho eseguito utilizzando le patate crude. L'essiccatore permette di essere utilizzato seguendo un programma crudista, che non prevede una temperatura superiore ai 42°. Ci ho provato. No, abbandono l'idea crudista sulle patate. Il loro sapore forte non mi conquista affatto. Ci riprovo: faccio sbollentare le patate, poi le passo sull'essiccatore, poi le aromatizzo. Decisamente d'impatto e molto sfiziose, ma gli aromi scivolano via facilmente. Con il terzo tentativo ho fatto centro. Ho affettato molto finemente le patate, le ho bollite velocemente con gli aromi e poi le ho essiccate. Che dire??!! Uno spasso ^_^
E con il brodo ottenuto..... una zuppetta niente male. Perché in cucina ci sono sempre infinite risorse da sfruttare!!

Ingredienti

2 patate rosse
2 rametti di rosmarino
1/2 spicchio d'aglio
sale grosso
noce moscata
paprika dolce

Pelate le patate e affettatele, con una mandolina, in fettine molto sottili. Lasciatele in ammollo, cambiando acqua un paio di volte, in modo che perdano il loro amido.
Nel frattempo lavate i rametti di rosmarino, Asciugateli, sfogliateli e tritateli, insieme all'aglio pulito. Aggiungete la noce moscata e la paprika secondo il vostro gusto (oppure utilizzate spezie diverse) e mescolate bene.
Mettete sul fuoco un pentolino con circa un litro di acqua. Aggiungete una piccolissima manciata di sale grosso e il trito di erbe e spezie. Portate ad ebollizione, quindi immergetevi le sfoglie di patata. Se fosse necessario cuocetele in due volte.
Lasciatele sbollentare per un paio di minuti, non di più. Più tempo le farebbe disfare. Prelevatele, quindi, con una schiumarola e sistematele su un canovaccio pulito, stendendole bene. Lasciatele asciugare.
A questo punto sistemate le sfoglie sui ripiani dell'essiccatore. Accendetelo alla temperatura di 42° e lasciatelo in azione per circa 4 ore. Controllate che siano ben asciutte e secche. Sarà facile che qualche fettina raggiunga prima la consistenza perfetta, e qualcuna dopo. Man mano togliete quelle pronte e lasciate terminare la preparazione delle altre. In totale, comunque, non ci dovremìbbero volere più di 4 ore. A questo punto potreste già essere soddisfatti. Io, però, non mi sono fermata qui.
Per rendere più sfiziose le mie chips le ho passate, per un paio di minuti, sotto il grill. In questo modo le ho fatte dorare e le ho rese ancora più croccanti.
E' un passaggio che vi consiglio vivamente. Vi permetterà di ottenere delle chips molto simili alle patatine, ma senza un solo filo di olio.
Per chi non avesse l'essiccatore, la stessa preparazione potrebbe essere effettuata in forno, ad una temperatura di 50°, con lo sportello leggermente socchiuso, in modo che il capore esca e non faccia ammorbidire le patate. Certo, però, sarebbe una scelta alquanto dispendiosa ^_^

Adatte da servire come aperitivo, da accompagnare a salsine (sempre fatte in casa, mi raccomando e sempre con un occhio di riguardo alla salute ^_^), sono sfiziose e perfette anche per uno spuntino spezza fame. Si conserveranno molto bene, mantenendo la loro perfetta croccantezza, chiuse in un barattolo di vetro.
Ah!! Non di poca importanza: dal momento che le patate, prima della cottura, hanno rilasciato una buona parte di amido e che il brodo di cottura rimarrà perfettamente aromatizzato, perché non approfittarne per fare una bella zuppa? Io l'ho preparata con germogli di soia e alga wakame. E l'ho gustata fino all'ultima goccia!! ^_^

abc

Cotolette di tofu impanate: storia di un tarlo che si insinua nella mente e la ragionevolezza d’espressione

Non sono solita fermarmi davanti alla parte di banco frigo dei supermercati in cui troneggiano alimenti pronti. Se non fosse che il tofu naturale (non quello alle erbe), non chiedetemi per quale motivo, si trovi proprio lì, ad almeno 132 passi dal suo simile e in mezzo a preparati vegani, che, seppur vegani, sono sempre preparati. Insomma, mi sono spiegata? La paladina del mi preparo da me non può certo incorrere nel rischio di mangiare intrugli strani che, seppur vegani, sono sempre intrugli strani!! Ma quella volta, allungando la mano verso il tofu naturale, qualcosa attirò la mia attenzione. In realtà la curiosità mi era già stata solleticata quando, in una breve gita taurinense a casa dei vecchi, mia madre prese le cotolette di tofu per uno dei pasti del mio fratellonzo vegano. Lessi bene gli ingredienti, ma non ne fui conquistata pienamente. I sospetti rimanevano lì, in agguato. Così mi sono detta: perché non provarci? Non sarei io, se non lo facessi. E quindi eccomi, con il sapore di queste cotolette che trionfa ancora sul mio palato. Un vero incanto!!



Ingredienti

150 g di tofu al naturale
20 g di olive taggiasche
10 g di capperi sotto sale
2 rametti di timo fresco
paprika dolce a piacere
latte di avena per la panatura
pangrattato di riso
olio evo

Tagliate a pezzi il tofu e versatelo in un boccale. Unite i capperi, precedentemente lasciati in ammollo e sciacquati sotto acqua corrente, le olive taggiasche ben sgocciolate dal loro olio di conservazione (o dalla salamoia) e la paprika. Lavate e asciugate i rametti di timo. Sfogliateli e uniteli al resto degli ingredienti.
Tritate tutto fino ad ottenere un composto omogeneo.
Prelevate metà impasto e dategli una forma di cotoletta piuttosto piatta (circa 1 centimetro di spessore). Procedete anche con il resto dell'impasto.
Versate in un piattino il latte di avena e preparate il pangrattato di riso. Bagnate nel latte ciascuna cotoletta e poi impanatela nel pangrattato, schiacciando bene affinchè la panatura rimanga spessa attorno all'impasto.
   Fate scaldare un filo d'olio evo in una padella e, quando sarà ben caldo, adagiatevi le cotolette. Fatele cuocere a fiamma media per 4 minuti circa, dopodichè giratele dall'altra parte, facendo attenzione a non romperle. Cuocetele per altrettanto tempo anche dal lato opposto, aggiungendo, eventualmente, ancora un goccio d'olio.
Quando saranno perfettamente dorate, trasferitele in un piatto. Accompagnatele con verdura a piacere. Io le ho servite con delle sfoglie sottili di finocchio crudo, appena irrorate con olio extravergine di oliva.
Assaporatele molto calde e gustatene la delicata fragranza e l'avvolgente consistenza.


Semplici e veloci da fare, possono essere congelate, prima della cottura, e saltate in padella all'occorrenza.abc

Polpo glassato all’arancia in crosta di pistacchi… e non può essere tutto

.... su letto di catalogna aromatizzata alla noce moscata. Sì, perché uno, nel titolo, vorrebbe metterci tutto. Perché un piatto non nasce solo nella parzialità. Perché i dettagli, tutti, concorrono al perfetto bilanciamento dei sapori. E questo non è solo un polpo glassato all'arancia in crosta di pistacchi. Questo è un polpo glassato all'arancia in crosta di pistacchi su letto di catalogna aromatizzata alla noce moscata. Ecco, l'ho detto. Io, che sono quella dai titoli intriganti (cito), io che scrivo titoli che smuovono una certa curiosità (cito), io che.... i titoli sono il dettaglio che attira il lettore ad aprire l'articolo e tu in questo sei molto brava (cito), io che ho il dono della sintesi per cui poche parole per esprimere un concetto articolato (cito), ma che scrivo titoli chilometrici (preciso), io.... non posso lasciarvi credere che questo sia un semplice polpo glassato all'arancia in crosta di pistacchi. Perché è proprio l'amaro della catalogna, addolcita dalla delicatezza della noce moscata, a creare un contrasto con la carne croccante del polpo e la vellutante sensazione con cui la glassa avvolge il palato. E' proprio l'insieme di sapori che rende questo piatto.... wow!

Ingredienti

4 tentacoli di polpo
1 arancia non trattata (buccia e succo)
50 ml di prosecco
sale
1 cucchiaio di olio evo + q.b.
paprika dolce
noce moscata
25 g di pistacchi tostati non salati
15 g di farina di mais fioretto gialla
80 g circa di coste di catalogna

Lavate bene l'arancia e asciugatela, Tagliate la scorsa, avendo cura di non prelevare la parte bianca. Spremetela e prelevatene il succo.
Versatelo in un recipiente capiente. Tagliate la scorza in bastoncini sottili e unitela al succo. Aggiungete l'olio, il vino, il sale, la paprika e la noce moscata in quantità variabile secondo i vostri gusti e mescolate bene.
Sciacquate bene i tentacoli del polpo (io li ho prelevati da un polpo di 500 g circa e il peso era di circa 200g) e immergeteli nella marinatura. Coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare, in frigorifero, per almeno 5 ore.
A questo punto pulite le coste della catalogna (io le avevo tenute da parte preparando un contorno con le foglie) e fatele sbollentare, in acqua salata, aromatizzata con abbondante noce moscata, per circa 4 minuti. Scolatele e passatele sotto un getto di acqua ghiacciata, poi fatele asciugare.
Pulite bene i pistacchi dalle loro pellicine e tritateli finemente. Mescolateli alla farina di mais e teneteli da parte su un piattino o su un foglio di carta assorbente.
Prelevate le bucce dell'arancia dalla marinatura e tritatele finemente. Io mi sono servita di una mezzaluna. Fate scaldare un filo di olio evo in una padella e versatecele, facendole rosolare a fuoco basso per un paio di minuti. Scolate grossolanamente il polpo dalla marinatura, ponetelo nella padella insieme al soffritto e alzate leggermente la fiamma.
Fatelo rosolare per un minuto circa per parte, dopodiché abbassate la fiamma, versate la marinatura, e fate cuocere per circa 20 minuti, coperto. Giratelo, di tanto in tanto.
Coprite una teglia con della carta dorno, cospargete un po' di olio evo, una base di mix di pistacchi e sistemate sopra le coste della catalogna. Coprite nuovamente con abbondante panatura, cercando di circoscriverla alla verdura, in modo che non bruci durante la cottura. Correggete, eventualmente, con un pizzico di sale.
Quando il polpa avrà consumato il liquindo di cottura, prelavate i tentacoli e passateli nel mix di pistacchi, prima da un lato, poi dall'altro. Cercate di fare aderire uniformemente il trito. Aiutatevi con una forchetta per non bruciarvi, se troppo caldo.
Sistemate i tentacoli sul letto di catalogna e irrorate con un filo di olio evo.
Portate il forno a 200° e, quando sarà in temperatura, infornate e cuocete, per 20' ventilato. Fate in modo che diventi dorato e croccante.
Nel frattempo accandete il fuoco, basso, sotto il fondo di cottura in padella. Fate rapprendere l'arancia con la marinatura in modo che diventi una salsa denza. Attenzione a non farla bruciare.
Quando il polpo sarà cotto sfornatelo e servitelo, accompagnandolo con la salsa all'arancia.
Servite caldissimo e gustate il contraso di sapori tra l'amarognolo della catalogna, la dolcezza del pistacchio, la croccantezza del polpo e l'aspro-dolcezza della glassa.

Un invito a deliziare il vostro palato.

abc

Zuppa di lenticchie rosse e castagne e una nuova lezione di economia domestica da NON seguire

L'ho fatto. Ho messo mano alla dispensa. Ne aveva bisogno, lo dico dopo aver riesumato reperti archeologici. Il first in-first out della professoressa di economia ha miseramente fallito. E' diventato un another over the other. E, in cucina, non va bene, per cui non brevetterò questo sistema. Però ho dovuto studiare subito un metodo per recuperare il recuperabile. Pochi giorni fa mi ero fatta rapire, sulla pagina della grande Silvia, da una deliziosissima zuppa di lenticchie e castagne. Ho subito immaginato il perfetto legame tra quei due ingredienti. Li ho presi, girati, rigirati, interpretati a modo mio e li ho collocati in un contesto specifico. Ovviamente il fondo della confezione di lenticchie rosse, che amo follemente, entrava di diritto tra i consumabili nel minor tempo possibile, per cui la decisione di approcciarmi a questo piatto mi ha immediatamente conquistato. Ringrazio di cuore Silvia, che con i suoi preziosissimi suggerimenti mi ha dato lo spunto perfetto, e lascio che vi deliziate di tanta genuina e preziosa bontà!

Ingredienti

80 g di lenticchie rosse
13 castagne (o marroni)
1/2 litro di acqua (o brodo vegetale)
50 g di bresaola
porro
paprika dolce
sale
olio evo
5 gocce di tabasco

Mettete le castagne in acqua fredda e portate a bollore. Fatele cuocere per mezz'ora, quindi scolatele. Lasciatele intiepidire e poi sbucciatele, togliendo con cura tutte le pellicine.
Sciacquate accuratamente le lenticchie, sotto un getto di acqua corrente. Fatele bollire in mezzo litro di acqua salata (o brodo vegetale) insaporita con paprika dolce a piacere. Cuocetele a fuoco basso per 20 minuti e mescolate, di tanto in tanto, in modo che non si attacchino al fondo.
Nel frattempo tagliate le castagne bollite in cubetti non troppo grossi e tenetele da parte.
Scaldate in na padella un filo di olio evo. Tagliate il porro in rondelle sottili e fatelo soffriggere. Fate attenzione a non farlo bruciare, perché è un attimo che accada.
Tritate la bresaola nel soffritto e lasciate insaporire per qualche minuto a fuoco basso. Aggiungete, quindi le castagne, alzate il fuoco e saltate per un minuto, in modo da rendere tutto croccante. Nel frattempo le lenticchie avranno cotto per il tempo indicato (20 minuti).
Versate il soffritto di castagne e bresaola nel brodo e lasciate insaporire, a fuoco medio, per circa 10 minuti. Il brodo dovrà consumare fino a creare una zuppa piuttosto densa. Versate il tabasco (5 gocce per il mio personale gusto non si sentono neanche) e lasciate insaporire per un paio di minuti.
Trasferite la minestra in scodelline e servite.


A piacere potrete versare un filo di olio o aromi. Infine gustate e deliziatevi.


abc

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