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Insalata di moscardini con ananas e pomodorini caramellati: il lato artistico di un frigorifero vuoto

Davanti ad un frigorifero vuoto, in cui quella particella di sodio solitaria potrebbe davvero sentirsi disorientata, le sensazioni possono essere due: mi prende lo sconforto e mi sale la depressione da casalinga frustrata, oppure si scatenano le fantasie più bizzarre su come tingere nuovamente i ripiani della cella bianca. Il momento di sconforto c'è, di questi tempi, quando dico una carota c'è ancora, vado domani a fare spesa. Ma è un istante, terminata la carota e messa davvero alle strette, la fantasia più sfrenata si scatena all'impazzata. Sogno colori esotici, tonalità intense, calde, dolci. Insolite. Prendo questo, poi magari faccio scorta di quest'altro. E perché no, con questo ci sta bene quello. Faccio una lista? Generalmente quando ho il frigo libero (in altre parole carta bianca) posso davvero fare disastri con un carrello tra le mani. Ma materialmente il tempo per fare una lista della spesa, è assurdo, non c'è. Ripeto meccanicamente ciò che mi occorre, traccio rotte in casa per toccare tutti i punti in cui potrebbe mancare qualcosa, in modo che, ripercorrendoli mentalmente nel momento della spesa, passo dopo passo, tappa dopo tappa, possa ricordare tutto. Immancabilmente manca qualcosa. Ma gli ingredienti di questo piatto, questa volta, ci sono TUTTI. Così l'ho immaginato, senza un perché. Ho pensato che l'ananas con il pesce stesse bene. E ho pensato che un rinforzo potesse essere prezioso. Ho caramellato i pomodorino. Pachino, i miei preferiti. E ho colorato tutto con i miei amati pistacchi. Ora il frigo è ricco e vivo e la fantasia viaggia sempre ad ali spiegate.

Ingredienti

1 moscardino (170 g circa)
6 pomodorini Pachino
1 fetta spessa di ananas
10 g di olive taggiassche
10 g di pistacchi tostati non salati
1 cucchiaino raso di zucchero (io avevo del fruttosio da smaltire)
1 spicchio d'aglio
olio evo
1 cucchiaino di aceto balsamico
sale
pepe
noce moscata
zenzero in polvere

Pulite bene il moscardino, sciacquatelo e fatelo cuocere in una pentola, in cui avrete fatto insaporire uno spicchio d'aglio in un filo di olio caldo. Coprite e lasciate che cuocia, a fiamma media, per mezz'ora circa. Giratelo un paio di volte. Non salatelo, poichè lascerà già un liquido sapido. Aggiungete zenzero e noce moscata a piacere e fate proseguire la cottura fino al termine.
Lavate e tagliate a metà i pomodorini. Metteteli in una terrina e conditeli con sale, olio, zucchero e aceto balsamico. Scaldate una padella e adagiateveli dalla parte della polpa. Coprite e fate cuocere a fiamma bassa, fino a quando saranno caramellati. Girateli dalla parte opposta e procedete per altri 5 minuti. Spegnete il fuoco e lasciate che raffreddino.
Passate all'ananas. Pulite la fettina dalla buccia e ricavate tanti cubetti, non troppo grossi. Scaldate una padella con un po' di olio e, quando sarà molto calda, buttatevi la dadolata. Salate e pepate a piacere. Fate cuocere a fiamma viva facendo rosolare uniformemente l'ananas. Quando sarà pronta spegnete il fuoco e fatela raffreddare. Nel frattempo anche il moscardino sarà cotto. Scolatelo dal liqiodo di cottura e lasciatelo intiepidire.
Pulite i pistacchi, sgusciandoli e liberandoli dalle pellicine. Pestateli con un mortaietto e metteteli in una terrina. Aggiungete le olive taggiasche.
Tagliate il moscardino a tocchetti e unitelo agli altri ingredienti. Terminate con i pomodorino e l'ananas, condite con un po' di olio a crudo e lasciate raffreddare completamente, in modo che insaporisca bene. Una volta che avrà riposato, servitela, spolverizzandola con dei pistacchi sbriciolati.
Volendo potrete anche gustarla tiepida. Il dolciastro dell'ananas e dei pomodorini legheranno benissimo con il sapore deciso del pesce e le olive, insieme ai pistacchi, sapranno dare un tocco di sapore differente, che renderà il piatto assolutamente invitante.
La tavola si dipinge d'estate, i sapori travolgono e la freschezza di un piatto leggero e gustoso vi accompagnerà, boccone dopo boccone. Servito come portata principale o come antipasto, secondo il vostro gradimento.abc

Lasagna di zucchine con feta e mandorle al basilico: sapori primaverili che ripagano la lunga attesa

Do ufficialmente il via alla stagione: le mie prime zucchine sono arrivate in cucina!!!! Qualcuno mi prenderà per pazza. Un caso clinico, diciamo. Lo so che ormai le zucchine si possono reperire tutto l'anno, ma mi coglie un leggero sconforto, a dicembre, vedere ortaggi tipicamente estivi sui bancali. L'immagine di un approccio, dietro una sciarpa, con stivali e guanti di lana, ad una finta zucchina, mi destabilizza alquanto. Scuoto la testa e attendo il trillo della primavera. Ora sì, ora farò incetta di zucchine, cucinate in ogni modo, fino a sentirmi fagocitata da queste dolci meraviglie. Per la mia prima zucchinata ho pensato ad una forma insolita, per le mie abitudini. Ho immaginato un insieme di sapori e consistenze che potessero soddisfare sia il mio desiderio di sapori nuovi, sia quello di fragranze stuzzicanti. Trovo che l'accoppiata zucchina - farina in una cottura di leggero soffritto sia una delle sfiziosità più fresche e avvincenti. Ho pensato, poi, di arricchire questo dettaglio insaporendone l'insieme. Ed eccomi al via, finalmente la mia primavera è arrivata e... inizia proprio da qui.


Ingredienti

2 zucchine (270 g circa)
90 g di feta light
20 g di mandorle pelate
15 foglioline di basilico
pangrattato di riso
olio evo
sale

Mondate e lavate le zucchine, quindi tagliatele a fettine sottili nel verso della lunghezza, aiutandovi con una mandolina. Sbollentatele per un minuto in acqua salata, poi immergetele in acqua ghiacciata per fermare la cottura. Quindi stendetele su un panno di stoffa pulito per farle asciugare.
Lavate e asciugate le foglioline di basilico. Tritatele insieme alle mandorle e tenetele da parte.
Sbriciolate la feta piuttosto grossolanamente e tenete anch'essa a portata.
Prendete una pirofila (io ne ho utilizzata una di 25 cm x 15 cm circa), ungete la base e adagiate il primo strato di zucchine. Cospargetele con un pizzico di sale (la feta darà sapidità di suo, per cui non eccedete) e copritele con una spolverata di pangrattato di riso.
Aggiungete un po' di briciole di feta e una piccola manciata di battuto di mandorle e basilico. Irrorate con un filo d'olio e procedete con un altro strato.
Ripetete l'operazione fino a terminare le fettine di zucchine e tutti gli ingredienti.
Accendete il forno a 200° e, quando sarà in temperatura, infornate la pirofila.
Cuocete le zucchine per circa 20 minuti, e comunque fino a quando la superficie sarà ben dorata. Spegnete il forno, estraete la pirofila e impiattate.
Non volendo tagliare lo sformato, potrete utilizzare degli stampi più piccoli e fare delle mono porzioni.

Assaporate la croccantezza di questa lasagna, l'intensità dei suoi sapori e la dolcezza delle zucchine, accompagnate dalla freschezza primaverile del basilico.
Non sarà difficile concedersi un bis e soprattutto accogliere con un radioso sorriso le nuove verdure di stagione ^_^

Vivido esempio di desiderio alimentato dall'attesa.

Pochi e semplici ingredienti che rendono questa una pietanza speciale!

  


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Frolla ai pistacchi con radicchio filante allo zafferano: l’importanza di chiedersi sempre il perché

La mia mente contorta, che cerca sempre un motivo, e poi una dimostrazione pratica, e poi ancora un'evoluzione della teoria, anche ad orari improbabili della notte (il neurone genietto là dentro mica sta dietro al sorgere o al calare del sole!!), mi ha messo davanti questa domanda: se con gli anacardi e le arachidi si fa il burro, se le nocciole sono da tritare a più riprese per non fare sprigionare l'olio in esse contenuto, se le noci sono così ricche di acidi grassi (omega 3) e se la frutta secca di per sé è una fonte importante di grassi insaturi.... perché non posso utilizzare questo prezioso elemento come sostitutivo del burro per una gustosissima pasta frolla? E visto che non sono abbastanza propensa a facilitarmi le cose, perché non creare una frolla che escluda anche l'ombra di un uovo? Su una cosa, probabilmente, mi troverete scontata: la base di questa pasta è fatta di pistacchi. Ormai c'è chi associa alla parola pistacchio il mio volto. Non mi stupirei se qualche azienda spacciatrice di pistacchi mi chiedesse di prestare il mio volto per le confezioni da mettere in commercio. Del resto loro, i pistacchi, qui ci stanno alla grande!! Conferiscono un sapore dolciastro che contrasta l'amarognolo del radicchio e stuzzicano il palato, prima che sia deliziato dalla morbidezza del formaggio. Perché questa testolina con il neurone anarchico non lascia mai nulla al caso!!

Ingredienti

Per la pasta frolla
30 g di pistacchi tostati non salati
35 g di farina integrale
15 g di farina di soia integrale tostata
15 g di olio evo
15 g di latte di avena
1 g di sale
2 rametti di rismarino

Per la farcia
100 g di mozzarella
1 scalogno
1/2 cespo di radicchio semilungo
1 cucchiaio di olive di Riviera denocciolate
1 pizzico di sale
1 bustina di zafferano
olio evo
noce moscata

Tritate molto finemente i pistacchi, riducendoli a farina. Unite la farina integrale e quella di soia e le foglioline del rosmarino lavate e asciugate. Tritate ancora tutto, poi unitevi l'olio, il latte e il sale.
Lavorare l'impasto velocemente, fino a creare un composto compatto, che avvolgerete nella pellicola trasparente e che metterete a riposare, in frigorifero, per almeno mezz'ora.
Nel frattempo tagliate il radicchio a striscioline e mettetelo a bagno in acqua fredda.
Tritate la mozzarella con la bustina di zafferano e il sale, in modo da creare una sorta di crema. Copritela con un foglio di pellicola trasparente e lasciatela riposare in frigorifero per il tempo di preparazione del radicchio.
Scaldate un filo di olio in una padella e fate soffriggere lo scalogno affettato finemente. Quando sarà dorato unite il radicchio lavato. Salate e unite noce a moscata a piacere e fatelo soffocare, facendo in modo che perda tutta l'acqua di vegetazione.
Scolate bene le olive e tagliatele a metà. Unitele al radicchio, togliete la padella dal fuoco e fate raffreddare.
Quando sarà freddo mescolate il radicchio alla crema di mozzarella e zafferano ottenendo un composto ben amalgamato.
Riprendete la pasta frolla. Stendetela in una sfoglia rotonda non troppo sottile e foderate uno stampo. Io ho usato una mono porzione a forma di stella.
Riempitela con la farcia, cercando di compattarla bene. Fate attenzione che non superi il livello del rivestimento.
Accendete il forno a 200° e, una volta in temperatura, infornate.
Cuocete per circa 20/25 minuti.
Quando sarà ben dorata in superficie sfornatela e lasciatela intiepidire leggermente. In queso modo acquisirà compattezza.
A questo punto non avrete da fare altro che impiattare e servire.
Deliziarsi di tanta genuina bontà sarà un piacere che vorrete non finisse mai (c'è sempre la strada della doppia dose, ma attenzione alle calorie!!!).

A chi ancora non vi avesse ceduto, consiglio vivamente di provare la delicatezza e la dolcezza della farina di soia: profumo, sapore e consistenza che si fanno apprezzare da tutti i sensi!!

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Frittata di spaghetti di riso basmati con pesto di rucola: che sia sole o che sia pioggia il piacere è garantito

Ci sono piatti che rievocano ricordi, che fanno sorridere. Piatti che non sono mie consuetudini per un'importanza alimentare troppo elevata per il mio stomaco ostile. Ma che mi piace ricordare. E riproporre nella loro bellezza.
Nei rientri scolastici spesso il pranzo era un panino, una focaccia, una torta salata. L'arrivo della primavera spesso ci permetteva di assaporare i pasti all'aperto, tra chicchiere e risate. Ricordo che, talvolta, capitava che una compagna portasse quella meravigliosa frittata di spaghetti, che la madre faceva in quantità proprio per accontentare qualche palato in più. Ricca, saporita, deliziosissima. Ricordo con infinito piacere quei momenti. Difficilmente il desiderio di riassaporarla mi persuade al punto da cedervi, ma questa volta, in occasione dell'arrivo delle stesse giornate primaverili, non ho davvero potuto resistere. E se non potrà essere per una scampagnata di Pasquetta, bagnata dalla pioggia, sarà per un qualsiasi altro giorno di primavera. Ho utilizzato spaghetti di riso basmati, leggeri e fragranti, li ho conditi con un pesto delicato e saporito e vi ho unito due uova, seppur vi consigli di valutarne uno in più. L'aggiunta del formaggio la rende golosa e..... non ve ne frà pentire!!

Ingredienti

60 g di spaghetti di riso basmari
3 uova (io ne ho usate due)
100 g di mozzarella light
30 g di rucola
10 g di noci
10 g di anacardi
15 g di parmigiano
8 g di capperi sotto sale
sale
olio evo

Lavate la rucola, asciugatela delicatamente e mettetela in un boccale. Aggiungete le noci, gli anacardi, i capperi precedentemente sciacquati e il parmigiano. Tritate finemente tutto fino a creare un pesto omogeneo.
Trasferitelo in una padella calda, con un filo d'olio e fatelo rapprendere per qualche minuto.
   Nel frattempo fate cuocere gli spaghetti di riso in abbondante ascqua salata, lasciandoli leggermente al dente.
Quando saranno cotti trasferiteli nella padella, insieme al pesto e fateli saltare, aggiungendo un po' di acqua di cottura della pasta.
Tagliate la mozzatella a dadini non troppo grandi e unitela agli spaghetti. Mescolate bene affinché si distribuiscano in maniera omogenea tra la pasta.
Rompete in una terrina due uova (meglio 3), aggiungete un pizzico di sale e sbattete energicamente con una forchetta, fino a creare un composto ben amalgamato e quasi cremoso.
Versatelo negli spaghetti, smuovete bene tutto per distribuirlo uniformemente e fate cuocere a fiamma media, coprendo la padella con un coperchio. Lasciate che l'uovo rapprenda per almeno 6 o 7 minuti, poi girate la frittata e cuocete dall'altra parte per altri 5 minuti. Alzate eventualmente la fiamma affinché si formi una crosticina dorata, decisamente golosa all'assaggio.
Quando sarà pronta trasferite la frittata in un piatto, lasciatela riposare un paio di minuti, poi procedete al taglio e servitela.
Tagliandola calda di sfalderà con maggiore facilità, ma aspettando che raffreddi sarà decisamente più compatta.
Se voleste consumarla direttamente al tavolo rimarrà una portata da gustare con forchetta e coltello, diversamente, come piatto on the road, sarà un gradevolissimo finger, con un bel cartoccino, tanto sole e una piacevole aria di primavera.
Io l'ho gustata in entrambe le versioni, nella seconda brevemente riscaldata, a fiamma alta, per rendere più croccante l'esterno. Vi dirò, questo è uno di quei piatti che ripaga l'attesa ^_^


A voi la vostra contestualizzazione e a voi il piacere dell'assaggio.


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Carciofo romanesco farcito al porro: la gestione del tempo nello scorrere delle stagioni

Sono giorni molto intensi. Incastro gli impegni come fosse un tetris di alto livello e a fine giornata, diciamo a notte fonda, stramazzo sul letto esanime. Tutto ciò toglie spazio ed energie alla cucina. Così questo carciofo, bello pieno di soffice fragranza, ha dovuto farsi attendere prima di essere trasformato, da una semplice idea ad un concreto e tangibile piatto. Paziente più che mai, ma quando è arrivato il suo turno, si è manifestato in tutta la sua magnificenza. Mi piace la sua dolcezza e la differenza di consistenze che offre. E mi diverto molto ad interpretarlo. Lo avevo disegnato vicino al sapore deciso, ma sempre delicato, del porro e da qui sono partita, per arricchirne la struttura. Il tocco croccante non manca mai e dà consistenza al formaggio cremoso e la cottura in forno mette in risalto il gusto, garantendo il piacere dell'assaggio.
Forse l'ultimo della stagione, non lo so. Fatico a pianificare la spesa e non so con cosa la stagione mi affascinerà la prossima volta. Di certo posso dire di esserne rimasta ampiamente soddisfatta, conquistata dalla pazienza con cui ha atteso di manifestarsi a me e rapita dalla pienezza dei sapori.

 Ingredienti

1 carciofo romanesco
1/4 di porro
100 g di certosa light
10 g di semi di girasole
10 g di pinoli
1 cucchiaino di pangrattato di riso
sale
olio evo

Pulite il carciofo togliendo il gambo e le foglie più esterne.
Portate abbondante acqua salata ad ebollizione e sbollentatelo per circa 5 minuti. Scolatelo e gettatelo subito in un recipiente con acqua ghiacciata, facendolo raffreddare e fermandone la cottura.
Aprite delicatamente le foglie, togliete la barbetta e lasciatelo asciugare a faccia in giù per un'oretta circa.
Scaldate in una padella un filo di olio evo. Tagliate a rondelle il porro precedentemente lavato e fatelo saltare in padella per qualche istante. Aggiungete, quindi, un po' di acqua, salatelo a piacere e fatelo appassire, abbassando la fiamma, per circa 5 minuti, girando di tanto in tanto.
   Tritate finemente i pinoli insieme ai semi di girasole, unite tutto al porro e fate insaporire per qualche minuto. Spegnete la fiamma.
Tagliate la certosa a tocchetti, unitela al porro e mescolate tutto fino a creare un composto abbastanza omogeneo. Assaggiate la sapidità ed eventualmente correggete di sale. Schiacciate leggermente i pezzi di certosa, senza farli diventare una crema, ma mantenendoli piuttosto grossolani.
Sistemate il carciofo su una teglia ricoperta da carta foro, versatevi sopra un po' di olio evo, poi riempitelo con la farcia di certosa, cercando di inserirne parti anche tra le foglie e non solo al centro.
Spolverizzate con il pangrattato e infornate, a 200°, per circa 15 minuti. Il formaggio dovrà sciogliersi e in superficie dovrà formarsi una crosticina croccante e dorata. Quando sarà pronto, sfornate e impiattate.
Divertitevi a sfogliarlo e ad assaporare ciascun petalo con la sia parte di farcia, preparandovi al cuore intenso e avvolgente.
Sarà un intrecciarsi di dolcezze diverse, tra porro, formaggio e carciofo, diverse tra loro, ma affini.
E vi sentirete stregati dal gioco di consistenze, ora mobide, ora croccanti, ora ruvide.
Delicato e completo, questo è un piatto che non lascia tracce.... in tavola!!

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Radicchio gratinato con tofu e nocciole: il piacevole gioco di contrasti tra sapori e consistenze

Un battito di ciglia, la visione di un cespo di radicchio e l'insieme di ingredienti che non ha richiesto ulteriori sviluppi. E' nato così, in un lampo improvviso, questo piatto semplice, ma indimenticabile.
Consistenze in contrasto che danno il loro valore aggiunto, tra il tofu in briciole e le nocciole in granella. Gratinatura che unisce il salutare della cottura al sapore del piatto. Il gusto amarognolo del radicchio che veste la dolcezza del condimento. Opposti che si attraggono e che si bilanciano. Ancora una volta l'espressione del mio essere in un piatto. Perché la diversificazione di prospettiva nella visione di un elemento è fondamentale per comprendere e assecondare al meglio un insieme, un concetto, un'idea. A partire dal piccolo, come può essere un piccolo cespo di insalata. Per arrivare al profondo, che, abbandonando la diplomazia di queste parole, è una teglia perfettamente ripulita fin negli angoli e nelle pieghe della carta di rivestimento. Senza vergogna ^_^

Ingredienti

1 cespo di radicchio lungo rosso (il mio da 250 g)
125 g di tofu al naturale
15 g di nocciole tostate
1 rametto di rosmarino
1 filetto di acciuga
sale
1 cucchiaio do olio evo + q.b.
1/2 cucchiaino di zenzero in polvere

Tagliate il cespo di radicchio in spicchi non troppo grandi. Io ne ho ricavati 8. Metteteli a bagno in abbondante acqua fredda e lasciateli per mezz'ora circa.
   Lavate il rametto di rosmarino e prelevatene gli aghi. Tritateli, insieme alle foglie di radicchio che si saranno divise dal ceppo durante il taglio, aiutandovi con una mezzaluna.
Tritate grossolanamente anche il tofu. Io ho utilizzato sempre la mezzaluna. Dovrete ricavare delle briciole non troppo fini.
Unite tofu e insalata in una ciotola e spezzettateci dentro il filetto di acciuga. Volendo potrete aggiungerne un paio, io ho preferito un sapore più delicato.
Riducete in granella, piuttosto grossa, le nocciole, schiacciandole con un mattarello in un foglio di carta forno. Versatele nella ciotola con il restante degli ingredienti, unite il cucchiaio di olio, lo zenzero e mescolate bene tutto. Assaggiate e correggete, eventualmente, di sale.
Scolate gli spicchi di radicchio, cercando di asciugarli al meglio. Rivestite una teglia con un foglio di carta forno e sistemate sopra gli spicchi. Irrorateli con un filo di olio e salateli.
Copriteli con la farcia (abbondate pure, non ve ne pentirete!!).
   Accendete il forno a 190° e, raggiunta la temperatura, fateli cuocere per 30 minuti su un ripiano alto, in modo che gratinino bene. Io ho utilizzato il forno ventilato, che rende la cottura omogenea e veloce.
Controllate che non scuriscano troppo e sfornate non appena saranno perfettamente dorati.
Trasferite gli spicchi di radicchio in più piatti e servite. O, se voleste deliziarvi con un piatto unico, gustateli interamente, dal primo all'ultimo.
L'apporto calorico è perfetto per una dieta regolare e il piacere è impagabile!
Un piatto leggero e saporito che conquisterà anche i palati più diffidenti.







Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Salutiamoci del mese di febbraio, 
ospitata dalla grande Lucrezia

abc

Torta salata di spinaci e noci: le forme di espressione, le influenze e i modi d’essere di una personalità

Guardate un po' una torta cosa ha scatenato nella mia testa!!!! In fondo, presentandovi il tortino di carciofi, vi avevo già allertati e, generalmente, quando spendo parole per mettere in guardia sulle stranezze che si concede il mio Io pensante, beh, fatevi un bel segno della croce perché non si scherza!!
Come coloro che si dilettano a leggere i fondi di caffè, io potrei tranquillamente studiare le briciole nei miei piatti, o ancora potrei dedicarmi allo studio della sostanza pre-briciola nell'espressione di uno stato d'animo. Perché tutta questa morbidezza dovrà pur significare qualcosa!!!!! Che mi aiuti ad ammortizzare i colpi preservando i pochi neuroni ancora sani? O che possa accogliermi, come un soffice cuscino, nei crolli di veglia improvvisi (ma attesi e temuti) in cui la palpebra non riesce proprio a resistere alla forza di gravità? O che possa interpretare un abbraccio affettuoso? Non lo so. Le briciole sono poche e spesso confuse (dalle ditate, inevitabili, nel piatto.... ecco, l'ho detto) e tolgono ogni ombra di dubbio sul fatto che, per me, la cucina sia sano divertimento e libera espressione. Ancora una volta è torta. Ancora una volta è morbida. Ancora una volta mi ha conquistato. Interpellate voi il terapeuta che più vi sta a genio!

Ingredienti

120 g di spinaci freschi
160 g di certosa
2 uova
45 g di farina d'orzo
2 g di sale
20 g di gherigli di noci
1 g di cremor tartaro
1 pizzico di bicarbonato di sodio
noce moscata a piacere

Lavate gli spinaci e fateli cuocere a vapore, fino a quando saranno morbidi.
Inserite in una ciotola capiente le uova, il sale, la noce moscata e la certosa tagliata a pezzi. Amalgamate il composto e lavoratelo con una frusta elettrica, fino a quando diventerà un composto spumoso e omogeneo.
Frullate gli spinaci, strizzati per togliere l'acqua in eccesso, e rendeteli una crema liscia. Salate a piacere.
Aggiungete la crema al composto di uova e certosa e mescolate bene, in modo da rendere la pastella perfettamente amalgamata.
Pesate la farina e mischiatela al cremor tartaro e al bicarbonato.
Aggiungetela, poco alla volta, alla pastella di uova, sempre mescolando. L'impasto ottenuto dovrà essere consistente, ma molto morbido.
   Spezzettate grossolanamente i gherigli di noci (in questo modo li sentirete in contrasto nella torta).
Uniteli all'impasto e mescolate cercando di uniformare gli ingredienti.
Foderate una teglia (io l'ho usata di 18 cm di diametro) con della carta forno. Versate l'impasto e livallatelo bene.
Accendete il forno a 200° e, quando sarà in temperatura, infornate e cuocete per 30 minuti, ventilato.
Prima di sfornare la torta, fate la prova coltello: se la lama uscirà pulita, la torta sarà pronta.
Toglietela dalla teglia e trasferitela in un piatto.
Servitela calda e affondateci dentro un morso.... eh, una forchetta ^_^

La delicatezza dell'impasto soffice, con la sopresa della croccantezza delle noci, di tanto in tanto, in qualche boccone,vi sapranno stupire e deliziare. Cedere a questa coccola sarà un vero piacere.

Colori intensi, profumi inebrianti.
 E la conta delle briciole sarà appena iniziata!!



abc

Fagottini filanti di spinaci con granella di nocciole: il rispetto della vita e l’importanza del presente

Quando mi trovo la meraviglia della frutta e della verdura di stagione davanti agli occhi, proprio non riesco a resistere. In un presente in cui tutto si trova sempre, in cui non esistono più regole se non la volontà dell'uomo, in cui le forzature devono implementare e assecondare le richieste di mercato, mi emoziono a guardare delle semplici foglie verdi e generose sorridermi. Urlo con forza di rispettare la stagionalità della vita e rifiuto zucchine che sembrano disegnate, o peperoni di colori lucenti. Ogni stagione offre infinite possibilità e spunti. Guardate qui quanta meraviglia!!! Di certo sto facendo una grande scorpacciata di spinaci e vi anticipo anche che la mia testa sta macinando pensieri alquanto audaci (che stranezza, vero?). Per il momento vi lascio questi bocconcini di delicatezza. Il cuore morbido della mozzarella reso allegro dalla croccantezza delle nocciole. Sapori che si sciolgono e si fondono sul palato. Semplicità. Meraviglia.


Ingredienti

12 foglie di spinaci
20 g di nocciole
100 g di mozzarella
25 g di olive taggiasche
sale
olio evo

Tagliate la mozzarella in 6 liste e mettetele in un colino, con un po' di sale, in modo che perdano l'acqua in eccesso (acqua che potreste recuperare per un buon lievitato ^_^).
Lavate le foglie degli spinaci con molta cura e fatele sbollentare per pochi secondi in acqua salata, una o due alla volta per non romperle. Scolatele e immergetele subito in acqua ghicciata, in modo da bloccare la cottura.
Sistematele, quindi, su un canovaccio pulito e fatele asciugare in modo che rimangano ben piatte.
   Tritate grossolanamente le nocciole e tenetele da parte. Scolate le olive dal loro liquido di conservazione e tagliatele a metà.
Accostate tra loro le foglie di spinaci, due a due. Tagliate sopra ciascuna coppia un bastoncino di mozzarella. Unitevi un po' di olive e un cucchiaino scarso di nocciole in granella. Chiudete a fagottino le foglie e sistemate i fagottini in un piatto.
Cospargeteli con la granella di nocciole rimasta e con un filo d'olio evo (ne basterà poco!).
Passate sotto il grill del forno, alla temperatura di 200°, per 10 minuti.
Sfornate e, semplicemente, deliziatevi!

Delicatezza, morbidezza e sfiziosità. Tutto in un bocconcino salutare e saporito.

Cosa chiedere di più ad un piatto?

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Polenta filante con pistacchi e spinaci: l’importanza del dettaglio che determina le statistiche

Alle prese con la valutazione dei parametri di associazione di idee che determina la nascita di un piatto, non posso che raccontarvi di quelle volte in cui, presa da un raptus di follia, abbozzo due sapori, quasi per gioco (tanto da non fotografare neanche le fasi di preparazione) e me ne innamoro perdutamente (tanto da chiederemi perché non hai fotografato?). Ma la bozza necessita di qualche finezza, e allora trascorro i giorni a cercare quello spunto per perfezionare forme, consistenze e colori. Così capitò che, un giorno di qualche settimana fa, dovetti soddisfare il desiderio di un buon piatto di polenta. Polenta, sì, assolutamente  taragna, ovviamente morbida e filante (cosiddetta concia seppure i formaggi utilizzati non siano per niente simili a quelli stagionati che si utilizzano per la concia), ma.... con quel qualcosa in più. "Ti piacciono per caso i pistacchi?", mi ha chiesto un paio di giorni fa la mia amica Monica, in palestra. "Si capisce così tanto?" ho sorriso, io. Avete mai pensato di metterli in una polenta e di arrotondare tutto con dolcissimi spinaci? Io così, l'ho immaginata. E così, l'ho preparata. E, santi numi del paradiso, se era buona! Forza, seguitemi, vi racconto come fare.

Ingredienti

300 g di acqua
70 g di polenta taragna precotta
5 g di olio evo + q.b.
1 cucchiaino di sale fino + q.b.
noce moscata
80 g di certosa light
15 g di pistacchi tostati e non salati
35 g di parmigiano

Io ho preparato la polenta nel Bimby, per cui il procedimento sarà spiegato con questo metodo. Diversamente seguite le istruzioni di cottura della polenta riportate sulla confezione.
Unite nel boccale l'acqua, l'olio, il sale e la polenta. Azionate le lame a velocità 3, a 100°, per 12 minuti. Terminato il tempo, inserite la spatola e continuate la cottura, sempre a 100°, per altri 7 minuti, a velocità 2.
Sgusciate i pistacchi e liberateli dalla loro pellicina. Tritateli grossolanamente, schiacciandoli con un mattarello, in modo che si sentano nella cremosità della polenta. Teneteli da parte.
Fate saltare, nel frattempo, gli spinaci freschi in una padella, con un filo d'olio. A me piacciono morbidi, per cui li lascio solo appassire leggermente, per pochissimi minuti. Salateli a piacere e insaporiteli con la noce moscata.
Quando la polenta sarà pronta, unite la certosa e 20 g di parmigiano. Mescolate tutto e poi versate i pistacchi. Amalgamate bene l'insieme. A me piace che il formaggio non sia perfettamente amalgamato, ma amo sentire qualche "piccolo ammasso" nell'insieme, per cui dedico a questo passaggio poco tempo.
In più il pistacchio non dovrà stare per molto nell'impasto, poiché perderebbe la sua consistenza e si ammorbidirebbe irrimediabilmente.
Rovesciate la polenta su un piatto, o su un tagliere. Spianatela velocemente e copritela con gli spinaci.
Grattugiatevi sopra il parmigiano rimasto. Infornate, quindi, a 200° su un ripiano alto del vostro forno, per 10 minuti circa.
Quando sarà ben gratinata, sfornatela e servitela.
Gustatela molto calda, filante e morbida.

Delicata al punto giusto, saprà solleticare il desiderio di un piatto completo, avvolgente e bilanciato.
   Una forchettata dopo l'altra e la magia è fatta.

Non vi rimane altro che abbandonarvi a questa poesia.

abc

Chickpeas muffin alla birra con cime di broccolo: la forza del sorriso e la prospettiva del successo

Non c'è niente da fare: è così!! Potrei citare decine di massime, ciascuna con il medesimo significato. L'umore influenza l'esistenza. Avevo appena collezionato una piccola serie di "fallimenti" culinari (tanto da destare l'attenzione di mia madre, in un 'ma com'è possibile che accada?'), tutti a segnare un periodo piuttosto complicato. Poi arriva il sole (ancora lo stupore di mia madre per come, senza che nulla realmente sia cambiato, io sia d'un tratto l'espressione della felicità) et voilà, anche io non mi capacito di come qualsiasi ingrediente tocchi, si trasformi in opera. Ve lo dico, e non mi meraviglio: sentirsi parte di un mondo di infinita bellezza, cogliere dettagli di luce, sorridere alle più piccole sfumature, guardare alla vita come ad un sistema che produce energia e farsi porta bandiera di quella stessa forza...... aiuta a vivere meglio. Chiaro che i miei forconi sono ancora tutti puntati su di me, ma oggi mi sento così ed oggi sorrido, alla faccia di tutte le avversità. E così, dopo aver proiettato i miei influssi positivi su magie di cui vi parlerò, ecco che mi sono trovata a pensare a come deliziare il mio palato, in una delle poche cene che riesco a concedermi a casa. Poche idee, ma pungenti: pastella con la birra, broccoli, farina di ceci e.....???? Niente fritto, lo sapete. Allora che si fa? Si inforna, chiaro. E tutto prende la forma di... muffin!!!!!

Ingredienti

140 g di cime di broccolo (peso a crudo)
35 g di parmigiano
45 g di farima di ceci macinata a pietra (io Ecor)
60 g di birra chiara
50 g di acqua
10 g di olio evo
sale
1/2 cucchiaino raso di cremor tartato
la punta di 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio

Prelevate le cime dal broccolo, lavatele accuratamente e bollentatele, per un paio di minuti, in acqua salata. Scolateli e passateli in acqua gelata per bloccare la cottura.
Tagliate il parmigiano in bastoncini lunghi circa 4 centimetri. Teneteli da parte e iniziatea preparare la pastella. Pesate tutti gli ingredienti e teneteli pronti.
Setacciate la farina di ceci (è essenziale questo passaggio per evitare che faccia grumi) in una ciotola. Versate, poco alla volta, acqua e birra mischiati. Iniziate a mescolare con una frusta, fino ad amalgamare tutto. Aggiungete un pizzico abbondante di sale, il cremor tartaro e il bicarbonato e continuate a mescolare.
Mantenendo sempre la frusta in funzione, versate l'olio a filo. Dovrete ottenere una pastella piuttosto densa.
Tagliate le cime di broccolo, ben scolate e asciutte, in piccoli pezzetti. Unitele alla pastella e mescolate. Sistemate i pirottini da muffin nella teglia e versate il composto. Io vi consiglio, essendo un impasto piuttosto liquido, di ungere e infarinare i pirottini, per evitare che si attacchino irrimediabilmente alla carta.
Versate il composto, un cucchiaio alla volta, nei diversi stampi. Con queste dosi dovrebbero uscirvene cinque. Infilate in ciascun muffin i bastoncini di parmigiano ed infornate. Cuocete a 200° per 35 minuti. Potrebbero essere necessari cinque minuti in più. Vi consiglio di non riporre la teglia nella metà superiore del forno, poiché dorerebbero subito, ma rimarrebbero crudi all'interno. Io li ho cotti appena sotto la metà del forno e sono risultati ben cotti e ben dorati.
Quando saranno ben dorati e quando, toccandoli con un coltello, risulteranno belli compatti, sfornate e lasciate intiepidire leggermente. A questo punto serviteli e gustatene la genuina bontà.

A volte basta davvero poco.....







abc

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