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Tagliatelle alla spirulina con spada marinato al whiskey su crema di topinambur

Ci sono abitudini che un po' si perdono, che cambiano lentamente. Trasformazioni che ci affacciano su panorami nuovi, da scoprire e da fare nostri. Io li chiamo percorsi. Tempi. E, inevitabilmente, diventiamo la proiezione dei nostri cambiamenti. Ma poi succede qualcosa, comunque e sempre traccia del destino, frutto di un desiderio, ma anche incontro di energie, e torni ad affacciarti a tradizioni, a sapori accantonati. Per dirla in termini più pragmatici: non sono una mangiatrice di pasta, ma sono tornata a questa tipologia di pietanza sfruttando un palato ben contento di farlo. E, giusto perché certe abitudini non si perdono mai, quando decido che sia pasta, lo è a modo mio: farine selezionate, mani sporche e il valore aggiunto del benessere. Nasce così l'idea di questa tagliatella. Semplicissima pasta all'uovo, come la faceva papà ogni domenica, come ci ha insegnato lui settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno, in un'incessante sfida del "ma senti che buona!! Sono stato veramente bravo", in cui lui, col sorriso compiaciuto, risultava (e sarebbe sempre risultato, noi poveri illusi :) ) invincibile. Ho preso l'asse di legno, ho versato la farina come faceva lui, ho creato una fontana, ci ho rotto un uovo dentro e ho iniziato a sbatterlo con la forchetta, a incorporare farina, a sporcarmi le mani e a lavorare l'impasto fino a quando tutte le briciole si sono unite in un unico panetto. Certo è che, ai tempi, mai ci saremmo sognati di parlare di spirulina, ma.... che spunto migliore potrebbe esserci nel tornare alla tradizione, se non l'evoluzione? [embed]https://youtu.be/XAvuEAUej-8[/embed] Ingredienti Per la pasta 100 g di farina di grano duro Senatore Cappelli 1 uovo 3 g di spirulina in polvere sale q.b. Per il condimento 80 g di pesce spada 75 g di topinambur (pulito) 150 g di latte (per me di avena) 1 cucchiaino di olio extravergine di oliva 1 cucchiaio di whiskey Laphroaig 1/2 limone biologico liquirizia in polvere q.b. pepe q.b. sale q.b. Tagliate il pesce spada a cubetti e conditelo con l'olio, il sale, il pepe e la punta di un cucchiaino di polvere di liquirizia. Aggiungete qualche goccia di succo di limone e mescolate. Scaldate il whiskey in un pentolino e sfiammatelo, in modo da bruciare l'alcool. Fatelo raffreddare e versatelo sul pesce. Mescolate nuovamente, coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate marinare tutto per almeno un paio di ore. Mescolate la farina con la spirulina. Formate una fontana sulla spianatoia, rompeteci l'uovo all'interno, salate q.b. e iniziate ad impastare. Formate un panetto, avvolgetelo in un panno umido e lasciatelo riposare per mezz'ora circa. Tagliate il topinambur e inseritelo in un pentolino, insieme al latte e alla scorza del mezzo limone. Portate a ebollizione, quindi abbassate la fiamma e lasciate sobbollire fino al quasi completo assorbimento del liquido. Comunque fino a quando il topinambur risulterà morbido. Spegnete e lasciate intiepidire. Frullate tutto, aggiungendo poco sale, fino ad ottenere una crema vellutata. Stendete la pasta in una sfoglia sottile e tagliatela creando delle tagliatelle. Fatele cuocere in acqua salata per 4 minuti circa (il tempo dipenderà dallo spessore della pasta), quindi scolatela, conditela con un filo di olio a crudo e servitela sulla vellutata di topinambur. Adagiatevi sopra il pesce spada marinato e servite, con una spolverata di pepe e un filo di ottimo olio extravergine di oliva.abc

Chitarrina di grani antichi allo zafferano con tartare di nasello e pere caramellate

Vi avevo avvisato: lo zafferano avrebbe ancora dipinto i miei piatti. Mi è sempre piaciuto, dai tempi in cui ero una bambina che apprezzava la cucina casalinga di famiglia. E mamma lo usava. Non spesso, ma nella misura perfetta per farmelo desiderare, e apprezzare. Provate, quindi, ad immaginare come mi sia sentita coinvolta, quando Zaffy e Fuudly hanno proposto il contest Cucina con Zaffy. Zafferano e fantasia, quale miglior richiamo? Se mi sia divertita? Da morire!! Questo piatto mette insieme sapori tanto diversi, ma allo stesso tempo tanto affini e complementari. E mi ha proiettato nuovamente su uno strumento tanto semplice, quanto intriso di tradizione, che è la chitarra. Ricordo di famiglia, una parte di famiglia che non posso più abbracciare, ma che fa parte di me. La chitarra è quel tocco in più. E' dare un sapore intenso alla pasta. E' fascino. E' semplicità. Gioia. Semplice e profonda gioia nel portare in tavola solo il buono. Attorno a questo nasce il piatto: colorato, delicato, eclettico, pieno, ricco e appagante. Meravigliosamente appagante. Condividerlo è solo un piacere. E l'assaggio? Toh, è toccato proprio a me :D Ingredienti Per la pasta 100 g di farina di grano tenero tipo Maiorca 45 g di acqua 5 g di olio evo 1/3 di pistilli di zafferano (della confezione Bio di Zaffy) Per la crema di zafferano 70 g di filetto di nasello 30 g di latte vegetale (per me di avena) 20 g di acqua 1/3 di pistilli di zafferano bio 1 cucchiaino di olio evo sale rosa Per le pere 1 pera William 1 cucchiaino di sciroppo d'agave 1/3 di pistilli di zafferano bio Per la tartare 80 g di filetto di nasello 1/2 limone (succo e scorza) sale rosa pepe q.b. Per il pesto 10 g di pistacchi tostati 5 figlie di basilico fresco 1 pizzico di sale rosa Emulsionate 5 g di olio con un po' dell'acqua che utilizzerete per la preparazione della pasta e mettete in ammollo 1/3 di pistilli di zafferano. A parte mettete in ammollo lo restante zafferano in 20 g di acqua. Mettete la farina Maiorca a fontana su una spianatoia e versate nel centro l'emulsione di olio e zafferano. Aggiungete la restante acqua e impastate fino ad ottenere un panetto compatto. Avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno mezz'ora. Scaldate una padella. Tagliate la pera a piccole fettine e fatele cuocere con metà dei pistilli lasciati ancora in ammollo. Aggiungete lo sciroppo di agave e un po' di sale. Fate ammorbidire, a fuoco moderato, fino ad ottenere una confettura leggermente caramellata. A parte cuocete il nasello con i restanti pistilli di zafferano e tutta l'acqua di ammollo. Salate a piacere e tenete sul fuoco per circa 20 minuti. Trasferite tutto in un boccale, aggiungete il latte e un cucchiaino di olio evo. Frullate, fino ad ottenere una crema vellutata. Tagliate il filetto di nasello destinato alla tartare in piccoli dadini. Conditelo con la scorza grattugliata di 1/4 di limone, un cucchiaino di succo di limone e una spolverata di sale rosa. Lasciatelo marinare. In un mortaio pestate le foglie di basilico con i pistacchi e il sale, fino ad ottenere un pesto non troppo fine. Riprendete l'impasto e stendetelo con il mattarello in una sfoglia non troppo sottile. Tagliate i tagliolini alla chitarra e cuoceteli, in abbondante acqua salata, per pochi minuti. Scolate i tagliolini, ancora al dente, e fateli saltare con la crema di nasello. Procedete all'impiattamento creando una base di pesto. Unite i tagliolini e adagiatevi sopra una quenelle di tartare di nasello. A parte adagiate la confettura di pere allo zafferano. Non vi rimane che gustare!!abc

Spaghetti di riso basmati alle zucchine in crema di zafferano: i ritorni che colpiscono e conquistano

Oggi potrei cantare vittoria, o forse voi potrete guardare il cielo e attendere un evento atmosferico straordinario (sia chiaro, sono anche io sotto un cielo plumbeo e freddo, non mi assumo responsabilità!!). In realtà potrei battezzare questa come la settimana delle novità. La prima è questa, della seconda ve ne parlerò a tempo debito ^_^
Una novità, già. Per molti di voi vedere un piatto di pasta può rappresentare una cosa banale e scontata, ai limiti della quotidianità. Per me, ecco, no!! Non sento particolarmente il bisogno di pasta nella mia alimentazione, o meglio, ne ho limitato ampiamente il consumo: decisamente per quantità, parzialmente per qualità. Le casistiche, affinché il carboidrato di siffatta forma possa colorare la mia tavola, limitano le occasioni a sporadiche comparse di pasta fresca impastata con le mie farine magiche, selezionate e studiate accuratamente, oppure ai miei amatissimi spaghetti di riso basmati. Spaghetti, in assoluto il mio formato di pasta preferito. Da sempre. Generalmente spesso, lo amo nell'accezione diminutiva soltanto se accompagnato dalle vongole. Seppur prodiga nel trovarne un'alternativa, non provo grandi soddisfazioni davanti allo spaghetto di soia, e per quanto quello di riso mi faccia sorridere, quello di riso basmati mi conquista magicamente. E' più spesso del fratello comune, è leggerissimo, ha un limitato apporto calorico ed ha una consistenza e una robustezza perfette per farmi cadere, di tanto in tanto, in tentazione. Questo piatto è leggero, per scelta di ingredienti, ma non si risparmia sul gusto e sulla percezione al palato. Cremoso, delicato, sorprendente. E' nato in un fortuito incontro di desiderio e necessità e ha richiesto meno di mezz'ora per la preparazione. Perché, se il capriccio di un momento è appagante da realizzare, poterlo fare in un tempo limitato, rende tutto più speciale.

Ingredienti

50 g di spaghetti di riso basmati
35 g di robiola di capra
1 bustina di zafferano
1 zucchina di media grandezza
sale rosa dell'Himalaya
olio evo
pepe (mix creolo)

Mettete sul fuoco abbondante acqua salata e, mentre raggiunge il bollore, tagliate le zucchine a fettine, con l'aiuto di una mandolina, quindi in bastoncini lunghi e stretti. Scaldate un cucchiaio di olio evo, quindi fate saltare le zucchine. Abbassate leggermente la fiamma, salatele e continuate la cottura fino ad ammorbidirle e a rosolarle.
Quando l'acqua avrà raggiunto il bollore, immergete gli spaghetti di riso basmati, girate con una forchetta e procedete la cottura per il tempo indicato. Serviranno circa 12 minuti (i restanti li riserverete alla padella).
   Mentre la pasta cuoce, impastate la robiola con il pepe e lo zafferano. Unite un po' di acqua di cottura e create una crema morbida e vellutata. Tenetela da parte.
Quando mancheranno un paio di minuti al termine della cottura, scolate gli spaghetti, non troppo, e trasferiteli nella padella insieme alle zucchine. Versate un po' di acqua di cottura e saltateli, a fiamma viva. Aggiungete la crema allo zafferano e continuate la cottura per i due minuti restanti, creando una consistenza cremosa, non troppo asciutta. Questo passaggio vi permetterà di fare assorbire al meglio il sapore del condimento.
A questo punto non vi resta che servire e gustare.
Piatto completo e delicato, conquista al primo assaggio e travolge fino all'ultimo boccone.

Ed ora, mentre assaporate questa meraviglia, preparatevi per la prossima novità!!abc

Spirelli all’ortica con crema di spinaci aromatizzata: la rarità che lascia il segno (e una pubblicità gratuita)

Non mangio abitualmente pasta. Diciamo che non la mangio quasi mai e che, quelle rare volte in cui vi cedo, preferisco impiastricciarmi le mani di uova e farina. Sia chiaro: adoro i primi piatti, li trovo veloci, sfiziosi, versatili e trovo siano uno spunto di proporzioni inimmaginabili per le fantasie culinarie. Ma il mio indottrinamento alimentare (fosse solo quello!!) mi spinge a seguire ferree linee guida.
Alla luce di tutto questo, talvolta mi conforta sentirmi un essere umano con le sue eccezioni e i suoi punti deboli, e talvolta mi diverto anche a sgarrare alle mie regole (insomma, faccio tutto da me ^_^). Così mi sentii attratta in un modo talmente totalizzante da quel pacco di spirelli all'ortica dell'Alce Nero (ah, è pubblicità? Beh, a me nessuno paga per questo, e mi sento libera di consigliare un buon prodotto solo perché, dopo averlo assaggiato, lo ritengo meritevole) da non poter opporre resistenza. Mi dissi che quel giorno in cui avrei voluto incappare in un tranello, l'avrei fatto con stile. Per molto tempo ho guardato il pacco, ancora chiuso, nella dispensa, senza riuscire a trovare il vestito adatto. Fino al giorno dell'illuminazione. Se cedo, cedo con stile. Un formaggio come il taleggio in casa Cuocherellona è comparso una volta soltanto e l'acquisto è stato veramente misurato, o per lo meno ci ho provato. "Un etto scarso può andare bene? Va beh, è un etto e 30, lascio?". Solite scene da gastronomia! Se avessi dato ascolto al diavolo che abita il mio stomaco avrei preparato tutto il mezzo chilo di pasta, invece vi garantisco che, a meno che non inviti il vicinato a pranzo, ne avrò ancora per un annetto buono, viste le mie dosi e la frequenza dei miei strappi alla regola. Ma ne vale la pena. Ne è valsa la pena. Questa ricetta entra di diritto nella lista dei migliori piatti di sempre.

Ingredienti

60 g di spirelli all'ortica Alce Nero
50 g di taleggio DOP
2 cespi di spinaci freschi
1 mandarino (la buccia)
10 g di mandorle con la pelle
5 g di olio evo
sale

Lavate bene il mandarino e asciugatelo accuratamente. Sbucciatelo e tritate finemente la buccia con la mezzaluna.
Lavate gli spinaci e fateli cuocere a vapore, o in padella, fino a renderli morbidi. Trasferiteli in un bicchere di plastica, salateli e unite l'olio. Frullateli fino ad ottenere una crema vellutata e cremosa. Assaggiate e correggete, eventualmente, di sale.
Una volta che la crema sarà pronta, cersatevi la scorza del mandarino tritata, mescolate e lasciate riposare e insaporire per un paio d'ore.
Portate ad ebollizione abbondante acqua salata e fate cuocere gli spirelli al dente. Mi raccomando al tempo di cottura: consiglio di scolarli un paio di minuti prima del tempo indicato sulla confezione, in modo da non farla scuocere nel passaggio successivo in forno. In ogni caso seguite il vostro gusto.
Nel frattempo tagliate il taleggio in fettine sottili e pulitelo dalle croste. Lasciatene 1/3 in fettine e 2/3 tagliateli a dadini.
Quando sarà ora scolate la pasta e trasferitela in un contenitore capiente. Versateci la crema di spinaci e la parte di taleggio tagliata a dadini. Rovesciatela, quindi, in una pirofila (non servirà ungerla.... siate parsimoniosi sui grassi!!).
Coprite la superficie con le fettine di formaggio rimaste. Portate il forno alla temperatura di 200° e infornate la pirofila in un ripiano alto. Fatela gratinare per 10 minuti, dopodichè estraete la pirofila.
Mescolate velocemente con una forchetta, in modo da uniformare il formaggio, e cospargete la superficie con le mandorle tritate.
Fatela gratinare ancora per 5 minuti, quindi servite.
E' decisamente sfiziosa da gustare nella stessa pirofila di cottura, poichè il calore che verrà irradiato anche dopo averla sfornata manterrà il formaggio morbido e cremoso. Utilizzate, quindi, pirofile o cocottes monoporzione e sbizzarritevi sulle quantità.

Onestamente, avessi avuto due porzioni a disposizione, avrei fatto fatica a resistere alla seconda!! ^_^ Ma mi conosco, e studio la tattica!

Non è forse un tripudio di sapori da togliere il fiato?

abc

Chitarrina Senatore Cappelli in brodo: i sapori autentici e la gioia delle cose semplici

BEN ARRIVATO 2014!!!!!!!!!!!!!!
Chi ben mi conosce lo sa: inizio sempre qualsiasi esperienza con tutta la buona volontà e con vivida speranza. I propositi li lascio a chi ha ancora la voglia di perdere tempo con il destino. Io parto carica ogni giorno e, ogni giorno, mi confronto con me stessa e con la vita. L'inizio dell'anno, l'inizio del mese, l'inizio della settimana.... sono solo pretesti per infonderci forza e coraggio. Io non ho bisogno di questo. Affronto passo per passo ogni giorno, come fosse gioia pura. Nel bene e nel male. E questo auguro a ciascuno di voi: non cercate la felicità nei grandi traguardi, ma nelle piccole conquiste. La semplicità è la condizione necessaria della serenità e dipende da voi, solo da voi, farla vostra!
Inizio questo nuovo anno partendo dal principio. Ho terminato l'anno con un dolce, chiusura di un pasto, e riprendo con un'entrée. Questo è un piatto che mi ricorda l'infanzia. Ho voluto che proprio lui riunisse nuovamente la famiglia nei giorni di festa appena trascorsi. Il tagliolino all'uovo, oggi impreziosito con una Senatore Cappelli d'eccellenza, assorbe il sapore di un brodo dal gusto antico, come quello della tavola delle nonne. Un piatto che non toglie affatto il piacere del gusto, ma che si presenta delicato e leggero. Inizio così l'anno, in punta di piedi. Con delicatezza e consapevolezza!

Ingredienti

200 g di semola di grano duro Senatore Cappelli
2 uova
1 cucchiaino di olio evo
1 l circa di brodo di carne
sale

Disponete a fontana la farina e rompete, nel mezzo, le uova. Unite l'olio extravergine e iniziate ad impastare, sbattendo le uova, prima con una forchetta, poi con le mani.
Lavorate fino a uando otterrete una pasta compatta e liscia. A questo punto date la forma di un mìpanetto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigo per almeno un'ora (io ho preparato la pasta la sera e l'ho stesa la sera del giorno successivo).
Riprendete, quindi, l'impasto e infarinatelo leggermente. Tagliatelo a fette regolari, spesse circa due centimetri, e stendete ciascun pezzo in una sfoglia di un paio di millimetri.
Infarinate molto bene ciascuna sfoglia, in modo che il taglio non faccia attaccare tra loro i tagliolini. Lasciate riposare le sfoglie per circa 10 minuti. Procedete, quindi, al taglio. Io ho utilizzato la preziosissima chitarra abruzzese, accessorio da cui mai pototrei separarmi!! Il sapore che quelle corde conferiscono alla pasta è decisamente imparagonabile!! In alternativa arrotolate le sfoglie e tagliate delle striscioline con il coltello, dello pessore desiderato.
Infarinate ancora bene la pasta, facendola saltare tra le mani, e lasciatela riposare su una spianatoia.
Portate ad ebollizione abbondante acqua salata e, nel frattempo, scaldate il brodo di carne. Quando l'acqua starà bollendo buttate i tagliolini e fateli cuocere per un paio di minuti.
Scolateli al dente e uniteli al brodo di carne. Procedete la cottura per altri due minuti circa, o comunque fino a quando saranno cotti. Spegnete, a questo punto, il fuoco e impiattate.
Versate una forchettata abbondante di tagliolini e copriteli con un paio di mestoli di brodo. Io non amo aggiungere formaggio, ma potrete arricchire il vostro piatto con quanto desideriate.
A questo punto portate in tavola. Attenzione al brodo bollente: gustati leggermente intiepiditi valorizzerà il loro sapore!!


Un piatto semplice, ma dai sapori veri. Io non so resistervi!!


abc

Spaghetti di farro con broccoli e olive: il desiderio appagato in pieno stile salutista

Quando assaggiai la prima volta questi spaghetti di farro, ne rimasi piacevolmente colpita. Mi piace il sapore rustico, mi piace la ruvidità, mi piace la consistenza che portano con sé. Trovo sposino qualsiasi condimento e, credetemi, nel tempo mi ci sono imbattuta più volte. Quando ho l'irrefrenabile desiderio di pasta, generalmente questa soluzione mi appaga enormemente.
E così capitò che quel desiderio di arrotolare due spaghetti sulla forchetta mi colse all'attivo di un meraviglioso broccolo. Il broccolo, che creatura meravigliosa, così ricca di preziosi sali minerali e vitamine!! Peraltro decisamente versatile. E' stato un attimo pensare a due differenti consistenze e ad unirle in un piatto ben bilanciato tra proteine, carboidrati, grassi e fibre. Insomma, sarò un'inguaribile salutista, ma quando il sapore arricchisce un piatto genuino, gustarlo riempie sempre di appagante soddisfazione.

Ingredienti

60 g di spaghetti di farro (io Fior di Pietra Bio)
1/3 di broccolo
100 g di ricotta
1 cucchiaio abbondante di olive di Riviera
1 spicchio d'aglio
sale
olio evo

Separate le cime dei broccoli dal torsolo. Lavatele accuratamente, poi fatele sbollentare in acqua salata per due minuti. Scolatele e passatele sotto un getto di acqua ghiacciata. Fate quindi bollire i torsoli, tagliati a pezzi, per almeno dieci minuti, fino a quando saranno molto morbidi.
Tagliate le cimette in piccoli pezzetti e fatele saltare in padella con un filo d'olio e uno spicchio d'aglio. Quando saranno dorate aggiungete le olive, ben sgocciolate, e tenete sul fuoco ancora un minuto, in modo che insaporisca bene tutto.
Portate a bollore abbondante acqua salata e fare cuocere gli spaghetti di farro, al dente.
Nel frattempo scolate i torsoli del broccolo e trasferiteli in un biccherone. Aggiungete la ricotta, correggete di sale e frullate fino ad ottenere una crema densa e vellutata.
Scolate la pasta e versatela nella padella con le cime di broccolo e le olive. Fatela saltare leggermente, poi versate la crema.
Lasciate insaporire per un minuto circa, poi spegnete il fuoco e servite.

Buon appetito, in salute!!

abc

Rivisitazione di una carbonara di carciofi: ci credereste mai vi dicessi che è delicata?

Dal cosa mai potrebbe stuzzicarmi al punto da farmi venire appetito? al cielo, che illuminaione! a volte passa una mezza giornata, spesso passa un attimo. Questa volta è passato un attimo. Non sempre è semplice dire da dove parta l'idea. Credo che il tarlo sia stato lo spaghetto di riso. Era da diversi giorni che mi ronzava nella testa il desiderio di gustarmelo nella sua avvincente consistenza, ma avevo sempre moderato l'impulso per la mia solita maniaca attenzione nell'assunzione di carboidrati tra pranzo e cena, nei differenti giorni della settimana. Ma questa volta, forse complice la felicità per un tempo strepitoso nella sessione di allenamento, avevo volìglia di coccolarmi un po'. Confesso che ad un certo punto della preparazione ero tentata di spazzolare questa pasta direttamente dalla pentola, con tanto di finger scarpetta (cui cedo spesso, lo ammetto!). Il livello di cremosità che legava gli ingredienti era tale da faticare a resistere. Ma la curiosità di passare allo step successivo, mi ha dissuasa dal farlo. Eh sì, è sempre lei che mi dà forza e stimoli: la curiosità. Non quella infima e pettegola. Quella sana che porta a scoprire e conoscere, sperimentare e correggere. E sono arrivata a questo risultato. Le cocottine sono una scelta obbligata, il sapore è pazzesco, la delicatezza garantita!!

Ingredienti

55 g di spaghetti di riso Basmati
1 carciofo
1/4 di porro
1 uovo
5 g di olio evo + q.b.
10 g di parmigiano grattugiato
zafferano in pistilli
sale
pepe

Pulite e lavate il porro. Asciugatelo e tagliatelo, nel verso della lunghezza, in stisce sottili. Scaldate un filo di olio in una padella e fatelo soffriggere, facendo attenzione che non bruci.
Nel frattempo pulite il carciofo, tenendo solo la parte più tenera (le foglie più esterne le utilizzo per fare le vellutate). Privatelo delle spine interne e della barbetta e tagliatelo a spicchi piuttosto sottili.
Aggiungetelo al porro, sfumatelo con un po' di acqua, salatelo e pepatelo a piacere e fatelo cuocere per circa 10 minuti, fino a quano il carciodo sarà morbido.
Portate a bollore abbondante acqua salata. Immergeteci gli spaghetti di riso, mescolando per districarli bene. Fateli cuocere molto al dente. Quando mancheranno tre minuti circa alla cottura trasferiteli nella padella con i carciofi e il porro. Aggiungete un po' di acqua di cottura, in modo da annegarli leggermente, i pistilli di zafferano, e terminate la cottura, fino a quando l'acqua verrà completamente assorbita. Mi raccomando a lasciarli comunque morbidi. Aggiungete poca acqua alla volta, in modo da controllare la consistenza dello spaghetto.
Sbattete, ora, l'uovo con 5 g di olio, un pizzico di sale e il parmigiano grattugiato. Servitevi di una frusta elettrica e lavorate l'uovo per diversi minuti. Dovrà risultare una crema vellutata.
Ungete due cocotte con pochissimo olio, sistemate nel mezzo di ciascuna la metà degli spaghetti preparati, cercando di allargarli e lasciarli morbidi.
Versate sopra la pasta qualche cucchiaiata di uovo sbattuto. A piacere potrete spolverizzare con parmigiano grattugiato. Io ho ritenuto fosse sufficiente la quantità unita all'uovo.
Infornate a 180° per pochi minuti, facendo gratinare bene in superficie. Regolatevi sul tempo di cottura controllando la consistenza dell'uovo: dovrà essere cotto e rappreso, ma non asciutto. Sfornate quando avrà raggiunto questo livello e servite.
Ovviamente è un piatto che andrà gustato nelle cocottine e, ovviamente, la finger scarpetta è di rigore!!

Non ci sono altre parole per descriverla. Credo diventerà uno dei miei piatti forti ^_^abc

Spaghettini di soia risottati con acqua di mare e il valore di un titolo iridato

Avevo in dispensa l'ultimo nido di spaghetti di soia. Mi piacciono particolarmente, ma rispettando le modalità di cottura riportate sulla confezione non sono mai stata soddisfatta del risultato. Puntualmente, a cottura ultimata, il trasferimento in padella, seppur con metodo e tecnica, non consentiva una fluida amalgama ma lasciava costantemente il malloppone di spaghetti da una parte e il condimento dall'altra. Visto che, testarda io, sono dell'idea che chi la dura la vince, ho guardato quell'ultimo agglomerato secco di fili bianchi e attorcigliati con aria di sfida e ho sussurrato "adesso ti faccio vedere io.....". Porto a casa un punto importante e mi gusto il sapore della vittoria. 50 g di trofeo in mostra nella mia bacheca di titoli iridati!! E questo, iridato, lo è davvero ; )

Ingredienti

50 g di spaghetti di soia
100 g di frutti di mare misti (cozze, seppioline, gamberetti)
1/4 di peperone rosso arrostito
1 zucchina piccola chiara
porro
farina di riso
olio evo
gomasio
sale

Mettete in ammollo gli spaghetti di soia per una decina di minuti, in acqua fredda. Nel frattempo preparate un brodo con 1/2 litro di acqua circo e gomasio a piacere (se non lo aveste utilizzate del dado, ma non eccedete).
Lavate e asciugate la zucchina e tagliatela a julienne nel senso della lunghezza. Tagliate a julienne anche il peperone arrostito e privato della pelle. Fate scaldare un filo d'olio evo in padella e fate insaporire qualche fettina di porro. Unite le verdure tagliate e fate saltare per qualche minuto. Salate leggermente.
Infarinate i frutti di mare e uniteli alle verdure. Fate insaporire a fiamma moderata per una decina di minuti.
Quando il brodo raggiungerà il bollore scolate gli spaghetti e versateli nel brodo stesso. Mescolate e dopo un minuto versate tutto, brodo e spaghetti, nella padella con verdure e frutti di mare. Fate cuocere a fiamma viva fino a quando l'acqua si sarà assorbita e consumata, mescolando di tanto in tanto. E' necessario non abbondare con l'acqua perché gli spaghetti rischierebbero di diventare poltiglia. Dovranno, invece, rimanere croccanti. Questo passaggio ha richiesto un tempo di cottura in linea con il consiglio riportato sulla confezione.
Servite e gustate. E' sicuramente più facile e veloce da preparare che da spiegare! Miei cari spaghetti di soia, ma soprattutto miei cari produttori, non avete più scampo...... Siete miei, e lo siete a modo mio!!abc

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