close

Biscotti di noci e pistacchi alla pera: il viaggio infinito verso la scoperta, la conquista e la realizzazione

Biscotti, biscotti e ancora biscotti. Li scompongo, li studio nei dettagli, li assemblo in forme e sostanze differenti. Cerco di migliorarne il sapore, di perfezionare la consistenza. Amalgamo ingredienti, ne studio gli abbinamenti. Li assaggio, me ne innamoro e poi cerco qualcosa di diverso, di nuovo, di più intrigante. Sono insaziabile. Per me biscottare vuol dire non fermarsi mai. Qualche giorno fa, di fronte ad un modesto quantitativo di pere Williams belle morbide e succose (faccio notare che a me, la frutta consumata naturalmente, piace in quella fase che precede appena la piena maturazione. Basta un giorno e diventa superata), mi sono chiesta che cosa ne avrei potuto fare. Ho subito immaginato questo: un biscotto sano, leggero e corroborante. Così mi sono messa a pulire quei frutti succosi, a farli cuocere con della farina di limone e qualche fettina di radice di zenzero, ad arricchirli con un po' di agar agar e a frullarli, creando una purea liscia e vellutata.... da divorare con gli occhi (e con il naso, la bocca, perfino spalmata sulla pelle ^_^). E, seppur un certo quantitativo di cucchai sia finito direttamente nella voragine del mio stomaco, buona parte della purea è stata utilizzata per la realizzazione di questo insolito biscotto.
Il resto è storia.

Ingredienti

50 g di pistacchi di Bronte
40 g di gherigli di noci
50 g di fiocchi d'avena
100 g di purea di pera al limone e zenzero
135 g di farina di segale Jurmano
35 g di farina di saragolla (khorasan)
35 g di olio di riso
25 g di zucchero di canna Mascobado

Inserite in un boccale pistacchi, noci e fiocchi d'avena. Tritateli grossolanamente, quindi teneteli da parte.
Miscelate le farine, unite la purea di pera e iniziate ad impastare. Aggiungete lo zucchero e, poco alla volta, l'olio di riso. Continuate ad impastare, fino a quando otterrete un impasto omogeneo e compatto. A questo punto unitevi il trito di frutta secca e fiocchi d'avena. Lavorate l'impasto fino a quando sarà tutto ben amalgamato, quindi fate riposare l'impasto per circa mezz'ora.
Trascorso il tempo, riprendete l'impasto, rivestite una teglia con la carta forno e iniziate a formare dei biscotti, prelevando un po' di impasto alla volta e schiacciandolo con uno stampio a vostra scelta.
Procedete fino a terminare l'impasto, quindi accendete il forno e portatelo alla temperatura di 180°.
Infornate la teglia e cuocete per 15 minuti circa, facendo attenzione che cuociano in maniera uniforme.
Quando li sfornerete saranno ancora morbidi. Lasciateli raffreddare su una gratella e acquisiranno croccantezza e friabilità.

Una volta che saranno freddi assaporateli in tutta la loro pienezza.
Ricchi di soli grassi salutari, privi di eccessi, sanno soddisfare i palati rispettando i principi di genuinità.

A voi l'assaggio....
Ah, nel caso vi dovesse capitare, si conserveranno benissimo in una scatola di latta o in un barattolo di vetro. Potremi fare a gara a chi riesce a farli durare più tempo ^_^


Io li ho sornati più volte e, ogni volta, è una lotta resistere!


abc

Budini di riso alla liquirizia con cuore fondente di pere al timo: la creatività che nasce dai nuovi incontri

Grazie a questo piccolo spazio, in cui condivido le mie esperienze culinarie e i miei piccoli esperimenti, ho conosciuto e continuo a conoscere molte persone. Sono spesso donne mosse dalla stessa passione, anche se spesso con sfumature di carattere diverse. Un po' di tempo fa, grazie ad uno scambio di battute su un post condiviso in Facebook, ho avuto modo di incontrare lei, la dolcissima Alessia. Nella nostra conoscenza virtuale l'ho sempre ritenuta una persona lontana dalla mia realtà, per interessi, per abitudini, per il modo di approcciarsi a questo mondo, molto più social di me. Poi è arrivato il giorno del nostro incontro, davanti a quella tanto agognata pizza. Una serata di piacevolissime chiacchiere. E, da lì, si è innescato un processo di conoscenza e di condivisione che, ad oggi, mi rende felice. Alessia è una persona semplice, generosa, solare e intensa. La sua pagina è lo specchio della sua genuinità.
In un sabato di marzo, a colazione da lei per un evento organizzato tramite Gnammo, mi ha presentato una linea formidabile di liquirizia e prodotti a base di liquirizia: la Lakrids. Come sempre accade quando incontro un ingrediente nuovo, ho iniziato a fantasticare su quanto avrei potuto creare. E allora eccola, lei, presentarsi con un vasetto di sciroppo e con un barattolino di polvere di liquirizia. "Fanne quello che vuoi". Ci ho pensato per molto tempo, ma l'idea non trovava mai la giusta dimensione, quella che fa scattare l'interruttore e rendere tangibile il pensiero. Fino a quando ha preso vita questo budino. Conoscete i miei azzardi, sapete che i miei gusti sono audaci e che le sfide mi piacciono solo se non sono banali. Non è un classico dolce. Non è neanche il classico riso al latte. Ma è speciale: lo è nel sapore, lo è nell'idea e lo è nel gesto generoso che spero di ricambiare con.... un assaggio ^_^

Ingredienti

Per il budino
60 g di riso carnaroli
250 g di acqua
1 pizzico di sale rosa dell'Himalaya
25 g di sciroppo di liquirizia Lakrids
150 g di latte vegetale (io di mandorla)
1/2 cucchiaino di agar agar
45 g di miele di castagno e di tiglio (o malto di riso)

Per il cuore fondente
100 g di pere Williams (peso al netto degli scarti)
60 g di cioccolato bianco
5 rametti di timo fresco
1/2 cucchiaino di farina di semi di carrube
1 g di farina di limoni

Per la finitura
1/2 cucchiaino di farina di mandarino
1/2 cucchiaino di polvere di liquirizia Lakrids

Portate ad ebollizione l'acqua, quindi versate il riso, il sale e lasciate bollire, a fiamma bassa e con un coperchio, fino a quando il liquido si sarà assorbito completamente. Una volta che sarà cotto, spegnete la fiamma e lasciatelo intiepidire.
Nel frattempo sbucciate le pere ed eliminate il torsolo. Tagliatele a tocchetti, inseritele in un bicchierone e frullatele, insieme ai rametti di timo precedentemente lavati. Lavorate tutto fino ad ottenere una crema omogenea. Tenetela da parte.
   Sciogliete a bagno maria il cioccolato bianco con la farina di limone. Una volta che sarà cremoso unitevi la purea di pera e la farina di semi di carrube. Lasciate sul fuoco, sempre a bagno maria, fino a quando il composto sarà prossimo all'ebollizione. Spegnete e lasciate raffreddare.
Stemperate l'agar agar con il latte vegetale, quindi mettetelo sul fuoco e portatelo a bollore. Lasciatelo bollire per 3 minuti circa.
Riprendete il riso. Versatevi il miele (o il malto di riso), lo sciroppo di liquirizia e il latte bollente. Mescolate velocemente, quindi frullate tutto con un braccio ad immersione. Dovrete lavorare fino a quando la crema sarà perfettamente vellutata.
Mescolate la farina di limoni con la polvere di liquirizia e distribuitene un po' in ogni stampino utilizzato per il budino.
Versate in ciascuno stampo la crema di riso, fino a riempirne poco più della metà.
Lasciate raffreddare in frigorifero fino a quando si sarà rappreso, quindi riprendete gli stampi. Ponete, su ciascun budino un cucchiaino abbondante di crema di pere e cioccolato bianco, quindi finite di riempire con la crema di riso.
Lasciate riposare in frigorifero fino a quando si sarà rappreso completamente. Potrebbero essere sufficienti 4 ore, ma io ho preferito lasciarli tutta la notte.
Quando sarà ora di servirli, capovolgeteli su un piattino ed estraeteli dal loro stampo. Guarnite con un filo di sciroppo di liquirizia e.... Gustate!!!! A piacere potrete spolverizzare con altra polvere di liquirizia e farina di limone e, magari, presentare il piatto con un rametto di timo fresco. In ogni caso la sorpresa starà nell'assaggio.
Se l'esterno è un involucro morbido, intenso e avvolgente, il cuore è una dolce carezza di aromi e freschezza.

L'audacia mi ha ripagato, anche questa volta.

Se desideraste la consistenza più solida del budino, aumentate di metà la dose dell'agar agar, oppure prolungate l'ebollizione del latte.
Semplice gusto personale che non modifica il sapore.

A voi la vostra versione e a voi il piacere di deliziare e stupire i vostri palati!!

E, scusate se mi rivolgo solo a lei, ma è grazie a lei che sono arrivata qui.... Alessia, a noi il prossimo goloso incontro!! ^_^


abc

Moscardini in umido con pere e peperoni su crema di patate alla rucola: l’irresistibile stimolo delle sfide

La verità è che difficilmente mi approccio ad un piatto tanto per cucinare qualcosa. Quando emerge il pensiero di una particolare pietanza, quella pietanza deve essere studiata e curata nei minimi dettagli. La sfida si fa stimolante quando, a fare da protagonista, è un ingrediente che nel tempo non ha mai rappresentato grande versatilità sulla mia tavola. Polipo o moscardino che sia, è sempre stato in insalata, e sempre con quelle verdurine in barattolo che ho felicemente abbandonato una volta intrapresa la mia vita lontana da mamma e papà. Ma comunque, anche nei primi tempi di indipendenza, è sempre stata insalata: con patate bollite, olive, formaggio a cubetti, prosciutto a dadini e basilico, ma sempre insalata. Fatale fu quell'assaggio, in una lontana cena a base di pesce. Ve ne parlai quando vi riproposi la mia versione di quel piatto, qui. Uno dei miei migliori piatti polposi. Allora capii che avrei dovuto stravolgere la convinzione che l'insalata fosse l'unica incastonatura possibile per questo mollusco. Quando mi trovai, così, tra le mani questi tentacoli, seppur si stia parlando di un moscardino, ho iniziato a vagare tra le più varie specie di sapore e cottura. Non credo sia immediato immaginare che un peperone possa accostarsi ad una pera, ma, complice la stagione ancora estiva (ai tempi in cui lo ideai) e la mia predisposizione all'aggiunta della frutta nelle pietanze, tutto si è legato davanti ai miei occhi con sorprendente semplicità. Diciamo che ci ho provato. Diciamo che i sapori immaginati hanno scatenato una fervida curiosità di assaggio. E diciamo che il piatto, nel suo dedalo di sapori e consistenze, mi ha appagato ampiamente. E, giusto per concludere con una curiosità, non mi concedo più l'acquisto di un polpo per farne insalate. Mai ^_^

Ingredienti

Per il polpo
2 moscardini
1 peperone rosso
1 pera Williams
sale
olio evo
pepe
1 spicchio d'aglio
1 cucchiaino di scorza di limone bio grattugiata

Per la crema di patate
1 patata rossa (per me direttamente dall'orto di famiglia)
1 mazzetto di rucola (circa 100/150 g)
latte di avena
2 cucchiaini di senape delicata

Lavate i moscardini, togliendo le parti non commestibili ^_^
Tagliate i tentacoli e la testa a listarelle. Scaldate un po' di olio evo in una padella e, una volta caldo, aggiungete lo spicchio d'aglio schiacciato. Lasciate insaporire per un minuto circa, quindi unite i moscardini.
   Fate saltare per qualche istante, quindi abbassate leggermente la fiamma e lasciate cuocere il pesce, salandolo leggermente.
Nel frattempo lavate il peperone. Tagliatelo a metà, privatelo dei semi e delle parti interne e tagliatelo a listarelle.
Unitele ai moscardini, quindi aggiungete altro sale e procedete con la cottura, coprendo con un coperchio, per circa 50 minuti. Se fosse necessario unite dell'acqua durante la cottura.
Sbucciate la patata, tagliatela a dadini e bollitela in acqua salata, fino a quando sarà morbida.
Sbollentate velocemente anche la rucola, precedentemente lavata, quindi scolate e inserite tutto in un bicchierone di plastica.
Passate con un frullatore ad immersione, aggiungendo un cucchiaino di senape e correggendo con il latte di avena (la quantità dipenderà dalla quantità di amido presente nella patata, per cui regolatevi). Assaggiate e correggete eventualmente di sale. Quindi tenete la salsa al caldo, da parte. Nel frattempo tornate al piatto e tagliate la pera, precedentemente lavata, a fettine non troppo sottili.
A me piace utilizzarela frutta con la loro buccia, voi procedete secondo il vostro gusto.
Unitela ai moscardini, insieme alla scorza del limone e al pepe. Saltate tutto a fiamma vivace per circa 5 minuti, in modo che la pera si insaporisca, ma non si sciolga. Assaggiate la sapidità ed eventualmente correggete.
A questo punto il piatto è pronto.
Versate su metà piatto la crema di patate e rucola, quindi posatevi sopra i moscardini.
La restante crema versatela in un bicchierino e ponetelo accanto al piatto stesso. Sarà piacevole alternare i sapori e gustarne le differenti sfumature.

Un piatto che richiede tempo e cura, ma che dà importanti e insolite soddisfazioni!! Provare per credere.

abc

Crostata chiusa con pere e cioccolato bianco: prospettive che cambiano, risultati che si affermano

A voler guardare la realtà da una certa prospettiva potrei raccontarvi che, per poter addentare questa crostata, sono passata davanti al piatto della frutta, leggermente scostato dal centro del tavolino, per giorni e giorni, aspettando la maturazione giusta del frutto, in modo da poterne estrapolare tutta la dolcezza e la pienezza. Giorni a dire no, è ancora presto e a resistere alla tentazione di affettare quelle delizie per farcire questa frolla. Ma la prospettiva realistica della faccenda è tutt'altra. I giorni sono passati, certo, e neanche pochi. E ogni giorno passavo, certo, davanti al piatto della frutta leggermente scostato dal centro del tavolino. E tutte le volte guardavo quegli splendidi frutti, sì. Ma la verità è che, con lo sguardo di supplica, imploravo che non maturassero troppo velocemente. Che mi lasciassero arrivare al momento in cui avrei potuto impastare la frolla che le avrebbe ospitate, senza deperire prima. Implorando di avere rispetto e pietà per le mie giornate folli, strattonate tra impegni, lavori, imprevisti, varie ed eventuali. Ma alla fine cosa fa una prospettiva, quando il risultato è questo? Perché per ora, voi, non potete ancora assaggiare, lo so. Dovreste avere almeno il tempo di reperire gli ingredienti, guardare quelle pere maturare fino al punto giusto nel piatto leggermente scostato dal centro del tavolino, sporcarvi le mani e attendere la cottura.... ma, questa crostata sale sul primo gradino del podio di tutti i dolci mai fatti. E se qualcuno (non faccio nomi, dolce fanciulla bionda dagli occhioni azzurri e dal viso di Eva Kant, che leggi quotidianamente, che sbavi sul video e che consigli La Cuocherellona a chef professionisti) osasse difendere il primato riesumado la crostata con farina di castagna alla crema di mele e bacche di Goji, risponderei no, mia cara.... questa la batte inesorabilmente!!

Ingredienti

3 pere williams
150 g di farina integrale
50 g di farina di segale Jurmano
70 g di margarina
30 g di zucchero di canna mascobado
1 cucchiaio di zucchero di canna 
25 g di latte di soia
50 g di cioccolato bianco
scorza di 1 limone bio non trattato
1 pizzico di bicarbonato di sodio

Prendete le pere e sbucciatele. Liberatele dal torsolo e tagliatele a spicchi non troppo sottili.
Scaldate una padella e adagiatevi gli spicchi. Cospargeteli con lo zucchero di canna e fateli rosolare a fiamma viva per qualche minuto. Non dovranno ammorbidirsi oltremodo, ma solo insaporirsi. Spegnete il fuoco e lasciate raffreddare. Nel frattempo preparate la pasta frolla.
Setacciate le farine e mettetele in una ciotola capiente. Grattugiate la scorza del limone, precedentemente lavato e asciugato e unitela alle farine. Aggiungete lo zucchero di canna, il pizzico di bicarbonato e mescolate tutto. Aggiungete la margarina e impastate velocemente, cercando di amalgamare tutto. Unite il latte di soia (o quello che desiderate) e continuate a lavorare la pasta, compattandola bene.
   Formate un panetto e mettetelo a riposare in frigorifero, coperto, per almeno mezz'ora.
Trascorso il tempo riprendete l'impato e dividetelo in due.
Iniziate a stendere la prima parte in una sfoglia rotonda che arrivi a foderare uno stampo dal diametro di 28 centimentri. Lavorate con delicatezza l'impasto, poiché tenderà a rompersi facilmente. Distribuite sulla superficie gli spicchi di pera e spezzettateci sopra il cioccolato bianco. Non ho voluto aggiungere croccantezza, ma qualche gheriglio di noce o un po' di nocciole spezzettate ci starebbero d'incanto.
Stendete, ora, la seconda parte di impasto in una sfoglia uguale alla prima e coprite la base farcita. Sigillate bene i bordi. Se si romperà non crucciatevi, il risultato in cottura sarà superbo ugualmente ^_^
Cuocetela a 180° per 50 minuti (abbiate cura di valutare le caratteristiche del vostro forno, poiché è chiaro che il mio tenda ad essere clemente e dolce, e ad adeguare il tempo di cottura). Quando sarà cotta sfornatela e lasciatela raffreddare completamente.
E' importante che, al taglio, sia fredda, diversamente si sbriciolerebbe irrimediabilmente.

Non sto qui a spiegarvi la bontà, certa che non ci sarebbero parole che possano rendere giustizia.
Vi dico solo che, gustata a spicchi ha il suo perché, ma tagliata a quadrotti e servita a mo' di biscotto farcito saprà deliziare ogni dopo pasto, ogni colazione ed ogni piccolo spuntino che ci si voglia concedere, a qualsiasi ora del giorno e.... occhio alla notte!
In fondo ci sono farine preziose, i grassi sono ridotti, gli zuccheri anche e quel peccatuccio di gola che è il cioccolato fa da grande cornice a tanta succosissima frutta.

Più genuino e goloso di così!!!!!! ^_^


abc

Cous cous integrale saltato: il croccante che stuzzica, il dolce che stupisce

Come spesso accade, e ultimamente con sempre maggiore frequenza, entro nel negozio per la spesa ed esco con le borse piene di tutto, tranne che di quel qualcosa. Non proprio qualcosa a caso. Diciamo la cosa principale per cui ero andata a fare spesa. E vi garantisco che, come sempre, a metà corsia ho visto arrivare in soccorso tutti i commessi, che hanno riconosciuto la mia presenza solo dalle scarpe, visto che tutto il resto era sovrastato da pacchi, pacchetti e pacchettini. La domanda è la solita: vuoi un cestello? La risposta, la stessa di sempre: sto andando in cassa, grazie. Anche se la cassa la sto fiutando a naso!!!! Così eccomi replicare, nel giro di breve tempo, la visita alla mia bio bottega di fiducia. Come sempre entro senza cestello. Non sarei io! Ma questa volta vado diretta al reparto, cedendo solo ad un paio di prodotti incrociati, casualmente, sul percorso. "Scusate, ma la farina di castagne???". "L'abbiamo finita, aspettiamo le nuove scorte, ma arriveranno con la lavorazione delle nuove castagne della stagione" (eccerto Erica, vuoi prodotti bio.... pazienta!!). Credo che la mia espressione abbia intenerito anche l'acaro di polvere nascosto sotto il piedino del bancale. "Beh, però non sei venuta per nulla, vedo che ti serviva altro!!", mi ha detto la nuova commessa, guardando le mie braccia piene. Glielo spiegate voi??????
Tra tutto ciò che le mie mani avevano raccattato in quel breve percorso verso la meta, c'era una modesta confezione di cous cous integrale. Questo...

Ingredienti

50 g di cous cous integrale
100 ml di brodo vegetale (ho utilizzato quello in cui ho cotto i cavolini)
4 cavolini di Bruxelles
1/2 pera Williams
10 g di pistacchi
zenzero in polvere
paprika dolce
sale
olio evo

Mondate i cavolini di Bruxelles e lavateli. Tagliateli a metà verticalmente e fateli bollire in acqua leggermente salata per circa 5 minuti. Scolateli e immergeteli in acqua ghiacciata, in modo da fermare la cottura e tenere vivo il loro colore. Attenzione a non salare troppo l'acqua, perché vi servirà per la cottura del cous cous.
Versate in un pentolino il cous cous, unite un cucchiaio di olio evo e mescolate in modo da rendere tutto uniforme. Accendete il fuoco e fate tostare per un minuto circa. Portate a bollore il liquido in cui avete fatto cuocere i cavolini e versatene 100 ml nel cous cous. Lasciate cuocere per un minuto, dopo di che spegnete la fiamma, coprite il pentolino con un coperchio e lasciate assorbire completamente il brodo.
Nel frattempo tagliate a cubetti la pera e i cavolini. Fateli saltare in padella con un filo d'olio, aggiungendo paprika, zenzero e sale. Lasciateli rosolare a fiamma viva per pochi minuti, girandoli di frequente affinché non brucino.
Sgranate il cous cous, che nel frattempo avrà assorbito il brodo. Unitelo alla pera e ai cavolini e mescolate bene tutto. Abbassate la fiamma e fate insaporire per un paio di minuti. Nel frattempo tritate grossolanamente i pistacchi e uniteli al cous cous.
A questo punto alzate nuovamente la fiamma e fate tostare, fino a far diventare croccante, il cous cous condito. Dovrà risultare croccante, dorato, ma allo stesso tempo dovrete fare attenzione a non bruciacchiarlo. Quando avrà raggiunto il grado di "tostatura" gradito, spegnete il fuoco ed impiattate.
Guarnite con granella di pistacchio (io non me ne stancherei mai) e servite!


Uno sfizioso tocco dolciastro in un piatto dai sapori autunnali.

abc

INSTAGRAM FEED

Follow on Instagram