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Sogliola alle fragole piccanti e pistacchi con crema di spinaci e rucola: poche cose sono ciò che sembrano

Guardavo quel cesto di fragole con sfida e titubanza. Non so perché, ma la fragola è un frutto che mi mette alquanto in difficoltà, e allo stesso tempo mi stimola a superareil limite che mi impone.
Accanto, frutto di un passaggio casuale davanti al banco del pesce, avevo momentaneamente adagiato quei tenerissimi filetti di sogliola. Li adoro. Insieme alla platessa rappresentano la soddisfazione del desiderio di semplicità. Saltati in padella, appena infarinati, da assaporare in una crosticina croccante e sfiziosa. Poco più a destra, sul ripiano inferiore, delle fresche e intense foglie di spinacio. Macchia verde su macchia verde, appena accanto alla rucola (che di questi tempi non manca mai nel mio frigo). E' stato un attimo: fragola, sogliola, spinaci, rucola e i miei immancabili pistacchi. Ci provo? Ci ho provato. La nota piccante ha dato il suo tocco prezioso e il piatto si è presto materializzato davanti ai miei occhi.
Spesa intelligente o neurone reattivo poco fa, il risultato ha assolutamente premiato l'impegno!

Ingredienti

100 g di filetti di sogliola
10 g di pistacchi tostati non salati
150 g di fragole
1/2 bicchiere di vino rosso
5 cespi di spinaci freschi
1 mazzetto di rucola
1 cucchiaio di farina di riso impalpabile
noce moscata
sale
olio evo
peperoncino a piacere

Mettete a bagno spinaci e rucola. Pulite bene i pistacchi e tritateli. Mescolateli alla farina di riso e stendete tutto su un fglio di carta assorbente. Sciacquate i filetti di sogliola, asciugateli e impanateli nel composto appena preparato.
Scaldate un cucchiaio di olio evo in una padella e fateli rosolare fino a quando saranno ben dorati. Salateli a piacere e girateli in modo che cuociano in modo uniforme.
Nel frattempo sciacquate bene gli spinaci e fateli appassire in padella, senza aggiungere grassi. Salateli a piacere e lasciateli sul fuoco fino a quando si saranno ammorbiditi. Dopodiché spegnete la fiamma e lasciateli intiepidire.
Lavate e asciugate le fragole. Tagliatele a tocchetti piuttosto piccoli e unitele ai filetti di sogliola. Versate il vino, unite il peperoncino e coprite con un coperchio, facendo cuocere il tutto, a fiamma moderata, per circa 10 minuti. Controllate che non asciughino troppo. Eventualmente aggiungete un po' di acqua.
Lavate e asciugate la rucola. Versatela in un bicchierone e unitevi gli spinaci ben sgocciolati. Passate tutto con un frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema liscia ed omogenea.
Grattate la noce moscata a piacere e unitela alla crema. Assaggiate ed eventualmente correggete di sale.
Spegnete il fuoco sotto le sogliole e impiattate.

Servite i filetti con la cremina di spinaci e godetene i contrasti.
Forse non avrò superato i timori che nascono davanti ad un cesto di fragole, ma questo piatto mi ha donato un grande sorriso.
abc

Crocchette di platessa in crosta di avena: l’interpretazione perfetta, che sia desiderio o necessità

Nuovamente alle prese con "voglia di...". Alterno periodi in cui trovare il pezzo che si incastri alla perfezione nella mia costruzione è faticosamente estenuante, a momenti in cui a tutti i costi il pezzo deve essere quello, perché irradia il suo richiamo in tutti i modi. E si incastra magistralmente. Queso è il momento che posso etichettare come casistica del secondo genere. Voglia di.... platessa. Mi correggo. Voglia di ..... platessa in crocchetta. Con i contrasti del caso, con la copertura speciale, con la cottura ad hoc. E' lei, non ci sono troppi giri di parole da fare: questo volevo e questo ho creato. Non ho bisogno di mascherare ingredienti in elaborazioni varie per farmeli piacere. La platessa la adoro anche semplicemente saltata in padella, con la sua bella crosticina dorata. Ma se cercaste un modo per far mangiare il pesce, e la verdura, e tante cose genuine a chi non ha questa affinità con il cibo.... avanti gente, c'è posto per tutti!!

Ingredienti

80 g di filetti di platessa (preferibilmente senza pelle)
50 g di bresaola
7 g di pistacchi tostati non salati
7 g di farina di mais fioretto
60 g di foglie di catalogna cotte al vapore
1 rametto di rosmarino
noce moscata
sale
olio evo
2 cucchiai di crusca d'avena

   Separate le foglie di catalogna dai gambi, lavatele e cuocetele al vapore, o in pentola senza condimenti.
Fatela raffreddare, poi unitela, in un boccale, ai filetti di platessa, alla bresaola, ai pistacchi tritati e alla farina di mais fioretto.
Tritate tutto minuziosamente. Lavat il rametto di rosmarino, asciugatelo e separate gli aghetti dal rametto. Uniteli al composto, aggiungendo noce moscata a piacere e sale. Tritate ancora tutto, fino a rendere il composto omogeneo. Lasciatelo riposare per mezz'ora in frigo.
Riprendete l'impasto e formate delle palline grosse quanto una noce. Passatele sulla crusca d'avena, cercando di coprirle completamente e dando la forma di crocchetta.
Versate un po' di olio su un foglio di carta forno (che poi utilizzerete per la cottura) e rotolatevici sopra le crocchette, in modo da bagnare leggermente l'avena. Mi raccomando a non inzupparle troppo, ne andrebbe la genuinità della cottura.
Coprite una teglia con il foglio di carta forno appena utilizzato e sistemateci sopra le crocchette. Se i fiocchi saranno stati ben irrorati in cottura doreranno, diversamente rimarranno molto chiari. Buoni e sfiziosi ugualmente, ma senza l'effetto croccante ^_^
Infornate a 200° e cuocete per 30 minuti, girando un paio di volte le crocchette affinché cuociano uniformemente da tutte le parti.
Quando saranno ben dorate sfornatele e servitele.
Sono squisite da assaporare calde, ma anche tiepide sanno farsi apprezzare.
Ideali per una cena a regime, si prestano bene anche per aperitini come sfiziosi e particolari finger. Ma anche sul divano davanti ad un buon film, da assaporare con le mani, non sono niente male ^_^

Insomma, per un momento di piacere e di consapevole amore per il proprio corpo, c'è sempre una soluzione!!

abc

Involtini di tacchino con granella di pistacchio e chips di mela: l’importanza del presente e il valore dell’attesa

Vi capita mai di vedere un oggetto, un qualsiasi oggetto più o meno animato, e di studiarlo da tutte le angolazioni per trasformarlo in una piccola opera d'arte? A me è capitato con una Granny Smith. Ormai l'arrivo della stagione calda sancità il distacco da questo frutto aspro, che i accompagna tutto l'inverno con il suo caratterino frizzante. L'ultimo esemplare lo tenevo nel piatto nella frutta, come fosse un cimelio. Lo guardavo e lo riguardavo, aspettando il momento giusto. Non può essere banalizzato, continuavo a ripetermi, e i giorni passavano osservando questo frutto di un verde non più così acceso come nella migliore stagione. Poi ho sentito di essermi accostata alla giusta soluzione. Tutto è partito da queste fragrantissime chips, rigorosamente cotte in forno, che danno un tocco di sfiziosità e una fragranza peperina al piatto. E allora saluto con questi involtini un frutto che mi mancherà, con una piccola opera d'arte, fatta da mani inesperte, ma con grande soddisfazione.

Ingredienti

200 g di tacchino in una fetta
1 mela Granny Smith
semolino di riso
farina di mais fioretto
15 g di pistacchi sgusciati tostati
2 g di alga Wakame
olio
sale
1/2 limone

Lavate e asciugate la mela. Liberatela dal torsolo e tagliatela a fettine sottili, aiutandovi con una mandoline. Mettetela in una scodellina e copritela con acqua e il succo di mezzo limone.
Mettete a mollo anche l'alga Wakame in un po' d'acqua, in modo da ammorbidirla.
Mescolate un paio di cucchiai di farina di mais fioretto con altrettanti di semolino di riso. Prelevate le fettine di mela, lasciandone 9 da parte, impanatele schiacciandole bene da entrambi i lati e riponetele su una teglia, coperta da carta forno. Irroratele velocemente con olio evo.
Infornatele a 150°, lasciando la porta del forno socchiusa, in modo da fare fuoriuscire il vapore e rendere più croccanti le fettine di mela. Non c'è un tempo preciso di cottura. Giratele quando le vedrete leggermente dorate, dopo circa 25/30 minuti e procedete con la cottura fino a quando saranno croccanti, ma non troppo scure.
Tritate i pistacchi e mischiateli alla panatura che vi sarà avanzata. Tagliate la fetta di tacchino in 3 fettine, salate a piacere e sistemate su ciascuna di esse un pezzo di alga Wakame, ben sgocciolata dall'acqua di ammollo e 3 fettine di mela. Aadagiatene una alla volta sulla panatura, schiacciando in modo che sul dorso della fettina aderiscano bene i pistacchi.Attorolatele strette e chiudetele con un laccio, dello spago o degli stuzzicadenti.
Fatele cuocere in una padella calda, con un filo di olio evo, facendole rosolare uniformemente e salandole leggermente. Se vi sovessero avanzare fettine di mela e alga, tagliatele a tocchetti e unitele agli involtini in cottura. Bagnate leggermente con acqua (o se voleste con del vino secco bianco) e procedete la cottura ancora per una decina di minuti a fiamma moderata. Quando saranno pronti, impiattate, decorando con le cialde di mela.
La morbidezza dell'involtino in contrasto con la friabilità delle chips di mela farà di questo piatto un piacevole gioco di antagonismi.
   Buoni da assaporare caldi, ma gradevoli anche tiepidi, possono essere una proposta insolita per un pranzo all'aperto, all'inizio di una stagione di pic nic e gite fuori porta.
E di queste mele cosa dire? Versatili, sfiziose, intriganti, possono essere dei gradevoli e curiosi finger per i vostri aperitivi.abc

Saltimbocca di platessa ai frutti rossi su crema di pistacchi e rucola: mai parola fu più futile

Vi capita mai di trovarvi a dover descrivere qualcosa e non avere le parole per trasmettere fedelmente quanto avete dentro? Ecco, non so davvero con quali parole rendere giustizia a questo piatto. Che se lo chiamo capolavoro sembra che me la canti da sola, e lungi da me farlo, ma è davvero un peccato non potervene fare assaggiare un boccone. Credo che avessi capito cosa si sarebbe potuto materializzare in quel piatto dal momento in cui ho avvistato i filetti di platessa sul banco della pescheria. Ma credo che il supporto a quei filetti l'abbiano fornito le belle e verdi foglie di rucola, solari e sorridenti. E credo anche che quella confezione di pistacchi, presa per tutt'altro scopo, abbia dato il suo contributo. E credo poi che le preziosissime bacche di frutti rossi, mai entrati in quel formato in casa mia prima d'ora, abbiano dato il tocco di classe. Perché vedete, ci sono piatti e piatti. Ci sono piatti che soddisfano, nutrono e appagano e ci sono piatti che spaccano. Questo è un piatto che spacca. Ho solo messo insieme una spesa perfetta. Ho legato sapori completamente differenti tra loro e ho composto la mia tavolozza. E.... wow, sono ancora senza parole.

Ingredienti

2 filetti di platessa
2 fettine di prosciutto crudo
25 g di pistacchi tostati e non salati
30 g di rucola
85 g di latte di avena
1 bustina di zafferano
10 g di frutti rossi disidratati + q.b. per guarnire
sale
olio evo

Sgusciate i pistacchi e metteteli a mollo in acqua per circa 3 ore. Cambiate l'acqua almeno una volta e, trascorso il tempo, sciacquateli sotto l'acqua corrente.
Eliminate tutte le pellicine passandoli tra le dita. Vedrete che verranno via con molta facilità.
Mettete i pistacchi in un pentolino, versatevi il late di avena, salate e mettete sul fuoco, a fiamma bassa. Portate ad ebollizione. Aggiungete la bustina di zafferano, mescolate bene e fate sobbollire per circa 10 minuti.
Nel frattempo lavate la rucola e asciugatela delicatamente su un canovaccio pulito.Inseritela in un boccale e unitevi, una volta pronti, i pistacchi con tutti il liquido.
Passate tutto con un frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema liscia ed omogenea.
Assaggiate e verificate che sia sufficientemente sapida. Il latte con i pistacchi daranno un'impronta piuttosto dolciastra all'insieme, per cui non esagerate con il sale! Tenete la crema ottenuta da parte, in modo che i sapori si leghino armoniosamente tra loro.
Sciacquate le fettine di platessa, tagliatele a metà nel verso della lunghezza e adagiatele su un piano.
Sistemate su ciascun filetto mezza fettina di prosciutto crudo, cercando di non farla fuoriuscire. Aggiungete qualche frutto rosso e arrotolate i filetti, iniziando dal fondo (la parte più stretta). Legate gli involtini in modo che non si aprano durante la cottura.
Scaldate un filo d'olio evo in una padella. Quando sarà molto caldo adagiatevi gli involtini. Fateli cuocere a fiamma moderata, girandoli di tanto in tanto, fino a quando saranno dorati uniformemente. Slegate ciascun saltimbocca facendo attenzone a non rovinare la carne e fate cuocere ancora per 5 minuti. La platessa cuoce in fretta, ma dovrete dare il tempo che cuocia anche all'interno. In questo modo verrà ben rosolata all'esterno e cotta all'interno.
Terminata la cottura togliete i saltimbocca e versate nella padella calda la crema di rucola e pistacchi. Fatela scaldare e insaporire bene nel fondo di cottura del pesce.
Componete ora il piatto creando una base di crema, su cui adagerete i saltimbocca. Guarnte con qualche frutto rosso e servite.
Il piacere dell'assaggio sta nell'assaporare l'insieme di tutti i sapori. Fate in modo che ciascuna forchettata li contenga: dal pesce al prosciutto, dai frutti rossi alla crema di rucola e pistacchi.

E poi aiutatemi a trovare le parole....abc

Sardine ai pistacchi su letto di catalogna in panatura rossa: di pensieri, ricordi e rivisitazioni

Mi porto dietro il pensiero di queste sardine e dell'abbinamento con i pistacchi da un po' di tempo, da quando assaggiai il piatto del "compare Alfredo", dove compare sta per mamma mia quando diavolo è piccolo il mondo e quanto affascinante è il destino che ti porta ad incontrare persone, in luoghi improbabili, che hanno camminato sui tuoi stessi viali e conosciuto le medesime persone in tempi diversi. Certo, parole incomprensibili per molti, ma alla fine ciò che conta è quanto rimane, quanto ci viene dato da un semplice sguardo e dalla fatalità. Alfredo è una persona che sa il fatto suo, che ascolta prima di parlare e che mette entusiasmo in tutto quello che fa. Non l'ho conosciuto più di questo, ma la sua determinazione mi ha davvero colpito. In punta di piedi è arrivato, e in punta di piedi se ne va, approdando su nuovi confini per seguire il suo sogno. "Ti seguirò, Cuocherellona", è stato il suo saluto. Che, detto da chi fa della cucina la sua professione, è una grande soddisfazione. Questa rivisitazione è per te, Alfredo. Si trova sempre il tempo per fare ciò che ci appassiona, anche se è proprio il tempo a mancare. In bocca al lupo per la tua nuova esperienza e ricorda che c'è sempre un paesino, arroccato sugli Appennini abruzzesi, ad attenderci con grandi e "ritrovate" risate in compagnia.

Ingredienti

120 g di sardine deliscate (circa 9 sardine)
130 g di gambi di catalogna
20 g di pistacchi tostati non salati
1 cucchiaio di pangrattato (io di riso)
3 cucchiai di salsa di pomodoro (io quella casalinga)
olio evo
sale

Fate scaldare in una padella un filo d'olio e versate 3 cucchiai di passata di pomodoro. Quella preparata da mia madre è già ben condita e non richiede sale. Valutate la salsa che utilizzerete e provvedete a salarla se fosse necessario. Fatela rapprendere bene.
Tagliate i gambi di catalogna in bastoncini di circa 15 centimetri di lunghezza, lavateli e uniteli al pomodoro. Coprite con un coperchio, abbassate la fiamma, e fate insaporire per una decina scarsa di minuti.
Nel frattempo pulite le sardine e sciacquatele. Sgusciate i pistacchi, puliteli al meglio dalla loro pellicina e teneteli da parte.
Quando le coste della catalogna saranno piuttosto morbide, spegnete il fuoco e versateci il cucchiaio di pangrattato. Mescolate bene affinchè venga assorbito da tutto il pomodoro e ricopra la verdura.
Coprite una teglia con carta forno, spolverizzate la base con poco pangrattato e sistemate le coste affiancandone circa 6. Procedete con un secondo strato, nel vrso opposto, e poi con un terzo, fino ad ultimare le coste stesse.
Ora adagiate le sardine dalla parte della pelle. Salatele leggermente in superficie e copritele con i pistacchi tritati. Procedete con un altro strato di sardine, anche queste in senso opposto (ruotate di 90° rispetto a quelle sistemate precedentemente).
Per ciascuno strato salate e coprite il pesce con i pistacchi. Quando avrete ultimato gli strati e avrete coperto la superficie con il trito di pistacchi, versate un filo d'olio e infornate, a 200° su un ripiano alto del forno. Cuocete per 15 minuti (io con la funzione ventilata), fino a quando la superficie sarà ben gratinata.
   Quindi sfornate e trasferite il tortino su un piatto. Servite e gustate caldo.

Si gioca sui contrasti anche in questo piatto: l'amarognolo della catalogna in una panatura morbida e leggermente aspra, con il gusto intenso delle sardine, rese sfiziose dalla granella di pistacchi dolci.

E' un tortino che si sfoglia con curiosità e acquolina e che stuzzica il palato appagando i sensi.

abc

Scrigni di mozzarella e pistacchi in pasta fillo: l’idea, il pensiero e il tempo pianificato

Ci sono volte in cui, per la fretta o per un'idea balzata in testa troppo tardi, non riesco a mettere nero su piatto ciò con cui desidererei deliziarmi. Talvolta rimando il pensiero, cercando di perfezionarlo o di reinterpretarlo. Talvolta lo mantengo intonso fino al momento in cui possa diventare reale e tangibile. Questo piatto non richiede tempi lunghi di preparazione, ma richiede una preparazione pianificata nel tempo. La pasta fillo (ovvio, parlo di una pasta che mi faccio in casa) ha bisogno di riposare prima della preparazione in sfoglia e la mozzarella sarebbe meglio insaporisse un po', per armonizzarsi bene negli aromi prima di finire in quel fagotto. Ma il perfezionamento di un'idea che mi ronzava in testa da un po' e la giusta organizzazione di tempi hanno fatto sì che questo piatto arrivasse a soddisfare in pieno le mie aspettative. Chiaramente, se foste soliti utilizzare la pasta fillo confezionata, questo piatto sarebbe un gioco da ragazzi che vi potrebbe tirare fuori dai pasticci anche con ospiti improvvisi a cena. Ma per me, portabandiera del fai in casa tutto ciò che ti è possibile, rimane una appagante pianificazione e una sfiziosa coccola.

Ingredienti

Pasta fillo (questa dose)
100 g di mozzarella
20 g di olive taggiasche
20 g di pistacchi tostati (peso senza guscio)
rosmarino q.b.
noce moscata
sale
olio evo

Preparate la pasta fillo e mettetela a riposare per almeno un paio d'ore. Diversamente scongelate 5 fogli di quella confezionata.
Sgusciate i pistacchi e puliteli al meglio dalle loro pellicine.
Tritateli grossolanamente (o schiacciateli, o tagliateli al coltello) e teneteli da parte.
Tritate finemente il rosmarino, precedentemente lavato.
   Unite tutto in un boccale, aggiungete la mozzarella tagliata a tocchetti e leggermente strizzata e le olive taggiasche, scolate dal loro olio (o liquido) di conservazione. Completate con sale e noce moscata a piacere e tritate fino ad avere un composto omogeneo.
Non lavorate troppo il composto, perché non dovrà venire una poltiglia compatta.
Versate il composto in una scodella e lasciatelo riposare per almeno mezz'ora.
Trascorso il tempo prelevate parte dell'impasto e compattatelo bene, tra le mani, dandogli una forma a filoncino. Con questo quantitativo di mozzarella dovranno venirvene cinque.
Stendete la pasta fillo il più possibile sottile e spennellatene la superficie con un po' di olio evo. Tagliatela in cinque strisce e adagiate ciascun bocconcino di mozzarella su ogni striscia, modificandone la forma in base alla larghezza della striscia stessa.
Avvolgete la mozzarella nella pasta fillo cercando di chiuderla perfetamente da tutti i lati. E' importante che anche lateralmente avvolgiate bene la sfoglia.
Coprite una teglia con carta forno e sistemateci i fagottini.
Portate il forno in teperatura e cuocete, a 200°, per circa 10 minuti, su un ripiano alto. Dovranno dorare uniformemente, ma controllate la cottura affinché non scuriscano troppo.
Quando saranno pronti sfornateli e trasferiteli su un piatto da portata.
Se sarete stati bravi a ciudere bene il fagottino, sarà fuoriuscita solo poca mozzarella, durante la cottura. Utilizzatela, eventualmente, come base su cui posare e  presentare gli scrigni.
Gustateli come preferite: caldi (ma attenzione a non ustionarvi il palato) saranno una coccola avvolgente, tiepidi saranno fragranti e maggiormente croccanti.

In ogni caso saranno un'irresistibile tentazione. In ogni caso finiranno troppo in fretta.

E l'ultimo boccone, proprio lui, lo guarderete con occhio languido, come ad implorare di non finire mai....

abc

Polenta filante con pistacchi e spinaci: l’importanza del dettaglio che determina le statistiche

Alle prese con la valutazione dei parametri di associazione di idee che determina la nascita di un piatto, non posso che raccontarvi di quelle volte in cui, presa da un raptus di follia, abbozzo due sapori, quasi per gioco (tanto da non fotografare neanche le fasi di preparazione) e me ne innamoro perdutamente (tanto da chiederemi perché non hai fotografato?). Ma la bozza necessita di qualche finezza, e allora trascorro i giorni a cercare quello spunto per perfezionare forme, consistenze e colori. Così capitò che, un giorno di qualche settimana fa, dovetti soddisfare il desiderio di un buon piatto di polenta. Polenta, sì, assolutamente  taragna, ovviamente morbida e filante (cosiddetta concia seppure i formaggi utilizzati non siano per niente simili a quelli stagionati che si utilizzano per la concia), ma.... con quel qualcosa in più. "Ti piacciono per caso i pistacchi?", mi ha chiesto un paio di giorni fa la mia amica Monica, in palestra. "Si capisce così tanto?" ho sorriso, io. Avete mai pensato di metterli in una polenta e di arrotondare tutto con dolcissimi spinaci? Io così, l'ho immaginata. E così, l'ho preparata. E, santi numi del paradiso, se era buona! Forza, seguitemi, vi racconto come fare.

Ingredienti

300 g di acqua
70 g di polenta taragna precotta
5 g di olio evo + q.b.
1 cucchiaino di sale fino + q.b.
noce moscata
80 g di certosa light
15 g di pistacchi tostati e non salati
35 g di parmigiano

Io ho preparato la polenta nel Bimby, per cui il procedimento sarà spiegato con questo metodo. Diversamente seguite le istruzioni di cottura della polenta riportate sulla confezione.
Unite nel boccale l'acqua, l'olio, il sale e la polenta. Azionate le lame a velocità 3, a 100°, per 12 minuti. Terminato il tempo, inserite la spatola e continuate la cottura, sempre a 100°, per altri 7 minuti, a velocità 2.
Sgusciate i pistacchi e liberateli dalla loro pellicina. Tritateli grossolanamente, schiacciandoli con un mattarello, in modo che si sentano nella cremosità della polenta. Teneteli da parte.
Fate saltare, nel frattempo, gli spinaci freschi in una padella, con un filo d'olio. A me piacciono morbidi, per cui li lascio solo appassire leggermente, per pochissimi minuti. Salateli a piacere e insaporiteli con la noce moscata.
Quando la polenta sarà pronta, unite la certosa e 20 g di parmigiano. Mescolate tutto e poi versate i pistacchi. Amalgamate bene l'insieme. A me piace che il formaggio non sia perfettamente amalgamato, ma amo sentire qualche "piccolo ammasso" nell'insieme, per cui dedico a questo passaggio poco tempo.
In più il pistacchio non dovrà stare per molto nell'impasto, poiché perderebbe la sua consistenza e si ammorbidirebbe irrimediabilmente.
Rovesciate la polenta su un piatto, o su un tagliere. Spianatela velocemente e copritela con gli spinaci.
Grattugiatevi sopra il parmigiano rimasto. Infornate, quindi, a 200° su un ripiano alto del vostro forno, per 10 minuti circa.
Quando sarà ben gratinata, sfornatela e servitela.
Gustatela molto calda, filante e morbida.

Delicata al punto giusto, saprà solleticare il desiderio di un piatto completo, avvolgente e bilanciato.
   Una forchettata dopo l'altra e la magia è fatta.

Non vi rimane altro che abbandonarvi a questa poesia.

abc

Polpo glassato all’arancia in crosta di pistacchi… e non può essere tutto

.... su letto di catalogna aromatizzata alla noce moscata. Sì, perché uno, nel titolo, vorrebbe metterci tutto. Perché un piatto non nasce solo nella parzialità. Perché i dettagli, tutti, concorrono al perfetto bilanciamento dei sapori. E questo non è solo un polpo glassato all'arancia in crosta di pistacchi. Questo è un polpo glassato all'arancia in crosta di pistacchi su letto di catalogna aromatizzata alla noce moscata. Ecco, l'ho detto. Io, che sono quella dai titoli intriganti (cito), io che scrivo titoli che smuovono una certa curiosità (cito), io che.... i titoli sono il dettaglio che attira il lettore ad aprire l'articolo e tu in questo sei molto brava (cito), io che ho il dono della sintesi per cui poche parole per esprimere un concetto articolato (cito), ma che scrivo titoli chilometrici (preciso), io.... non posso lasciarvi credere che questo sia un semplice polpo glassato all'arancia in crosta di pistacchi. Perché è proprio l'amaro della catalogna, addolcita dalla delicatezza della noce moscata, a creare un contrasto con la carne croccante del polpo e la vellutante sensazione con cui la glassa avvolge il palato. E' proprio l'insieme di sapori che rende questo piatto.... wow!

Ingredienti

4 tentacoli di polpo
1 arancia non trattata (buccia e succo)
50 ml di prosecco
sale
1 cucchiaio di olio evo + q.b.
paprika dolce
noce moscata
25 g di pistacchi tostati non salati
15 g di farina di mais fioretto gialla
80 g circa di coste di catalogna

Lavate bene l'arancia e asciugatela, Tagliate la scorsa, avendo cura di non prelevare la parte bianca. Spremetela e prelevatene il succo.
Versatelo in un recipiente capiente. Tagliate la scorza in bastoncini sottili e unitela al succo. Aggiungete l'olio, il vino, il sale, la paprika e la noce moscata in quantità variabile secondo i vostri gusti e mescolate bene.
Sciacquate bene i tentacoli del polpo (io li ho prelevati da un polpo di 500 g circa e il peso era di circa 200g) e immergeteli nella marinatura. Coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare, in frigorifero, per almeno 5 ore.
A questo punto pulite le coste della catalogna (io le avevo tenute da parte preparando un contorno con le foglie) e fatele sbollentare, in acqua salata, aromatizzata con abbondante noce moscata, per circa 4 minuti. Scolatele e passatele sotto un getto di acqua ghiacciata, poi fatele asciugare.
Pulite bene i pistacchi dalle loro pellicine e tritateli finemente. Mescolateli alla farina di mais e teneteli da parte su un piattino o su un foglio di carta assorbente.
Prelevate le bucce dell'arancia dalla marinatura e tritatele finemente. Io mi sono servita di una mezzaluna. Fate scaldare un filo di olio evo in una padella e versatecele, facendole rosolare a fuoco basso per un paio di minuti. Scolate grossolanamente il polpo dalla marinatura, ponetelo nella padella insieme al soffritto e alzate leggermente la fiamma.
Fatelo rosolare per un minuto circa per parte, dopodiché abbassate la fiamma, versate la marinatura, e fate cuocere per circa 20 minuti, coperto. Giratelo, di tanto in tanto.
Coprite una teglia con della carta dorno, cospargete un po' di olio evo, una base di mix di pistacchi e sistemate sopra le coste della catalogna. Coprite nuovamente con abbondante panatura, cercando di circoscriverla alla verdura, in modo che non bruci durante la cottura. Correggete, eventualmente, con un pizzico di sale.
Quando il polpa avrà consumato il liquindo di cottura, prelavate i tentacoli e passateli nel mix di pistacchi, prima da un lato, poi dall'altro. Cercate di fare aderire uniformemente il trito. Aiutatevi con una forchetta per non bruciarvi, se troppo caldo.
Sistemate i tentacoli sul letto di catalogna e irrorate con un filo di olio evo.
Portate il forno a 200° e, quando sarà in temperatura, infornate e cuocete, per 20' ventilato. Fate in modo che diventi dorato e croccante.
Nel frattempo accandete il fuoco, basso, sotto il fondo di cottura in padella. Fate rapprendere l'arancia con la marinatura in modo che diventi una salsa denza. Attenzione a non farla bruciare.
Quando il polpo sarà cotto sfornatelo e servitelo, accompagnandolo con la salsa all'arancia.
Servite caldissimo e gustate il contraso di sapori tra l'amarognolo della catalogna, la dolcezza del pistacchio, la croccantezza del polpo e l'aspro-dolcezza della glassa.

Un invito a deliziare il vostro palato.

abc

Sofficini d’orzo ai pistacchi: differenti forme di un peccato di gola a cui non riesco a resistere

Aiuto!!!!! I sofficini impazzano sul web! Ecco, adesso, non è che ve li voglia proporre perché è la moda del momento. In realtà sperimentai molto tempo fa i sofficini, nella versione al forno. Ma talvolta mi arrivano scariche di voglie improvvise e..... mica posso privarmi proprio di tutto? Almeno la soddisfazione di elaborare versioni differenti di sofficini, me la volete lasciare? Questa volta ho usato la mia amata farina d'orzo ed ho approfittato di un po' di latte di capra che avevo da parte. Ho dimenticato la cottura in forno, perché si deve provare tutto, nella vita, e mi sono concessa un ripieno semplice ma d'effetto. Come sempre una parte l'ho consumata subito ed una parte l'ho archiviata nel congelatore per il prossimo capriccio, ma vi garantisco che vedere quei due esemplari giacere fino al raffreddamento, in attesa del trasferimento tra i ghiacci, senza cedere alla tentazione di addentarli, è stata una vera prova di forza!

Ingredienti

130 g di farina d'orzo
70 g di fecola di patate
200 ml di latte di capra
30 g di margarina
1 pizzico di sale
1 albume
pangrattato di riso
100 g di mozzarella
200 g di pistacchi
olio evo

Per prima cosa tagliate la mozzarella a fettine e mettetele in un colino a strati, coperte con un po' di sale. Adagiatevi sopra un peso e lasciate che perdano il loro liquido per almeno un'ora. Preparate le farine e mescolatele tra di loro.
Versate in un pentolino il latte e unitevi margarina e sale. Portate ad ebollizione, quindi bersatevi, in una sola volta, il mix di farine. Mescolate energicamente con un cucchiaio di legno, fino ad amalgamare bene il composto ed ottenere una pasta omogenea.
A questo punto spegnete il fuoco e trasferite l'impasto su una spianatoia. Lavorate bene con le mani (lasciandolo intiepidire leggermente se risulterà troppo caldo), fino ad ottenere un panetto compatto.
Stendete la pasta su un ripiano, aiutandovi con un mattarello. Cercate di ricavare una sfoglia di circa 3 millimetri di spessore.
Con l'aiuto di un coppapasta o di una tazza (dipenderà dalle dimensioni che vorrete dare ai vostri sofficini) ritagliate dei cerchi. Io ho utilizzato uno stampo da 18 cm ed ho ricavato 4 dischi. I ritagli di pasta li ho fatti cuocere senza farcitura, ma con la panatura, e utilizzati come pane.
Tagliate a dadini piccoli la mozzarella e unitela ai pistacchi pestati grossolanamente. Mescolate bene il tutto. Non dovrebbe essere necessario aggiungere sale poiché la mozzarella avrà acquisito la giusta sapidità.
Adagiate una cucchiaiata di farcitura al centro di ciascun disco. Con le dita bagnate d'acqua i bordi dei dischi.
Chiudete a metà ciascuna forma, schiacciando bene le estremità. Con i rebbi di una forchetta unite bene i due strati di pasta, affinché non si separino durante la cottura.
Fate attenzione a chiudere bene all'interno il ripieno, senza pizzicarlo nell'impasto: in questo modo non comprometterete il risultato.
Preparate l'albume d'uovo leggermente sbattuto e il pangrattato di riso. Passate ciascun sofficino, prima nell'uovo, poi nel pangrattato. Fate aderire bene la panatura e ripetete l'operazione per tutti i sofficini.
Scaldate in una padella un paio di cucchiai di olio evo. Qiando sarà ben caldo, adagiatevi 2 sofficini per volta. Fateli cuocere, a fuoco medio, per un paio di minuti, poi girateli dalla parte opposta. Procedete con la cottura, girandoli eventualmente più volte, fino a quando saranno ben dorati. Se fosse necessario aggiungete, in piccole quantità, altro olio. In totale ci vorranno circa 8 minuti.
Trasferiteli in un piatto con carta assorbente e lasciateli asciugare bene. Impiattateli, magari accompagnati da verdura al vapore, e serviteli.
Potrete prepararli anche con anticipo e poi passarli in forno prima di servirli. In questo modo rimarranno caldi e l'interno risulterà filante, senza compromettere la croccantezza della panatura.
Come sono solita consigliare per certi tipi di preparazioni..... dimenticate forchetta e coltello e gustate con le mani: il sapore acquisirà importanza!

Come resistere a questa moda????? ^_^ Naaaaaaaaaa, niente di tutto questo: si tratta di semplice e sfiziosa bontà!!

abc

Tagliolini alla chitarra con vongole e pistacchi: confronto di idee e fusione di pensieri

Gli spaghetti alle vongole, il mio primo piatto preferito. L'unico per cui preferisco lo spaghettino numero 3. Mamma ho intenzione di fare i tagliolini freschi alle vongole. Ma con le vongole ci metti la pasta fresca? Per me non rende! Credo che la pasta fresca così assorba bene il sugo di cottura delle vongole e ne esalti maggiormente il sapore. Mah, fai tu!! 
Li amo, è vero, e li amo con un formato particolare di spaghetto. Ma li ho sentiti sfiorare il palato, chiudendo gli occhi, e quell'impasto all'uovo, di semola di grano duro (Senatore Cappelli, mica una a caso?!), mi ha conquistato all'istante. L'ho avvertita come un valore aggiunto, la ruvidità di una chitarrina all'uovo, e legarci immediatamente il pistacchio è stato un attimo. Così la scorta di pasta che preparai quando vi proposi la chitarrina in brodo ha avuto una degna interpretazione. Il risultato è stato assolutamente affine al pensiero. Inutile dirvi che festa per il palato!!

Ingredienti

80 g di tagliolini all'uovo (qui)
170 g di vongole
15 g di pistacchi sgusciati
1 cucchiaio di olio evo
peperoncino
sale

Se non siete soliti fare come me, che quando preparo faccio scorte, preparate i tagliolini all'uovo secondo la ticetta indicata.
Laciate le vongole in ammollo per una notte intera in acqua salata.
Scolatele, sciacquatele e trasferitele in una padella. Accendete in fuoco, copritele con un coperchio e fatele cuocere dolcemente fino a farle aprire.
A questo punto filtrate il liquido e versatelo nuovamente in una padella, insieme alle vongole, per metà sgusciate e per metà con il guscio.
Sgusciate i pistacchi, cercando di pulirli dalle pellicine, e tritateli finemente.
Unitene i 2/3 alle vongole, con del peperoncino in quantità variabile secondo i vostri gusti. Il terzo rimanente tenetelo da parte.
Lasciate insaporire bene le vongole e i pistacchi, a fuoco basso, mentre portate ad ebollizione abbondante acqua salata.
Cuocete i tagliolini al dente.
Quando saranno pronti scolateli e versateli nella padella insieme alle vongole. Versate sopra i pistacchi che avete tenuto da parte e fate saltare tutto, a fiamma viva, per un paio di minuti, versando eventualmente un po' di acqua di cottura della pasta.
A questo punto non avrete altro da fare, che servire!



Lo sentite quel sapore speciale che ha deliziato il mio palato?

abc

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