Per lunghi anni le vacanze di famiglia ci vedevano, mamma papà mio fratello ed io, condividere le tradizioni e la vita del paese natale di mio padre: Barrea, parco Nazionale d'Abruzzo. I profumi che sentivo lì erano unici e le usanze di quel paesino sul lago, arrampicato su interminabili scalini, rendevano gioiosi i giorni trascorsi insieme.
Ormai era da molto tempo che questo non succedeva: tutti e quattro, in quella terra, non ci eravamo più tornati. Non prima di un mese fa. Papà aveva un desiderio, il suo ultimo desiderio. Voleva ricongiursi alla sua terra, diventarne parte, guardare e nutrire i suoi amati faggi. E per noi questa è diventata una necessità. Ma anche una grande sfida. Rirovare quei profumi, rivivere quelle stradine, il sorriso degli amici di sempre, l'accoglienza di un paese generoso.... è stato così intenso e così forte che..... mai avremmo immaginato quanto questo ci avrebbe segnato.
In una delle cene di quei pochi giorni di permanenza, l'amico d'infanzia di papà ci ha fatto assaggiare, nel ristorante del figlio Danilo, un piatto pazzesco. Una semplicissima fetta di caciotta, scottata su una piastra rovente e coperta da caramello e noci. E' stato un attimo: mamma ed io ci siamo guardate, ci siamo scambiate un complice gesto di assenso e ho capito che, presto, avrei replicato quel piatto. Ma con l'interpretazione in chiave cuocherellona.
Siamo ripartiti pieni di tanti pensieri, tanti omaggi e quella caciotta. Ed è stato inevitabile proporla. Inevitabile parlarvene. Inevitabile farvene assaggiare la semplicità e la meraviglia. Inevitabile portare sulla vostra tavola una manciata di vere emozioni.
Nella vita, ho imparato, che sono le difficoltà a regalarci le migliori occasioni per imparare, per crescere e confrontarci con noi stessi. Ed è nelle difficoltà che capisci realmente chi è amico e chi solo comparsa. Papà, laggiù, ne aveva davvero tati di amici. Amici che ora non risparmiano di dimostrare a noi il loro affetto. Grazie di cuore a tutti. So che qualcuno di voi mi legge in queste pagine. Arrivi forte e sentito il mio, il nostro grande abbraccio ^_^
Ingredienti
1 fettina di caciotta di vacca
1 pesca
10 foglioline di basilico fresco
1 pompelmo rosa
10 g di nocciole
sale
olio evo
Lavate la pesca, asciugatela e tagliatela a dadini, tenendo da parte 3 fettine.
Fate scaldare un filo di olio evo in una padella. Lavate le foglioline di basilico, asciugatele delicatamente e spezzettatele finemente.
Lavate il pompelmo e grattugiatene metà della scorza, facendo attenzione di non utilizzare la parte bianca.
Unite scorza e basilico in padella e fate soffriggere leggermente.
Versate, quindi, la pescha tagliate a dadini e lasciate cuocere, e insaporire, fino a quando sarà morbida. Spremete il pompelmo e, quando si sarà asciugata, bagnate la pesca, in modo che rimanga sempre cremosa.
Fatela rosolare a fiamma viva fino a quando si sarà formata una crosticina. Dovrà rosolarsi, ma non sciogliersi. A questo punto girate la caciottina e fatela rosolare anche dall'altra parte.
Quando sarà pronta, trasferitela in un piatto.
Copritela con la dadolata di pesche al basilico e unitevi, a mo' di decoto, le fettine di pesca tenute da parte, che avrete fatto rosolare sulla piastra.
Pestate in un mortaio le nocciole, in modo che rimangano piuttosto grossolane.
Spargetele sulla superficie e servite.
E' bene che il piatto sia caldo, in modo che il formaggio non raffreddi e che mantenga, in questo modo, la morbidezza e la sua totale avvolgenza, tra la pasta filante della caciotta e la dolcezza delle pesche.
La provenienza del formaggio è sicuramente garanzia di riuscita. L'amore che vi lega ad un piatto, garanzia di apprezzamento.
abc